[go: up one dir, main page]

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Brabham (disambigua).

La Brabham è stata una scuderia di Formula 1. La società fu fondata con il nome MRD (Motor Racing Developments) nel 1962 dall'ex-campione del mondo del 1959 e del 1960 Jack Brabham e dal tecnico Ron Tauranac (i due collaboravano assieme sin dalle gare in Australia sulle vetture midget), dai loro nomi la sigla BT seguita da un numero progressivo per identificare le vetture Brabham.

Brabham
SedeRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Categorie
Formula 1
Formula 2
Dati generali
Anni di attivitàdal 1962 al 1992
FondatoreAustralia (bandiera) Jack Brabham
Australia (bandiera) Ron Tauranac
DirettoreRegno Unito (bandiera) Bernie Ecclestone
Formula 1
Anni partecipazioneDal 1962 al 1987 e dal 1989 al 1992
Miglior risultato2 campionati mondiali costruttori di Formula 1
(1966, 1967)
4 campionati mondiali piloti di Formula 1
(1966, 1967, 1981, 1983)
Gare disputate394
Vittorie35

Dopo essersi formato tecnicamente alla Cooper, per la quale corse dal 1957 al 1961, vincendo 2 titoli mondiali di F.1, l'australiano Jack Brabham decise di diventare costruttore, pur continuando l'attività di pilota. Nel '62 fondò, con base a New Haw (attaccato al leggendario circuito ormai dismesso di Brooklands) nel Surrey, la MRD (Motor Racing Developments), sigla a cui in seguito antepose il suo nome, per la costruzione di vetture, destinate anche a clienti per le categorie inferiori, mentre costituì il team Brabham Racing Organisation per curare la gestione sportiva delle vetture di Formula 1 prodotte dalla prima società.

Le prime vetture costruite nel 1961, delle Formula Junior furono denominate "MRD", ma nell'estate 1961, furono rinominate "Brabham" quando il giornalista automobilistico Jabby Crombac fece notare che "[il] modo con cui un francese, pronuncia queste iniziali secondo la fonetica, suona pericolosamente come la parola francese merde.[1]. Le vetture dunque divennero "Brabham" e con le iniziali BT per "Brabham Tauranac".[2]

Come tecnico per la progettazione dei telai si avvalse del connazionale Ron Tauranac, tuttavia, come altri team inglesi, non costruì l'intera macchina, ma sfruttò la presenza in Inghilterra di aziende specializzate in produzione di meccanica da corsa che fornivano i diversi team e adottò i motori 8 cilindri Coventry Climax e i cambi della nascente Hewland.

Nel 1962 vennero approntate alcune Formula Junior ma la prima Formula 1 fu pronta solo per il Gran Premio di Germania, in attesa della propria vettura Brabham corse con una Lotus.

Il debutto e i primi anni

modifica

La Brabham debuttò in F.1 al Nürburgring il 5 agosto 1962, ma la gara non fu fortunata: Jack Brabham dovette infatti ritirarsi al 9º giro per la rottura del cambio. I punti arrivarono comunque nella stagione stessa grazie a due quarti posti ottenuti negli ultimi due Gp.

Nel 1963 furono schierate 2 vetture una per il costruttore che ottenne una vittoria sul circuito di Solitude, gara non valida per il campionato e una per Dan Gurney. Nello stesso anno vi fu il debutto della scuderia inglese nelle competizioni riservate alle vetture sport con la Brabham BT5.

Le scelte tecniche furono semplici ed economiche, più mirate all'ottica commerciale che non all'esasperazione tecnica: mentre i principali concorrenti di Formula 1 puntavano alla riduzione della sezione frontale, portando all'interno del corpo vettura i gruppi molla-ammortizzatore e sul telaio monoscocca che garantiva maggiore rigidità torsionale, le Brabham utilizzavano il vecchio tipo di telaio a traliccio di tubi e le sospensioni con i molleggi esterni.

Ma l'intesa tecnica tra Tauranac e lo stesso Brabham permise di affinare un tipo di vettura consolidato: intuendo empiricamente i punti dove intervenire, grazie alla grande sensibilità nella guida del pilota-costruttore, si aumentò considerevolmente la rigidità del telaio e si realizzarono delle sospensioni con effetto antidive e antilift che garantivano una notevole facilità di guida. I risultati applicati alle vetture prodotte per la Formula 2 e Formula 3 ne garantirono il successo sportivo e commerciale: dal '65 al '67 vennero vendute più di 100 vetture di F3 BT15 e BT21.

In Formula 1 le prime vittorie arrivarono nel 1964 per merito di Gurney ai Gran Premi di Francia e del Messico, con i primi risultati aumentò la forza contrattuale della Brabham che poté ottenere dalla Coventry-Climax i motori a 4 valvole per cilindro e per le Formula 2 i motori Honda in esclusiva, con i quali Brabham e il neozelandese Denny Hulme ottennero numerosi successi.

Nel 1965 la Brabham siglò un contratto in esclusiva con la Goodyear per la fornitura della gomme per le proprie vetture di tutte le categorie. I progressi sportivi continuarono nella stagione di F1 1965 sempre grazie a Gurney, che conquistò una serie di sei risultati utili consecutivi. A fine anno, però il pilota statunitense lasciò la scuderia e la coppia fu formata dal fondatore Brabham, che in quegli anni non ottenne brillanti risultati e da Hulme.

 
La Brabham vincitrice del campionato 1967

I primi due titoli

modifica

Nel 1966 il cambio di regolamento che portò la cilindrata massima dei motori da 1500 cm³ a 3000 cm³, trovò molte scuderie impreparate. La Ferrari, che aveva già pronte una vettura con motore da 3000 cm³ e una da 2400 cm³, venne data per favorita, ma anche la Brabham aveva trovato un buon motore, prodotto dall'australiana Repco: partendo da un monoblocco in alluminio derivato dalla produzione di serie Oldsmobile, i tecnici Phil Irving, che negli anni '30 aveva progettato motori per motociclette Vincent Motorcycles e Frank Hallam realizzarono un V8 monoalbero capace di sviluppare 300 CV, inoltre la BT19 risultò particolarmente compatta nonostante l'aumento degli ingombri dovuti al nuovo motore e le gomme Goodyear si rivelarono il miglior compromesso sia per l'uso sull'asciutto che sul bagnato.

Dopo le prime due gare i piloti della Ferrari Bandini e Surtees erano in testa alla classifica. Però un litigio della scuderia con il pilota inglese a cui fu imposto di correre con la "tremila" mentre lui preferiva la "duemilaquattrocento", che si concluse con il passaggio di Surtees alla Cooper-Maserati e alcuni scioperi dei dipendenti che non consentirono la partecipazione al Gran Premio di Gran Bretagna, lasciarono campo libero alla Brabham, altro limite della Ferrari furono le gomme Dunlop, sostituite al Gran Premio d'Italia con le Firestone, che pagavano un gap di efficienza rispetto alle Goodyear. A partire dalla terza gara Jack Brabham mise a segno una serie di successi che gli garantirono la vittoria finale. Nel 1966 la Brabham vinse il suo primo titolo costruttori e lo storico titolo piloti dello stesso Jack Brabham, primo pilota e costruttore a riuscire nell'impresa.

Nel 1967 la potenza del motore viene portata a 340 CV, sempre inferiore alla concorrenza, ma l'efficienza complessiva delle vetture (BT20 e BT24) e la regolarità nei risultati di Brabham e Hulme permetterà di ripetere il successo nel campionato costruttori, mentre nel campionato piloti sarà Denny Hulme a conquistare il titolo sopravanzando il caposquadra, ciò causerà incomprensioni che culmineranno con l'allontanamento di Hulme che passerà alla McLaren.

Nel 1968 il motore Repco raggiunge i 370 CV con una nuova testata bialbero mentre sulla vettura, la BT26, si cerca di irrigidire il telaio tubolare aggiungendo dei pannelli d'alluminio, ma emergono i limiti di vettura e motore e la stagione si chiude senza successi, l'anno seguente verrà abbandonato il Repco e si passerà a utilizzare l'otto cilindri Ford Cosworth DFV come quasi tutte le squadre inglesi. Al Gran Premio del Belgio le Brabham saranno le prime vetture, con la Ferrari di Chris Amon, a montare gli alettoni, anche se il primato spetta alla Ferrari che li aveva presentati il venerdì nelle prime prove antecedenti la gara, mentre le Brabham si adegueranno nelle prove del sabato.

Nel 1969 sarà Jacky Ickx a riportare la Brabham alla vittoria, con la BT31 vince i Gran Premi di Germania e del Canada, quest'ultimo davanti al caposquadra Brabham.

Nel 1970 si abbandonò il telaio tubolare e ci si adeguò alle soluzioni tecniche più avanzate: la BT33 fu la prima Brabham di Formula 1 con telaio monoscocca e molleggi anteriori all'interno del corpo vettura (anche se il primo telaio monoscocca, in assoluto per la casa, era stato quello della BT25 per Indianapolis), a inizio stagione sembrò la vettura da battere tanto che Jack Brabham vinse la gara inaugurale della stagione, il Gran Premio del Sudafrica e mancò di ripetersi nel successivo Gran Premio di Spagna per un cedimento meccanico. Sfiorò la vittoria anche al Gran Premio di Monaco e al Gran Premio di Gran Bretagna, ma un errore all'ultima curva nel primo caso e la mancanza di benzina nel secondo gli permisero di ottenere solo la piazza d'onore, tuttavia le velleità di Brabham dovettero scontrarsi con l'arrivo della rivoluzionaria Lotus 72, a partire dal Gran Premio d'Olanda, che si dimostrò subito molto più competitiva di tutte le altre vetture e aprì una nuova stagione nella tecnica automobilistica. A fine stagione Brabham si ritirò e lasciò la squadra a Tauranac.

Non avendo coltivato un secondo pilota che poteva fare ombra al caposquadra, nel 1971 verrà a mancare un pilota all'altezza e pur ripiegando sul veterano Graham Hill non si otterranno risultati di prestigio. Dal punto di vista tecnico la BT 34 disporrà di originali radiatori anteriori, posti davanti alle ruote, che saranno definiti lobster claw (chela d'aragosta) e caratterizzeranno le Brabham per alcune stagioni.

Gli anni '70

modifica
 
La Brabham del 1978 con la gigantesca ventola nella parte posteriore della vettura

Nel 1972 Tauranac vendette la squadra a Bernie Ecclestone, ex-manager di Jochen Rindt. Con la nuova gestione la direzione tecnica venne affidata a Ralph Bellamy, tecnico proveniente dalla McLaren, che nel 1974 fu sostituito dal giovane Gordon Murray, la cui prima realizzazione fu la Brabham BT44 che venne sponsorizzata dalla Martini Racing e permise alla scuderia di tornare alla vittoria con Carlos Reutemann.

Nel 1975, per poter rivaleggiare con la potenza dei motori Ferrari, si abbandonò il motore 8 cilindri Ford Cosworth, usato da tutti i team inglesi, e si diede inizio alla collaborazione tecnica con l'Alfa Romeo che fornì inizialmente un V12 a 180° (impropriamente definito "Boxer") progettato dall'ingegner Carlo Chiti e già in uso nel mondiale sport sulla ALFA 33TT12. Tuttavia a detta di Murray i motori forniti dall'Alfa causavano parecchi problemi ai tecnici Brabham: ad esempio differivano l'uno dall'altro di alcuni millimetri costringendo a modifiche continue degli attacchi per sostituirli, d'altra parte le innovazioni aerodinamiche videro la Lotus e non la Brabham come squadra all'avanguardia, per l'uno o l'altro motivo in quel periodo la Brabham riuscì a vincere solo alcuni Gran Premi.

Le maggiori innovazioni si videro durante 1978, con l'arrivo del campione del mondo in carica Niki Lauda e dello sponsor Parmalat. La Brabham BT46 progettata da Gordon Murray era dotata di originali radiatori a sfioramento che avrebbero dovuto garantire il raffreddamento con minore resistenza all'avanzamento, ma il funzionamento non fu soddisfacente e in seguito la soluzione fu abbandonata. L'unica innovazione vincente apportata dalla scuderia fu, al Gran Premio di Svezia, l'introduzione nel retro della vettura di una grande ventola. L'idea era semplice: se la Lotus per aumentare l'aderenza aveva prodotto una depressione sotto la vettura con un tubo di Venturi creato dalle bandelle laterali (le famose "minigonne"), la Brabham con la ventola otteneva un effetto ancora maggiore aspirando l'aria sotto la vettura. Niki Lauda vinse il gran premio, ma questa soluzione tecnica fu contestata in quanto alcuni la consideravano un'appendice alare mobile, vietata dal regolamento. Murray invece presentò il dispositivo come organo di raffreddamento e le vetture accettate per la gara e la vittoria convalidata. Dalla gara dopo però la ventola fu proibita perché nel suo funzionamento finiva per proiettare all'indietro tutto ciò che trovava sulla pista generando gravi pericoli per i piloti che seguivano.

Nel 1978 l'Alfa sostituì il largo motore boxer con un nuovo 12 cilindri a "V" perché le nuove wing-car richiedevano motori compatti per poter ottenere un maggior passaggio d'aria nelle pance, adibite a tunnel con ala rovesciata, dove si generava l'effetto Venturi che schiacciava a terra le monoposto[3], ma al contempo la casa milanese portò in pista una propria vettura che esordì nel 1979 e il maggiore impegno probabilmente causò la scarsa affidabilità dei motori, al punto che le Brabham BT 48 pilotate da Lauda e dal quasi esordiente Nelson Piquet ottennero solo 3 piazzamenti a punti. Sul finire della stagione Lauda si aggiudicò il Gran Premio Dino Ferrari a Imola, gara abbastanza breve e non valida per il campionato, ma nelle prove del successivo Gran Premio del Canada annunciò il suo ritiro dalle corse proprio mentre la Brabham, per le ultime 2 corse della stagione, sostituì il motore Alfa, tornando a usare il Ford Cosworth. Piquet all'ultima gara si qualificò in prima fila e ottenne il giro più veloce in gara dimostrando il recupero di competitività della vettura.

Il ritorno al titolo (1980-1983)

modifica
 
Nelson Piquet impegnato al Gran Premio di Monaco 1981.

Dopo il 1979 chiusosi con l'improvviso ma temporaneo ritiro dalle corse di Lauda, le prestazioni del team migliorarono nel 1980 Abbandonati i motori dell'Alfa Romeo e tornata al classico Cosworth (più adatto alle monoposto wing-car), esplose il talento di Nelson Piquet che concluse secondo in classifica piloti, contendendo fino all'ultimo il titolo ad Alan Jones e aggiudicandosi 3 Gran Premi (USA Ovest, Paesi Bassi e Italia). Nel mondiale costruttori la Brabham (modello BT49) chiuse solo quarta, a causa delle scarse prestazioni dei piloti che si alternarono sulla seconda vettura, Ricardo Zunino e Héctor Rebaque, ingaggiati più per la dote finanziaria che per le capacità di guida.

Nel 1981, Nelson Piquet si aggiudicò 3 GP e vinse il titolo dopo un'appassionante lotta con Alan Jones, Carlos Reutemann e Jacques Laffite. La scuderia giunse seconda tra i costruttori, preceduta dalla Williams (seconda guida era Héctor Rebaque).

Nel 1982 a Piquet venne affiancato Riccardo Patrese. In quel periodo cominciava a diffondersi l'uso dei motori turbocompressi, da 1500 cm³ e la Brabham iniziò una collaborazione con la BMW. La Casa bavarese fornì un motore turbo 4 cilindri in linea, derivato dal motore 2000 cm³ di Formula 2, montato sulla nuova vettura BT50, che esordì con un ritiro dopo pochi giri. Dopo un risultato così modesto si decise di partecipare ai 3 Gran Premi seguenti con la vecchia vettura BT49 arrivata alla versione D ed equipaggiata con il Ford Cosworth aspirato. Piquet si aggiudicò subito il GP del Brasile, che lo vide protagonista di una estenuante lotta con Keke Rosberg e Gilles Villeneuve, ma la sua vettura, come quelle di altri team motorizzati Ford era sottopeso: si stava tentando una forzatura regolamentare, dato che il peso minimo era considerato con acqua e olio a bordo, dopo la fine della gara si imbarcava qualche decina di litri d'acqua, in un apposito serbatoio, per far rientrare la vettura nel peso minimo regolamentare di 580 kg[4].

La manovra era così plateale che veniva ad essere, in effetti, un attacco politico dei team FOCA per l'abbassamento del peso minimo, contro Ferrari e Renault che, usando motori turbo, avevano vetture decisamente più pesanti. Nel successivo Gran Premio degli Stati Uniti-Ovest la Ferrari rispose con un alettone posteriore sdoppiato, ognuno delle 2 parti rispettava le dimensioni massime regolamentari ma complessivamente veniva raddoppiata la superficie alare, a questo punto la FISA intervenne, anche per evitare lo snaturamento di tutte le regole e squalificò Piquet e Rosberg che erano arrivati primo e secondo al Gran Premio del Brasile e la Ferrari di Villeneuve terza al Gran Premio degli Stati Uniti-Ovest, per protesta quasi tutti i team FOCA disertarono il Gran Premio di San Marino.

Dal Gran Premio del Belgio funestato dalla morte di Villeneuve, mentre Patrese continuò per qualche Gran Premio a usare il motore Ford e in seguito vinse il Gran Premio di Monaco, Piquet tornò a usare il turbo BMW e lo portò con fatica al traguardo conquistando il sesto posto, che divenne poi quinto grazie alla squalifica della McLaren di Lauda. Al GP degli USA-Est, sul nuovo circuito cittadino di Detroit, dopo che le prove del venerdì erano state annullate, nell'unica sessione di prove il motore si ruppe e Piquet non riuscì, per la prima volta in carriera, a qualificarsi. Il riscatto arrivò solo sette giorni dopo, nel GP del Canada Piquet si aggiudicò la gara, facendo doppietta con Patrese, secondo al volante della vettura aspirata, poi nel successivo GP d'Olanda Piquet giunse secondo.

Dal Gran Premio di Gran Bretagna la Brabham introdusse una nuova strategia di gara: le vetture partivano con meno carburante per fare rifornimento e cambio gomme a metà gara, questo permetteva di accumulare vantaggio nella prima parte della competizione e dopo una sosta, in cui si perdeva solo parte del vantaggio, si poteva disporre di gomme ancora fresche. Tuttavia i frequenti ritiri per problemi meccanici vanificarono l'efficacia della strategia. Dall'anno successivo tutte le squadre adottarono questo sistema.

Nel 1983, il cambio dei regolamenti costrinse la Brabham a rivedere il progetto della nuova BT51, sostituita dalla BT52, che presentava una innovativa disposizione dei radiatori, molto arretrati. Dopo il successo nella prima gara in Brasile, segui un periodo di difficoltà nei confronti di Renault e Ferrari, che apparivano più performanti. Nel finale di stagione la Brabham centrò tre successi consecutivi (Piquet a Monza e Brands Hatch e Patrese a Kyalami) e arrivò il titolo piloti, anche grazie al crollo psicologico di Alain Prost e tecnico della Renault.

Vi furono quell'anno molte polemiche sulle benzine. Risultò che la Brabham utilizzasse benzina irregolare a causa del numero di ottano superiore alla norma. Ma emersero dei dubbi anche sui metodi di verifica delle benzine e sullo stesso regolamento che ammetteva benzine di diverso tipo per le gare extraeuropee, si veniva al paradosso che nel Gran Premio del Sudafrica le Brabham usassero benzina con numero di ottano superiore alla norma, ma altri concorrenti usavano benzina avio, ammessa dal regolamento per quelle gare, con numero di ottano ancora maggiore. Alla fine Ecclestone ammise l'uso di benzina irregolare ma dichiarando la buona fede e scusandosi con i principali avversari Ferrari e Renault, che non sporsero reclamo permettendo la convalida del titolo. A distanza di anni Ecclestone ha dichiarato che quella lettera di scuse fu voluta in particolare dalla Renault anche per giustificare la loro sconfitta[5]. In effetti lo smacco per i francesi fu enorme dopo essere stati vicini a vincere per la prima volta il mondiale, con una vettura tutta costruita in Francia e con un pilota francese. Va anche detto che anche la Ferrari era stata messa sotto accusa per un sistema (poi vietato) che miscelava acqua alla benzina.

Il declino

modifica
 
Piquet nel 1985 con la Brabham

Nel 1984 con il cambio di regolamenti che proibì i rifornimenti in gara e limitò a 220 litri la capienza massima dei serbatoi, sembrava che il 4 cilindri BMW potesse essere favorito, ma la Brabham tornò ad avere problemi di affidabilità. Ottenne due soli successi a Detroit e Montréal, anche se le numerose pole position ottenute da Piquet testimoniano le doti velocistiche della vettura.

Nel 1985 la Olivetti subentrò alla Parmalat come sponsor principale del team, e arrivò la Pirelli come fornitore di pneumatici. La Brabham ottenne un solo successo in Francia; fu la prima vittoria in 28 anni per il gommista italiano.

A fine 1985 Piquet passò alla Williams, la scuderia si affidò allora a Riccardo Patrese, di ritorno dopo due anni all'Alfa Romeo, e a Elio De Angelis. Il 1986 fu un anno tragico per il team. Il progettista Gordon Murray disegnò una vettura totalmente nuova, la BT55, molto bassa e che obbligava il pilota in posizione quasi sdraiata e per questo fu soprannominata sogliola. Allo scopo si costrinsero i tecnici BMW a riprogettare il motore inclinandolo di 70° su un fianco, per poterlo installare sulla vettura, nel tentativo di rendere più "puliti" i flussi d'aria che investono la vettura durante il movimento e ottenere una maggiore deportanza. La vettura fu un disastro sia in prestazioni che affidabilità e durante un test privato a Le Castellet, De Angelis perse la vita. La stagione poi si rivelò nel complesso disastrosa e nel 1987 Murray passò alla McLaren per seguire un programma di auto stradale. Va detto che Murray e Nichols, ripresero i concetti alla base di quel progetto con la McLaren MP4/4-Honda che si aggiudicò il mondiale 1988.

 
Elio De Angelis alla guida della Brabham BT55 a Imola

La vettura per il 1987 era più convenzionale, ma non fu particolarmente brillante, dovendo comunque fare i conti con il poco efficace motore BMW inclinato. Patrese venne affiancato da Andrea De Cesaris: ognuno dei due piloti ottenne un terzo posto. Per il romano fu l'unico arrivo a punti della stagione, mentre Patrese ottenne qualcosa di più. Il team terminò nono in classifica costruttori con 10 punti. L'abbandono dello sponsor Olivetti e della BMW, l'interesse calante di Ecclestone, che ormai si concentrava sul business complessivo della F.1, per la gestione di una squadra, oltre alla turbativa legata al cambio di regolamento sui motori portarono la Brabham a saltare una stagione, il 1988. Non c'era stato modo di finalizzare un contratto per un motore competitivo, e nel corso dell'anno di pausa, Ecclestone vendette la squadra prima all'Alfa Romeo, poi allo svizzero Joachim Luthi.

Per limitare al massimo i punti interrogativi e le difficoltà per la stagione 1989, Sergio Rinland disegnò una vettura molto convenzionale, spinta dal motore Judd V8, che nel 1988 aveva motorizzato la Williams. I piloti erano Martin Brundle ed il giovane Stefano Modena, una coppia che in apparenza coniugava esperienza e talento, una combinazione che sarebbe stata messa alla prova dalla necessità di superare le pre-qualifiche. La prova migliore arrivò a Monaco, quando Brundle e Modena arrivarono ad essere in terza e quarta posizione. Problemi elettrici costrinsero Brundle ai box, da dove risalì fino al sesto posto, mentre l'italiano conquistò un prestigioso podio. Questo permise alla squadra di uscire dalla lotteria delle pre-qualifiche e di concludere la stagione con 8 punti nel campionato costruttori. La dirigenza andava però incontro ad altri problemi: Luthi venne arrestato a metà stagione per frode fiscale, ed il team venne rilevato dal gruppo giapponese Middlebridge.

Nel 1990 Brundle tornò al mondiale Sport, e Modena venne affiancato dallo svizzero Gregor Foitek, preferito per motivi di sponsor a Gary Brabham. Le scarse prestazioni di Foitek portarono rapidamente alla sua sostituzione con il fratello di Gary, David Brabham. Gli unici punti della stagione furono quelli conquistati da Modena nella gara di apertura, con un quinto posto ottenuto con la vettura dell'anno precedente.

Per il 1991 la Brabham aveva ottenuto un contratto con la Yamaha, per la fornitura dei motori: per questo la vettura con cui si iniziò la stagione, adattata dal modello precedente, venne denominata BT59Y. Anche il successivo modello BT60Y, pur avanzato aerodinamicamente, con la presa d'aria ovale sopra la testa del pilota, non ottenne grandi risultati, e la stagione si concluse con soli 3 punti conquistati, dalla coppia formata da Martin Brundle e Mark Blundell.

Nel 1992 la squadra, ormai allo stremo finanziario, portò in pista una versione corretta della vettura del 1991, denominata BT60B, ma l'aspetto di maggior interesse della partecipazione della Brabham era nella formazione dei piloti. Al belga Eric van de Poele, specialista delle gare a ruote coperte, venne affiancata l'italiana Giovanna Amati, prima donna in Formula 1 dai tempi di Lella Lombardi e Divina Galica negli anni '70. Ma non si andò oltre del breve interesse mediatico, che non portò lo sperato interessamento degli sponsor, anche per gli scarsi risultati della Amati (mai qualificata nelle poche apparizioni). Al suo posto venne ingaggiato Damon Hill, figlio di Graham Hill e collaudatore per la Williams. Hill fu l'unico a qualificarsi nei Gran Premi di Gran Bretagna e Ungheria, che concluse, pur non andando a punti.

Pochi giorni dopo la gara ungherese, il collasso finanziario della squadra portò alla sua scomparsa dal mondo della Formula 1.

Il possibile ritorno nel 2010

modifica

Nel maggio 2009 fu annunciato l'invio di domanda d'iscrizione della scuderia al campionato del mondo di Formula 1 per il 2010[6], anche se Jack Brabham minacciò azioni legali contro la Formtech, ossia l'azienda tedesca che deteneva il nome Brabham Gran Prix Ltd[7]. Il 12 giugno 2009 la Brabham non venne inserita nella lista emanata dalla FIA comprendente le scuderie ammesse al campionato 2010[8].

Risultati complessivi

modifica

Complessivamente ha vinto 35 Gran Premi e è stata campione del Mondo Costruttori nel 1966 e 1967.
La Brabham ha vinto anche 4 Campionati Mondiali Piloti, nel 1966 con Brabham stesso, nel 1967 con Denis Hulme e nel 1981 e 1983 con Nelson Piquet. L'ultimo mondiale è stato disputato nel 1992, nel quale la scuderia riuscì a prendere il via in soli tre Gran Premi, prima di dare l'addio al mondo delle corse.

La Brabham, negli anni della gestione Brabham-Tauranac ha costruito anche vetture per categorie inferiori destinate a team clienti.

Risultati in Formula 1

modifica
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                   Punti Pos.
1962 BT3 Climax FWMV 1.5 V8 D Australia (bandiera)  Brabham Rit 4 4 6
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                     Punti Pos.
1963 BT7
BT3
Climax FWMV 1.5 V8 D Australia (bandiera)  Brabham Rit Rit 4 Rit 7 5 4 2 13 28 (30)
Stati Uniti (bandiera)  Gurney Rit 3 2 5 Rit Rit 14 Rit 6 2
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                     Punti Pos.
1964 BT7
BT11
Climax FWMV 1.5 V8 D Australia (bandiera)  Brabham Rit Rit 3 3 4 12 9 14 Rit Rit 30
Stati Uniti (bandiera)  Gurney Rit Rit 6 1 13 10 Rit 10 Rit 1
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                     Punti Pos.
1965 BT7
BT11
Climax FWMV 1.5 V8 D Australia (bandiera)  Brabham 8 Rit 4 NP 5 3 Rit 27 (31)
Stati Uniti (bandiera)  Gurney Rit 10 Rit 6 3 3 3 2 2
Nuova Zelanda (bandiera)  Hulme 8 4 Rit 5 Rit Rit
Italia (bandiera)  Baghetti Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                   Punti Pos.
1966 BT19
BT20
BT22
Climax FPF 2.8 L4
Repco 620 3.0 V8
G Australia (bandiera)  Brabham Rit 4 1 1 1 1 Rit Rit 2 42 (49)
Nuova Zelanda (bandiera)  Hulme Rit Rit 3 2 Rit Rit 3 Rit 3
Regno Unito (bandiera)  Irwin 7
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                       Punti Pos.
1967 BT19
BT20
BT24
Repco 740 3.0 V8 G Australia (bandiera)  Brabham 6 Rit 2 Rit 1 4 2 1 2 5 2 63 (67)
Nuova Zelanda (bandiera)  Hulme 4 1 3 Rit 2 2 1 2 Rit 3 3
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                         Punti Pos.
1968 BT24
BT26
Repco 740 3.0 V8
Repco 860 3.0 V8
G Australia (bandiera)  Brabham Rit NP Rit Rit Rit Rit Rit 5 Rit Rit Rit 10 12
Austria (bandiera)  Rindt 3 Rit Rit Rit Rit Rit Rit 3 Rit Rit Rit Rit
Stati Uniti (bandiera)  Gurney Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                       Punti Pos.
1969 BT26
BT26A
Ford Cosworth DFV G Australia (bandiera)  Brabham Rit Rit Rit 6 Rit 2 4 3 49 (51)
Belgio (bandiera)  Ickx Rit 6 Rit 5 3 2 1 10 1 Rit 2
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                           Punti Pos.
1970 BT33 Ford Cosworth DFV 3.0 V8 G Australia (bandiera)  Brabham 1 Rit 2 Rit Rit 3 2 Rit 13 Rit Rit 10 Rit 35
Germania (bandiera)  Stommelen Rit Rit NQ 5 NQ 7 5 3 5 Rit 12 Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                       Punti Pos.
1971 BT33
BT34
Ford Cosworth DFV 3.0 V8 G Regno Unito (bandiera)  Hill 9 Rit Rit 10 Rit Rit 9 5 Rit Rit 7 5
Australia (bandiera)  Schenken 9 10 Rit 12 12 6 3 Rit Rit Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                         Punti Pos.
1972 BT37
BT42
Ford Cosworth DFV 3.0 V8 G Regno Unito (bandiera)  Hill Rit 6 10 12 Rit 10 Rit 6 Rit 5 8 11 7
Argentina (bandiera)  Reutemann 7 Rit 13 12 8 Rit Rit Rit 4 Rit
Brasile (bandiera)  Fittipaldi 7 9 Rit 8 12 7 Rit Rit Rit Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                               Punti Pos.
1973 BT37
BT42
Ford Cosworth DFV 3.0 V8 G Argentina (bandiera)  Reutemann Rit 11 7 Rit Rit Rit 4 3 6 Rit Rit 4 6 8 6 22
Brasile (bandiera)  Fittipaldi 6 Rit Rit 10 Rit 11 Rit 16 Rit Rit 5 Rit Rit 11 NC
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                               Punti Pos.
1974 BT42
BT44
Ford Cosworth DFV 3.0 V8 G Argentina (bandiera)  Reutemann 7 7 1 Rit Rit Rit Rit 12 Rit 6 3 1 Rit 9 1 35
Regno Unito (bandiera)  Robarts Rit 15 17
Liechtenstein (bandiera)  Von Opel Rit Rit NQ 9 9 NQ
Brasile (bandiera)  Pace 9 12 Rit 5 8 2
Belgio (bandiera)  Pilette 17
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                             Punti Pos.
1975 BT44B Ford Cosworth DFV 3.0 V8 G Argentina (bandiera)  Reutemann 3 8 2 3 9 3 2 4 14 Rit 1 14 4 Rit 54 (56)
Brasile (bandiera)  Pace Rit 1 4 Rit 3 8 Rit 5 Rit 2 Rit Rit Rit Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                 Punti Pos.
1976 BT45 Alfa Romeo 115-12 3.0 F12 G Argentina (bandiera)  Reutemann 12 Rit Rit 4 Rit Rit Rit 11 Rit Rit Rit Rit 9
Australia (bandiera)  Perkins 17 Rit Rit
Brasile (bandiera)  Pace 10 Rit 9 6 Rit 9 8 4 8 4 Rit Rit Rit 7 Rit Rit
Germania (bandiera)  Stommelen 6 Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                   Punti Pos.
1977 BT45 Alfa Romeo 115-12 3.0 F12 G Regno Unito (bandiera)  Watson Rit Rit 6 SQ Rit Rit Rit 5 2 Rit Rit 8 Rit Rit 12 Rit Rit 27
Brasile (bandiera)  Pace 2 Rit 13
Germania (bandiera)  Stuck Rit 6 Rit 6 10 Rit 5 3 3 7 Rit Rit Rit 7
Italia (bandiera)  Francia NQ
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                 Punti Pos.
1978 BT45C
BT46A
BT46B
Alfa Romeo 115-12 3.0 F12 G Austria (bandiera)  Lauda 2 3 Rit Rit 2 Rit Rit 1 Rit 2 Rit Rit 3 1 Rit Rit 53
Regno Unito (bandiera)  Watson Rit 8 3 Rit 4 Rit 5 Rit 4 3 7 7 4 2 Rit Rit
Brasile (bandiera)  Piquet 11
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                               Punti Pos.
1979 BT48
BT49
Alfa Romeo 115-12 3.0 F12
Alfa Romeo 1260 3.0 V12
Ford Cosworth DFV 3.0 V8
G Austria (bandiera)  Lauda Rit Rit 6 Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit 4 SP 7
Brasile (bandiera)  Piquet Rit Rit 7 8 Rit Rit Rit Rit Rit 12 Rit 4 Rit Rit Rit
Argentina (bandiera)  Zunino 7 Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                             Punti Pos.
1980 BT49 Ford Cosworth DFV 3.0 V8 G Brasile (bandiera)  Piquet 2 Rit 4 1 Rit 3 4 2 4 5 1 1 Rit Rit 55
Argentina (bandiera)  Zunino 7 8 10 Rit Rit NQ Rit
Stati Uniti (bandiera)  Mears ES
Messico (bandiera)  Rebaque 7 Rit 10 Rit Rit 6 Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                               Punti Pos.
1981 BT49C
BT50
Ford Cosworth DFV 3.0 V8 M e G Brasile (bandiera)  Piquet 3 12 1 1 Rit Rit Rit 3 Rit 1 3 2 6 5 5 61
Messico (bandiera)  Rebaque Rit Rit Rit 4 Rit NQ Rit 9 5 4 Rit 4 Rit Rit Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                 Punti Pos.
1982 BT49
BT50
Ford Cosworth DFV 3.0 V8
BMW M12/M13 1.5 L4t
G Brasile (bandiera)  Piquet Rit SQ Rit 5 Rit NQ 1 2 Rit Rit Rit Rit 4 Rit Rit 41
Italia (bandiera)  Patrese Rit Rit 3 Rit 1 Rit 2 15 Rit Rit Rit Rit 5 Rit Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                               Punti Pos.
1983 BT52 BMW M12/M13 1.5 L4t M Brasile (bandiera)  Piquet 1 Rit 2 Rit 2 4 4 Rit 2 13 3 Rit 1 1 3 72
Italia (bandiera)  Patrese Rit 10 Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit 3 Rit 9 Rit 7 1
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                 Punti Pos.
1984 BT53 BMW M12/M13 1.5 L4t M Brasile (bandiera)  Piquet Rit Rit 9 Rit Rit Rit 1 1 Rit 7 Rit 2 Rit Rit 3 6 38
Italia (bandiera)  T. Fabi Rit Rit Rit Rit 9 3 Rit Rit 4 5 Rit Rit
Italia (bandiera)  C. Fabi Rit Rit 7
Germania (bandiera)  Winkelhock 10
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                 Punti Pos.
1985 BT54 BMW M12/M13 1.5 L4t P Brasile (bandiera)  Piquet Rit Rit 8 Rit Rit 6 1 4 Rit Rit 8 2 5 Rit Rit Rit 26
Francia (bandiera)  Hesnault Rit Rit Rit NQ
Svizzera (bandiera)  Surer 15 8 8 6 Rit 6 10 4 8 13 Rit Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                 Punti Pos.
1986 BT55 BMW M12/M13 1.5 L4t P Italia (bandiera)  Patrese Rit Rit 6 Rit 8 Rit 6 7 Rit Rit Rit Rit Rit Rit 13 Rit 2
Italia (bandiera)  De Angelis 8 Rit Rit Rit
Regno Unito (bandiera)  Warwick Rit 10 9 8 7 Rit NP Rit Rit Rit Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                 Punti Pos.
1987 BT56 BMW M12/M13 1.5 L4t G Italia (bandiera)  Patrese Rit 9 Rit Rit 9 Rit Rit Rit 5 Rit Rit Rit 13 3 11 10
Italia (bandiera)  De Cesaris Rit Rit 3 Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit 8
Italia (bandiera)  Modena Rit
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                 Punti Pos.
1989 BT58 Judd EV 3.5 V8 P Regno Unito (bandiera)  Brundle Rit Rit 6 9 Rit NPQ NPQ Rit 8 12 Rit 6 8 Rit 5 Rit 8
Italia (bandiera)  Modena Rit Rit 3 10 Rit Rit Rit Rit Rit 11 Rit NQ 14 Rit Rit 8
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                 Punti Pos.
1990 BT58
BT59
Judd EV 3.5 V8 P Svizzera (bandiera)  Foitek Rit Rit 2 10º
Australia (bandiera)  Brabham NQ Rit NQ Rit 15 NQ Rit NQ Rit NQ Rit NQ Rit Rit
Italia (bandiera)  Modena 5 Rit Rit Rit 7 11 13 9 Rit Rit 17 Rit Rit Rit Rit 12
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                 Punti Pos.
1991 BT60Y Yamaha OX99 3.5 V12 P Regno Unito (bandiera)  Brundle 11 12 11 SQ Rit Rit Rit Rit 11 Rit 9 13 12 10 5 NQ 3
Regno Unito (bandiera)  Blundell Rit Rit 8 Rit NQ Rit Rit Rit 12 Rit 6 12 Rit Rit NPQ 17
Anno Vettura Motore Gomme Piloti                                 Punti Pos.
1992 BT60B Judd GV 3.5 V10 G Belgio (bandiera)  van de Poele 13 NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ 0
Italia (bandiera)  Amati NQ NQ NQ
Regno Unito (bandiera)  Hill NQ NQ NQ NQ NQ 16 NQ 11
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota

Piloti per numero di vittorie

modifica
  1. ^ Scarlett (May 2006) p. 43. Malgrado forse fosse più vicina al verbo emmerder. La storia fu riportata anni dopo sia da Ron Tauranac che dal meccanico Michael Scarlett. Altre fonti invece danno come "segnalatore" del problema il britannico Alan Brinton.
  2. ^ Drackett (1985) p. 21. Il primo prototipo di F.Junior divenne la BT1 e le vetture prodotte dopo di esso le BT2.
  3. ^ Incontro di boxer, in Autosprint. URL consultato il 26 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2013). Storia del boxer Ferrari in cui sono spiegati gli svantaggi di questo tipo di motore con l'avvento delle wing-car
  4. ^ Gianni Cancellieri-Cesare De Agostini, 33 anni di gran premi iridati-Vol.II, Conti Editore, 1982, pag.347..
  5. ^ Cesare Maria Mannucci, Big Enzo, in Autosprint, 13 agosto 2013, p. 34.
  6. ^ La Brabham pronta a tornare in F1, f1.gpupdate.net, 3 giugno 2009. URL consultato il 4 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2009).
  7. ^ Jack Brabham minaccia azioni legali contro la nuova Brabham[collegamento interrotto], f1grandprix.it, 6 giugno 2009. URL consultato il 6 giugno 2009.
  8. ^ FIA, annunciati gli iscritti al mondiale F1 2010: c'è anche la Ferrari[collegamento interrotto], f1grandprix.it, 12 giugno 2009. URL consultato il 13 giugno 2009.

Bibliografia

modifica

Altri progetti

modifica
   Portale Formula 1: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Formula 1