Anastasio II di Gerusalemme
Anastasio II | |
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Patriarca di Gerusalemme | |
Intronizzazione | forse 691 |
Fine patriarcato | 706 |
Predecessore | Sofronio I |
Successore | Giovanni V |
Nascita | VII secolo |
Morte | 706 |
Anastasio II (VII secolo – 706) è stato il patriarca di Gerusalemme tra il 691 e il 706,[1][2] quando la sede di Gerusalemme passò sotto il controllo dei conquistatori musulmani e la vita della Chiesa era turbata dalla controversia monotelita[3].
Contesto
[modifica | modifica wikitesto]I documenti per il Patriarcato di Gerusalemme dopo il regno del patriarca Sofronio sono scarsi e temperati dagli interventi musulmani. Dopo la morte di Sofronio nel 638, il vescovo Stefano di Dora fu vicario patriarcale assistito da Giovanni di Filadelfia (Amman) e il presbitero Teodoro.[3][4] Nello stesso periodo, i musulmani tentarono di far insediare il patriarca del vescovo monotelita Sergio, vescovo di Giaffa, ma il clero ortodosso, incluso Stefano di Dora, non lo riconobbe.[3]
Per rafforzare la posizione degli ortodossi, Stefano di Dora si recò da papa Martino I a Roma, che su raccomandazione di Stefano assegnò Giovanni di Filadelfia come nuovo vicario patriarcale per la Chiesa di Gerusalemme.[3][4] Papa Martino inviò anche lettere che annunciavano la sua decisione e in cui chiedeva che Giovanni fosse riconosciuto.[3] Da questo momento in poi non ci sono virtualmente documenti sul patriarcato fino al 705.[3]
Patriarcato
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la Historia ecclesiastica di Niceforo Callisto Xanthopoulos, Anastasio sarebbe stato vescovo di Cesarea di Filippo prima di essere eletto patriarca di Gerusalemme.[5]
Durante questo periodo si sa che Anastasio sottoscrisse le decisioni, probabilmente in qualità di patriarca, del Concilio in Trullo del 692 a Costantinopoli, durante il quale fu presa la decisione che il patriarcato di Gerusalemme occupava la quinta posizione nei ranghi dei patriarcati.[3] Secondo i Padri Benedettini, invece, la firma era falsa perché Anastasio non è esistito e la sede era vacante e occupata dai vicari.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Moshe Gil, p.455.
- ^ jerusalem-patriarchate.info.
- ^ a b c d e f g (EN) Denis Deriev, The History of the Church of Jerusalem from Its Beginnings untile the Eleventh Century, su morewhoiswho.tripod.com, More Who is Who. URL consultato il 1º agosto 2020.
- ^ a b c PadriBenedettini, pp. 381-382.
- ^ (EL, LA) Historia ecclesiastica, Liber XIV, 39, 531. (FR) Raymond Janin, v. Césarée de Philippe, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XII, Parigi, 1953, col. 210.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Moshe Gil, A History of Palestine, 634-1099, Cambridge University Press.
- Padri Benedettini della Congregazione di S.Mauro in Francia, L'Arte di verificare le date dei fatti storici delle inscrizioni delle cronache e di altri antichi monumenti dal principio dell'era cristiana fino all'anno 1770, traduzione di Giuseppe Pontini di Quero, vol. 2, Venezia, Tipografia Gatti, pp. 381-382.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Denis Deriev, The History of the Church of Jerusalem from Its Beginnings untile the Eleventh Century, su morewhoiswho.tripod.com, More Who is Who. URL consultato il 29 luglio 2020.
- (EN) Apostolic succession, su en.jerusalem-patriarchate.info, Jerusalem Patriarchate official website. URL consultato il 1º agosto 2020.