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Governo Pelloux I

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Governo Pelloux I
StatoItalia (bandiera) Italia
Presidente del ConsiglioLuigi Pelloux
(Militare)
CoalizioneDestra storica, Militari, Indipendenti
LegislaturaXX
Giuramento29 giugno 1898
Dimissioni3 maggio 1899
Governo successivoPelloux II
14 maggio 1899

Il governo Pelloux I fu in carica dal 29 giugno 1898 al 14 maggio 1899 per un totale di 319 giorni, ovvero 10 mesi e 15 giorni.

Compagine di governo

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Appartenenza politica

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Partito Presidente Ministri Sottosegretari Totale
Militare 1 1 2 4
Destra storica - 1 - 1
Sinistra storica[1] - 8 9 17
Indipendente - 1 - 1

Situazione parlamentare

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Camera Collocazione Partiti Seggi
Camera dei deputati[2] Maggioranza PLC (99), PD (327)
426 / 508
Opposizione ER (42), PRI (25), PS (15)
82 / 508
Carica Titolare Sottosegretario
Presidenza del Consiglio dei ministri Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
Presidente
del Consiglio dei ministri
Luigi Pelloux (Militare) Carica non assegnata[3]
Ministero Ministri Sottosegretario
Affari Esteri Felice Napoleone Canevaro
(Indipendente)[4]
Carica non assegnata
Agricoltura, Industria e Commercio Alessandro Fortis
(Sinistra storica)
Gaspare Colosimo
Lavori Pubblici Pietro Lacava
(Sinistra storica)
Felice Chiapusso
Interno Luigi Pelloux (Militare) Ignazio Marsengo-Bastia
Pubblica Istruzione Guido Baccelli
(Sinistra storica)
Settimio Costantini
Guerra Alessandro Asinari di San Marzano
(Destra storica)
Cesare Tarditi
Marina Giuseppe Palumbo
(Sinistra storica)
Carlo Alberto Quigini Puliga
Finanze Paolo Carcano
(Sinistra storica)
Leone Wollemborg
Tesoro Pietro Vacchelli
(Sinistra storica)
Grazia e Giustizia e Culti Camillo Finocchiaro Aprile
(Sinistra storica)
Massimo Bonardi
Poste e Telegrafi Nunzio Nasi
(Sinistra storica)
Luigi Capaldo
  • 4 febbraio 1899: la Camera approva, con 310 sì e 93 no, un disegno di legge presentato dal governo che di fatto concede all'esecutivo uno strumento legale per attuare una politica reazionaria[5]. Votano a favore i conservatori e la sinistra liberale di Zanardelli e Giolitti[5], si oppone l'estrema sinistra[5].
  • 3 maggio 1899: l'ostilità dimostrata dal governo inglese e dalla stessa Camera riguardo alle velleità imperialistiche in Cina (affare di San-mun) paventate dal ministro degli Esteri Canevaro spingono Pelloux a presentare le dimissioni[6].
  1. ^ In cambio di posizioni esecutive, il partito decise di supportare saltuariamente il governo
  2. ^ Viene riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipino al processo di controllo del rapporto di fiducia con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo è la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
  3. ^ Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva dei propri sottosegretari ministeriali.
  4. ^ Affiliato alla sinistra storica
  5. ^ a b c Emilio Gentile, Le origini dell'Italia contemporanea - L'età giolittiana, pag. 6
  6. ^ op. cit. pag. 7
  • Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971

Altri progetti

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