[go: up one dir, main page]

Vai al contenuto

Autodromo nazionale di Monza

Coordinate: 45°37′14″N 9°17′22″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Autodromo Nazionale Monza)
Autodromo Nazionale Monza
Tracciato di Autodromo Nazionale Monza
Tracciato di Autodromo Nazionale Monza
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàMonza
Caratteristiche
Lunghezza5 793[1] m
Curve11
Inaugurazione1922
Categorie
Formula 1
Superbike
FIA WEC
Altre serieFormula 2, Formula 3, DTM, Campionati ACI CSAI, SRO, F1 Academy e molte altre categorie di ogni genere.
Formula 1
Tempo record1'21"046[1]
Stabilito daRubens Barrichello
suFerrari F2004
il12 settembre 2004
record in gara
Superbike
Tempo record1'42"229[2]
Stabilito daTom Sykes
suKawasaki ZX-10R
il12 maggio 2013
record in gara
Mappa di localizzazione
Map

L'Autodromo Nazionale Monza è un circuito automobilistico italiano, situato all'interno del parco di Monza.

È il terzo autodromo permanente più antico al mondo, dopo quello di Brooklands in Inghilterra e quello di Indianapolis negli Stati Uniti d'America; inoltre è la sede storica del Gran Premio d'Italia, disputatosi qui 89 volte sulle 94 totali; sin dalla sua istituzione nel 1950 (con l'eccezione del 1980) ha sempre ospitato la Formula 1; dal 1949 al 1968 è anche stato sede del Gran Premio delle Nazioni del Motomondiale. È il circuito dove si sono svolti più Gran Premi di Formula 1; nella stagione 2024 si è corso il 74º Gran Premio. Il circuito è noto anche come il "Tempio della velocità" per i suoi lunghi rettilinei e le curve ad alta percorrenza.

Dal 1991, con le modifiche al circuito di Silverstone, il tracciato brianzolo è il più veloce tra quelli iridati: il record assoluto del circuito è di 1'18"887 con una media di 264,362 km/h, la più alta di sempre della storia della Formula 1, stabilito da Lewis Hamilton su Mercedes nelle qualifiche del Gran Premio d'Italia 2020.[3]

Il circuito viene utilizzato anche per numerose manifestazioni, corse di beneficenza, concerti e in alcune occasioni è stato anche partenza o arrivo di una tappa del Giro d'Italia. L'autodromo ha una capienza di 118 865 posti a sedere.[4]

Dal 7 al 9 luglio 2023 si è tenuto il primo Gran Premio femminile nella storia di Monza, in occasione del quinto appuntamento della F1 Academy 2023, che è consistito in tre mini-gare: a vincerle sono state Marta García, Léna Bühler e Bianca Bustamante. Il record femminile nel giro di pista in gara è proprio della pilota spagnola, che in gara 3, pur arrivando quinta, ha chiuso un giro in 1'53"652.[5]

Nonostante il grande sviluppo tecnologico e produttivo avvenuto durante la prima guerra mondiale, teso a supportare lo sforzo bellico, l'Italia post bellica restava la nazione meno sviluppata sotto il profilo economico e industriale, rispetto alle nazioni alleate europee, come Francia, Gran Bretagna e Irlanda e Belgio.

Nel settore automobilistico la situazione era, per certi versi, paradossale: l'Italia era ben conosciuta e apprezzata all'estero per la produzione di prestigiose automobili sportive e di lusso, realizzate da aziende come FIAT, Alfa Romeo, Lancia o Isotta Fraschini, ma nel 1922 le automobili private in Italia erano solamente 35.500 (ovvero una ogni 1.000 abitanti) che circolavano principalmente nelle città, dato che le strade erano generalmente in pessime condizioni e inadatte al traffico automobilistico.

Tuttavia, il grande entusiasmo per il mito della modernità, anche esaltato dalla dilagante cultura futurista, portò una minoranza benestante a praticare il culto della velocità ed a far nascere il circuito di Monza, completato in soli 110 giorni, ben due anni prima che in Francia venisse inaugurato il circuito di Montlhéry, primo autodromo francese.[6]

Lo stesso argomento in dettaglio: Anello alta velocità.
I lavori di costruzione del circuito (1922)
I lavori di costruzione del circuito (1922): la pavimentazione della curva sud
Il tracciato del 1922

La costruzione dell'autodromo fu decisa nel gennaio del 1922 dall'Automobile Club di Milano per commemorare il venticinquesimo anniversario dalla fondazione[7]. La società allora proprietaria del parco, l'Opera Nazionale Combattenti, fu subito d'accordo dal momento che la nascita delle corse automobilistiche portava una notevole pubblicità alle case costruttrici. Fu costituita la società SIAS (Società incremento automobilismo e sport) a capitale privato e presieduta dal senatore Silvio Crespi. I lavori iniziarono il 15 maggio e in soli 110 giorni fu completato. Il primo giro completo di pista fu percorso il 28 luglio da Pietro Bordino e Felice Nazzaro su una Fiat 570.[8] L'autodromo fu inaugurato il 3 settembre 1922.

Si trattava del terzo circuito permanente realizzato al mondo, preceduto solo dalla pista statunitense di Indianapolis (1909) e da quella inglese di Brooklands (1907), oggi non più esistente essendo caduta in disuso nel 1939 alla vigilia del secondo conflitto mondiale e definitivamente chiusa nel 1945.

L'autodromo nel 1932

Il progetto preliminare[9] prevedeva un tracciato a forma di "otto" della lunghezza di 14 km ma, a causa dell'impatto sul Parco Reale, si decise invece di approvare un progetto che utilizzasse in gran parte le preesistenti strade del parco e limitasse l'abbattimento degli alberi[10].

L'effettiva realizzazione del nuovo impianto fu coordinata dall'allora direttore dell'Automobile Club di Milano Arturo Mercanti, ed esso fu progettato dall'architetto Alfredo Rosselli e costruito dall'impresa guidata dall'ingegnere Piero Puricelli. Prevedeva un circuito costituito da due anelli che potevano essere utilizzati insieme, alternando un giro dell'uno a un giro dell'altro (il rettilineo d'arrivo era in comune e, in questo caso, veniva diviso in due corsie), oppure separatamente: una pista stradale di 5.500 metri con sette curve, e un anello di alta velocità di forma ovale con due curve sopraelevate, lungo 4.500 metri.

Nei primi anni il Gran Premio d'Italia si svolse sul circuito completo di 10 km. Nel 1928 il pilota Emilio Materassi perse il controllo dell'auto sul rettilineo d'arrivo e piombò in mezzo al pubblico assiepato a bordo pista uccidendo 20 spettatori e ferendone oltre 40. Nel 1933, durante la seconda batteria del Gran Premio di Monza (gara di contorno che seguiva il più importante Gran Premio d'Italia), al primo giro, il pilota Giuseppe Campari sbandò su una macchia d'olio all'ingresso della curva sopraelevata sud e uscì di strada, rovesciandosi nel fossato che fiancheggiava la pista e morendo sul colpo. Sulla stessa macchia d'olio, alle sue spalle, uscirono di pista anche Borzacchini, Castelbarco e Barbieri: il primo, soccorso ancora vivo, morì poco dopo, mentre gli altri due ne uscirono quasi illesi. Nonostante le proteste degli spettatori la gara non venne interrotta e durante la finale, in un secondo incidente nello stesso punto della pista, perse la vita anche il pilota Czaykowski.

A seguito di questi gravissimi incidenti vennero effettuate diverse variazioni al tracciato per ridurne la velocità. Una di queste è il circuito Florio, disegnato dal conte Vincenzo Florio jr nel 1935[senza fonte], che unisce in modo originale tratti dell'anello di alta velocità e dello stradale, interrotti da varie chicanes.

Il tracciato in uso dal 2000
Il circuito Florio

Nel 1939 fu rifatta gran parte della pista. L'anello di alta velocità fu demolito, e la pista stradale fu modificata spostando più avanti la curva del Vialone che adesso non immetteva più le auto sul vialone centrale del parco, ma su un nuovo rettilineo più lungo e parallelo a quello di cui sopra. Posto più a ridosso dei box questo nuovo rettilineo (denominato "rettifilo centrale") conduceva a due nuove curve a gomito che immettevano sul rettilineo d'arrivo, sostituendo l'originaria curva sud, le cosiddette "curve di Vedano" o "curve in porfido" per via del fondo lastricato che le caratterizzava, collocate all'altezza della vecchia "sopraelevata Sud". La lunghezza del circuito diventò di 6.300 metri.

Nell'ambito di questi lavori venne anche realizzata una nuova variante che andò a far parte del circuito Pirelli, usato esclusivamente per test automobilistici e di pneumatici, lungo 4600 metri e percorso come quello principale in senso orario. Sfruttava il rettifilo delle tribune ed il rettifilo centrale, raccordati dalle due curve di Vedano e dalla curva Nord-Est (considerata unica come denominazione, ma in realtà tracciata con due raggi differenti all'interno della attuale curva Grande). Come le curve Vedano, anche quella Nord-Est era pavimentata in porfido data soprattutto la valenza di tracciato test per i materiali.[11]

Il dopoguerra

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Anello alta velocità.
Il tracciato dal 1950 al 1954, con curve del porfido al posto della curva Sud più rettilineo centrale

A partire dalla fine 1945 e per oltre due anni, il circuito fu destinato allo stoccaggio dei residuati bellici gestiti dall'ARAR. Nella primavera del 1948 furono iniziati i lavori per rimediare ai danni causati dagli eventi bellici. Curiosamente le curve sud furono dotate di una pavimentazione in cubetti di porfido, particolarmente pericolosi e sdrucciolevoli in caso di pioggia. Il 17 ottobre 1948 viene inaugurato il nuovo ingresso pista ed altre strutture dell'autodromo.

Nel 1955 il sempre più frequente uso dell'autodromo per i tentativi di record della velocità e il raggiungimento di un superiore grado di sicurezza, resero necessaria la riprogettazione dell'anello di alta velocità da costruirsi sulle ceneri del tracciato abbattuto nel 1938. Il progetto[12] fu curato dagli ingegneri Antonino Berti e Aldo Di Rienzo e seguiva esattamente il vecchio tracciato nella parte Nord, mentre la curva Sud veniva arretrata di circa 300 metri per consentire il passaggio del pubblico sul nuovo Viale Mirabello. Tale scelta impose una nuova modifica alla pista stradale: in particolare le due curve del porfido (che impegnavano il viale Vedano) furono eliminate e sostituite da un'unica curva asfaltata, con sviluppo di 180 gradi, chiamata Parabolica per il suo tracciato a raggio crescente, molto simile ad un arco di parabola. Il circuito completo ritornava ad avere la lunghezza di 10 km: 5.750 metri per la pista stradale e 4.250 metri per l'anello di alta velocità.

Il tracciato dal 1955 al 1956 e dal 1960 al 1961, nella versione completa. Venne realizzato un nuovo ovale e aggiunta la curva Parabolica

Lo studio portò alla realizzazione di un "catino" capace di contenere una velocità costante delle auto sia nei rettilinei, sia sulle curve sopraelevate in cemento armato a pendenza crescente verso l'esterno. L'ovale comprendeva ora due rettifili di 875 metri e due curve sopraelevate aventi sviluppi simili, intorno ai 1250 metri, con raggi differenti: a Nord con raggio 318 metri, mentre a Sud con raggio 312 metri. L'idea di affrontare in piena velocità le curve portò a dover ricorrere alla scelta obbligata di costruire una curva con un'elevata inclinazione trasversale che arriva alla punta massima dell'80% nel settore centrale (corrispondente ad una inclinazione di 38°40'), calcolato sul piano orizzontale. Vennero realizzate 14 torrette di segnalazione distribuite sul percorso di cui 7 sull'Anello di Alta Velocità. Le piccole costruzioni erano dei punti strategici di osservazione ed accoglievano, oltre i commissari, anche tecnici Radiotelevisivi, addetti alle segnalazioni, giornalisti e fotografi.

Nello stesso anno, durante una sessione di prove private, perse la vita il pilota Alberto Ascari: la dinamica dell'incidente, al quale non assistette alcun testimone, non è mai stata del tutto chiarita. La curva dove avvenne il fatale schianto, in precedenza chiamata curva del Vialone, fu ribattezzata curva Ascari in ricordo del campione scomparso.

L'impianto nella nuova conformazione, circuito classico più Anello di Velocità pari a 10 km al giro, fu inaugurato l'11 settembre 1955 dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, accompagnato dall'arcivescovo di Milano Giovanni Montini, in occasione del Gran Premio d'Italia su una distanza di 500 km. Le sollecitazioni centrifughe e di schiacciamento verticale contro il suolo nei due tratti sopraelevati, evidenziarono problemi di sollecitazioni fisiche ai piloti e guasti meccanici riportati dalle vetture, che indussero i piloti ed i team a disertare l'anello nelle edizioni 1957, 1958 e 1959.

Le curve sopraelevate permettevano di raggiungere elevate velocità (1955).

L'Automobile Club Italiano nel 1957 e 1958, organizzò la 500 Miglia di Monza abbinato alla 500 Miglia di Indianapolis, in collaborazione con l'United States Auto Club e l'Indianapolis Speedway Corporation, gara articolata su tre manches, per un totale di 189 giri.

Nel 1961 si svolse l'ultimo Gran Premio d'Italia nella configurazione di 10 km ed anche a seguito dell'incidente mortale in cui perse la vita il pilota della Ferrari Wolfgang von Trips insieme a dodici spettatori sul rettilineo prima della Parabolica, il Ministero del Turismo e dello Spettacolo, emanò nuove regole sulla sicurezza dei circuiti a cui il circuito brianzolo dovette adeguarsi. Dall'anno successivo si è sempre corso sulla sola pista stradale di 5.750 metri circa.

L'incidente del 1961 occorso a Wolfgang von Trips è il più grave mai avvenuto in una gara valida per il campionato mondiale di Formula 1. Un altro incidente tristemente noto è quello in cui nel 1970 morì (durante le qualifiche del sabato) il pilota austriaco Jochen Rindt. Rindt era in quel momento in testa alla classifica mondiale generale e non fu più raggiunto da nessuno nelle gare successive, diventando così l'unico Campione del Mondo postumo nella storia del campionato di Formula 1.

Il 25 aprile 1965 si corse la prima 1000 km di Monza e venne posizionata una chicane prima dell'imbocco della Sopraelevata Sud per rallentare la velocità in entrata delle auto in curva.

L'ultima gara ufficiale sulle sopraelevate fu la 1.000 km del 25 aprile 1969, da allora si sono corse solo rievocazioni storiche.

Negli anni settanta, crescendo sempre più la velocità (nel Gran Premio del 1971 fu superata la media dei 240 km/h) e con essa la pericolosità del tracciato, si resero necessari nuovi interventi per rallentare la pista: dapprima furono realizzate delle chicane provvisorie, quindi nel 1976 si costruirono tre varianti permanenti in altrettanti punti del tracciato (sul rettilineo dei box, alla curva della Roggia e alla curva Ascari). La lunghezza della pista aumentò lievemente e diventò di 5.800 metri.

Ulteriori interventi per migliorare la sicurezza furono effettuati nel 1994, 1995, 2000, e 2014: con essi vennero rifatte la variante Goodyear (quella posta sul rettilineo dei box), quella della Roggia, la curva Grande e le due curve di Lesmo. Negli stessi anni furono anche costruiti nuovi box, più grandi e più moderni. Nel 2007 venne asfaltata la via di fuga alla variante della Roggia, mentre nel 2009 ne vennero modificati i cordoli insieme a quelli della variante Goodyear, con lo scopo di evitare tagli nelle "esse " da parte delle monoposto di Formula 1. Nel 2014 la via di fuga della curva Parabolica è stata asfaltata, consentendo ai piloti una traiettoria leggermente più esterna che in precedenza. Dopo le ultime modifiche la lunghezza del tracciato è oggi di 5.793 metri.

Come tutte le piste che hanno fatto la storia dell'automobilismo sportivo, anche quella di Monza ha preteso il suo tributo di morti. Tra i piloti d'auto hanno perso la vita Materassi, Ascari, von Trips, Rindt, Arcangeli, Campari, Borzacchini, Czaykowski, Peterson e Ugo Sivocci; tra i motociclisti Renzo Pasolini e Jarno Saarinen, vittime di uno scontro nel Gran Premio delle Nazioni del 1973.

Descrizione del circuito

[modifica | modifica wikitesto]
Vista satellitare dell'autodromo

Il tracciato di Monza è un circuito estremamente tecnico dove è fondamentale un ottimo setup meccanico e in cui l'abilità del pilota in frenata è determinante, dal momento che nei 5 793 metri del tracciato brianzolo si contano ben quattro lunghi rettilinei dove le vetture di Formula 1 superano abbondantemente i 350 km/h. Per questo motivo deve essere affrontato con una macchina particolarmente "scarica" ed è noto tra gli appassionati come il tempio della velocità. Ciò obbliga i fornitori di carburante e lubrificanti a sviluppare soluzioni apposite per la tappa[13], e nel mondiale di Formula 1 vengono adottate configurazioni aerodinamiche specifiche per questo tracciato, unico nel suo genere.

Enzo Ferrari osserva una prova di una sua vettura da una delle curve del circuito brianzolo (1962).
Il rettifilo principale e la pit lane di Monza, mentre David Coulthard taglia vittorioso il traguardo del Gran Premio d'Italia 1997.

Come si affronta il circuito di Monza in Formula 1:

  • variante Goodyear (o variante del rettifilo): le monoposto arrivano lanciate lungo il rettilineo dei box, la frenata è violenta dopo il cartello dei 150 m: si passa da 350–360 km/h a soli 70–80 km/h in due secondi e mezzo, si scalano le marce fino in seconda. Qui è importantissimo non bloccare l'anteriore destra per non compromettere il tempo sul giro. Si affronta uno strettissimo cambio di direzione destra-sinistra passando in modo aggressivo sul cordolo in entrata, si lascia scorrere la vettura nella parte centrale e la si conclude con una dolce progressione verso l'esterno in uscita.

Per le gare motociclistiche, vale a dire la Superbike e il CIV, la prima variante veniva percorsa in una versione leggermente meno stretta per ridurre la possibilità di cadute multiple, specialmente in partenza.

  • curva Biassono (già curva Grande o Curvone): una lunga curva a destra dal raggio molto ampio. Vi si arriva in piena accelerazione dalla variante Goodyear cercando di mantenere una traiettoria pulita e precisa nonostante le sconnessioni dell'asfalto a centro curva.
  • variante della Roggia: si arriva a 325 km/h a questa veloce variante sinistra-destra dopo aver percorso in pieno la curva Biassono. Si frena appena prima del cartello dei 100 m fino in 2-3ª marcia, cercando di rimanere più largo possibile sulla destra per non perdere velocità in entrata e consentire un'ottima ripresa verso le due di Lesmo. La variante presenta cordoli molto alti e dissuasori di velocità all'interno della via di fuga, completamente asfaltata, per evitare vantaggi a chi provasse a tagliare eccessivamente la traiettoria.
  • 1° curva di Lesmo: si arriva in accelerazione dalla variante della Roggia, è una curva a destra da 4ª marcia di media velocità, con uscita cieca. Si cerca di frenare profondo nella curva per mantenere velocità nella parte centrale. Attenzione a non perdere il punto di corda nel centro curva, qui è facile uscire sulla ghiaia in sottosterzo.
  • 2° curva di Lesmo: seconda curva a destra di media velocità. Si frena dopo il cartello dei 50m, si lascia scorrere la monoposto toccando l'apice interno verso i 160–175 km/h e si cerca la massima ripresa verso il lungo rettilineo che termina alla variante Ascari.
  • curva del Serraglio: è una lievissima piega a sinistra dal raggio estremamente ampio (oltre 600 metri); la curva è in discesa e corrisponde con l'inizio della seconda zona DRS per il campionato mondiale di Formula 1. Il rettilineo incrocia nella sua parte finale il sottopassaggio della curva Sopraelevata Nord dell'anello di alta velocità.
  • variante Ascari: vi si arriva a quasi 340 km/h, si frena molto tardi cercando di mantenere velocità nella prima svolta secca a sinistra da 4ª marcia. Dopo la frenata si affrontano in rapida successione tre curve speculari sinistra-destra-sinistra che immettono sul rettilineo opposto ai box. In questo tratto le monoposto con un buon setup meccanico possono guadagnare fino a 1 secondo. All'uscita dalla variante in 5ª marcia ci si porta al limite del cordolo esterno che delimita il tracciato e ci si lancia sul rettilineo verso la Parabolica. La velocità di uscita è fondamentale in questo punto per tentare un sorpasso.
  • curva Alboreto[14] (già curva Parabolica): nel rettilineo che conduce a questa lunghissima destra a raggio variabile si toccano i 330–340 km/h, quindi si frena dopo l'erba sintetica sulla sinistra al cartello dei 100 metri, si scala fino in 4ª marcia a circa 180–190 km/h, si tocca l'apice in ingresso e si percorre il tratto finale in piena accelerazione scorrendo verso l'esterno e imboccando il rettilineo d'arrivo a velocità già molto elevate.

Per le corse delle categorie minori (le Formula Junior) veniva utilizzata la cosiddetta "pista Junior", ora in disuso: si tratta di un circuito più breve, che utilizza un tratto del rettilineo d'arrivo, il rettilineo opposto e la Parabolica. L'anello è chiuso da un raccordo che, staccandosi dal rettilineo d'arrivo circa 200 metri dopo i box, si immette sul rettilineo opposto subito dopo la variante Ascari. Il raccordo presenta tre curve, la prima a destra, la seconda a sinistra, la terza ancora a destra. La lunghezza della pista Junior è di 2405 metri.

Mappe del circuito

[modifica | modifica wikitesto]
Il rettilineo finale dell'autodromo

Le competizioni più importanti che si disputano annualmente sulla pista dell'autodromo:

La partenza del Gran Premio di superbike di Monza 1999

Importanti competizioni del passato:

  • la tappa italiana del Campionato mondiale Superbike. Si disputava la seconda domenica del mese di maggio di ogni anno. Ora si disputa all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari
  • Gran Premio delle Nazioni era una classica di motociclismo che si disputò fino al 1989 quando fu cancellato per ragioni di sicurezza.
  • il WTCC (campionato mondiale turismo) si correva nel mese di ottobre fino al 2008; nel 2009 non è stato disputato sulla pista di Monza, mentre dal 2011 al 2017 è diventato l'evento inaugurale della stagione nella prima metà del mese di marzo.

Business center

[modifica | modifica wikitesto]

Il circuito, oltre all'attività sportiva, completa la propria stagione con giornate di incentive, prova prodotto, corsi di guida sicura disponibili per privati o aziende. Le palazzine, recentemente ristrutturate, sono utilizzate, oltre per l'accoglienza di ospiti VIP in occasione delle principali gare, anche per meeting, convention, presentazioni prodotto e fiere di ogni genere dal veicolo pesante, all'auto aziendale alla bicicletta. Nel 2021 viene aperto il Monza Circuit Karting, una pista riservata ai go-kart a noleggio, il cui utilizzo è quindi aperto a tutti[15].

Molto apprezzata la stagione di raduni, tra cui spicca The Réunion, dedicato alle moto "cafè racer"

Centro ricerche

[modifica | modifica wikitesto]

Presso il circuito è attivo un centro ricerche che sviluppa prodotti e servizi di pubblica utilità. Storicamente il circuito è stato utilizzato per lo sviluppo di asfalti speciali, i freni a disco, gomma run flat, i combustibili alternativi come gas, metano, bioetanolo. A Monza sono nati, tra gli altri: il guard rail, il trasponder che ha dato origine al telepass.

Problematiche ambientali

[modifica | modifica wikitesto]
Veduta aerea dell'autodromo e del parco di Monza.

Per il fatto di trovarsi all'interno di un parco, l'autodromo presenta particolari problemi di impatto ambientale.

Già al tempo della sua costruzione, per intervento delle autorità competenti, il progetto originale, che prevedeva un circuito lungo circa 14 km, dovette essere scartato e sostituito da uno di minore impatto, lungo 10 km e che sfruttava alcune strade già esistenti.

In seguito si sono presentati gli stessi problemi in varie occasioni, quando è stato necessario apportare modifiche al tracciato. Ad esempio negli anni settanta, quando fu realizzata la variante Ascari, per l'opposizione di alcuni gruppi ambientalisti si dovette lasciare a bordo pista, in un punto molto pericoloso (all'esterno della prima curva della variante), una grossa quercia che solo dopo alcuni anni si poté abbattere.

Un'altra situazione simile si è verificata nel 1994 quando, a seguito degli incidenti mortali di Roland Ratzenberger e Ayrton Senna nel Gran Premio di Imola, la FIA e i piloti imposero un adeguamento delle misure di sicurezza in tutti i circuiti del mondiale di Formula 1. A Monza fu richiesto l'allestimento di ampi spazi di fuga all'esterno del Curvone (oggi curva Biassono) e delle due curve di Lesmo: i lavori, che comportavano l'abbattimento di oltre 500 alberi, furono però vietati dalla Sovrintendenza ai beni ambientali. Si rischiò seriamente la cancellazione del Gran Premio d'Italia, che avrebbe comportato in pratica la chiusura dell'autodromo (gli incassi del Gran Premio infatti ne sono la principale fonte di finanziamento). La situazione venne sbloccata dall'intervento del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni: si realizzò un progetto di minore impatto, che a prezzo di alcune modifiche al tracciato (in particolare il restringimento della seconda curva di Lesmo è stato molto rimpianto dagli appassionati) riduceva il numero di alberi da tagliare a circa 100. A compensazione furono piantati nuovi alberi in altre zone del parco.

Un altro problema è quello del rumore, lamentato da alcuni residenti dei vicini paesi di Vedano al Lambro e Biassono: negli ultimi anni vi sono stati diversi ricorsi alla magistratura, con l'intento di imporre un limite alle emissioni sonore. Nel 2006 il magistrato, giudicando su uno di questi ricorsi, ha vietato la circolazione in pista a tutte le vetture a scarichi aperti: di nuovo, poiché questo comprende le auto di Formula 1 e di diverse altre categorie, questo provvedimento metteva a rischio l'esistenza dell'autodromo. Anche in questo caso è intervenuta la Regione Lombardia, che ha approvato una legge regionale che deroga al divieto per un certo numero di giorni all'anno, sufficiente perché l'autodromo continui a svolgere la sua normale attività.

Galleria d'immagini

[modifica | modifica wikitesto]

Albo d'oro del Gran Premio d'Italia a Monza

[modifica | modifica wikitesto]

Lo sfondo rosa indica un evento non appartenente al Campionato mondiale di Formula 1.
Lo sfondo verde indica un evento che era parte del Campionato mondiale costruttori precedente alla seconda guerra mondiale.
Lo sfondo giallo indica un evento che era parte del Campionato europeo di automobilismo precedente alla seconda guerra mondiale.

Anno Pilota Scuderia
1921 Corso al circuito di Montichiari
1922 Italia (bandiera) Pietro Bordino Italia (bandiera) Fiat
1923 Italia (bandiera) Carlo Salamano Italia (bandiera) Fiat
1924 Italia (bandiera) Antonio Ascari Italia (bandiera) Alfa Romeo
1925 Italia (bandiera) Gastone Brilli-Peri Italia (bandiera) Alfa Romeo
1926 Francia (bandiera) Louis Charavel Francia (bandiera) Bugatti
1927 Francia (bandiera) Robert Benoist Francia (bandiera) Delage
1928 Monaco (bandiera) Louis Chiron Francia (bandiera) Bugatti
1929

1930
Non disputato
1931 Italia (bandiera) Giuseppe Campari
Italia (bandiera) Tazio Nuvolari
Italia (bandiera) Alfa Romeo
1932 Italia (bandiera) Tazio Nuvolari Italia (bandiera) Alfa Romeo
1933 Italia (bandiera) Luigi Fagioli Italia (bandiera) Alfa Romeo
1934 Italia (bandiera) Luigi Fagioli
Germania (bandiera) Rudolf Caracciola
Germania (bandiera) Mercedes-Benz
1935 Germania (bandiera) Hans Stuck Germania (bandiera) Auto Union
1936 Germania (bandiera) Bernd Rosemeyer Germania (bandiera) Auto Union
1937 Corso al circuito di Montenero
1938 Italia (bandiera) Tazio Nuvolari Germania (bandiera) Auto Union
1939

1946
Non disputato a causa della seconda guerra mondiale
1947 Corso a Milano
1948 Corso al parco del Valentino
1949 Italia (bandiera) Alberto Ascari Italia (bandiera) Ferrari
1950 Italia (bandiera) Nino Farina Italia (bandiera) Alfa Romeo
1951 Italia (bandiera) Alberto Ascari Italia (bandiera) Ferrari
1952 Italia (bandiera) Alberto Ascari Italia (bandiera) Ferrari
1953 Argentina (bandiera) Juan Manuel Fangio Italia (bandiera) Maserati
1954 Argentina (bandiera) Juan Manuel Fangio Germania (bandiera) Mercedes
1955 Argentina (bandiera) Juan Manuel Fangio Germania (bandiera) Mercedes
1956 Regno Unito (bandiera) Stirling Moss Italia (bandiera) Maserati
1957 Regno Unito (bandiera) Stirling Moss Regno Unito (bandiera) Vanwall
1958 Regno Unito (bandiera) Tony Brooks Regno Unito (bandiera) Vanwall
1959 Regno Unito (bandiera) Stirling Moss Regno Unito (bandiera) Cooper
1960 Stati Uniti (bandiera) Phil Hill Italia (bandiera) Ferrari
1961 Stati Uniti (bandiera) Phil Hill Italia (bandiera) Ferrari
1962 Regno Unito (bandiera) Graham Hill Regno Unito (bandiera) BRM
1963 Regno Unito (bandiera) Jim Clark Regno Unito (bandiera) Lotus
1964 Regno Unito (bandiera) John Surtees Italia (bandiera) Ferrari
1965 Regno Unito (bandiera) Jackie Stewart Regno Unito (bandiera) BRM
1966 Italia (bandiera) Ludovico Scarfiotti Italia (bandiera) Ferrari
1967 Regno Unito (bandiera) John Surtees Giappone (bandiera) Honda
1968 Nuova Zelanda (bandiera) Denny Hulme Regno Unito (bandiera) McLaren
1969 Regno Unito (bandiera) Jackie Stewart Francia (bandiera) Matra
1970 Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni Italia (bandiera) Ferrari
1971 Regno Unito (bandiera) Peter Gethin Regno Unito (bandiera) BRM
1972 Brasile (bandiera) Emerson Fittipaldi Regno Unito (bandiera) Lotus
1973 Svezia (bandiera) Ronnie Peterson Regno Unito (bandiera) Lotus
1974 Svezia (bandiera) Ronnie Peterson Regno Unito (bandiera) Lotus
1975 Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni Italia (bandiera) Ferrari
1976 Svezia (bandiera) Ronnie Peterson Regno Unito (bandiera) March
1977 Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti Regno Unito (bandiera) Lotus
1978 Austria (bandiera) Niki Lauda Regno Unito (bandiera) Brabham
1979 Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter Italia (bandiera) Ferrari
1980 Corso al circuito di Imola
1981 Francia (bandiera) Alain Prost Francia (bandiera) Renault
1982 Francia (bandiera) René Arnoux Francia (bandiera) Renault
1983 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham
1984 Austria (bandiera) Niki Lauda Regno Unito (bandiera) McLaren
1985 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren
1986 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Williams
1987 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Williams
1988 Austria (bandiera) Gerhard Berger Italia (bandiera) Ferrari
1989 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren
1990 Brasile (bandiera) Ayrton Senna Regno Unito (bandiera) McLaren
1991 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Williams
1992 Brasile (bandiera) Ayrton Senna Regno Unito (bandiera) McLaren
1993 Regno Unito (bandiera) Damon Hill Regno Unito (bandiera) Williams
1994 Regno Unito (bandiera) Damon Hill Regno Unito (bandiera) Williams
1995 Regno Unito (bandiera) Johnny Herbert Regno Unito (bandiera) Benetton
1996 Germania (bandiera) Michael Schumacher Italia (bandiera) Ferrari
1997 Regno Unito (bandiera) David Coulthard Regno Unito (bandiera) McLaren
1998 Germania (bandiera) Michael Schumacher Italia (bandiera) Ferrari
1999 Germania (bandiera) Heinz-Harald Frentzen Irlanda (bandiera) Jordan
2000 Germania (bandiera) Michael Schumacher Italia (bandiera) Ferrari
2001 Colombia (bandiera) Juan Pablo Montoya Regno Unito (bandiera) Williams
2002 Brasile (bandiera) Rubens Barrichello Italia (bandiera) Ferrari
2003 Germania (bandiera) Michael Schumacher Italia (bandiera) Ferrari
2004 Brasile (bandiera) Rubens Barrichello Italia (bandiera) Ferrari
2005 Colombia (bandiera) Juan Pablo Montoya Regno Unito (bandiera) McLaren
2006 Germania (bandiera) Michael Schumacher Italia (bandiera) Ferrari
2007 Spagna (bandiera) Fernando Alonso Regno Unito (bandiera) McLaren
2008 Germania (bandiera) Sebastian Vettel Italia (bandiera) Toro Rosso
2009 Brasile (bandiera) Rubens Barrichello Regno Unito (bandiera) Brawn
2010 Spagna (bandiera) Fernando Alonso Italia (bandiera) Ferrari
2011 Germania (bandiera) Sebastian Vettel Austria (bandiera) Red Bull
2012 Regno Unito (bandiera) Lewis Hamilton Regno Unito (bandiera) McLaren
2013 Germania (bandiera) Sebastian Vettel Austria (bandiera) Red Bull
2014 Regno Unito (bandiera) Lewis Hamilton Germania (bandiera) Mercedes
2015 Regno Unito (bandiera) Lewis Hamilton Germania (bandiera) Mercedes
2016 Germania (bandiera) Nico Rosberg Germania (bandiera) Mercedes
2017 Regno Unito (bandiera) Lewis Hamilton Germania (bandiera) Mercedes
2018 Regno Unito (bandiera) Lewis Hamilton Germania (bandiera) Mercedes
2019 Monaco (bandiera) Charles Leclerc Italia (bandiera) Ferrari
2020 Francia (bandiera) Pierre Gasly Italia (bandiera) AlphaTauri
2021 Australia (bandiera) Daniel Ricciardo Regno Unito (bandiera) McLaren
2022 Paesi Bassi (bandiera) Max Verstappen Austria (bandiera) Red Bull
2023 Paesi Bassi (bandiera) Max Verstappen Austria (bandiera) Red Bull
2024 Monaco (bandiera) Charles Leclerc Italia (bandiera) Ferrari

Vittorie per pilota

[modifica | modifica wikitesto]
Vittorie Pilota Anno(i)/Vettura
5 Germania (bandiera) Michael Schumacher 1996/Ferrari - 1998/Ferrari - 2000/Ferrari - 2003/Ferrari - 2006/Ferrari
Regno Unito (bandiera) Lewis Hamilton 2012/McLaren - 2014/Mercedes - 2015/Mercedes - 2017/Mercedes - 2018/Mercedes
3 Argentina (bandiera) Juan Manuel Fangio 1953/Maserati - 1954/Mercedes - 1955/Mercedes
Regno Unito (bandiera) Stirling Moss 1956/Maserati - 1957/Vanwall - 1959/Cooper
Svezia (bandiera) Ronnie Peterson 1973/Lotus - 1974/Lotus - 1976/March
Brasile (bandiera) Nelson Piquet 1983/Brabham - 1986/Williams - 1987/Williams
Francia (bandiera) Alain Prost 1981/Renault - 1985/McLaren - 1989/McLaren
Brasile (bandiera) Rubens Barrichello 2002/Ferrari - 2004/Ferrari - 2009/Brawn
Germania (bandiera) Sebastian Vettel 2008/Toro Rosso - 2011/Red Bull - 2013/Red Bull
2 Italia (bandiera) Alberto Ascari 1951/Ferrari - 1952/Ferrari
Stati Uniti (bandiera) Phil Hill 1960/Ferrari - 1961/Ferrari
Regno Unito (bandiera) John Surtees 1964/Ferrari - 1967/Honda
Regno Unito (bandiera) Jackie Stewart 1965/BRM - 1969/Matra
Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni 1970/Ferrari - 1975/Ferrari
Austria (bandiera) Niki Lauda 1978/Brabham - 1984/McLaren
Brasile (bandiera) Ayrton Senna 1990/McLaren - 1992/McLaren
Regno Unito (bandiera) Damon Hill 1993/Williams - 1994/Williams
Colombia (bandiera) Juan Pablo Montoya 2001/Williams - 2005/McLaren
Spagna (bandiera) Fernando Alonso 2007/McLaren - 2010/Ferrari
Paesi Bassi (bandiera) Max Verstappen 2022/Red Bull - 2023/Red Bull
Monaco (bandiera) Charles Leclerc 2019/Ferrari - 2024/Ferrari
1 Italia (bandiera) Nino Farina 1950/Alfa Romeo
Regno Unito (bandiera) Tony Brooks 1958/Vanwall
Regno Unito (bandiera) Graham Hill 1962/BRM
Regno Unito (bandiera) Jim Clark 1963/Lotus
Italia (bandiera) Ludovico Scarfiotti 1966/Ferrari
Nuova Zelanda (bandiera) Denny Hulme 1968/McLaren
Regno Unito (bandiera) Peter Gethin 1971/BRM
Brasile (bandiera) Emerson Fittipaldi 1972/Lotus
Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti 1977/Lotus
Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter 1979/Ferrari
Francia (bandiera) René Arnoux 1982/Renault
Austria (bandiera) Gerhard Berger 1988/Ferrari
Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell 1991/Williams
Regno Unito (bandiera) Johnny Herbert 1995/Benetton
Regno Unito (bandiera) David Coulthard 1997/McLaren
Germania (bandiera) Heinz-Harald Frentzen 1999/Jordan
Germania (bandiera) Nico Rosberg 2016/Mercedes
Francia (bandiera) Pierre Gasly 2020/AlphaTauri
Australia (bandiera) Daniel Ricciardo 2021/McLaren

Vittorie per scuderia

[modifica | modifica wikitesto]
Vittorie Scuderia Anno(i)/Pilota
20 Italia (bandiera) Ferrari 1951/Alberto Ascari - 1952/Alberto Ascari - 1960/Phil Hill - 1961/Phil Hill - 1964/John Surtees - 1966/Ludovico Scarfiotti - 1970/Clay Regazzoni - 1975/Clay Regazzoni - 1979/Jody Scheckter - 1988/Gerhard Berger - 1996/Michael Schumacher - 1998/Michael Schumacher - 2000/Michael Schumacher - 2002/Rubens Barrichello - 2003/Michael Schumacher - 2004/Rubens Barrichello - 2006/Michael Schumacher - 2010/Fernando Alonso - 2019/Charles Leclerc - 2024/Charles Leclerc
11 Regno Unito (bandiera) McLaren 1968/Denny Hulme - 1984/Niki Lauda - 1985/Alain Prost - 1989/Alain Prost - 1990/Ayrton Senna - 1992/Ayrton Senna - 1997/David Coulthard - 2005/Juan Pablo Montoya - 2007/Fernando Alonso - 2012/Lewis Hamilton - 2021/Daniel Ricciardo
7 Germania (bandiera) Mercedes 1954/Juan Manuel Fangio - 1955/Juan Manuel Fangio - 2014/Lewis Hamilton - 2015/Lewis Hamilton - 2016/Nico Rosberg - 2017/Lewis Hamilton - 2018/Lewis Hamilton
6 Regno Unito (bandiera) Williams 1986/Nelson Piquet - 1987/Nelson Piquet - 1991/Nigel Mansell - 1993/Damon Hill - 1994/Damon Hill - 2001/Juan Pablo Montoya
5 Regno Unito (bandiera) Lotus 1963/Jim Clark - 1972/Emerson Fittipaldi - 1973/Ronnie Peterson - 1974/Ronnie Peterson - 1977/Mario Andretti
4 Austria (bandiera) Red Bull 2011/Sebastian Vettel - 2013/Sebastian Vettel - 2022/Max Verstappen - 2023/Max Verstappen
3 Regno Unito (bandiera) BRM 1962/Graham Hill - 1965/Jackie Stewart - 1971/Peter Gethin
2 Italia (bandiera) Maserati 1953/Juan Manuel Fangio - 1956/Stirling Moss
Regno Unito (bandiera) Vanwall 1957/Stirling Moss - 1958/Tony Brooks
Francia (bandiera) Renault 1981/Alain Prost - 1982/René Arnoux
Regno Unito (bandiera) Brabham 1978/Niki Lauda - 1983/Nelson Piquet
Italia (bandiera) AlphaTauri 2008/Sebastian Vettel - 2020/Pierre Gasly
1 Italia (bandiera) Alfa Romeo 1950/Nino Farina
Regno Unito (bandiera) Cooper 1959/Stirling Moss
Giappone (bandiera) Honda 1967/John Surtees
Francia (bandiera) Matra 1969/Jackie Stewart
Regno Unito (bandiera) March 1976/Ronnie Peterson
Regno Unito (bandiera) Benetton 1995/Johnny Herbert
Irlanda (bandiera) Jordan 1999/Heinz-Harald Frentzen
Regno Unito (bandiera) Brawn 2009/Rubens Barrichello

Eventi extra-sportivi

[modifica | modifica wikitesto]

La 1ª Coppa Fiera di Milano è stata una competizione automobilistica ad handicap disputata nel 1925 all'autodromo di Monza.

Una parte del film di John Frankenheimer, Grand Prix del 1966, fu girata sul circuito brianzolo comprendente le curve sopraelevate.[16]

Nel 1989 suonarono i Pink Floyd, portando sessantamila persone. Numerosi concerti o eventi sono stati organizzati nel Parco di Monza.

Il 28 maggio 2017, la 21ª e ultima tappa del Giro d'Italia è partita proprio dall'Autodromo di Monza. La corsa "rosa" del ciclismo per il suo 100º anno ha effettuato un giro del circuito dell'autodromo per la cronometro dell'ultima tappa.

  1. ^ a b (EN) Autodromo Nazionale Monza, su formula1.com. URL consultato il 12 settembre 2004.
  2. ^ (EN) Superbike – Results Race 1 (PDF), su worldsbk.com. URL consultato il 24 maggio 2020.
  3. ^ (EN) Formula 1 Gran Premio Heineken d'Italia 2020 − Qualifying Session Final Classification (PDF), su fia.com, 5 settembre 2020. URL consultato il 5 settembre 2020.
  4. ^ (EN) Formula 1 Heineken Gran Premio d'Italia 2021 – Media Kit (PDF), su fia.com, 10 settembre 2021. URL consultato il 10 settembre 2021.
  5. ^ (EN) Round 5: Monza 07-09 July 2023 - F1® ACADEMY Racing Series, su F1® Academy. URL consultato il 24 maggio 2024.
  6. ^ Timothy Robin Nicholson, Auto degli anni venti, Roma, LEA-ACI, 1968, pag.179
  7. ^ Monza, 90 anni di storia tra successi leggendari e incidenti terribili, su f1web.it, 18 gennaio 2012. URL consultato il 5 febbraio 2012.
  8. ^ Luigi Cortesi, Crespi d'Adda, Bergamo, Grafica Monti, 1995.
  9. ^ Immagine del progetto preliminare dell'autodromo
  10. ^ Curve sopraelevate: La Storia - Modelfoxbrianza.it
  11. ^ Circuito Pirelli
  12. ^ Scheda e progetto delle Sopraelevate.
  13. ^ Carburanti speciali per le piste veloci: ecco cosa è cambiato a Spa e Monza, in F1WEB.it. URL consultato il 16 settembre 2012.
  14. ^ La curva Parabolica di Monza intitolata a Michele Alboreto, in sport.sky.it. URL consultato l'11 settembre 2021.
  15. ^ Apre il Monza Circuit Karting, il noleggio kart aperto a tutti, su italiaracing.net, 26 luglio 2021. URL consultato il 26 luglio 2021.
  16. ^ Trailer "Grand Prix".
  • Giuseppe Ciampaglia, Arturo Mercanti straordinario precursore del ciclismo dell'automobilismo e dell'aviazione, IBN editore, Roma 2014
  • Walter Consonni con Enzo Mauri, Monza '22. Dialoghi tra l'Autodromo centenario e la sua gente, Bellavite editore, 2022

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN249426196 · LCCN (ENsh2006008970 · GND (DE4847764-3 · J9U (ENHE987007287279805171