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Attentato al bus di piazza Davidka

Coordinate: 31°47′05″N 35°12′53″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Attentato al bus di piazza Davidka
attentato
Tipoattacco suicida
Data11 giugno 2003
LuogoGerusalemme
StatoIsraele (bandiera) Israele
Coordinate31°47′05″N 35°12′53″E
ResponsabiliHamas rivendicò la responsabilità
Conseguenze
Morti17 civili (e un attentatore)
Feriticirca 100 civili

L'attentato al bus di piazza Davidka fu un attacco terroristico suicida palestinese avvenuto l'11 giugno 2003 sulla linea 14A dell'autobus Egged nel centro di Gerusalemme. 17 persone furono uccise nell'attacco e oltre 100 rimasero ferite.[1]

Hamas rivendicò l'attentato.[1]

Verso le 17:30 dell'11 giugno 2003, un attentatore suicida palestinese vestito da ebreo ortodosso, salì sull'autobus 14A alla fermata del mercato di Mahane Yehuda sulla strada di Jaffa. A piazza Davidka, l'attentatore fece esplodere il suo ordigno esplosivo, che conteneva una grande quantità di schegge metalliche progettate per causare più vittime possibili.[1][2][3]

17 persone furono uccise nell'attentato (tutti civili tranne uno) e più di 100 rimasero ferite, tra cui decine di passanti.[1][2]

  • Sergente Tamar Ben-Eliahu, 20 anni, del Moshav Paran;
  • Alan Beer, 46 anni, di Gerusalemme;
  • Eugenia Berman, 50 anni, di Gerusalemme;
  • Elsa Cohen, 70 anni, di Gerusalemme;
  • Zvi Cohen, 39 anni, di Gerusalemme;
  • Roi Eliraz, 22 anni, di Mevaseret Zion;
  • Alexander Kazaris, 77 anni, di Gerusalemme;
  • Yaffa Mualem, 65 anni, di Gerusalemme;
  • Yaniv Obayed, 22 anni, di Herzliya;
  • Bat-El Ohana, 21 anni, di Kiryat Ata;
  • Anna Orgal, 55 anni, di Gerusalemme;
  • Zippora Pesahovitch, 54 anni, di Tzur Hadassah;
  • Bianca Rivka Shichrur, 62 anni, di Gerusalemme;
  • Malka Sultan, 67 anni, di Gerusalemme;
  • Bertin Tita, 75 anni, di Gerusalemme;
  • Miriam Levy, 74 anni, di Gerusalemme;
  • Haile Abraha Hawki, 56 anni, lavoratore straniero eritreo.

I responsabili

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Hamas rivendicò la responsabilità dell'attacco e dichiarò che l'attacco era una vendetta per il tentativo di assassinio israeliano del leader di Hamas Abdel Aziz al-Rantissi martedì 10 giugno 2003. Rantisi sopravvisse al tentativo di assassinio durante il quale elicotteri israeliani lanciarono missili contro la sua macchina.[1]

Furono intentate azioni legali contro Arab Bank, NatWest e Crédit Lyonnais per aver incanalato denaro ad Hamas.[4]

Rappresaglia israeliana

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Poco dopo l'attentato al bus, Israele lanciò un attacco antiterrorismo nella zona est di Gaza in cui elicotteri israeliani lanciarono razzi contro un'auto in movimento che trasportava due alti ufficiali del braccio militare di Hamas. Tutti i 6 passeggeri dell'auto furono uccisi.[5][6][7]

Reazioni internazionali

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  1. ^ a b c d e (EN) Suicide blast hits Jerusalem bus, 11 giugno 2003. URL consultato il 4 giugno 2021.
  2. ^ a b (EN) Jerusalem bus attack death toll rises to 17, su Haaretz.com. URL consultato il 4 giugno 2021.
  3. ^ Suicide bombing of Egged bus No 14A in Jerusalem -, su web.archive.org, 13 novembre 2011. URL consultato il 4 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2011).
  4. ^ (EN) Julia Preston, Hurt by Hamas, Americans Sue Banks in U.S., in The New York Times, 15 aprile 2006. URL consultato il 4 giugno 2021.
  5. ^ a b c 16 Killed on Israeli Bus; 7 Die in Gaza, su wate.com. URL consultato il 4 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2012).
  6. ^ Cookies not enabled?, su verify1.newsbank.com. URL consultato il 4 giugno 2021.
  7. ^ (EN) Israel Hits Gaza after Bombing, su NPR.org. URL consultato il 4 giugno 2021.
  8. ^ USATODAY.com - Bush condemns Jerusalem bus bombing, su usatoday30.usatoday.com. URL consultato il 4 giugno 2021.

Voci correlate

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