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Ceratotherium simum

specie di animali della famiglia Rhinocerotidae

Il rinoceronte bianco (Ceratotherium simum Burchell, 1817), detto anche rinoceronte camuso, è la più grande specie esistente di rinoceronte. La parola white, bianco, usata per indicare il rinoceronte camuso, deriva dalla parola afrikaans wyd, che significa largo, in inglese wide, e non bianco.

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Rinoceronte bianco[1]

Esemplare di rinoceronte bianco meridionale (C. simum simum).
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[2]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdinePerissodactyla
FamigliaRhinocerotidae
GenereCeratotherium
Gray, 1867
SpecieC. simum
Nomenclatura binomiale
Ceratotherium simum
(Burchell, 1817)
Sinonimi
  • Rhinoceros simum (Burchell, 1817)
Sottospecie

Distribuzioni originale del rinoceronte bianco (arancione: settentrionale (C. s. Cottoni); verde: meridionale (C. s. simum)).

Distribuzione corrente del rinoceronte bianco (marrone - nativo, magenta - reintrodotto, rosso - introdotto)

Diversamente dal rinoceronte nero, il rinoceronte bianco presenta una bocca larga usata per pascolare a livello del terreno, oltre ad essere la specie più sociale tra tutte le specie di rinoceronte. Il rinoceronte bianco ha due sottospecie: il rinoceronte bianco meridionale, di cui, nel 2015, sono stati stimati circa 19.682-21.077 esemplari selvatici[3], ed il rinoceronte bianco settentrionale, molto più raro. La sottospecie settentrionale è pressoché estinta, con soli due esemplari conosciuti in vita nel 2023 (due femmine; Fatu di 18 anni, e Najin di 29 anni), entrambe in cattività. Sudan, l'ultimo rinoceronte bianco settentrionale maschio conosciuto al mondo, morì in Kenya, il 19 marzo 2018.[4]
Il suo nome in lingua zulu è Mkhombe.

Descrizione

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Due rinoceronti bianchi in Sudafrica.

La sua colorazione non è bianca ma grigiastra, e dipende anche dal fango nel quale si rotola: la pelle è infatti dello stesso colore del rinoceronte nero. La denominazione «bianco» deriva da un'errata traduzione dell'aggettivo Afrikaans wyd ("largo") che era stato attribuito dai colonizzatori afrikaner al pachiderma, e in particolare alle sue labbra, o al corrispondente aggettivo inglese wide, che creò un'assonanza con white.

Mediamente questa specie ha una lunghezza testa-tronco di 320–370 cm, un'altezza al garrese di 190–200 cm e un peso di 2900 kg; qualche maschio può raggiungere una lunghezza di 5 metri e un peso di 3600 - o 4000 kg, ma si tratta di casi molto rari. Il corno anteriore può arrivare a essere lungo anche 170 cm. Le labbra sono di foggia quadrata, e lo rendono dunque un animale da pascolo.

Sottospecie

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Esistono due sottospecie:

Biologia

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L'habitat naturale del rinoceronte bianco sono le grandi savane africane. È di indole relativamente più tranquilla rispetto a quella del parente nero, e talvolta forma piccoli branchi che possono superare i 10 individui. La gestazione di questo animale dura circa 16-17 mesi, al termine dei quali nasce un solo piccolo, in casi eccezionali anche due. Ha una longevità di circa 50-60 anni.

Grazie alla sua possente mole, non ha nemici naturali. In caso di fuga, i piccoli hanno l'abitudine di correre davanti alla madre, ciò li protegge dalle aggressioni di iene e leoni.

Conservazione

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Esemplare di rinoceronte bianco nel Parco nazionale Kruger, Sudafrica
 
Rinoceronti bianchi in Botswana

Nel passato il rinoceronte bianco meridionale (Ceratotherium simum simum) si è trovato in gravissimo rischio di estinzione a causa della caccia eccessiva. Pare che nel 1880 ne fossero rimasti appena 25 o 30 esemplari a Umfolozi, in Sudafrica. L'adozione di misure protettive, più tempestiva che per altri animali del continente, ne favorì la ripresa. Negli anni 1960, grazie all'"Operazione rinoceronte", molti esemplari in eccesso, furono catturati e trasferiti per ripopolare altri parchi e riserve africane, ma anche ceduti agli zoo-parchi in tutto il mondo. La popolazione al 2020 è stimata in circa 16.000 esemplari.[5]

Ben diversa la sorte del rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni), un tempo diffuso in vari paesi dell'Africa centrale e orientale a sud del Sahara. Nel 1970 ne esisteva una popolazione di circa 500 esemplari, ridottisi, sotto i colpi del bracconaggio, a soli 5-10 esemplari nel 2006. Dal 2008 è dichiarato "probabilmente" estinto in natura.[6]

Nel 2016 si contavano solamente tre rinoceronti: si trovavano nello Zoo di Dvůr Králové nella Repubblica Ceca. Nel 2009 vennero trasferiti a Ol Pejeta, una riserva privata in Kenya, nel tentativo di farli riprodurre in natura. Le speranze di ripresa della sottospecie, comunque sono ridotte a zero.[7] Nel marzo 2018 è scomparso Sudan, l'ultimo esemplare maschio della sottospecie, a causa dell'età avanzata e di una grave malattia che da tempo lo aveva colpito. Oggi rimangono in vita esclusivamente due esemplari femmine, per cui la riproduzione è limitata alle tecniche di fertilizzazione in vitro.[8]

  1. ^ [1]
  2. ^ (EN) Emslie, R. 2012, Ceratotherium simum, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato l'8 aprile 2018.
  3. ^ Rhino population figures, su SaveTheRhino.org, 2015. URL consultato il 16 maggio 2015.
  4. ^ World's last male northern white rhino dies, su CNN, CNN. URL consultato il 20 marzo 2018.
  5. ^ Rinoceronte | Animali in via di estinzione e specie a rischio, su WWF Italia. URL consultato il 13 agosto 2023.
  6. ^ (EN) Lisa Winter, There Are Now Just Six White Rhinos Left On Earth, su iflscience.com, IFLScience, 21 ottobre 2014. URL consultato il 22 ottobre 2014.
  7. ^ L'ultimo rinoceronte bianco, su nationalgeographic.it, 24 novembre 2015. URL consultato il 4 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2018).
  8. ^ Kenya: morto ultimo rinoceronte bianco settentrionale maschio, su repubblica.it, 20 marzo 2018.

Bibliografia

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  • (ITA) Daryl e Sharna Balfour (1992), RINO. Caratteristiche e abitudini di vita di una specie minacciata di estinzione - Gruppo Editoriale Armenia, Pan, Geo S.p.A. Milano ISBN 88-7216-032-4

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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