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Tratta di esseri umani

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(Reindirizzamento da Traffico di esseri umani)

La tratta di esseri umani o tratta di persone è un'attività criminale finalizzata alla cattura, il sequestro o il reclutamento, nonché il trasporto, il trasferimento, l'alloggio o l'accoglienza di una o più persone, usando mezzi illeciti e ai fini dello sfruttamento delle stesse. Nel Protocollo delle Nazioni Unite contro la tratta delle persone viene definita come:

«il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l'alloggiamento o l'accoglienza di persone con la minaccia di ricorrere alla forza, o con l'uso effettivo della forza o di altre forme di coercizione, mediante il rapimento, la frode, l'inganno, l'abuso di autorità o una situazione di vulnerabilità, o con l'offerta o l'accettazione di pagamenti o di vantaggi al fine di ottenere il consenso di una persona avente autorità su di un'altra ai fini dello sfruttamento. Lo sfruttamento include, come minimo, lo sfruttamento della prostituzione di altre persone, o altre forme di sfruttamento sessuale, lavori o servizi forzati, schiavismo o prassi affini allo schiavismo, servitù o prelievo di organi[1]»

A differenza del traffico di migranti, la tratta di persone avviene senza il consenso degli individui oggetto della stessa ed è finalizzata non al trasporto in un altro Stato, bensì al loro sfruttamento[2].

Nonostante la notevole quantità di provvedimenti legislativi, resta l'inadeguatezza delle organizzazioni internazionali a delineare almeno per grandi numeri le proporzioni del fenomeno. Ad oggi non si dispone di dati precisi ed univoci sul mercato nero degli esseri umani destinati allo sfruttamento sessuale e non, poiché le stime eseguite dalle Organizzazioni non governative e dalle Nazioni Unite non offrono valori concordanti.[3][4][5] Molti attribuiscono la causa del problema all'impossibilità di riprodurre statistiche significative.[6][7]

La schiavitù può essere fatta risalire al momento in cui gli esseri umani hanno stabilito qualche forma primitiva di società. I popoli sottoponevano a schiavitù gli sconfitti in seguito a guerre o campagne di conquista, impiegandoli nel lavoro nei campi o nei servizi domestici; ma anche forme di sfruttamento economico finivano per assoggettare persone indigenti o di etnie diverse al dominio pieno ed esclusivo di un padrone[8].

Nel mondo greco e romano, in particolare, tale pratica era così diffusa da procurare ingenti profitti economici: l'Impero romano investiva molto nelle opere pubbliche e pertanto aveva bisogno di una gran quantità di forza lavoro a basso costo, ad esempio nel porto di Ostia le navi quotidianamente scaricavano rifornimenti alimentari, fiere per i giochi circensi e persone per la vendita. Plinio il Vecchio e Cicerone riferiscono di alcuni tentativi rivolti, invano, a diverse persone al fine di liberare i propri schiavi. I tentativi di fuga e/o la commissione di reati da parte di tali persone erano puniti severamente, talvolta senza alcuna difesa o tutela legale.

In seguito alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, durante le invasioni barbariche, coloro che erano stati schiavi si dispersero nelle campagne e nelle vallate, sotto la giurisdizione di un signore o feudatario, che attribuì alla popolazione la denominazione di “servi della gleba”. Fuori dall'Europa, presso i musulmani, in Nord America e India la schiavitù continuò a essere sfruttata. Infatti, nel sistema di caste indù vi erano milioni di persone costrette a subire le pratiche imposte dalla propria cultura religiosa.

Quando nel XVI secolo avvenne la scoperta dell'America molte nazioni quali Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Francia e Inghilterra stabilirono proprie colonie in tutto il mondo. Inizialmente, solo i nativi del Paese conquistato potevano partecipare ai lavori forzati ma, nel momento in cui crebbe la domanda di beni, specialmente cotone e canna da zucchero per la produzione di alcolici, si rese necessaria anche una quantità maggiore di forza lavoro, così che quelle nazioni iniziarono ad importare schiavi da altri paesi, spesso, sfruttando le popolazioni dell'Africa Occidentale e costringendoli ad effettuare lunghi viaggi, in condizioni disumane, al fine di emigrare nei territori coloniali americani.

Una prima base fu stabilita sulla costa nei primi mesi del 1448, dalla quale un iniziale nucleo di indigeni fu trasferito in Portogallo. Nel 1562 si aggregò l'Inghilterra con rotte verso i Caraibi. Infine gli Stati Uniti, nel XVIII secolo, si appropriarono di un lungo tratto di costa africana, l'attuale Liberia, per difendere i propri interessi. Il lavoro dei campi, comunque, iniziò subito a mietere vittime: molti morirono di stenti, altri si suicidarono. A volte il lavoro era remunerato dalla medesima merce prodotta come nel caso degli alcolici, concorrendo da una parte a peggiorare lo sfruttamento della manodopera e d'altra parte a diffondere diverse leggende sull'automedicazione di tale sostanza. Nonostante tali indicazioni alimentari, l'aspettativa di vita era comunque minima.

Si stima che circa 8-10 milioni di persone furono costrette ad attraversare l'Atlantico dirette in America. L'economia di molte città quali Nantes, Bristol e più tardi Liverpool, sopravvissero grazie alla schiavitù e gli affari furono trattati come parte del più ampio interesse nazionale. Le conseguenze individuali, alla fine, ebbero vasta evo; l'impatto del commercio che ebbe sulla società africana è difficile da quantificare. I mercanti di schiavi raramente si addentravano nell'entroterra per catturare le proprie vittime, così che delle associazioni criminali quali i Dahomey e gli Ashanti si impegnarono, dietro un corrispettivo in denaro, a piantonare la “merce” così come nutrire gli schiavi fino all'imbarco. Quando, in un secondo momento, gli esploratori europei decisero di ampliare i propri obiettivi di cattura, si scoprì che questi popoli spesso agivano come intermediari nella tratta più all'interno. Il bisogno di schiavi creò uno stato permanente di guerra che si diffuse ovunque, anche lontano dagli stessi contatti dei colonialisti. Sebbene intervenissero vari mutamenti nel modello schiavista, il trattamento che gli schiavi dovettero subire rimase invariato. Punizioni di efferata crudeltà, lunghi turni di lavoro e magre soddisfazioni erano all'ordine del giorno, almeno fino a quando Spagna e Portogallo dimostrarono di voler cambiare le proprie leggi e concedere taluni diritti, come ad esempio il matrimonio e la possibilità di denunciare un padrone crudele.

Sebbene già nel diritto romano esistessero delle modalità di affrancamento dalla schiavitù, e per quanto il cristianesimo abbia rappresentato una tappa fondamentale per tale movimento di liberazione, l'idea della libertà intesa come diritto naturale venne affermata solo nel XVIII secolo grazie ai contributi teorici di John Locke, Wesley e Jean-Jacques Voltaire. A fronte della modalità con cui, per secoli, le potenze coloniali catturavano i nativi africani per avviarli allo sfruttamento, con l'Illuminismo avvennero una serie di innovazioni nel modo di affrontare le questioni sociali. In Francia, Danimarca e Inghilterra cominciavano ad emergere i primi movimenti anti-schiavisti che rivendicavano la riforma dei codici penali, l'abolizione degli 'hanging codes' ed un diverso trattamento per le persone che soffrivano di disturbi mentali.

Nel XIX secolo molte nazioni, che riuscirono a conquistare l'indipendenza in America, abolirono la schiavitù. Il Brasile nel 1888, la Bolivia nel 1825, il Regno Unito nel 1833, la Francia nel 1848 e, infine, gli Stati Uniti nel 1865.

Il Congresso degli Stati Uniti, tuttavia, con il White Slave Traffic Act nel 1910 proibì il matrimonio interetnico e predispose misure atte ad espellere le donne che si macchiavano di atti immorali. A causa di tale politica, si stima che il 70% di donne arrestate nel tentativo di varcare il confine furono indotte alla prostituzione. Una volta che l'idea della schiavitù a sfondo sessuale passò dalle donne bianche a quelle di colore, il governo degli Stati Uniti iniziò ad erogare dei permessi di ingresso per evitare ad altri di entrare nel paese con motivi diversi. In particolare il "Temporary Quota Act" del 1921 e l'"Immigration Act" del 1924 servirono a prevenire l'ingresso di immigrati provenienti dall'Europa. A partire dagli anni venti, la tratta di esseri umani non fu vista come un problema sociale almeno fino agli anni novanta. Ciò a causa del fatto che vi erano rilevanti problemi di integrazione etnica già all'interno dei confini degli Stati Uniti come dimostrò la “sentenza Brown” nel 1954 ed il primo matrimonio interetnico celebratosi nel 1967 tra l'afroamericano James Van Hook e la bianca Liana Peters[9].

Nel 1948 in seguito alla Dichiarazione universale dei diritti umani, la schiavitù così come la tratta di esseri umani, furono banditi in tutto il mondo. L'idea di un definitivo affrancamento da qualsiasi forma di schiavitù, tuttavia, abbisogna ancora di molti sforzi prima di essere raggiunta. Il medesimo documento afferma:

«nessuno può essere sottoposto in stato di schiavitù o servitù; il commercio di schiavi deve essere proibito in tutte le sue manifestazioni[10]»

Leggi emanate nei primi anni del 2000 in Francia,[11] così come negli Stati Uniti, confermano l'orientamento del legislatore nel contrastare le diverse forme di schiavitù contemporanee. La legge statunitense,[12] in particolare, prevedeva che l'amministrazione americana:

  • integrasse i Country Reports sui diritti umani (che la segreteria di Stato redige ogni anno) con dati paese per paese sull'esistenza di gravi forme sulla tratta di persone;
  • costituisse un'Inter-Agency Task Force to Monitor and Combat Trafficking che, a decorrere dal 2002, pubblicasse annualmente una lista di Stati che non rispettano degli standard minimi nella lotta alla tratta di esseri umani, con prevedibili conseguenze politico-diplomatiche.

Successivamente furono approvate - previe interessanti relazioni parlamentari sul fenomeno, come il Rapporto all'Assemblea Nazionale francese della missione di informazione comune sulle diverse forme di schiavitù moderna - nuove disposizioni che si arricchivano di alcuni dei contributi scientifici più recenti. Non a caso tali studi[13] provenivano da ambiti geografici (Stati Uniti d'America, Australia) dove con crescente attenzione si fronteggia la problematica della tratta delle persone elaborati dopo la scoperta delle ingenti dimensioni raggiunte dal fenomeno delle nuove forme di schiavismo.

Da ciò prese le mosse l'iter legislativo con cui l'Italia, novellando l'art. 600 c.p. e seguenti del codice penale, ha soddisfatto l'esigenza di apprestare una risposta sanzionatoria assai incisiva contro queste tipologie di sfruttamento. Una particolare attenzione è stata riservata all'evoluzione dello strumento cautelare reale, alla luce delle proposte emerse in sede di Consiglio dell'Unione europea che intenderebbero creare una procedura speciale di "blocco dei beni" (funzionalizzato alla confisca, recentemente evolutasi proprio in sede europea in direzione dell'inclusione del valore equivalente al profitto o prezzo del reato) per alcuni reati tra cui la tratta delle persone.

Tratta di esseri umani e traffico di migranti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Traffico di migranti.

Divergenze d'impostazione giuridica che continuano a sussistere tra gli Stati della comunità internazionale hanno indotto la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale a distinguere, nei suoi due protocolli aggiuntivi, rispettivamente, la "tratta di esseri umani" (human trafficking) e il "traffico di migranti" (migrant smuggling)[14][15], nonostante la frequente connessione tra i due fenomeni.[16]

Mentre, infatti, il traffico di migranti si può configurare come un reato contro lo Stato e spesso implica un interesse reciproco del trafficante e della vittima, la tratta degli esseri umani configura un reato contro la persona e presuppone come obiettivo lo sfruttamento della risorsa umana. Infine si può suddividere quest'ultimo in "sfruttamento di manodopera" e "sfruttamento sessuale" fino ad includere la fattispecie più grave: lo "sfruttamento dei minori", sia per fini ergonomici che biologici.

Il traffico di migranti è anche noto come “favoreggiamento dell'immigrazione clandestina”.[14] Essa consiste nella richiesta volontaria da parte di migranti, magari dietro il pagamento di un corrispettivo a certi individui di dubbia liceità, per il trasporto di cose o persone da un paese ad un altro dove l'ingresso sarebbe ostacolato dalle leggi di quel paese. Molto spesso, in prossimità dei confini internazionali, intere imbarcazioni di trafficanti sono bloccate dall'autorità giudiziaria con il conseguente piantonamento dei migranti in apposite strutture di accoglienza e, in qualche caso, con l'arresto dei criminali. Talvolta l'insieme di passeggeri trattenuti in una nave supera di parecchio le centinaia e, a causa delle cattive condizioni di navigazione, non sono stati pochi i casi in cui è stato necessario il ricovero in ospedale per molte donne e bambini o, peggio ancora, i casi di naufragio.

Problemi terminologici

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Secondo alcuni accademici, il concetto di tratta di esseri umani è oscuro e fuorviante. In particolare, è stato detto che mentre la tratta di esseri umani è vista come un crimine monolitico, in realtà può trattarsi di un atto di immigrazione clandestina che coinvolge diverse condotte talvolta illegali talvolta legali.

Laura Agustin afferma che non tutto ciò che può sembrare coercitivo è considerato tale dal migrante[17]:

«Gli aspiranti viaggiatori sono adescati dagli intermediari che vendono informazioni, servizi e documenti. Quando i viaggiatori non possono permettersi di comprare questi biglietti a titolo definitivo, contraggono un debito»

Altri affermano che mentre tali debiti possono indurre in condizioni estreme, solitamente intervengono su base volontaria.

I critici dell'attuale approccio alla tratta dicono che molta della violenza e dello sfruttamento subiti dai migranti illegali derivano proprio dal fatto che la loro immigrazione e il loro lavoro sono illegali e non primariamente da presunte malvagie reti di trafficanti[18]. Altri credono che tutto il discorso sulla tratta può essere dannoso agli interessi dei migranti in quanto nega loro capacità d'azione e depoliticizza il dibattito sull'immigrazione[19].

Tipi di sfruttamento

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La tratta degli esseri umani, pur essendo di solito collegabile alla criminalità organizzata transnazionale, non richiede necessariamente che la vittima stessa varchi un confine: è la finalità di sfruttamento, piuttosto che il semplice "movimento" da un paese all'altro, a qualificare il crimine, tant'è vero che esso comprende anche la "re-immissione nella tratta" all'interno del paese di destinazione, che in molti casi fa parte di una stessa catena od operazione.

Le vittime di tratta di esseri umani non sono libere di muoversi prima di giungere a destinazione ma rimangono rinchiuse nel mezzo di trasporto contro la propria volontà e costrette a lavorare o comunque a provvedere ai bisogni dei trafficanti sia di natura economica che sessuale[20][21]. Talvolta la retribuzione consiste nella medesima possibilità per la vittima di essere liberata dallo sfruttamento.

È probabilmente la più recente forma di tratta conosciuta allo stato attuale, e allo stesso tempo è il metodo più frequente di sfruttamento. Le vittime cominciano a diventare tali quando il proprio lavoro è richiesto come una forma di retribuzione per un prestito o un servizio nel quale i termini e le condizioni non sono state definiti o nel quale il valore iniziale dei servizi prestati alla vittima sono stati valutati a prescindere dalla liquidazione effettiva del debito e, comunque, quando il valore finale del proprio lavoro risulta più grande della somma originaria prestata[22].

Lavori forzati

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Si riferisce ad un insieme di situazioni nelle quali le vittime sono costrette a compiere qualche prestazione lavorativa contro la propria volontà, sotto la minaccia della violenza o di qualche altra forma di punizione, la loro libertà è limitata così come la propria discrezionalità. Gli uomini sono più a rischio nei casi di lavori sub-qualificati, che globalmente generano circa 31 miliardi di dollari[23]. Forme di lavori forzati possono includere servitù domestica, sfruttamento della manodopera agricola, sfruttamento della manodopera industriale e accattonaggio.[22].

Tratta a sfondo sessuale

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È uno dei più frequenti oltre che ad essere più facilmente perseguito dai trafficanti. Individui, circostanze e situazioni vulnerabili che includono persone senza fissa dimora, minori abbandonati, nomadi, rifugiati e tossicodipendenti. Nonostante possa sembrare che le vittime dei traffici siano più vulnerabili in regioni dove sono presenti determinate minoranze, in realtà le vittime sono sfruttate in maniera consistente a prescindere dal ceppo etnico e dall'origine sociale[24].

I trafficanti, cd. "protettori" o "maitresse", approfittando della vulnerabilità e della carenza di opportunità in una data regione, diffondono false promesse quali, ad esempio offerte di matrimonio, contratti di lavoro, livelli supremi d'istruzione e, comunque, tutto ciò che può far sembrare la vita migliore[24]. Le destinazioni reali che si celano dietro tali promesse, in ogni caso, inducono alla prostituzione nell'industria del sesso, l'esibizione in locali notturni, la riproduzione di lungometraggi pornografici e altre forme di involontaria servitù.

La tratta a sfondo sessuale coinvolge agenti collocati a livello internazionale che fungono da intermediari tra clienti e prostitute da un paese all'altro. Le vittime sono costrette ad accompagnare i trafficanti, in base a qualche promessa di lauto guadagno ma, una volta giunti a destinazione, queste scoprono l'inganno nonché la reale natura della prestazione verso la quale sono obbligate ad adempiere, e dalla quale è quasi impossibile liberarsi[25]. Secondo il Dipartimento di Stato americano nel 2009, ci sono stati 1229 incidenti causati dalla tratta dal gennaio 2007 al settembre 2008. Di questi, l'83% era a sfondo sessuale, sebbene solo il 9% di tutti i casi sia da addurre come esempio da tratta di esseri umani[26].

Lavoro minorile

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Lo stesso argomento in dettaglio: Lavoro infantile.

È una forma di sfruttamento che può comportare seri rischi sullo sviluppo dei minori in tutte le sue forme: biologico, psicologico, spirituale, morale e giuridico. L'Organizzazione internazionale del lavoro stima che nel mondo vi siano fino a 246 milioni di minori vittime di tali sfruttamenti con un'età variabile dai cinque ai diciassette anni coinvolti in diverse attività illecite quali strozzinaggio, coinvolgimento nell'esercito, prostituzione, pornografia, commercio di droga o di armi ed altre attività illecite.

Tratta di minori

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Lo stesso argomento in dettaglio: Traffico di minori in India.

Si riferisce al reclutamento, al trasporto, al trasferimento, alla custodia di minori per fini di sfruttamento. Questo tipo di reato può assumere diverse forme a seconda della destinazione dell'attività illecita[27][28] quali l'induzione all'elemosina, la rimozione di organi vitali, l'adozione internazionale, le proposte di matrimonio e, non per ultimo, l'adesione a sette esoteriche[29]. Si stima che nel 2010 la Thailandia ed il Brasile siano i paesi con il più alto tasso criminale di tratta di minorenni[30].

Adozione internazionale

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La tratta di minori spesso coinvolge anche i genitori nella misura in cui sono titolari di certe ricchezze che possono essere alienate sia con la minaccia, magari come contropartita di un debito non riscosso, sia con l'inganno annunciando false promesse di carriera. Molti genitori o coloro che ne fanno le veci, tuttavia, non si fanno scrupoli nell'ottenere un immediato e lauto guadagno dalla vendita dei propri figli in vista, magari, di un'adozione all'estero[31]. Negli ultimi tempi, infatti, non sono stati rari i casi di tratta di donne incinte nonché di concezioni programmate al solo scopo di destinare i neonati al commercio internazionale[32] spesso sfociati in scandali internazionali come nel caso della tratta di minori tra Stati Uniti ed India che ha permesso di calcolare in anticipo quei fattori che hanno poi permesso di prevedere il perpetrarsi di tali vicende[33][34].

Criminalistica

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Al 2003, secondo l'ONU solo il numero dei bambini trafficati ogni anno nel mondo si aggirerebbe intorno ad 1,2 milioni di individui; i dati Unicef[35] denunciano che un milione di bambini entrano nel giro della prostituzione ogni anno; oltre l'80 per cento della tratta di esseri umani provenienti dall'Albania consiste in ragazze minorenni; circa 200 000 bambini vengono trafficati ogni anno nell'Africa Occidentale e centrale; circa un terzo della tratta globale di donne e bambini avviene all'interno dell'Asia sud orientale.

La tratta non è solo un lucro redditizio per molti soggetti senza scrupoli, ma è identificato come l'attività criminale più ricercata del mondo[36], seconda solo al commercio e spaccio di droga[37].

Si stima che nel 2004, il totale di introiti derivanti dalla tratta di esseri umani ammontava tra un minimo di cinque ed un massimo di nove miliardi di dollari[38] con punte di 31,6 miliardi raggiunte nel 2005[39].

Nel 2008 le Nazioni Unite hanno registrato approssimativamente 2,5 milioni di persone provenienti da 127 diversi paesi che sono state coinvolte nella tratta[40].

Comunque, è stato dichiarato che molte di queste statistiche sono condizionate dalle organizzazioni di advocacy e dalle politiche anti-tratta dei governi locali. A causa della definizione risulta un processo e non un atto singolarmente definito e a causa del fatto che si tratta di un fenomeno dinamico in costante aumento con schemi relativi alla situazione economica, gran parte della valutazione statistica è fuorviante.[41]

Risultati dei sistemi di difesa sociale adottati in diversi paesi per prevenire la tratta di esseri umani a partire dal 2010 Dipartimento di Stato americano Rapporto sulla tratta degli esseri umani[42]
Tratta di persone nel mondo
Nazione Area 2010[42] 2011[43]
a a
Afghanistan Asia Centrale 2w 2w
Albania Europa meridionale 2 2
Algeria Nord Africa 2w 3
Angola Africa Centrale 2 2w
Antigua e Barbuda Caraibi 2 2
Arabia Saudita Medio Oriente 3 3
Argentina Sudamerica 2 2
Armenia Eurasia 2 2
Aruba Caraibi - 2
Australia Oceania 1 1
Austria Europa Centrale 1 1
Azerbaigian Eurasia 2w 2w
Bahamas Oceano Atlantico 2 2w
Bahrein Medio Oriente 2 2
Bangladesh Estremo Oriente 2w 2w
Barbados Antille 2w 2w
Belgio Europa Occidentale 1 1
Belize America Centrale 2w 2
Benin Africa Occidentale 2 2
Bielorussia Europa orientale 2 2
Birmania Asia 3 3
Bolivia Sudamerica 2 2
Bosnia ed Erzegovina Europa Occidentale 1 1
Botswana Africa meridionale 2 2
Brasile Sudamerica 2 2
Brunei Medio Oriente 2w 2w
Bulgaria Europa orientale 2 2
Burkina Faso Africa Occidentale 2 2
Burundi Africa Orientale 2 2w
Cambogia Estremo Oriente 2 2
Camerun Africa Occidentale 2w 2w
Canada Nord America 1 1
Ciad Africa Centrale 2w 2w
Cile Sudamerica 2 2
Cina Estremo Oriente 2w 2w
Cipro Europa meridionale 2 2w
Colombia Sudamerica 1 1
Comore Oceano Indiano - 2w
Congo Africa Centrale 2w 2w
Corea del Nord Estremo Oriente 3 3
Corea del Sud Estremo Oriente 1 1
Costa d'Avorio Africa Occidentale 2w -
Costa Rica America Centrale 2 2w
Croazia Europa Centrale 1 1
Cuba Caraibi 3 3
Curaçao Caraibi - 2w
Danimarca Nord Europa 1 1
Ecuador Sudamerica 2 2w
Egitto Nord Africa 2 2
El Salvador America Centrale 2 2
Emirati Arabi Uniti Medio Oriente 2 2
Eritrea Africa Orientale 3 3
Estonia Nord Europa 2 2w
Etiopia Africa Orientale 2 2
Figi Melanesia 2w 2
Filippine Estremo Oriente 2w 2
Finlandia Nord Europa 1 1
Formosa Asia 1 1
Francia Europa Occidentale 1 1
Gabon Africa Centrale 2w 2
Gambia Africa Occidentale 2 2w
Georgia Eurasia 1 1
Germania Europa Occidentale 1 1
Ghana Africa Occidentale 2 2
Giamaica Caraibi 2 2
Giappone Estremo Oriente 1 1
Gibuti Africa Orientale 2 2
Giordania Medio Oriente 2 2
Grecia Europa Centrale 2 2
Guatemala America Centrale 2w 2
Guinea Africa Occidentale 2w 2w
Guinea-Bissau Africa Occidentale 2w 3
Guinea Equatoriale Africa Centrale 2w 3
Guyana Sudamerica 2w 2
Honduras America Centrale 2 2
Hong Kong Estremo Oriente 2 2
India Asia 2w 2
Indonesia Estremo Oriente 2 2
Iran Asia Centrale 3 3
Iraq Asia Occidentale 2w 2w
Irlanda Europa 1 1
Islanda Nord Europa 2 2
Isole Marshall Oceano Pacifico - 2
Isole Salomone Oceania 2w 2w
Israele Medio Oriente 2 2
Italia Europa 1 1
Kazakistan Asia 2w 2
Kenya Africa Orientale 2 2
Kirghizistan Asia Centrale 2 2
Kiribati Oceano Pacifico 2w 2w
Kosovo Europa centrale 2 2
Kuwait Medio Oriente 3 3
Laos Estremo Oriente 2w 2
Lesotho Africa meridionale 2w 2
Lettonia Europa Orientale 2 2
Libano Medio Oriente 2w 3
Liberia Africa Occidentale 2 2w
Libia Nord Africa 2w 3
Lituania Europa Orientale 1 1
Lussemburgo Europa Centrale 1 1
Macao Estremo Oriente 2 2
Macedonia del Nord Europa Centrale 2 1
Madagascar Oceano Indiano 2w 3
Malawi Africa meridionale 2 2
Maldive Oceano Indiano 2w 2w
Malaysia Estremo Oriente 2w 2w
Mali Africa Occidentale 2w 2w
Malta Europa meridionale 2w 2w
Marocco Nord Africa 2 2
Mauritania Nord Africa 3 3
Mauritius Oceano Indiano 1 1
Messico America Centrale 2 2
Micronesia Oceania 2w 3
Moldavia Europa Orientale 2w 2
Mongolia Estremo Oriente 2 2
Montenegro Europa meridionale 2 2
Mozambico Africa meridionale 2w 2
Namibia Africa meridionale 2 2
Nepal Estremo Oriente 2 2
Nicaragua America Centrale 2w 2
Niger Africa Occidentale 2w 2w
Nigeria Africa Occidentale 1 1
Norvegia Africa Occidentale 1 1
Nuova Zelanda Oceania 1 1
Oman Medio Oriente 2 2
Paesi Bassi Europa Occidentale 1 1
Pakistan Asia 2 2
Palau Oceano Pacifico 2 2
Panama America Centrale 2w 2w
Papua Nuova Guinea Oceania 3 3
Paraguay Sudamerica 2 2
Perù Sudamerica 2 2
Polonia Europa Orientale 1 1
Portogallo Europa Occidentale 2 1
Qatar Medio Oriente 2w 2w
Regno Unito Nord Europa 1 1
Repubblica Ceca Europa Centrale 1 2
Repubblica Centrafricana Africa Centrale 2w 3
Repubblica Democratica del Congo Africa Centrale 3 3
Repubblica Dominicana Caraibi 3 2w
Romania Europa Centrale 2 2
Ruanda Africa Orientale 2 2
Russia Eurasia 2w 2w
Saint Vincent e Grenadine Caraibi 2w 2w
Saint Lucia Caraibi - 2
Senegal Africa Occidentale 2w 2
Serbia Europa Centrale 2 2
Seychelles Oceano Indiano - 2
Sierra Leone Africa Occidentale 2 2
Singapore Estremo Oriente 2w 2
Siria Medio Oriente 2w 2w
Slovacchia Europa Centrale 2 1
Slovenia Europa Centrale 1 1
Spagna Europa Occidentale 1 1
Sri Lanka Estremo Oriente 2w 2
Stati Uniti d'America Nord America 1 1
Sudafrica Africa meridionale 2 2
Sudan Nord Africa 3 3
Suriname Sudamerica 2 2
Svezia Nord Europa 1 1
Svizzera Nord Europa 2 2
Swaziland Africa meridionale 2w 2
Tagikistan Asia 2w 2
Tanzania Africa Orientale 2w 2w
Thailandia Estremo Oriente 2w 2w
Timor Est Estremo Oriente 2 2
Togo Africa Occidentale 2 2
Tonga Oceano Pacifico - 2
Trinidad e Tobago Caraibi 2w 2
Tunisia Nord Africa 2w 2w
Turchia Europa Orientale 2 2
Turkmenistan Asia Centrale 2w 3
Ucraina Europa Orientale 2 2
Uganda Africa Orientale 2 2
Ungheria Europa Centrale 2 2
Uruguay Sudamerica 2 2
Uzbekistan Asia 2w 2w
Venezuela Sudamerica 2w 3
Vietnam Estremo Oriente 2w 2w
Yemen Medio Oriente 2w 3
Zambia Africa meridionale 2 2
Zimbabwe Africa meridionale 2w 2w

L'indice anti-tratta

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Il 3P Anti-trafficking Policy Index misura l'efficacia delle politiche pubbliche nella lotta alla tratta di esseri umani basata sulla valutazione dei requisiti minimi prescritti delle Nazioni Unite. Il livello qualitativo è stimato tramite una scala ascendente di misura fino a cinque punti, dove “5” indica il valore migliore. Lo scopo è di valutare le politiche pubbliche in base a tre item: perseguire i trafficanti, proteggere le vittime e prevenire il crimine. Ogni item è aggregato all'indice complessivo tramite una sommatoria variabile da 3 a 15 con 15 valore migliore.

I risultati delle rilevazioni dell'indice mostrano che le politiche anti-tratta sono state migliorate nell'ultimo decennio; altri miglioramenti sono stati riscontrati nella prevenzione e nella persecuzione del crimine. Nel 2009, ad esempio, sette paesi hanno dimostrato il punteggio più elevato (15 punti) in tutti gli item: Germania, Australia, Paesi Bassi, Italia, Belgio, Svezia e Stati Uniti d'America. Il gruppo successivo di paesi ha dimostrato un punteggio relativamente inferiore (14 punti): Francia, Norvegia, Corea del Sud, Croazia, Canada, Austria, Slovenia e Nigeria. La peggiore performance è stata rilevata dalla Corea del Nord (3 punti), seguita dalla Somalia[44].

Organizzazioni internazionali contro la tratta di esseri umani

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Nazioni Unite

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Nel 2000 le Nazioni Unite hanno promulgato la “Convenzione contro il crimine organizzato transnazionale” cd. “Convenzione di Palermo” distinta in due protocolli:

Tutti questi strumenti cercano di intervenire nell'attuale sistema internazionale di norme sulla tratta di esseri umani.

L'Ufficio per la prevenzione e la lotta al narco-traffico (UNODC) ha assistito molte organizzazioni non governative nella lotta contro la tratta di esseri umani. Il conflitto esploso nel 2006 in Libano, che ha visto coinvolti circa 300 000 lavoratori provenienti da Sri Lanka, Etiopia e Filippine vittime dei trafficanti, ha indotto l'UNODC ha promuovere una campagna informativa di concerto con la Caritas al fine di incrementare il livello di attenzione su tali problemi. In aggiunta, il rapporto finale permise di identificare 127 paesi di origine, 98 di transizione e 137 di destinazione utilizzati dai trafficanti. Anche nel 2007 l'UNODC ha promosso altre iniziative come il “Community Vigilance Project” sul confine tra India e Nepal e ha erogato una serie di risorse per le campagne in Bosnia, Erzegovina e Croazia.[45] mettendo a disposizione canali mediatici per la loro massima pubblicizzazione possibile.

Il Progetto Globale delle Nazioni Unite per combattere la tratta di esseri umani (UNGIFT) è stato lanciato nel marzo 2007 di concerto con gli Emirati Arabi Uniti ed in cooperazione con l'Organizzazione internazionale del lavoro, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, l'Unicef, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Nell'ambito del medesimo progetto, l'UNODC ha lanciato una sperimentazione per rilevare dati sulla risposta nazionale sulla tratta di esseri umani nel mondo, pubblicata postuma nel Rapporto globale sulla tratta di persone nel febbraio 2009. I risultati confermano le informazioni su 155 paesi circa il sistema legale, il diritto penale e l'assistenza alle vittime nonché la collaborazione con tutti gli interessati quali governi locali, imprese, università, società civile e mass media al fine di supporto reciproco, creare nuove partnership e sviluppare strumenti efficaci di lotta alla tratta.

Il progetto è basato su un principio molto semplice: la tratta di esseri umani è un crimine di una portata inimmaginabile e di un'atrocità che non può essere paragonata a niente al mondo; è un problema globale che richiede risposte globali, strategie pianificate al fine di disporre le dovute iniziative in tutto il mondo. Aprire la strada a tale strategia implica che i fattori d'interesse devono coordinare le risorse ancora in corso, accrescere la conoscenza e la consapevolezza, provvedere assistenza tecnica, promuovere efficaci risposte giuridiche, costruire competenze istituzionali e non, accogliere collaborazioni per azioni concertate, e, soprattutto, assicurare che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Al fine di incoraggiare e facilitare la cooperazione ed il coordinamento delle attività, l'UNGIFT spera di creare una sinergia tra le attività anti-tratta e quelle delle Nazioni Unite, organizzazioni internazionali e altri fattori d'interesse per sviluppare i più efficaci strumenti di intervento.

L'obiettivo è di stimolare le organizzazioni, sia governative che non, a sradicare la tratta magari riducendo allo stesso tempo la vulnerabilità delle vittime nonché la domanda di sfruttamento in tutte le sue forme, assicurando adeguata protezione e sostegno alle vittime e garantendo un giusto processo agli imputati con la certezza della pena, nel rispetto dei diritti umani di ciascuno. Il centralino nazionale per la lotta alla tratta di esseri umani offre un servizio di aiuto immediato 24 ore su 24 sulla base del “Progetto Polaris”, un'organizzazione non governativa che lavora nel medesimo ambito. Il data base aggiornato fornisce statistiche sui casi, anche sospetti, negli Stati Uniti.

Consiglio d'Europa

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Il Consiglio d'Europa, riunito in assise a Varsavia il 16 maggio 2005, ha promulgato la Convenzione contro la Tratta degli esseri umani[46] firmata da circa 43 paesi, che istituisce una Commissione di esperti (GRETA) con il compito di monitorare ed implementare i punti centrali della Convenzione. Analogamente è stato fatto con i diritti dei minori a Lanzarote il 25 ottobre 2007. In aggiunta, la Corte Europea per i diritti umani di Strasburgo ha emesso diverse sentenze in merito: Siliadin v. Francia, del 26 luglio 2005, e Rantsev v. Cipro e Russia, del 7 gennaio 2010. È stata istituita la Giornata europea contro la tratta di esseri umani il 18 ottobre.

Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa

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Nel 2003 l'OSCE ha stabilito un meccanismo anti-tratta finalizzato ad incrementare l'attenzione dell'opinione pubblica sul problema con la partecipazione politica dei paesi membri e coordinata dal Office of the Special Representative for Combating the Traffic of Human Beings presieduto da Eva Biaudet membro del Parlamento e Ministro dell'integrazione socio-sanitaria in Finlandia. Le attività dell'Ufficio spaziano dalla formazione alle forze dell'ordine per identificare la tratta e per promuovere politiche finalizzate a prevenire la criminalità. Inoltre, sono prese in considerazione le richieste dei governi locali in tema di assistenza legale, amministrativa e politica.

Altre organizzazioni

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L'attività tesa a combattere la tratta varia da governo a governo[47]. Alcuni hanno introdotto una legislazione specifica finalizzata a rendere la tratta illegale. I governi inoltre hanno sviluppato appositi sistemi di cooperazione internazionale anche di concerto con le organizzazioni non governative. Molti paesi hanno avuto a che fare con problemi di identificazione e protezione delle vittime, politiche che potenzialmente vittimizzavano le persone, insufficiente prevenzione alle persone più vulnerabili. Particolari problemi sono stati riscontrati in quei paesi nel tentare di rilevare ulteriori scopi diversi dalla tratta. Oltre a tali iniziative, i governi possono attivarsi in tre maniere:

  1. incrementare l'attenzione dell'opinione pubblica, particolarmente in quei paesi dove i trafficanti sono più attivi.
  2. implementare la formazione delle forze di polizia, di assistenti sociali e impiegati della pubblica amministrazione in modo da prepararli ad affrontare meglio i singoli casi
  3. trasmettere campagne informative, laddove la prostituzione è legale, nei pressi dei bordelli in modo da avvisare preventivamente gli eventuali clienti sui pericoli della tratta.[48] or through posters.[49]

Prospettive sulla lotta alla tratta di esseri umani

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«Malgrado la crescente attenzione per il flagello della tratta di esseri umani, ogni anno milioni di persone in tutto il mondo continuano ad essere rese vittime dalla tratta per sfruttamento economico o sessuale e per altre forme di schiavitù o assimilabili ad essa, in violazione dei loro diritti umani fondamentali»

Sia il dibattito sulla tratta che sui trafficanti hanno subito diverse critiche dagli accademici e dai giornalisti su almeno tre temi: metodologia, terminologia e politiche da adottare.[50][51][52]

  1. ^ LEGGE 16 marzo 2006, n. 146, in Gazzetta Ufficiale.
  2. ^ Migrant Smuggling FAQs, in UNODC.
  3. ^ Vedi for example: US Department of State, 2010, Trafficking in Persons (TIP) Report 2010.
  4. ^ Bialik, Carl, 2010, Suspect Estimates of Sex Trafficking at the World Cup, The Wall Street Journal, 19 June.
  5. ^ Vedi also: US Government Accountability Office, 2006, Human Trafficking: Better Data, Strategy and Reporting Needed to Enhance U.S. Antitrafficking Efforts Abroad, Highlights of GAO-06-825 Report, Washington, DC.
  6. ^ Agustin, Laura, 2008, Sex at the Margins: Migration, Labour Markets and the Rescue Industry, London and New York: Zed Books.
  7. ^ Rothschild, Nathalie, 2009b, Rescue: A New PC Term for Repatriation Archiviato il 5 novembre 2011 in Internet Archive., spiked, 26 October.
  8. ^ The Man That Was a Thing: Reconsidering Human Commodification in Slavery. By: RINEHART, NICHOLAS T. Journal of Social History. Fall 2016, Vol. 50 Issue 1, p28-50. 23p.
  9. ^ I matrimoni interrazziali autorizzati in Florida, (1967) “Problemi minorili”, 6, p. 807
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  11. ^ Legge approvata dall'Assemblea Nazionale in prima lettura il 24 gennaio 2002
  12. ^ Legge n. 106-386 Victims of Trafficking and Violence Protection Act, 2000
  13. ^ Amy O'Neill R., Tratta internazionale delle donne verso gli Stati Uniti; Id., Una manifestazione di schiavismo contemporaneo e di crimine organizzato; Graycar A., Tratta di esseri umani
  14. ^ a b DOCUMENTO CONCLUSIVO DELL'INDAGINE CONOSCITIVA SULLA TRATTA DEGLI ESSERI UMANI, in Camera dei deputati.
  15. ^ Traffico esseri umani e nuove schiavitù, in Camera dei deputati.
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  17. ^ Laura María Agustín, Sex at the Margins: Migration, Labour Markets and the Rescue Industry, Zed Books, 2007
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  47. ^ Cho, Seo-Young, Axel Dreher and Eric Neumayer (2011), The Spread of Anti-trafficking Policies - Evidence from a New Index, Cege Discussion Paper Series No. 119, Georg-August-University of Goettingen, Germany. (PDF). URL consultato il 13 novembre 2011.
  48. ^ Global TV Campaign on Human Trafficking, UN Office on Drugs and Crime, 2003. URL consultato il 5 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2007). (archived from the original Archiviato il 6 ottobre 2007 in Internet Archive. on 2007-10-0-6)
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  50. ^ Dumienski, Zbigniew, 2011, ‘Critical Reflections on Anti-human Trafficking: The Case of Timor-Leste' Archiviato il 1º ottobre 2011 in Internet Archive., NTS Alert, May, Issue 2, Singapore: RSIS Centre for Non-Traditional Security (NTS) Studies for NTS-Asia.
  51. ^ Vedi: both blog and the book "Sex at the Margins" by Laura Agustin.
  52. ^ For example: Nathalie Rothschild, More evidence that trafficking is a myth Archiviato il 31 maggio 2011 in Internet Archive., 27 April 2009, spiked-online.com.

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