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D'You Know What I Mean?

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D'You Know What I Mean?
singolo discografico
Screenshot tratto dal video del brano
ArtistaOasis
Pubblicazione7 luglio 1997
Durata7:42
Album di provenienzaBe Here Now
GenereRock alternativo
Britpop
EtichettaCreation Records
ProduttoreOwen Morris e Noel Gallagher
FormatiCD, 7", 12", cassetta
Certificazioni
Dischi d'oroNorvegia (bandiera) Norvegia[1]
(vendite: 5 000+)
Nuova Zelanda (bandiera) Nuova Zelanda[2]
(vendite: 7 500+)
Svezia (bandiera) Svezia[3]
(vendite: 25 000+)
Dischi di platinoRegno Unito (bandiera) Regno Unito[4]
(vendite: 600 000+)
Oasis - cronologia
Singolo precedente
(1996)
Singolo successivo
(1997)

D'You Know What I Mean? è una canzone del gruppo rock inglese Oasis. È il brano di apertura del terzo album del gruppo, Be Here Now del 1997.

L'attesa per l'uscita del singolo fu enorme[5]: il brano esordì alla posizione numero 1 nella classifica britannica dei singoli[6] ed è la terza canzone degli Oasis a saltare direttamente alla prima posizione. Conta 162 000 copie vendute nel primo giorno di pubblicazione e 370.000 alla fine della prima settimana, traguardi che ne fanno uno dei singoli venduti più velocemente nella storia della musica; la canzone ha in seguito ottenuto il disco di platino per le vendite nel Regno Unito[4]. Nell'ottobre 2011 è stata collocata al 77º posto in una classifica delle 150 migliori canzoni degli ultimi 15 anni redatta dalla rivista britannica NME[7].

Nel luglio 2016, in occasione dell'annuncio ufficiale dell'uscita della ristampa di Be Here Now, ricca di contenuti extra come versioni alternative di lati b, registrazioni demo e inediti degli Oasis del periodo, è stato diffuso un nuovo mix di D'You Know What I Mean? curato da Noel Gallagher. Per l'occasione anche la copertina del singolo è stata rivisitata: il grafico Brian Cannon ha utilizzato uno scatto scartato dalla sessione originaria[8].

«D'You Know What I Mean? è l'esempio più grandioso del talento di Noel Gallagher nel manipolare frasi senza senso in una sembianza convincente di significato.»

La canzone si apre con una lunga introduzione di effetti sonori, inclusi il rumore del motore di aereo e un messaggio in codice Morse.

La celebre rivista musicale Rolling Stone, nella sua recensione a Be Here Now, sottolineò la genialità del brano in questi termini:

«D'You Know What I Mean?: sette minuti di genialità semplice e mirata. La roba importante è tutta qui: il cigolio del feedback sonoro, la distorsione a motosega e il wah-wah simile a tosse di un'orchestra chitarristica enorme e brutale; un ritmo lento e forte, alimentato in misura eccessiva da un campionamento di batteria di Straight Outta Compton degli N.W.A.; un cantante che esaspera la presuntuosa ostentazione delle parole del testo ("All my people right here, right now/They know what I mean") con un ululato acido e un gusto per l'arroganza; un grande finale in cui ogni cosa è nel mix - le chitarre, le voci raglianti, il potente battito della sezione ritmica - è risucchiato nel rombo del motore del jet del coro dilatato.»

Le critiche rivolte al brano ne hanno sottolineato la presunta mancanza di originalità: gli accordi della chitarra nel verso iniziale e nel ritornello, infatti, sono gli stessi di un altro celebre singolo degli Oasis, Wonderwall (Mim7, Sol, Re sus4, La sus)[11]. Inoltre come base della canzone è stato utilizzato un campionamento di batteria degli N.W.A.. La critica inglese di AllMusic la etichettò come "Oasis' first boring single", cioè il primo singolo noioso della band.

Primo lato b del singolo, è diventato subito molto popolare tra i fan, tanto da essere votato per farlo entrare nella raccolta di lati b The Masterplan, pubblicata l'anno successivo. La canzone è uno dei soli lati b appartenenti al periodo dell'album Be Here Now a far parte della raccolta (la seconda, Going Nowhere, è il lato b del singolo Stand by Me). Originariamente la canzone Stay Young era stata concepita come parte integrante dell'album Be Here Now stesso, ma Noel le preferì Magic Pie e si giustificò dicendo che non era molto affezionato alla canzone; inoltre, come egli stesso ha affermato in un'intervista rilasciata pochi giorni dopo l'uscita di The Masterplan[12], è la b-side che apprezza di meno tra quelle scelte per figurare all'interno della raccolta.

Nel 1998 il brano ha fatto parte della colonna sonora del film The Faculty.

Angel Child (Demo)

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Il secondo lato b, Angel Child (Demo), è un brano acustico cantato da Noel Gallagher. Durante il periodo in cui Noel militava negli Oasis, è stato suonato un'unica volta, per una stazione radiofonica spagnola, per promuovere il singolo, nel luglio 1997. Da quell'occasione non è stato più riproposto nella scaletta di un concerto per oltre quindici anni: solamente il 14 agosto 2012, durante un'esibizione acustica benefica a Londra del suo nuovo gruppo Noel Gallagher's High Flying Birds, l'autore ha eseguito la canzone per la seconda volta dalla sua pubblicazione, dichiarando al pubblico presente:

«La prossima canzone non l'ho mai, mai suonata dal vivo prima d'ora. E non solo: non l'ho nemmeno più sentita da quando l'ho registrata!»

Heroes, terzo e ultimo b-side presente solo nella versione CD del singolo, è una cover della nota canzone di David Bowie.

Commenti di Noel Gallagher

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Nel 1997, in un'intervista alla rivista Q per la promozione di Be Here Now, Noel Gallagher affermò[13] a proposito del primo singolo:

«Stavo per mettere nel ritornello della canzone un po' di frasi profonde, ma non ne venni a capo con nulla di adatto. Allora pensai a "All my people right here, right now. D'You Know What I Mean? Yeah, Yeah...". Molto vago, molto ambiguo, ma lo inserì nel ritornello. Guardati allo specchio mentre la canti e fai l'occhiolino, suona davvero bene. Mi piace da matti quel verso che fa "Coming in a mess, going out in style". Eravamo un gruppo di straccioni di Manchester e ora viaggiamo in Rolls Royce

In un'altra intervista rilasciata alla BBC nel 1997 Noel disse:

«Non riesco a credere che l'abbia scritta, sbalordisce le persone.»

«Il codice Morse in sottofondo è stato ispirato da Strawberry Fields. Avevamo un libro sui codici e abbiamo provato a ritmare Bugger All in modo che seguisse il verso della canzone che fa "Don't look back cos you know what you might see". Ma se c'è qualcuno che sa dirmi cosa abbiamo detto veramente nel codice, per favore me lo faccia sapere.»

Nell'intervista rilasciata nel 2007 alla BBC per la trasmissione Seven Ages of Rock Noel Gallagher dichiarò:

«Sono otto minuti e mezzo, è il primo singolo, la batteria non entra prima che siano passati due minuti - è tutto feedback audio!»

Disse pure che si sarebbe aspettato che qualcuno gli chiedesse di modificare l'introduzione tagliandone alcune parti, ma nessuno lo fece perché la considerazione che in Gran Bretagna avevano per la band era enorme. Gli Oasis eseguirono la canzone a Top of the Pops, eliminando una parte consistente dell'introduzione di effetti sonori[14].

In un'intervista rilasciata nel 2010 a Gary Crowley per il lancio di Time Flies... 1994-2009, Noel ebbe a dire:

«Ricordo che in studio ero irremovibile. Qualcuno faceva: "È un po' lunga". E io facevo: "Non è abbastanza lunga".[15]»

Nel 2016, a colloquio con Keith Cameron, ha dichiarato:

«Penso che stessi cercando di raggiungere qualcosa, ma non riuscivo mai ad arrivarci. Provavo a trovare qualcosa più orientata al groove, ma non ci riuscii, però mi piace molto, devo dire. È il picco degli Oasis di quell'epoca. Mi baloccavo ancora con l'idea di poter tirare fuori altre canzoni dagli accordi di Wonderwall.[15]»

La fotografia che si trova sulla copertina del singolo, ideata Brian Cannon della Microdot, è di Michael Spencer Jones. Fu scattata di fronte ai Blind Steps, una scalinata di Wigan chiamata così perché situata accanto al Blind Workshop, visibile a sinistra nello scatto. Lo scatto rimase segreto per evitarne la sovraesposizione mediatica, ma il giornale The Wigan Evening Post ottenne il diritto esclusivo di seguire l'evento e alla fine vendette le foto al Daily Mirror. Durante la pausa pranzo Liam Gallagher e il designer Brian Cannon si concedettero una birra al vicino pub Crispin Arms.

Video musicale

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Il videoclip della canzone, ambientato in un mondo post-apocalittico, mostra la band che suona tra edifici in rovina in una zona presidiata da numerosi elicotteri. Molti di essi atterrano, sbarcando un numero crescente di persone che si radunano attorno al gruppo e lanciano dei fumogeni colorati. Il frontman Liam Gallagher indossa un anorak e un paio di occhiali da sole creati appositamente per lui, mentre Noel suona una chitarra Gibson Flying V. Il video fu girato nelle officine del gas abbandonate nel quartiere londinese di Beckton, già teatro delle riprese del film Full Metal Jacket di Stanley Kubrick; per l'occasione furono scritte le frasi Do yo know what I mean? e Be here now in ceco sulle pareti di alcuni edifici. A causa dell'utilizzo di due elicotteri Westland Lynx delle forze armate britanniche per le riprese del video, la band venne successivamente accusata di ipocrisia quando nel 2002, dichiarando fermamente la propria opposizione nei confronti della guerra e della militarizzazione, chiesero la rimozione di un filmato di reclutamento per l'esercito che utilizzava in sottofondo la canzone Morning Glory[16].

Nell'agosto 2016, in occasione della campagna di promozione della ristampa di Be Here Now, il management della band ha diffuso una nuova versione del videoclip di D'You Know What I Mean?, realizzato in digitale e con migliorie al colore, al contrasto e nuove scene originariamente tagliate.

«Girammo il video su pellicola 35mm, proprio come se fosse un film. Una ripresa del genere, oggi, sarebbe impensabile per un video musicale: costerebbe troppo. Quella pellicola è stata conservata in modo sicuro negli archivi degli Oasis e questo ci ha permesso di risalire all'originale per ricreare il video. Durante il processo di re-editing abbiamo evidenziato alcuni momenti potenti della performance della band, con riprese degli elicotteri e maggiore energia rispetto a prima»

Altri musicisti
  • Mark Coyle – chitarra

CD

  1. D'You Know What I Mean? – 7:22
  2. Stay Young – 5:06
  3. Angel Child (Demo) – 4:28
  4. Heroes – 4:09 (David Bowie, Brian Eno)

7" CRE

  1. D'You Know What I Mean? – 7:22
  2. Stay Young – 5:06

12"

  1. D'You Know What I Mean? – 7:22
  2. Stay Young – 5:06
  3. Angel Child (Demo) – 4:28

Cassetta

  1. D'You Know What I Mean? – 7:22
  2. Stay Young – 5:06
Classifica (1997) Posizione
massima
Australia[18] 16
Austria[18] 38
Belgio (Fiandre)[18] 32
Belgio (Vallonia)[18] 25
Canada[19] 10
Canada (rock/alternative)[20] 1
Finlandia[18] 1
Francia[18] 37
Germania[18] 27
Giappone[21] 28
Giappone (international)[21] 1
Irlanda[22] 1
Italia[23] 1
Norvegia[18] 3
Nuova Zelanda[18] 4
Paesi Bassi[18] 31
Regno Unito[24] 1
Spagna[25] 1
Stati Uniti (alternative)[26] 4
Stati Uniti (mainstream rock)[26] 36
Stati Uniti (radio)[26] 49
Svezia[18] 2
Svizzera[18] 20
  1. ^ (NO) IFPI Norsk Platebransje, su ifpi.no, International Federation of the Phonographic Industry. URL consultato il 24 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2012).
  2. ^ (EN) NZ Top 40 Singles Chart - 10 August 1997, su nztop40.co.nz, The Official NZ Music Charts. URL consultato il 24 giugno 2015.
  3. ^ (SV) Gold & Platinum 1987–1998 (PDF), su ifpi.se, International Federation of the Phonographic Industry. URL consultato il 24 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2012).
  4. ^ a b (EN) Oasis, D' You Know What I Mean?, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 24 giugno 2015.
  5. ^ (EN) Agnes Severin, Rush for Oasis: know what I mean?, The Independent, 8 luglio 1997.
  6. ^ (EN) Rick Futon, Has the Oasis bubble burst?, Daily Record, 22 luglio 1997. URL consultato il 20 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2016).
  7. ^ (EN) Oasis: 150 Best Tracks Of The Past 15 Years, New Musical Express, 12 ottobre 2011.
  8. ^ (EN) Hear Oasis’ “D’You Know What I Mean? (NG’s 2016 Rethink)” From Be Here Now Deluxe Reissue, StereoGum, 22 luglio 2016.
  9. ^ (EN) Andy Gill, ON OASIS'S `D'YOU KNOW WHAT I MEAN?'... AND THE PRODIGY: Reviews, The Independent, 27 giugno 1997.
  10. ^ (EN) Oasis: Be Here Now : Music Reviews, Rolling Stone, 4 settembre 1997 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
  11. ^ (EN) Charles Arthur, Working out the chords is easy, if you know what I mean, The Independent, 17 agosto 1997.
  12. ^ upinthesite.com - upinthesite Resources and Information
  13. ^ (EN) Q Magazine - September 1997, su geocities.com, geocities.com/sunsetstrip (archiviato dall'url originale il no).
  14. ^ "Oasis- D'You Know What I Mean - Top of the Pops". youtube.com
  15. ^ a b Noel Gallagher su D'You Know What I Mean? degli Oasis (sottotitoli ITA), su youtube.com, YouTube.
  16. ^ "Top soldier blasts 'whingeing' star Archiviato il 4 ottobre 2012 in Internet Archive.". Metro.co.uk
  17. ^ http://www.rockol.it/news-661662/oasis-d-you-know-what-mean-nuovo-video-guarda
  18. ^ a b c d e f g h i j k l (NL) Oasis - D'You Know What I Mean?, su ultratop.be, Ultratop. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  19. ^ (EN) Top Singles - Volume 66, No. 1, September 08 1997, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 24 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  20. ^ (EN) Rock/Alternative - Volume 65, No. 25, August 25 1997, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 24 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  21. ^ a b (JA) Japan #1 IMPORT DISKS by Oricon Hot Singles, su www18.ocn.ne.jp, Oricon. URL consultato il 24 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2010).
  22. ^ Irish Recorded Music Association, Search the Charts - D'You Know What I Mean?, su irishcharts.ie, Fireball Media. URL consultato il 24 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  23. ^ I singoli più venduti del 1997, su hitparadeitalia.it. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  24. ^ (EN) Official Singles Chart Top 100: 3 July 1997 - 19 July 1997, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  25. ^ Fernando Salaverri, Sólo éxitos: año a año, 1959–2002, 1ª ed., Spagna, Fundación Autor-SGAE, settembre 2005, ISBN 84-8048-639-2.
  26. ^ a b c (EN) 277052 – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 23 febbraio 2016. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.

Collegamenti esterni

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