Iran
Iran | |
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Indipendenza, Libertà, La Repubblica Islamica
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Dati amministrativi | |
Nome completo | Repubblica Islamica dell'Iran |
Nome ufficiale | جمهوری اسلامی ایران |
Lingue ufficiali | persiano |
Capitale | Teheran |
Politica | |
Forma di governo | Repubblica islamica presidenziale (teocratica) |
Capo di Stato | Mahmud Ahmadinejad |
Ingresso nell'ONU | 24 ottobre 1945 ² |
Superficie | |
Totale | 1.648.195 km² (18º) |
% delle acque | 0,7% |
Popolazione | |
Totale | 71.973.630 ab. (2011) (17º) |
Densità | 48 ab./km² |
Tasso di crescita | 1,247% (2012)[1] |
Nome degli abitanti | iraniani |
Geografia | |
Continente | Asia |
Confini | Afghanistan, Armenia, Azerbaigian, Iraq, Nagorno-Karabakh (territorio conteso), Pakistan, Turchia, Turkmenistan |
Fuso orario | UTC +3:30 |
Economia | |
Valuta | Riyal iraniano |
PIL (nominale) | 819,799 milioni di $nug (2008) (17º) |
PIL pro capite (nominale) | 13,184 $ (2011) (70º) |
ISU (2011) | 0,707 (alto) (88º) |
Fecondità | 1,7 (2010)[2] |
Varie | |
Codici ISO 3166 | IR, IRN, 364 |
TLD | .ir |
Prefisso tel. | +98 |
Sigla autom. | IR |
Lato di guida | Destra (↓↑) |
Inno nazionale | Sorud-e Melli-e Jomhuri-e Eslāmi |
1Assai più che al Presidente della Repubblica, la Costituzione assegna il massimo potere decisionale al capo politico-religioso, la Guida Suprema (Rahbar) dell'Iran, attualmente l'Ayatollah Ali Khamenei. Del Rahbar, quindi, il Presidente deve rispecchiare la volontà, malgrado la sua formale investitura per mandato elettivo popolare. | |
L'Iran (in persiano ايران, [iˈrɑːn][3]), ufficialmente la Repubblica Islamica dell'Iran, è un paese medio-orientale situato nel sud-ovest asiatico, "cerniera tra mondo arabo e mondo asiatico, pur non appartenendo a nessuno dei due".[4]
Un tempo noto come Persia, il 21 marzo del 1935 lo scià Reza Pahlavi chiese formalmente alla comunità internazionale di riferirsi al paese con il nome originario di Iran, ovvero "(paese) degli Arii"[5]. Alcuni studiosi protestarono contro questa decisione, perché il cambio di nome avrebbe separato il paese dalla sua storia. Nel 1959, lo scià annunciò che sia il nome di Persia che quello di Iran potevano essere usati indifferentemente, ma ormai era troppo tardi dato che era diventato comune riferirsi al paese con il nuovo nome di Iran.[senza fonte]
L'Iran confina a ovest con la Turchia e l'Iraq; a nord con il Turkmenistan, l'Azerbaigian, il Nagorno-Karabakh e l'Armenia, oltre al Mar Caspio; a est con il Pakistan e l'Afghanistan, mentre a sud è delimitato dal Golfo Persico e dal Golfo dell'Oman.
Geografia
Il territorio dell'Iran è occupato da un vasto altopiano in gran parte arido, delimitato su tre lati da altissime catene montuose: a nord dai monti Elburz, a ovest dai monti Zagros e ad est dal Khorasan (confine naturale con Afghanistan e Pakistan). A nord del paese c'è il Mar Caspio, a sud ci sono il Golfo Persico e il Golfo di Oman. L'Iran è, quindi, prevalentemente montuoso. Tuttavia, c'è un'unica grande area pianeggiante che si trova al confine con l'Iraq ed è di origine alluvionale. Infatti, è attraversata dal Tigri e dall'Eufrate, entrambi fiumi di una certa importanza. All'interno del paese, si trova un deserto sabbioso abbastanza vasto, il Deserto del Kavir. Inoltre, sono presenti numerose depressioni che rendono impossibile ai fiumi l'accesso all'oceano. Il clima è continentale nell'altopiano interno e temperato lungo le coste. La pioggia è quasi assente ma d'inverno, sulle montagne, le nevicate sono abbondanti.
Popolazione
Il tasso di crescita demografica è assai elevato: la popolazione, più che raddoppiata negli ultimi cent'anni, è molto giovane. Il tasso di alfabetizzazione è dell'86%. Rilevante l'inurbamento (nella capitale oltre 6 milioni di abitanti).
Etnia
La popolazione appartiene al gruppo ario di ceppo indoeuropeo. A questo ceppo principale si devono aggiungere delle minoranze, tra cui arabi, armeni, azeri, bakhtiari, baluci, curdi, lor, qashqai, ebrei e turkmeni. Alcuni di questi gruppi conducono vita nomade. Sono soprattutto le regioni desertiche orientali ad essere percorse da quasi 2 milioni di nomadi, principalmente allevatori: le maggiori concentrazioni si hanno a Nord dell'Elburz e lungo la costa del Caspio.
Lingua
La lingua ufficiale è il persiano (farsì, o neo-persiano[6]), che ha funzione anche di lingua franca tra le diverse popolazioni dell'Iran. Sono infatti diffuse molte altre lingue minoritarie come l'azero, il curdo, l'arabo e l'armeno. Il farsì è inoltre la principale lingua veicolare di cultura islamica in varie parti del subcontinente indiano che si riferiscono alla fede islamica.
Religione
L'Islam sciita duodecimano è religione ufficiale della Repubblica Islamica.
- Minoranze
- musulmani sunniti (circa il 4% della popolazione),
- cristiani (in particolare armeni, che costituiscono fin dal 1604 la comunità cristiana più numerosa, e assiri),
- ebrei (20.000, ciò che resta di una comunità ben più consistente, stabilitasi in Israele),
- mandei
- baha'i
- zoroastriani.
Le ultime due sono religioni entrambe nate in area iranica.
A differenza di cristianesimo, ebraismo e zoroastrismo (che hanno i propri rappresentanti in parlamento), la religione Baha'i non è tollerata dal regime.
Storia
Il periodo Cagiaro (Qajar)
L'Iran contemporaneo ha ereditato dalla Persia dell'epoca safavide (1501-1722) il modello istituzionale monarchico, religioso e tribale (uymaq). La dinastia dei Cagiari (Qajar), che ha governato la Persia dal 1779 al 1925, ripropose la condizione di un regime assolutista, ma debolmente accentrato e costretto a confrontarsi con potenti forze tribali provinciali e un apparato religioso sempre più indipendente.
Nel XIX secolo la Persia divenne teatro della rivalità tra l'impero britannico e l'impero zarista, che, nel 1907, si accordarono per spartirsi il Paese in zone d'influenza. Le conquiste e l'influenza occidentale portarono alla rivoluzione costituzionale del 1906 in cui una coalizione di intellettuali, di ulema e mercanti tentò di creare un regime parlamentare con l'istituzione del Majlis (Parlamento). Il movimento costituzionale fu soppresso in due tempi dall'intervento militare russo (1908 e 1911), ma il Majlis sopravvisse. Durante la prima guerra mondiale la Persia, benché formalmente neutrale, divenne terreno di scontro tra russi, britannici e turchi-ottomani. Alla fine del conflitto, il crollo degli imperi ottomano e zarista lasciò l'Inghilterra quale unica potenza nella regione, ma il tentativo di stabilire un formale Protettorato (1919) fallì per l'opposizione della popolazione e del clero sciita e per l'influenza bolscevica dal Nord. Nel 1921, Reza Khan, comandante della brigata cosacca, marciò su Teheran e divenne l'uomo forte del Paese. Primo Ministro dal 1923, nel 1925 depose i Cagiari e divenne egli stesso Scià con il nome di Reza Pahlavi. L'epoca dei Pahlavi, compresa tra il 1925 e il 1979, costituisce praticamente una ripetizione della storia precedente: i tentativi di centralizzazione e modernizzazione provocarono una resistenza nazionale guidata dagli ulema in nome dell'Islam. I Cagiari giunsero al potere dopo un periodo di anarchia e lotte tribali (legate agli uymaq), ma non riuscirono mai a consolidare la loro posizione perché l'esercito era piccolo, le province erano frammentate e governate da Khan e Ilkhan, e la loro corte poco sviluppata.
Mentre lo Stato cagiaro aveva una sovranità precaria, il potere degli ulema nel XVIII e XIX secolo aumentò moltissimo, soprattutto da quando si ritenne che in assenza dell'Imam, i capi più devoti e ricchi di spiritualità erano le vere guide della comunità. Inoltre vi era anche un sistema informale di comunicazioni che collegava gli ulema persiani ai centri sciiti iracheni. Il rapporto tra ulema e Cagiari era molto delicato: una lunga tradizione storica aveva assuefatto gli ulema al rifiuto dell'impegno politico. Fath 'Ali Shah (1797-1843) tollerò un atteggiamento di indipendenza da parte di vari ulema, contribuì ad eliminare il sufismo e le dottrine eretiche. L'intervento europeo modificò la posizione del regime: il Trattato di Golestan (1813) sancì la cessione alla Russia della Georgia, di Derbent, Baku, Shirvan e altre parti dell'Armenia. Col Trattato di Turkmanciai (1828) la Russia ottenne l'Armenia, il controllo del Mar Caspio e una posizione privilegiata nel commercio persiano. Tra il 1864 e il 1885 vi fu la conquista delle province centro asiatiche. Le conquiste russe furono bilanciate dagli inglesi, che assunsero il controllo dell'Afghanistan per proteggere il loro impero indiano. La Persia, che aveva mire sull'Afghanistan, fu sconfitta nel 1856 a Herat e fu costretta a riconoscere l'indipendenza dell'Afghanistan. Dopo il 1857 la penetrazione di inglesi e russi fu principalmente commerciale (prestiti, banche, risorse, infrastrutture). In quegli anni vennero fatte alcune riforme e, nel 1879, fu creata la brigata cosacca. La dominazione straniera creò aspirazioni modernizzatrici da parte di alcuni intellettuali, ma il regime dipendeva da russi e inglesi, gli ulema si opponevano alla laicizzazione e i gruppi tribali alla centralizzazione. Le timide riforme quindi fallirono.
Nello stesso tempo mercanti e artigiani erano sopraffatti dalla concorrenza europea e dopo l'occupazione del Caucaso del 1828 si scatenò un'agitazione nazionale a favore del jihad. Lo Scià Muhammad (1834-48) utilizzando metodi occidentali in campo militare e politico esacerbò le tensioni e si inimicò i Mulla (per via dell'istituzione di scuole laiche, fuori dalla giurisdizione dei Mulla). Nello stesso tempo i Mulla dovettero fronteggiare non solo l'irrigidimento dello Stato, ma anche l'ascesa di nuovi movimenti religiosi come ad esempio la predicazione di sayyid 'Ali Muhammad il quale si proclamò il vero imam e morì ucciso nel 1850. La tensione fra Stato e Mulla esplose a proposito delle concessioni al barone Paul Julius Reuter del 1872 e del 1889, che furono contrastate perché si svendevano gli interessi persiani agli stranieri e si riducevano i mercanti persiani a semplici intermediari tra imprese estere e popolo. Nel 1891 ci fu la cosiddetta "rivolta del tabacco" un movimento di opposizione alla monopolizzazione del tabacco per effetto di una nuova concessione data agli stranieri (1890). Le proteste provenivano soprattutto da parte della borghesia e dai mercanti del bazar in quanto non esisteva una classe contadina media. Molti autori considerano la rivolta del tabacco come il primo passo verso la rivoluzione costituzionale iraniana sopra ricordata. Nel 1901 lo Scià rilasciò al britannico D'Arcy la prima concessione petrolifera[7].
Il processo costituzionale e il colpo di Stato di Reza Khan
La protesta del tabacco contro l'autoritarismo cagiaro si sviluppò in senso più compiutamente politico anche per l'influenza della nascita della duma russa e dei cambiamenti nell'Impero ottomano ed in Egitto ed il catalizzarsi delle opposizioni portò all'affermazione non violenta del movimento costituzionalista. Il trattato intitolato "Ammonizione e perfezionamento del popolo" recepì varie posizioni di Mulla liberali, senza inizialmente porsi il problema del rapporto tra concezione europea di Stato parlamentare e idee religiose e questa confluenza di posizioni diverse tra mercanti del bazar, religiosi, liberali e popolo permise l'unione di varie forze. Nonostante la restaurazione assolutista del 1908 e del 1911, la Costituzione del 1906 rimarrà formalmente in vigore fino al 1979. La Costituzione subordinava lo scià a un governo costituzionale, proclamava l'Islam religione ufficiale della Persia e l'impegno del governo ad applicare la shari'a. La crisi del movimento costituzionale a fronte del ritorno reazionario dello Scià mise in luce alcune tendenze: i Mulla in linea di massima non erano avversi alla monarchia e la comparsa di una posizione attiva dipendeva dai mutati rapporti tra Stato e capi religiosi e dall'indebolimento del primo.
Anche a causa della debolezza dello Stato, il Paese attraversò un periodo di semi-anarchia che andò dal 1911 al 1925. Durante la Prima guerra mondiale truppe russe e britanniche occuparono la Persia come retrovia nel conflitto contro l'impero ottomano. Con il crollo del regime zarista nel 1917 tutta la Persia cadde nelle mani dei britannici, che con il trattato anglo-persiano del 1919 cercarono di formalizzare un loro protettorato. Mentre il Regno Unito si impegnava a consolidare la sua presenza, l'Unione Sovietica appoggiava i movimenti separatisti del Gilan e dell'Azerbaigian e partiti comunisti di Tabriz e Teheran. Nel 1921 Reza Khan, diventato il comandante della brigata cosacca, marciò su Teheran, affidò il governo a Ẕiyā Tabataba'i e divenne l'uomo forte del Paese. Sempre nel 1921 i persiani conclusero con l'Unione Sovietica un trattato di amicizia e da questa nuova posizione di forza denunciarono formalmente il trattato anglo-persiano del 1919. Per un periodo la Persia fu retta da governi inefficienti fino a che Reza Khan sconfisse alcuni capi tribali, rafforzò la sua autorità su esercito e polizia e, nel 1925, si proclamò Scià di Persia fondatore della Dinastia Pahlavi (e del primo forte regno accentrato). Reza Shah creò finalmente un esercito forte, in grado di dominare il paese.
Sostenuto dall'esercito e da una pubblica amministrazione centralizzata e fedele, lo Scià superò l'opposizione delle élite religiose/tribali, mise fuori legge il partito comunista e ridimensionò il potere degli ulema attraverso un sistema di istruzione laico (Università di Teheran, meno fondi alle madrase) e la riorganizzazione dell'amministrazione giudiziaria (no alla shari'a, necessità della laurea in legge per essere giudice, supremazia dello Stato). La laicizzazione dell'amministrazione giudiziaria e dell'istruzione erano solo parte di un più ampio programma per modernizzare l'economia. Negli anni venti e trenta fu creata l'infrastruttura di un'economia moderna: rete ferroviaria, Banca Nazionale, comunicazioni postali e telegrafiche. Si sviluppò anche una industria interna, che produceva beni di consumo alternativi a quelli di importazione. Negli anni trenta diminuì il peso del commercio estero con la Russia mentre aumentò quello verso la Germania. Il petrolio era una fonte importante di entrate pubbliche: scoperto per la prima volta nel 1908 portò nel 1909 alla fondazione dell'Anglo-Persian Oil Company e nel 1915 furono costruite le raffinerie di Abadan. La produzione di petrolio rendeva bene alla Persia, ma creava anche un forte risentimento contro gli stranieri che lo estraevano. Nel 1933 il governo pretese una riduzione dei territori concessi per la ricerca del petrolio e il pagamento di un reddito fisso in cambio di una proroga fino al 1993. Questo cambiamento di politica nelle concessioni superò la Grande depressione ma non superò la Seconda guerra mondiale.
Il regno di Mohammad Reza Pahlavi. L'esperienza democratica di Mosaddeq
La politica di sviluppo di Reza Shah creò un piccolo settore moderno in un'economia e in una società molto arretrate. La Seconda guerra mondiale pose fine a questi esperimenti: nel 1941 la Russia e l'Inghilterra, preoccupate di tenere aperte la via di rifornimento al petrolio persiano, cominciavano ad esigere che i tedeschi fossero espulsi, lanciarono un ultimatum ed invasero il Paese. Gli anglo-sovietici costrinsero quindi Reza Shah ad abdicare a favore del figlio, Mohammad Reza Pahlavi. Con l'entrata in guerra degli Stati Uniti, gli americani giunsero in Iran e dal 1942 gestirono la logistica del corridoio persiano per il rifornimento di materiale bellico all'Unione Sovietica. Nel 1943 si tenne la Conferenza di Teheran, il primo vertice interalleato tra Roosevelt, Churchill e Stalin. Gli anni dal 1946 al 1953 videro gli Stati Uniti sostituirsi gradualmente agli inglesi nel sostegno alla ricostruzione e gestione del Paese. Nel 1946 gli americani aiutarono i persiani a resistere alle pressioni dei sovietici che occupavano la provincia settentrionale dell'Azerbaijan, esigevano concessioni petrolifere e appoggiavano i movimenti separatisti del Kurdistan e dell'Azerbaigian. Sul finire degli anni cinquanta la Persia lottò anche per ottenere un maggior controllo dell'Anglo-Iranian Oil Company.
Nel 1951 Mohammad Mossadeq giunse al potere col progetto di stabilire una concreta democrazia e d'instaurare una monarchia costituzionale. Mossadeq fu eletto Primo Ministro dal Majles all'unanimità per la sua nota avversione al rinnovo della concessione petrolifera dell'Anglo-Iranian Oil Company del 1933, dopo che un fanatico aveva assassinato il Primo Ministro Razmara, che era invece favorevole al rinnovo. Mossadeq procedette subito a nazionalizzare l'industria iraniana degli idrocarburi, che era allora sotto il pieno controllo del Regno Unito. La reazione inglese fu molto dura e ne scaturì la crisi di Abadan, un accanito confronto, durato tre anni, nel corso del quale le potenze europee boicottarono il petrolio della Persia. Quest'ultima, fin dall'inizio commise la grave leggerezza di ritenere che gli Stati Uniti, che non avevano interessi nella Anglo-Iranian Oil Company, avrebbero sostenuto il suo piano di nazionalizzazione. La posizione degli Stati Uniti d'America nella crisi di Abadan registrò un'evoluzione, passando lentamente da un chiaro sostegno a Mossaddeq, accompagnato da un invito a trovare una soluzione di compromesso con l'Inghilterra, ad un progressivo allineamento con le posizioni di Londra[8]
Malgrado l'aperto disgusto di Mosaddeq per il socialismo, Winston Churchill – totalmente determinato a difendere gli interessi britannici nel Paese medio-orientale – denunciò agli USA che Mosaddeq non era in grado di gestire un Paese in preda al caos e che si stava "progressivamente inclinando verso il comunismo". In piena guerra di Corea Washington temeva che Mossadeq stesse involontariamente aprendo la porta ad una penetrazione dell'Unione sovietica. In quel periodo di Guerra fredda caratterizzato da forti paure, non sempre sensate, l'America finì per accettare i piani britannici per far cadere Mossadeq. Londra chiese aiuto a Washington perché nell'ottobre 1952 Mossadeq aveva chiuso l'Ambasciata britannica. D'altro canto, Mossadeq si era indebolito sul piano interno perché aveva perso anche il sostegno del clero sciita, allora guidato dall'Ayatollah Kashani, che non gradiva le sue riforme sociali.
Sotto la direzione di Kermit Roosevelt, Jr., un esperto dirigente della Central Intelligence Agency (CIA) e nipote del Presidente statunitense Theodore Roosevelt, la CIA e il britannico Secret Intelligence Service (SIS) organizzarono un'operazione coperta per deporre Mosaddeq con l'aiuto delle forze armate leali allo Scià. Il Piano era etichettato come Operazione Ajax. Il complotto, la cui esecuzione avvenne su autorizzazione firmata dello Shah per costringere alle dimissioni dal suo posto di Primo ministro Mossadeq e rimpiazzarlo col generale Fażlollah Zahedi, ricevette il consenso dei Britannici e degli Statunitensi. Sebbene il piano fosse ben coordinato e pianificato, il colpo di Stato fallì, inducendo lo Shah a cercar rifugio a Baghdad e poi a Roma.
La controversia con le compagnie petrolifere fu risolta nel 1954 con un'intesa tra la National-Iranian Oil Company e un consorzio composto da sette compagnie straniere (le cosiddette sette sorelle del petrolio)[9]. Così le compagnie straniere riuscirono a conservare una forma di controllo sul prezzo e la commercializzazione del petrolio.
L'autocrazia pahlavide
Il colpo di Stato del 1953 pose fine alla lotta per il potere e ricreò un regime accentrato e autoritario basato sull'appoggio straniero, e favorevole alla modernizzazione economica e sociale. Sotto il profilo tecnico il restaurato regime dello Scià era una monarchia costituzionale, ma in pratica lo Scià esercitava un potere assoluto; controllava sia l'esercito che la Savak, la polizia segreta. Inoltre dipendeva dagli Stati Uniti, e aderì così al Patto di Baghdad (1955) e dal 1959 alla CENTO. La Persia mantenne stretti rapporti con Israele, negli anni settanta aiutò il sultano dell'Oman a reprimere l'opposizione e nel 1975 costrinse l'Iraq a definire le controverse frontiere nella zona del basso Eufrate. Tuttavia durante gli anni settanta le relazioni con l'Unione Sovietica rimasero buone.
Tra il 1960 e il 1977 lo Stato avviò un programma per consolidare il suo governo autocratico, velocizzare la modernizzazione, compiere riforme culturali (voto alle donne) e agrarie per coinvolgere anche la gente della campagna. Un aspetto cruciale fu la rivoluzione bianca una serie di riforme sociali ed economiche, tra cui in particolare una riforma agraria che in molti casi non diede ai contadini neanche il minimo per sopravvivere. In effetti i programmi dello Scià tendevano soprattutto a creare imprese di grande dimensione patrocinate dallo Stato, dove vi era una forte meccanizzazione che creò una quantità eccedente di manodopera. La stessa sorte toccò ai nomadi e al bestiame. Alcune di queste grandi imprese fallirono creando carestie ed un movimento migratorio su vasta scala soprattutto verso Teheran. Si investì molto anche nel settore industriale che tuttavia non riusciva a competere sui mercati internazionali. Tutto questo portò a un'acuta inflazione e a un peggioramento del tenore di vita di tutti coloro che non erano legati all'industria. In campo sociale furono fatte varie riforme per migliorare la condizione femminile (istruzione, lavoro, divorzio, diritto di voto). I programmi di rinnovamento suscitarono i timori della società e l'opposizione alla natura autoritaria del regime.
Negli anni sessanta e settanta l'opposizione era diffusa ma dispersa. Il partito Tudeh e l'Unione Nazionale vennero schiacciati dalla SAVAK e le rivendicazioni delle minoranze curde, arabe e baluci regolarmente frustrate. La sconfitta di Mossadeq aprì un periodo di calma dei Mulla che sotto la guida dell'Ayatollah Burujerdi rimasero politicamente inattivi. Negli anni sessanta si creò una rete nazionale di comunicazione che aveva come centro la città di Qom. Sempre in questi anni, le scelte del governo provocarono l'accanita opposizione degli ulema che esplose nel 1963 quando lo Scià decise di convocare un referendum nazionale sulla riforma agraria, inasprendo i controlli polizieschi sulle attività degli ulema a Qom. Ci furono le dimostrazioni guidate dall'Ayatollah Khomeyni, che nel 1964 fu esiliato in Iraq. Importante fu anche lo sviluppo del movimento per la riforma religiosa che voleva i Mulla non più disinteressati alla politica ma attivamente impegnati. Si creò così fra il 1967 e il 1973 la Husayniyya Irshadun, una università informale che voleva rivitalizzare lo sciismo. Khomeini nella sua opera "Il governo islamico" affermò che i Mulla dovevano ribellarsi contro gli abusi della monarchia. Durante gli anni 70 la reazione a questa situazione portò a un inasprimento del regime. In queste condizioni politiche la scintilla della rivoluzione scaturì da una dimostrazione svolta dagli studenti religiosi a Qom contro un assassinio attribuito alla SAVAK. La polizia sparò e uccise alcuni dimostranti e le proteste si ripeterono ogni 40 giorni con recite sulle pubbliche piazze di poesie dei principali poeti persiani classici: un sottile e colto richiamo all'orgoglio nazionale che affascinò e fece riflettere un numero enorme di cittadini anche poco politicizzati. Nel mese di Muharram (autunno 1978) a dimostrare apertamente contro il regime erano già milioni di persone.
La Rivoluzione Islamica
Nel corso del 1978, mentre a Teheran si susseguivano le manifestazioni di protesta e gli scioperi, a Parigi tutti i gruppi di opposizione si unirono in un Comitato Rivoluzionario guidato dall'Ayatollah Khomeini. Dopo aver tentato la repressione, lo Scià provò la carta del dialogo, ma era ormai troppo tardi e l'ondata di proteste divenne un movimento rivoluzionario. All'inizio del 1979 tutto si bloccò e l'esercito, dopo una prima cruenta ma inutile reazione, lentamente cominciò a rifiutarsi di uccidere i propri compatrioti, che seguitavano a scendere ogni giorno di più nelle piazze. In gennaio lo Shah fuggì all'estero ed il primo febbraio l'Imam Khomeini tornò dall'esilio in Francia accolto in trionfo dalla folla. L'11 febbraio le Forze Armate iraniane dichiararono la loro neutralità e in tal modo segnarono la vittoria della rivoluzione islamica. In questa data è oggi celebrata la festa nazionale della Repubblica Islamica d'Iran. La vittoria della rivoluzione portò alla costituzione in Iran di un governo islamico ispirato da Khomeini, dopo una prima fase in cui l'esecutivo provvisorio fu guidato dal nazionalista Mehdi Bazargan, erede politico di Mohammad Mossadeq. Fin dal principio la Repubblica Islamica fu caratterizzata da un intrinseco dualismo tra potere religioso ed istituzioni statali.
L'episodio che segna questa radicalizzazione islamica della rivoluzione è la presa dell'Ambasciata americana di Teheran nel novembre 1979 da parte di un gruppo di studenti, con la successiva crisi degli ostaggi. Si può concludere dicendo che la rivoluzione costituzionalista del 1906 e la rivoluzione iraniana del 1979 sono l'espressione non di una costante ostilità, bensì di una ricorrente possibilità di confronto fra Stato e religione. Tale rivoluzione riveste un'importanza epocale: per la prima volta infatti dei capi religiosi sono riusciti a opporsi con successo a un regime moderno, ma privo di una solida base di consenso.
La guerra Iran-Iraq
Dal 1980 al 1988 il Paese è costretto a fronteggiare l'aggressione dell'Iraq di Saddam Hussein. Il dittatore iracheno, pensando che la rivoluzione e le epurazioni dei vertici militari persiani avessero molto indebolito l'Iran (un tempo "guardiano del Golfo Persico"), approfittando della sensibile ostilità della comunità internazionale verso il regime khomeinista e della fragilità della nuova Repubblica Islamica, cerca di strappare il controllo della provincia del Khūzestān, ricca di petrolio, in cui sono presenti forti gruppi di lontana origine araba. L'attacco di Saddam, che prese a pretesto alcune dispute territoriali mai risolte sullo Shaṭṭ al-ʿArab, invece di mettere in crisi il regime di Khomeini risvegliò il sentimento patriottico degli iraniani, ivi compresi quelli di ascendenza araba, e indirettamente contribuì a legittimare agli occhi degli iraniani il regime islamico.
L'Iran khomeinista resiste infatti all'urto e arresta quasi subito l'avanzata irachena grazie alla superiorità aerea e alla lealtà delle Forze Armate a fronte dell'aggressione. Il conflitto si trasforma quindi in una guerra di posizione, ma l'Iran vuole prendere l'iniziativa tramite una serie di offensive condotta dai Pasdaran, che puntano a far cadere il regime di Saddam Hussein. Il prezzo di questi attacchi terrestri fu altissimo in termini di vite umane e, per arrestarli, Saddam Hussein utilizza anche le armi chimiche, impiegate anche contro i Curdi ad Halabja. Il conflitto si protrae per ben otto anni. L'Iran, secondo la sua ottica, ne esce strategicamente vincitore, avendo bloccato le intenzioni espansionistiche di Saddam, anche se tatticamente non ci furono vincitori, e l'Iran fu anzi costretto ad accettare infine le profferte di pace precedentemente respinte con sdegno. Durante la guerra, mentre l'Iran rimane isolato, l'Iraq è finanziato da Egitto, dai Paesi arabi del Golfo Persico, dall'Unione Sovietica e dai Paesi del Patto di Varsavia, dagli Stati Uniti[10] (dall'inizio del 1983), dalla Francia, dal Regno Unito, dalla Germania, dal Brasile e dalla Repubblica Popolare Cinese (che vende però armi anche all'Iran). Tutti questi paesi forniscono intelligence, agenti per armi chimiche così come altre forme di assistenza militare a Saddam Hussein. Invece i principali alleati dell'Iran durante la guerra sono la Siria, la Libia e il Nord Corea.
Tempi recenti
Alla morte di Khomeini, avvenuta nel 1989, il suo ufficio di "Guida Suprema" della Rivoluzione Islamica viene assunto (su disposizione dello stesso Khomeini) dall'ayatollah Ali Khamenei dopo la rimozione dell'Hossein-Ali Montazeri, inizialmente destinato a succedergli come Rahbar, ma dimostratosi non perfettamente allineato con le sue idee e i suoi programmi.
Khamenei cerca di riformare l'economia incoraggiando l'iniziativa privata e limitando lo strapotere delle bonyad, le associazioni caritatevoli, e del bazari. In politica estera, che già durante gli ultimi anni del potere di Khomeini si era fatta più pragmatica, inizia a tessere nuove relazioni con le repubbliche dell'Asia centrale, con la Turchia, con l'India e con la Cina. Molto importante è stato il ruolo dell'Iran come paciere e stabilizzatore dell'area centro-asiatica a cavallo del millennio: attualmente l'Iran gode di buoni rapporti diplomatici e commerciali con tutte le repubbliche ex-sovietiche.
Sforzi sono stati fatti anche per riavvicinare il paese all'Occidente, che hanno dato discreti risultati con l'Unione Europea: attualmente l'Iran è partner commerciale principalmente di Germania e Italia. Tali tentativi si sono tuttavia scontrati contro la ferrea contrarietà degli Stati Uniti alla riammissione dell'Iran negli organismi internazionali, decisiva nell'impedire un pieno ritorno alla normalità dei rapporti internazionali di questo Paese.
L'Iran si è già dotato da una ventina d'anni, ufficialmente a scopi civili, di centrali nucleari con tecnologia principalmente fornita dalla Russia allo scopo di ridurre la sua dipendenza dal petrolio (l'Iran consuma ad uso interno il 40% del greggio che estrae). L'accerchiamento americano dell'Iran (gli Stati Uniti hanno basi militari ed aeree in Iraq, Turchia, Afghanistan e Pakistan) ha portato il governo iraniano a decidere di arricchire da solo l'uranio usato come combustibile nelle proprie centrali nucleari: decisione che vari paesi temono possa nascondere un tentativo di costruzione di armi nucleari. Ciò, insieme alle dichiarazioni fatte del presidente Mahmud Ahmadinejad circa "la sparizione dalla carta geografica dello Stato di Israele" ha provocato la reazione di Israele e di quella parte della comunità internazionale che sostiene fermamente lo Stato ebraico, originando una crisi dagli sviluppi che sono impossibili da prevedere. In proposito, Mahmud Ahmadinejad sostiene il diritto dell'Iran ad avere la propria tecnologia nucleare, così come ne dispongono molti altri paesi (Europa, USA, Israele, Cina, Giappone, Russia, ecc.).
Un'importante decisione di politica economica è il progetto di aprire per marzo 2006 una borsa nella quale gli operatori scambieranno per la prima volta partite di gas e petrolio in euro oltreché in dollari, sulla falsariga di quanto deciso nel 2000 dall'Iraq di Saddam Hussein.
In seguito alle elezioni presidenziali del 13 giugno 2009, vinte ufficialmente da Aḥmadinejād, ma sulla cui regolarità l'opposizione ha espresso forti dubbi, la tensione sociale del paese è notevolmente aumentata, sfociando in manifestazioni non autorizzate e scontri di piazza, con un numero indefinito di morti provocato da un intervento delle forze dell'ordine, giudicato eccessivo all'interno dello stesso Governo, affiancate da un discreto numero di pasdaran e basiji. Forte commozione ha destato in tutto il mondo la visione degli ultimi istanti di vita di Neda Agha-Soltani.
I moti studenteschi, a dispetto della dura repressione del regime, continuano e riprendono anzi un drammatico corso dopo la morte dell'Āyatollāh Ḥoseyn-ʿAlī Montaẓerī, che non era stato indulgente verso il regime clericale, che pure aveva contribuito a far crescere.
In risposta al programma nucleare iraniano l'Organizzazione delle Nazioni Unite ha approvato a più riprese sanzioni di varia natura nei suoi confronti[11][12]. Nel giugno 2010 anche gli Stati Uniti d'America dell'amministrazione Obama hanno approvato sanzioni unilaterali verso l'Iran[12].
Il primo settembre 2011 il premier francese Sarkozy ha dichiarato che: "Le ambizioni militari, nucleari e balistiche dell’Iran costituiscono una minaccia crescente che potrebbe condurre a un attacco preventivo contro i siti iraniani", aggiungendo però che un eventuale "attacco preventivo" provocherebbe "una crisi grave che la Francia non vuole a nessun prezzo". Sarkozy ha poi ribadito che: "l’Iran rifiuta di negoziare seriamente" e "si abbandona a nuove provocazioni. Di fronte a questa sfida la comunità internazionale deve fornire una risposta credibile. Può farlo se dà prova di unità, di fermezza e con sanzioni ancora più dure".[13]
Ordinamento dello Stato
Dalla rivoluzione del 1979 l'Iran è una repubblica islamica. I creatori del nuovo stato hanno instaurato una sorta di sistema duale. Da una parte organi politici non elettivi (cui si accede per cooptazione), in cui risiede il cuore del potere; dall'altra gli istituti (Parlamento, Presidente) eletti dal popolo.
- La «Guida Suprema»
Al vertice della piramide del potere è la Guida Suprema (Rahbar), massima espressione della Velāyat-e faqīh (La tutela del giurisperito), per la quale operano in subordine anche altre istituzioni della Repubblica Islamica.
La Guida Suprema, dal 1989 l'Ayatollah Khamenei, nomina i sei membri religiosi del Consiglio dei Guardiani della Costituzione, composto da 12 membri, che ha il compito di approvare le candidature alla presidenza della Repubblica (il suo giudizio è insindacabile) e certificare la loro competenza e quella del parlamento, al pari delle più alte cariche giudiziarie. La Guida Suprema è inoltre comandante in capo delle forze armate. In sua assenza il potere è esercitato da un consiglio di capi religiosi, scelti da un'assemblea di esponenti religiosi sulla base del loro curriculum e del grado di stima goduto presso la popolazione.
- Gli istituti eletti dal popolo
A capo dello Stato vi è il Presidente, eletto a maggioranza assoluta con suffragio universale. Il suo mandato ha durata quadriennale e vigila sul buon andamento del potere esecutivo. Il presidente è stato eletto regolarmente ogni 4 anni a partire dal 1985.
Dopo la sua elezione, il Presidente nomina e presiede il Consiglio dei ministri, coordina le decisioni del governo e seleziona le decisioni governative da sottoporre al parlamento.
Il parlamento iraniano, monocamerale, chiamato Majles dell'Iran, è composto da 290 membri, eletti con voto diretto e segreto, anch'essi con mandato quadriennale. L'assemblea è stata eletta regolarmente ogni quattro anni dal 1980.
Tutta la legislazione deve essere vagliata, sin dal suo inizio, dal Consiglio dei Guardiani in base al principio della cosiddetta vilāet-e faqih, ossia la "tutela del giurisperito", per controllare che le leggi non siano in contrasto col Corano e la dottrina islamica, nell'accezione propria dello Sciismo duodecimano. I sei membri laici del Consiglio, giuristi nominati dal parlamento, si pronunciano solo sulla costituzionalità delle leggi, mentre i sei membri religiosi, nominati dalla Guida Suprema, esaminano la loro conformità con i dettami islamici.
Al vertice del sistema costituzionale e politico vi è la Guida Suprema, eletta a scrutinio segreto da una Assemblea di Esperti, a sua volta eletta ogni otto anni dal 1983 a suffragio universale e diretto dal corpo elettorale.
Forze armate
Le Forze Armate della Repubblica Islamica dell'Iran (in farsi: نيروهای مسلح جمهوری سلامی ایران) includono le forze armate (in farsi: ارتش جمهوری اسلامی ایران), le Guardie della Rivoluzione Islamica (in farsi: سپاه پاسداران انقلاب اسلامی) e le forze di polizia (in farsi: نيروی انتظامی جمهوری اسلامی ایران)[14].
Il totale di queste forze ammonta a circa 945.000 unità attive (cifre che non includono le forze di polizia iraniane).[15]
Tutte le branche delle forze armate iraniane sono sottoposte al Comando del Quartier Generale delle Forze Armate (ستاد کل نیروهای مسلح). Il Ministero della Difesa e delle Forze Armate è responsabile della pianificazione logistica e del finanziamento delle forze armate e non è coinvolto nel comando operativo sul campo.
Geografia politica
Regioni dell'Iran
L'Iran si divide in 30 regioni (ostānhā, singolare - ostān):
Città
Città principali dell'Iran Centro statistico dell'Iran: censimento 2007[16] | |||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Pos. | Città | Provincia | Popolazione | Pos. | Città | Provincia | Popolazione | ||||
1 | Tehran | Teheran | 12 088 287 | 11 | Rasht | Gilan | 567 449 | ||||
2 | Mashhad | Razavi Khorasan | 2 427 316 | 12 | Zahedan | Sistan e Baluchistan | 557 336 | ||||
3 | Esfahan | Esfahan | 1 602 110 | 13 | Kerman | Kerman | 515 114 | ||||
4 | Tabriz | Azarbaijan orientale | 1 398 060 | 14 | Hamadan | Hamadan | 479 640 | ||||
5 | Karaj | Alborz | 1 386 030 | 15 | Arak | Markazi | 446 760 | ||||
6 | Shiraz | Fars | 1 227 331 | 16 | Yazd | Yazd | 432 194 | ||||
7 | Ahvaz | Khūzestān | 985 614 | 17 | Ardabil | Ardabil | 418 262 | ||||
8 | Qom | Qom | 964 706 | 18 | Bandar Abbas | Hormozgan | 379 301 | ||||
9 | Kermanshah | Kermanshah | 794 683 | 19 | Sanandaj | Kurdistan | 358 084 | ||||
10 | Urmia | Azarbaijan occidentale | 583 255 | 20 | Eslamshahr | Teheran | 357 389 |
Turismo
Nonostante il clima internazionale particolarmente teso l'Iran ha visto crescere il flusso di turisti dai 2.3 milioni del 2009 ai 3.2 del 2011.[17][18]
Economia
Tra il 1960 e il 1977, ha conosciuto un processo di industrializzazione finanziato dai proventi del petrolio, non accompagnato, però, da un adeguato aumento delle infrastrutture e da un sufficiente sviluppo dell'agricoltura. A tutto questo vanno ad aggiungersi le tensioni politiche e religiose che hanno dato vita a vari moti di protesta, la guerra con l'Iraq e il crollo del prezzo del petrolio, accentuando le difficoltà della giovane nazione. Sebbene occupi il secondo posto mondiale per riserve petrolifere possedute, il paese ha così scarsa disponibilità di raffinare il prodotto da spendere eccessivamente nell'importazione di combustibile.
Il 30% della popolazione vive ancora di agricoltura, praticata su un territorio coltivato solo per il 10%, coltivando soprattutto pistacchio, cereali, orzo, cotone, che viene esportato, tabacco, barbabietola e canna da zucchero. Diffuso l'allevamento bovino nelle zone di pascoli, ovino e caprino in quelle più aride. Accanto al petrolio, di cui l'Iran è uno dei principali produttori mondiali, le risorse minerarie annoverano gas naturale, ferro, rame, carbone; anche gli altri idrocarburi rappresentano una buon risorsa. Sono sorte alcune industrie nel settore petrolchimico in alcune città tra cui Teheran, in quello siderurgico a Isfahan e Bandar-Abbas e in quelli metallurgico e meccanico. Ai settori tessile e alimentare si sono aggiunte industrie per la produzione di beni di consumo ed elettrodomestici, di macchinari, automobilistiche, di materiali da costruzione, farmaceutiche, cosmetiche, della pelle, elettriche e di elettronica. Importante è il settore dell'artigianato, rappresentato soprattutto dalla produzione e dall'esportazione di tappeti.
Notevoli sforzi sono stati compiuti durante la presidenza di Rafsanjani per tornare a un'economia di pace e modernizzare le strutture produttive, aprendo al mercato e ai capitali stranieri, ma la nuova linea di politica economica ha portato a una grave crisi nei primi anni novanta, con pesanti costi sociali: rialzo dell'inflazione, difficoltà dell'industria nazionale e tutta una serie di problemi che hanno reso difficile la ripresa economica. A tutto ciò si aggiungono i problemi causati dall'ideologia religiosa che ha impedito la privatizzazione di alcuni settori dell'economia iraniana: la costituzione islamica, infatti, vieta gli investimenti stranieri. I tassi di prestito sono comunque alti: nella prima metà del 2007 hanno superato il 14% per le banche statali ed il 17% per quelle private. Anche l'inflazione è alta e gli investimenti si sono rivolti prevalentemente al mercato immobiliare.
Nel gennaio del 2008 il governo iraniano ha annunciato che avrebbe aperto la Iranian Oil Bourse (IOB, Borsa Iraniana del Petrolio) nel periodo tra il 1º e l'11 febbraio successivo. Il 30 gennaio 2008, però, una serie di danni ai cavi di fibra ottica sottomarini isola quasi completamente l'Iran dalla rete Internet (oltre all'Iran, rallentamenti e disguidi si sono avuti negli altri Paesi del Golfo, oltre che in Egitto e in India), rendendo di fatto impossibile l'eventuale apertura dell'Iranian Oil Bourse.
Il 17 febbraio 2008 il governo iraniano ha inaugurato l'Iranian Oil Bourse per commerciare petrolio e prodotti petroliferi. La moneta usata nelle transazioni sarà il Riyal iraniano.
A febbraio 2009, il tentativo di vendere al pubblico iraniano il 5% di Banca Mellat ha fallito. Gli investitori nel mercato dei capitali di Teheran non hanno dimostrato fretta di acquistare le quote. Il governo ha offerto agli investitori un totale di 656 milioni di azioni della sua banca. La ragione principale del fallimento della privatizzazione è stata la scelta del momento, dato che la borsa di Teheran è in seria crisi negli ultimi mesi alla luce del calo dei prezzi del petrolio nel mercato mondiale.[19]
Dopo l'annuncio di un boicottaggio di tutte le imprese che hanno connessioni con il regime "sionista" le autorità iraniane chiedono spiegazioni ad una società locale di bibite. Secondo fonti iraniane, il Ministro iraniano dell'Industria e delle miniere, Ali Akbar Mehragian ha convocato i dirigenti della società iraniana Khoshgovar al fine di ottenere un chiarimento sulla natura del loro rapporto con la società americana Coca Cola. La società iraniana paga circa $ 1,5 milioni di dollari l'anno per la licenza e per l'utilizzo del marchio Coca Cola. L'attuale campagna contro la Coca Cola in Iran è stata accelerata dal recente conflitto nella Striscia di Gaza iniziato nel dicembre 2008.[20]
Arte e cultura
Architettura
Per quanto riguarda l'era preislamica, le sole testimonianze importanti che rimangono dell'architettura persiana sono quelle dello straordinario ziggurat elamita di Choga Zanbil. Nell'antichità, i materiali da costruzione erano costituiti essenzialmente da mattoni di fango asciugati al sole; i mattoni cotti cominciarono ad essere utilizzati per le superfici esterne solo a partire dal XII secolo a.C. Gli antichi abitanti dell'altopiano iranico attribuivano grande valore simbolico-religioso alle montagne, e ad imitazione delle montagne venivano costruite le strutture, come appunto i grandi templi piramidali chiamati ziggurat.
Con lo scorrere dei secoli, le due influenze più rilevanti sugli stili architettonici furono quelle esercitate prima dalla religione di Zarathustra e poi dall'Islam. La maggior parte degli edifici più grandi erano costruiti per scopi religiosi, ma le influenze della religione erano evidenti anche nelle costruzioni destinate ad altri usi - persino le chiese cristiane in Persia avrebbero spesso incluso elementi islamici.
Dinastia Achemenide
D'altro canto, l'architettura dei palazzi cambiava notevolmente a seconda del periodo. Ai tempi di Ciro, per esempio, essi erano di forma oblunga, di proporzioni squisite, e in genere rifiniti con colori contrastanti.
I palazzi di Dario e Serse erano più grandi e di migliore qualità, ma piuttosto pesanti e privi di colori, caratterizzati dalle elaborate sculture negli ingressi, sulle scalinate e sulle colonne. Il disegno più consueto era costituito da un largo salone con colonne, circondato da stanze più piccole; un altro carattere distintivo era il ricorso alle nicchie accanto alle finestre, che si possono trovare ancora oggi nelle case persiane. I materiali utilizzati includevano mattoni grezzi per le pareti, pietre di estrazione locale per le finestre, gli ingressi e una parte dei muri e delle colonne, e pesanti travi di legno per i tetti.
L'architettura achemenide deve al retaggio babilonese, ittita e assiro il gusto dell'esaltazione del palazzo sorvegliato dagli animali guardiani e l'uso dei bassorilievi, mentre invece le caratteristiche delle sale regali derivano dagli antichi Egizi, e l'introduzione della colonna proviene dal mondo greco. L'architetto archemenide si distinse per la creazione della grande terrazza artificiale in pietra che ospita la città achemenide, per l'introduzione degli immancabili capitelli e per i tre edifici fondamentali: la sala a colonne per le udienze, detta apadana, il palazzo "del re", detto "dei banchetti", e il magnifico ingresso a sala colonnata difeso da animali-guardiani.[21]
Ellenismo
La conquista di Alessandro Magno mise virtualmente fine allo stile achemenide in Persia, ed avviò l'introduzione nel Paese dell'Ellenismo sotto i Seleucidi. Non ne rimangono esempi importanti, se si esclude il Tempio di Anahita a Kangavar, con capitelli greci, costruito in onore di una divinità greca (Artemide).
Parti
Nell'epoca dei Parti si verificò una sorta di contaminazione, o fusione, tra l'Ellenismo e gli stili indigeni, accompagnata da qualche influenza romana e bizantina; ma nel contempo comparvero parecchi elementi tipicamente persiani, come l'ivan, la grande sala-portale con volta a botte aperta.
Sasanidi
Nel periodo sasanide gli edifici divennero più grandi, più pesanti e più complessi, le decorazioni più coraggiose, e più frequente l'uso del colore, specialmente negli affreschi e nei mosaici. I Sasanidi costruirono templi del fuoco (in riferimento alla religione di Zarathustra) su tutto il territorio dell'impero, e il disegno semplice dei primi esempi si mantenne per tutto il resto dell'era pre-islamica, persino nella progettazione delle chiese. La meta di pellegrinaggio più importante dell'impero persiano preislamico, Takht-e Soleyman, risale all'era sasanide. Ma le caratteristiche centrali degli edifici sasanidi (il piano di quattro eivan con camera quadrata a cupola, i pilastri su cui poggiava la cupola e il grande ingresso ad arco), squisitamente persiane, avrebbero rivestito grande significato anche nei secoli successivi, per esempio influenzando lo sviluppo di un modello tipicamente persiano di moschea, la cosiddetta "moschea-madresa" edificata sul piano dei quattro eivan.
Comunità ebraica in Iran
La comunità ebraica in Iran è la più importante in tutto il Vicino e Medio Oriente, salvo Israele, con circa 20.000 persone. Essa è concentrata in tre città: Tehran, Isfahan e Shiraz. Come per altre minoranze in Iran, anche gli ebrei sono vittime di discriminazioni, particolarmente evidenti in ambito economico. Tuttavia, secondo la maggior parte delle informazioni accumulate nel corso degli ultimi anni, sembra che la maggioranza della comunità ebraica vanti uno standard di vita medio-alto rispetto al resto della popolazione iraniana.[22]
Architettura islamica
L'arte dell'Iran islamico si basa ampiamente su quella dei Sasanidi, ma circoscrivendosi solo ad alcune forme. In altri termini, l'invasione araba del VII secolo non soppiantò lo stile sasanide, così ben sviluppato, ma introdusse il fattore islamico che esercitò un'influenza pervasiva sulla maggior parte delle forme artistiche persiane, sia plasmando la natura e il disegno architettonico di base degli edifici religiosi, sia definendo il tipo di decorazione.
Moschee
La moschea (mesjed ) è ovunque nel mondo il simbolo dell'Islam, in quanto luogo dell'incontro fra l'uomo e Dio, e fra uomo e uomo. Le sue forme possono essere estremamente varie, e pur essendo casa di preghiera essa può fungere anche da sala di riunione, da scuola religiosa, a volte da aula di giustizia.
La maggior parte delle moschee iraniane si conformano, in tutto o in parte, a un disegno che in Iran deve essere considerato la norma. Esso consiste di un grande spazio aperto centrale, dove a volte si possono piantare alberi e fiori, con un grande eivan che si apre sul lato rivolto alla Mecca e introduce in un santuario coperto da una cupola. Sugli altri tre lati dello spazio centrale vi sono arcate e altari, e nel centro di ciascuno troviamo un eivan più piccolo. Alla sinistra e alla destra del santuario possono trovarsi sale con archi, ed anche logge (dove spesso si raccolgono le donne) da cui si può vedere il mihrab, la nicchia che indica la direzione della Ka'ba, davanti alla quale pregano i fedeli. Nelle moschee più grandi l'eivan meridionale, che spesso costituisce l'ingresso principale, è fiancheggiato da minareti.
Minareti
I primi minareti erano quadrati, perlomeno riguardo ai piani più bassi, ma di questo tipo ne rimangono pochi nell'Iran di oggi. I minareti cilindrici nacquero nel nord-est dell'Iran: erano fatti di mattoni e affusolati verso la cima. Fino al XIII secolo erano quasi sempre singoli e posti nell'angolo settentrionale della moschea. Nel XV secolo cominciarono ad essere ricoperti di mosaici o piastrelle colorate, secondo il gusto del tempo. Ma nel paese i minareti sono poco numerosi rispetto, per esempio, alla Turchia; solo ad Isfahan occupano un posto preminente nel paesaggio.
Sacrari
I sacrari, o sepolcri di "santi"[23], sono assai frequenti in Iran: se ne trovano in quasi tutte le città, e i sacrari di villaggio o costruiti lungo le strade sono un elemento tipico del paesaggio persiano. In genere sono edifici modesti, circolari o quadrati o ottagonali, sormontati da una cupola o da un cono. Molti sono suggestivi ma privi di grande valore architettonico, ed assumono caratteri distintivi regionali; i sacrari più famosi, strutture "in progress", cui ogni generazione di devoti aggiunge qualche elemento, sono però fra i più splendidi, e a volte i più opulenti, edifici del paese.
Tombe e mausolei
Le tombe secolari si suddividono in due grandi categorie architettoniche: i mausolei a cupola e le tombe a torre. I primi hanno qualche affinità con i sacrari più grandi: spesso sono ottagonali e sfociano in una cupola circolare, sono costruiti per essere visitati e ammirati all'esterno come all'interno, allo scopo di ispirare reverenza verso personaggi non religiosi ma degni di essere ricordati. Le tombe a torre, tipiche soprattutto dell'Iran settentrionale, erano concepite con uno spirito molto diverso: come luoghi di riposo, solitari e remoti, non sono destinati ad essere frequentati né ammirati da visitatori.
Palazzi
Per quanto riguarda i palazzi, rimangono molte testimonianze di epoca achemenide e sasanide, edifici impressionanti sia per le dimensioni sia per la qualità dei dettagli; ed alcuni di essi si sono conservati quasi miracolosamente, come a Persepoli. Delle residenze reali dei Selgiuchidi e dei Mongoli si è persa ogni traccia. Rimangono invece i palazzi reali dei Safavidi, ma solo nell'area di Isfahan.
Caravanserragli
Un discorso a parte meritano infine i caravanserragli. Lungo la Via della Seta, durante i secoli, vennero costruiti numerosi edifici pubblici, cioè destinati all'uso collettivo, quali i caravanserragli o gli Ab-Anbar, cisterne sotterranee di raccolta e conservazione dell'acqua. I caravanserragli venivano utilizzati sia come alberghi per la sosta, sia come magazzini di deposito per le merci, e la varietà delle loro forme architettoniche e stilistiche è dovuta a numerosi fattori, economici, militari e in molti casi religiosi.
Lungo l'itinerario dal Khorasan a Kermanshah, che attraversa zone differenti quali le regioni di Semnan, la Regione Centrale, la regione di Teheran e quella di Hamadan, si possono ancora osservare parecchi caravanserragli, per la maggior parte costruiti durante il periodo safavide - alcuni tuttavia risalgono al periodo pre-islamico, altri, più recenti, appartengono all'epoca Qajar. Tutti comunque risentono delle lesioni del tempo, ed in un certo numero di casi (come in quello di Sar-e Pol-e Zahab, di epoca safavide, la cui struttura in mattone a quattro porticati si trova in condizioni deprecabili, nonostante da tempo si parli di un suo possibile recupero) si possono osservare soltanto rovine, in conseguenza dei danni prodotti da inondazioni e terremoti.
I caravanserragli più importanti si trovano nella regione dell'odierno Khorasan. Quello di Mahidasht, edificato in era safavide, poi restaurato e rimesso in funzione nel 1893 per volontà dello Shah Qajar Nasser ad-Din, è ubicato a nord-est della cittadina omonima, ed è costituito da quattro porticati. Il cortile centrale è uno spazio quadrato di settanta metri di lato; il portale d'ingresso si apre nel lato sud, e varcandolo si entra in un vestibolo con il soffitto a cupola il quale a sua volta si collega con il porticato di meridione. Il plinto del portale è in pietra: si trova fra le due arcate di oriente e d'occidente e si estende sino a dove comincia il vestibolo. Su ciascuno dei due lati dell'ingresso si vedono cinque archi doppi e due archi decorativi in funzione di alcove. Una volta entrati nel caravanserraglio, si osservano due piccole arcate, ognuna larga un metro ed alta due, che entrambe conducono alle camere a cupola.
Settanta chilometri ad occidente di Kermanshah, sulla strada che da questa città conduce a Karbala, luogo particolarmente venerato dagli sciiti perché sede della tomba dell'Imam Hossein che proprio in quel luogo subì il martirio, si incontra il caravanserraglio di Islamabad-e Qarb ("Islamabad Ovest"). Al tempo del suo massimo splendore, questo era probabilmente uno dei caravanserragli più belli e frequentati della zona di Kermanshah. È composto da quattro porticati, e il cortile centrale ha forma rettangolare. L'ingresso, nel lato sud, è riccamente decorato, assai più di quanto non lo siano quelli degli altri caravanserragli della regione. Come il precedente, anche questo risale all'epoca safavide e venne restaurato durante il periodo Qajar.
Nei pressi del villaggio di Bisotun, di fronte al monte omonimo, circa 38 chilometri a nord di Kermanshah, si trova il caravanserraglio detto "di Sheikh Ali Khan Zanganeh", dal nome del governatore della zona durante il regno del safavide Shah Abbas I il Grande (1587-1628): infatti, quando Sheikh Ali Khan divenne Primo Ministro sotto il successivo regno del safavide Soleiman, fece dono alla collettività di alcuni dei terreni adiacenti così che i profitti derivanti dalla loro coltivazione fossero destinati alla manutenzione del caravanserraglio. Il piano della struttura, a quattro porticati, è molto simile a quello di Mahidasht, ma ai quattro angoli si ergono altrettante torri ornamentali, e il cortile centrale è rettangolare (83,6 metri per 74,50). Tutt'attorno si contano 47 stanze, in ciascuna delle quali venivano alloggiati i viaggiatori delle diverse carovane.
Calligrafica artistica
Letteratura
Letteratura zoroastroiana
Età antica
La letteratura iraniana antica risale al VI secolo a.C. e riguardava principalmente il libro sacro dello Zoroastrismo, l'Avesta le cui parti più antiche, le Gāthā risalgono ai temti di Zaratustra. A esse si contrappongo gli Yasht, che riflettono un'elaborazione dell'antica dottrina zoroatroiana.
Oltre all'Avesta durante l'età achemenide, ci sono anche iscrizioni dei Gran Re, da Ciro il Grande a Artaserse III; scolpite su roccia o su tavolette d'oro e narra delle gesta dei Re oppure illustrano le loro opere.
Età Sasanide
Durante l'età sasanide vengono prodotte opere (in medio-persiano e pahlavico) per la massima parte di argomento religioso[24]. Nello stesso periodo vengono prodotte la Denkart e la Bundahishn (enciclopedie del sapere teologico di quell'età).
Letteratura islamica
Le prime forme letterarie dell'Iran islamico risalgono all'XI secolo d.C., riguardante la lirica cortigiana fiorita sotto i Tahiridi, Saffaridi ed i Samanidi, le prime dinastia autonome sorte al margine del califato.
In particolar modo sotto i Samanidi, la vita culturale iraniana rifiorì intensa e molti poeti sollevò ad alto livello d'arte e di stile la lingua nazionale.
I germi letterari dischiusisi sotto i Samanidi ebbero la loro piena fioritura nel seguente periodo Gasnavide, illustrato da altri celebri lirici, come Farrukhi, Manoucheri, Asadi, e soprattutto dall'epico Ferdowsi (1020 d.C.).Quest'ultimo scrisse uno dei più grandi capolavori della letteratura iraniana, lo Shahnameh (Libro dei Re). L'epica romanzesca, dopo Ferdousi, fu trattata da Fakhr ad-din As'ad Gurgani (sec. XI), che verseggiò nel Vis u Ramin un'antica materia di origina partica, singolarmente affine al ciclo celtico di Tristano e Isotta.
Questa materia romanzesca fu ripresa nel XV sec. dal poligrafo Giami, che vi infuse però il proprio spirito mistico. In realtà la mistica, forse la più profonda esperienza spirituale dell'Iran islamico, colorò di sé a partire dal XII sec. quasi ogni manifestazione della poesia persiana. I maggiori classici del Medioevo iranico sono mistici.
Una posizione a sé occupa come poeta 'Omar Khayyam (sec. XI-XII) misteriosa figura di scienziato, cui va attribuito un fluttuante corpus di quartine che per originalità di concetto e splendore di forma sono tra le più alte espressioni del genio orientale.
La prosa dell'epoca classica, da modesti inizi sotto i Samanidi si solleva a grande rigoglio nei secoli seguenti. Essa conta opere favolistiche (Tuti-name, Marzban-name, ecc.) che sviluppano e arricchiscono la materia di origine indiana oppure di scienza politica e di governo, e di etica e parenetica preziose come documento storico-culturale oltre che come modello di asciutta prosa antica, libri di viaggio, trattati di morale. Assai fiorente fu la storiografia, specie nell`epoca mongola (sec. XIII-XIV), cui risale, tra l'altro, la grande enciclopedia storica (Giami at-tawarikh) di Rashid ad-din Fadl Allah. Dopo l`età mongola la prosa si abbandona a un'estrema ridondanza e artificiosità di stile che finisce per rendere faticosa la lettura.
Letteratura moderna
La letteratura moderna può essere distinta in 5 periodi:
- Periodo formativo, collocato agli inizi del 800' ; segna la fine dell'isolamento dell'Iran e si apre agli infus europei; causando cambiamenti politico-religiosi.
- Periodo del risveglio, collocato alla fine del 800' e l'inizio del 900'; in questo periodo non esistono più le poesie di corte ma la letteratura si avvicina a ciò che accade in Iran ed in Europa.
- Periodo riformistico, coincide con l'ascesa al trono dello Shah Reza Pahlavi, in questo periodo in Iran nacque la satira, la più grande raccolta di satire è stata lo Yaki bud yaki nabud di Giamalzade. Questa raccolta di satire segnò l'inizio di una nuova tecnica narrativa.
- Il periodo della letteratura del neocapitalismo caratterizzò gli anni che seguirono alla seconda guerra mondiale. S'intensificò il processo di occidentalizzazione: gli intellettuali reagirono alla convulsa corsa allo sviluppo letterario, attirando l'attenzione sui gravi squilibri sociali che ne derivavano.
- Periodo post-rivoluzionario fu avviato in letteratura dall`atmosfera di aspettative e di speranza suscitate dalla rivoluzione (1979), che richiamò in patria numerosi letterati e intellettuali. In poesia grande fu l'influenza della rivoluzione islamica; mentre la prosa rimase invariata dalle tendenze precedenti.
Miniatura e pittura
Musica
Teatro
Televisione e cinema
L'Iran da anni è la prima industria cinematografica del Medio Oriente. In Asia è seconda a quella dell'India e la settima del mondo intero.[senza fonte] Nel 2006 ha prodotto 100 film, 200 serial tv, 2.400 tra corti e documentari.
Giustizia e diritti umani
In Iran è in vigore la pena di morte. L'Iran è uno dei paesi con più alto numero d'esecuzioni capitali all'anno, insieme alla Cina[25]. Molti reati sono punibili, sia con la pena di morte sia con una pena corporale ispirata alla Shari'a. Si sono verificati numerosi casi di tortura. Per il reato di omicidio, il condannato può essere graziato se la famiglia offesa concede il suo perdono. Il metodo di esecuzione è l'impiccagione; in alternativa sono usate anche, meno frequentemente, la fucilazione e la decapitazione. A volte le esecuzioni sono pubbliche. La lapidazione, la cui ultima esecuzione risale al 2002, è stata ufficialmente abolita nel 2012, nella stessa legge che vieta la condanna a morte di minorenni. Altre tipi di pene coraniche (come la crocifissione) non vengono più utilizzate.[26] I reati capitali sono: omicidio volontario, terrorismo, strage, apostasia, gravi offese all'Islam, alla Repubblica islamica ed autorità religiose (i casi gravi della cosiddetta moharebeh ossia "inimicizia verso Dio"), vilipendio del profeta Maometto, omosessualità e rapporti sessuali illeciti reiterati e gravi, traffico di droga e di alcolici, adulterio della moglie, consumo di bevande alcoliche alla terza condanna, violenza sessuale aggravata, tradimento, alto tradimento, spionaggio, casi di prostituzione.
Sport
Sport tradizionali
L'Iran è la patria di un'antica arte marziale la quale mescola l'allenamento fisico con filosofia e spiritualità, la Varzesh-e Pahlavani. Un tempo molto diffusa, dopo la caduta dello Scià ha perso buona parte della sua importanza ma è ancora praticata.
Sport moderni
Tra gli sport moderni quello più seguito dal popolo iraniano è sicuramente il calcio. La selezione iraniana ha partecipato per tre volte ai Mondiali: nel 1978, nel 1998 e nel 2006 venendo in tutti e tre i casi eliminata al primo turno. A Francia 98 l'Iran comunque si tolse la soddisfazione di battere i rivali statunitensi: la partita fu giocata in un clima particolare per le forti tensioni politiche in atto tra i due Paesi.
Molto importante è anche la Nazionale iraniana di calcio a 5, che ha vinto 10 delle 11 edizioni del campionato continentale: ha inoltre partecipato 6 volte al torneo mondiale giungendo quarta nel 1992. Per quanto riguarda gli altri sport, molti cestiti iraniani hanno militato nell'NBA.
Note
- ^ (EN) Population growth rate, in CIA World Factbook. URL consultato il 28-2-2013.
- ^ Tasso di fertilità nel 2010, su data.worldbank.org. URL consultato il 12 febbraio 2013.
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- ^ Ambiguo l'atteggiamento della grande potenza statunitense che, pur vedendo con grande favore il crollo del regime khomeinista, non vedeva affatto di buon occhio che l'Iraq potesse diventare il nuovo "Guardiano del Golfo Persico", fornendo all'occorrenza preziose informazioni al regime di Tehran pur evitare un suo eventuale repentino tracollo all'inizio del conflitto. Cfr. Frederick William Engdahl, A Century of War: Anglo-American Oil Politics and the New World Order, Londra, Pluto Press, 2004,ISBN 074532309X
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- ^ Si tenga conto che non esiste nell'Islam alcun concetto di santità così come lo intende il Cattolicesimo. Il termine intende definire le persone che hanno goduto in vita di fama di pietà e che sono considerate un esempio edificante per le generazioni successive.
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Voci correlate
- Linea di successione al trono dell'Iran
- Corona Kiani di Persia
- Corona Pahlavi di Persia
- Corona dell'imperatrice di Persia
- Persia
- Letteratura persiana
- Rivoluzione islamica
- Islam
- Sunnismo
- Sciismo
- Taarof, il galateo iraniano
- Terremoto dell'Iran del 2013
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Collegamenti esterni
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- L'organizzazione della cultura e delle relazioni islamiche
- Il Sito italiano dei sostenitori della Shia
- Presidency of the Islamic Republic of Iran: sito ufficiale del Presidente dell'Iran
- Wilayah: sito ufficiale dell'Ayatollah Khamenei.
- Scheda dell'Iran dal sito Viaggiare Sicuri - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
- Iran - informazioni pratiche