Tifoseria della Juventus Football Club
Aspetto
Citazioni sulla tifoseria della Juventus Football Club.
Citazioni
[modifica]- Buscetta ha detto di essere ossessivamente un tifoso della Juventus? Se lo incontrate ditegli che è la sola cosa di cui non potrà pentirsi. (Gianni Agnelli)
- È sufficiente passare mezz'ora nella mia città per capire che tifare Juve è una specie di delitto contro l'aria, il sole, le nuvole, le fontanelle col torello che sputa acqua, le case, le cose, la gente, la storia. (Gianpaolo Ormezzano)
- Il [...] legame [di mio padre] con la Juve non era quello elitario dell'alta borghesia cittadina, ma, casomai, quello dell'emigrante, residente in una nostra colonia, che vedeva la squadra come simbolo tricolore. E, soprattutto, quello di chi ne apprezzava lo "stile", il rispetto, comunque, dell'avversario. Tifare Juve, dunque, era per me il primo contatto con la "cultura sportiva". Altri, nell'epoca di Boniperti, Charles e Sivori, avrebbero magari insegnato ai figli il "dovere" di vincere. Lui, invece, mi spiegò, ricordando quanto i giocatori avevano sofferto contro il Grande Torino, la virtù del "saper perdere". (Carlo Nesti)
- Il luogo comune dice che metà Italia ama la Juventus e metà Italia l'odia. Io credo sia profondamente sbagliato: è molto più amata, solo anche d'un amore corretto, di un amore non facinoroso. E quelli che credono d'odiarla, non è odio di classe, ma invidia di classe. (Giovanni Arpino)
- [Nel 2017] Il tifoso della Juventus, così appare, ha preso il posto dei carabinieri nelle barzellette: è il tutore dell’ordine soggetto alla rivolta del popolo. Il popolo d’Italia, non avendo più nessuno contro cui rivoltarsi, si sta rivoltando contro il «carabiniere juventino». Eppure, lo dico con un pizzico di amarezza pensando alla squadra di cui sono tifoso, avendo giurato di essere oggettivo, riconosco il valore di quella squadra che, se in altre circostanze rese davvero leciti i dubbi su alcune sue vittorie, oggi si dimostra forte, organizzata, agguerrita e sagace come nessun’altra in Italia e, chissà, come poche altre fuori d’Italia. (Franco Cordelli)
- [Nel 1987] Il tifoso juventino è borghese o aspirante borghese. Si manifesta dove un capoluogo abbia da farsi perdonare nequizie medioevali. Fuor dal Piemonte, i più devoti juventini sono lombardi, e ancora emiliani di Romagna. Se c'entri anche il Re sabaudo non so dire. Fatto è che la "Juventinitas" è un sentimento che fa casta. Io spesso ironizzo chiamando Thugs i devoti della dea Kahlì: ma sotto sotto li invidio. Hanno un garbo, una certezza, un piglio che non sempre si scopre. (Gianni Brera)
- [Nel 2014] [In Italia] ci sono 50 milioni di tifosi, 12 sono della Juve, gli altri del Milan, dell'Inter, della Roma e via così. Tutti sono contro la Juve. Ora me ne rendo conto. (Massimiliano Allegri)
- La gente o ama la Juve o l'odia. Non importa dove giochi, ha sempre dei tifosi che la sostengono. Gli stadi sono sempre pieni ovunque vada. È un club che cerca di creare un'atmosfera speciale e tutti hanno un ruolo da svolgere in ciò. (Hasan Salihamidžić)
- La Juve è l'unica squadra i cui tifosi sono distribuiti in modo uniforme su tutto il territorio, mentre I'Inter, per esempio, riunisce in particolare quelli del Nord Italia. È anche la squadra i cui tifosi sono divisi tra destra e sinistra, al contrario della Fiorentina, i cui sostenitori sono essenzialmente di sinistra o del Milan [di proprietà di Silvio Berlusconi], i cui tifosi sono maggiormente orientati al centro-destra. La Juve è diventata una sorta di partito nazionale popolare, così come l'erano la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano al loro tempo. Con la scomparsa dei partiti di massa, è l'unico fattore di integrazione che va aldilà dell'appartenenza locale. (Ilvo Diamanti)
- [Nel 1990] La Juventus è adorata dai tifosi che ne sono gelosi, la sorvegliano passo passo, ne conoscono tutti i pregi ma sono pronti a rimproverarle impietosamente i minimi difetti, la obbligano ad essere bella e sempre giovane malgrado gli ottant'anni e più, criticano appena delude ma cadono in ginocchio appena, dopo l'adulterio della sconfitta, ritorna verso di loro con la vittoria. (Jean Cau)
- La Juventus [...] essendo nata oltre 100 anni fa, ha consolidato sotto la stessa proprietà una capacità di avere un numero di tifosi d'Italia che raggruppano tutti gli insoddisfatti del Sud. Gli operai della Fiat, ad esempio, venivano importati dal Sud, i veri torinesi per la maggior parte tifano Torino e non Juventus. Questo movimento creato dalla famiglia Agnelli è difficile da sradicare. (Aurelio De Laurentiis)
- La Juventus produce successo, quindi invidia. Ricordo di un professore di filosofia, juventino nel sangue. Quando la Juventus perdeva, il lunedì entrava in classe di pessimo umore e passava immediatamente alle interrogazioni. La vittima era sempre la stessa, tale Angelo Balzarini, noto sostenitore interista. Il mio povero compagno viene massacrato dalle domande impossibili e soltanto il suo sacrificio tradotto sul registro dall'immancabile «due» riusciva a far tornare la serenità nell'animo del professore. Angelo, poco prima dell'inizio del terzo trimestre, passò in un club juventino e fu promosso con ottimi voti. (Beppe Viola)
- La maledizione di essere juventini. [...] Perché sarà una maledizione? E da quando? In realtà da sempre, o da quasi sempre.
Accade spesso che la Juventus abbia vinto partite all'ultimo minuto, e che le abbia vinte su rigore; e che il rigore dai tifosi della squadra avversaria sia fortemente contestato è la quasi normalità [...]. C'è chi prende a pretesto ogni fischio, compreso quello del capostazione, per invocare «rigore per la Juve». Non si sentono che fischi. Tutti i fischi hanno un'unica destinazione, un senso unico: assegnare la vittoria alla Juventus ad ogni costo. C'è qualcosa di paradossale su questa ironica o furiosa reazione: c'è sempre stata, ora ha raggiunto un diapason. Tifare per la Juve è diventato difficile, quasi impossibile. Vista dal di fuori la faccenda è anche buffa, il tifoso bianconero — per sfuggire agli sfottò — dovrebbe andare in giro travestito, nascondersi, non pronunciarsi. Non dovrebbe andare allo stadio, di sicuro non in quelli delle avversarie. (Franco Cordelli) - La storia che ti lega alla tua squadra del cuore è qualcosa di romantico [...]. Per un tifoso della Juventus è ancora più difficile da dimostrare in quanto è una squadra così vincente. Per cui sento un po' come un dovere da scrittore spiegare che la Juventus è la squadra che ha più vinto e perduto – e proprio sapendo perdere si impara a vincere. Amarla in questo modo dà ancora quel senso romantico di tifo che appartiene ad epoche passate. (Sandro Veronesi)
- Non si tifava Juve perché si lavorava alla Fiat, semmai trovare un beniamino della propria terra permetteva di trasformare l’amore in innamoramento. La realtà è che gli immigrati arrivavano a Torino già tifosi della Juventus. (Dario Di Vico)
- Non ti vergogni, tu che sei romano, a stare per la Juventus? mi diceva sempre una zia di Milano che non stava per nessuno. No, non mi vergogno. [...] Prediligo gli umili e i modesti, coltivo le mie sofferenze e mi struggo per quelle degli altri, amo gli sconfitti. Ma il caso ha voluto che, poco più che neonato, io sia stato tradotto per la prima volta a una partita di calcio, in capo a un interminabile periplo sulla Circolare Rossa, sui tavolacci del vecchissimo Testaccio. Il pubblico urlava all'arbitro e al nemico elaborati improperi che oggi mi sembrerebbero madrigali, ma allora, neonato, mi parvero improperi. Il nemico era una squadra mesta ed elegante, con l'ala destra calva, il centrosostegno arrembato e claudicante, una mezzala fragile e pallida come un re sotto il patibolo, grassoccio il portiere. Vestiva braconi bianchi, calzettoni neri con due rigoline bianche, maglia bianca a strisce nere. Si chiamava in latino. Giocava maluccio. Il pubblico infieriva. Imperversavano "i nostri" rosso-vino e giallo-mandarino. La squadra a strisce perse per tre a zero. Fingo il lirismo dell'amnesia. In realtà, senza aver mai prodotto il minimo sforzo per ricordarmele, ricordo con precisione inappellabile le formazioni delle due squadre, chi portava le cavigliere sopra i calzettoni e chi no, l'odore inebriante del fumo di migliaia di sigarette nell'umido pomeriggio d'inverno, le grida di dileggio dei miei compaesani, la mia malinconia e la mia tenerezza. Per gli sconfitti. Ho aspettato tutta un'adolescenza, una guerra, una ricostruzione, la consumazione di un primo amore e anche di un secondo, insomma quattordici anni ho aspettato perché quell'elegante endecasillabo di sconfitti a strisce mi vincesse un campionato. Da allora — ammetto — me ne ha vinti parecchi. E io continuo ad amare sconfitti che continuano a perdere. Ma nell'angolo appartato e secondario del mio cuore che concedo alla trivialità del "tifo per lo spettacolo sportivo" mi sia consentito (anche perché me lo consento io) di amare anche questi sconfitti che vincono. (Vittorio Sermonti)
- [In occasione del ritorno in serie A nel 2007] Oggi è il momento di ringraziare il nostro pubblico, i nostri tifosi, la gente della Juve. È il momento di ringraziare i ragazzi, i giovani, tutti quelli che non hanno mai smesso di credere nello sport e di credere in noi. Grazie a chi ha corso e non si è mai fermato, anche nei momenti più incerti e di fronte alle sfide più difficili. Ce l'abbiamo fatta. Tutti insieme. E allora grazie, per averci creduto e per non averci lasciati soli. Grazie per aver ricordato, in ogni momento, Alessio e Riccardo, che sentiamo con noi anche oggi. Oggi si chiude questa stagione e siamo pronti per ricominciare. Perché noi siamo, e saremo sempre, la Juve. Grazie a tutti. (Alessandro Del Piero)
- Quando è arrivato quel ladro di Moggi ho smesso di tifare per la Juventus... non ho cambiato squadra perché non si può cambiare squadra. Quando lo abbiamo cacciato ho ricominciato a tifare per loro, però adesso hanno ripreso il potere... Moggi è sempre a Torino, Giraudo accompagna Andrea Agnelli a fare tutti... tutti i giri... mi hanno raccontato... Quindi insomma mi sono strarotto e non tifo più Juve. (Marco Travaglio)
- Quando ero piccolo la rivalità con Torino era totalizzante. Una rivalità personificata anche — e soprattutto — dalla Juventus. L'insopportabile Juventus, la magnifica Juventus. Squadra di meridionali: ci sono più tifosi juventini al Sud che non a Torino, questo è certo. (Roberto Saviano)
- [Nel 2011] Sappiamo gioire, sappiamo soffrire, sappiamo stringere i denti, sappiamo vincere. Noi siamo la gente della Juve e saremo sempre uniti, oggi e domani, a conto di lottare sempre fino alla fine. (Andrea Agnelli)
- Sono un tifoso bianconero [perché] è il club che ha vinto di più nella storia del calcio italiano, un po' come il Bayern da noi, e ha sempre avuto campioni e allenatori di grandissimo livello. Per questo motivo da sempre sono un suo sostenitore. (Franz Beckenbauer)
- Tifare per la Juventus significa essere la maggioranza, eppure distinguersi. (Giuseppe Pollicelli)
- Il lunedì | che umiliazione | andare in fabbrica a servire il tuo padrone, | oh juventino | ciuccia piselli | di tutta quanta la famiglia Agnelli, | e Juve merda, Juve Juve merda.[1]
- Ritorna a Mirafiori | a stringere i bulloni, | bastardo juventino, | 'na vita da cretino![2]
Note
[modifica]- ↑ Coro intonato da varie tifoserie in Italia e rivolto a quella juventina.
- ↑ Coro intonato sulle note del tema dello sceneggiato televisivo Le avventure di Pinocchio (1972) da varie tifoserie in Italia e rivolto a quella juventina.
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante tifoseria della Juventus Football Club
- Commons contiene immagini o altri file su tifoseria della Juventus Football Club