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Andrea Agnelli

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Andrea Agnelli (2017)

Andrea Agnelli (1975 – vivente), imprenditore e dirigente sportivo italiano.

Citazioni di Andrea Agnelli

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Citazioni in ordine temporale.

  • [Sulla finale della Coppa dei Campioni 1984-1985 oscurata dalla strage dell'Heysel] A dispetto di quella che fu comunque una partita vera, abbiamo sempre fatto fatica a sentire quel trofeo come una coppa nostra.[1]
  • In cuor mio tutti sanno cosa penso di Calciopoli, e cioè che è stato un procedimento ridicolo. I legali mi hanno detto che non sono riusciti nemmeno a leggere tutte le carte.[2]
  • [Sui risultati della Juventus nella stagione 2010-11] C'è tanta delusione perché alla fine di questo campionato è emerso che una serie di giocatori arrivati non hanno capito cos'è la Juventus e i giocatori che avevamo lo hanno dimenticato.[3]
  • Se la FIGC ci mette più di un anno per rispondere al nostro esposto, allora forse non ha la coscienza troppo pulita.[4]
  • [Sulla ripartizione dei diritti televisivi nel calcio] Però, se dobbiamo redistribuire le risorse in base alla meritocrazia, allora bisogna considerare anche la storia dei club. Noi abbiamo vinto 29 scudetti, il Milan 18 e l'Inter non so... Ci sarà un motivo se queste tre squadre mettono insieme il 70% dei tifosi. Abbiamo pianificato dei budget, non si possono cambiare le carte in tavola.[5]
  • Sappiamo gioire, sappiamo soffrire, sappiamo stringere i denti, sappiamo vincere. Noi siamo la gente della Juve e saremo sempre uniti, oggi e domani, a conto di lottare sempre fino alla fine.[6]
  • L'unico legame tra le varie case della Juve è il nostro capitano, lui, Alessandro Del Piero, che ha voluto rimanere con noi ancora un anno per quello che sarà il suo ultimo anno in bianconero. A lui dedichiamo tutti un grande applauso.[7]
  • Parma mi ricorda quella partita, al primo anno di Alessandro in bianconero, quando dopo avere segnato uno dei tre gol invece di esultare indicò chi gli aveva dato l'assist. Ebbene, quel gesto la dice lunga su che tipo di campione sia Del Piero.[8]
  • [Sul legame tra la Juventus e la famiglia Agnelli] A me quello che fa piacere ricordare è pensare a come la storia di questa società si intreccia con la storia della mia Famiglia: dal 1923 è con la nostra Famiglia questa società e ne fa il più vecchio franchise posseduto dalla Famiglia di qualsiasi sport, in tutto il mondo.[9]
  • L'emozione Juventus è sempre rivolta al domani, la gioia più bella è quella che deve venire.[9]
  • Allegri scherza sul numero dei nostri scudetti? Tutti parlano della Juve, ma noi preferiamo rispettare la regola base di guardare in casa nostra. Io parlo di Juventus, gli altri pensino agli affari loro. Se noi abbiamo 31 titoli, allora il Milan ha due stelle.[10]
  • Nelle squadre ci si aiuta, si combatte, si perde e si vince. Ma non si resta mai soli.[11]
  • Per mesi ho dovuto sentire le lezioni, provenienti da membri delle istituzioni e illustri opinionisti, che invitavano alla fiducia in un sistema di giustizia sportiva che, in assenza di prove riscontrate, si accontenta di celebrare processi sommari con tempi asimmetrici, caso per caso, filone per filone, forse persona per persona o peggio società per società, e con modalità barbare che non trovano cittadinanza in democrazia. Non solo: questo sistema brandisce dapprima il patteggiamento come facile via d'uscita in spregio al sentimento di giustizia del singolo, salvo poi rifiutarlo immotivatamente.[12]
  • [Sulla scarsa affluenza di pubblico contestagli in occasione della partita di UEFA Champions League con lo Shakhtar] La risposta ieri sera è stata buona, c'erano 30mila tifosi: al 'Delle Alpi' ne avremmo fatti 10mila.[13]
  • [Rispondendo alle dichiarazioni di Diego Della Valle che aveva definito gli eredi della famiglia Agnelli come «ragazzi da discoteca»] C'è chi va e chi no: io vado poco, ma l'ultima volta sono andato per festeggiare uno scudetto e mi sono divertito molto. Gli auguro di andarci anche lui per festeggiare qualcosa.[14]
  • [Riferendosi alle polemiche arbitrali seguite a Catania-Juventus 0-1 del 28 ottobre 2012] La Juve ha dato ieri una testimonianza di assoluta professionalità, ha riconosciuto subito l'errore arbitrale. Ciò che fa riflettere è l'atteggiamento che abbiamo ricevuto prima, durante e dopo la partita, un duro accanimento contro i dirigenti che hanno dovuto lasciare la tribuna insultati da prima della partita, quindi prima del fatto.[15]
  • In un'epoca fiorente, Platini, con la sua straordinaria classe, ha portato la Juve in cima al mondo e ha contribuito in modo significativo a rendere la storia della società ancora più prestigiosa. Il ricordo è legato alle sue prestazioni eccezionali in campo, ma anche alla finezza e all'intelligenza che ha mostrato al di fuori.[16]
  • È celebre una frase dell'Avvocato in passato: «Forse uno dei fattori che ha aiutato la Juventus a diventare la squadra più tifata in Italia, è il fatto che al suo nome non avesse legato il nome di una città, permettendole automaticamente di non essere legata, e di raggiungere un gruppo che non deve sentirsi necessariamente legato ad un territorio». A me però piace ricordare l'opposto: che quando andiamo in Europa, quando si parla di Juventus, si parla di Juventus Turin, quindi si lega automaticamente quello che è il nome della squadra al nome della città. Quindi quello che per noi è importante è portare più in alto possibile il nome della nostra società che è comunque profondamente legato al nome della città. Poi da ultimo, quale che sia l'effetto, quale che sia la riconoscibilità, quando alla fine conquistiamo un trofeo, questo trofeo a Torino deve venire, quindi questo ci lega alla città.[17]
  • A Moratti va riconosciuto un grande amore per l'Inter, talmente forte da avergli fatto accettare una cosa un po' folle, come lo scudetto che non ha vinto.[18]
  • [Su Giuseppe Prisco] Un personaggio che con la sua intelligente ironia manca parecchio a questo calcio.[19]
  • Le nazionali tolgono i giocatori migliori ai club per circa 60 giorni all'anno. Rappresenta sicuramente una cosa unica nel suo genere. Immaginatevi un'azienda privata che presta i suoi migliori dipendenti ogni anno per una causa comune.[20]
  • La FIFA regola il tesseramento dei giocatori, stabilisce quali sono i regolamenti e detta anche i calendari, ma è sicuramente molto lontana da quelli che sono gli interessi dei club.[20]
  • Il calcio sicuramente non è solo un gioco. Oggi è un'industria che ha la potenzialità di influenzare sia in positivo che in negativo. Da questo punto di vista spetta a chi gestisce il calcio, siano essi le istituzioni calcistiche, i club o i giocatori, assumersi le proprie responsabilità e saper indirizzare la valenza e la portata che ha il calcio nella direzione giusta.[21]
  • Chi lavora per la Juventus deve avere ben presente che noi gioiamo solo al raggiungimento dell'obiettivo finale, e quindi il risultato finale e quindi il trofeo, non la singola partita; la singola partita è una mentalità che non ci deve appartenere.[22]
  • Nell'analisi, nella valutazione di cosa significa gestire la Juventus nel 2016 o comunque nell'ultimo decennio [...] e quello che invece significava gestire una squadra di calcio fino all'introduzione dei diritti televisivi, fino ai primi anni '90, erano delle necessità diverse [...] Quando guardiamo oggi la dimensione della Juventus, [...] abbiamo una dimensione oramai che non è più quella ludica, del divertimento e dell'hobby, ma è una vera grande azienda.[23]
  • [Alla domanda di Brigitte Schönau «Esiste ancora lo stile Juventus e cosa significa per lei?»] Se devo essere sincero, non lo so. Me lo sono chiesto anche internamente. Lo stile Juventus è qualcosa che gli altri hanno detto di noi, ma non ho mai capito esattamente cosa sia lo stile Juventus [...] Lo stile Juventus è vincere. E quindi sì, esiste ancora da quel punto di vista.[24]
  • I tifosi purtroppo uno non se li sceglie. Contro il razzismo siamo tutti schierati, l'impegno della Juventus è costante. È attraverso l'educazione che si evitano certi comportanti.[25]
  • [Rispondendo a Carlo Genta nel 2020] Vorrei solo eliminare un principio: non è chi vuol vincere è allegriano, chi vuol vincere è juventino [...] Il dogma juventino, vincere.[26]
  • Se penso a Tuttosport penso a un quotidiano che mi ha accompagnato per tutta la vita. E questo per la natura del giornale stesso, cioè quella di essere il giornale che segue più di tutti la Juventus, che era ed è la squadra del mio cuore. Quindi era il giornale che rubavo dalla mazzetta di mio padre, quando avevo sette o otto anni, perché trattava in maniera più ampia il tema che a quell'età mi interessava di più. Quindi quando penso a Tuttosport penso al furto della mazzetta di mio padre. [«Lui poi se lo riprendeva?»] Credo che all'ora alla quale glielo rubavo, lui l'avesse già letto da tempo, lui si alzava alle cinque e mezzo [ride, ndr].[27]
  • [Sulla proposta di una Superlega calcistica europea] Vogliamo creare la competizione più bella al mondo capace di portare benefici all’intera piramide del calcio, aumentando la distribuzione delle risorse agli altri club e rimanendo aperta con cinque posti disponibili ogni anno per gli altri da definire attraverso il dialogo con le istituzioni del calcio.[28]
  • [Nel 2021] [...] sfido chiunque a confermare che l'attuale sistema del calcio professionistico sia soddisfacente. Io sento lamentarsi veramente chiunque. Quello che trovo sorprendente è che ogni proposta, ogni tentativo di riformare questa industria venga accantonato, sia esso relativo alle competizioni, alla governance o allo sviluppo commerciale. [...] Se si pensa alla riforma delle competizioni, si dice sempre che ci sono troppe partite, e che quindi si dovrebbe ridurre il numero di squadre. Questo trova il favore di alcuni e lo sfavore di altri. [...] E il meccanismo di governance che abbiamo oggi, non permette a chiunque di assumere la leadership. Chi ha i voti non ha il peso e chi ha il peso non ha i voti. Io non posso che ricordare che per dieci anni ho collaborato più che lealmente per cambiare un sistema troppo instabile che non valorizza appieno il valore commerciale, non tutela gli investitori [...] e che ha abbandonato il puro merito sportivo dal 1991. In questo caso mi riferisco alla competizioni internazionali, in quanto quando si è deciso che la quarta classificata di un paese come l'Italia ha maggiori diritti della squadra un campione in un'altra nazione. Questa non è una logica meritrocatica, è una logica commerciale. [...] E per chi lo ha vissuto, ricorderà che in quel momento si gridava allo scandalo: "Non c'è più il merito sportivo", "Non è più il valore sano del calcio". In realtà abbiamo creato, da quel momento ad oggi, la Champions League, che oggi è definita da chiunque una delle migliori competizioni sportive al mondo. Evidentemente le decisioni che sono state prese alla fine degli anni '80 e all'inizio degli anni '90 hanno portato, al netto di quelli che erano i commenti in quel momento, ad un cambiamento e ad avere una delle migliori competizioni. La nascita della Super Lega, che aveva per altro due condizioni sospensive che non sono state debitamente prese in considerazione come il raggiungimento di un accordo con UEFA e FIFA o la possibilità di organizzare una seconda o terza competizione, è stata la constatazione [...] delle obsolete impalcature su cui si regge il calcio, che attualmente sta rifiutando ogni cambiamento per mantenere una classe politica che non rischia, non compete, ma vuole decidere e incassare. A mio giudizio, la slealtà va cercata in chi ha sempre rifiutato il dialogo sulle riforme. Non mi voglio arrendere, non mi sono arreso ieri, non mi voglio arrendere oggi, non mi arrenderò domani. Il sistema ha bisogno di un cambiamento [...], ma non posso che ribadire, una volta di più, che sarà solo ed esclusivamente attraverso il dialogo costruttivo che si potrà arrivare ad una soluzione soddisfacente per tutti.[29]
  • [Nel 2021] [...] un significato della vita del quale mi sono imbattuto di recente, che è stata una definizione di Oriana Fallaci, [è] che secondo lei i sensi della vita sono quattro, e secondo me si rispecchiano perfettamente nelle persone che operano per la Juventus e fanno questo mestiere, e sono amare, lottare, soffrire e vincere. Dobbiamo amare la Juventus, dobbiamo lottare per la Juventus, sappiamo che dobbiamo soffrire per la Juventus ma, soprattutto, sappiamo che dobbiamo vincere per la Juventus.[30]
  • [Sul conflitto con l'UEFA circa la proposta di una Superlega calcistica europea] Fa riflettere la veemente reazione delle organizzazioni internazionali su un gruppo di club, alcuni dei quali si sono spaventati. Per sostenere la battaglia giuridica bisogna sentire di avere le spalle larghe. Con calma e serenità attenderemo il giudizio della Corte europea. Con Ceferin i dialoghi sono interrotti, il mio non è stato un attacco personale. Dal mio punto di vista l'affinità su certi temi rimane, sono sicuro che il tempo come sempre sarà galantuomo. [...] Quello di cui non ci rendiamo conto, e non è un tema solo italiano, è che una Superlega di fatto ce l'abbiamo già: è la Premier, perchè il talento va dove è meglio pagato. La Premier viaggia a 4,2 miliardi di introiti all'anno e, piano piano, attira tutto il talento. La Uefa che si aspetta oltre 5 miliardi per il prossimo ciclo della Champions League. Quindi questo lascia intendere quale spazio rimane per altri paesi come Italia, Francia o Spagna.[31]
  • [Nel 2022, sulle seconde squadre] Noi [come Juventus] abbiamo percorso con grande tenacia il progetto e al di là degli elementi perfettibili è servito un punto di discontinuità per far diventare realtà le seconde squadre. [...] Al primo anno c'era un gruppo con giovani che non erano né carne né pesce. Sapevamo che si sarebbero voluti 3-5 anni per raccogliere i frutti del lavoro, siamo a 4 e cominciamo a vederli. Serve una base di scouting, la formazione fino all'Under 19 e la maturazione in seconda squadra per il passaggio in prima. [...] L'Italia ha circa 450 prestiti, l'Inghilterra ne ha circa 150, gli altri paesi 20-30. È un fatto oggettivo. Con le seconde squadre i migliori si tengono, migliorano e arrivano. [...] La seconda squadra permette di ridurre i costi della prima squadra. Il vantaggio economico ce l'ho.[32]
  • La Juventus è più grande di ogni uomo che la potrà mai guidare.[33]
  • Da quando si è trasformato da gioco in business, il calcio non ha evoluto la sua governance per gestire gli affari. È giusto dire che la maggior parte dei club perde soldi. O siamo tutti incompetenti oppure il sistema ha qualche carenza. La Superlega è stata una risposta ai problemi che il calcio ha avuto e continua ad avere. Che sono instabilità finanziaria, sostenibilità finanziaria, polarizzazione. Non ho puntato una pistola alla testa di nessuno. Hanno tutti firmato liberamente. Alcuni più per paura di non essere a bordo, altri più consapevolmente. Ma hanno tutti firmato liberamente. [...] abbiamo bisogno di un cambiamento, perché se non cambiamo siamo morti. Dateci tempo per lavorare. Non è che le cose accadano come per magia.[34]

Dalla conferenza stampa del 16 novembre 2011; citato in tuttosport.com, 16 novembre 2011.

  • [Sull'esposto presentato a la FIGC] dal maggio del 2010 ad oggi sono avvenuti avvenimenti straordinari che esulano da un percorso normale e vorrei ripercorrere con voi le tappe principali affinché sia chiaro il comportamento della nostra società. Partiamo da maggio 2010, quando presentiamo un esposto alla FIGC per verificare i presupposti per l'assegnazione (l'assenza di comportamenti poco limpidi) dello scudetto 2005-2006 all'Inter. Questa nostra richiesta di risposta per garantire la corretta giustizia ed equità da parte dell'istituzione resta lettera morta per 14 mesi. E qui si impone una Prima riflessione doverosa con gli ordinamenti di giustizia sportiva: si è svolto un maxiprocesso nel 2006, quello di Calciopoli, in soli quattro mesi arrivando a pesanti condanne, ci sono voluti 14 mesi per rispondere ad un esposto di otto pagine.
  • [Sulla non decisione del Consiglio Federale] Fino al luglio 2011 abbiamo avuto totale fiducia nell'ordinamento sportivo, rispettando tutte le regole. Poi il Consiglio Federale da noi sollecitato decide di non decidere e solo allora, quando il Consiglio ha tutti i poteri per rivedere la decisione e invece decide di dichiararsi incompetente, decidiamo di utilizzare gli strumenti legali a nostra disposizione per tutelarci.
  • [Sulla decisione del TNAS] Passando al Tnas, che si è dichiarato incompetente in questi giorni, e alla definizione di 'doping legale' che è venuta fuori: il Tnas prevedeva anche la possibilità di un tavolo conciliatorio e voglio ricordare che a quell'incontro di conciliazione io ero l'unico presidente presente, che è l'unica persona in grado di conciliare. FIGC e Inter in quell'occasione decisero di mandare solo i loro legali.
  • [Sull'idea di un tavolo conciliatorio e l'agenda] Il tavolo deve essere il capo dello sport italiano a convocarlo. Per chiarire gli ultimi cinque anni e per proiettarci al futuro. E lì mi presenterò come presidente della Juventus, di un club che ha rispettato nel suo cammino tutti i passaggi della giustizia sportiva con il massimo rispetto delle istituzioni e degli organi che le appartengono. Il tavolo per me sarebbe un buon modo per portare un clima di serenità in questo ambiente, come l'appello di Petrucci di estremo buonsenso richiedeva. Io sono pronto a partecipare oggi stesso a questo tavolo se si dovesse decidere di aprirlo, ovvio che questo tavolo dovrebbe essere anche politico.

Intervista di Alessandro Vocalelli e Antonio Barillà, corrieredellosport.it, 24 dicembre 2011.

  • [Sulla sensazione che ci fosse "qualcosa di scivoloso e di imperfetto" nel 2006] Il quadro di allora era diverso da oggi. Quando vennero fuori le prime intercettazioni, pensai a una strana coincidenza: ogni volta che stavamo per vincere un titolo, balzava fuori qualcosa, l'anno prima c'era stato il video della flebo di Cannavaro. Poi, improvviso, è arrivato lo tsunami, e parlare di sensazioni, in quei momenti, è difficile. La Juve ha pagato in maniera dura: se la società non avesse varato l'aumento di capitale e lavorato per tornare ai vertici, avrebbe potuto precipitare davvero in categorie minori. Adesso esigiamo parità di trattamento.
  • [Sui rapporti con Massimo Moratti] [Ho rapporti] di educazione e civiltà: devono rimanere tali e sarebbe bello se si estendessero ai tifosi. Non siamo in guerra, il calcio è un grande spettacolo di sport, e l'Inter è lì per caso: se fosse arrivata terza un'altra squadra, avremmo chiesto comunque se era giusto assegnarle lo scudetto.
  • [Su un'ipotetica sfida tra l'Inter del triplete e la Juventus di Capello] Nessun dubbio: vinciamo noi 3-0.
  • [Sulla importanza di Pirlo nella costruzione di un ciclo vincente] La qualità di Pirlo è assoluta, ma io ho una convinzione: in campo si va in undici e un solo campione, per quanto straordinario, non fa la differenza.
  • [Sull'annuncio dell'ultima stagione di Del Piero nella Juventus nell'agosto 2011] A me spiace che un gesto d'affetto sia stato interpretato come un atto ostile. Fu Del Piero, al momento delle firme, a dire che era il suo ultimo contratto con la Juve: perché tanto stupore se cinque mesi dopo viene chiesto un tributo? Lui è la storia, come Boniperti e Platini.

Intervista di Daniele Dallera e Roberto Perrone, corriere.it, 24 dicembre 2011.

  • Una medaglia ha sempre due facce, privilegi e responsabilità.
  • Non ci si rende conto di quello che ha determinato il 2006 per noi. Abbiamo richieste, le più diverse, di risarcimento danni per circa 600 milioni di euro. Con la nostra siamo a quasi un miliardo che pende. Chiudere con "fu giustizia sommaria ci spiace", come si voleva fare con il documento non firmato al tavolo del Coni, non è semplicissimo.
  • [Sulla difesa degli scudetti della Juventus di Capello] Innanzitutto scomponiamo. Noi abbiamo un anno sotto inchiesta, il 2004-2005. Il 2005-2006 è pulito: subiamo la penalizzazione su un anno in cui non c'è niente e i designatori arbitrali sono cambiati. Se il capo dello sport e quello del calcio mi parlano di giustizia sommaria, quali che fossero i dirigenti, fu giustizia sommaria. E poi siamo entrati in un procedimento penale: i giudizi li possiamo dare solo alla fine.
  • Il bello di Del Piero è che lo sarà sempre un supereroe della Juve.

Da un'intervista a Studio Sport XXL; citato in sportmediaset.mediaset.it, 3 febbraio 2012.

  • Nel nostro calcio ci sono tre cose vecchie: gli stadi, i diritti televisivi e la protezione dei marchi.
  • Sulla politica sportiva il Milan resta il nostro migliore alleato, sul campo il rivale più temibile.
  • Il derby mi piace, ma vorrei un Torino forte che desse a quella sfida un'importanza di classifica ben al di là della rivalità cittadina.

(EN) Intervista di Simon Kuper, ft.com, 26 aprile 2013.

  • Juventus e Fiat sono le due maggiori proprietà che abbiamo. [...] Juventus e Fiat sono i comuni denominatori della storia della [nostra] famiglia.
Juventus and Fiat are the two eldest ownerships we have. [...] Juventus and Fiat are the common denominators of the history of the [our] family.
  • Juventus è conosciuta come "la fidanzata d'Italia". È probabilmente la donna con cui ognuno vorrebbe stare.
Juventus is known as "the girlfriend of Italy". It's probably the woman everyone wants to be with.
  • [Riferendosi alla situazione del calcio italiano] Piuttosto che una destinazione finale per i migliori giocatori, ora siamo un campionato di transito.
Rather than a final destination for top players, we are now a transit league.
  • Se uno guarda una situazione perfetta per un top team, è una miscela di ciò che si trova in Inghilterra, in Germania, e in Spagna.
If one was to look at a perfect situation for a top team, it's a mixture of what you find in England, in Germany, and in Spain.
  • Il calcio italiano, tanto quanto l'Italia, ha bisogno di riforme strutturali. L'Italia era a un bivio pochi anni fa – vogliamo affrontare questo e rimanere competitivi? Abbiamo scelto di non fare nulla. Nel calcio è necessario uno sforzo concertato: violenza, stadi, protezione dei marchi. Ora non c'è nemmeno un governo, quindi non abbiamo un ministro di sport.
Italian football, as much as Italy, needs structural reforms. Italy a few years ago was at a crossroads – do we want to tackle this and stay competitive? We chose to do nothing. In football, you need a concerted effort: violence, stadiums, trademark protections. Now there isn't even a government, so we haven't got a minister of sports.

Dall'intervento all'Assemblea degli Azionisti della Juventus, 18 gennaio 2023; citato in juventus.com.

  • [...] quando parliamo di calcio, e di che cosa parliamo in realtà? Spesso ci si riduce a parlare di quella che è stata l'azione sul campo, il gol, il fuorigioco, dato o non dato. Ma il calcio non è questo. Il calcio fa parte dell'industria dell'intrattenimento, fa parte del settore dello sport, ed è la principale attività all'interno dello sport. Quando parliamo dell'industria dell'intrattenimento parliamo di un'industria di 750 miliardi che, è evidente, comprende il gaming, gli sport, la musica, musei, teatri, di quello che facciamo noi nel nostro tempo libero, l'intrattenimento. Quando parliamo dell'industria dello sport parliamo di un'industria di 140 miliardi. E quando parliamo del calcio parliamo di un'industria di 43 miliardi. Quindi, sì, è giusto parlare del gol dato o del gol non dato o del fuorigioco, però stiamo parlando di un'industria di queste dimensioni.
  • [...] credo tuttora che il calcio europeo abbia bisogno di riforme strutturali per affrontare il futuro, altrimenti rischieremo una continua, costante, inesorabile decrescita dello sport, del calcio, a favore di un'unica Lega dominante, che è la Premier League, che nel giro di pochi anni attrarrà tutto il talento del calcio europeo all'interno della sua Lega, marginalizzando completamente le altre Leghe, siano esse la Bundes, la serie A, la Liga, Ligue, le altre sono già marginalizzate. Però mi sembra evidente che i regolatori attuali non abbiano nessuna voglia di ascoltare e affrontare i problemi dell'industry, preferendo mantenere la loro posizione di privilegio. Sono il regolatore, sono l'operatore commerciale monopolista, detengono a livello europeo ed internazionale la funzione inquirente e giudicante del sistema di giustizia autoistituito e sono i gatekeeper della competizione.
  • [Sulla proposta di una Superlega calcistica europea] [...] l'auspicio è che la Corte di Giustizia Europea, che è chiamata ad esprimersi sulla posizione di monopolio dell'UEFA, riconosca lo sport professionistico ad alto livello come un'industria. Ricordiamoci che sono chiamati ad esprimersi sulla possibilità della libera concorrenza in Europa e l'abuso di posizione dominante, sempre in Europa. Le argomentazioni che sento rispetto a questo parlano sempre della specificità dello sport, quindi l'art. 165 del Trattato dell'Unione Europea, che parla di riconoscere questa specificità allo sport, strutturata su base volontaria. All'interno dell'Unione Europea il fatturato diretto e indiretto del calcio, non dello sport, è di 55 miliardi e occupa 700 mila persone. Quindi a me sembra che l'art. 165 del Trattato dell'Unione Europea per lo sport professionistico di alto livello, che è diverso dalla gestione della base, sia da prendere seriamente in considerazione e di questo, appunto, auspico che questa sentenza possa aprire la strada a una gestione diversa dello sport internazionale. Tengo personalmente sempre a ringraziare il Real Madrid e il Barcellona che assieme alla Juventus hanno avuto il coraggio di andare incontro a quelle che erano le minacce, le sanzioni che venivano inflitte da UEFA, o minacciate da UEFA, sempre nella primavera del 2021, in base a cosa? All'art. 50 del proprio statuto e quindi che "no combinations or alliances may be formed without the permission of UEFA", cioè noi saremmo stati sanzionati perché ci saremmo ritrovati in una stanza a pensare a un futuro migliore senza essere stati pre-autorizzati dalla UEFA.

Da un'intervista a De Telegraaf; citato in calciomercato.com, 25 febbraio 2023.

  • [Sulla proposta di una Superlega calcistica europea] Il monopolio della Uefa deve essere spezzato per dare ai club un futuro finanziariamente stabile. In futuro in cui i club non cadano nel caso non si qualificano una volta per le competizioni europee. Questo è un problema per qualsiasi club. Con una tale incertezza, non è possibile come club prendere decisioni a lungo termine sostenibili e sane. Ecco perché sono favorevole a un sistema di campionati nel calcio europeo di vertice, con maggiori opportunità finanziarie e sportive per ogni club.
  • A parte la mancanza di stabilità finanziaria, in molte competizioni, nazionali e internazionali, i vincitori sono noti in anticipo. Principalmente a causa degli introiti che i club ottengono dal mercato nazionale. L'Inghilterra è al primo posto in questo senso e si può vedere come la Premier League sia rappresentata in maniera generosa nelle fasi finali dei tornei di coppe europee. [...] Ma in una competizione sportiva è importante che ogni partecipante abbia la possibilità di vincere. [...] Come appassionato di calcio, sostengo fortemente una competizione internazionale di questo tipo. Al contrario delle federazioni internazionali. Non hanno alcun riguardo per i problemi dei club. Come governanti, vogliono mantenere tutto com'è. Si oppongono a qualsiasi cambiamento. Una Superlega è necessaria, perché se rimane tutto così prevedibile come in questo momento, il pubblico si allontanerà dal calcio. [...] Da qui l'idea di un campionato europeo con diverse divisioni con un sistema di promozione e retrocessione.
  • Un campionato nazionale forte e paritario è nell'interesse di tutti. Se si fa un confronto con l'Europa, si nota la tendenza dei campionati nazionali a diventare sempre meno popolari nel sistema attuale. Manca l'emozione, i campioni sono fissi. Che valore ha il campionato francese con il PSG come campione eterno? O quello italiano, persino i campionati tedesco e spagnolo sono in declino. Solo la Premier League cresce sempre di più ed è una Superlega glorificata. La Premier League raccoglie circa quattro miliardi di euro all'anno, la Spagna circa la metà, la Germania 1,5 miliardi e l'Olanda 100 milioni di euro. Il dominio inglese minaccia anche il calcio europeo. In Champions League, a partire dai quarti di finale, è tutta una questione di club inglesi e di altri tre o quattro club come Real Madrid, FC Barcelona, PSG e Bayern Monaco, con un'occasionale outsider [...]. Questa prevedibilità è la campana a morto per qualsiasi campionato.
  • [...] la Uefa è al primo posto in tutto. Senza possedere nulla. Controlla tutto, tutte le condizioni finanziarie, commerciali, legali e sportive. Mentre la Uefa è di fatto responsabile solo della definizione della data e dei duelli nel contesto europeo. Sono i club a occuparsi dell'organizzazione vera e propria delle partite. Sono loro a fare tutto il lavoro.
  • [Su Aleksander Čeferin] Come presidente Uefa, si sente potente come un re e parla come un primo ministro dell'organizzazione delle competizioni.

Citazioni non datate

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  • Juventus-Inter è il derby d'Italia, lo è stato per gli ultimi 60 anni e lo sarà per sempre.[35]

Citazioni su Andrea Agnelli

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  • [Nel 2010] A metà degli Anni '90, Gianni Agnelli lasciò il testimone al fratello Umberto. Adesso John Elkann dovrebbe fare altrettanto con Andrea Agnelli, il figlio di Umberto e Allegra. Lui sì che conosce i meccanismi del calcio, è sempre stato vicino al padre, ci ha accompagnato in tante situazioni. Con lui tornerei di corsa nella Juventus per rifare una grande società e una grande squadra, in qualsiasi momento. Ci saranno novità dopo il processo di Napoli. (Luciano Moggi)
  • Andrea Agnelli è certamente uomo calato nel presente, ma credo che a volte rimpianga i tempi in cui avrebbe potuto chiamarsi Andrea III, così come c'erano Enrico IV, Carlo V e Luigi XII. Un bell'editto e si vietava l'ingresso nella capitale ai villani, ai bifolchi, ai questuanti, alle meretrici. [...] Perché l'Atalanta è in Champions e la Roma no? Perché l'Atalanta è arrivata terza in campionato, ha fatto più punti della Roma e non ha rubato il posto a nessuno. Perché le regole d'accesso sono queste, almeno finché non cambieranno in peggio. [...] Più che un'uscita, quella di Andrea Agnelli è un'entrata a gamba tesa su quel che sopravvive dell'idea di sport. (Gianni Mura)
  • [Nel 2011] Andrea Agnelli è sempre più una macchietta. Non sa che una volta gli Agnelli erano leoni, i suoi avi avrebbero distrutto tutti. Lui ha fatto la figura del bambino piagnucolone, ha chiesto la revoca dello scudetto interista del 2006 e per oltre un anno ne ha fatto un'arma di distrazione di massa per i tifosi della Juve che meritavano ben altro trattamento. Con i vecchi dirigenti oggi la Juve sarebbe riuscita a dimostrare ben altre cose. La vecchia Juve avrebbe sputtanato Moratti nel mondo con intere pagine acquistate sul NYT e sui più importanti quotidiani del mondo. Avrebbe usato tutto il suo potere come soltanto quella società sapeva fare. Bombardamenti a tappeto in ogni dove, mentre adesso Andrea Agnelli al massimo può sparacchiare qualche peto, non certo di più. Ora minaccia chissà quali sfracelli, ma qualcuno dovrebbe consigliarlo a dovere, cosa che non accetterà mai essendo troppo abituato alle "tate"... (Franco Rossi)
  • [Nel 2022, sul rapporto con Andrea Agnelli] Bandirò quella persona dalla mia vita, chi mi tradisce non lo perdonerò mai. Sono il presidente dell'organizzazione sportiva più potente del mondo [l'UEFA]. Non dobbiamo obbedire a nessuno, discuteremo, ci accorderemo e andremo avanti per la nostra strada. (Aleksander Čeferin)
  • [Sull'esposto presentato dalla Juventus all'UEFA per chiedere l'esclusione dell'Inter dalla Champions League 2011-2012 per i fatti di Calciopoli] L'esposto presentato all'UEFA per Calciopoli? Beh, Andrea Agnelli avrebbe fatto meglio a risparmiare i soldi del francobollo. (Michel Platini)
  • [Riferendosi alla Juventus dopo la decisione del Tnas di dichiararsi incompetente sul'assegnazione dello scudetto 2006] Dopo quest'ultima sentenza, a chi porta vantaggi proseguire... Se si fa un passo indietro se ne fanno due avanti, chi ha più intelligenza la metta al servizio degli altri. Il mio è un appello, ma forse gli appelli non servono più. Non so se sia giusto aver dato quello scudetto all'Inter, non sta al Coni dirlo. Le regole però sono state rispettate e per il Coni il discorso è chiuso. Chi lo vuol riaprire creerà problemi alla serenità del calcio italiano: oggi si vive anche di credibilità e di curriculum. Non sono rimasto deluso dal comportamento di Andrea Agnelli. Ognuno fa ciò che ritiene di fare. Ho conosciuto l'Avvocato, rispetto una famiglia che ha fatto grandi cose per il calcio. Ma portano avanti le loro idee, le mie sono diverse. (Gianni Petrucci)
  • [Nel 2015] Dove è finito [lo stile Juventus]? C'è stile in tutto quello che è successo ai vertici, con il Presidente Andrea Agnelli che molla la moglie (può succedere, per carità...) per la consorte di un suo dipendente e amico, valente responsabile del marketing, per di più costretto ad evacuare dal club nell'imbarazzo generale? Con la moglie cui tocca metà del patrimonio che fa vedere ad Andrea ovviamente i sorci verdi? Con John Elkann che ne approfitta per l'ennesima battaglia interna ma immediatamente pubblica contro il cugino per togliergli la presidenza? Lo "stile Juventus"? Ma una volta, non tanto tempo fa, avrebbero saputo mascherare di buona creanza lenzuola e denari, come racconta una storia di famiglia non del tutto ignota anche se sempre postuma. (Oliviero Beha)
  • Il comunicato della Juventus che vorrebbe l'esclusione dell'Inter dall'Europa? Il presidente Agnelli mi sembra veramente un bugiardo: mi pare che abbia l'ossessione dell'Inter, glielo si legge negli occhi. [...] Io metterei una pietra sopra a questa storia e penserei a giocare a calcio. Invece il giovane ossessionato presidente della Juventus, probabilmente non avendo una grande personalità, pensa che attaccando l'Inter possa essere più amato dai tifosi. (Ignazio La Russa)
  • La Juventus è il più grande pilastro dell'organizzazione calcistica italiana, la società che ha vinto il maggior numero di scudetti. I suoi giocatori hanno vinto tutto anche con la maglia della Nazionale italiana. La famiglia Agnelli si identifica da sempre con la Juventus. Andrea ha un grande ruolo ed una grande responsabilità, suo padre è stato presidente della Figc. (Franco Carraro)
  • Non parlerò molto di Andrea Agnelli, ma probabilmente è la mia più grande delusione. Non ho mai visto una persona che potesse mentire così. Ho parlato con lui sabato, mi ha detto che erano solo voci [quelle sulla creazione di una Superlega calcistica europea], poi ha spento il telefono. (Aleksander Čeferin)
  • Quando viene a Vinovo è come l'allenatore, chiede di vincere come la Juve, storicamente, è abituata a fare, dando il meglio per questa maglia. (Andrea Pirlo)
  • [Nel 2012] Anziché lasciarsi lo scandalo alle spalle, come aveva fatto suo cugino John Elkann, Andrea Agnelli figlio di Umberto e amico di Moggi e Giraudo ha ripreso a gridare al complotto e a rivendicare gli scudetti dello scandalo, giustamente revocati. Ora, con la sentenza di Napoli e i messaggi di Moggi, ha quel che si merita. Forse, anziché vellicare gli istinti peggiori della tifoseria peggiore, farebbe bene a guardare al futuro. A farsi spiegare lo "stile Juventus" da chi ancora sa cos'è come Boniperti, Trapattoni, Zoff e Platini. E magari a costruire stadi più sicuri.
  • [Ultime parole famose, nel 2011] Due anni fa il ramo cadetto degli Agnelli si riprende il giocattolo [la Juventus] con il giovane Andrea, figlio di Umberto e vecchio sodale di Moggi e Giraudo. Risultato: zero titoli sul campo, ma centinaia sui giornali, cavalcando il revanscismo della parte più becera della tifoseria [...]. Ora Andrea Agnelli, per non passare alla storia come l'unico presidente juventino che non ha vinto neppure la Coppa del Nonno, rivuole addirittura indietro i due scudetti di Calciopoli.[36]
  • [Nel 2012] Oggi invece Suo cugino – il signorino Andrea, che porta il cognome francamente eccessivo degli Agnelli – ha trasformato la società in una succursale del Pdl: da mesi insulta la Federazione di cui è uno dei soci più autorevoli e demolisce le regole e le istituzioni della giustizia sportiva, quasi fossero frutto di un complotto planetario contro la Juve, decise all'insaputa del club più potente d'Italia. Ma non sempre: solo quando danno torto alla Real Casa.
  • Prima sembrava che la Juve fosse riuscita ad accettare lo scandalo Calciopoli e le condanne di Moggi e Giraudo. I tifosi sembrava avessero smesso di parlare di campionati in realtà mai vinti perché revocati. Sembrava si potesse di nuovo parlare di stile Juve. Ma ora che la squadra è tornata a vincere Andrea Agnelli ha subito ricominciato a giustificare Moggi, dicendo che tanto lo facevano tutti; le stesse scuse che usano anche i politici. È un po' come se dopo aver rapinato una banca davanti ai giudici ci si giustifichi sostenendo la regolarità dell'azione perché lo fanno in tanti. Le sentenze sono pertanto giuste e vanno accettate. Altrimenti rischiano di non accettarle nemmeno i tifosi. E questo può rivelarsi pericoloso. Lo scudetto appena conquistato è pulito e sudato. Un'altra cosa rispetto a quelli di Calciopoli.

Note

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  1. Citato in Timothy Ormezzano, Gli ultrà Juve macchiano il ricordo dell'Heysel, la Repubblica, 30 maggio 2010, p. 50.
  2. Citato in Agnelli, bordate su Calciopoli: «Un procedimento ridicolo», gazzetta.it, 15 dicembre 2010.
  3. Citato in Furia Agnelli: "Chi è arrivato alla Juve non l'ha capita, chi c'era mi ha deluso ancor di più, La Gazzetta dello Sport, 17 maggio 2011.
  4. Da Twitter; citato in La Juventus e l'esposto, un anno dopo: «La FIGC non ha la coscienza pulita», corriere.it, 22 maggio 2011.
  5. Citato in Andrea Agnelli: «Meritocrazia sì ma devono rischiare tutti», La Gazzetta dello Sport, 28 giugno 2011.
  6. Durante la cerimonia d'inaugurazione dello Juventus Stadium l'8 settembre 2011; citato in Marco La Villa, Mauro La Villa, con la narrazione di Giancarlo Giannini; Bianconeri. Juventus Story. Eastern Capital, 2015 [2012], a 1h 28m 44s e sqq.
  7. Citato in Agnelli congeda Del Piero: "Un esempio, al suo ultimo anno", gazzetta.it, 18 ottobre 2011.
  8. Citato in Agnelli: «Porte della Juve sempre aperte per Del Piero», tuttosport.com, 14 novembre 2011.
  9. a b Citato in Vladimiro Cotugno, Agnelli: «La storia della Juve è la storia della mia famiglia», tuttosport.com, 16 maggio 2012
  10. Riferendosi ai campionati di Serie B vinti dal Milan. Cfr. Juventus, via le stelle dalle maglie: "Non riconosciamo i calcoli della FIGC", repubblica.it, 11 luglio 2012.
  11. Citato in Agnelli difende Conte e Bonucci: "La Juve non lascia solo nessuno", lastampa.it, 27 luglio 2012.
  12. Da Dichiarazione di Andrea Agnelli, juventus.com, 22 agosto 2012.
  13. Citato in Agnelli: i biglietti non erano cari, tgcom24.mediaset.it, 3 ottobre 2012.
  14. Citato in Agnelli a Della Valle: “Io in discoteca? Per la festa scudetto, gliela auguro”, lastampa.it, 27 ottobre 2012.
  15. Citato in Catania-Juve, Agnelli: assedio ingiusto «Abbiamo riconosciuto subito l'errore», ilmessaggero.it, 29 ottobre 2012.
  16. Citato inAgnelli : «Platini a mené la Juve sur le toit du monde», France Football, 13 novembre 2012; tradotto in Agnelli a France Football: "Platini ha portato la Juve sul tetto del mondo"", tuttojuve.com, 13 novembre 2012.
  17. Citato in Fassino premia i Campioni d'Italia. AGNELLI: «Gli Scudetti sono 31. La Champions un sogno e un'ambizione». Il Sindaco: «Successo Juve è anche quello della città», tuttojuve.com, 15 maggio 2013.
  18. Citato in Juve, Agnelli: "Moratti, per l'Inter un amore...folle", tgcom24.mediaset.it, 24 ottobre 2014.
  19. Citato in Francesco Bramardo e Mirko Graziano, Tra Agnelli e Cairo è già febbre derby. «Toro, non vinci più». «Ci pensa Amauri», La Gazzetta dello Sport, 28 novembre 2014, p.8.
  20. a b Da un' intervento rilasciato in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2015-2016 del Collegio di Milano; citato in Agnelli vs FIFA: "Assurdo che le nazionali tolgano i migliori giocatori ai club", goal.com, 30 gennaio 2016.
  21. Citato in Andrea Agnelli e la responsabilità sociale nel calcio, Uefa.org, 19 febbraio 2016.
  22. Citato in J1897 Members Day (Juventus Football Club S.p.A.); video disponibile su dailymotion.com, 13 maggio 2016 (a 8:25 min.).
  23. Dalla trasmissione 90 minuti con... #AgnelliRisponde (min. 0:15:46), SKY Sport; citato in Simone Ziggiotto, Sky Sport, 90 minuti con Andrea Agnelli, movietele.it, 31 maggio 2016
  24. Dalla trasmissione 90 minuti con... #AgnelliRisponde (min. 0:53:14), SKY Sport; citato in Simone Ziggiotto, Sky Sport, 90 minuti con Andrea Agnelli, movietele.it, 31 maggio 2016.
  25. Citato in Insulti Anna Frank, Mattarella: "Atto disumano". Lotito in Sinagoga: "Mi dissocio dagli ultrà", repubblica.it, 24 ottobre 2017.
  26. Citato da A "Tutti Convocati" Andrea Agnelli tra scudetto e Coronavirus, Radio 24, 24 febbraio 2020, a 14:52 sqq.
  27. Dall'intervista di Guido Vaciago, Andrea Agnelli: "Il mio Tuttosport", tuttosport.com, 30 luglio 2020.
  28. Citato in Superlega, Agnelli: "Patto di sangue tra club, il progetto va avanti". L'Inter si defila, sport.sky.it, 21 aprile 2021.
  29. Dall'intervento all'Assemblea degli Azionisti della Juventus, 29 ottobre 2021; citato in Assemblea degli Azionisti, il discorso del Presidente, juventus.com.
  30. Dall'intervento all'Assemblea degli Azionisti della Juventus, 29 ottobre 2021; citato in Marco Baridon, Assemblea degli Azionisti Juventus 2021: il discorso di Agnelli, juventusnews24.com, a 32:17 sqq.
  31. Dall'evento "'Il Foglio a San Siro"; citato in Agnelli: "Io fuori dalla Juve? Sono sereno, non faccio caso ai rumors", tuttosport.com, 28 aprile 2022.
  32. Dall'intervento alla tavola rotonda "Le seconde squadre in Italia e in Europa, modello per il futuro?" all'Allianz Stadium di Torino, 27 novembre 2022; citato in Juventus, Agnelli: "Seconde squadre? Non siamo una onlus, la Juve non lo fa per la nazionale", eurosport.it.
  33. Citato in Andrea Agnelli: «Juventus più grande di chiunque la guidi», sportmediaset.mediaset.it, 30 novembre 2022.
  34. Da un'intervista al Financial Times; citato in Luca Stamerra, Agnelli: "Superlega risposta a problemi del calcio. Se non cambiamo saremo morti. Ronaldo? Operazione che rifarei", eurosport.it, 26 gennaio 2024.
  35. Da Marco La Villa, Mauro La Villa; Bianconeri. Juventus Story. Eastern Canal, 2015 [2012], a 1h 20m 15s e sqq.
  36. Dalla successiva stagione 2011-12 la Juventus, sotto la presidenza di Andrea Agnelli, instaurerà il ciclo più vincente nella storia del campionato italiano con la conquista di nove scudetti consecutivi.

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