Petronilla Paolini Massimi
Petronilla Paolini Massimi (Tagliacozzo, 24 dicembre 1663 – Roma, 3 marzo 1726) è stata una poetessa italiana, conosciuta anche per aver denunciato nei suoi scritti la terribile condizione delle donne del suo tempo[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Petronilla Paolini fu l'unica figlia di Francesco Paolini, conte di Ortona dei Marsi e Carrito, e di Silvia Argoli, della stessa famiglia cui appartennero il matematico Andrea Argoli e il poeta e insegnante d'umanità Giovanni (1609-1660).
Rimasta ancora infante orfana di padre, assassinato forse per un intrigo politico il 13 febbraio 1667, seguì la madre a Roma nel convento di Santo Spirito dove fu incredibilmente fatta sposare a 10 anni non ancora compiuti, il 9 novembre 1673, con il quarantenne Francesco Massimi, marchese romano e vice-castellano di Sant'Angelo: lo squallido matrimonio - che garantiva una protezione «eccellente» alla famiglia in cambio dei beni paterni e della serenità di Petronilla - fu reso possibile da una speciale licenza di papa Clemente X, parente dei Massimi.
La bambina rimase ancora con la madre fino al 1675, quando si trasferì nel palazzo della famiglia Massimi all'Ara Coeli, per trasferirsi ancora col marito a Castel Sant'Angelo nel 1678, allora carcere pontificio.
«Sotto titolo illustre in chiuso orrore
varcai le più bell'ore,
e passeggiai su le funeste scene;
pur baciai le catene
e in rigida prigion sfogai col canto
qual dolente usignuol l'angosce e 'l pianto»
Quando anche il «canto» - la poesia alla quale si era dedicata per consolare la penosa condizione della sua vita - le fu impedito dal marito, e dopo aver messo al mondo tre figli - Angelo (1679), Domenico (1681) ed Emilio (1682) - il 16 novembre 1690 Petronilla decise di lasciare il marito ritirandosi in convento dove si dedicò agli studi e alla poesia. Non per questo aveva inteso lasciare i figli, ma il Massimi le impedì di poterli vedere e si rifiutò di cederle la dote. Dovette così vivere in strettezze e non poté assistere il figlio Domenico che, gravemente malato, morì nel 1694.
Petronilla intentò causa per vedersi riconoscere la legittimità della separazione e il patrimonio, ma nel 1697 il tribunale le diede torto. Il riconoscimento negatole sul piano giuridico le venne nell'ambito artistico e Petronilla divenne membro dell'«Accademia degli Insensati», a Perugia, e dell'«Accademia degli Infecondi» e dell'«Arcadia», in Roma, con il nome di Fidalma Partenide. Poteva così scrivere in un sonetto che
«Mente capace d'ogni nobil cura
ha il nostro sesso: or qual potente inganno
dall'imprese d'onor l'alme ne fura?
So ben che i fati a noi guerra non fanno,
né i suoi doni contende a noi natura:
sol del nostro valor l'uomo è tiranno»
Alla morte del marito, nel 1707, Petronilla poté lasciare il convento di Santo Spirito per palazzo Massimi, alla fine completamente libera di usufruire dei propri beni, di vivere con i suoi figli e di disporre della sua vita: nel 1709 volle rivedere i luoghi nativi dell'Abruzzo.
Morì a Roma il 3 marzo del 1726 e fu sepolta nella chiesa di Sant'Egidio, a Trastevere, dove un piccolo monumento la ricorda ancora come "doctissima mulier".[2]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Oratorio per la morte del Redentore, dedicato all'Imperatore Leopoldo I, 1697
- Oratorio per l'invenzione della Santa Croce, dedicato all'Imperatrice Lionora, 1698
- Divozioni di S. Anna, 1699
- Sonetti, 1701
- Oratorio di S. Anna per la città di Sezze, 1702
- Canzone epitalamica per le nozze del Signor Conte Fermano Bichi e Vittoria Zandonari Chigi, 1704
- Canzone epitalamica per le nozze del Signor Conte Paolo Patrizio de' Zappettari e Camilla Carpegni, 1704
- Divozioni al glorioso Angiolo Custode, 1705
- Componimento dedicato al Conte di Galasso ambasciatore Cesareo Cattolico in Roma nel Pontificato di Clemente XI, 1715
- Rime varie, 1716
- Sonetti dedicati alla Santità di N. S. Papa Clemente XI, 1716
- Sonetti per la Beata Vergine tutelare delle armi cesaree, 1717
- Che l'amore non e atto a perfezionare l'animo umano, 1718
- Strofe in onore di S. Anastasia, 1722
- Sonetto dedicato a Pietro Antonio Corsignani, 1738
- Il tradimento vendicato o la donna illustre
- Tamiri
- Le Rime di Petronilla Paolini Massimi. Raccolta degli editi, CdC editrice, Avezzano 2004
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sara Mostaccio, Poetesse italiane dimenticate. La vita (difficile) di Petronilla Paolini Massimi, femminista ante litteram, su elle.com. URL consultato il 18 maggio 2022.
- ^ Monumento funebre, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 15 maggio 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovan Mario Crescimbeni, Le vite degli Arcadi illustri, Antonio de' Rossi, Roma 1727
- Niccolò Morelli di Gregorio, Pasquale Panvini, Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, Nicola Gervasi, Napoli 1816
- Enrico Thovez, L'arco di Ulisse, Ricciardi, Napoli 1921
- Benedetto Croce, Fidalma Partenide ossia la marchesa Petronilla Paolini Massimi, «Quaderni della critica», IV, 1948
- Roberto Cardini, Alcuni scritti inediti di Petronilla Paolini Massimi, in «La rassegna della letteratura italiana», LXXIII, 1969
- Natalia Costa-Zalessow, Scrittrici italiane dal XIII al XX secolo. Testi e critica, Longo, Ravenna 1982
- Ileana Tozzi, Petronilla Paolini Massimi, una donna in Arcadia, Editrice Nova Italica, Pescara 1991
- Natalia Costa-Zalessow, Una prosa e due poesie dimenticate di Petronilla Paolini Massimi, «Forum italicum», 2000, 2
- Michela Volante, Domani andrò sposa, Frassinelli, Milano 2004
- Mauro Martelli, Luca Ricciardi, La vita di Petronilla Paolini Massimi, con un bilancio critico di Vittoriano Esposito, vol. I, C.d.C editrice, Avezzano 2004
- Antonella Gamberoni, Mauro Martelli, Luca Ricciardi, Rosa Tignanelli, "Petronilla Paolini Massimi, Le rime. Raccolta degli editi, con un saggio di Michela Volante", vol. II, C.d.C. editrice, Avezzano 2004
- Antonella Gamberoni, Mauro Martelli, Luca Ricciardi, Rosa Tignanelli, "Petronilla Paolini Massimi. Le prose, Opere letterarie e scritti privati, con un saggio di Michela volante", vol. III, C.d.C. editrice, Avezzano 2005
- Antonella Gamberoni, Mauro Martelli, Luca Ricciardi, Rosa Tignanelli, "Petronilla Paolini Massimi, Le rime. Raccolta degli inediti, con la collaborazione di Michela Volante", vol. IV, C.d.C. editrice, Avezzano 2006
- Giuseppe Leone, rec. a "La vita (vol. I)" e "Le rime Raccolta degli editi (vol. II)" di Petronilla Paolini Massimi, in Pomezia-Notizie, Roma, giugno 2006, pp. 10-11
- Alberto Macchi, Irene Parenti, pittrice e poetessa fiorentina vissuta nella seconda metà del XVIII secolo: atto unico teatrale fra realtà e ipotesi, Aetas, Roma 2006
- Giuseppe Leone, (rec. al vol. di) "Petronilla Paolini Massimi - Le Rime - Raccolta degli inediti", in Pomezia-Notizie, Roma, febbraio 2008, pp. 5–6.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Petronilla Paolini Massimi
- Wikiquote contiene citazioni di o su Petronilla Paolini Massimi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Petronilla Paolini Massimi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Paolini Màssimi, Petronilla, su sapere.it, De Agostini.
- Francesca Brancaleoni, PAOLINI, Petronilla, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 81, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014.
- Opere di Petronilla Paolini Massimi, su MLOL, Horizons Unlimited.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 10650540 · ISNI (EN) 0000 0000 3026 5529 · SBN SBLV198458 · CERL cnp00549709 · LCCN (EN) n95052426 · GND (DE) 119193795 · BNF (FR) cb177753464 (data) |
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