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Organizzazione militare dei Goti

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Organizzazione militare dei Goti
Descrizione generale
AttivaIII secolo - VI secolo
NazioneGermani
Regno di Odoacre
Regno Ostrogoto
ServizioForza armata
Tipofanteria, cavalleria e navale
RuoloDifesa del territorio
Guarnigione/QGRavenna (epoca del regno ostrogoto)
EquipaggiamentoElmo, spada e scudo, e artiglieria precedentemente dell'esercito romano
Battaglie/guerreInvasioni barbariche
Guerra gotica
Parte di
Esercito romano nel tardo impero
Comandanti
Degni di notaAtanarico
Cniva
Alarico I
Teodorico I
Genserico
Teodorico il Grande
Fonti citate nel corpo del testo
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

I Goti, Gepidi, Vandali e Burgundi facevano parte di un gruppo di popolazioni provenienti dalla Germania orientale che vennero a contatto con Roma Antica nella cosiddetta tarda antichità. In questo periodo queste popolazioni mossero quasi costantemente guerra, in veste di alleati o avversari, contro l'Impero romano, gli Unni e altre tribù germaniche. La dimensione e la composizione sociale di queste popolazioni rimangono fonte di dibattiti e ricerche.

Le origini dei Goti, III secolo

Nel III secolo alcune tribù associate con la cultura di Wielbark, stanziate nei pressi del mar Baltico, abbandonarono la Scandinavia e, seguendo i fiumi Vistola, Bug Occidentale e il Nistro, si stanziarono fra le steppe del mar Nero, mescolandosi con Daci, Sarmati, Bastarni e altre tribù. Queste popolazioni germaniche improntarono usi e costumi facendo evolvere la cultura di Černjachov. Nello stesso periodo una parte dei Vandali e dei Burgundi presero altri percorsi: i Vandali, verso le pianure del Danubio centrale; i Burgundi, verso la riva sinistra del fiume Oder.[1]

Popolazioni nomadi a cavallo, armati di arco, inclusi Roxolani, Iazigi, Aorsi, Alani e Taifali, avevano a lungo dominato sin dal 1200 a.C. il territorio che andava dalle pianure del Danubio fino alle steppe del mar Nero. Nonostante l'invasione dei Goti e Vandali, gli eserciti dei quali erano principalmente formati da agricoltori appiedati; Sarmati, Taifali e Alani riuscirono a preservare il loro dominio in alcune aree, almeno sino alla comparsa degli Unni. I Goti vissero divisi in due o più gruppi dalla fine del III secolo sino al IV secolo: i Tervingi vissero tra il Danubio e i Carpazi, a ovest del fiume Nistro; i Grutungi, e forse anche altri gruppi, a est.

Lo storico goto-romano Giordane, vissuto nel VI secolo, descrisse un vasto regno dei Grutungi alla fine IV secolo; però un altro storico, Ammiano Marcellino, che visse proprio in quegli anni, non ne fa cenno. Molti storici moderni, come Peter Heather e Michael Kulikowski, dubitano in ogni caso che questo regno fosse significativamente grande e suggeriscono la possibilità di una sua suddivisione in piccoli regni.[2][3]

Regni nell'Impero romano

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Questi gruppi di Goti dovettero affrontare dei duri conflitti interni e gli Unni ne approfittarono per attaccarli alla fine del IV secolo. Come conseguenza il grosso dei Goti si rifugiò entro i confini dell'Impero romano; due tribù, Visigoti e Ostrogoti, presero il sopravvento sugli altri e li assorbirono tra le loro file. Un altro gruppo, i Goti di Crimea, sopravvisse nell'omonima penisola.

I regni dei Visigoti e dei Burgundi in Gallia caddero per mano di Clodoveo I durante l'invasione dei Franchi nei primi anni del VI secolo[4]; il regno vandalo nel Nord Africa e il regno ostrogoto in Italia e Illiria caddero per mano di Giustiniano durante la riconquista bizantina a metà del VI secolo.[5] Il regno visigoto in Spagna sopravvisse, nonostante la perdita del territorio gallico, fino ai primi dell'VIII secolo con la conquista islamica della Spagna.

Organizzazione militare e civile nei Goti del III e IV secolo

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L'impero romano alla morte di Costantino I nel 337
Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra gotica (376-382).

Le tribù gotiche non avevano eserciti permanenti, ma erano formati da volontari o arruolati a forza per periodi circoscritti e limitati. Dopo un certo periodo costoro tornavano a lavorare la terra come agricoltori. La maggior parte di essi combattevano e si muovevano a piedi, ma molti altri erano equipaggiati in sella a un cavallo. La fanteria, analogamente al legionario romano, aveva lance, giavellotti e scudi; erano in uso anche spade e archi. A differenza dei Romani, in pochi potevano permettersi armature in metallo.[6][7]

Le tribù gotiche del III e IV secolo non potevano paragonarsi all'Impero romano né come popolazione né come territorio sotto controllo. I Tervingi del IV secolo stanziavano su un territorio pari all'incirca a 100 000 km², situati tra i monti Carpazi e i fiumi Olt, Danubio e Prut. L'Impero romano all'epoca controllava un territorio vasto all'incirca 1 500 000 km². La perdita di un'armata avrebbe lasciato le tribù gotiche alla mercé degli attacchi dei Romani; la distruzione di un'armata romana avrebbe solo comportato un richiamo di altre forze, come successe dopo la battaglia di Adrianopoli (378). Perciò le forze militari gotiche del III e IV secolo non potevano permettersi di correre troppi rischi, rispetto a quello romane.

I Goti stanziavano in insediamenti non fortificati, formati da fattorie lungo i principali corsi d'acqua. Questi insediamenti erano vulnerabili ad attacchi da parte di Romani, Unni e altre popolazioni, fossero anche piccole scorrerie.[8]

In seguito furono costruiti due valli in stile romano nella regione compresa tra Ucraina, Moldavia e Romania: il vallo di Atanarico e il vallo grutungio, anche noti rispettivamente come vallo di Traiano Inferiore e vallo di Traiano Superiore. Il primo tradizionalmente lo si attribuisce ad Atanarico, re dei Tervingi, anche se esistono seri dubbi vista la complessità di costruzione; il secondo fu fatto costruire dai Grutungi per difendersi dagli Unni.[9]

L'Imperatore d'Oriente Valente invase i territori tervingi nel 367 e nel 369. Atanarico evitò la battaglia e, con le sue genti, abbandonò le pianure del Danubio e rifugiandosi tra i monti Carpazi.[10][11]

L'impero romano alla morte di Teodosio I nel 395

«Razziatori Alani e Unni saccheggiarono numerose volte le terre dei Goti verso il 370 e attaccarono le terre tervingie nel 375 circa. Atanarico e i suoi alleati si risolse a cercar battaglia: radunò l’armata principale lungo il fiume Nistro e mandò ricognitori in un raggio di 30 km. Gli Unni evitarono i ricognitori e attaccarono le forze gote durante la notte.»

L'Impero romano fortificò la maggior parte di città e i presidi di frontiera nel III e IV secolo. Gli insediamenti erano relativamente al sicuro dagli attacchi dei Goti.[12] I Goti potevano assalire obiettivi non fortificati, incluse molte città non munite di difesa nel III secolo. Ma, generalmente, erano piccoli insediamenti o delle villae, man mano che, per tutto il IV secolo, le città si rinforzavano sempre più. Alternativamente attaccavano anche città fortificate, facendo affidamento sulla sorpresa, su atti di tradimento, su assedi militari. Nel III secolo molte spedizioni militari dei Goti avvennero per mare, ma nel IV secolo queste cessarono quasi del tutto, privilegiando quelle via terra. Come le popolazioni gotiche che si stanziavano nel territorio dell'Impero raggiunsero un numero sempre maggiore, iniziarono i conflitti con le forze romane, come nel caso della guerra gotica (376-382).

Principali conflitti

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I più importanti conflitti dei Goti in quel periodo includono:

Tra le più note battaglie dei Goti vi sono:

Forze militari dei Goti e dei Vandali nell'esercito tardo romano

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Lo stesso argomento in dettaglio: Socii e foederati.

L'esercito tardo romano (a oriente, esercito bizantino) reclutava spesso soldati non romani fra le unità regolari, in aggiunta a contingenti alleati che rimanevano separati in qualità di laeti e foederati. Benché la maggior parte dei legionari fossero romani, sempre più numerosi erano quelli cosiddetti barbari.[49] Tra le battaglie rilevanti di questo periodo, importante fu la battaglia del fiume Frigido avvenuta nel 394.

Contingenti di Goti e di Vandali nell'esercito unno

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Dall'inizio del V secolo, gli Unni stabilirono la loro egemonia nell'Europa centrale e orientale soggiogando e sostituendosi agli invasori presenti nel controllo del territorio. I conquistatori unni ebbero perciò a loro disposizione risorse di popoli soggetti che erano richiesti per supplire, con forze addizionali, ulteriori spedizioni e successive conquiste. Il più noto dei loro capi fu Attila, il quale col tempo arrivò a sfidare la supremazia dell'Impero romano.

Dopo la morte di Attila, uno dei capi sottomessi, Ardarico re dei Gepidi, intraprese una guerra civile contro i contendenti unni alla guida, coalizzandosi con molte altre tribù soggette per separarsi d questi e riottenere l'indipendenza. Battaglie rimarchevoli concernenti forze vandale entro l'esercito unno includono la battaglia dei Campi Catalaunici, detta anche battaglia di Chalons, nel 451; e la battaglia del fiume Nedao, nel 454.

Esercito visigoto

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Sacco di Roma, Joseph-Noël Sylvestre, 1890

Durante la guerra gotica, ribellione avvenuta dal 377 al 382, un gruppo misto di Goti si stabilì in Mesia. Nel 390 Alarico re dei Visigoti, divenne cliente dell'Impero romano.

Tra il 395 e il 418, Alarico, Athawulf (Adolfo) e i loro diretti successori organizzarono molte campagne militari, offrendosi come mercenari, e spostando le loro basi operative dai Balcani orientali (nel 395), a quelli occidentali (nel 397), all'Italia (nel 408) e in Aquitania (nel 415). Questi continui movimenti devono aver suddiviso e modificato l'esercito rispetto al nucleo originale. Le battaglie più note di questo periodo comprendono:

Esercito vandalo dal 406 al 534

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Al tempo della guerra vandalica i Vandali, differentemente dalle altre nazioni germaniche, devono aver convertito le loro forze militari in un esercito formato essenzialmente da cavalleria. Ciò era dovuto verosimilmente come reazione alla maggiore mobilità dei berberi e di altre tribù presenti nel Nord Africa.[50] Non ci sono prove che le popolazioni dell'Africa romanizzata servirono militarmente nell'esercito dei Vandali.[51] Alcune battaglie rimarchevoli combattute dai Vandali in questo periodo furono:

Esercito ostrogoto dal 489 al 553

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L'invasione dei Goti in Europa nel 526

L'esercito ostrogoto deve aver avuto una struttura modellata da quella bizantina dell'epoca (diviso in diverse armata ed eserciti di frontiera). Anche nel regno ostrogoto, come nel tardo Impero romano, si proseguì a erigere mura intorno alle città e costruire fortezze.[52] Gli eserciti italo-ostrogoti, come quelli del Tardo Impero Romano e Bizantini, usavano trasportare con loro riserve di cibo e altre vettovaglie da zone sicure a zone di guerra, a differenza dei primi eserciti originari dei Goti, i quali depredavano il cibo ove si trovavano.[53] Le battaglie più significative degli Ostrogoti in questo periodo sono:

Armi e armature

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Ci sono poche prove dirette circa l'equipaggiamento militare dei Goti dell'epoca. Ma ci sono invece molte più prove riguardo all'equipaggiamento militare di Romani, Vandali e Germani Occidentali, dai quali possiamo dedurre alcuni aspetti che adottarono i Goti.

Armi ad armature romane e germaniche

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Generalmente parlando, c'erano poche differenze tra soldati romani e germani ben equipaggiati, tenendo inoltre conto che molti Germani servirono come soldati negli eserciti romani. La differenza era che l'esercito romano aveva più capacità di dotare i propri soldati di un buon equipaggiamento rispetto agli eserciti germanici.

Figurante che impersona soldato di cavalleria romano con spatha, elmo e maglia di ferro
Pilum pesante

Le testimonianze figurative dell'epoca tardo romana, incluse monumenti a scopo di propaganda, lastre tombali, reperti funerari, e l'affresco romano dell'Esodo[non chiaro], spesso mostrano il soldato romano con una o due lance; una lapide mostra un soldato con cinque giavellotti[54][55]

Raffigurazioni di quest'epoca, inoltre, mostrano vere e proprie spade romane.[56][57] Testimonianze archeologiche mostrano che il gladio era caduto in disuso; le “semispathae”, versione corta delle “spathae”, sostituirono i vecchi “pugiones”[58][59], mentre le più lunghe “spathae” sostituirono i più corti gladii, rendendo più agevole il combattimento a cavallo.[60] Queste lame erano a doppio filo come le precedenti.[61][62]

Altre rappresentazioni artistiche, come lamine, punte di freccia e sostegni per archi, rivelano l'uso di archi compositi da parte dei Romani dell'epoca.[63][64]

Ritrovamenti di borchie, anche alcuni scudi completi fra le rovine di una fortezza presso Dara in Mesopotamia assieme a diverse raffigurazioni rivelano che la maggior parte dei fanti romani e parte della cavalleria romana erano dotati di scudi.[65][66]

Benché le raffigurazioni a noi note, incluse lapidi e tombe, solitamente mostrano soldati senza armature, prove archeologiche rivelano l'uso di armature a scaglie, maglie di ferro ed elmetti.[67][68]

Prove sperimentali

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Moderni fabbri, rievocatori storici e archeologi sperimentali riescono a duplicare armi e armature dell'età tardo antica utilizzando la tecnologia dell'epoca. Punte di lancia non elaborate (incluse quelle usate per giavellotti) possono richiedere due ore e mezza di forgiatura, mentre le spade richiedono dalle 37 fino alle 110 ore ciascuna, nel caso di acciaio damascato.[69] Armature a maglie di ferro richiedono normalmente 600 ore di forgiatura.[70]

Terminologia militare

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Pagina dal Codex Argenteus, manoscritto in lingua gotica del Nuovo Testamento, realizzato nella prima metà del VI secolo in Italia settentrionale

Attraverso la traduzione in lingua gotica della Bibbia, operata dal missionario goto Ulfila, cristiano di confessione ariana vissuto dal 311 al 388 circa possiamo apprendere molti termini militari in auge presso i Goti del IV secolo, impiegati dal vescovo per descrivere l'esercito romano del I secolo. Questi termini riflettono il tipo di organizzazione militare dei Goti, mutuati dall'influenza romana in terra germanica e da quella degli Unni. I termini conosciuti includono, tra gli altri:

  • Drauhtinon = andare in guerra[71]
  • Gadrauhts = soldato o milite[72][73]
  • Hundafaþs = descrizione del centurione romano[74][75]
  • Hundertschaft = una centuria, tipica unità di truppe germaniche formata da un centinaio di uomini. Letteralmente significa "gruppo di cento"
  • Harjis = esercito, armata[76][77]
  • Hansa = descrizione di una coorte romana[78]. Assunse tra i Goti il significato di banda di guerrieri armati; da questo giunge in seguito l'aggettivo "anseatico" (vd. lega anseatica)
  • Hairus = spada[79]
  1. ^ Rommel Krieger, Untersuchungen und Hypothesen zur Ansiedlung der Westgoten, Burgunder und Ostgoten pag. 97
  2. ^ Peter Heather, The Goths pagg. 53-55
  3. ^ Michael Kulikowski, Rome's Gothic Wars pagg. 54-56; 111-112
  4. ^ Peter Heather, The Goths pagg. 210-215; 262
  5. ^ Peter Heather, The Goths, pag. 259-276.
  6. ^ Hugh Elton, Warfare in Roman Europe, AD 350-425 pagg. 57-59
  7. ^ Malcom Todd, The Early Germans, pagg. 36-37
  8. ^ Peter J. Heather, The Goths in the Fourth Century, pagg. 56-59
  9. ^ Peter Heather, The Goths pag. 100
  10. ^ Ammiano Marcellino, Historiae, libro XXVII, cap. 5
  11. ^ Hugh Elton, Warfare in Roman Europe, AD 350-425, pagg. 221-227
  12. ^ Hugh Elton, Warfare in Roman Europe, AD 350-425, pagg. 155-174
  13. ^ a b c Michael Kulikowski, Rome's Gothic Wars, pag. 18
  14. ^ Zosimo, Storia Nuova, libro 1.
  15. ^ a b Zosimo, Storia Nuova, libro 1.
  16. ^ Filostorgio, Storia ecclesiastica, libro 2, cap 5
  17. ^ Michael Kulikowski, Rome's Gothic Wars, pagg. 18-19
  18. ^ Michael Kulikowski, Rome's Gothic Wars, pagg. 19-20
  19. ^ Michael Kulikowski, Rome's Gothic Wars, pag. 20
  20. ^ Kulikowski, Michael, 2007, Rome's Gothic Wars, pagg. 20-21.
  21. ^ Zosimus, “Historia Nova, libro I”
  22. ^ Socrate Scolastico, Church History, libro I, §18.
  23. ^ Sozomen, Church History, libro 1, § 8 & libro 2, § 34.
  24. ^ Michael Kulikowski, 2007, Rome's Gothic Wars, pagg. 83-84.
  25. ^ Origo Constantini 6.32 mention the actions
  26. ^ Eusebius, "Vita Constantini" IV.6
  27. ^ Charles Manson Odahl “Constantine and the Christiane Empire” § X
  28. ^ Origo Constantini mention the actions
  29. ^ Eusebio “Vita Constantini”
  30. ^ Zosimus, Historia Nova, libro 3
  31. ^ Ammianus Marcellinus, Historiae, book 26, chapters 6-10.
  32. ^ a b c d Zosimus, Historia Nova, book 4.
  33. ^ Kulikowski, Michael, 2007, Rome's Gothic Wars, pp. 114-115.
  34. ^ Michael Kulikowski, 2007, Rome's Gothic Wars, pagg 115-116.
  35. ^ a b Philostorgius, Church History, book 9, chapter 17.
  36. ^ a b Sozomen, Church History, book 6, chapter 37.
  37. ^ a b Heather, Peter, 1998, Goths, pp. 98-104.
  38. ^ a b Kulikowski, Michael, 2007, Rome's Gothic Wars, pp. 124-128.
  39. ^ Zosimus, Historia Nova, book 4"
  40. ^ Ammianus Marcellinus, Historiae, book 31, chapters 5-16.
  41. ^ Socrates Scholasticus, Church History, book 4, chapters 34-38 & book 5, chapter 1.
  42. ^ Sozomen, Church History, book 6, chapters 37 & 40.
  43. ^ Heather, Peter, 1998, Goths, pp. 130-138.
  44. ^ Kulikowski, Michael, 2007, Rome's Gothic Wars, pp. 130-153.
  45. ^ Socrates Scholasticus, Church History, book 4, chapter 33..
  46. ^ Zosimus, Historia Nova, book 4
  47. ^ Philostorgius, Church History, book 10, chapter 6.
  48. ^ Heather, Peter, 1998, Goths, pp. 103, 128 & 167
  49. ^ Elton, Hugh, 1996, Warfare in Roman Europe, pagg. 145-152
  50. ^ Ian Hughes, Belisarius: The Last Roman General, pagg.83-84
  51. ^ Ian Hughes, Belisarius: The Last Roman General, p.81
  52. ^ Cassiodorus, Variae, book 1, number 17 & book 3, number 44.
  53. ^ Cassiodorus, Variae, book 3, number 41.
  54. ^ Stephenson, 2001, Roman Infantry Equipment, pagg. 54-58.
  55. ^ Bishop & Coulston, 2006, Roman Military Equipment: From the Punic Wars to the Fall of Rome, pagg. 151-152; 175; 200-202.
  56. ^ I.P. Stephenson, Roman Infantry Equipment, 2001, pagg. 61-63
  57. ^ Bishop, M.C. & Coulston, J.C.N. Roman Military Equipment: From the Punic Wars to the Fall of Rome, 2006,, pagg. 154-163; 202-205.
  58. ^ Stephenson, I.P., 2001, Roman Infantry Equipment, pp. 76-80.
  59. ^ Bishop, M.C. & Coulston, J.C.N., 2006, Roman Military Equipment: From the Punic Wars to the Fall of Rome, pp. 154, 164 & 202.
  60. ^ Vegezio,” Epitoma Rei Militaris, libro II §14-15
  61. ^ I.P. Stephenson, Roman Infantry Equipment, 2001, pagg. 61-80.
  62. ^ Bishop, M.C. & Coulston, J.C.N., Roman Military Equipment: From the Punic Wars to the Fall of Rome, 2006, pagg. 154-164; 202-205.
  63. ^ Stephenson, I.P., 2001, Roman Infantry Equipment, pagg. 81-88.
  64. ^ Bishop, M.C. & Coulston, J.C.N., 2006, Roman Military Equipment: From the Punic Wars to the Fall of Rome, pagg. 164-168; 205-206.
  65. ^ I.P.Stephenson, Roman Infantry Equipment, 2001, pagg. 15-24.
  66. ^ Bishop, M.C. & Coulston, J.C.N., 2006, Roman Military Equipment: From the Punic Wars to the Fall of Rome, pagg. 179-182; 216-218
  67. ^ I.P. Stephenson, Roman Infantry Equipment, 2001, pagg. 25-51.
  68. ^ Bishop, M.C. & Coulston, J.C.N., Roman Military Equipment: From the Punic Wars to the Fall of Rome, 2006, pagg. 170-178; 208-216.
  69. ^ Sim, David & Ridge, Isabel, Iron for the Eagles: the Iron Industry of Roman Britain, 2002, pagg. 90-93.
  70. ^ Sim, David & Ridge, Isabel, Iron for the Eagles: the Iron Industry of Roman Britain, 2002, pagg. 98-103; gli autori specificano: 300 ore per martellare le catene e 300 per attorcigliarle e ribattere.
  71. ^ Joseph Wright, A Primer of the Gothic Language, with Grammar, Notes, and Glossary, pag. 217.
  72. ^ Joseph Wright, A Primer of the Gothic Language, with Grammar, Notes, and Glossary, pag. 220.
  73. ^ William Bennett, An Introduction to the Gothic Language, pag. 149.
  74. ^ Joseph Wright, A Primer of the Gothic Language, with Grammar, Notes, and Glossary, pag. 224.
  75. ^ William Bennett, An Introduction to the Gothic Language, pag. 155.
  76. ^ Joseph Wright, A Primer of the Gothic Language, with Grammar, Notes, and Glossary, pag. 223.
  77. ^ William Bennett, An Introduction to the Gothic Language, pag. 154.
  78. ^ William Bennett, An Introduction to the Gothic Language
  79. ^ Joseph Wright, A Primer of the Gothic Language, with Grammar, Notes, and Glossary, Oxford, Clarendon Press, 1892, pag. 223.

Voci correlate

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