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Jean-Henri-Ferdinand La Martelière

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Jean-Henri-Ferdinand La Martelière[1][2], oppure Lamartelière, pseudonimo di Jean Henri Ferdinand Schwingdenhammer (Ferrette, 14 luglio 1761Parigi, 27 aprile 1830), è stato un drammaturgo e scrittore francese.

Casa natale di La Martelière a Ferrette.
Placca commemorativa di La Martelière a Ferrette.

Di origini alsaziane, la carriera di studi di La Martelière si svolse in Germania.[2]

È noto nella storia del teatro francese per aver effettuato i primi adattamenti e traduzioni delle opere di Schiller,[3] che incontrò ad Heidelberg nel 1784.[1][2]

Tra i suoi rifacimenti menzioniamo Robert chef des brigands (1792, I masnadieri),[3] L'amour et l'intrigue (1801, Intrigo e amore) e Génes sauvée (1818, La congiura di Fiesco a Genova),[1] tutti manifestanti elementi e caratteri del movimento Sturm und Drang.[4]

Tutti questi testi, con particolare evidenza per il primo, incentrato su un eroe rivoluzionario[5] e sui briganti pieni di virtù, scandalizzarono per i loro contenuti irrispettosi nei riguardi dell'ordine stabilito e gettarono le basi per il genere melodramma in Francia,[1] che con Pixerécourt si diffuse ed ebbe grande successo nelle scene parigine, durante la Rivoluzione francese e il Primo Impero.[1]

Il monologo di Robert, all'inizio del secondo atto, assume un nuovo significato politico, peculiare di questo nuovo contesto, quando il ladro dice: « Sono nato per essere felice e porto il terrore nella società ».[6] Robert chef des brigands risultò la pièce più rappresentata sulle scene parigine fino al 1850.[7]

La Martelière ottenne un grande successo anche con le sue opere originali nel genere del melodramma, come Le tribunal redoutable ou la suite de Robert (1793).[2]

Inoltre scrisse altri drammi, fra i quali si annoverano: Le testament (1798), Gustave en Dalécarlie (1803), Les Francs-juges (1807), Pierre et Paul (1814), e alcuni romanzi di tematica storica, tra i quali Alfred et Liska, ou le hussard parvenu.[2]

Gli ambienti preferiti da La Martelière, nei suoi drammi, furono foreste e castelli, mulini solitari e taverne isolate,[1] mentre le sue tematiche principali furono le ingiustizie, il male, la corruzione presente nelle società umane,[7] infine il suo pensiero intermedio "fra due culture, fra due secoli, fra due drammaturgie", lo porta ad auspicare, tramite la retorica di Robert, "l'internazionalizzazione della Rivoluzione":[7] « Non limitiamoci attraverso le nostre azioni a punire gli oppressori della nostra patria. ... Risvegliamo i nostri compatrioti; che essi si uniscano a noi, e la Germania diverrà uno Stato libero, al cospetto del quale sia Roma che Sparta non saranno altro che conventi di monache ».[7][8]

  1. ^ a b c d e f le muse, VI, Novara, De Agostini, 1964, p. 334.
  2. ^ a b c d e Jean-Henri-Ferdinand La Martelière, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 6 ottobre 2018.
  3. ^ a b Jean-Henri-Ferdinand La Martelière, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 6 ottobre 2018.
  4. ^ (FR) Bernard Franco, Le despotisme du goût: débats sur le modèle tragique allemand en ...,, su books.google.it. URL consultato il 6 ottobre 2018.
  5. ^ (EN) Daniel Hall, French and German Gothic Fiction in the Late Eighteenth Century, su books.google.it. URL consultato il 6 ottobre 2018.
  6. ^ (FR) Was passiert ?, su litrev.hypotheses.org. URL consultato il 6 ottobre 2018.
  7. ^ a b c d Paola I. Galli Mastrodonato, Emigrazione e rivoluzione: la parola senza frontiere (PDF), su dspace.unitus.it. URL consultato il 6 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2018).
  8. ^ (FR) François Labbé, Jean-Henri-Ferdinand Lamartelière (1761-1830): l'introducteur de Schiller en France, l'annonciateur du mélodrame, l'auteur révolutionnaire, in Studies on Voltaire, n. 284, 1991, p. 285.
  • (DE) Heinrich Doberenz, La Martelière und seine Bearbeitung Schiller'schen Dramen auf dem Theater der französischen Revolution, Löbau, T. Kessner, 1883.
  • (FR) Edmond Eggli, Schiller et le romantisme française, Parigi, Librairie Universitaire, 1927.
  • (FR) François Labbé, Jean-Henri-Ferdinand Lamartelière, 1761-1830 : un dramaturge sous la Révolution, l'Empire et la Restauration ou l'élaboration d'une référence schillérienne en France, Parigi, P. Lang, 1990.
  • (FR) François Labbé, Jean-Henri Ferdinand Lamartelière (1761-1830). Un dramaturge entre deux cultures et deux époques, in Recherches germaniques, n. 30, Strasburgo, Université Strasbourg II, 2000, pp. 145-157.
  • (FR) René Muller, Jean Henri Ferdinand Schwingdenhammer, in Nouveau dictionnaire de biographie alsacienne, XXXIV, Fédération des sociétés d'histoire et d'archéologie d'Alsace, 2003, p. 3599.
  • (FR) François Labbé, Jean-Henri-Ferdinand Lamartelière (1761-1830): l'introducteur de Schiller en France, l'annonciateur du mélodrame, l'auteur révolutionnaire, in Studies on Voltaire, n. 284, 1991, pp. 259-289.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN51801720 · ISNI (EN0000 0001 1443 8597 · BAV 495/208680 · CERL cnp00947403 · LCCN (ENn88602360 · GND (DE118979973 · BNF (FRcb12537271p (data)