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Discussioni utente:Puxanto/Sandbox/

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Codex Toletanus(X secolo)-folio 357r, colonna 1, rigo 6/12-: un manoscritto latino con le due testimonianze a posizioni invertite

Il Comma[1][2][3] nei vari manoscritti in nostro possesso e nelle opere esterne si presenta in varie forme: nell'opera di Vittore di Vita cambiano alcune parole del Comma[4], ad altri mancano gli articoli determinativi o formulazione diversa delle parole[5], in altri ancora proprio la struttura del testo del Comma è inversa dove i testimoni terrestri vengono prima di quelli celesti[6] o con aggiunte ulteriori e varie modifiche[7]. Oggi lo si può trovare nel Novum Instrumentum omne(la parte in scuro è il Comma) di Erasmo o nel Textus Receptus[8] per il testo in greco:

«οτι τρεις εισιν οι μαρτυρουντες εν τω ουρανω ο Πατηρ ο Λογος και το Αγιον Πνευμα και ουτοι οι τρεις εν εισιν και τρεις εισιν οι μαρτυρουντες εν τη γη το Πνευμα και το υδωρ και το αιμα και οι τρεις εις το εν εισιν.»

Mentre per il latino si trova nella Vulgata Clementina revisione della Vulgata di San Girolamo:

«Quoniam tres sunt, qui testimonium dant in cælo: Pater, Verbum, et Spiritus Sanctus: et hi tres unum sunt. Et tres sunt, qui testimonium dant in terra: spiritus, et aqua, et sanguis: et hi tres unum sunt.»

Per l'italiano si trova nella Nuova Diodati:

«Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno. Tre ancora sono quelli che rendono testimonianza sulla terra: lo Spirito, l'acqua e il sangue; e questi tre sono d'accordo come uno.»

Ricostruzione testuale partendo dalla Patristica

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Erasmo quando dovette inserire il testo della doppia testimonianza in greco non avendo molto materiale decise di seguire per lo più il testo del Codex Montfortianus, facendo comunque qualche correzione grammaticale nella formulazione[14]. Se invece prendiamo come vere le testimonianze patristiche sia allusive[15] che le citazioni[16] che fanno e queste le consideriamo citazioni testuali il testo risultante sarebbe questo:

«οτι τρεῖς εισιν οι μαρτυρουντες εν τω ουρανω Πατὴρ καὶ Λόγος καὶ Πνεῦµα ἅγιον καὶ οἱ τρεῖς τὸ ἕν εἰσιν[17] και τρεῖς εισιν οι μαρτυρουντες εν τη γη το Πνευμα και το υδωρ και το αιμα και οι τρεις εις τὸ ἕν εἰσιν[18]

La cui traduzione sarebbe:

«Poichè tre sono che rendono testimonianza in cielo: (un/il) Padre, (una/la) Parola e (uno/lo) Spirito Santo e i Tre sono Uno e tre sono che rendono testimonianza in terra: lo Spirito , l'acqua e il sangue e i tre sono come uno[19]»

Codex Sinaiticus(330-350) 1 Gv 5, 7:non presenta il Comma giovanneo

Gli studiosi[20] di critica testuale, per lo più, ritengono che il Comma non sia autografo di Giovanni, ma si sia sviluppato nella zona tra Spagna e Africa del Nord. Qui ci sono le prime attestazioni del comma da parte di autori di quelle regioni[21]. La sua nascita sarebbe dovuta a un elaborazione teologica-mistica[22], iniziata nel III secolo; fatta da alcuni autori patristici: dove i tre testimoni terrestri sono visti come immagini della Trinità[23], e ciò inserito in delle glosse. Queste presenti in alcune copie del nuovo testamento a margine sarebbero state inserite nel testo, volontariamente o per errore, da qualche copista tra il III e il IV secolo e la citazione testuale di Priscilliano[24](340-385) sarebbe il risultato finale di questa elaborazione[25]; oppure sarebbe il risultato di una semplice espansione interpolata di tipo esplicativa della parte di testo autografa come accadeva spesso nei testi latini[26].La finalità di tutto ciò sarebbe stata contrastare l'arianesimo dei Vandali in quelle regioni nel V secolo[27](seguita da altre citazioni ritenute del V secolo[28]).Alcuni studiosi però ipotizzano che l'interpolazione sia partita dal testo greco sulla base del fatto che i Padri delle varie Chiese molto spesso si copiano a vicenda, perciò ci sarebbe una fonte comune: il greco; questo sembrerebbe avvallato da elementi a margine sul Vaticanus e varie irregolarita sintattiche in alcuni manoscritti in siriaco(V secolo), copto (IV-V secolo) e arabo (IX secolo)[29]. Da notare che in definitiva non abbiamo nessun manoscritto del nuovo testamento fino al VI secolo[30], che presenti il Comma, e nessuna citazione testuale dell'intero comma dagli autori greci[31] sino al XIV-XV secolo.


Codex Vaticanus(325-375) non contiene il Comma Giovanneo ma al verso 1 Gv 5,7 ha un Umlauts, dieresi a tre punti(Codex Vaticanus B, pag 1441 2°colonna, rigo 37) che segnala una variante non presente nel testo indicata dallo scriba: il Comma Giovanneo


Esistono però alcuni studiosi[32] che non sono d'accordo con questa ricostruzione storica, i quali sollevano rilevanti perplessità, infatti non si spiega la presenza di allusioni contemporanee (III-IV secolo) alla presunta formazione e nascita del Comma, da parte di Clemente Alessandrino[33](150-215), Origene[34](185–254), Gregorio Nazianzeno[35](329-390), Atanasio[36](296-373), Efrem il Siro[37](306-373) e altri. Mettono poi in risalto che il Codex Vaticanus[38](325-375), opera di quel periodo, anche se non ha il passo dei tre testimoni celesti ha un Umlauts[39], che indica una variante testuale non nel testo, nella frase dei tre testimoni. Ci sono inoltre varie irregolarità sintattico-grammaticali presenti dalle prime versioni Siriache in Peshitta[40](dal V secolo), nella prima versione Araba[41](IX secolo) trovata e in alcune versioni Copte[42](IV-V secolo). Siccome la frase di 1 Gv 5 sui tre testimoni(spirito,acqua e sangue), in queste versioni, risulta essere coordinata di una frase ignota o direttamente monca alcuni studiosi credono che sia una conferma che ci sia stato un taglio del testo[43]. Perciò a loro volta hanno elaborato una teoria secondo cui il Comma era presente nel testo ab antiquo[44] ma per un errore di aplografia[45] dei copisti dovuto a un omoteleuto[46] saltato e poi per i Sabelliani[47] che interpretavano il sunto: "tre sono uno" in tre manifestazioni-nomi sono una persona-ipostasi-Dio[48], e per ultimo gli Ariani[49], grazie all'appoggio degli imperatori Costantino[50] e Costanzo II[51], si ritiene abbiano riscritto[52] alcuni manoscritti e opere(in conseguenza delle forti persecuzioni imperiali a fasi alterne tra 303 e 313[53]); Il Comma sia scomparso man mano dai manoscritti neotestamentari dove era presente sopravvivendo solo in pochissimi esemplari antichi[54].

Sui concili ecumenici di questo periodo(Nicea[55] 325, Costantinopoli[56] 381, Efeso[57] 431, Calcedonia[58] 451) e altri sinodi[59] , si dibatte tra gli studiosi se essi facciano parte della rielaborazione teologica volta a formazione del Comma o siano semplici testimoni della conoscenza del Comma da parte dei padri[60]: in particolare sui vari Simboli e Expositio Fidei[61] usciti dai concistori tra IV e VII secolo.

Bisogna comunque sottolineare che entrambe le teorie dell'origine del Comma Giovanneo presentano evidenti problematiche dovute soprattutto alla scarsità di fonti:

  • Teoria Comma spurio che prevede la nascita dalla Spagna e Nord Africa(III-IV secolo) è messa in dubbio dalla presenza di rimandi al Comma anche in Oriente nello stesso periodo di formazione[62]
  • Teoria Comma autentico che prevede la nascita del comma dalla mano di Giovanni non spiega perchè molti padri del II-IV secolo non ne facciano il minimo accenno anche in opere sulla Trinità o contro gli eretici[63]

Origini: posizioni ultra-minoritarie

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I Valdesi sono tra i movimenti cristiani al cui interno alcuni affermano l'autenticità del Comma; bisogna sottolineare che gli studiosi appartenenti a questo gruppo e una piccola cerchia di difensori della Versione di re Giacomo affermano che i Valdesi hanno sempre affermato e difeso l'autenticità del verso dal 157 al 1400[64] (da notare che secondo le più accreditate fonti i Valdesi nascono dal XII secolo[65]) proteggendo delle fantomatiche bibbie latine[66] e/o tradotte[67] (si troverebbero ora nascoste nelle biblioteche di Cambridge e Trinity College di Dublino) che contenevano tale verso, e sempre secondo loro sarebbe stata presente anche nella vetus siriaca; Tali studiosi comunque non sono riusciti a portare nessuna prova a sostegno di ciò che affermano e spesso cambiano la storia facendo anche evidenti errori storici[68].

V secolo-X secolo: (Vulgata, dal Codex Fragmentis Concili opere e autori vari)

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Vetus Latina, Vulgata e i padri della Chiesa fino all'alto medioevo

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Codex Fuldensis(541-546), non ha il Comma nelle prima lettera di Giovanni(Codex Fuldensis-folio 463r rigo 10/13)


I sostenitori del Comma Spurio ritengono che siccome la variante giovannea non si trova nella sua prima forma nella vetus latina[69] e non si trova affatto nelle versioni più antiche[70] della Vulgata di San Girolamo(347-420); lui non l'abbia mai inserito o addirittura non conosca affatto il Comma[71]; e anche se molte delle versioni di San Girolamo[72] hanno un Prologo[73] (il primo prologo risale al 541-546[74]) in cui è presente un'accusa contro dei traduttori infedeli che non hanno voluto inserire la testimonianza dei testimoni celesti: questa viene considerato per lo più un falso fatto da un revisore successivo[75] per delle incongruenze storico-stilistiche-scritturali[76]. Sono in dubbio se il Comma fosse presente nel testo biblico ufficiale dal periodo carolingio e il dibattito si incentra sulle revisioni della Vulgata di Alcuino[77](732-804).

Codex Sangallensis 63 (IX secolo), Comma Giovanneo in basso: tre[s] sunt pat[er] & uerbu[m] & sps [=spiritus] scs [=sanctus] & tres unum sunt

I sostenitori dell'autenticità del Comma invece anche riconoscendo che il Comma non appaia nelle prime versioni della Vulgata trovate; e che il Prologo alle lettere canoniche potrebbe non essere stato scritto da Girolamo, anche se non tutti sono d'accordo[78], credono che rispecchi comunque il suo pensiero, portando a sostegno di ciò varie prove[79]. Pensano che in qualche modo il Comma, grazie alla vetus latina entrato poi nella Vulgata, si sia preservato dalla censura e eliminazione delle correnti anti-trinitarie in Occidente non così forti[80]. In Oriente invece col testo greco ogni prova di questa sarebbe stata eliminata quasi del tutto[81].

I Padri si comportano in modo diverso in riferimento a questo verso: da parte dei Padri della Chiesa Latini si notano due fenomeni per quanto riguarda il Comma o si interpreta il passo relativo a Spirito , acqua e sangue in chiave Trinitaria[88]. II fenomeno è presente dal III-IV secolo[89] e tenderà a estinguersi tra XI e XII secolo(di cui in questo periodo pochi autori patristici parlano della doppia formulazione del verso[90]).dall'altra Padri Latini (da fine II secolo) che fanno citazioni e allusioni, Per altro ci sono autori latini a cui vengono attribuiti sia l'interpretazione del verso Spirito acqua sangue che allusioni o citazioni al Comma, complicando la questione. Dall'altro canto abbiamo dai Padri Greci (i quali enfatizzano la formulazione Padre, Parola e Spirito Santo o usano forme al neutro della parte finale del Comma:τὸ ἕν τὰ τρια/τὸ ἕν τρια/ἕν τὰ τρια/ἕν τρια)delle citazioni parziali (dal IV secolo) e delle allusioni[91] (dal II secolo); dai Siriaci (dal IV secolo) delle allusioni[92]. I sostenitori del Comma Spurio generalmente tendono a dare la preminenza all'interpretazione trinitaria come base della nascita del Comma che per loro non era nel testo iniziale della lettera di Giovanni. I sostenitori dell'autenticità del Comma invece generalmente mettono l'accento sulle numerose allusioni e citazioni anche molto prima dell'interpretazione trinitaria.

Da parte dei padri della Chiesa si notano due fenomeni per quanto riguarda il Comma o si interpreta il passo relativo a Spirito , acqua e sangue in chiave Trinitaria modificando l'ordine dei testimoni nei manoscritti a seconda di come viene interpretato, per altri viene fatto per rispettare l'ordine di presentazione nel testo biblico dei testimoni (METTERE NELLE NOTE es.Acqua sangue e Spirito= Padre, Figlio Spirito Santo: ritenuta la forma più arcaica utilizzata; o Spirito, sangue e Acqua= Padre, Figlio e Spirito Santo viene testimoniato anche la variante Spirito acqua e sangue ma senza interpretazione-forma che si trova in vari Padri e manoscritti ma senza interpretazione), fenomeno il quale si tederà a estinguersi tra XI-XII secolo;Dall'altra abbiamo da parte dei Padri Latini delle citazioni complete o parziali , e delle allusioni; mentre per i Padri Greci delle parziali citazioni e allusioni. Per altro ci sono autori a cui vengono anche attribuiti entrambi i fenomeni complicando la questione. Mettere nelle note Elencare quali autori e in che modo.FORRSE NELLE NOTE I sostenitori del Comma Spurio generalmente tendono a dare preminenza all'interpretatio dicendo che il Comma deriva da questo, mentre i sostenitori dell'Autenticità del Comma generalmente tendono a difendere le allusioni e citazioni del Comma affermando che sono più antiche dell'interpretatio. METTERE NELLE NOTEin Gregorio nazianzeno e nelle edizioni siriache arabe e copte alcune con la congiunzione e o senza congiunzione-), tale interpretazione mistica tendera a sparire dai padri tra XI-XII secolo; oppure vengono fatte citazioni o allusioni di un verso parallelo con che hanno come testimoni la Trinità, ci sono casi in cui lo stesso autore fa entrambe le cose come Agostino, Origene, Cassiodoro e Eucherio anche se è un fenomeno per lo più latino(esplicitare nelle note degli esempi). La Critica Testuale ritiene di solito ma senza prove (riformulare senza prove e il testo delle notemettere questo nelle NOTE:Clemente Alesssandrino e Psaml 123, 2 di Origene sarebbero i più antichi tentativi in questo senso da cui si sarebbe poi unito la presunta teologia di Tertulliano e Cipriano da cui si sarebbero generate queste interpretazioni mistiche Trinitarie) che prima sia nata l'interpretazione trinitaria e poi il verso parallelo perciò molto spesso vengono definite interpolazioni. Le fonti però testimoniano di un continuo parallellismo tra le due a cominciare da fine II secolo Atenagora, Origene(testimoniato da Agostino che lo riprende) fino a quando il verso dei testimoni celesti non entra nel testo ufficiale della Chiesa; da mettere nelle note non si hanno delle interpretazioni del verso in forma trinitaria anteriori al VI secolo ma gli studiosi Spuri ritengono che l'interpretazione di Clemente Alessandrino in chiave salvifica e Origene nel PSalm siano i primi arcaici tentativi in tal senso e siano stati ripresi questi per poi le interpretazioni di Agostino e altri (Molti fanno questa allegoria:Eucherio) Fonti cercare altri autori che fanno l'allegoria(VI-X secolo):Cassiodoro, Scotti Anonimi,. Da mettere nelle note citazioni e allusioni al Comma invece si hanno a partire da Atenagora e parziale citazione da Origene oltre che PSalm 122.3 allude e varie allusioni da parte di padri sia Greci che Latini vedere citazioni aumentano dal V secolo sino a che non diventano sempre più numerose e entra nel testo della Chiesa(cercare altre citazioni e allusioni autori VI-X secolo vedere soprattutto i greci) Da mettere nelle note Ci sono autori a cui vengono attribuiti entrambe le pratiche come Agostino in modo particolare e casi dubbi a seconda dello studioso Origene:(tres testimonium dant in caelo citazione riferita da Tommaso D'Aquino PSalm 122.3 vista in chiave allegorica e non allusiva) e Eucherio(Formulas cita comma, Istrutione fa l'allegoria) Fonti:


  • Agostino registra almeno un caso in cui alcuni avevano ricevuto una delle traduzioni di Girolamo, e l'intera congregazione era in subbuglio per la sua traduzione errata di un particolare versetto (Agostino, Lettera LXXI (a Girolamo), III circa, 403 d.C.). Di conseguenza, Girolamo rifiutò di correggerlo (Girolamo, Lettera LXXV (ad Agostino), VII circa, 404 d.C.)(VERIFICARE)

Nelle prime edizioni ritrovate della Vulgata di Girolamo il Comma non compare nel testo fino al 750. ma molti di essi hanno al suo interno un prologo attribuito a Girolamo ma probabilmente di un revisore successivo che accusa traduttori infedeli di aver eliminato il passo dei testimoni celesti dalle loro copie; a questo fanno eco sia l'accusa di Socrate Scolastico che una nota trovata in alcune lettere di Ratisbona dove si afferma che mentre S Girolamo era certo dell'autenticità del Comma S.Agostino la metteva in dubbio non trovandola nei testi greci e per il senso della lettera S.Agostino abia deciso di togliere il Comma dalle Bibbie Per gli studiosi del Comma Spurio il prologo è un falso mentre per quelli del Comma autentico risulta un importante testimonianza di manomissione del testo.

man mano sia scomparsa dal testo biblico e sia nata cosi la diatriba se sia autentico o no (dal tempo di San Girolamo contro S.Agostino per l'autenticità o no del Comma) (Leggi lettere di Girolamo è di un infomous men di cui non nutre stima e di un personaggio che ha tradotto dal greco...nelle lettere dice di aver tradotto tutto in nuovo testamento dal greco tutto dal greco, epistola di eustichio sulle lettere cattooliche anche vedere. C'era divergenza di vedute tra Agostino e Girolamo poi vedere Contra Marcellum di Eusebio di Cesarea

Per le conclusioni sulle origini lato Meitzer: https://digitalcommons.andrews.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=3617&context=auss Per le conclusioni sulle origini lato Foster usare:usare i Libri e Thiele

Fonti:

Altri tra cui il Porson però ritengono la citazione del Comma da parte di Eucherio sia un interpolazione(Il testo critico del formulas spiritualis intelligentiae ed. Wotke, 1884 e molti testi successivi presentano solo il testo dei testimoni terrestri perchè ritenuto più attendibile): Richard Porson, Letters to Travis, 1790, pag 149:https://play.google.com/books/reader?id=sTROAAAAYAAJ&hl=it&pg=GBS.PA149 , poichè Eucherio scrisse anche De questionibus difficilioribus Novi Testamenti,CSEL 31: 137-138:Nell' Istruzione I interpreta: acqua=padre, sangue=Cristo, Spirito=Spirito Santo.

Comunque anche Joseph Denk(1906) ritiene che il comma fosse presente nella Vetus Itala:

Fonti per il Comma

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citazioni e presunti riferimenti al comma

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Ci sono alcuni riferimenti che i Padri della Chiesa hanno fatto sul Comma soprattutto nella Chiesa latina, non tutti però sono accertati o considerati riferimenti in modo unanime dagli studiosi, infatti non pochi dei riferimenti degli autori patristici sono considerati tali solo da una minoranza degli studiosi, visto la natura allusiva di alcuni riferimenti e il carattere teologico del Comma non si è sempre in grado di capire se alcuni autori stiano facendo un semplice discorso teologico o stiano realmente riferendosi al Comma, tra questi autori:

1)Nel primo citazioni e allusioni al verso da parte di vari scrittori;

Se da una parte ci sono un numero di autori abbastanza numeroso che sin dai primi secoli citano o alludono al Comma, la maggioranza non ne fanno la minima allusione[119] anche in opere riguardanti la Trinità[120]. Alcuni autori non la citano perchè oltre a non centrare con l argomento, alcune correnti eretiche avrebbero potuto interpretarla in loro favore. Fonte: http://www.kjvtoday.com/home/the-father-the-word-and-the-holy-ghost-in-1-john-57#TOC-Why-Trinitarians-did-not-cite-the-Comma

Interpretazioni del verso in chiave trinitaria

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All'inizio Con Origene e Cipriano abbiamo l'interpretazione trinitaria del verso i tre sono concordi/et tres unum sunt senza interpretazione dei singoli testimoni. Solo con Eucherio abbiamo notizia di questa interpretazione acqua, sangue e spirito che è presente in qualche variante del verso 1 Gv 5, 6 ma che eucherio applica al verso sette poi visto l'ordine dei testimoni e che già altri greci avevano applicato spirito a Dio Agostino applica Spirito=Padre, sangue=Cristo acqua=Spirito mentre in greco e altri continuanno(Schotty anonimi)a margine abbiamo ancora nei manoscritti l'interpretazione di Eucherio però in riferimento al 1 Gv 5, 7:ms465, ms62, ms635 marg Semplificare 2)Nel secondo la tendenza da parte di vari autori a fare un interpretazione mistica in chiave trinitaria dello Spirito, Sangue e acqua(l'ordine cambia a seconda del manoscritto di riferimento:Fuldensis prologo alle lettere cattoliche c'è menzionato acqua, sangue e spirito in questo ordine e nelle note del ms465, ms62 e ms635 si fa l'interpretazione trinitaria simile:Spirito=Spirito Santo, acqua=Padre, sangue-αἵματος-=Figlio; ma c'è anche la possibilità che sia stato ripreso in greco da delle varianti del verso 6 in alcuni manoscritti[121] alcuni anche antichi che hanno l'ordine necessario per tale interpretazione, un esempio: Οὗτός ἐστιν ὁ ἐλθὼν δια/δι’ ὕδατος καὶ αἵματος καὶ πνεύματος[122]Questi è colui che é venuto -per-attraverso- acqua e sangue e spirito-) del verso precedente:


Non tutti gli autori però interpretano il verso dei testimoni terrestri in chiave Trinitaria ma anche sacramentale-salvifica(Spirito/acqua=battesimo e sangue=eucaristia) o riassunto della vita di Gesù nei suoi momenti più importanti (spirito=discesa dello Spirito Santo acqua=battesimo sangue=morte di Gesù). Leone I ( Spirito=santificazione sangue=redenzione acqua=battesimo) 3)Presenza o allusione nei documenti sui concilii o annessi:

  • Concilio di Nicea
  • Sinodo di Sardica
  • Concilio di Efeso
  • Concilio di Calcedonia
  • Concilio di Cartagine 484
  • secondo Sinodo di Braga
  • Concilio lateranense 1213

Cercare i vari concilii

4)Manoscritti e lezionari che presentano il comma:

  • Il comma è presente in manoscritti in greco:nel testo 61(XVI secolo), 629(XIV secolo), 918(XVI secolo), 2318(XVIII Secolo), 2473(XVII Secolo);a margine 88(XII secolo/marg.)

177 - XVII - XVIII mano; Bayerische Staatsbibliothek (Biblioteca di stato bavarese); Merluzzo. Graec. 211 221 - X Secolo; Oxford, Bodleian Library, Canon. Gr. 110. Sospetto che la scrittura del margine sia una mano moderna 429 - XIV Secolo; Wolfenbüttel, Herzog August Bibliothek 16.7 A 636 - XV Secolo

  • Il comma è presente in manoscritti in latino:
  • Il comma è presente nei lezionari:

Da parte degli scrittori patristici verso la fine del IV secolo e inizio V secolo abbiamo un fenomeno di denuncia sulla corruzione della prima lettera di Giovanni in più punti ne attestano Socrate scolastico e il Prologo di San GirolamoErrore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: i ref privi di nome non possono essere vuoti. Del IV secolo è anche un'analisi grammaticale di Gregorio Nazianzeno dove delinea un errore grammaticale nella struttura della frase greca sui testimoni terrestri non menzionando quelli celesti. Sembra ci sia stata una divergenza di opinioni tra San Girolamo e Sant'Agostino riguardo il Comma[123]; mentre San Girolamo era certo dell'autenticità del Comma, Sant'Agostino invece nutriva forti dubbi, e in forza della mancanza di questo nei testi greci e dal significato della lettera di Giovanni abbia deciso di mettere il comma fuori dal testo biblico.

La prima volta che compare in un Concilio è raccontato all interno dell attestazione di fede da parte di 350 vescovi al Concilio di Cartagine (484).

Sembra che Girolamo la ritenesse autentica denunciando (Lui o un suo successore) la sua non presenza all interno dell'opera nel Prologo alle lettere cattoliche

Agostino sembra secondo documenti che conoscesse la Virgola e la ritenesse autentica? ma siccome non compariva nei testi greci preferi tacere su di essa.

Nei manoscritti compare per la prima volta nella Vulgata come accenno nel prologo del Codex Fulgensis(543-546) a cui però studiosi dubitano in quanto non compare nel Codice 1(Da verificare?) ma non compare comunque nel testo della lettera dove si parla solo di Spirito acqua e sangue. Compare nei manoscritti all'interno del testo della Vulgata solo con le revisioni della metà VIII secolo(Codex Wulzargensis?). Prima no non è presente in nessun testo precedente della Vulgata

In Contemporanea al Codex Fulgensis compare nei testi derivati dalla Vetus Latina Codex Fragenensis, Legionensis, Monachensis. Speculum uno dei primi lezionari in cui compare

Per parte greca è attestata la sua presenza a partire da un lezionario del V secolo mentre non risultano manoscritti con la presenza del Comma sino a XI secolo. di cui c'è ne sono giunti 10 manoscritti(XI-XVIII) in totale 5 con lezioni alternative fuori dal testo e 5 all'interno del testo.

Da qualche autore si dice che era presente nei testi Siriaci del 150 d.C.???? (DA VERIFICARE?)

Cocilio di Cartagine : da Vittore di Vita[124](484) Periodo Carolingio Alcuino pagina 10 cercare altre info: http://www.verhoevenmarc.be/PDF/Comma-Johanneum-Defence.pdf Nel Concilio Lateranense del 1215 viene utilizzata per la seconda volta e

Nel XIII secolo fenomeno armeno ristrutturazione testo

Nel XVI secolo Erasmo fa una edizione greca-latina della Bibbia e la mette solo a partire dalla terza edizione nelle prime due non è presente il comma cercare Lettere di Erasmo: https://confessionalbibliology.com/2016/05/16/erasmian-myths-codex-vaticanus/ Cercare e verificare: Jeffrey Riddle: Tra i punti intriganti c'è il suggerimento di McDonald che "la prima narrazione completamente sviluppata del mito della promessa di Erasmo" a Edward Lee includesse la virgola, a condizione che gli fosse mostrato un manoscritto greco che lo conteneva, presumibilmente soddisfatto dal Codex 61 (il il cosiddetto aneddoto della "scommessa avventata") fu fatto nel 1722 da David Martin attingendo a Richard Simon (236–37).E mostro le difficoltà nel cercare di mettere la promessa Erasmus su Richard Simon o David Martin, ricade esattamente sullo scettico Richard Porson. Metzer da ampio spazio nel suo libro di Critica Testuale: ha suggerito che il manoscritto greco fosse "su ordinazione!" (Testo del Nuovo Testamento, 101); confronta la sua trattazione più dettagliata in A Textual Commentary on the Greek New Testament (United Bible Societies, 1971), 716-18. Erasmo viene attribuito anche un opera pseudo Cipriano in realtà secondo studi scritta da lui stesso Dei Duodecim Martiry


Dal XVII-XIX secolo molti studiosi si accingono a fare studi sul Comma per comprendere se autentica o no e vengonoa delinearsi due correnti di pensiero una di maggioranza che afferma la non autenticità del Comma e una di minoranza che invece afferma la sua autenticità

Leone XIII dichiara nel 1897 attraverso il Sant'Uffizio non ci sono elementi sufficenti per negare l'autenticità del Comma ma afferma (nel 1927) che comunque lo studio per capirne l'autenticità o no si può fare. Storia generale comma Giovanneo in particolare nella Chiesa cattolica e inglese pag 75:https://cdn.shopify.com/s/files/1/1202/2816/files/catholic-epistles-outline.pdf Nel 1908 Chiesa Ortodossa decide di lasciare il comma (cercare fonti e data precisa) Oggi è ritenuta spuria da molti studiosi e la Chiesa Cattolica in linea con loro afferma che sembra spuria aspettando comunque altri elementi per dare un giudizio definitivo



Leggi primi scrittori sul comma commenti della pagina: http://www.thetextofthegospels.com/2020/01/first-john-57-and-greek-manuscripts.html Le prime tracce dell'esistenza del Comma si hanno nelle opere Patristiche, apologetiche e scritti vari da parte dei Padri della Chiesa sia Latini che greci. Dagli scrittori latini dei primi secoli(II-VI secolo) abbiamo allusioni o parziali citazioni(Idacius Clarus, Cipriano, Girolamo, Agostino, Vittore di Vita, Eugenio). Dagli scrittori greci(II-VI secolo) invece solo allusioni per lo più(Ignazio di Antiochia, Clemente Alessandrino, Atanasio, ). Abbiamo un allusione anche da Efrem il Siro dalla regione Siriaca.Il testo completo appare per la prima volta a partire dal IV secolo in poi(Basilio, Idacius Clarus, Priscilliano, Vittore di Vita,). Nei Codici e nei manoscritti a noi pervenuti compare per la prima volta nel VI secolo come allusione nel Prologo del Codex Fulgensis mentre appare nel testo del Codex Frinsingensis(VI secolo), Codex Monacensis (VI secolo) e nel Codex Legionensis (VII secolo) e nello Speculum (VII secolo)

Ps Ignazio d'antiochia epistola lunga della lettera ai Filadelfi(Filippesi?)

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...Since, also, there is but one unbegotten Being, God, even the Father; and one only-begotten Son, God, the Word and man; and one Comforter, the Spirit of truth;

Traduzione migliore: ...Poiché, inoltre, esiste un solo Essere non diviso, Dio, nientedimeno il Padre; e un Figlio unigenito, Dio, la Parola e l'uomo; e un Consolatore, lo Spirito di verità;

Lettera Lunga Lettera ai Filippesi cap 4

https://www.goodcatholicbooks.org/fathers/ignatius.html Fonte: http://textus-receptus.com/wiki/Johannine_Comma_and_Ignatius_of_Antioch

Clemente d'Alessandria

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Clemente Alessandrino Adumbrationes of Cassiodoro verso 5,6 8 Et iterum Eclocae Profeticae 13,1

Vari manoscritti Legatio pro christianis in greco:

Italia Bologna Biblioteca Universitaria fonds principal 1497 (587)(XVI secolo)PG 6 909B-910B cap 10 folio 7v-8r rigo 30/1-2|PG 6 913C-914C cap12 folio 9r rigo 7-11 :των τοσουτων||Italia Modena Biblioteca Estense universitaria fonds principal α. S. 5. 09 (Puntoni 126)(X sec)PG 6 909B-910B cap 10 folio 244v(pag 492) rigo 28-31|PG 6 913C-914C cap12 folio 246r(pag 495) rigo 11-15 :των τοσουτων ||Deutschland München Bayerische Staatsbibliothek (BSB) Cod.graec. 081(XVI sec)PG 6 909B-910B cap 10 folio 463r rigo 14-16|PG 6 913C-914C cap12 folio 464r rigo 11-14 των τοσουτων||United Kingdom Oxford Bodleian Library Barocci 098(XV sec)PG 6 909B-910B cap 10 folio 56r rigo 16-19|PG 6 913C-914C cap12 folio 57v rigo 9-12 των τοσουτων||United Kingdom Oxford Bodleian Library Barocci 145(XV-XVI sec)PG 6 909B-910B cap10 folio 26r rigo 20-22|PG 6 913C-914C cap12 folio 27r rigo 17-19 των τοσουτων; ||Paris Bibliothèque Mazarine fonds principal 4463(XVI sec)PG 6 909B-910B cap10:immagine 24 rigo 16-19|PG 6 913C-914C cap12:immagine 27 rigo 17-21: των τοσουτων;||Paris,BNF,suppl grec143:(XVI sec)PG 6 909B-910B cap10:folio 21v rigo 9-13|PG 6 913C-914C cap12:folio 23v-24r rigo 21/1-6 των τοσουτων e differente: του Πνεύματος, του Πατρός, του Παιδός;||Italia, biblioteca angelica gr096(XVI sec)PG 6 909B-910B cap10:folio 25r rigo 24-26|PG 6 913C-914C cap12:folio 26r rigo 22-25 των τοσουτων; Vaticani: Ott.gr.94(XVI sec)PG 6 909B-910B cap10:folio 168r rigo 9-11|PG 6 913C-914C cap12:folio 168v rigo 29-32 των τοσουτων;||Ott.gr.275(XVI secolo)PG 6 909B-910B cap 10: folio 15 rigo 18-19,| PG 6 913C-914C cap12:folio 18 rigo 9-13 con -των τοσουτων-;||Ott.gr. 274(XVII sec)PG 6 909B-910B cap 10: folio 40v rigo 13-15|PG 6 913C-914C cap 12 folio42r rigo 16-20 των τοσουτων|| Paris, grec 174 (X secolo)PG 6 913C-914C cap 12 folio137v(138v:vista 143 pag 1) rigo 23-26 των τοσουτων

Conrad Gesnero(Conrad Gessner) libro traduzione greco latino del legatio pro christiani da questo interprete:https://archive.org/details/athnagorouathnai00athe/page/n5/mode/2up

legatio pro christiani in grecopag 13 rigo 8-10(PG 6 909B-910B cap 10:Conrad Gessner in latino:pag 92 rigo 28-30) e legatio pro christiani in grecopag 15 rigo 5-8(PG 6 913C-914C cap 12:Conrad Gessner in latino:pag 95 rigo 4-7) sempre των τοσουτων ένωσις Gensero(Gessner) traduce in latino pag 95 rigo 5-6:quae unitàs trium vedi nota 90 migne: forse ha tradotto in latino e basta


Usare questo manoscritto Paris grec451 (X secolo) Fol. 322v-348v. Athenagoræ Atheniensis Legatio pro christianis :folio 329r rigo 1-2(PG 6 909B-910B cap 10:Θεόν Πατέρα και Υιόν Θεόν και Πνεύμα Άγιον, δεικνύουν δε και την εν ενώσει δύναμιν αυτών και την εν τη τάξει διαίρεσιν); folio 330r rigo 9-12 (PG 6 913C-914C cap 12:trascrizione corretta:τις η του Παιδός προς τον Πατέρα ενότης τις η του Πατρός προς τον Υιόν κοινωνία, τι το Πνεύμα, τις η των τοσουτων/[nota 90:των τριων/τούτων] ένωσις και διαίρεσις ενουμένων, του Πνεύματος του Παιδός του Πατρός da riscrivere trascrizione diversa seguire migneποία είναι η ενότης του Παιδός προς τον Πατέρα, ποία η κοινωνία του Πατρός προς τον Υιόν, τι είναι το Πνεύμα, ποία η ένωσις των τριών τούτων και διάκρισις εν τη ενώσει, του Πνεύματος, του Παιδός, του Πατρός); vedere anche cap 24(PG 6 915B-916B): "Ως γαρ θεόν φαμέν, και υιόν τον λόγον αυτού, και πνεύμα άγιον, ενούμενα μεν κατά δυναμιν, τον πατέρα, τον υιόν, το πνεύμα. Questione non sicura non metterlo o specificare problematiche

  • Per alcuni Atenagora allude al Comma Maryland: Una richiesta per i cristiani capitolo 10/capitolo 12A Plea for the Christians: quae trium unum del latino in greco c'è la lettura τοσουτων/lettura alternativa probabile:των τριών τούτων poichè qualcuno attesta la lettura con:unione di tre;CAP 10/12 unione e distinzione/unione di tre PG 6 909B-910B/PG 6 913C-914C vedi nota 90 per la lettura alternativa.
  • Atenagora PG 6 913C-914C:(https://filoumenos.com/forum/viewtopic.php?f=113&t=14715 https://en.wikisource.org/wiki/Ante-Nicene_Christian_Library/Plea_for_the_Christians_(Athenagoras)) scrivere che quae trium unum del latino in greco c'è la lettura τοσουτων/των τριών τούτων, sembra che per l'analisi teologica di Dio richiami Gv 10,30-riferimento:ποία είναι η ενότης του Παιδός προς τον Πατέρα-in altri punti dell'opera ha un riferimento anche più sicuro- poi 1Gv 5,6-7- riferimento:ποία η ένωσις των τριών τούτων και διάκρισις εν τη ενώσει, του Πνεύματος, του Παιδός, του Πατρός- con l'utilizzo di Παῖς, Παιδὸσ(Figlio, fanciullo, servo) in tutte due i casi-unici casi in tutto il documento dell'utilizzo di Παῖς- invece di Υἱός(Figlio) o Λογος(Parola) perchè prima scrive: Padre e Figlio-Υἱός- e poi mette Spirito per la comunione di Dio e poi lo mette all'inizio della tripla(του Πνεύματος, του Παιδός, του Πατρός-dello Spirito, del Figlio, del Padre-) per fare in modo che tutti e tre i Nomi inizino col P greco(Π), potrebbe riferirsi alla forma: Spirito, sangue, acqua(1 Gv 5, 7) attestata da alcuni padri latini o riferirsi al verso con la variante 1Gv 5, 6: acqua, sangue, spirito attestata in alcuni manoscritti inizio IV secolo. Un altro elemento è ένωσις(significa sia unione-comma?- che riunione-verso corto?-)

Conclusioni:mettere questo nella stesura definitiva Sezione di autori sui cui non si possono trarre delle conclusioni definitive su Comma o una sua interpretazione del testo: Atenagora:poche volte a riferimenti sicuri di solito per Gv 10:30 e si pone più come filosofo libero che come utilizzatore di riferimenti viene utilizzato da alcuni come testimone del Comma per cap 10(PG 6 909B-910B), cap 24(PG 6 915B-916B) e cap 12(PG 6 913C-914C),ma visto in particolare il cap 12 invece potrebbe riferirsi invece a interpretazioni di Dio per τις η του Παιδός προς τον Πατέρα ενότης(forse riferendosi a Gv 10:30) e τι το Πνεύμα, τις η των τοσουτων/[nota 90:των τριων/τούτων congettura variante poichè Gessner traduce in latino pag 95 rigo 5-6:quae unitàs trium/ nel migne PG6 914C:quae trium unio] ένωσις και διαίρεσις ενουμένων, του Πνεύματος -του Παιδός του Πατρός-/[variante testimoniata da Paris,BNF,suppl grec143 folio 24r rigo 5-6 e forse da Ott.gr. 274 folio 42r rigo 20 segno a margine di του Πατρός:του Πατρός του Παιδός](forse rierendosi a 1 Gv 5,6-7:Spirito testimonia...Spirito, sangue, acqua eoppure Spirito, acqua, sangue visto l'utilizzo P greco per tutte e tre le persone divine;potrebbe usare Παις unici due utilizzi in tutta l opera, di solito utilizza Υους o Λογος per riferirsi a Gesù, anche per mettere in correlazione i due riferimenti che si riferirebbero a Gv 10,30 e la versione corta di 1 Gv 5, 7) conclusione ovviamente non sicura ; Diodoro di Tarso: il Suda testimonierebbe una sua operetta(non sicuro se sia un opera attinente o opere separate vedere manoscritti e traduzione latino) sul Dio uno in trino ma sia l'autore del Suda non è completamente affidabile sia poichè abbiamo solo il titolo che comunque potrebbe richiamare anche il verso con l'eis nonostante l'era dei padri capadoci non si può trarre conclusioni. Ireneo vedi elenco riferimento Mike Ferrando in contra eresie: tal riferimento potrebbe essere testimone delle due varianti diverse Verbo/ Figlio o potrebbe essere solo una esplicazione teologica della Trinità anche questo un riferimento non conclusivo.

Atenagoro, uno scrittore greco del II secolo (~ 177 d.C.). Nella sua richiesta per ilCristiani , Atenagoro si rivolge a due imperatori romani, Marco Aurelio Antonino e LucioAurelio Commodo, cercando da loro la tolleranza per i cristiani all'interno dell'Impero. Come parte del suosforzo, espone loro diversi punti chiave della dottrina, uno dei quali è la visione di Dio comenità composta da Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo. Pur non citando direttamentela Virgola, la lingua di Atenagoro, sembra certamente riflettere una conoscenza e un uso del verso comeparte della sua spiegazione sulla Trinità. Nello spiegare l'esatta relazione del Figlio con il Padre,Atenagoro afferma,“Né nessuno pensi che sia ridicolo che Dio abbia un Figlio. Anche se i poeti, nella lorofinzioni, rappresentano gli dei come non migliori degli uomini, il nostro modo di pensare non è lo stesso del loro,riguardo a Dio Padre o al Figlio. Ma il Figlio di Dio è il Logos del Padre, inidea e in funzione; poiché secondo il modello di Lui e per mezzo di Lui tutte le cose furono fatte, il Padree il Figlio è uno. E, il Figlio è nel Padre e il Padre nel Figlio, nell'unitàe il potere dello spirito, la comprensione e la ragione del Padre è il Figlio di Dio

Il suo uso del termine Logos (Parola) per descrivere il Figlio è una presentazione unicamente giovannea di GesùCristo. Allo stesso modo è la presentazione del Padre e del Figlio come uno (Giovanni 10:30, 17: 11,22).E mentre Giovanni 10:30 è un passaggio molto esplicito che dimostra l'unità del Padre e delFiglio, non parla alla Trinità. Tuttavia, Atenagoro continua a chiarire la questioneattraverso la sua dichiarazione,“Anche lo Spirito Santo stesso, che opera nei profeti, affermiamo essere un'effluenza diDio, che fluisce da Lui e ritorna di nuovo come un raggio di sole. Chi, allora, non lo farebbestupitevi di sentire uomini che parlano di Dio Padre, di Dio Figlio e del SantoSpirito, e che dichiarano sia il loro potere nell'unione che la loro distinzione in ordine , chiamato ate-ists?”61Quindi, Atenagoro collega il Padre, il Figlio (a cui si era precedentemente riferito come "il Lo-gos ”, la Parola), e lo Spirito Santo, dichiarando in ordine sia la loro unione che la loro distinzione

Fonte: pagina 16 http://www.verhoevenmarc.be/PDF/Comma-Johanneum-Defence.pdf

Tertulliano

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Fulgenzio di Ruspe e Cipriano

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Fulgenzio di Ruspe, -Responsio contra Arianos/Responsio contra Aranos Liber Duo-, objectio 10, responsio(PL 65, 224B):

«...In Patre ergo et Filio et Spiritu sancto unitatem substantiae accipimus, personas confundere non audemus. Beatus enim Joannes apostolus testatur, dicens: Tres sunt qui testimonium perhibent in coelo, Pater, Verbum, et Spiritus; et tres unum sunt (I Joan. V, 7). Quod etiam beatissimus martyr Cyprianus, in epistola de Unitate Ecclesiae confitetur, dicens: Qui pacem Christi et concordiam rumpit, adversus Christum facit; qui alibi praeter Ecclesiam colligit, Christi Ecclesiam spargit. Atque ut unam Ecclesiam unius Dei esse monstraret, haec confestim testimonia de Scripturis inseruit. Dicit Dominus: Ego et Pater unum sumus. Et iterum: De Patre et Filio et Spiritu sancto scriptum est: Et tres unum sunt...»

traduzione:

«Quindi, nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, accettiamo l'unità della sostanza, non osiamo confondere le persone. Perché il beato Giovanni Apostolo, testimonia dicendo: Tre sono quelli che portano testimonianza in cielo, il Padre, il Verbo e lo Spirito; e i tre sono uno (1 Giovanni 5:7). Che anche il beato Cipriano martire confessa nella sua Lettera sull'unità della Chiesa, dicendo: Colui che rompe la pace e la concordia di Cristo si fa nemico Cristo; chi raccoglie altrove fuori della chiesa, disperde la chiesa di Cristo. E per mostrare che c'è una Chiesa di un [solo] Dio, inserisce subito queste testimonianze delle Scritture. Il Signore dice: Io e il Padre siamo uno. E ancora: del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo è scritto: e i tre sono uno»

Fulgenzio ritiene che Cipriano si stia riferendo al Comma nella sua opera Unità della Chiesa I, 6;Ulteriori approfondimenti ma non ci sono elementi certi probabilmente non lo metto stesura finale Infatti considerato che l'acqua, sangue e Spirito sono gli elementi che identificano il battesimo, argomento di cui Cipriano parla alacremente, oltre ai vari tipi di battesimo(d'acqua=abluzione, sangue=martirio e Spirito=battesimo di desiderio-Sui tre battesimi/49975\IIIª q. 66 a. 11 co./Terza parte, Questione 66 articolo 11, Tommaso d'Aquino- però comunque un unico battesimo perciò identificante la Chiesa intera) dice così: Colui che rompe la pace e la concordia di Cristo si fa nemico Cristo; chi raccoglie altrove fuori della chiesa, disperde la chiesa di Cristo riferito all'acqua, sangue Spirito=l'intera Chiesa Battezzata che è concorde in Cristo, il quale si riferisce invece alla versione latina= e questi tre sono -uno/concordi in uno- in Cristo Gesù;Perciò Fulgenzio dalla maniera in cui fa riferimento a Cipriano potrebbe ritenere che il Martire faccia riferimento a una formula simile del Comma: ...Tres sunt qui testimonium perhibent in terra, Spiritus, aqua et sanguis et tres -in unum/unum- sunt -in Christo Jesu/in Jesu- et tres sunt qui testimonium perhibent in coelo, Pater, - Verbum/Filius-, et - Spiritus/Spiritus Sanctus- et tres unum sunt - :trad: ... tre sono che portano testimonianza in terra, lo Spirito, l'acqua e il sangue e i tre sono -uno/concordi in uno- -in Cristo Gesù/in Gesù- e tre sono che portano testimonianza in cielo, il Padre, -il Verbo/il Figlio- e -lo Spirito/lo Spirito Santo- e i tre sono uno

alcune varianti della recensione Lucianea: http://textualcriticism.scienceontheweb.net/AA/Metzger-Lucianic.html alcuni ritengono colpevole della scomparsa del Comma questa recensione probabilmente perché alcune letture Luciane ritrovate sono usate molto spesso dalla peshitta la quale iizia il verso 1 Gv 5,7 con la congiunzione invece che con la causale http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:OpQhaa45AagJ:textualcriticism.scienceontheweb.net/AA/Metzger-Lucianic.html+&cd=5&hl=it&ct=clnk&gl=it

Vedere anche questa analisi su Origene: https://mondodomani.org/teologia/ramelli2011.htm

Exempla analisi per la Settanta: http://www.documentacatholicaomnia.eu/30_20_0185-0254-_Origenes.html

Claudio Apollinare

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Taziano(Tatian) forse errore dal

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Cirillo d'alessandria: Thesaurus De recta fide ad Reginas

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Deutschland München Bayerische Staatsbibliothek (BSB) Cod.graec. 331(IX secolo) folio 159v rigo 9-10: Ὅτι τρεῖς εἰσιν οἱ μαρτυροῦντες τὸ Πνεῦμα καὶ τὸ ὕδωρ καὶ τὸ αἷμα, καὶ οἱ τρεῖς (senza :εἰς) τὸ ἕν εἰσιν.; Bibliothèque nationale de France (BnF) Coisl. 248(XI secolo) f172r(vista 175) rigo 30-31:Ὅτι τρεῖς εἰσιν οἱ μαρτυροῦντες τὸ Πνεῦμα καὶ τὸ ὕδωρ καὶ τὸ αἷμα, καὶ οἱ τρεῖς (senza :εἰς) τὸ ἕν εἰσι(linetta forse indica abbreviazione)·;Deutschland München Bayerische Staatsbibliothek (BSB) Cod.graec. 051(XVI secolo) f211r rigo 13-14: Ὅτι τρεῖς εἰσιν οἱ μαρτυροῦντες τὸ Πνεῦμα καὶ τὸ ὕδωρ καὶ τὸ αἷμα, καὶ οἱ τρεῖς (senza:εἰς) τὸ ἕν εἰσιν; Vaticano, Vat.gr. 588(XVI secolo) immag 257 rigo 10-11: Ὅτι τρεῖς εἰσιν οἱ μαρτυροῦντες τὸ Πνεῦμα καὶ τὸ ὕδωρ καὶ τὸ αἷμα, καὶ οἱ τρεῖς (in questo caso sembra avere l'εἰς o è τρ(abbreviato con lettere sopra per εῖς) εἰς τὸ ἕν εἰσιν;

Quaestiones Aliae testo 117-123:

"Ὥσπερ ἡ ψυχή μου μία ἐστὶν, ἀλλὰ καὶ τρισυπόστατος, ψυχὴ, λόγος, καὶ πνοή · οὕτω καὶ ὁ Θεὸς εἷς ἐστιν, ἀλλ 'ἔστι καὶ τρισ υπόστατος,' Πατὴρ, Λόγος, καὶ Πνεῦμα ἅγιον .... Ὡς γὰρ ψυχὴ, λόγος καὶ πνοὴ τρία πρόσωπα, καὶ μία φύσις ψυχῆς, καὶ οὐ τρεῖς ψυχαί · οὕτω ' Πατὴρ, Λόγος καὶ Πνεῦμα ἅγιον , τρία πρόσωπα, καὶ εἷς τῇ φύσει Θεὸς, καὶ οὐ τρεῖς θεοί." "Anche se la mia anima è una, ma un'anima, una ragione e un respiro trini, così anche Dio è uno, ma è anche una trinità, ' Padre, Parola e Spirito Santo .... Perché come anima, ragione e respiro sono tre lineamenti, e in sostanza un'anima, e non tre anime; così ' Padre, Parola e Spirito Santo , [sono] tre persone, e un solo Dio in sostanza, e non tre dei Fonte: https://www.documentacatholicaomnia.eu/02g/0295-0373,_Athanasius,_Quaestiones_aliae,_MGR.pdf Fonte: http://textus-receptus.com/wiki/1_John_5:7#Athanasius

Athanasius in Disputatius contra Arium 1556-1558: Τί δὲ καὶ τὸ τῆς ἀφέσεως τῶν ἁµαρτιῶν παρεκτικὸν, καὶ ζωοποιὸν, καὶ ἁγιαστικὸν λουτρὸν, οὗ χωρὶς οὐδεὶς ὄψεται τὴν βασιλείαν τῶν οὐρανῶν, οὐκ ἐν τῇ τρισµακαρίᾳ ὀνοµασίᾳ δίδοται τοῖς πιστοῖς; Πρὸς δὲ τούτοις πᾶσιν Ἰωάννης φάσκει «Καὶ οἱ τρεῖς τὸ ἕν εἰσιν.». Ma anche quel lavaggio [battesimo] che rimette il peccato, che dà vita e che santifica, senza il quale nessuno vedrà il regno dei cieli, dato ai fedeli nel Nome tre volte benedetto? Oltre a tutti questi, ' John afferma, e questi tre sono uno.

Fonte: http://textus-receptus.com/wiki/1_John_5:7#Athanasius Fonte: https://www.documentacatholicaomnia.eu/04z/z_0295-0373__Athanasius__Disputatio_contra_Arium__MGR.pdf.html

Synopsis Scripturae 2464-2465: Καὶ τὴν ἑνότητα δὲ τοῦ Υἱοῦ πρὸς τὸν Πατέρα δείκνυσι· καὶ ὅτι ὁ ἀρνούµενος τὸν Υἱὸν οὐδὲ τὸν Πατέρα ἔχει.

in questa opera viene usato spessissimo λόγος Κυρίου (Parola Signore)

Ancora da tradurre Fonte: https://www.documentacatholicaomnia.eu/02g/0295-0373,_Athanasius,_Synopsis_scripturae_sacrae,_MGR.pdf Fonte: https://archive.org/details/anewpleaforauth00porsgoog/page/n94/mode/2up pagg 58-59 e 252 apendice Θεός και τοῦ Λόγου... ...πατηρ, λογος, και πνευμα αγιον....

patristica

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Mentre i padri latini citavano abbastanza frequentemente il comma anche se non pochi parlano di interpretazione del verso corto. Secondo la tesi di alcuni appartenenti alla minoranza pro comma: i pochi riferimenti patristici da parte dei greci al comma sarebbero dovuti al proliferare prima di un'eresia sabellianesimo/patripassianismo che interpretava il verso in maniera eretica[125][126] e poi all'intervento censorio dell'arianesimo[127] reso possibile in seguito alle persecuzioni imperiali dove hanno bruciato non pochi testi sacri[128](Per altri la scomparsa del Comma è da imputare a Origene e/o Luciano[129]). A detta di tale tesi avrebbe fatto desistere molti padri greci dall'utilizzare tale verso se non alcuni facendone un uso più implicito, nascosto o in maniera più teologica[130][131] per non incorrere nell'accusa di eresia o che gli eretici non usassero tale verso per avvalorare le loro contro-teologie eretiche. Semi citazioni (alcune di pseudo autori come Pseudo Atanasio-manoscritto Burney Ms46/1 folio 73r rigo 1-) vengono considerate anche le allusioni(alcune presunte) come prove della conoscenza del Comma da parte dei Padri della Chiesa le quali partono dal II secolo.

  • Cyrillus Alexandrinus Contra/Adversus Nestorium PG 76 245D-246D: ὅτι τρεῖς μαρτυροῦσι, τὸ Πνεῦμα, τὸ ὕδωρ, καὶ τὸ αἷμα. Καὶ οἱ τρεῖς τὸ ἕν cercare manoscritto
  • Andrea Caesarensis, Commentarius Apocalypsin PG 106 381B-382B: καὶ κατὰ τὸν Θεολόγον, Τρεῖς μαρτυροῦσι τῷ Χριστῷ τὸ αἷμα, καὶ τὸ ὕδωρ, καὶ τὸ πνεῦμα· καὶ τὰ τρία ἔν εἰσι,

Gregorio Nazianzeno

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Allusione sicura Oratio 45, 30 Incertezza citazione in Oratio 31,9 e incerta poichè alcuni pensano si riferisca ai tre sono uno dei testimoni terrestri (perciò ritengono che al momento della stesura dell'Oratio 31 non conosca il comma) ma vedendo Oratio 31, 9-19 non si capisce se non conosce il comma oppure se stia evitando di citarlo, forse un esercizio retorico, per confutare la dottrina Sabelliana(che potrebbe interpretare il Comma in forma sabelliana). In particolare prima in Oratio 31, 9 usa E i Tre sono uno, poi usa l'espressione ...un Dio, un Dio e un Dio... in Oratio 31, 13 che sembra rimandare a ...πατηρ, λογος, και πνευμα αγιον... (espressioni presenti nel Codex Ottobonianus e del Codex Montfortianus) che letteralmente si dovrebbero tradurre un Padre, un Logos e uno Spirito Santo per poi parlare di costellazioni(del cane e del cancro) nel Oratio 31,19 si sta riferendo al cielo,e per concludere decide di fare una allusione inequivocabile nel oratio 45 al saluto finale

A. N. I. 08 Commento di Elia Cretese

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Commento di Elia Cretese valutazione se riferimenti o commenti annessi Comma sull'orazione 31:IX:A. N. I. 08 f157r e seguente...εν τα τρια... (PG 36 143A-144A) ;XIII(PG 36 147BC-148BC) Θεος...και Θεος...και Θεος...ecc-un Dio...e un Dio e un Dio-:A.N.I. 08 160v e successivi;XIX(PG 36 153CD-154CD) Τρεῖς εἶναι τοὺς μαρτυροῦντας λέγων ἐν ταῖς Καθολικαῖς, τὸ Πνεῦμα, τὸ ὕδωρ, τὸ αἷμα... ἀλλὰ τὸ τρεῖς ἀῤῥενικῶς προθεὶς, τὰ τρία οὐδετέρως ἐπήνεγκε, παρὰ τοὺς σοὺς, καὶ τῆς σῆς γραμματικῆς ὄρους καὶ νόμους-Dicendo che tre sono quelli che testimoniano come si legge nelle epistola Cattolica,lo Spirito, l'acqua, il sangue...Ma chiama tre al genere maschile, riferendolo a tre nomi neutri andando contro quello detto da te e anche le regole della grammatica da voi stabilite-:A.N.I. 08 166v e successivi. Parla dei tre cancri e cani(f167r) ma sulla questione ipotetica se ci siano delle connumerazioni e dell'uso del co-nome/co-denominazione da rivedere

Commento di Elia Cretese. Oratio 31, IX (PG 36 143A-144A) ...εν τα τρια...:f29r rigo 26-27 testo interno ; Oratio 31, XIII(PG 36 147BC-148BC) Θεος...και Θεος και Θεος:f30v rigo 15 testo interno; Oratio 31 XIX f32v rigo 2 testo interno : ..uno e uno e uno...

Ps Cesario Nazianzeno

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Interrogatio 64/65(PG 38 931-932): 204v

Teodoro o Diodoro di Tarso

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latino: migne patrologia greca 117, 1249C e testo greco/ latino: migne patrologia greca 86 217AB-218AB Nel IV secolo, Teodoro scrive in "Un trattato su un solo Dio nella Trinità, dall'Epistola di Giovanni Evangelista" il seguente,

'... che Giovanni nella sua epistola, presenta Dio come una Trinità ...' (Ben David, "Three Letters Addressed to the Editor of The Quarterly Review, in which is Dimonstrated the Genuineness of The Three Heavenly Witnesses - I John v. 7", London, 1825). Ben David osserva: "Questa è una testimonianza notevole, poiché implica l'esistenza e la notorietà del verso verso la metà del IV secolo" Discussione se siano opere separate, un allegato all epistola o spiegazione del contento sull'epistola di Giovanni Teodoro maestro di Crisostomo o Diodoro di Tarso

«Εἰς τὴν ἐπιστολὴν Ἰωάννου τοῦ Εὐαγγελιστοῦ · Περι τοῦ (·) εἷς θεὸς ἐν τριάδι·»


possibili traduzioni

«Sull'epistola dell'evangelista Giovanni, su questo, Un Dio nella Trinità»

oppure:

«Sull'Epistola di Giovanni Evangelista. Sull'unico Dio nella Trinità»

I traduttori prediligono fare una traduzione dove separarano le due frasi[134] poichè ci sono manoscritti che sono scritti in questa maniera: · Περι τοῦ εἷς θεὸς ἐν τριάδι·(dal XIII secolo) e altri scritti in quest'altra · Περι τοῦ · εἷς θεὸς ἐν τριάδι·(Dal XV secolo) e le prime versioni senza punto sembrerebbero le più antiche(verificare https://www.tapatalk.com/groups/bibleversiondiscussionboard/in-defense-of-the-authenticity-of-1-john-5-7-t6020-s410.html#p81588).


Fonti:

Teodoreto di Cirro

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Expositio rectae fidei

I vari Credo e Expositio fidei

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Exposition of the Orthodox Faith, Explanatio Fidei Ad Cyrillum, expositio fidei catholicae, expositio rectae fidei, credo atanasiano, credo di sardica (cercare e verificare),sinodo di Braga e Ad Damasum papam (verificare):https://purebibleforum.com/index.php?threads/reply-to-damasus.1333/ e vedi: https://www.purebibleforum.com/index.php?threads/expositio-fidei-4th-century-confession-discovered-by-caspari.788/#post-5139

«filius uero sine initio genitus a patre est, spiritus autem sanctus processit a patre et accipit de filio, sicut euangelista testatur, quia scriptum est: Tres sunt, qui dicunt testimonium in cœlo: pater, uerbum et spiritus, et hœc tria unum sunt a Christo lesu. Non tamen dixit: insol(Unus) est in Christo lesus»

  • Expositio Fidei catholicoe Sancti Ambrosi o Ps Ambrosi(?):

«Nos Patrem, et Filium, et Spiritum sanctum confitemur, ita in Trinitate perfecta, ut et plenitudo sit Divinitatis, et unitas potestatis. Nam tres Deos dicit qui Divinitatem separat Trinitatis. Pater Deus, Filius Deus, Spiritus sanctus Deus, et tres unum sunt in Christo Jesu . Tres itaque Persome, sed una potestas. Ergo diversitas plures facit; unitas vero potestatis escludit numeri quantitatem: quia unitas numerus non est. Itaque insol Deus, una Fides, unum Baptisma. Si quis vero hanc fidem non habet, catholicus non jiotest dici, quia catholicam non tenet fidem; alienus est, profanus est, et adversus veritatem rebellis.»

Ps Basilio

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L'Adversus Eunomium fino al terzo libro iene considerato scritto da Basilio mentre il 4 e 5 libro scritto da un altro soprannominato pseudo Basilio in Adversus Eunomium Book V è scritto ciò: 446. Ταῖς θείαις γραφαῖς ἐναντιούμενοι· τί δὲ ἐναντιοῦσαι τῇ κάλῃ ταύτῃ πίστει, καὶ σωζούσῃ ὁμολογίᾳ, Θεὸς, Λόγος, Πνεῦμα· Πατὴρ, Υἱὸς, καὶ Πνεῦμα; [...] 447. Τριὰς ἐν Τριάδι ὡσαύτως, ἐν τῷ αὐτῷ Ἀποστόλῳ σαφῶς μαρτυρήσει - ὅτι μὴ τὴν δυάδα ἀναιροῦσι, μᾶλλον δὲ Τριάδα τὴν Μονάδα κηρύσσοντες, ἀλλ', ἑνότητα θεότητος εἰδότες, ἐν ἑνὶ προσόπῳ τὰ τρία κηρύσσουσι.

Eusebius ad Marcellum

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evita e i tre sono uno nelle sue opere da verificare e lotta sabelliani vedi: https://purebibleforum.com/index.php?threads/comments-on-five-james-snapp-posts-at-the-text-of-the-gospels.1314/

Nei commenti: http://www.thetextofthegospels.com/2020/01/first-john-57-and-greek-manuscripts.html

efrem il Siro

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Efrem il Siriano (306-373 d.C.) fa un'allusione ai Testimoni celesti in latino https://archive.org/stream/selectedworksofs00ephrrich#page/196/mode/2up:

Ritmo il ventottesimo 7. Se poi l'Altissimo vendicasse il servo di sua sorella, una profetessa, che si intromise con lui, chi si intrometterà con la nascita di quella Maestà, che è il Figlio di un petto che consuma il fuoco, da dove si accendono i lampi e Lingue [di fuoco]? L'indiscrezione degli uomini audaci è come stoppia con Lui; e l'interrogante e il litigioso come pula e come spine sono divorati. Anche Ghehazi, che lo schernì e fu deriso, cercò di sfuggire all'attenzione del suo padrone e fu disonorato. Gli uomini audaci cercano di sfuggire all'attenzione degli uomini [quando fingono] di battezzare nei Tre Nomi . Ora alla bocca di Tre i giudici decidono. Vedi qui tre testimoni che mettono fine a tutte le lotte! E chi dubiterebbe dei santi Testimonidel suo battesimo?

CERCARE TESTO E VERIFICARE?

Expositio Fidei

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Cipriano unitate ecclesia Liber de Rebaptismate(ps cipriano)

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  • Epistola ad Jubaianum Cipriano, Lettera XXIV .2: If anyone could be baptized among the heretics, then he could obtain remission of sins. If he obtained the remission of sins, he was sanctified, and if he was sanctified, he was made the temple of God. But of what God? I ask. The Creator? Impossible; he did not believe in him. Christ? But he could not be made Christ’s temple, for he denied the deity of Christ. The Holy Spirit? Since the Three are One, what pleasure could the Holy Spirit take in the enemy of the Father and the Son?

Lettera 23, 2 verificare

Fonte perchè si ritiene un interpretazione enon una citazione da Metzer: http://www.thetextofthegospels.com/2016/08/cyprian-and-comma-johanneum.html

De rebaptismate

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manoscritti Vaticani: Mirabile Reg.lat. 324(XVII secolo) cap 15:f7v rigo 15(PL 3, 1200A):quia tres testimonium perhibent, Spiritus et aqua et sanguis. Et isti tres in unum sunt/Migne:Et isti tres unum sunt; cap 19(PL 3, 1204B):f9r rigo 18: quia tres testimonium perhibent, Spiritus et aqua et sanguis. Et isti tres unum sunt

Idacius Clarus

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Opera cita testuale comma ma andato in esilio a Napoli (poco attendibile? non lo capita perchè)


Et tres sunt qui testimonium perhibent in coelo, Pater, Verbum, et Spiritus, et ii tres unum sunt. Contra Marivadum Arianum. PL 62, col 0359B

Fonti: https://www.biblicalcyclopedia.com/I/idacius-or-idathius.html

Phoebadius

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Liber contra Arianos: quia tres unum sunt senza o con il quia? http://www.mirabileweb.it/title/liber-contra-arrianos-title/206373 contra arianos cap 27 documento con trascrizione e immagine del manoscritto leiden purtroppo bassa risoluzione e non si capisce:https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k755031/f96.item.zoom Le livre de Saint- Phébade contre les Ariens(1927) immagine vista 96, trascrizione vista 95/98, traduzione francese vista 126 la cui trascrizione è Sicut alius a Filio Spiritus, sicut a Patre Filius. Sic tertia in Spiritu, ut in Filio secunda persona: unus tamen Deus omnia, quia tres unum sunt.possibile trascrizione:nella riga 9 c'è un: qui-a ... seguito da un poche parole e punto e virgola(;) e poi un chiaro: Hoc quindi per me c'è ... ma non posso essere sicuro al 100% data la bassa risoluzione. Ed è la riga 10 penso scritta: ... locuta sunt, hoc Apostoli tradiderunt (con abbreviazioni), hoc Martyres... . Il Migne PL 20 col 30AB(per il migne cap 22 dell'opera) http://www.documentacatholicaomnia.eu/25_10_40-_Imagines.html invece ha:Sicut alius a Filio Spiritus, sicut a Patre Filius. Sic tertia in Spiritu, ut in Filio secunda persona: unus tamen Deus omnia, tres unum sunt

Citazioni o rimandi al Comma:


Girolamo pensava che Virgola Autentica? in altri scritti?

Hugh Houghton

Ho scritto un po 'sul prologo delle epistole cattoliche nel mio libro recente, The Latin New Testament: A Guide to its History, Texts, and Manuscripts .

Il problema è che si pensa che Jerome abbia rivisto solo i Vangeli e non il resto della Vulgata NT. La prefazione alle epistole cattoliche sembra essere stata composta dal loro revisore della Vulgata, che non era Jerome ma qualcuno che lavorava subito dopo di lui.

in ipsa editione committentes e non ommittentes probabilmente significa reinserendo(rimmettendo) in questa pubblicazione(Padre e Figlio e Spirito Santo...) Ora viene considerati solo errori del copista e per committentes forse significato cambiato nel tempo meglio omittentes

Per il comma vedere anche Omelia 69 di Girolamo fonte che ne parla: https://purebibleforum.com/index.php?threads/comments-on-five-james-snapp-posts-at-the-text-of-the-gospels.1314/

Agostino Conosceva Comma ma rifiutava? https://thefathersmonarchy.wordpress.com/2019/02/25/1-john-57-8-comma-johanneum-raymond-browns-appendix-to-his-commentary-of-johns-epistles-part-10/

1934 Norbert Fickermann attirò l'attenzione su una nota in un manoscritto del XII secolo della Regensburg Epistolae rhetoricae , che fa le seguenti affermazioni:

"San Girolamo sosteneva che la ripetizione verbale [ replicatio ] nella [prima] Epistola di Giovanni- - " E tre sono quelli che rendono testimonianza, il Padre, il Verbo e lo Spirito" - fu stabilito come certo. Al contrario, sant'Agostino prescrisse che fosse rimosso, sulla base del significato dell'Apostolo e dell'autorità del Greco"

Monaco. Bayerische Staatsbibliothek clm 14596, cit. Fickermann, 1934, 340: Replicationem illam in epistola lohannis: et tres sunt qui testimonium dant, pater et verbum et spiritus beatus Hieronimus ratam esse astruit; beatus vero Augustinus ex apostoli sententia et ex grece linguae auctoritate demendam esse prescribit ".


Eucherio di Lione

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Verso sui testimoni terrestri/testimoni celesti: Eucherio, De formulas spiritualibus XI, 3 Perchè la versione inglese scrive così: http://www.voskrese.info/spl/lyons10.html mentre Martin David riporta cosi? https://books.google.it/books?id=4tlbAAAAQAAJ&pg=PA43&dq=Eucherius+David+Martin&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj73byWn63rAhULKuwKHfZeA4IQ6AEwAHoECAEQAg#v=onepage&q=Eucherius%20David%20Martin&f=false Risolto ci sono sia testimoni terrestri che testimoni celesti qui pag 770 Caput XI,III:https://www.documentacatholicaomnia.eu/02m/0380-0450,_Eucherius_Lugdonensis_Episcopus,_Formularum_Spiritualis_Intelligentiae_Ad_Uranium,_MLT.pdf Fonte:https://confessionalbibliology.com/2017/09/19/the-genuineness-of-1-john-5-7-by-david-martin-1-5/ Fonte vedi:https://purebibleforum.com/index.php?threads/eucherius-of-lyon-380-449-ad-ms-issues-mystical-allegorical-interpretation.1100/

Socrate Scolastico

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Prima lettera a Giovanni manomessa:Socrate Scolastico Historia ecclesiasiaste libro vii, cap 32 da ricollegare prologo Girolamo Epistole Cattoliche

Cassiodoro

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Cassiodoro (d. Circa 583) citò la virgola nel suo commento in Epistolam S. Joannis ad Parthos (10.5.1 PL 70, 1373A

fonte: https://thefathersmonarchy.wordpress.com/2019/02/25/1-john-57-8-comma-johanneum-raymond-browns-appendix-to-his-commentary-of-johns-epistles-part-8/

Isidoro di Siviglia

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Isidoro di Siviglia Testimonia divinae Scripturae 2 [PL 83, 1203C

De Trinitate

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Comma compare tre volte nell opera Nord africana Autore incerto(IV-V secolo) De Trinitate (PL 62, 243D, 246B, 297B): https://www.tapatalk.com/groups/bibleversiondiscussionboard/the-comma-johanneum-and-raymond-brown-t5746.html#.VPNCceH7ncc

Giacomo di Edessa

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Jaqub di Edessa (morto nel 708). Nella collezione Borgia della Biblioteca Vaticana ci sono due copie (133, 159) di un commento "On the Holy [Eucharistic] Mysteries" attribuito a Jaqub, sebbene scritto in uno stile molto diverso dalle sue altre opere. In essi c'è un riferimento a: "L'anima, il corpo e la mente che sono santificati attraverso tre cose sante : attraverso l'acqua, il sangue e lo Spirito, e attraverso il Padre, il Figlio e lo Spirito". Baumstark, "Citat" 440-4 1

autore non sicuro Contra Varimadum 450

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Contra Varimadum I,5 cita il comma

Vittore di Vita Historia persecutionis Africanae Provinciae

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Historia persecutionis Africanae Provinciae 2,82 (484) cita per intero il comma testimoni celesti

Facundus Hermiate

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Facundus di Hermiane ( ca. 550) recita I Giovanni dicendo: "Ce ne sono tre che danno testimonianza sulla terra" ( Pro Defensione Trium Capitulorum ad Iustinianum 1.3.9; CC 90A, 12

Eutimio Zigabenus(Efthymios Zigavinos)

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Sulla Panolia dogmatica: comma Cita e interpreta testimoni celesti (XI-XII secolo) PG 130 col. 871B-872B controllare: https://purebibleforum.com/index.php?threads/the-greek-and-russian-orthodox-acceptance-of-the-reformation-bible-correction-inclusion-of-the-heavenly-witnesses.929/ confronto: https://e-homoreligiosus.blogspot.com/2012/01/manuscript-revision-in-harmony-with.html

edizioni manoscritte vs testo stampato

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Francesco Bernardo Maria de Rubeis:citazione gregorio; sviluppo grammaticale comprensione testo

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ATTENDIBILE? https://books.google.it/books?id=ru4igm19m80C&pg=PA67&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false :Thesaurus Theologicus volume 3 controversia I opuscolo IV caput VII pag 67

Hincmar vescovo di Reims

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C'è la Expositio fidei cattholicae in una sua opera(solo l incipit della prima frase): http://www.mlat.uzh.ch/download_pl/?lang=0&dir=/var/www/Corpus2_PL/&file=125_Hincmarus-Rhemensis_De-una-et-non-trina-deitate.xml

Pietro Lombardo

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, Lombard, per spiegare il suo concetto di unità diDio in tre persone distinte contro quello di altre opinioni su Dio, non solousa Giovanni 10:30 e 1 Giovanni 5: 7, come ha fatto Tertulliano (con la differenza cheTertulliano ha usato solo una frase da 1 Giovanni, "questi tre sono uno") - ma ancheinteso questi passaggi per significare quanto segue:Quando rispondiamo a tre persone, diciamo come segue: è indubbiamente veroche nessun'altra cosa si trova là che quei tre sono, tranneessenza: per quei tre sono una cosa, cioè l'essenza divina. . . . Ma da allorala fede cattolica ha professato che ce ne fossero tre, come dice Giovanni nella canonicaLettera: Ci sono tre che danno testimonianza in cielo , la domanda è sortaquali potrebbero essere quei tre.

Fonte: https://digitalcommons.andrews.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=3617&context=auss Fonte:Pietro Lombardo sentenze sui Testimoni celesti:https://purebibleforum.com/index.php?threads/medieval-latin-scholars-accept-and-discuss-the-heavenly-witnesses.1110/#post-5266

Trovare fonte primaria?

Tommaso D'Aquino

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Summa theologiæ Ia.29.4 Fonte:https://purebibleforum.com/index.php?threads/aquinas-on-augustine-de-trinitate-and-other-references.1095/#post-5330 verificare

Manoscritti

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Codex Vaticanus

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Codex Vaticanus e Umlauts

manoscritti latini o citazioni patristica tres in unum sunt

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Pseudo-Cyprianus, De rebaptismate 15(III secolo): Reg.lat. 324(XVII secolo) cap 15:f7v rigo 15(PL 3, 1200A):quia tres testimonium perhibent, Spiritus et aqua et sanguis. Et isti tres in unum sunt;Priscilliano, Apologeticus I, 4(IV secolo):Universitätsbibliothek di Würzburg, M.p.th.q.3(V secolo), f4r(immagine 9), rigo 9-16: tria sunt quae testimonium dicunt in terra aqua caro et sanguis et haec tria in unum sunt;Nicetas Stethatus, Libellus contra latinos III(XI secolo)(PL 143, 975C):Vat. lat. 3843(XVI secolo) f51v rigo 21:Johannes contestificatur in eo verbo: Tres sunt, qui testimonium dant, Spiritus, aqua et sanguis et hi tres in uno sunt, videlicet in corpore Christi;

Manoscritti greci

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Manosritti greci che contengono 1 Gv 7-8 o parte di esso ma senza il comma:

Commento Crisostomo e altri 1 gv 5 7-8
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και ειναι μαρτυ. φησεν ὁ -Πηρ- • -Πμα- γάρ φησιν ο -Θς- • ο μοι -ως δες(βλέπου?)/ωςδες- και επι του [-αιρου-/-ουρου-: (οτ?)ροῦ termine abbreviato non chiaro] · ο τες ...(altra versione con frase in più)... και το αιμα αυτου το εκ της πλευρας αυτου μεθ' υδατοσ αει (simbolo:ζωή?) εν επι την γην · ω του κοσμου καθαρσιον....

traduzione da rivedere: e sia la testimonianza che indica il Padre. lo Spirito infatti indica Dio. -il mio così/comprendi del mio- e sul ?. queste e il suo sangue dal suo fianco per mezzo d'acqua [simbolo: da vita eterna?] sulla terra. per purificazione del mondo...

Altre presunte identificazioni ma in realtà erronee: Waite e co

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Vedi: https://www.bibletranslation.ws/trans/FirstJohnCh5v7.pdf ricerca su questo argomento. altra possibilità: 91(grec219), f56r rigo 37 (XI sec)finale non del comma-questi tre sono in uno- ma forse solo commento non testo; 608(grec 220) f384v,1 colonna, rig 18-22](XIV sec)1 Gv 5 7-8 senza comma con commento che nomina il Logos, il Padre e lo Spirito. frasi staccate; forse 2249 (Center for Slavic and Byzantine Studies, 193); questo ha molte identificazioni simili a quelli indicati nei diversi cataloghi ms629=162=298=octob. 298; forse 1751 (Great Lavra Monastery, K' 190) folio 60r; forse ms181(reg.gr179) folio 68v; forse 1646(Great Lavra Monastery, L' 173) o 623(von Soden alfa 173) folio 29v; forse 901(von Soden δ 162) 229v rigo 1-2 no comma; omega 110(copia poliglotta complutense a mano); dubbio: 105f307v rigo 19-21 no comma, o 602(grec.105) f92v rig14-17 nocomma, o 1829(National Library, 105) f81r rigo 8-10 nocomma; forse 1503(Great Lavra Monastery, Λ' 99) f173v col 1 rig 15-18 no comma; forse 223(University of Michigan Library, Ms. 34) f360r-360v rigo 21-22 e 1-2no comma, oppure 517(Christ Church, Wake 34) f8v rig16-18 no comma, oppure 522(Bodleian Library, MS. Canon. Gr. 34) f291v rig13-15 no comma, oppure 593(Ambrosiana Library, Z 34 sup), oppure 2558(Benaki Museum, TA 34) f106r rig9-11 no-comma, oppure 2777(Koronis Monastery, 34); ms635 margine: interpretazione, no comma; gli altri sono quelli conosciuti;


Manoscritti in greco(cercare riferimento datazione manoscritti) contengono nel testo il comma

contengono a margine

  • 88 - XII secolo, ma scritto a margine da una mano moderna; Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. II. A. 7
  • 177 - XVII - XVIII mano; Bayerische Staatsbibliothek (Biblioteca di stato bavarese); Merluzzo. Graec. 211
  • 221 - X Secolo; Oxford, Bodleian Library, Canon. Gr. 110. Sospetto che la scrittura del margine sia una mano moderna (XII-1854)
  • 429 - XIV Secolo; Wolfenbüttel, Herzog August Bibliothek 16.7 A
  • 636 - XV Secolo; Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. II. A. 9

Per la datazione di alcuni manoscritti vedi anche:https://digitalcommons.andrews.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=3617&context=auss Manoscritti greci che non contengono il comma per ordine datazione: http://www.thetextofthegospels.com/2020/01/first-john-57-and-greek-manuscripts.html (attenzione datazione e perciò ordine dei manoscritti che non contengono Comma spesso sbagliata)

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«ܘܺܐܝܬ݂ܰܝܗܽܘܢ ܬ݁ܠܳܬ݂ܳܐ ܣܳܗܕ݁ܺܝܢ ܪܽܘܚܳܐ ܘܡܰܝܳܐ ܘܰܕ݂ܡܳܐ ܘܰܬ݂ܠܳܬ݁ܰܝܗܽܘܢ ܒ݁ܚܰܕ݂ ܐܶܢܽܘܢ primo Gv 5:7 in siriaco primo Gv 5:8»

traduzione:

«e ci sono tre testimoni: lo spirito, e l'acqua e il sangue e questi tre sono in unione»

Vedere i manoscritti qui CONTROLLARE? probabilmente non c'è comma infatti i manoscritti sono solo in questa forma sopra: https://earlywritings.com/forum/viewtopic.php?f=3&t=9390 . Eccezione è dove presenta dei doppi punti a margine in vari punti tra cui 1 Gv 5,7(siriaco 1 Gv 5, 8) in bnf, Syr.361 f158r inizio lettere cattoliche con giacomo; f162r 1 Pietro: 1 Gv 5, 7-8 corto: f169r/169v colonna sinistra/colonna destra, rigo 31/rigo 3(due punti rossi a margine?cosa è? ci sono altri doppi puntini a margine in altre pagine ma non rossi altri si es 1 Pietro f162v), tutti i casi sospetti: 39r, doppio doppi punti e un terzo più in basso 43r, 46v, 51v, 52r, 69v, 73v, 90r, 91r, 133v, 146r?, 156r?, 162v, 169v(?? probabile assorbimento colore), 192v? ;Vat.sir.510(XI secolo) f193r colonna sinistra rigo 8-11 no comma; Vat.sir.470(XII secolo) folio 44v colonna destra rigo 25-28 no comma ;Vat.sir.471(XIII secolo) f186v rigo 28-29 no comma;Vat. Syr. 266 folio 157r colonna destra rigo 25-27 no comma; Bnf Sir,341 f249v 1 fine Filippesi colonna centrale inizio colossesi; f250v Tito 1 colonna destra;Bnf Sir 342(8/9 secolo) f169v rigo 17-19 No Comma; Ms saint catherine f91v colonna sinistra rigo 4: tito 1, 13; f3v colonna destra rigo 16 romani 11, 36, Ms saint catherine inizio Atti apostoli immagine 143 pagina destra(140r), colonna sinistra rigo 11,Ms Saint Catherine inzio cap 1 di 1 Gv f150v immagine 154 pagina destra,MS 5 Saint Catherine 1 Gv 5,8(5,7)(VI secolo/epistole cattoliche molto postume): immagine 158 pagina destra(f154v) colonna destra rigo 15-17 |no comma|;Ms15 saint catherine Tito immagine 208(f204r pagina sinistra) colonna destra,Ms15 saint catherine Filemone immagine 209(f205r pagina sinistra) colonna destra, Giacomo immagine 212 pagina destra; Saint Mark's Monastery, Jerusalem MS 36 (SMMJ 00036)(XIX secolo vecchio testamento/XII secolo Nuovo testamento) f189r (immagine 196 pagina sinistra) colonna destra rigo 24-27 no comma;Saint Mark's Monastery, Jerusalem MS 31 (SMMJ 00031)(XVI secolo) f200r(immagine 219 pagina sinistra) colonna destra rigo 2-5 no comma;Saint Mark's Monastery, Jerusalem MS 42 (SMMJ 00042)(XVI secolo) pagina 162 (immagine 87 la pagina destra), colonna destra solo estratti: anche parte finale ma non sembra esserci 1 Gv 5, 8; Saint Mark's Monastery, Jerusalem MS 50 (SMMJ 00050)(XIX secolo) pagina 330(immagine 168 pagina destra) rigo 25-27 commento di 1 Gv 5, 8 con parziale riferimento dove i tre Spirito acqua sangue testimoniano di Gesù e i tre sono in Gesù |no comma|(piu probabile 169 pagina sinistra rigo 27:Spirito acqua sangue sono in unione-uno-in Gesù da ricontrollare) ;

  • Tremellius aggiunge comma a margine dicendo che non esistono manoscritti in siriaco con questa frase solo qualche codice greco; Codex di Heidelberg non c'è il Comma (Verificare);

indice generale manoscritti armeni: https://www.armenian-manuscripts-index.com/ vedere vari cataloghi: https://haybook.wordpress.com/manuscripts/ catalogo british museum da pag 9 a 12: 1 John:Add19730 179v-184r;Add18549 303v-308r impossibile verificare comma ms560 XIV secolo non verificabile; Chicago library ms229 (1284-1312) folio 80v(1mmagine 162) colonna 1 rigo 11-14 no comma; Ms P27 BnF, Bible. N.T. [arménien-grec-italien, XIIème siècle f106r rigo 12-15 circa greco armeno e italiano no comma; Ms P28(Armenian 28) BnF. Nuovo Testamento(1710) vista 266 seconda colonna rigo 14-16 no comma;

L'edizione del 1548/1549 stampato a Roma a partire da tre monaci etiopi probabilmente non contiene il Comma poiché la ristampa di Walton(1655/1657) non c'è l'ha vedi:https://books.google.it/books?id=F1n7DwAAQBAJ&pg=PR146&dq=new+testament+ethiopic+1549&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwj39ZqZwMv6AhXtSPEDHdjCDpAQ6AF6BAgLEAI#v=onepage&q=new%20testament%20ethiopic%201549&f=false Poliglotta di Walton(1657) pag 923(pdf pag 212):https://bibletranslation.ws/down/WaltPoly10_John-Rev.pdf Vedere anche la ulteriore ristampa di Thomas Pell Platt(1830) probabilmente verso 1 Gv 5,8 in pagina 686 rigo 23 pagina 687 rigo 1-2 senza comma: https://archive.org/details/novumtestamentu00platgoog/page/n685/mode/2up :la differenza tra l'edizione di Walton e quella di Platt e anche che a Walton manca anche lo Spirito è Verità mentre Platt invece ha anche e Spirito è Verità.

Errori comune nel conteggio

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gli altri da verificare

  • 429:Codex Guelferbytanus codex wulfenbuttel sono lo stesso codice
  • manoscritto wizanburgensis è in latino non in greco 750 metà VIII secolo. errore di Dabne.
  • 634:Secondo il ricercatore Timothy Berg(http://www.thetextofthegospels.com/2020/01/first-john-57-and-greek-manuscripts.html) che fa un elenco dei manoscritti greci che non contengono il Comma il minuscolo 634 non lo contiene mentre D.A.Waite conferma che ha il comma in alcuni a margine(D.A.Waite probabile fonte poco affidabile):Nel manoscritto non c'è nessun elemento che possa far pensare che abbia il Comma o che vi rimandi nel testo o a margine:GA 634 o Chig.R.V.29 folio 91v, rigo 5-7
  • 635: secondo alcune fonti Holland contiene il Comma a margine ma Elijah Hixson (anche Timothy Berg conferma) ha ribadito che non ha QUELLA(verificare poichè parzialmente cancellata) glossa a margine e nelle edizioni del Metzer è stato messo per errore poi tolto poichè si riferiva al 636. GA 635 a margine, folio 99v rigo 21-23 margine un pò confuso e in parte cancellato

https://digitalcommons.andrews.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=3617&context=auss https://evangelicaltextualcriticism.blogspot.com/2020/01/the-greek-manuscripts-of-comma.html?fbclid=IwAR0-jwITSDr_lq4_2QuyZkt7YAVdlvNxkLXOGlaTuO7tL3WheSdpCXB_Zms nella foto però alcune parole ci sono tipo abbreviazione di ο πατηρ e qualche altra parloa prima ma sotto sono leggibili solo 2 lettere http://www.thetextofthegospels.com/2020/01/first-john-57-and-greek-manuscripts.html

Cerca altro sull'argomento e metti anche link del libro C'è errore di stampa per la lista di Stephan ? vedi: https://archive.org/details/BeyondWhatIsWrittenErasmusAndBezaAsConjecturalCriticsOfTheNew/page/n227/mode/2up e http://vuntblog.blogspot.com/

e Beza forse da ricollegare a Waite probabili errori nel conteggio:conteggio doppio dovuto alla doppia numerazione manoscritti o manoscritti persi, infatti alcuni manoscritti in generale)dal XV a oggi come testimoniano varie fonti sono andate perse: https://digitalcommons.andrews.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=3617&context=auss pag 67-68 Andrews University Seminary Studies 56 (primavera 2018) altro elenco preciso di chi contiene il comma: -61(circa 1520); 88m(circa 1000, margine circa 1500),177m(circa 1000, margine circa 1500),221m(circa 900, margine circa 14-1500),429m(circa 1300, margine circa 1500),629(circa 13-1400),636 m(circa 1500, margine circa 1500),918(circa 1500),2318 (circa 1700),2473(circa 1700); Lezionari -60(1021),173 (circa 900)

Elenco testi latini col comma

  • 6th century Codex Fuldensis Hessian State Library Is in the Prologue
  • 6th-7th century Frisingensia Fragmenta Codex frisingensis Spanish testo intero comma
  • 7th century León palimpsest Codex Legionensis Leon Cathedral Spanish testo intero con qualche cambiamento nelle parole
  • 8th century(750)Codex wizanburgensis? c'e scritto: quia tres sunt qui testimonium dant

spiritus et aqua et sanguis. et tres unum sunt. Sicut etiam in caelum tres sunt pater. verbum. et spiritus. et tres unum sunt

  • 9th century Codex Cavensis Spanish

-Prologo girolamo fine seconda colonna inizio terza colonna pagina 273r: http://www.internetculturale.it/jmms/iccuviewer/iccu.jsp?id=oai%3Awww.internetculturale.sbn.it%2FTeca%3A20%3ANT0000%3ACNMD0000204849&mode=all&teca=MagTeca+-+ICCU -Comma presente in pagina 276v, colonna 1, riga 35: http://www.internetculturale.it/jmms/iccuviewer/iccu.jsp?id=oai%3Awww.internetculturale.sbn.it%2FTeca%3A20%3ANT0000%3ACNMD0000204849&mode=all&teca=MagTeca+-+ICCU

  • 9th century Codex Ulmensis Spanish
  • 927 AD Codex Complutensis I Spanish
  • 10th century Codex Toletanus Spanish
  • 8th–9th century Codex Theodulphianus Paris (BnF) Franco-Spanish
  • 8th–9th century Codex Sangallensis 907 St. Gallen Franco-Spanish
  • 9th–10th century Codex Sangallensis 63 St. Gallen marginal gloss


Fonti:manoscritti con il comma e foto alcuni senza: https://evangelicaltextualcriticism.blogspot.com/2020/01/the-greek-manuscripts-of-comma.html?fbclid=IwAR0-jwITSDr_lq4_2QuyZkt7YAVdlvNxkLXOGlaTuO7tL3WheSdpCXB_Zms

Presenza del comma nella Chiesa: dalla patristica ai più moderni usi

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Veniva appunto usato per difendere la Trinità, anche nei concilii non sono sicuri autenticità(1215)? da vedere

Diatriba: Tra i pro autenticità e i contro autenticità

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TESI Errore di uno o piu copisti grazie a Omoteleuto saltato dai copisti per svista:fonte http://www.thetextofthegospels.com/2016/08/cyprian-and-comma-johanneum.html e poco utilizzato per ribattere poichè c'era corrente sabelliana vedi Eusebio ad Marcianum, i testi vengono rimaneggiati da Origene e Luciano e infine Ario con l appoggio degli imperatori rimaneggiano i testi greci eliminando il comma

presenza nei manoscritti vetus i puntini nel vaticanus, vulgata e pochi greci

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citazioni letterali e riferimenti al comma giovanneo nei padri e nei concilii anche prima della vulgata e dopo

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motivazioni storiche della scomparsa nei manoscritti greci: Ario e errore copista o Origene e Luciano, Non nei concilii per teologia sabelliana

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Omoteleuto non visto e perciò non copiato dai copisti: omoioteleuton
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stile greco del comma come appartenente ai codici greci antichi e anche lezionari Apostolos o Collection of Lessons(V secolo) Ordo Romanus730 d.C.

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motivazioni grammaticali della sua autenticità: anche Gregorio Nazianzeno

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lamentele contro i sostenitori della non autenticità

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TESI Glossa esplicativa messa nel testo: primo Giovanni 5: 8 ( come ho già spiegato in un post precedente ), i nomi sono tipicamente trasposti nell'ordine acqua-sangue-spirito , che è favorevole a un figurativo interpretazione in cui l'acqua rappresenta il Padre, il sangue rappresenta il Figlio e lo Spirito rappresenta, ovviamente, lo Spirito Santo. E questa interpretazione è la virgola Johanneum- una glossa interpretativa che è stata inserita nel testo latino antico (e da lì nel testo successivo della Vulgata medievale). La sua origine è legata alla trasposizione: in evidenza non influenzata dal latino, dove la trasposizione è assente, è assente anche la Comma Johanneum . Fonte: http://www.thetextofthegospels.com/2020/01/first-john-57-and-greek-manuscripts.html

mancanza del comma nella maggior parte dei piu importanti manoscritti soprattutto i greci e comparsa nei greci solo come aggiunta tra XV-XVI sec

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sovraccarico del settimo verso

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Il comma è fuori contesto

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mancanza di citazioni dei padri greci e in molti concilii i padri che la citano o la sottintendono interpolazioni

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Comma fuori contesto cambia argomento, risposta grammaticale solo prosopopea: oggetti umanizzati prove interne argomento trattato nel V capitolo

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lamentele contro i sostenitori dell'autenticità

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contesto del comma nella lettera di Giovanni

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Gli studiosi del comma Spurio affermano che il Comma è un aggiunta fuori contesto nel discorso giovanneo, prima parla dello spirito acqua e sangue per poi cambiare improvvisamente soggetti e ritornare poi sui tre soggetti terrestri

I sostenitori dell autenticità del Comma invece affermano che la frase successiva alla doppia testimonianza dove la testimonianza di Dio è maggiore di quella degli uomini presuppone che ci siano anche i tre testimoni celesti perché la testimonianza sia valida secondo la legge ebraica di almeno due testimoni

vedi anche:https://www.arcaneknowledge.org/catholic/comma.htm

Analisi grammaticale: verso, stile scrittura e contesto in cui si trova

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alcune argomentazioni interne riguardo il verso

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Elementi da argomentare:

Comma Spurio:
  • 3)i vari attori che costituiscono la testimonianza vengono presentati in un certo ordine(acqua, sangue) ma con la forte enfasi sulla testimonianza dello Spirito e dello Spirito che è verità siccome questa primeggia come testimonianza di Dio che è maggiore, fa si che l'ordine degli attori nel verso di riferimento venga cambiato mettendo al primo posto lo Spirito e confermando che il Comma nel discorso è un'intrusione.
  • 4)I testimoni celesti non sono mai presentati nel testo come invece vengono ampliamente presentati i tre testimoni Spirito acqua e sangue prima della rase di riferimento, oltre i termini in cielo e in terra se intesi in un certo modo cioè come luogo, rendono meno forte la testimonianza dello Spirito, acqua, sangue.oltre ciò i termini in cielo e in terra se intesi in un certo modo cioè come luogo, rendono meno forte la testimonianza dello spirito, acqua e sangue, in aggiunta risulta sospetto il fatto che lo Spirito venga usato come testimone in due differenti gruppi di testimonianza(anche se alcuni padri fanno notare che non sono la stessa cosa:DA RICONTROLLARE PERCHE' NON TROVO RIFERIMENTO DI AGOSTINO SPIRITO E SPIRITO SANTO SONO DIFFERENTI lo spirito, quando Gesù rinunciò allo spirito e sgorgarono dal costato acqua e sangue(Gv 19, 30-34) alla morte(Agostino, Sermones de Scripturis:Sermo V, 3;Sulla Santa Trinità libro 14, 16, 22;): a cui si riferisce la testimonianza breve, e lo Spirito Santo(Agostino, Contra Maximinum II, 22, 3;)anche se alcuni lo collegano per interpretazione allegorica (Eucherio, Istrutiones ) referenze per giovanni 19, 30 non si intende lo Spirito Santo ma l'anima Divina del Signore e la sua volontà di morte come atto volontario DA Veriicare i tre vengono trattati come cose separate e indicanti gli elementi di Cristo sino a 1 Gv 5, 6 dove la testimonianza dello spirito è ancora neutra poi forse significato dei tre danno testimonianza col maschile ; 5)Grammatica riferimento gregorio nazianzeno non da rilevanza alla difficolta grammaticale anche se la nota mentre patristica successiva greca si Eugenius e Zigabenus, non ci sono esempi di paralleli a questo episodio fatti vari errori:questo sollecismo anche se grave non comprova il Comma, il quale anche se aggiunto al testo non risolve per questo il sollecismo, in quanto potree trattarsi di eroore autore/volonta di personiicare i tre testimoni/già rierimento alle tre persone della Divinità.
  • La frase col Comma è molto lunga e rompe lo stile dell'autore oltre che del Koine(troppi Kai: sovvraccarico)troppe dipendenti e passerebbe dalla descrizione di un rapporto Padre e Figlio a introdurre improvissamente Le Tre persone della divinità per poi subito dopo ritornare al solo Dio Padre(sottinteso nel discorso del cap 5) Dio nei riguardi del Figlio
  • Non ci sono fonti con il verso nei lezionari in nessun lezionario greco manoscritto sembra essere presente e nei manoscritti biblici dal XV secolo per alcuni messo dal XII secolo la sua assenza va dai 1100 ai 1400 anni in greco, nei quali molti dei manoscritti c'è presente interferenza latina
  • Da togliereNel V capitolo ci sono una serie di ripetizioni a tre(testo greco): comandamenti per tre, vincere per tre, acqua per tre, Spirito per tre in particolare aggiungendo il Comma si perderebbe Spirito ripetuto tre volte e diventerebbero 4.
  • 5)Inverso è costituito da una parte al maschile: Poichè sono tre che rendono testimonianza e e i tre sono in uno mentre i testimoni sono al neutro, ciò è sottolineato da alcuni come irregolarità nel testo greco ma (Spirito,acqua, sangue) nella grammatica come presentata da Eugenio Bulgaris non è riscontrato nella grammatica greca (i pronomi/aggettivi/participi maschili non possano riferirsi al gruppi di nomi al neutro mentre il contrario è riscontrato: 1 Corinzi 13, 13 aggettivi/pronomi al neutro per riferirsi a un gruppo di nomi al femminile-anche se non è chiaro il contesto di tale affermazione:https://www.thetextofthegospels.com/2018/08/the-comma-johanneum-and-greek-grammar.html) ma si riscontrerebbe tale differenza di genere tra pronome/aggettivo/participio/sostantivo e elementi/nomi elencati in altre occasioni(matteo 25, 32 è un esempio sbagliato e orse neanche perettamente corrispodente al caso in oggetto come matteo 23, 23 e 1 giovanni 2, 16;Luca 19:37 -i casi matteo 23, 23 e 1 giovanni 2, 16 non sono corretti rispettano la visione di Bulgaris: https://www.thetextofthegospels.com/2018/08/the-comma-johanneum-and-greek-grammar.html discussione grammatica ultimo mess:https://www.tapatalk.com/groups/bibleversiondiscussionboard/the-confession-of-the-african-vescovi-in-carthage-t5547-s20.html#p67147 teoria hofstetter e elementi utili grammatica:https://purebibleforum.com/index.php?threads/barry-hofstetter-spirit-is-personal-three-masculine-witnesses.295/ verificare!!!-) in definitiva i Tre sarebbe il vero soggetto della frase e l'elenco al neutro sarebbe solo un esplicazione di chi sono questi tre(ricontrollare il tutto sulla grammatica!!!), per altri l'autore già con questa struttura del testo sotto-intende una personificazione trinitaria dei testimoni al neutro utilizzando una prosopopea. Grammatica riferimento gregorio nazianzeno non da rilevanza alla difficolta grammaticale anche se la nota mentre patristica successiva greca si Eugenius e Zigabenus, non ci sono esempi di paralleli a questo episodio fatti vari errori:questo sollecismo anche se grave non comprova il Comma, il quale anche se aggiunto al testo non risolve per questo il sollecismo, in quanto potrebbe trattarsi di errore autore/volonta di personificare i tre testimoni/già rierimento alle tre persone della Divinità.
Comma autentico:

Tra le principali ragioni di una minoranza, per la difesa del Comma vengono addotte queste:

  • 1)secondo la legge Ebraica una testimonianza per essere valida ha bisogno di 2-3 testimoni tale supposto pre-requisito viene rispettato solo col Comma all'interno del testo
  • 2)I testimoni celesti sono presenti tutti e tre nel discorso e inseriti già prima tra il capitoli 4 e 5:(Dio che genera il Figlio-Gesù Cristo mandato come Salvatore- e lo Spirito di Dio) prima del verso anche se non presentati in modo diretto come quelli terrestri
  • 3)Il concetto della testimonianza delle Tre persone Divine non è un concetto nuovo nell'economia di Giovanni ma questo è presentato già nel suo vangelo Gv 3, 11; Gv 8, 18; Gv 15,26 anche se in un discorso separato
  • 4)la ripetizione sarebbe confermata anche da elementi all'interno del testo το εν l'articolo presupporrebbe infatti la reiterata presenza di εν che comproverebbe il Comma inoltre anche la variante del versetto 9 con ἥν-la quale- indicherebbe il riferimento al comma invece del semplice ὅτι-che- preferito dalle moderne traduzioni:na28 1 Gv 5,9 pag 22 nota 104[senza fonte]
  • 5)La grammatica del verso al maschile οι τρεις invece del più apparentemente corretto neutro τα τρια nella frase della testimonianza comproverebbe che i primi due testimoni Πατερ-Padre e Λογος-Parola(termini maschili) trasferirebbero il loro genere anche ai testimoni del verso successivo poiché Spirito fa da collante tra le due testimonianze per una presunta legge chiamata, legge di attrazione-alcuni però affermano che tale caratteristica esiste in greco ma si applica solo ai termini nelle immediate vicinanze e non a termini di una dipendente-; Secondo ulteriori tesi oltre alle ragioni grammaticali per l'esistenza del Comma ci sarebbero prima ancora ragioni stilistiche dove l'uso del maschile è giustificato sul modello del parallelismo sintattico ovvero un modello parallelo completamente uguale nella struttura(Georgios Babiniotis); un caso curioso sarebbe anche il parallelo della mancanza e utilizzo degli articoli come viene presentato nel ms629:1Gv 5,6-8:δι’ ὕδατος καὶ αἵματος...ἀλλ’ ἐν τῷ ὕδατι καὶ ⸀ἐν τῷ αἵματι -con acqua e sangue...ma con l'acqua e il sangue-; Πατήρ καὶ Λόγος καὶ ῞Αγιον Πνεῦμα ...τὸ πνεῦμα καὶ τὸ ὕδωρ καὶ τὸ αἷμα-Padre, Parola e Spirito Santo...lo Spirito, l'acqua e il sangue-.
  • 5)Se prendiamo il verso testimoni celesti senza gli articoli come testimoniato in modo indiretto da alcuni Padri Greci e presente in alcuni manoscritti questo risulta una ripetizione stilistica tra acqua e sangue del verso prima con gli articoli indeterminativi poi nominati con gli articoli e cosi si avrebbe una seconda ripetizione con i testimoni celesti con articoli indeterminativi sottointesi all'interno del testo seguita dai testimoni terrestri con gli articoli determinativi
  • 4)Lo stile dell'autore del testo è pieno di ripetizioni di frasi con piccoli cambiamenti l'uno dall'altro e questa sarebbe solo un ennesima ripetizione di frase che segue lo stile dell'autore in particolare questa parte è da togliereè da notare nella prima parte del V capitolo(utilizzare i termini greci tra parentesi una serie di termini ripetuti tre volte): comandamenti ripetuto tre volte seguito da verbo vincere ripetuto tre volte seguito da acqua ripetuto tre volte seguito dal verbo testimoniare ripetuto tre volte. Da notare lo stile verbo/sostantivo.
  • Il Comma è necessario perché renderebbe maschile i testimoni terrestri che sono al neutro grazie alla ripetizione di parte del verso e di Spirito tra le due testimonianze: cioè Padre e Parola al maschile renderebbero maschile tutti i testimoni al neutro per un principio chiamato di Attrazione[137] (secondo Babilionis ancora prima di regola grammaticale sarebbe il caso di regola stilistica della ripetizione a richiedere il maschile come modificatore in questo caso per giustificare il principio di attrazione per l'intera frase;

Ci sono stati e ci sono vari studiosi (Roberto Bellarmino, Francesco Bernardo Maria de Rubeis, C. Forster, John Gill, David Martin, Edward F. Hills e altri) che affermano il Comma come scrittura anche se oggi è riscontrabile tale posizione per lo più solo in una minoranza protestante e cattolica. Secondo tali ricostruzioni storiche uno di questi eventi per altri una correlazione di questi causò la scomparsa del Comma dai manoscritti greci: salto del testo per errore scribale(Omoteleuto)[138], revisioni delle scritture di alcuni[139], eliminazione di varie copie in seguito a persecuzioni imperiali[140] e riscrittura di nuove copie da parte di ariani[141] o gnostici[142]. Quelli convinti dell'eliminazione ariana ritengono promotori di questa eliminazione Costantino e Costanzo II[143]. Alcuni hanno considerato come prova di utilizzo del Comma questo unicum Disputatio contra Arium[144] è caratterizzato però da molti problemi[145].

Altra tesi minoritaria per certi versi complottista e senza prove ripresa da Giovanni Calvino[146] vedrebbe i Valdesi: secondo loro, presunti discendenti nati da presunti missionari di Antiochia stanziati nel Nord Italia i quali avrebbero assunto vari nomi: Novati, Grigioni poi diventati Vauldois e Insabbiati[147]; i quali avrebbero difeso delle bibbie latine e/o tradotte col Comma dal 157 al 1400/1600, le quali si troverebbero nascoste nelle biblioteche di Cambridge e Trinity College di Dublino[148]. In realtà secondo le fonti e i più accreditati studi i Valdesi nascono nel XII secolo[149] e al massimo è possibile che qualcuno di loro sia venuto, da allora, in possesso di bibbie latine e abbia fatto delle traduzioni in Vaulois[150] niente di più.

Presunte prove antichità del Comma. Riferimenti e presunti tali dei Padri greci medievali, visione medievale della questione del Comma: questione ariana; situazione fino a oggi

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Prove che porterebbero a pensare all'antichità del Comma non solo in latino, in cui secondo loro l'autentica lettura si sarebbe preservata, ma anche in greco sono:i segni diacritici presenti in antichi manoscritti egiziani[151], varie denunce di alterazione del testo della prima lettera di Giovanni[152][153][154], presunte allusioni al Comma da padri della chiesa d'oriente[155][156][157][158](Questa tesi[159] però è avversata dalla quasi totalità degli studiosi[160]). Nel medioevo si diffuse la convinzione che il Comma era stato eliminato dagli ariani e perciò andava difeso contro l'eresia ariana (e sabelliana), ritenuta responsabile di qualche modifica del testo[161][162][163] di cui abbiamo echi anche molti secoli dopo la fine dell'arianesimo: emblematico il caso di Erasmo[164] accusato di neo-arianesimo[165] colpevole di non aver messo il Comma nelle sue prime edizioni greche del nuovo testamento.

Pochi ancora oggi considerano le opere del nuovo testamento di Erasmo, Ximenes(Stunica), Stephanus importanti per lo studio delle origini del Comma e i manoscritti tardo-medievali con l'inserto come dimostrazione della sua autenticità. Da notare verso gli ultimi anni del XX secolo un tentativo di ri-conteggio dei manoscritti col comma di alcuni che si dimostrò erroneo, contando 20 manoscritti col Comma; i quali utilizzarono due o più differenti sistemi di catalogazione dei manoscritti senza tenere conto che questi differenti catalogazioni in realtà indicavano gli stessi minuscoli[166] già conosciuti(esclusi alcuni che non avevano nemmeno la lettera di Giovanni). La difesa del Comma oggi è portata avanti per lo più dai sostenitori della Bibbia di Re Giacomo, come difesa del loro testo.

Conclusione

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Avvertimento:Conclusioni da rivedere e non determinanti non è impossibile che il Comma sia testo autentico

E' innegabile che i versi contestati di 1 Gv 5, 7-8 abbiano più coerenza e la frase sia più amalgamata nel testo senza il Comma[167], il quale però in certi manoscritti greci dove i testimoni celesti vengono presentati senza articolo risulta stilisticamente, almeno in apparenza, in relazione a acqua e sangue con articolo indeterminativo che poi diventa determinativo cosa che si ripete poi se si mette il testo contestato nella sua versione senza gli articoli[168]. Il riferimento alla Trinità esiste solo grazie a un escamotage interpretativo-sintattico-grammaticale e di accenti infatti la parte al maschile togliendo la parte in neutro suonerebbe, con una traduzione letterale:

«Poichè sono (i tre/tre quelli) che rendono testimonianza... e (questi/i) tre sono (in/un) uno»

dove un uno si ottiene solo eliminando l' εις o modificandone gli accenti[169]. E' possibile che l'autore originale (poco probabile) abbia deciso di aggiungere il Comma in un secondo momento con una revisione(per ragioni apologetiche e teologiche in difesa della Trinità), in riguardo alla struttura del testo; o che un interpolatore-più probabile: greco o latino-(del II-IV secolo[170]), tentando di mimetizzarlo nello stile dell'autore del testo, abbia deciso di inserirlo per gli stessi motivi. Da notare che chi ha inserito tale frase ha usato i termini Padre, Parola e Spirito Santo perciò si rifa al testo Giovanneo e il riferimento velato sarebbe in relazione al Vangelo di Giovanni non solo nei confronti del prologo del Vangelo ma di Gv 3, 11; Gv 8, 18; e Gv 15, 26; Mt 28, 18-19. Varie altre chiese (Arabi, Africani, Asiatici, ecc) preferiscono tenere tale verso probabilmente proprio per conservare tale riferimento, poi ci sono varie chiese che invece lo ritengono autentico(Protestanti legati alla King James Version, Valdesi), o lo tengono perchè fa parte della tradizione (Ortodossi).

Riferimenti incrociati con altri due versi del nuovo Testamento: Gv 3, 11; 8, 18; 15,26

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In questi riferimenti tutti e Tre le persone divine vengono presentati come Testimoni a favore di Gesù Figlio di Dio

altre evidenze Giovanni 3, 5: Regno del cielo verificare probabilmente non centra

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Esiste una variante alcuni versi prima presente in un paio di manoscritti e allusa o parzialmente citata da scrittori Regno del cielo(VERIFICARE SE C'è ATTINENZA): https://carm.org/KJVO/priscillian-the-comma-and-consistency


Guardare anche Greenbranch e il suo esame del testo: Hoti treis eisin hoi marturountes (en to ourano, ho Pater, ho Logos, ka to hagion Pneuma; kai houtoi hoi treis hen eisi. Kai treis eisin hoi marturoutes en te ge) a Pneuma, kai a wudor, kai a haima; kai hoi treis eis to hen eisin.

[TESTO CITATO] "1. L'articolo maschile, numerale e participio HOI TREIS MARTUROUNTES, sono fatti per concordare direttamente con tre neutri, una difficoltà grammaticale insuperabile e molto chiara. Se le parole contestate possono rimanere, sono d'accordo con due maschili e un sostantivo neutro HO PATER, HO LOGOS, KAI TO HAGION PNEUMA e, secondo la regola della sintassi, i maschili del gruppo controllano il genere su un neutro connesso con loro. Quindi la presenza dei maschili TREIS MARTUROUNTES nel verso 8 concorda con i neutri PNEUMA, HUDOR e HAIMA possono essere spiegati dal potere di attrazione, ben noto nella sintassi greca.

2. Se le parole contestate vengono omesse, l'ottavo versetto successivo al sesto dà una ripetizione molto chiara e goffa, e apparentemente priva di significato, per due volte in successione immediata.

3. Se le parole vengono omesse, le parole finali alla fine del versetto 8 contengono un riferimento incomprensibile. Le parole greche KAI HOI TREIS EIS TO HEN EISIN significano precisamente - "e questi tre concordano con quello (suddetto) Uno". Questa interpretazione conserva la forza dell'articolo determinativo in questo verso. Allora cos'è "quell'Uno" con cui si dice che "questi tre" sono d'accordo? Se il settimo verso è omesso "quell'Uno" non appare, e "quell'Uno" nel verso 8, che designa Uno a cui il lettore è già stato presentato, non ha una presenza antecedente nel brano. Rimanga il versetto 7, e tutto è chiaro, ei tre testimoni terreni testimoniano quella suddetta unità che il Padre, la Parola e lo Spirito costituiscono.

4. Giovanni ha affermato nei 6 versetti precedenti che la fede è il vincolo della nostra vita spirituale e della vittoria sul mondo. Questa fede deve avere un solido mandato e la verità di cui la fede deve essere assicurata è la Figliolanza e la Divinità di Cristo. Vedere i versetti 5,11, 12, 20. L'unica fede che accelera l'anima e vince il mondo è (verso 5) la convinzione che Gesù è il Figlio di Dio, che Dio Lo ha nominato nostra Vita e che questa Vita è vero Dio. Il mandato di Dio per questa fede viene: PRIMA nel versetto 6, nelle parole dello Spirito Santo che parla da uomini ispirati; SECONDO al versetto 7, nelle parole del Padre, della Parola e dello Spirito, affermando e confermando per miracoli la Figliolanza e l'unità di Cristo con il Padre .; TERZO nel versetto 8, nell'opera dello Spirito Santo che applica il sangue e l'acqua dal costato trafitto di Cristo per la nostra purificazione.


Fonti grammatica greca del comma VERIFICARE TUTTO:https://www.linkedin.com/pulse/johannine-comma-corrected-scripture-geoffrey-dean, https://purebibleforum.com/index.php?threads/georgios-babiniotis-affirms-heavenly-witnesses-with-nod-to-eugenius-voulgaris.1472/#post-6055 Parere babyliotis https://m.facebook.com/groups/467217787457422?view=permalink&id=720761625436369 https://truthinmydays.com/what-about-the-comma-johanneum-1-john-57b-8a/ http://www.thetextofthegospels.com/2018/08/the-comma-johanneum-and-greek-grammar.html https://www.tapatalk.com/groups/bibleversiondiscussionboard/the-confession-of-the-african-bishops-in-carthage-t5547-s20.html#p67147 anche logica e grammatica:https://archive.org/details/anewpleaforauth00porsgoog/page/n94/mode/2up pag 212-220 eis e altro grammatica:https://www.arcaneknowledge.org/catholic/comma.htm Paragrafo sulla grammatica è importanti riferimenti a libri e posizione studiosi:https://en.wikipedia.org/wiki/Talk:Johannine_Comma/Archive_2#The_Actual_Rules_of_Greek_Grammar Vedere Wallace e Forster dall altro lato Metzner e altri Wikipedia Voce guarda paragrafo analisi grammaticale: https://en.wikipedia.org/wiki/Johannine_Comma#Modern_reception Discussione wikipedia pagina inglese Comma Johannine grammatica: http://www.thetextofthegospels.com/2018/08/the-comma-johanneum-and-greek-grammar.html?fbclid=IwAR0O0YtZxg666-XYA017M_9vlolt9Rq41l3k0p-b3pEuvKBBfDV9zh0aATY

Autori antichi grammatica: Eugenius Vulgarius e Gregorio Nazianzeno Oratio 31




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Commenti • 305

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SolaScriptura21 wait, so anything implicit is human interpretation? Will you be consistent with this standard, or, like most will you ne inconsistent?

7 anni fa


onemarktwoyou @AegeanKing So you acknowledge that they use to baptize in the name of Jesus, without the triune dogma? Until the pagan church changed it.

9 anni fa


onemarktwoyou @AegeanKing You are a catholic! With all of its wonderful mythology and dogmatic beliefs.

9 anni fa


LogosTheos "The point remains that there is no explicit teaching of the Trinity in the Bible"

The Trinity is systematically and logically arrived at by taking everything that scripture teaches about the Father, the Son, and Holy Spirit as whole for a complete picture as to the nature of God. Wallace's point is that passage was not inserted to provide justification for the Trinity that was perceived as non-biblical, since it was a belief of the Church long before it's existence.

7 anni fa


1MoreMuslim Yes implicit means open to human interpretations, and could be wrong. and I am consistent.

7 anni fa


thapack45 I've watched a number of Ehrman's debates. It seems that he intentionally misleads people.by presenting good evidence in a warped way...he's a nice guy but his presentation of the facts is irresponsible nonetheless.

7 anni fa

Per i pro Comma esiste un problema grammaticale se si elimina il verso
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Marius VanWoerden 1 John 5:7 & 8 ( in Greek): 7 οτι τρειςεισιν οι μαρτυρουντες εν τω ουρανω ο πατηρ ο λογος και το αγιον πνευμα και ουτοι οι τρειςεν εισιν 8 και τρειςεισιν οι μαρτυρουντες εν τη γη το πνευμα και το υδωρ και το αιμα και οι τρειςειςτο εν εισιν (in 1611 KJV) 7 For there are three that beare record in heauen, the Father, the Word, and the holy Ghost: and these three are one. 8 And there are three that beare witnesse in earth, the Spirit, and the Water, and the Blood, and these three agree in one. ( Note: in the original 1611 KJV - beare = bear heauen = heaven witnesse = witness) ( “beare record” (5:7) and “beare witnesse” (5:8) has the same Greek word: “ μαρτυρουντες “ : “bear record” (in heaven) ↔ “ bear witness “ (on earth)  : ( “on earth as it is in heaven”)

Modern Greek texts compilers usually omit 1 John 5:7 in Greek and make the original verse 5:8 as 5:7 (BTW, that is unusual because they nomally make a jump and leave that verse blank). And those translation versions based on these modern Greek text normally omit 5:7 in their version.

Now, the modern critics say that there should be no original 1 John 5:7 in Greek for it is not genuine, that is : οτι τρειςεισιν οι μαρτυρουντες εν τω ουρανω ο πατηρ ο λογος και το αγιον πνευμα και ουτοι οι τρειςεν εισιν (For there are three that beare record in heauen, the Father, the Word, and the holy Ghost: and these three are one.) is fake. They asked why we don't find any Greek manuscripts support this text and then they gave an answer themselves : 5:7 was there because someone wanted to support the “Trinity”! Who? They say it was the Roman Catholic Church. Why? They say it was because the “Trinity” But, the present Roman Catholic Church did not even exist then and the term “Trinity” was created much later after the Old Latin bibles were translated (the Vulgate was a much later translation). Now, come on now. We know sometimes manuscripts can be corrupted very early when it appeared and sometimes it was tampered much later in time. So, what is the Truth? 1 John 5:7 & 8 was indeed penned by the Apostle John himself at around the end of 1 century AD. It is a genuine portion of the inspired writings.

I make a few points here for your reasoning: (1) Koine Greek grammatical structure supports the co-existence of 1 John 5:7 & 8: Is 5:7 added according to the critics? No, for it is not according to the truth. First, the reason 5:8 in Greek uses a masculine relative pronounce “οι “ in “ οι μαρτυρουντεςεν” (the ones who bear witness) because the previous 5:7 uses the same masculine relative pronoun “οι μαρτυρουντεςεν”. Without verse 5:7, verse 5:8 would not take a masculine relative pronoun “οι” , for “οι” cannot be used in 5:8 because the three witnesses in Greek: το πνευμα (spirit), το υδωρ (water), το αιμα (blood) – all are in neuter genders, so the relative pronoun “οι” in 5:8 should be replaced by a neuter relative pronoun “ α ” . The reason the Apostle John used “οι” instead of “ α ” in 7:8 is because the previous verse (5:7) says : οι μαρτυρουντες εν τω ουρανω ο πατηρ ο λογοςκαι το αγιον πνευμα και ουτοι οι τρειςεν εισιν. You see “οι μαρτυρουντες “was used here, which is grammatically correct because “ ο πατηρ “ (the Father) is masculine, “ ο λογος “ (the Word) is masculine, and although ” το αγιον πνευμα “(the Holy Spirit) is neuter, since the first two are masculines, the masculine relative pronoun “ οι “ prevail. And because “ οι μαρτυρουντες “ (the ones who bear witness) has been used in verse 5:7, so when it comes to 5:8 about the 3 “who bear witness” on earth ( εν τη γη) as in heaven (εν τω ουρανω), the Apostle continued to use the masculine pronoun “ οι “ and not “α ” to refer to the 3 neuter gender noun in verse 5:8, and if without verse 5:7 going before verse 5:8, it would be grammatically impossible to use the masculine “οι “ in verse 5:8, and in fact the Apostle did write “οι μαρτυρουντες” in verse 5:8 prove that 5:7 did exist in the original letter penned by the Apostle John. Nestle-Alamd's and many other New Testament compiled Greek Texts all have “ οι μαρτυρουντες “ in 1 John 5:7 (they have no original 5:7 in its complied Greek Text, so they put the original Greek 5:8 as 5:7 instead) and this proves my point that 5:7 did exist!

(2) The earliest and oldest manuscripts (2nd century) witness the existence of 1 John 5:7 & 8: Now, they say there are no Greek manuscript supporting verse 5:7. But we know that there were at least two Greek manuscripts which were presented to Erasmus. Erasmus examined them and then he decided to put 5:7 in the revised edition of Greek Text. This reading of 1 John 5:7, 8 has very good Old Latin bibles support, which are known as the Old Latin or Vetus Latina, which existed long before the present Roman Catholic Church and its Vulgate came into being These Old Latin manuscripts can be traced back to the early or middle of the 2nd century AD, and 1 John 5:7 & 8 read  : "Quoniam tres sunt, gui testimonium dant in coelo: Pater, Verbum, et Spiritus sanctus: et hi tres unum sunt. Et tres sunt, qui testimonium dant in terra: Spiritus, et aqua, et sanguis: et hi tres unum sunt" These old Latin bibles were being translated in 2nd century AD, so the original Greek manusrcipt Texts which they were based on must have been available not later than 2nd century AD, and we know that the Apostle John was probably written 1 John in Ephesus between 90 to 100 AD, which means the old Latin bibles are the best witnesses for the genuine reading of 1 John 5:7 & 8. There is no Greek manuscripts ever found can be a better witness than the Old Latin manuscripts ! These modern scholars are always saying “the older the better”, don't they?

(3) Early church so-called “spiritual fathers” mentioned exactly or similar rendering in their writing in Latin or Greek. Wording of 1 John 5:7 in their writing might be not exactly the same word for word,, but the evidence is clear, even Augustine of Hippo mentioned it in his The City of God. This is well documented and you can go search these guy (2nd - 4th century) and their writings: Cyprian of Carthage, Athanasius, Tertullian, Idacius Clarus, Priscillian, Aurelius Augustine, etc etc.

(4) From the context, we know that the record as in heaven (in verse 5:7) must bear witness as on earth. And our eternal salvation was planned in the beginning by the Father, the Word (Logos_John 1:1) and the Holy Ghost, and the salvation was carried out and revealed in “the Spirit, and the Water, and the Blood,” on earth. We believers according to God's revelation : One Lord, one faith, one baptism, Yes, 1 John 5:7 and 5:8 are in the original when the Apostle John wrote it. It does not sound complete on one verse alone. It is obvious that one cannot exist without the other and if you still have a problem in understanding these 2 verses together, pray in Jesus's name and ask the Holy Spirit to reveal the truth unto you. God's word should be a lamp to your feet.

Hope these points can be useful to someone. <> Your word is a lamp to my feet and a light to my path. (Psalm 119:105)

Λύχνος τοῖς ποσίν μου ὁ λόγος σου καὶ φῶς ταῖς τρίβοις μου. (Psalm 119:105)

Tra Quelli comma Spurio non c'è nessun errore o irregolarità grammaticale non c'è collgamento tra Comma e Testo Biblio tra questi cerca Snapp per informazioniDA VERIFICARE

Nessun difficolta grammaticqale senza il Comma per i comma spurio
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Non c'è niente di sbagliato nella grammatica senza virgola. Il cuore dell'argomentazione grammaticale a favore della virgola è l'affermazione che dovrebbe esserci un accordo di genere in 1 Giovanni 5: 8 (Testo di maggioranza [MT]) tra la frase partecipativa "quelli che rendono testimonianza" e i nomi "Spirito" e "Acqua" e "sangue". Questa è una falsa affermazione. Ci sono solo 8 casi nel Nuovo Testamento (MT) in cui il referente di un pronome o participio è rappresentato nel testo da più nomi: Matteo 15: 19-20 e 23:23, Giovanni 6: 9, 1 Corinzi 6: 9 -11, Galati 5: 19-21 e 5: 22-23 e Colossesi 3: 5-7 e 3: 12-14. L'accordo di genere non si verifica in nessuno di questi 8 casi. Perché allora ci si dovrebbe aspettare che accada in 1 Giovanni 5: 8 (MT)? Sulla base degli 8 esempi precedentemente indicati - non ce ne sono altri nel Nuovo Testamento (MT) - c'è una probabilità pari allo zero per cento che l'accordo di genere si verifichi in 1 Giovanni 5: 8 (MT). Allora cosa sono tutte queste sciocchezze su una "difficoltà grammaticale calva?" L'accordo di genere non si verifica mai in una costruzione con nome a referente multiplo, perché non può, perché può verificarsi solo in una costruzione con nome a referente singolo, e anche allora, non è un requisito, ma semplicemente un'opzione utilizzata frequentemente. Altrimenti, se l'autore sceglie semplicemente di non utilizzare l'accordo di genere grammaticale o se il referente del pronome o participio è rappresentato nel testo da nessun nome o da più nomi, al pronome o al participio viene assegnato un genere coerente con il genere naturale (la natura) del referente (l'idea a cui si riferisce il pronome o il participio), neutro per una cosa o cose o maschile per una persona o persone o femminile per una persona o più persone di sesso femminile. Quindi il motivo per cui la frase partecipativa "quelli che rendono testimonianza" in 1 Giovanni 5: 8 (MT) è maschile è (1) si riferisce a persone o (2) il suo referente è rappresentato nel testo da un singolo maschile grammaticalmente nome o (3) entrambi. In questo caso, il motivo è entrambi; si riferisce a persone, e queste persone sono rappresentate nel testo dal singolo sostantivo grammaticalmente maschile "uomini" nella frase "la testimonianza degli uomini" nel verso 5: 9. Giovanni è comparativamente (questo è così) equiparando "lo Spirito e l'acqua e il sangue" in 5: 8 (MT), che comprendono "la testimonianza di Dio ... riguardo a Suo Figlio" in 5: 9, a "quelli che rendono testimonianza" in 5: 8 (MT), che comprendono la "testimonianza degli uomini" tradizionalmente accettata in 5: 9, da cui il maschile sesso in 5: 8 (MT). Questo confronto è un riferimento al modello di due o tre testimoni prescritto da Mosè in Deuteronomio 17: 6 e 19:15 per stabilire la verità di una questione, che è citato in Matteo 18:16, Giovanni 8: 17-18 , 2 Corinzi 13: 1, 1 Timoteo 5:19, Ebrei 10: 28-29 e 1 Giovanni 5: 8-9 nel Nuovo Testamento (MT). Quindi non c'è niente di sbagliato nella grammatica in assenza della virgola; tutto è scritto come dovrebbe essere. Il signor Dabney fingeva di avere una comprensione della lingua greca che in realtà non possedeva, ed era così concentrato nel cercare di giustificare l'inserimento della virgola che era ignaro di ciò che John stava effettivamente dicendo nel testo. In tutte e sei le citazioni del Nuovo Testamento (MT) del modello a due o tre testimoni, il numero di testimoni non supera mai i due o tre testimoni prescritti da Mosè. Eppure il signor Dabney vorrebbe farci credere che Giovanni propose una testimonianza di Dio riguardo a Suo Figlio che deviava dal modello di due o tre testimoni tradizionalmente accettato prescritto da Mosè, al quale stava paragonando la testimonianza di Dio riguardo a Suo Figlio, offrendo cinque testimoni invece dei due o tre prescritti. Questa deviazione è di per sé una buona ragione per pensare che la virgola non fosse inclusa nell'epistola originale. Inoltre, in 1 Giovanni 5: 4-12 (MT), lo scopo dichiarato della “testimonianza di Dio ('lo Spirito, l'acqua e il sangue' in 5: 8 [MT])… riguardo a Suo Figlio "(5: 9) è così che le persone sulla terra credano che Gesù è il Figlio di Dio, così che" colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio "(5: 5) avrebbe "vinto il mondo" (5: 4) e avrebbe "avuto la vita eterna" (5: 11-12). I tre testimoni che compongono la testimonianza di Dio riguardo a Suo Figlio (lo Spirito, l'acqua e il sangue), che sono conformi al modello di due o tre testimoni tradizionalmente accettato prescritto da Mosè in Deuteronomio 17: 6 e 19:15 per stabilire la verità di una questione, adempiere a questo scopo dichiarato. Al contrario, i testimoni in cielo (il Padre, la Parola e lo Spirito Santo) nella virgola giovannea non contribuiscono a questo scopo dichiarato. La celeste testimonianza della Virgola non aiuta nessuno sulla terra a credere che Gesù è il Figlio di Dio per avere la vita eterna e per vincere il mondo.DA VERIFICARE in particolare gli esempi non calzano con il caso in oggetto

Il Comma da un punto di vista teologico

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Vedere Tommaso d'Aquino e concilio lateranense e sant uffizio 1897 e 1927

Struttura del versi del Capitolo 5: 6-9

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La struttura più probabile secondo il discorso fatto nella lettera è questo:

«Questo è Colui che è venuto mediante l'acqua e il sangue, Gesù Cristo, non solo nell'acqua, ma nell'acqua e nel sangue: ed è lo Spirito che rende testimonianza; perché lo Spirito è verità . 7.Perché ci sono tre che rendono testimonianza sulla terra, lo spirito, l'acqua e il sangue; e questi tre concordano in uno . 8. E ce ne sono tre che rendono testimonianza in cielo, il Padre e la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno . 9. Se riceviamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore»

.

Fonte:https://biblehub.com/commentaries/1_john/5-7.htm oppure per il principio grammaticale di attrazione del maschile dal greco (verificare)

«Questo è Colui che è venuto mediante l'acqua e il sangue, Gesù Cristo, non solo nell'acqua, ma nell'acqua e nel sangue: ed è lo Spirito che rende testimonianza; perché lo Spirito è verità . 7.Perché ci sono tre che rendono testimonianza in cielo, il Padre e la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno . 8. E ce ne sono tre che rendono testimonianza in cielo, lo spirito, l'acqua e il sangue; e questi tre concordano in uno . 9. Se riceviamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore»

.

(verifica)

Manoscritti digitalizzati

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Vetus Latina

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Manoscritti Vetus Latina Epistole Rest of Nt:

  • Codex Ardmachanus o Libro di Armagh (807-8) Folio 156v, colonna destra, riga 24-25 il testo recita: q.III st' qui testimonium spx'-aqua-sanguis et III.unum sunt. La doppia testimonianza in questo testo non c'è ma Il dott. William Reeves afferma che è presente la dicitura in terra[171] nei testimoni in questo testo ma siccome non sono presenti nel testo probabilmente o ha interpretato male le sue fonti o intendeva la strana anomalia: la linea che è presente nell'abbreviazione di Quoniam indicasse i testimoni terrestri poichè invece di essere sopra la parola abbreviata come in st '(sunt) o spx '(spiritus) nel caso di q(Quoniam) è in basso. NON E' UN ANOMALIA NEL TESTO PER LA Q SI USA ABBREVIARE CON UN SEGNO SOTTO LA Q PERCIò SOLO ERRORE!!!
  • Codex Vallicellanus (IX secolo):Grantley Ghost of Arius pag 39
  • Codex Biblia Rosas VL62: prologo girolamo folio 138 1°colonna, comma a margine folio 149 ,3°colonna
  • Codex Vaticanus Umlauts

Manoscritti dubbi con sospetto presenza o tagli

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  • Manoscritti siriaci, Arabo, alcuni Copti
  • Maniscritto greco: nel MS 1780(1200 o XIII secolo) errore o voluto?(METTERE NELLE NOTE apparentemente c'è la ripetizione parziale della testimonianza Spirito acqua e sangue la seconda solo Spirito e sangue poi l'interruzione solo che La Teta di testimonianza della frase scritta per errore, o presunto errore poichè non c'è nessun segnale di correzione, e molto ampia rispetto alla prima testimonianza e la cosa si ripete nella riga sulla testimonianza degli uomini e la terza sulla testimonianza dello Spirito prima del verso 7 il che potrebbe essere un messaggio dello scriba per indicare che in quel punto dovrebbe esserci la doppia testimonianza FORSE STA PER TEOS,TEOS,TEOS vedi Manoscritto 1780 188v o pag 378 rigo 12-15):http://www.thetextofthegospels.com/2017/08/the-comma-johanneum.html
  • Manoscritti latino: Codex Ardmachanus o Libro di Armagh (807-8) Folio 156v, colonna destra, riga 24-25 il testo recita: q.III st' qui testimonium spx'-aqua-sanguis et III.unum sunt. La doppia testimonianza in questo testo non c'è ma Il dott. William Reeves afferma che è presente la dicitura in terra[172] ,in realtà è solo un errore non sis sa se voluto o no di Reeves.
  • Manoscritto greco 33(94v rigo 42 ha verso danneggiato e uno strappo isolato del margine in riferimento al verso)

Lezionari antichi

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Voce Comma Johanneum versione deinitiva

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Voce inglese

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The Johannine Comma (Template:Lang-la) is an interpolated phrase in verse Template:Bibleverse-nb of the First Epistle of John.[173] It became a touchpoint for Protestant and Catholic debates over the doctrine of the Trinity in the early modern period.

The passage first appeared as an addition to the Vulgate, the Ecclesiastical Latin translation of the Bible, and entered the Greek manuscript tradition in the 15th century.[174] It does not appear in the oldest Latin manuscripts, and appears to have originated as a gloss around the end of the 4th century.[175] Some scribes gradually incorporated this annotation into the main text over the course of the Middle Ages.

The first Greek manuscript of the New Testament that contains the comma dates from the 15th century. The comma is absent from some of the Ethiopic, Aramaic, Syriac, Slavic, Armenian, Georgian, and Arabic translations of the Greek New Testament. It appears in some English translations of the Bible via its inclusion in the first printed edition of the New Testament, Novum Instrumentum omne by Erasmus, where it first appeared in the 1522 third edition. Template:TOC limit

Erasmus first added the Greek version of the text to his Nouum instrumentum omne in 1522; the first two editions lack the phrase. Many subsequent early printed editions of the Bible include it, including the Coverdale Bible (1535) and the King James Bible revised from it (1611); the Geneva Bible (1560); and the Douay–Rheims Bible (1610). It was not always included in the first printed Latin translations of the Bible, but the editors of the Sixto-Clementine Vulgate (1592) chose to print it along with a number of other spurious passages.[176]

The text (in italics) reads:

«{{{1}}}»

«{{{1}}}»

«{{{1}}}»

There are several variant versions of the Latin and Greek texts, reflecting their later addition.[173]

After the extent of the comma's absence from biblical manuscripts became known, translations made after the eighteenth century omitted the phrase. English translations based on a modern critical text have omitted it since the English Revised Version (1881), including the New International Version (NIV), New American Standard Bible (NASB), English Standard Version (ESV), and New Revised Standard Version. In Catholic tradition, the official Nova Vulgata (1979) omits the comma, as does the New American Bible (1970).

Excerpt from Codex Sinaiticus including 1 John 5:7–9. It lacks the Johannine Comma. The purple-coloured text says: "There are three witness bearers, the Spirit and the water and the blood".

Several early sources which one might expect to include the Comma Johanneum in fact omit it. For example, although Clement of Alexandria (c. 200) places a strong emphasis on the Trinity, his quotation of 1 John 5:8 does not include the Comma.[177] Tertullian, in his Against Praxeas (c. 210), supports a Trinitarian view by quoting John 10:30. Jerome's writings of the fourth century give no evidence that he was aware of the Comma's existence.[178] (The Codex Fuldensis, a copy of the Vulgate made around 546, contains a copy of Jerome's Prologue to the Canonical Gospels which seems to reference the Comma, but the Codex's version of 1 John omits it, which has led many to believe that the Prologue's reference is spurious.)[179]Template:Clarifyme

The earliest reference to what might be the Comma appears by the 3rd-century Church father Cyprian (died 258), who in Treatise I section 6[180] quoted John 10:30 against heretics who denied the Trinity and added: "Again it is written of the Father, and of the Son, and of the Holy Spirit, 'And these three are one.'"[181][182] Daniel B. Wallace notes that although Cyprian uses 1 John to argue for the Trinity, he appeals to this as an allusion via the three witnesses—"written of"—rather than by quoting a proof-text—"written that". In noting this, Wallace is following the current standard critical editions of the New Testament (NA27 and UBS4) which consider Cyprian a witness against the Comma. They would not do this were they to think him to have quoted it. So even though some still think that Cyprian referred to the passage, the fact that other theologians such as Athanasius of Alexandria and Sabellius and Origen never quoted or referred to that passage is one reason why even many Trinitarians later on also considered the text spurious, and not to have been part of the original text. The first work to quote the Comma Johanneum as an actual part of the Epistle's text appears to be the 4th century Latin homily Liber Apologeticus, probably written by Priscillian of Ávila (died 385), or his close follower Bishop Instantius.

This part of the homily gradually became part of some manuscripts of the Latin Vulgate roughly around the year 800. It was subsequently back-translated into the Greek, but it occurs in the text of only four of the 500-plus Greek New Testament manuscripts of First John and in the margin of five more.[senza fonte] The earliest known occurrence appears to be a later addition to a 10th-century manuscript now in the Bodleian Library, the exact date of the addition is not known; in this manuscript, the Comma is a variant reading offered as an alternative to the main text. The other seven sources date to the sixteenth century or later, and four of the seven are hand-written in the manuscript margins. In one manuscript, back-translated into Greek from the Vulgate, the phrase "and these three are one" is not present.[183]

No Syriac manuscripts include the Comma, and its presence in some printed Syriac Bibles is due to back-translation from the Latin Vulgate. Coptic manuscripts and those from Ethiopian churches also do not include it. Of the surviving "Itala" or "Old Latin" translations, only two support the Textus Receptus reading, namely the Codex Monacensis (9th or 10th century) and the Speculum, an 8th- or 9th-century collection of New Testament quotations.[178]

In the 6th century, Fulgentius of Ruspe is quoted as a witness in favour of the Comma. Like Cyprian a father of the North African Church, he referred to Cyprian's remark in his "Responsio contra Arianos" ("Reply against the Arians"), as do many other African fathers (the Arian heresy, which denied the Trinity, was particularly strong[senza fonte] in North Africa); but the most notableTemplate:By whom and prolific writer of the African Church, Augustine of Hippo, is completely silent on the matter.

Manuscripts

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Codex Sangallensis 63 (9th century), Johannine Comma at the bottom: tre[s] sunt pat[er] & uerbu[m] & sps [=spiritus] scs [=sanctus] & tres unum sunt. Translation: "three are the father and the word and the holy spirit and the three are one."
Codex Montfortianus (1520) page 434 recto with 1 John 5 Comma Johanneum.

The comma is not in two of the oldest Vulgate manuscripts, Codex Fuldensis and the Codex Amiatinus, although it is referenced in the Prologue of Fuldensis (which also otherwise cites Old Latin readings) . Overall, it is estimated that over 95% of the thousands of Vulgate manuscripts contain the verse.[senza fonte] The Vulgate text of the Epistles of John was developed from Vetus Latina manuscripts, revised by an unknown scholar to conform better with the Greek.

The earliest extant Latin manuscripts supporting the comma are dated from the 5th to 7th century. The Freisinger fragment,[184] León palimpsest,[185] and the Codex Legionensis (7th century), besides the younger Codex Speculum, New Testament quotations extant in an 8th- or 9th-century manuscript.[178]

The comma does not appear in the older Greek manuscripts. Nestle-Aland is aware of eight Greek manuscripts that contain the comma.[186] The date of the addition is late, probably dating to the time of Erasmus.[187] In one manuscript, back-translated into Greek from the Vulgate, the phrase "and these three are one" is not present.

Both Novum Testamentum Graece (NA27) and the United Bible Societies (UBS4) provide three variants. The numbers here follow UBS4, which rates its preference for the first variant as { A }, meaning "virtually certain" to reflect the original text. The second variant is a longer Greek version found in only four manuscripts, the margins of three others and in some minority variant readings of lectionaries. All of the hundreds of other Greek manuscripts that contain 1 John support the first variant. The third variant is found only in Latin, in one class of Vulgate manuscripts and three patristic works. The other two Vulgate traditions omit the phrase, as do more than a dozen major Church Fathers who quote the verses. The Latin variant is considered a trinitarian gloss,[188] explaining or paralleled by the second Greek variant.

  1. The comma in Greek. All non-lectionary evidence cited: Minuscules Codex Montfortianus (Minuscule 61 Gregory-Aland, c. 1520), 629 (Codex Ottobonianus, 14th/15th century), 918 (16th century), 2318 (18th century).
  2. The comma at the margins of Greek at the margins of minuscules 88 (Codex Regis, 11th century with margins added at the 16th century), 221 (10th century with margins added at the 15th/16th century), 429 (14th century with margins added at the 16th century), 636 (16th century); some minority variant readings in lectionaries.
  3. The comma in Latin. testimonium dicunt [or dant] in terra, spiritus [or: spiritus et] aqua et sanguis, et hi tres unum sunt in Christo Iesu. 8 et tres sunt, qui testimonium dicunt in caelo, pater verbum et spiritus. [... giving evidence on earth, spirit, water and blood, and these three are one in Christ Jesus. 8 And the three, which give evidence in heaven, are father word and spirit.] All evidence from Fathers cited: Clementine edition of Vulgate translation; Pseudo-Augustine's Speculum Peccatoris (V), also (these three with some variation) Cyprian, Ps-Cyprian, & Priscillian (died 385) Liber Apologeticus. And Contra-Varimadum, and Ps-Vigilius, Fulgentius of Ruspe (died 527) Responsio contra Arianos, Cassiodorus Complexiones in Ioannis Epist. ad Parthos.

The gradual appearance of the comma in the manuscript evidence is represented in the following tables:

Latin manuscripts
Data Nome Posto Altre informazioni Tipo di opera
V secolo[189] Codex Speculum Biblioteca Roma Itala sorta di lezionario non è riconosciuto come manoscritto[190]
7th century León palimpsest Leon Cathedral Spanish
7th century Frisingensia Fragmenta   Spanish
9th century Codex Cavensis   Spanish
9th century Codex Ulmensis   Spanish
927 AD Codex Complutensis I   Spanish
10th century Codex Toletanus   Spanish
8th–9th century Codex Theodulphianus Paris (BnF) Franco-Spanish
8th–9th century Codex Sangallensis 907 St. Gallen Franco-Spanish
9th–10th century Codex Sangallensis 63 St. Gallen marginal gloss
Greek manuscripts
Date Manuscript No. Name Place Other information
c. 750 Codex Wizanburgensis Library of the University of Dublin the dating is controversial.[191]
c. 10th century 221 Library of Oxford University Added after correction.
c. 11th century 635 Codex Regius Neapolitanus Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III Added after correction.
c. 12th century 88 Codex Regis Napoli
c. 13th century 429 Codex Guelferbytanus Herzog August Bibliothek
c. 1520 61 Codex Montfortianus Dublin Original.
Reads "Holy Spirit" instead of simply "Spirit".
Articles are missing before the "three witnesses" (spirit, water, blood).
14th–15th century 629 Codex Ottobonianus Vatican Original.
Latin text along the Greek text,
revised to conform to the Latin.
The comma was translated and copied back into the Greek from the Latin.
16th century 918   Escorial
(Spain)
Original.
18th century 2318   Bucharest Original.
Thought to be influenced
by the Vulgata Clementina.
18th century 2473   Athens Original.
11th century 88 Codex Regis Naples Marginal gloss: 16th century
11th century 177 BSB Cod. graec. 211 Munich Marginal gloss: late 16th century
10th century 221   Oxford Marginal gloss: 15th or 16th century
14th century 429 Codex Wolfenbüttel Wolfenbüttel
(Germany)
Marginal gloss: 16th century
16th century 636   Naples Marginal gloss: 16th century

Patristic writers

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Clement of Alexandria

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The comma is absent from an extant fragment of Clement of Alexandria (c. 200), through Cassiodorus (6th century), with homily style verse references from 1 John, including verse 1 John 5:6 and 1 John 5:8 without verse 7, the heavenly witnesses.

«He says, "This is He who came by water and blood"; and again, - For there are three that bear witness, the spirit, which is life, and the water, which is regeneration and faith, and the blood, which is knowledge; "and these three are one. For in the Saviour are those saving virtues, and life itself exists in His own Son."[177][192]»

Another reference that is studied is from Clement's Prophetic Extracts:

«Every promise is valid before two or three witnesses, before the Father and the Son and the Holy Spirit; before whom, as witnesses and helpers, what are called the commandments ought to be kept.[193]»

This is seen by some[194] as allusion evidence that Clement was familiar with the verse.

Tertullian

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Tertullian, in Against Praxeas (c. 210), supports a Trinitarian view by quoting John 10:30:

«So the close series of the Father in the Son and the Son in the Paraclete makes three who cohere, the one attached to the other: And these three are one substance, not one person, (qui tres unum sunt, non unus) in the sense in which it was said, "I and the Father are one" in respect of unity of substance, not of singularity of number.[195]»

While many other commentators have argued against any comma evidence here, most emphatically John Kaye's, "far from containing an allusion to 1 Jo. v. 7, it furnishes most decisive proof that he knew nothing of the verse".[196] Georg Strecker comments cautiously "An initial echo of the Comma Johanneum occurs as early as Tertullian Adv. Pax. 25.1 (CChr 2.1195; written ca. 215). In his commentary on John 16:14 he writes that the Father, Son, and Paraclete are one (unum), but not one person (unus). However, this passage cannot be regarded as a certain attestation of the Comma Johanneum."[197]

References from Tertullian in De Pudicitia 21:16 (On Modesty):

«The Church, in the peculiar and the most excellent sense, is the Holy Ghost, in which the Three are One, and therefore the whole union of those who agree in this belief (viz. that God the Father, the Son, and the Holy Ghost are one), is named the Church, after its founder and sanctifier (the Holy Ghost).[198]»

and De Baptismo:

«Now if every word of God is to be established by three witnesses … For where there are the three, namely the Father, the Son and the Holy Spirit, there is the Church which is a body of the three.[199]»

have also been presented as verse allusions.[200]

Treatise on Rebaptism

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The Treatise on Rebaptism, placed as a 3rd-century writing and transmitted with Cyprian's works, has two sections that directly refer to the earthly witnesses, and thus has been used against authenticity by Nathaniel Lardner, Alfred Plummer and others. However, because of the context being water baptism and the precise wording being "et isti tres unum sunt", the Matthew Henry Commentary uses this as evidence for Cyprian speaking of the heavenly witnesses in Unity of the Church. And Arthur Cleveland Coxe and Nathaniel Cornwall consider the evidence as suggestively positive. Westcott and Hort also are positive. After approaching the Tertullian and Cyprian references negatively, "morally certain that they would have quoted these words had they known them" Westcott writes about the Rebaptism Treatise:

«the evidence of Cent. III is not exclusively negative, for the treatise on Rebaptism contemporary with Cyp. quotes the whole passage simply thus (15: cf. 19), "quia tres testimonium perhibent, spiritus et aqua et sanguis, et isti tres unum sunt".[201]»

The Catholic Encyclopedia of 1910 asserts that Jerome "does not seem to know the text",[178] but Charles Forster suggests that the "silent publication of [the text] in the Vulgate…gives the clearest proof that down to his time the genuineness of this text had never been disputed or questioned."[202] (See also: Pseudo-Jerome below)

Marcus Celedensis
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Coming down to us with the writings of Jerome we have the statement of faith attributed to Marcus Celedensis, friend and correspondent to Jerome, presented to Cyril:

«To us there is one Father, and his only Son [who is] very [or true] God, and one Holy Spirit, [who is] very God, and these three are one ; – one divinity, and power, and kingdom. And they are three persons, not two nor one.[203][204]»

Phoebadius of Agen
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Similarly, Jerome wrote of Phoebadius of Agen in his Lives of Illustrious Men. "Phoebadius, bishop of Agen, in Gaul, published a book Against the Arians. There are said to be other works by him, which I have not yet read. He is still living, infirm with age."[205] William Hales looks at Phoebadius:

«Phoebadius, A. D. 359, in his controversy with the Arians, Cap, xiv. writes, "The Lord says, I will ask of my Father, and He will give you another advocate." (John xiv. 16) Thus, the Spirit is another from the Son as the Son is another from the Father; so, the third person is in the Spirit, as the second, is in the Son. All, however, are one God, because the three are one, (tres unum sunt.) … Here, 1 John v. 7, is evidently connected, as a scriptural argument, with John xiv. 16.[206]»

Griesbach argued that Phoebadius was only making an allusion to Tertullian,[207] and his unusual explanation was commented on by Reithmayer.[208][209]

Augustine of Hippo has been said to be completely silent on the matter, which has been taken as evidence that the comma did not exist as part of the epistle's text in his time.[210] This argumentum ex silentio has been contested by other scholars, including Fickermann and Metzger.[211] In addition, some Augustine references have been seen as verse allusions.[212]

The City of God section, from Book V, Chapter 11:

«Therefore God supreme and true, with His Word and Holy Spirit (which three are one), one God omnipotent…[213]»

has often been referenced as based upon the scripture verse of the heavenly witnesses.[214] George Strecker acknowledges the City of God reference: "Except for a brief remark in De civitate Dei (5.11; CChr 47.141), where he says of Father, Word, and Spirit that the three are one. Augustine († 430) does not cite the Comma Johanneum. But it is certain on the basis of the work Contra Maximum 2.22.3 (PL 42.794-95) that he interpreted 1 John 5:7–8 in trinitarian terms."[197]
Similarly, Homily 10 on the first Epistle of John has been asserted as an allusion to the verse:

«And what meaneth "Christ is the end"? Because Christ is God, and "the end of the commandment is charity" and "Charity is God": because Father and Son and Holy Ghost are One.[215][216]»

Contra Maximinum has received attention especially for these two sections, especially the allegorical interpretation.

«I would not have thee mistake that place in the epistle of John the apostle where he saith, "There are three witnesses: the Spirit, and the water, and the blood: and the three are one." Lest haply thou say that the Spirit and the water and the blood are diverse substances, and yet it is said, "the three are one": for this cause I have admonished thee, that thou mistake not the matter. For these are mystical expressions, in which the point always to be considered is, not what the actual things are, but what they denote as signs: since they are signs of things, and what they are in their essence is one thing, what they are in their signification another. If then we understand the things signified, we do find these things to be of one substance …

But if we will inquire into the things signified by these, there not unreasonably comes into our thoughts the Trinity itself, which is the One, Only, True, Supreme God, Father and Son and Holy Ghost, of whom it could most truly be said, "There are Three Witnesses, and the Three are One:" there has been an ongoing dialog about context and sense.»

John Scott Porter writes:

«Augustine, in his book against Maximin the Arian, turns every stone to find arguments from the Scriptures to prove that tho Spirit is God, and that the Three Persons are the same in substance, but does not adduce this text; nay, clearly shows that he knew nothing of it, for he repeatedly employs the 8th verse, and says, that by the Spirit, the Blood, and the Water—the persons of the Father, Son, and Holy Spirit, are signified (see Contr. Maxim, cap. xxii.).[217]»

Thomas Joseph Lamy offers a different view based on the context and Augustine's purpose.[218] Similarly Thomas Burgess.[219] And Norbert Fickermann's reference and scholarship supports the idea that Augustine may have deliberately bypassed a direct quote of the heavenly witnesses.

Leo the Great

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In the Tome of Leo, written to Archbishop Flavian of Constantinople, read at the Council of Chalcedon on 10 October 451 AD,[220] and published in Greek, Leo the Great's usage of 1 John 5 has him moving in discourse from verse 6 to verse 8:

«This is the victory which overcometh the world, even our faith"; and: "Who is he that overcometh the world, but he that believeth that Jesus is the Son of God? This is he that came by water and blood, even Jesus Christ; not by water only, but by water and blood; and it is the Spirit that beareth witness, because the Spirit is truth. For there are three that bear witness, the spirit, the water, and the blood; and the three are one." That is, the Spirit of sanctification, and the blood of redemption, and the water of baptism; which three things are one, and remain undivided …[221]»

This epistle from Leo was considered by Richard Porson to be the "strongest proof" of verse inauthenticity ("the strongest proof that this verse is spurious may be drawn from the Epistle of Leo the Great to Flavianus upon the Incarnation"[222]) and went along with Porson's assertion that the verse was slow to enter into the Latin lines. Porson asserted that the verse "remained a rude, unformed mass, and was not completely licked into shape till the end of the tenth century".[223] In response, Thomas Burgess points out that the context of Leo's argument would not call for the 7th verse. And that the verse was referenced in a fully formed manner centuries earlier than Porson's claim, at the time of Fulgentius and the Council of Carthage.[224] Burgess pointed out that there were multiple confirmations that the verse was in the Latin Bibles of Leo's day. Burgess argued, ironically, that the fact that Leo could move from verse 6 to 8 for argument context is, in the bigger picture, favourable to authenticity. "Leo's omission of the Verse is not only counterbalanced by its actual existence in contemporary copies, but the passage of his Letter is, in some material respects, favourable to the authenticity of the Verse, by its contradiction to some assertions confidently urged against the Verse by its opponents, and essential to their theory against it."[225] Today, with the discovery of additional Old Latin evidences in the 19th century, the discourse of Leo is rarely referenced as a significant evidence against verse authenticity.

Cyprian of Carthage

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Unity of the Church
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The 3rd-century Church father Cyprian (c. 200–58), in writing on the Unity of the Church, Treatise I section 6 quoted John 10:30 and another scriptural spot: Template:Poemquote

The Catholic Encyclopedia concludes "Cyprian… seems undoubtedly to have had it in mind".[181] Against this view, Daniel B. Wallace writes that since Cyprian does not quote the Father, the Word, and the Holy Spirit "this in the least does not afford proof that he knew of such wording".[226] And the fact that Cyprian did not quote the "exact wording… indicates that a Trinitarian interpretation was superimposed on the text by Cyprian".[182] In his position against Cyprian knowing of the Comma, Wallace is in agreement with the earlier critical edition of the New Testament (NA26 and UBS3) which considered Cyprian a witness against the Comma.[227]

The Cyprian citation, dating to more than a century before any extant Epistle of John manuscripts and before the Arian controversies that are often considered pivotal in verse addition/omission debate, remains a central focus of comma research and textual apologetics. The Scrivener view is often discussed.[228] Westcott and Hort assert: "Tert and Cyp use language which renders it morally certain that they would have quoted these words had they known them; Cyp going so far as to assume a reference to the Trinity in the conclusion of v. 8"[229][230]

In the 20th century, Lutheran scholar Francis Pieper wrote in Christian Dogmatics emphasizing the antiquity and significance of the reference.[231] Frequently commentators have seen Cyprian as having the verse in his Latin Bible, even if not directly supporting and commenting on verse authenticity.[232] And some writers have seen the denial of the verse in the Bible of Cyprian as worthy of special note and humor.[233]

Ad Jubaianum (Epistle 73)
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The second, lesser reference from Cyprian that has been involved in the verse debate is from Ad Jubaianum 23.12. Cyprian, while discussing baptism, writes:

«If he obtained the remission of sins, he was sanctified, and if he was sanctified, he was made the temple of God. But of what God? I ask. The Creator?, Impossible; he did not believe in him. Christ? But he could not be made Christ's temple, for he denied the deity of Christ. The Holy Spirit? Since the Three are One, what pleasure could the Holy Spirit take in the enemy of the Father and the Son?[234]»

Knittel emphasizes that Cyprian would be familiar with the Bible in Greek as well as Latin. "Cyprian understood Greek. He read Homer, Plato, Hermes Trismegiatus and Hippocrates… he translated into Latin the Greek epistle written to him by Firmilianus".[235] UBS-4 has its entry for text inclusion as (Cyprian).

Ps-Cyprian

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The Hundredfold Reward for Martyrs and Ascetics: De centesima, sexagesimal tricesima[236] speaks of the Father, Son and Holy Spirit as "three witnesses" and was passed down with the Cyprian corpus. This was only first published in 1914 and thus does not show up in the historical debate. UBS-4 includes this in the apparatus as (Ps-Cyprian).[237]

Origen and Athanasius

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Those who see Cyprian as negative evidence assert that other church writers, such as Athanasius of Alexandria and Origen,[238] never quoted or referred to the passage, which they would have done if the verse was in the Bibles of that era. The contrasting position is that there are in fact such references, and that "evidences from silence" arguments, looking at the extant early church writer material, should not be given much weight as reflecting absence in the manuscripts—with the exception of verse-by-verse homilies, which were uncommon in the Ante-Nicene era.

Origen's scholium on Psalm 123:2
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In the scholium on Psalm 123 attributed to Origen is the commentary: Template:Poemquote

This has been considered by many commentators, including the translation source Nathaniel Ellsworth Cornwall, as an allusion to verse 7.[239] Ellsworth especially noted the Richard Porson comment in response to the evidence of the Psalm commentary: "The critical chemistry which could extract the doctrine of the Trinity from this place must have been exquisitely refining".[240] Fabricius wrote about the Origen wording "ad locum 1 Joh v. 7 alludi ab origene non est dubitandum".[241]

Athanasius and Arius at the Council of Nicea
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Traditionally, Athanasius was considered to lend support to the authenticity of the verse, one reason being the Disputation with Arius at the Council of Nicea which circulated with the works of Athanasius, where is found:

«Likewise is not the remission of sins procured by that quickening and sanctifying ablution, without which no man shall see the kingdom of heaven, an ablution given to the faithful in the thrice-blessed name. And besides all these, John says, And the three are one.[242]»

Today, many scholars consider this a later work Pseudo-Athanasius, perhaps by Maximus the Confessor. Charles Forster in New Plea argues for the writing as stylistically Athanasius.[243] While the author and date are debated, this is a Greek reference directly related to the doctrinal Trinitarian-Arian controversies, and one that purports to be an account of Nicaea when those doctrinal battles were raging. The reference was given in UBS-3 as supporting verse inclusion, yet was removed from UBS-4 for reasons unknown.

The Synopsis of Scripture, often ascribed to Athanasius, has also been referenced as indicating awareness of the Comma.

Priscillian of Avila

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The earliest quotation which some scholars consider a direct reference to the heavenly witnesses from the First Epistle of John is from the Spaniard Priscillian c. 380. As the Latin is presented by a secondary source, it reads:

«tria sunt quae testimonium dicunt in terra aqua caro et sanguis et haec tria in unum sunt, et tria sunt quae testimonium dicent in caelo pater uerbum et spiritus et haiec tria unum sunt in Christo Iesu.[244]»

The secondary source for the Latin includes only 1 comma of punctuation (apparently unspecified as in the original or inserted by the modern editor). And this Latin has no indication as to where the quotation of 1 John ends in Priscillian nor where Priscillian starts making comments on it (if he does).

As given rendered in English, the statement reads:

«As John says and there are three which give testimony on earth the water the flesh the blood and these three are in one and there are three which give testimony in heaven the Father the Word and the Spirit and these three are one in Christ Jesus [capitals speculative; punctuation deleted from English translation as probably little or no punctuation in original][245]»

Theodor Zahn calls this "the earliest quotation of the passage which is certain and which can be definitely dated (circa 380)",[246] a view expressed by Westcott, Brooke, Metzger and others.[247]

And Georg Strecker adds context: "The oldest undoubted instance is in Priscillian Liber apologeticus I.4 (CSEL 18.6). Priscillian was probably a Sabellianist or Modalist, whose principal interest would have in the closing statement about the heavenly witnesses ("and these three, the Father, the Word, the Holy Spirit, are one"). Here he found his theological opinions confirmed: that the three persons of the Trinity are only modes or manners of appearance of the one God. This observation caused some interpreters to suppose that Priscillian himself created the Comma Johanneum. However, there are signs of the Comma Johanneum, although no certain attestations, even before Priscillian...".[197] In the early 1900s the Karl Künstle theory of Priscillian origination and interpolation was popular: "The verse is an interpolation, first quoted and perhaps introduced by Priscillian (a.d. 380) as a pious fraud to convince doubters of the doctrine of the Trinity."[248]

Expositio Fidei
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Another complementary early reference is an exposition of faith published in 1883 by Carl Paul Caspari from the Ambrosian manuscript, which also contains the Muratorian (canon) fragment.

«pater est Ingenitus, filius uero sine Initio genitus a patre est, spiritus autem sanctus processit a patre et accipit de filio, Sicut euangelista testatur quia scriptum est, "Tres sunt qui dicunt testimonium in caelo pater uerbum et spiritus:" et haec tria unum sunt in Christo lesu. Non tamen dixit "Unus est in Christo lesu."»

Edgar Simmons Buchanan,[249] points out that the reading "in Christo Iesu" is textually valuable, referencing 1 John 5:7.

The authorship is uncertain, however it is often placed around the same period as Priscillian. Karl Künstle saw the writing as anti-Priscillianist, which would have competing doctrinal positions utilizing the verse. Alan England Brooke[250] notes the similarities of the Expositio with the Priscillian form, and the Priscillian form with the Leon Palimpsest. Theodor Zahn[251] refers to the Expositio as "possibly contemporaneous" to Priscilian, "apparently taken from the proselyte Isaac (alias Ambrosiaster)".

John Chapman looked closely at these materials and the section in Liber Apologeticus around the Priscillian faith statement "Pater Deus, Filius, Deus, et Spiritus sanctus Deus ; haec unum sunt in Christo Iesu". Chapman saw an indication that Priscillian found himself bound to defend the comma by citing from the "Unity of the Church" Cyprian section.[252]

Council of Carthage, 484

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"The Comma … was invoked at Carthage in 484 when the Catholic bishops of North Africa confessed their faith before Huneric the Vandal (Victor de Vita, Historia persecutionis Africanae Prov 2.82 [3.11]; CSEL, 7, 60)."[253] The Confession of faith representing the hundreds of orthodox Bishops[254] included the following section, emphasizing the heavenly witnesses to teach luce clarius (clearer than the light):

«And so, no occasion for uncertainty is left. It is clear that the Holy Spirit is also God and the author of his own will, he who is most clearly shown to be at work in all things and to bestow the gifts of the divine dispensation according to the judgment of his own will, because where it is proclaimed that he distributes graces where he wills, servile condition cannot exist, for servitude is to be understood in what is created, but power and freedom in the Trinity. And so that we may teach the Holy Spirit to be of one divinity with the Father and the Son still more clearly than the light, here is proof from the testimony of John the evangelist. For he says: "There are three who bear witness in heaven, the Father, the Word and the Holy Spirit, and these three are one." Surely he does not say "three separated by a difference in quality" or "divided by grades which differentiate, so that there is a great distance between them"? No, he says that the "three are one". But so that the single divinity which the Holy Spirit has with the Father and the Son might be demonstrated still more in the creation of all things, you have in the book of Job the Holy Spirit as a creator: "It is the divine Spirit" …[255][256]»

De Trinitate and Contra Varimadum
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There are additional heavenly witnesses references that are considered to be from the same period as the Council of Carthage, including references that have been attributed to Vigilius Tapsensis who attended the Council. Raymond Brown gives one summary:

…in the century following Priscillian, the chief appearance of the Comma is in tractates defending the Trinity. In PL 62 227–334 there is a work De Trinitate consisting of twelve books… In Books 1 and 10 (PL 62, 243D, 246B, 297B) the Comma is cited three times. Another work on the Trinity consisting of three books Contra Varimadum … North African origin ca. 450 seems probable. The Comma is cited in 1.5 (CC 90, 20–21).[257]

One of the references in De Trinitate, from Book V.

«But the Holy Ghost abides in the Father, and in the Son [Filio] and in himself; as the Evangelist St. John so absolutely testifies in his Epistle: And the three are one. But how, ye heretics, are the three ONE, if their substance he divided or cut asunder? Or how are they one, if they be placed one before another? Or how are the three one. if the Divinity be different in each? How are they one, if there reside not in them the united eternal plenitude of the Godhead?[258] These references are in the UBS apparatus as Ps-Vigilius.»

The Contra Varimadum reference:

«John the Evangelist, in his Epistle to the Parthians (i.e. his 1st Epistle), says there are three who afford testimony on earth, the Water, the Blood, and the Flesh, and these three are in us; and there are three who afford testimony in heaven, the Father, the Word, and the Spirit, and these three are one.[259]»

This is in the UBS apparatus as Varimadum.

Ebrard, in referencing this quote, comments, "We see that he had before him the passage in his New Testament in its corrupt form (aqua, sanguis et caro, et tres in nobis sunt); but also, that the gloss was already in the text, and not merely in a single copy, but that it was so widely diffused and acknowledged in the West as to be appealed to by him bona fide in his contest with his Arian opponents."[260]

Fulgentius of Ruspe

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In the 6th century, Fulgentius of Ruspe, like Cyprian a father of the North African Church, skilled in Greek as well as his native Latin, used the verse in the doctrinal battles of the day.

Contra Arianos
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From Responsio contra Arianos "Reply against the Arians" Migne (Ad 10; CC 91A, 797).

«In the Father, therefore, and the Son, and the Holy Spirit, we acknowledge unity of substance, but dare not confound the persons. For St. John the apostle, testifieth saying, "There are three that bear witness in heaven, the Father, the Word, and the Spirit, and these three are one."»

Then Fulgentius discusses the earlier reference by Cyprian, and the interweaving of the two Johannine verses, John 10:30 and 1 John 5:7.

«Which also the blessed martyr Cyprian, in his epistle de unitate Ecclesiae (Unity of the Church), confesseth, saying, Who so breaketh the peace of Christ, and concord, acteth against Christ: whoso gathereth elsewhere beside the Church, scattereth. And that he might shew, that the Church of the one God is one, he inserted these testimonies, immediately from the scriptures; The Lord said, "I and the Father are one." And again, of the Father, Son, and Holy Spirit, it is written, "and these three are one".[261]»

Contra Fabianum
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Another heavenly witnesses reference from Fulgentius is in Contra Fabianum Fragmenta Migne (Frag. 21.4: CC 01A,797)

«The blessed Apostle, St. John evidently says, And the three are one; which was said of the Father, the Son, and the Holy Spirit, as I have before shewn, when you demanded of me for a reason[262]»

De Trinitate ad Felicem
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Also from Fulgentius in De Trinitate ad Felicem:

«See, in short you have it that the Father is one, the Son another, and the Holy Spirit another, in Person, each is other, but in nature they are not other. In this regard He says: "The Father and I, we are one." He teaches us that one refers to Their nature, and we are to Their persons. In like manner it is said: "There are three who bear witness in heaven, the Father, the Word, and the Spirit; and these three are one."[263]»

Today these references are generally accepted as probative to the verse being in the Bible of Fulgentius.[264]

Adversus Pintam episcopum Arianum
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A reference in De Fide Catholica adversus Pintam episcopum Arianum that is a Testimonia de Trinitate: Template:Poemquote

Pseudo-Jerome, Prologue to the Catholic Epistles

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The Codex Fuldensis includes a prologue to the Catholic Epistles referring to the comma (beginning with the words 'Non ita ordo est apud Graecos'). It presents itself as a letter of Jerome to Eustochium, but is the work of an unknown imitator, likely from the late 5th century.[175] Its inauthenticity is stressed by the omission of the passage from the manuscript's own text of 1 John, but it demonstrates that some theologians of the fifth century felt it should be included.[265]

Cassiodorus

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Cassiodorus wrote Bible commentaries, and was familiar with Old Latin and Vulgate manuscripts,[266] seeking out sacred manuscripts. Cassiodorus was also skilled in Greek. In Complexiones in Epistolis Apostolorum, first published in 1721 by Scipio Maffei, in the commentary section on 1 John, from the Cassiodorus corpus, is written:

Template:Poemquote

Thomas Joseph Lamy describes the Cassiodorus section[267] and references that Tischendorf saw this as Cassiodorus having the text in his Bible. However, earlier "Porson endeavoured to show that Cassiodorus had, in his copy, no more than the 8th verse, to which he added the gloss of Eucherius, with whose writings he was acquainted."[268]

Isidore of Seville

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In the early 7th century, the Testimonia Divinae Scripturae et Patrum is often attributed to Isidore of Seville:

«De Distinctions personarum, Patris et Filii et Spiritus Sancti.

In Epistola Joannis. Quoniam tres sunt qui testimonium dant in terra Spiritus, aqua, et sanguis; et tres unum sunt in Christo Jesu; et tres sunt qui testimonium dicunt in coelo, Pater, Verbum, et Spiritus, et tres unum sunt.[269]»

Arthur-Marie Le Hir asserts that evidences like Isidore and the Ambrose Ansbert Commentary on Revelation show early circulation of the Vulgate with the verse and thus also should be considered in the issues of Jerome's original Vulgate text and the authenticity of the Vulgate Prologue.[270] Cassiodorus has also been indicated as reflecting the Vulgate text, rather than simply the Vetus Latina.[271]

Commentary on Revelation

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Ambrose Ansbert refers to the scripture verse in his Revelation commentary:

«Although the expression of faithful witness found therein, refers directly to Jesus Christ alone, – yet it equally characterises the Father, the Son, and the Holy Ghost; according to these words of St. John. There are three which bear record in heaven, the Father, the Word, and the Holy Ghost, and these three are one.[272]»

"Ambrose Ansbert, in the middle of the eighth century, wrote a comment upon the Apocalypse, in which this verse is applied, in explaining the 5th verse of the first chapter of the Revelation".[273]

Medieval use

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Fourth Lateran Council

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In the Middle Ages a Trinitarian doctrinal debate arose around the position of Joachim of Florence (1135–1202) which was different from the more traditional view of Peter Lombard (c. 1100–1160). When the Fourth Council of the Lateran was held in 1215 at Rome, with hundreds of Bishops attending, the understanding of the heavenly witnesses was a primary point in siding with Lombard, against the writing of Joachim.

«For, he says, Christ's faithful are not one in the sense of a single reality which is common to all. They are one only in this sense, that they form one church through the unity of the catholic faith, and finally one kingdom through a union of indissoluble charity. Thus we read in the canonical letter of John: For there are three that bear witness in heaven, the Father and the Word and the holy Spirit, and these three are one; and he immediately adds, And the three that bear witness on earth are the spirit, water and blood, and the three are one, according to some manuscripts.[274]»

The Council thus printed the verse in both Latin and Greek, and this may have contributed to later scholarship references in Greek to the verse. The reference to "some manuscripts" showed an acknowledgment of textual issues, yet this likely related to "and the three are one" in verse eight, not the heavenly witnesses in verse seven.[275] The manuscript issue for the final phrase in verse eight and the commentary by Thomas Aquinas were an influence upon the text and note of the Complutensian Polyglot.

Latin commentaries

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In this period, the greater portion of Bible commentary was written in Latin. The references in this era are extensive and wide-ranging. Some of the better-known writers who utilized the comma as scripture, in addition to Peter Lombard and Joachim of Fiore, include Gerbert of Aurillac (Pope Sylvester), Peter Abelard, Bernard of Clairvaux, Duns Scotus, Roger of Wendover (historian, including the Lateran Council), Thomas Aquinas (many verse uses, including one which has Origen relating to "the three that give witness in heaven"), William of Ockham (of razor fame), Nicholas of Lyra and the commentary of the Glossa Ordinaria.

Greek commentaries

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Emanual Calecas in the 14th and Joseph Bryennius (c. 1350–1430) in the 15th century reference the comma in their Greek writings.

The Orthodox accepted the comma as Johannine scripture notwithstanding its absence in the Greek manuscripts line. The Orthodox Confession of Faith, published in Greek in 1643 by the multilingual scholar Peter Mogila specifically references the comma. "Accordingly the Evangelist teacheth (1 John v. 7.) There are three that bear Record in Heaven, the Father, the Word, and the Holy Ghost and these three are one …"[276]

Armenia – Synod of Sis

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The Epistle of Gregory, the Bishop of Sis, to Haitho c. 1270 utilized 1 John 5:7 in the context of the use of water in the mass. The Synod of Sis of 1307 expressly cited the verse, and deepened the relationship with Rome.

Commentators generally see the Armenian text from the 13th century on as having been modified by the interaction with the Latin church and Bible, including the addition of the comma in some manuscripts.

Manuscripts and special notations

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There are a number of special manuscript notations and entries relating to 1 John 5:7. Vulgate scholar Samuel Berger reports on MS 13174 in the Bibliothèque nationale in Paris that shows the scribe listing four distinct textual variations of the heavenly witnesses. Three are understood by the scribe to have textual lineages of Athanasius, Augustine and Fulgentius.[277] The Franciscan Correctorium gives a note about there being manuscripts with the verses transposed.[278] The Regensburg ms. referenced by Fickermann discusses the positions of Jerome and Augustine. The Glossa Ordinaria discusses the Vulgate Prologue in the Preface, in addition to its commentary section on the verse. John J. Contrini in Haimo of Auxerre, Abbot of Sasceium (Cessy-les-Bois), and a New Sermon on I John v. 4–10 discusses a 9th-century manuscript and the Leiden sermon.

Inclusion by Erasmus

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Desiderius Erasmus in 1523.

The central figure in the 16th-century history of the Johannine Comma is the humanist Erasmus,[279] and his efforts leading to the publication of the Greek New Testament. The comma was omitted in the first edition in 1516, the Nouum instrumentum omne: diligenter ab Erasmo Roterodamo recognitum et emendatum and the second edition of 1519. The verse is placed in the third edition, published in 1522, and those of 1527 and 1535.

Erasmus included the comma, with commentary, in his paraphrase edition, first published in 1520.[280] And in Ratio seu methodus compendio perueniendi ad ueram theologiam, first published in 1518, Erasmus included the comma in the interpretation of John 12 and 13. Erasmian scholar John Jack Bateman, discussing the Paraphrase and the Ratio uerae theologiae, says of these uses of the comma that "Erasmus attributes some authority to it despite any doubts he had about its transmission in the Greek text."[281]

This photograph shows Greek text of 1 John 5:3–10 which is missing the Comma Johanneum. This text was published in 1524.

The New Testament of Erasmus provoked critical responses that focused on a number of verses, including his text and translation decisions on Template:Bibleverse, John 1:1, Template:Bibleverse, Template:Bibleverse and Philippians 2:6. The absence of the comma from the first two editions received a sharp response from churchmen and scholars, and was discussed and defended by Erasmus in the correspondence with Edward Lee and Diego López de Zúñiga (Stunica), and Erasmus is also known to have referenced the verse in correspondence with Antoine Brugnard in 1518.[282] The first two Erasmus editions only had a small note about the verse. The major Erasmus writing regarding comma issues was in the Annotationes to the third edition of 1522, expanded in the fourth edition of 1527 and then given a small addition in the fifth edition of 1535.

Erasmus is said to have replied to his critics that the comma did not occur in any of the Greek manuscripts he could find, but that he would add it to future editions if it appeared in a single Greek manuscript. Such a manuscript was subsequently produced, some say concocted, by a Franciscan, and Erasmus, true to his word, added the comma to his 1522 edition, but with a lengthy footnote setting out his suspicion that the manuscript had been prepared expressly to confute him. This change was accepted into editions based on the Textus Receptus, the chief source for the King James Version, thereby fixing the comma firmly in the English-language scriptures for centuries.[283] There is no explicit evidence, however, that such a promise was ever made.[284]

The authenticity of the story of Erasmus is questioned by many scholars. Bruce Metzger removed this story from his book's ( The Text of the New Testament ) third edition although it was included in the first and second editions in the same book.[285]

Modern reception

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Comma in Codex Ottobonianus (629 Gregory-Aland)
Hē Kainē Diathēkē 1859, with Griesbach's text of the New Testament. The English note is from the 1859 editor, with reasons for omitting the Johannine Comma.

In 1807 Charles Butler[286] described the dispute to that point as consisting of three distinct phases.

Erasmus and the Reformation

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The 1st phase began with the disputes and correspondence involving Erasmus with Edward Lee followed by Jacobus Stunica. And about the 16th-century controversies, Thomas Burgess summarized "In the sixteenth century its chief opponents were Socinus, Blandrata, and the Fratres Poloni; its defenders, Ley, Beza, Bellarmine, and Sixtus Senensis."[287] In the 17th century John Selden in Latin and Francis Cheynell and Henry Hammond were English writers with studies on the verse, Johann Gerhard and Abraham Calovius from the German Lutherans, writing in Latin.

Simon, Newton, Mill and Bengel

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The 2nd dispute stage begins with Sandius, the Arian around 1670. Francis Turretin published De Tribus Testibus Coelestibus in 1674 and the verse was a central focus of the writings of Symon Patrick. In 1689 the attack on authenticity by Richard Simon was published in English, in his Critical History of the Text of the New Testament. Many responded directly to the views of Simon, including Thomas Smith,[288] Friedrich Kettner,[289] James Benigne Bossuet,[290] Johann Majus, Thomas Ittigius, Abraham Taylor[291] and the published sermons of Edmund Calamy. There was the famous verse defences by John Mill and later by Johann Bengel. Also in this era was the David Martin and Thomas Emlyn debate. There were attacks on authenticity by Richard Bentley and Samuel Clarke and William Whiston and defence of authenticity by John Guyse in the Practical Expositor. There were writings by numerous additional scholars, including posthumous publication in London of Isaac Newton's Two Letters in 1754 (An Historical Account of Two Notable Corruptions of Scripture), which he had written to John Locke in 1690. The mariner's compass poem of Bengel was given in a slightly modified form by John Wesley.[292]

Travis and Porson debate

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The third stage of the controversy begins with the quote from Edward Gibbon in 1776:

Even the Scriptures themselves were profaned by their rash and sacrilegious hands. The memorable text, which asserts the unity of the three who bear witness in heaven, is condemned by the universal silence of the orthodox fathers, ancient versions, and authentic manuscripts. It was first alleged by the Catholic bishops whom Hunneric summoned to the conference of Carthage. An allegorical interpretation, in the form, perhaps, of a marginal note, invaded the text of the Latin Bibles, which were renewed and corrected in a dark period of ten centuries.[293]

It is followed by the response of George Travis that led to the Porson–Travis debate. In the 1794 3rd edition of Letters to Edward Gibbon, Travis included a 42-part appendix with source references. Another event coincided with the inauguration of this stage of the debate: "a great stirring in sacred science was certainly going on. Griesbach's first edition of the New Testament (1775–7) marks the commencement of a new era."[294] The Griesbach GNT provided an alternative to the Received Text editions to assist as scholarship textual legitimacy for opponents of the verse.

19th century

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Some highlights from this era are the Nicholas Wiseman Old Latin and Speculum scholarship, the defence of the verse by the Germans Sander, Besser and Mayer, the Charles Forster New Plea book which revisited Richard Porson's arguments, and the earlier work by his friend Arthur-Marie Le Hir,[295] Discoveries included the Priscillian reference and Exposito Fidei. Also Old Latin manuscripts including La Cava, and the moving up of the date of the Vulgate Prologue due to its being found in Codex Fuldensis. Ezra Abbot wrote on 1 John V.7 and Luther's German Bible and Scrivener's analysis came forth in Six Lectures and Plain Introduction. In the 1881 Revision came the full removal of the verse.[296] Daniel McCarthy noted the change in position among the textual scholars,[297] and in French there was the sharp Roman Catholic debate in the 1880s involving Pierre Rambouillet, Auguste-François Maunoury, Jean Michel Alfred Vacant, Elie Philippe and Paulin Martin.[298] In Germany Wilhelm Kölling defended authenticity, and in Ireland Charles Vincent Dolman wrote about the Revision and the comma in the Dublin Review, noting that "the heavenly witnesses have departed".[299]

20th century

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The 20th century saw the scholarship of Alan England Brooke and Joseph Pohle, the RCC controversy following the 1897 Papal declaration as to whether the verse could be challenged by Catholic scholars, the Karl Künstle Priscillian-origin theory, the detailed scholarship of Augustus Bludau in many papers, the Eduard Riggenbach book, and the Franz Pieper and Edward F. Hills defences. There were specialty papers by Anton Baumstark (Syriac reference), Norbert Fickermann (Augustine), Claude Jenkins (Bede), Mateo del Alamo, Teófilo Ayuso Marazuela, Franz Posset (Luther) and Rykle Borger (Peshitta). Verse dismissals, such as that given by Bruce Metzger, became popular.[300] There was the fine technical scholarship of Raymond Brown. And the continuing publication and studies of the Erasmus correspondence, writings and Annotations, some with English translation. From Germany came Walter Thiele's Old Latin studies and sympathy for the comma being in the Bible of Cyprian, and the research by Henk de Jonge on Erasmus and the Received Text and the comma.

Recent scholarship

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The last 20 years have seen a popular revival of interest in the historic verse controversies and the textual debate. Factors include the growth of interest in the Received Text and the Authorized Version (including the King James Version Only movement) and the questioning of Critical Text theories, the 1995 book by Michael Maynard documenting the historical debate on 1 John 5:7, and the internet ability to spur research and discussion with participatory interaction. In this period, King James Bible defenders and opponents wrote a number of papers on the Johannine Comma, usually published in evangelical literature and on the internet. In textual criticism scholarship circles, the book by Klaus Wachtel Der byzantinische Text der katholischen Briefe: Eine Untersuchung zur Entstehung der Koine des Neuen Testaments, 1995 contains a section with detailed studies on the Comma. Similarly, Der einzig wahre Bibeltext?, published in 2006 by K. Martin Heide. Special interest has been given to the studies of the Codex Vaticanus umlauts by Philip Barton Payne and Paul Canart, senior paleographer at the Vatican Library.[301] The Erasmus studies have continued, including research on the Valladolid inquiry by Peter G. Bietenholz and Lu Ann Homza. Jan Krans has written on conjectural emendation and other textual topics, looking closely at the Received Text work of Erasmus and Beza. And some elements of the recent scholarship commentary have been especially dismissive and negative.[302]

Catholic Church

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The Catholic Church at the Council of Trent in 1546 defined the Biblical canon as "the entire books with all their parts, as these have been wont to be read in the Catholic Church and are contained in the old Latin Vulgate". The Comma appeared in both the Sixtine (1590) and the Clementine (1592) editions of the Vulgate.[303] Although the revised Vulgate contained the Comma, the earliest known copies did not, leaving the status of the Comma Johanneum unclear.[178] On 13 January 1897, during a period of reaction in the Church, the Holy Office decreed that Catholic theologians could not "with safety" deny or call into doubt the Comma's authenticity. Pope Leo XIII approved this decision two days later, though his approval was not in forma specifica[178]—that is, Leo XIII did not invest his full papal authority in the matter, leaving the decree with the ordinary authority possessed by the Holy Office. Three decades later, on 2 June 1927, Pope Pius XI decreed that the Comma Johanneum was open to investigation.[304][305]

King James Only movement

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In more recent years, the Comma has become relevant to the King James Only Movement, a largely Protestant development most prevalent within the fundamentalist and Independent Baptist branch of the Baptist churches. Many proponents view the Comma as an important Trinitarian text.[306] The defence of the verse by Edward Freer Hills in 1956 as part of his defence of the Textus Receptus The King James Version Defended The Johannine Comma (1 John 5:7) was unusual due to Hills' textual criticism scholarship credentials.

Grammatical analysis

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In 1 John 5:7–8 in the Received Text, the following words appear (the words in bold print are the words of the Johannine Comma).

«(Received Text) 1 John 5:7 … οἱ μαρτυροῦντες ἐν τῷ οὐρανῷ ὁ πατὴρ ὁ λόγος καὶ τὸ ἅγιον πνεῦμα … 8 … οἱ μαρτυροῦντες ἐν τῇ γῇ τὸ πνεῦμα καὶ τὸ ὕδωρ καὶ τὸ αἷμα …

5:7 … THE-ONES bearing-witness in the heaven (THE Father, THE Word and THE Holy Spirit) … 8 … THE-ONES bearing-witness on the earth (THE Spirit and THE water and THE blood) …»

In 1 John 5:7–8 in the Critical Text and Majority Text, the following words appear.

«(Critical Text and Majority Text) 1 John 5:7 … οἱ μαρτυροῦντες 8 τὸ πνεῦμα καὶ τὸ ὕδωρ καὶ τὸ αἷμα …

5:7 … THE-ONES bearing-witness 8 (THE Spirit and THE water and THE blood) …»

According to Johann Bengel,[307] Eugenius Bulgaris,[308] John Oxlee[309] and Daniel Wallace,[310] each article-participle phrase (οἱ μαρτυροῦντες [THE-ONES bearing-witness]) in 1 John 5:7–8 functions as a substantive and agrees with the natural gender (masculine) of the idea being expressed (persons), to which three subsequent appositional (added for clarification) articular (preceded by an article) nouns (ὁ πατὴρ ὁ λόγος καὶ τὸ ἅγιον πνεῦμα [THE Father, THE Word and THE Holy Spirit] / τὸ πνεῦμα καὶ τὸ ὕδωρ καὶ τὸ αἷμα [THE Spirit and THE water and THE blood]) are added.

According to Frederick Nolan,[311] Robert Dabney[312] and Edward Hills,[313] each article-participle phrase (οἱ μαρτυροῦντες [THE bearing-witness]) in 1 John 5:7–8 functions as an adjective that modifies the three subsequent articular nouns (ὁ πατὴρ ὁ λόγος καὶ τὸ ἅγιον πνεῦμα [THE Father, THE Word and THE Holy Spirit] / τὸ πνεῦμα καὶ τὸ ὕδωρ καὶ τὸ αἷμα [THE Spirit and THE water and THE blood]) and therefore must agree with the grammatical gender (masculine / neuter) of the first subsequent articular noun (ὁ πατὴρ [THE Father] / τὸ πνεῦμα [THE Spirit]).

Titus 2:13 is an example of how an article-adjective (or article-participle) phrase looks when it functions as an adjective that modifies multiple subsequent nouns.

«(Received Text) Titus 2:13 … τὴν μακαρίαν ἐλπίδα καὶ ἐπιφάνειαν …

2:13 … THE blessed hope and appearance …»

Matthew 23:23 is an example of how an article-adjective (or article-participle) phrase looks when it functions as a substantive to which multiple subsequent appositional articular nouns are added.

«(Received Text) Matthew 23:23 … τὰ βαρύτερα τοῦ νόμου τὴν κρίσιν καὶ τὸν ἔλεον καὶ τὴν πίστιν …

23:23 … THE-THINGS weightier of-the Law (THE judgment and THE mercy and THE faith) …»

According to Bengel, Bulgaris, Oxlee and Wallace, 1 John 5:7–8 is like Matthew 23:23, not like Titus 2:13.

According to Nolan, Dabney and Hills, 1 John 5:7–8 is like Titus 2:13, not like Matthew 23:23.

Other disputed New Testament passages

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References

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  1. ^ Il comma:
    • non è presente nei tre codici (IV-V secolo) considerati più autorevoli in assoluto (Sinaitico, Vaticano e Alessandrino), nel caso del codice Vaticano però prima del verso 8 è presente un "umlaut" (metodo dei due puntini - in questo caso 3 - che segnalano l'esistenza di una variante del testo non scritta nel codice di riferimento) vedi pag. 1441 a sinistra della colonna centrale, rigo 37: Manuscript Vat.gr.1209
    Nei testi più antichi in altre lingue:
    • non è presente nelle edizioni Copta, Armena, Georgiana, Etiopica, Araba, Slava, Gotica e Siriaca. Nel caso della Siriaca in lingua Peshitta però secondo alcuni ci sarebbe una traccia in quanto il verso ha la congiunzione e ce ne sono (ܘܐܝܬܝܗܘ) invece di avere perché. Questa congiunzione si trova solo nelle versioni con il comma dove qui però non è presente: ܘܐܝܬܝܗܘ ܢ ܬܠܬܐ ܤܗܕܝܢ ܪܘܚܐ ܘܡܝܐ ܘܕܡܐ ܘܬܠܬܝܗܘܢ ܒܚܕ ܐܢܘܢ che si traduce: E ce ne sono tre che testimoniano, lo Spirito, l'acqua e il sangue; e questi tre sono in uno.
    per maggiori informazioni: Like the Vulgate, the Syriac Peshitta has a trace of the Comma Nei manoscritti latini:
    • non è presente nei manoscritti latini più antichi che derivano dalla Vulgata latina (VI-VII secolo)
    • è presente in manoscritti minori (VIII-X secolo) della Vulgata e 9 manoscritti (XI-XII secolo)
    • è presente in più del 90% degli oltre 8000 manoscritti derivati dalla vulgata latina
    • in tutti i manoscritti latini (VI-X secolo)che derivano direttamente dalla Vetus Latina (II-III secolo)
    nei circa 5300 manoscritti greci solo circa 500 presentano 1 Gv 5, 7-8 o parte di esso e di questi:
    • non è presente nel testo dei 14 manoscritti greci più antichi (IV secolo-IX secolo) che hanno 1 Gv 5, 7-8(di cui solo 5 manoscritti veramente antichi-IV/VI secolo-:01,02,03,048,0296; e 9 tardo-antichi-IX secolo-:018,020,025,049,1424,1862,1895,044,33-questo ultimo ha verso danneggiato e uno strappo isolato del margine in riferimento al verso)
    • è presente solo in 10 manoscritti (X-XVIII secolo), 5 dei quali come aggiunta a margine (ritenuti del XVI-XVIII secolo), 5 all'interno del testo(XIV-XVIII) ; alcuni però vengono considerati derivati da testo latino, 2 di questi manoscritti sono molto recenti (XVII-XVIII secolo)
    per maggiori informazioni vedi: Il comma giovanneo, A Defense of the Johannine Comma pagine 2-3-4, A Defense of 1 John 5:7
  2. ^ Tra questi: Bruce M. Metzger, Walter Thiele, William Bowyer, D. Edmond Hiebert, C.C. Ryrie e altri su questa linea di pensiero affermano in linea generale che siccome i manoscritti greci per lo più non presentano il Comma, soprattutto i più antichi, e quelli che lo presentano sono aggiunte o correzioni successive (XVI-XVIII secolo soprattutto) sono prove evidenti che non era presente nel testo originale(Qualcuno però supporta l' idea che l'interpolazione sia partita dal testo greco e che poi si sia diffusa nei manoscritti più antichi: vetus latina, vetus siriaca, ecc) ; mentre per i manoscritti latini la Vetus Latina si è dimostrata poco affidabile in vari punti. Per la Vulgata non ci sono prove che fosse presente nelle prime redazioni e il Prologo alle lettere cattoliche (denuncia di eliminazione di 1 Gv 5, 7 da parte di alcuni traduttori) nel Codex Fuldensis è in realtà un'opera successiva e non attendibile. In poche parole, la variante 1 Gv 5, 7 non sarebbe altro che un'interpretazione Trinitaria dei Padri della Chiesa (Agostino, Contra Maximinum 2.22.3) per lo Spirito, il sangue e l'acqua (sarebbero figure del Padre, Figlio e Spirito Santo) messa dapprima come nota esplicativa, poi o per errore o per l'ardire di un copista entrata nel testo biblico. Per approfondire:
    • Bruce Metzger, Bart Ehrman. (1994). The Text of the New Testament: Its Transmission, Corruption, and Restoration (quarta edizione rivista) Stoccarda: Deutsche Biblegesellschaft. ISBN 978-3-438-06010-5
    • Thiele, Walter (1959). "Beobachtungen zum Comma Iohanneum (I Joh 5 7 f.)". Zeitschrift für die Neutestamentliche Wissenschaft und die Kunde der Älteren Kirche (in tedesco). 50 (1). doi : 10.1515 / zntw.1959.50.1.61
    • D. Edmond Hiebert, The Epistles of John: An Expositional Commentary, BJU Press, 1991
    • C.C. Ryrie, The Ryrie Study Bible: King James Version, Expanded Edition (1994)
  3. ^ Tra questi C. Forster, John Gill, David Martin e altri affermano in linea generale che mentre in area greca non abbiamo nessun manoscritto greco antico (IV-X secolo) che presenti il comma, nell'area latina i manoscritti (VI-X secolo) che derivano dalla Vetus Latina (II-III secolo) riportano quasi tutti il comma. A questo danno una spiegazione dicendo che il Sabellianesimo prima ha fatto desistere alcuni Padri dall'utilizzare il comma (Eusebio di Cesarea, De Ecclesiastica Theologia 3.3-3.4; vedi Migne Patrologia Graeca Vol 24: pagg 1001 C-1004 A); l'Arianesimo successivamente avendo per un certo periodo avuto l'appoggio degli imperatori Costantino e Costanzo abbiano tramite questo espunto il comma dai manoscritti greci ed altre opere (operazioni denunciate da San Girolamo:Prologo alle lettere cattoliche e Socrate Scolastico: Historia Ecclesiastica VII,32); Perciò bisogna concentrarsi e tenere in maggiore considerazione le opere patristiche dove sono presenti forti richiami al Comma e parziali citazioni testuali; infatti, in questo senso, in alcuni padri greci (dal III -IV secolo in poi) il comma è presente, sintomo che esistevano manoscritti greci col comma nel periodo antico. Per approfondire:
    • John Gill, An Exposition of the New Testament (3 volumi, 1746–48), commenti su I Giovanni 5: 7
    • David Martin, Deux dissertations critiques: la première sur le verset 7. du ch. 5. de la I Epist. de S. Jean (1717)
    • Charles Forster, A new plea for the authenticity of the text of the three heavenly witnesses (1867).
  4. ^ Vittore di Vita riporta in Historia persecutionis Africanae Provinciae 2, 82; ne tramanda una parte un pò differente nel verbo:

    «tres sunt qui testimonium perhibent in caelo:Pater, Verbum et Spiritus Sanctus et hi tres unum sunt»

    o in alcune opere al posto di Verbum c'è Filius e altre varie piccole differenze nella formulazione vedi anche: *NA28 nota 101
  5. ^ per esempio Testo 177 minuscolo presenta testo a margine con numerazione del verso dunque aggiunta posteriore al 1551 dove manca l'articolo ο per Padre, Logos e Spirito Santo:οτι τρεις εισιν οι μαρτυρουντες εν ουρανω: πατηρ, λογος, και πνευμα αγιον, και οι τρεις εις το εν εισιν per approfondimenti vedi:177mg:The Comma Johanneum in an Overlooked Manuscript oppure nel Codex Monfortianus manca sia gli articoli per tutti i testimoni (in Spirito,acqua,sangue / Padre, Logos e Spirito Santo) e c'è scritto Spirito Santo invece di solo Spirito; il termine Spirito Santo(πνευμα αγιον) si presenta al contrario in questi minuscoli rispetto al testo di Erasmo(αγιον πνευμα):

    «"δι' ὕδατος καὶ αἵματος καὶ πνεύματος ἁγίου"»

    «per l'acqua e il sangue e lo Spirito Santo»

    «...πατηρ, λογος, και πνευμα αγιον...»

    «... Padre, Logos e Spirito Santo...»

    Vedi UBS3, p. 823. Per questo testo si veda: Textual variants in the First Epistle of John. Bart D. Ehrman identified this reading as Orthodox corrupt reading; Bart D. Ehrman, The Orthodox Corruption of Scripture, Oxford University Press, Oxford 1993, p. 60.

  6. ^ Nel Codex Wizanburgensis (750) anche chiamato Codex Guelferbytanus 99 Weissenburgensis si presenta cosi:

    «quia tres sunt qui testimonium dant spiritus et aqua et sanguis. et tres unum sunt. Sicut etiam in caelum tres sunt pater. verbum. et spiritus. et tres unum sunt»

    vedi: Wizanburgensis revisited

  7. ^ In Priscilliano(384), Liber Apologeticus I, 4 si presenta cosi:

    «Tria sunt quae testimonium dicunt in terra acqua caro et sanguis et haec tria in unum sunt, et tria sunt quae testimonium dicent in caelo pater verbum et spiritus e haiec tria unum sunt in Christo Iesu»

  8. ^ 1 Gv 5, 7-8 Textus Receptus online
  9. ^ Poliglotta Complutense Digitale volume 4, pagg 412-413, riga 49-1
  10. ^ Novum Instrumentun Omne, Terza edizione, I Giovanni, cap V, pag 522 riga 22-25
  11. ^ Textus Receptus John 5
  12. ^ Gv 5,7-8 nel testo della Vulgata Sixto-Clementina. In alternativa testo Vulgata Clementina(1592) in pdf
  13. ^ 5,7-8
  14. ^ Erasmo in modo particolare decise di mettere gli articoli alle Tre Persone Divine e di lasciare ουτοι (trad. Questi) nella frase e i Tre sono Uno
  15. ^ Gregorio Nazianzeno Oratio 31, 9-20 e 45, 4.30: Gregorio Nazianzeno allude in vari modi al fatto che le Tre Persone Divine non abbiano gli articoli(Oratio 31, 13; Oratio 45, 4) e che il testo delle due testimonianze sia simile ma non uguale(Oratio 31, 19-20)
  16. ^ Atanasio o Pseudo-Atanasio, Quaestiones Aliae, 117-123: qui c'è una probabile citazione testuale delle Tre persone divine senza gli articoli; Disputatio Contra Arium 1556-1558: qui è presente una citazione testuale Tre sono Uno ma manca l'εις della testimonianza dello Spirito sangue e acqua perciò è un probabile riferimento al testo della testimonianza celeste
  17. ^ Non è chiaro se come sembra che alcuni Padri Greci(IV-XIII secolo), ma soprattutto agli eretici vengono attribuite differenti finali(nel caso degli eretici anche tutto il testo può essere al neutro) del comma al neutro (di cui alcuni citano anche un finale neutro in latino:Priscilliano, Apologeticus I, 4):

    «τὸ ἕν τὰ τρια/τὸ ἕν τρια/ἕν τὰ τρια/ἕν τρια/τρια ἕν/ecc.»

    e/o sia un modo velato da parte degli autori patristici greci per riferirsi al Comma come appare in alcuni contesti in cui vengono citate tali forme al neutro(vedi:New criticisms on the celebrated text, 1 John V. 7. "For there are three that bear record in heaven, the Father, the Word, and the Holy Ghost; and these three are one." A synodical lecture pagg 55-79)
  18. ^ un'altra possibilità visto il contesto, alcune forme invertite di questa parte del testo, la non presenza di in terra nei manoscritti in greco tranne quelli che hanno legami col latino, ci sarebbe la possibilità di questa forma:

    «Οτι τρεῖς εισιν οι μαρτυρουντες το Πνευμα και το υδωρ και το αιμα και οι τρεις εις τὸ ἕν εἰσιν και τρεῖς εισιν οι μαρτυρουντες εν τω ουρανω Πατὴρ καὶ Λόγος καὶ Πνεῦµα ἅγιον καὶ οἱ τρεῖς τὸ ἕν εἰσιν»

  19. ^ Un'altra possibile traduzione rispondente al significato del testo potrebbe essere anche:

    «Poichè tre sono che rendono testimonianza in cielo: (un/il) Padre, (una/la) Parola e (uno/lo) Spirito Santo e i Tre sono Uno e tre sono che rendono testimonianza in terra: lo Spirito , l'acqua e il sangue e i tre sono in uno»

  20. ^ Tra quelli più famosi che ritengono il Comma spurio: Bruce Metzger, Richard Porson, Edward Gibbon, Grantley McDonald, Isaac Newton, Milton Quarterly, Raymond Brown e tanti altri
  21. ^ I sostenitori del Comma come spurio affermano che Tertulliano(Adversus Praxean. 25.1;De Pudicitia 21, 16;) citi in realtà Gv 10,30 (Io e il Padre siamo uno) a cui unisce il verso di 1 Gv 5, 8(letterale:e i tre sono uno non citato) allargandolo così allo Spirito Santo. Il Metzger e B. Wallace che riprende il Metzger afferma che Cipriano(De catholicae Ecclesiae I, 6;), che riprende per alcuni Tertulliano(Girolamo, lettera 84, 2), cita unicamente il solo sunto e i tre sono uno a cui applica la Trinità del Padre,Figlio e Spirito Santo. A cui aggiungono come ulteriore conferma della provenienza spuria spagnola-nord africana del Comma il fatto che molti dei primi manoscritti di radice vetus latina(VI-X secolo) trovati che contengono il Comma provengono da queste regioni. Vedi: I sostenitori dell'autenticità del Comma come John Gill, ma anche alcuni sostenitori della spurietà ritengono che Tertulliano stia alludendo al Comma e che Cipriano lo stia citando, poichè ipotizzano presente nella loro copia:
  22. ^ Bruce Metzger, The Text of the New Testament: Its Transmission, Corruption, and Restoration, 4th edition pagg 147-148
  23. ^ Secondo i sostenitori del Comma spurio tra i primi ci sarebbe Origene che avrebbe visto le parole (spirito/acqua/sangue) in chiave allegorica vedendoci la Trinità e messa a margine del testo in una delle sue glosse. A conferma che era pratica comune alcuni riprendono le parole di Eucherio di Lione (De questionibus difficilioribus Novi Testamenti,Instructione I,CSEL 31: 138:acqua=Padre, sangue=Cristo, spirito=Spirito Santo)ma i più, con un'interpretazione mistica, comprendono la Trinità stessa e Agostino che fa un allegoria simile, anche se differente (Contra Maximinus II, 22, 3:Spirito=Padre, sangue=Cristo, acqua=Spirito Santo) I sostenitori dell'autenticità invece ribattono che Origene, (Scholia Psalmos 122-123-, 2) stia alludendo al Comma, che Eucherio(Formularum Spiritualis Intelligentiae, XI, III) conoscesse il verso che infatti è presente nelle patrologie latine(per alcuni un interpolazione) e infine ci sarebbe un allusione palese in Agostino(De Civitate Dei contra Paganos, V, 11):
  24. ^ Priscilliano (384) in Liber Apologeticus, I, 4;Alcuni studiosi come Karl Kunstle (1905) suggeriscono Priscilliano come l'autore e inseritore del Comma nel testo biblico. Invece Joseph Denk(1906) ritiene che sia presente nella Vetus Itala, poiche se fosse stato inventato da Priscilliano, Girolamo l'avrebbe smascherato e denunciato:
  25. ^ Raymond Brown,Appendix to his Commentary of John’s Epistles, breve estratto dell'opera
  26. ^ Tra gli scrittori di lingua latina era uso solito includere versi espansi nei manoscritti come nei Codex Vercellensis e il Codex Sangermanensis esempi sono versioni allungate di Matteo 3,15(una luce brillante terrorizzò i presenti al battesimo di Gesù), Luca 23, 5 (Egli allontana da noi sia i nostri figli che le nostre mogli e non battezza come noi) o Marco 16, 3(descrive Gesù risorto). Per approfondire vedi:
  27. ^ Durante il Concilio di Cartagine(484) viene usato il Comma nella professione di fede da parte di 350 vescovi contro il re vandalo Huneric :
  28. ^ Idacius Clarus(350) o Vigilio Tipsensis(484) o Altro Autore in Contra Marivadum Arianum, PL 62, col 0359B: Raymond Brown e molti altri studiosi del Comma spurio ritengono improbabile che Idacius Clarus abbia scritto quest'opera e ritengono invece più probabile Vigilio Tapsensis che scrive sotto lo pseudonimo di Idacius Clarus: Gli studiosi favorevoli all'autenticità del Comma, tra i primi Roberto Bellarmino(1602), invece per lo più lo ritengono un opera autentica di Idacius Clarus: Un altra citazione è in Pseudo Agostino o Anonimo(V secolo),Liber de divinis Scripturis sive Speculum, CSEL 12, 314
  29. ^ Walter Thiele su questo analizza e ipotizza appunto un collegameto che lui chiama catena tra le varie citazioni o presunte tali del Comma supponendo che la fonte in realtà sia tra i primi manoscritti greci: Questa tesi potrebbe essere avvallata anche dall'Umlauts Vaticano e dai problemi di collegamento sintattico (tra il verso 1 Gv 5, 6; e 1 Gv 5, 7;) che si riscontrano in alcuni antichi manoscritti in peshitta (V secolo), copto (IV-V secolo) e arabo(IX secolo) che non rispettano la struttura del testo in greco pervenutaci nei manoscritti dello stesso periodo fino al XII secolo (per maggiori informazioni sui problemi sintattici vedere la sezione sulle origini del Comma relativa agli studiosi pro autenticità), di cui sono a seconda dei casi più o meno dipendenti; Perciò i testi greci dei primi secoli avrebbero avuto tale interpolazione poi assorbita dalle vetus latina ,vetus siriaca, ecc;e solo dopo cercata di eliminare in modo non perfetto presentando perciò tali problemi e indizi nel testo
  30. ^ Nei testi più antichi a nostra disposizione in varie lingue: non è presente nelle edizioni ne Latina(fino al VI secolo) ne Greca(fino al XII-XIII secolo datazione attribuita al margine non al manoscritto); tanto meno Copta, Armena, Georgiana, Etiopica, Araba, Slava, Gotica e Siriaca In particolare 3 manoscritti vengono presi come riferimento(fine IV secolo-V secolo):Codex Sinaitico, Codex Vaticano, Codex Alessandrino non presentano nel testo o fuori il Comma:
  31. ^ Richard Porson fa un elenco degli autori greci che non citano le parole del Comma; Il Metzer seguito da molti altri studiosi afferma che il passo non viene citato dai Padri Greci:
  32. ^ Tra quelli più famosi che ritengono il Comma autentico: George Travis, David Martin, Donald Waite, Thomas Holland, John Gill, Frederick Nolan, Robert Dabney, Charles Forster e molti altri
  33. ^ Clemente Alessandrino (150-215) fa un allusione in Eclogae Propheticae 13,1; I sostenitori del Comma spurio rifiutano ciò in forza di un porzione di opera ritrovata di Clemente Alessandrino, Adumbrationes Clementis Alexandrini in epistolas canonicas, frammento I, sezione 3,23-28 dove fa un analisi del testo dell'epistola di Giovanni verso per verso(anche se in certi punti salta il contenuto) e ai versi di riferimento cita solo dei testimoni terrestri senza menzionare quelli celesti. Alcuni studiosi considerano l 'opera Eclogae Propheticae di Pseudo-Clemente Alessandrino:
  34. ^ Origene (185–254)o Pseudo-Origene(IV secolo) in Scholia Psalmos 123, 2:vari sostenitori del Comma hanno considerato questo un riferimento allusivo al Comma poiché nei testi patristici(PG 12 col 1633D-1634D) l'allegoria alla Trinità termina con:οἱ γὰρ τρεῖς τὸ ἕν εἰσιν(perché questi tre sono Uno);però nell'unico manoscritto (Folio 236v-482 von 567-, rigo 34-35 della scritta a margine) esistente dello scholia termina con:οἱ γὰρ τρεῖς εἰς τὸ ἕν εἰσιν(perché questi tre sono in uno) che fa apparire il pensiero di Origene più come una reinterpretazione letterale del finale del verso considerato canonico per applicarlo alle tre persone Divine, secondo alcuni la differenza è data dal fatto che venne usato un manoscritto differente con questa variante, sulla base delle lievi differenze che ci sono tra il testo stampato di Cordler e il testo del manoscritto(vedi qui pagg 588-591) ma al momento una prova decisiva in favore di tale tesi non c'è; Inoltre, Tommaso D'Aquino riferisce una frase in correlazione a Origene: i tre, che danno testimonianza in cielo(Tommaso d'Aquino,The Trinity and The Unicity of The Intellect-Tradotto da Rose Emmanuela Brennan-2009, The Trinity, articolo 4 Domanda 3 pag 93) o opera in latino [84536 Sulla Trinità, parte 2 q. 3a. 4 co. 2]; ma non si comprende se questa sia solo una citazione biblica che mette in correlazione col riutilizzo degli insegnamenti platonici che Origene riteneva di riutilizzare in correlazione alla fede o sia anche una vera e propria citazione di un pensiero di Origene
  35. ^ Gregorio Nazianzeno in Oratio 31, 9-20; Gli studiosi dell'autenticità del Comma considerano di solito solo ...i tre sono uno... del capitolo 9 come riferimento al Comma ma allargando l'analisi sino al capitolo 20 dove tutto l'argomento riguarda la confutazione di ragionamenti eretici si nota, forse per una sorta di esercizio retorico come si alluda al Comma per pezzi durante il suo discorso. In particolare in Oratio 31, 13 parla di ... Dio e Dio e Dio...( θεὀς,...,και θεὀς και θεὀς...), che sembra richiamare le varianti del Comma senza articolo presenti in alcuni manoscritti ( ... Πατηρ, Λογος, και Πνευμα Αγιον...trad letterale: un Padre, una Parola e uno Spirito Santo: di cui un altro riferimento di Gregorio su cui e dubbio sia il riferimento che la paternità dell'opera si ha in:Migne PG Vol 10 col 1105D-1108B); e infine in Oratio 31, 19 nella connumerazione di cose non consustanziali parla di due costellazioni(del cane e cancro), che rimanda al cielo; in modo più ampio la specificazione della provenienza dei vari tipi di cane e cancro sembra un riferimento alla specificazione della provenienza delle due testimonianze:...in terra, ...in cielo .Ragionamento che prosegue così (Oratio 31, 19 -MPG Vol 36, col 155 A-156 A):Se infatti nè le cose consustanziali -tutte/in ogni caso- sono connumerate, e le cose non consustanziali sono connumerate, o meglio -dei nomi/delle denominazioni- sono coenunciati/-e in modo simile su entrambi, che guadagno trae la tua dottrina?; con i termini denominazioni o i nomi si intende la doppia tripletta di testimoni insieme con le relative enunciazioni che espongono la numerazione comune di cose consustanziali e cose non consustanziali, o semplicemente l'elencazione di nomi insieme: cioè o sta parlando della doppia testimonianza o del verso senza Comma ma che ha cose consustanziali e non in una sola enunciazione con relativa connumerazione ovvero i Tre sono Uno... (Oratio 31, 9) e ancora (Oratio 31, 20):Considero anche questo, e forse non vado fuori dall'argomento. Uno e Uno non fanno Due? Due non si scompone in Uno e Uno? Questo è chiaro; il cui probabile significato celato potrebbe essere: Una testimonianza e Una testimonianza non fanno Due testimonianze e Due testimonianze non sono scomposte in Una testimonianza e Una testimonianza. In definitiva dal capitolo 9 al capitolo 20 sembrano esserci anche altre allusioni al Comma e al sunto i Tre sono Uno. Anche Tischendorf (Gk. Test., Ed. Viii., Ad. Loc.) ritiene la citazione: Sono tre quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l’acqua, il sangue, è una apparente citazione volta a nascondere l'allusione alla doppia testimonianza (vedi nota 3723); Esiste poi una seconda allusione molto meno velata in Oratio 45,30: Nel saluto finale infatti termina con le parole:Nel Tabernacolo Celeste...Ti offriremo sacrifici accettabili sul Tuo altare, al Padre, alla Parola e allo Spirito Santo... Ma alcuni considerano questa Orazione ricca di interpolazioni:
    • Sulle interpolazioni nella XLV Orazione di Gregorio Nazianzeno, Francesco Trisoglio
    Infine anche nell'Orazione 33, 16-17 e 37, 22 potrebbe esserci un riferimento al Comma come parte del testo tolto e rimesso in contrapposizione agli Ariani e a Sabellio.
  36. ^ Atanasio(296 – 373) o Pseudo-Atanasio(350-VI secolo), Quaestiones Aliae, 117-123; Disputatio Contra Arium 1556-1558
  37. ^ Efrem il Siro, Rhytm of the Twenty-Eighth, 7
  38. ^ Codex Vaticanus(IV secolo) pagina 1441, 2° colonna, riga 37 a sinistra
  39. ^ Nel 1995 Philip Payne e Paul Canart hanno riscoperto nel Codex Vaticanus circa 800 Umlauts(it.dieresi) a due puntini. Gli studiosi per il momento sono unanimi nell'indicare che questi puntini segnalino varianti testuali conosciuti dallo scriba ma non nel testo. Curt Niccum è uno dei pochi che si è opposto affermando che molti sono ripassati e teorizza che siano un'opera del XV-XVI secolo, ma Payne e Miller invece fanno notare che ci sono circa 14 Umlauts dello scriba originale poichè non ripassati e aventi stessa colorazione di inchiostro del testo e quelli ripassati hanno spesso una forma a cerchio dove in molti si vede ancora l'Umlauts del primo scriba all'interno. Nel caso della Prima Lettera di Giovanni è presente un Umlauts di tre puntini nella frase "τρεις εισιν οι μαρτυρουντες"(trad. tre che danno testimonianza) e non due. Questo ha portanto Philipe Payne a considerarlo interpolato e a negare l'esistenza di Umlauts in quel punto del testo, ma anche queste dieresi hanno forma a cerchio:
  40. ^ Nella versione in Siriaco della Prima lettera di Giovanni scritta in lingua Peshitta(primi manoscritti di 1 Giovanni dal V-VI secolo-British Library, Add. 14470 e 14473-qui-) non ha i testimoni celesti bisogna però sottolineare una certa irregolarità sintassico-grammaticale all'inizio della frase di 1 Giovanni 5, 7 in quanto la frase è una coordinata (di una frase ignota visto che la frase precedente è terminata con un punto) invece di essere una frase causale(nelle varie versioni:gr:οτι; lt:Quoniam ; in siriaco dovrebbe essere:ܡܶܛܽܠ;trad:Perchè): al contrario la frase sui tre testimoni parte con ܘܐܝܬܝܗܘ(-w) ytyhwn- trad (e) ci sono) congiunzione waw(ܘ) seguita dal verbo essere coniugato yty(ܐܝܬ vedi anche qui, qui e qui); perciò i traduttori traducono la frase in Peshitta:

    «e ci sono tre che testimoniano, lo Spirito, l'acqua e il sangue: e questi tre sono in unione»

    Però queste versioni siriache sono traduzioni della vecchia siriaca e correzioni dal greco, spesso capita infatti che il copista usi una certa libertà traduttiva nella struttura della frase differente dal greco anche se ciò non succede sempre:

  41. ^ Il Sinai Ariabiac Codex 151(867) versione araba di 1 Giovanni ha lo stesso problema della Siriaca poichè secondo gli studiosi dipende da una traduzione dell'aramaico siriaco: Review of the Arabic Text of Mt Sinai Arabic Codex 151:

    «E loro sono tre testimoni, lo Spirito e l'acqua e il sangue, e loro tre sono in uno»

  42. ^ A titolo di esempio il Papiro Michigan 3520 (IV-V secolo) in 1 Gv 5, 7-8 recita nel dialetto fayyumico:

    «ⲞⲨⲀⲚ Ⲅ̅ ⲈⲖ ⲘⲈⲦⲢⲎ ⲠⲈ[Ⲡ̅Ⲙ̅Ⲁ̅ Ⲙ]Ⲛ ⲠⲘⲀⲨ ⲘⲚ ⲠⲈⲤ[ⲚⲀϤ ⲀⲨⲰ] ⲠⲈⲒⲄ̅ ⲀⲨⲔⲎ ϨⲈⲚ ⲞⲨⲈ[Ⲓ]»

    traduzione

    «tutti e tre testimoniano: lo Spirito e l'acqua e il sangue; e questi tre sono d'accordo»

    . In questo caso, (se nel greco abbiamo εις e εν ) nel copto fayumico è reso: uno come numero (ⲞⲨⲈ[Ⲓ]) e l'articolo indeterminativo plurale o preposizione (ϨⲈⲚ) , però non presenta proprio la congiunzione causale ϪⲈ(Trad.Perché;congiunzione che esiste anche in questo dialetto visto che viene utilizzato anche nelle frasi precedenti, per esempio, Perchè lo Spirito è Verità :ϪⲈ ⲠⲈⲠ̅Ⲙ̅Ⲁ̅ ⲞⲨ[ⲘⲈⲒ Ⲡ]Ⲉ) o qualsiasi altra congiunzione. Oltre ciò c'è un possibile lettera/bruciatura/segno diacritico nella linea di ⲠⲈⲠ̅Ⲙ̅Ⲁ̅ ⲞⲨ[ⲘⲈⲒ Ⲡ]Ⲉ ⲞⲨⲀⲚ se davvero non è una lettera ma un segno diacritico probabilmente potrebbe essere un riferimento al comma(Papyrus Michigan 3520 p57r).A conferma di questa interpretazione in corrispondenza di questo segno ci sono anche solo le parole: Ecclesiaste 8, 12:ϨⲀⲐⲎ ⲘⲪ̅Ϯ̅ (davanti/di fronte/prima a Dio),lo scriba sembra sfruttare la struttura di Ecclesiaste per dare un indizio sul significato del cerchio, poichè va a capo subito dopo lasciando più di mezza riga vuota come in altri punti del testo su Dio di Ecclesiaste ;Traduzione tedesca:


    Invece ϪⲈ è presente nelle versioni in copto-sahidico vedi anche manoscritto VII secolo e manoscritto VIII/IX secolo(folio 14 r, 2 colonna,rigo 6-13):

    «...ϪⲈ ⲠⲈⲠⲚⲈⲨⲘⲀ ⲠⲈ ⲦⲘⲈ ϪⲈ ⲠϢⲞⲘⲦ ⲈⲢ ⲘⲚⲦⲢⲈ ⲠⲈⲠⲚⲈⲨⲘⲀ ⲘⲚ ⲠⲘⲞⲞⲨ ⲘⲚ ⲠⲈⲤⲚⲞϤ ⲀⲨⲰ ⲠⲈⲒϢⲞⲘⲦ ⲞⲨⲀ ⲚⲈ»

    che più giustamente hanno una versione con la causale:

    «...perchè lo Spirito è La Verità. Poichè tre testimoniano lo Spirito e l'acqua e il sangue; e questi tre sono uno»

    Gli studiosi infatti attestano una stretta relazione tra la lingua greca e i dialetti sahidico fayumico, sia di alfabeto che di testo; al punto che alcuni di questi manoscritti sono considerati diglotti da testi greci del III-IV secolo d. C.:https://www.academia.edu/resource/work/11162686

  43. ^ In forza di questo alcuni studiosi ritengono che dei manoscritti siano stati tagliati di parte del testo: i testimoni celesti. Vedi anche:The Syriac Peshitta has a trace of the Comma
  44. ^ David Martin ritiene che era presente nella Vetus Italica poiche Eucherio di Lione(380-450) lo cita nei testi della patrologia latini in Formularum Spiritualis Intelligentiae, XI, III(Formularum Spiritualis Intelligentiae Ad Uranium in pdf pag 770 o vedi:Formulas Spiritualis Intelligentiae,XI ,III sito internet); mentre la Vulgata era terminata da poco e di certo non ancora diffusa, gli risulta infatti difficile pensare che da Betlemme sia arrivata in Francia in soli uno o due decenni, congettura che il verso Eucherio lo prende dalla Vetus Italica che era il testo di riferimento nell'area Italo-francese vedi:
    • David Martin,The genuineness of the text of the first Epistle of saint John(1722), pagg 34-35;
    Sempre David Martin afferma che Tertulliano e Cipriano l'hanno ripreso i testimoni celesti da dei testi nella Vetus Latina prova che nelle versioni antiche c'era il verso. vedi:
    • David Martin,The genuineness of the text of the first Epistle of saint John(1722), pagg 26-27
    Altri tra cui il Richard Porson però ritengono la citazione del Comma da parte di Eucherio un interpolazione(Il testo critico del formulas spiritualis intelligentiae ed. Wotke, 1884 e molti testi critici successivi presentano solo il testo dei testimoni terrestri); poichè Eucherio scrisse anche De questionibus difficilioribus Novi Testamenti,CSEL 31: 137-138:Nell' Istruzione I interpreta: acqua=Padre, sangue=Cristo, Spirito=Spirito Santo. Comunque anche Joseph Denk(1906) ritiene con ragionamenti diversi da David Martin che il comma fosse presente nella Vetus Itala: Infine si ritiene che era nella Vetus Latina poichè molti dei manoscritti derivati dalla Vetus Latina hanno il Comma(Codex Frisingensis, León Palinsest e altri)
  45. ^ significato del termine aplografia Enciclopedia Treccani
  46. ^ Alcuni studiosi tra cui James Snapp(anche se lui non ritiene comunque autografo il Comma) ritengono che il copista o più copisti, per una svista, abbiano saltato una parte del testo durante la stesura della nuova copia dopo τρεις εισιν οι μαρτυρουντες (trad. tre che danno testimonianza....) che si ripete due volte nel testo dopo una successione di poche parole spiegando nel dettaglio come questo potrebbe essere avvenuto: Anche Thomas Smith(1690) affermava che i copisti avessero saltato parte del testo sui testimoni:
  47. ^ Nella confutazione al Sabellianismo che fa Eusebio di Cesarea(Contra Marcellum e Ecclesiastica Theologia vedi anche:estratto da Eusebio, "Teologia ecclesiastica" III, 4-6) fa notare che Marcello d'Ancira usava un passo simil-Comma, con alcune differenze, per difendere la sua visione di Dio (Eusebio di Cesarea, De Ecclesiastica Theologia 3.3-3.4; vedi Migne Patrologia Graeca Vol 24: pagg 1001 C-1004 A, vedi anche testo greco:Scaife Viewer;in alcune edizioni però manca ἓν:Heuriskomena panta:6) al punto da far dire a Eusebio che era un passo sabelliano. Anche Gregorio Nazianzeno (Oratio 31, 9) mette in evidenza il modo errato di interpretare questo passo da parte di Sabellio e dei Sabelliani.
  48. ^ Eusebio di Cesarea, De Ecclesiastica Theologia 3.3-3.4; vedi Migne Patrologia Graeca Vol 24: pagg 1001 C-1006 A
  49. ^ Socrate Scolastico(Socrate Scolastico, Historia Ecclesiastica VII, 32) parlando di Nestorio, un ariano, accusa l'arianesimo e tutte le correnti che volevano separare la Divinità dall'umanità di Cristo, di continui tentativi di manomissione della Prima lettera di Giovanni in riferimento a 1 Gv 4, 2-3 ma gli studiosi (pro autenticità) all'allargano l'intervento anche nei riguardo del Comma Giovanneo poichè riguarda lo stesso argomento della Divinità di Cristo: Comma Johanneum Defence pag 5
  50. ^ Costantino negli ultimi anni della sua vita si era avvicinato all'arianesimo tanto da revocare l esilio di vescovi ariani e eleggere in qualche posizione di potere alcuni vescovi ariani:
    • G. Filoramo - D. Menozzi, L'Antichità, in Storia del Cristianesimo, p. 299
  51. ^ Costanzo II tento più volte con concilii e vari nomine ecclesiastiche di riunire la Chiesa in una, però una chiesa ariana cercando di sovvertire il Credo Cattolico in favore di quello ariano fallendo:
    • Richard Patrick Crossland Hanson, The Search for the Christian Doctrine of God: The Arian Controversy, 318-381, Continuum International Publishing Group, 2005
    • Arnold Hugh Martin Jones, The Later Roman Empire, 284-602: A Social Economic and Administrative Survey, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 1986
  52. ^ Le testimonianza in favore di una manomissione della Lettera di Giovanni(Socrate Scolastico, Historia Ecclesiastica VII, 32) e in particolare del Comma(Girolamo, Prologus Epistolas Canonicas) sono di Socrate Scolastico e Girolamo(o un revisore di poco successivo che si fa passare per Girolamo) accusando rispettivamente ariani e traduttori infedeli. Tra quelli ritenuti colpevoli di queste azioni di riscrittura vengono annoverati Origene (Girolamo a Agostino, Lettera 75, 19-404 d.C.) e Luciano(Lettera di Girolamo a Papa Damaso: Prefazione di Girolamo ai Quattro Vangeli-Migne PL 29 Col.525-),maestro di Ario, ma senza prove certe(Ci sono numerose teorie in merito e analisi fatte dagli studiosi ma nulla di veramente certo:Estratto di Metzger, sulla recensione Luciana; Griesbach Dissertatio Critica de Codicibus Quatuor Evangeliorum Origenianis(1771) i cui parere vedi: qui): Quello che però viene considerato il più probabile autore di questa riscrittura è Eusebio di Cesarea per opporsi ai Sabelliani(Eusebio di Cesarea, De Ecclesiastica Theologia 3.3-3.4; vedi Migne Patrologia Graeca Vol 24: pagg 1001 C-1004 A) e/o per aiutare Ario(A. Clemente, Il libro nero delle eresie, pp. 180 e sgg.) di cui condivideva per un certo periodo la genuinità del credo(Girolamo, lettera 84, 2);fu ingaggiato da Costantino per fare 50 Bibbie in greco (Vita di Costantino, libro IV, 36-37). Inoltre come ulteriore prova Eusebio di Cesarea era solito citare Matteo 28,19 in modo diverso, facendo intendere che fosse il vero finale di Matteo dall'ebraico: Andate e fate discepoli di genti di tutte le nazioni nel mio nome(Demonstratio Evangelica, Libro III, cap 6, 132, p. 152;Libro III, cap 7, 136, p. 157; Libro III, Cap 7, 138, p. 159 e altre citazioni compresa l'Orazione in lode all'imperatore Costantino, capitolo 16, sezione 8) invece dell'ortodosso: Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo....
  53. ^ Diocleziano e altri imperatori attuarono editti che stabilivano di bruciare sia Chiese che manoscritti e furono attuati in modo rigoroso soprattutto in Oriente perciò gli scribi dovettero riscrivere molte copie di manoscritti:
  54. ^ Fino al X secolo:nessun manoscritto greco a parte l'Umlauts del Codex Vaticanus; circa una decina di manoscritti latini, tra questi: e altri; e testimonianze della sua presenza in qualche lezionario:
    • Apostolos or Collection of Lessons (V secolo), letto nella Chiesa Greca, all'infuori delle Lettere Apostoliche, stampato a Venezia, An. 1602. Velut ab Antiquis seculis recepta Lectio, così dice Selden de Synedriis, l.2, c.4. Art. 4. Questo Lezionario risale almeno al V secolo. Vide Millii Prol. 1054, e David Martin, Deux dissertations critiques: la première sur le verset 7. du ch. 5. de la I Epist. de S. Jean (1717) , Part I. c. 13” Pagg 152-160 (Leonard Twells, A Critical Examination of the Late New Text and Version of the New Testament, 1731, II, p. 129); di cui però il Porson afferma che è interpolato con l'edizione a stampa.
    • Lezionario 60(1021):qualche studioso afferma che il Comma sarebbe al suo interno, altri invece affermano che non c'è ne sarebbe traccia.
    • Lezionario 173(X secolo):qualche studioso afferma che il Comma sarebbe al suo interno, altri invece affermano che non c'è ne sarebbe traccia.
    • Ordo Romanus(730):Durandus (XIV secolo) in Logica degli uffici Divini:si dice che il testo contenente la variante di 1 Gv 5, 7 veniva letto tra Pasqua e Pentecoste
  55. ^ Documenti relativi al Concilio di Nicea. Alcuni studiosi tra cui John Henry Newman (The Arians of the Fourth Century, 1876, pag 251) affermano che Contra Arium, dove compare e i tre sono uno riferito al Nome Tre volte Benedetto(si intende:Santo, Santo, Santo), sarebbe un resoconto della disputa tra Atanasio e Ario al Concilio di Nicea. Affermazione non priva di problemi riguardanti:Eta di Atanasio molto giovane e posizione ricoperta in quel momento troppo bassa al tempo del concilio. Richard Porson ritiene l'opera non autografa(Richard Porson,Letters to Travis, 1790, pag 209). Ben David invece afferma che o l' ha fatta Atanasio o è un opera su Atanasio da autore del IV secolo, in forza dei riscontri storiografici presenti nell'opera(The Monthly Repository of Theology and General Literature, Volume 21 pag 277 );Charles Forster analizza lo stile di scrittura di Atanasio e afferma che l'opera ha il suo stile:
  56. ^ Documenti relativi al Concilio di Costantinopoli
  57. ^ Documenti relativi al Concilio di Efeso. Qualche studioso ritiene che in questo Concilio sia stata utilizzata un Expositio Fidei per contrastare l'eresia Nestoriana: Trovare testo si dice usato in questo Concilio Oratio ad Dominas o Rectae Fidei ad Reginas dove non c'è il riferimento al Comma controllare
  58. ^ Documenti relativi Concilio di Calcedonia; Come documento di apertura c'è una lettera del Pontefice Leone I viene citato il verso dello Spirito, acqua e sangue ma senza il Comma o un interpretazione in chiave Trinità. Vedi:Lettera di papa Leone, a Flaviano vescovo di Costantinopoli su Eutiche
  59. ^ Documenti relativi Sinodi e Concilii (III-VII secolo)
  60. ^ Gli studiosi del Comma Spurio fanno partire la rielaborazione anche dal Simbolo di Sardica considerandola ancora grezza arrivando alle varie Expositio Fidei e finendo con il Simbolo espresso a Cartagine contro i Vandali dove appare il Comma completo: I sostenitori del Comma autentico invece portano le varie Expositio e Simboli per dimostrare che il Comma era conosciuto e utilizzato nelle argomentazioni Trinitarie nei concistori:
  61. ^ Tra i vari simboli e esposizioni di Fede(alcuni dei quali sono eterodossi o anche non ortodossi e rifiutati in alcuni sinodi):Simbolo di Sardica-Libro II, 6- (IV secolo),Credo Atanasiano(IV secolo),Expositio Fidei-Caspari(IV-VI secolo),Ad Damasum papam(IV secolo),Expositio Fidei catholicoe Sancti Ambrosi(IV secolo), Expositio rectae Fidei-PG 6, 1219C-(V secolo),Explanatio Fidei Ad Cyrillum-nota 1-(IV-V secolo), Clemens Trinitas(IV-V secolo), Sinodo di Cartagine contro i Vandali(V secolo)
  62. ^ Tra gli autori su cui si fa riferimento: Origene, Atanasio, Gregorio Nazianzeno, Giovanni Crisostomo e altri. I sostenitori del Comma Spurio in linea generale, anche se non pienamente condivisa, affermano che i Greci sono venuti a conoscenza del Comma grazie ai Latini e solo per questo abbiamo tali riferimenti in ambiente greco
  63. ^ Tra questi Ireneo di Lione, Ilario di Poitles, Novaziano, Ambrogio, Cirillo di Gerusalemme, Gregorio di Nissa e altri. I difensori del Comma affermano che molti non hanno fatto uso di tale verso poichè era sconveniente utilizzarlo contro alcuni movimenti eretici poichè questi stessi mal interpretavano il significato del verso in favore della loro eresia.
  64. ^ La presunta nascita dei proto-valdesi del II secolo derivano da speculazioni storiche senza fonti di Teodore Beza(Calvinista) e altri studiosi Valdesi e Protestanti, i quali li fanno derivare da una o l'altra corrente eterodossa o eretica(Novati, Grigioni, Vauldois e molti altri fino a arrivare agli Insabbati e per ultimo la denominazione tuttora conosciuta: Valdesi) stanziate nelle alpi tra Piemonte e Francia per alcuni dal IX secolo (secondo i resoconti di un vescovo cattolico Claude) per altri dal IV-V secolo(fatta derivare da Helvidius- e Vigilanzio o anche da Missionari di Antiochia che suppone si spostarono in quelle valli) per altri addirittura dal I-II secolo(un movimento denomimato da questi studiosi: Alpinisti) con delle fantomatiche conversioni non ben identificate che sarebbero avvenute in quei luoghi alla prima evangelizzazione e avrebbero mantenuto inalterate le loro bibbie Latine, Peshitta, Valdesi. Tutto ciò affermato senza una vera e propria fonte ma per lo più frutto di teorie di dubbia attendibilità da parte di studiosi, promotori del Valdismo o del Riformismo, anti-papali.
  65. ^ Storia del valdismo dal sito Censur, dalla Treccani e dalla Treccani
  66. ^ In certi ambienti circolavano delle bibbie in latino in Francia nei primi secoli del Valdismo(XII-XIII secolo) perciò è possibile che i primi valdesi siano entrati in possesso di Bibbie in latino ma non prima del XII secolo poichè non esiste documento che attesti una loro primordiale esistenza prima del XII secolo; comunque una delle più famose Bibbie di questo periodo che circolava in Francia era la Bibbia Portafolio 476r, colonna 1, rigo 16-18(fine XIII secolo)
  67. ^ Tra le Bibbie tradotte in Vaulois viene annoverato:il manoscritto n° 8 di Carpentras(XIV secolo).
  68. ^ Bible Truth, Chick Pubblication
  69. ^ The passage a is not found (a) in the Old Latin in its early form (Tertullian Cyprian Augustine): Le versioni trovate in Spagna con il comma sono dovute a revisioni di San Peregrino(V secolo) che per il Kustle avrebbe curato anche il Prologo attribuito a San Girolamo:
  70. ^ Gli studiosi del Comma spurio di solito per le versioni più antiche che non hanno il Comma si riferiscono al Codex Fuldensis-folio 463r rigo 10/13-(541-546) e al Codex Amiatinus-folio 1014r 2° colonna rigo 17/19-(700-716)
  71. ^ Nelle sue lettere, nelle Omelie o in altre sue opere non c'è nessun riferimento al Comma; A parte un possibile riferimento molto dubbio nell'Omelia sul Salmo 91(92)(Omelia 69 pag 90), un Simbolo che prende il suo nome che però non ci è pervenuto oppure è stato confuso o attribuito a lui(Grantley R. McDonald, Raising of the Ghost of Arius-2011-, pagg 41-42) e una nota del Regensburg Epistolae rhetoricae-folio 18r rigo 2-(XI-XII secolo) dove si afferma che Girolamo ritenesse autentici i testimoni celesti contro invece Agostino che avrebbe deciso di omettere questo passo
  72. ^ si discute se abbia o no redatto davvero l'intero nuovo testamento o solo i vangeli e le lettere siano state redatte da revisori successivi. Ci sono studiosi come Walter Drum che ritengono che ha compiuto l'intera opera poichè lo stesso Girolamo lo afferma: lettere LXXI, 5, CXII, 20, De viris Illustribus 135(Migne Patrologia Latina 23,col 758 B-759 A) e altri riferimenti minori, mentre altri non credendo a queste testimonianze ci vedono uno stile di scrittura diverso da quello di Girolamo nelle epistole bibliche
  73. ^ Prologo lettere canoniche:Prologus Epistolas Canonicas
  74. ^ Prima della pubblicazione del Codex Fuldensis (redatto da Victor di Capua) datato 541-546 nel 1868 il prologo si riteneva un opera falsificata dell'VIII-IX secolo:la prefazione è stata comunemente respinta dalla critica e considerata un impudente falso del IX secolo.
  75. ^ Si fanno molti nomi Pelagio, Rufino, Peregrino, Vincenzo di Lerins e altri
    • 1 Giovanni 5: 7-8 Comma Johanneum - Appendice di Raymond Brown al suo commento alle epistole di Giovanni(estratto dell'opera)
  76. ^ Si ritiene che l'autore sia successivo a Girolamo e finga di esserlo, poichè nell'opera ci sono varie stranezze relative al vari Prologhi alle Epistole Canoniche presenti nelle vari Codex latini della Vulgata:
    • Stranamente l'autore del Prologo non cita Paula insieme a Eustichio come Girolamo era solito fare nelle sue lettere:Lettera a Eustichio (387-388)
    • L'autore del Prologo cita l'ordine delle lettere canoniche stabilito dopo Leone I(460) infatti da Damaso(382) fino a Leone era seguito l'ordine del De explanatione fidei
    • L'autore del prologo parla al plurale con espressioni del tipo abbiamo appena corretto o nostra edizione quando invece Girolamo nelle lettere autografe parla sempre al singolare, quasi ci fossero più correttori a lavoro
    • Nel testo scritturale nella Vulgata della lettera di Giovanni non si trova la doppia testimoninanza sino al 750 col Codex Wizanburgensis o il Codex Sangallesis 63(IX secolo)
    • Il testo del Prologo varia a seconda del Codex in cui è quelli più recenti hanno ponentes al posto di potentes, ommittentes al posto di committentes e una i minuscola seguita da un I maiuscola, forse volta a proseguire il discorso e non a interromperlo(The Fathers Monarchy:Ps-Jerome Prologue to the Catholic or Canonical Epistles), comunque sia anche così il significato del prologo non cambia
  77. ^ Alcuino curò la revisione nel Codex Vallicellanus ma essendo sottoposto all'opera di vari scribi il Metzger afferma che non c'era nella prima mano(considerazione fatta sulla base probabilmente della citazione in Alcuino, Epistola XC Ad Fratrem Lugdunenses-MPL Vol 100 col 289 A-): Mentre altri come Grantley McDonald portano come prova che era presente l'esegesi del simbolo “hæc tria unum” curato da Alcuino dove ci sono forti rimandi al Comma; E la presenza del Comma nel Codex Vallicellanus curato da Alcuino; Biblioteca Vallicelliana, ms Codex Vallicellanus B vi:

    «Quoniam tres sunt qui testimonium dant in terra, spiritus, aqua et sanguis, et tres VNVM SVNT; sicut tres sunt qui testimonium dant in cælo, pater, uerbum, et spiritus sanctus, et tres VNVM SVNT»

  78. ^ Tra questi Antoine Eugène affermava che le argomentazioni per affermare il Prologo di Girolamo come falso erano frivole:
    • Sainte Bible en latin et en français , Volume 5, 1839, pagg.681-682
  79. ^ Ci sono vari elementi per cui si crede che Girolamo conoscesse il Comma:
    • Girolamo era allievo di Gregorio Nazianzeno quando ando a perfezionare le sue conoscenze a Costantinopoli(Enciclopedia cattolica) e aveva un grande rispetto nei suoi riguardi, lo stesso Gregorio Nazianzeno che ha due allusioni al Comma nelle Orazioni:31,9-20 e 45,30;
    • La corruzione della lettera di San Giovanni soprattutto nei riguardi della Divinità di Cristo è documentato anche da Socrate Scolastico, Storia Ecclesiastica VII, 32
    • Il Regensburg Epistolae rhetoricae-Monaco. Bayerische Staatsbibliothek clm 14596-folio 18r rigo 2-(XI-XII secolo) testimonia che Girolamo ritenesse i testimoni celesti autentici contro la posizione di Sant'Agostino che invece secondo tale testimonianza ha fatto eliminare il verso(per il senso della lettera e perchè non la trova nel greco), vedi: Nobert Fickerman, St. Augustinus gegen das 'Comma Johanneum'?, 1932;Georg Strecker,Die Johannesbriefe, 1989 pag 282.Griesbach fa notare che non è la prima volta che San Girolamo e Sant'Agostino hanno posizioni differenti sul testo biblico e la sua traduzione su cui discutono: vedi, Agostino, Lettera LXXI, 3 (a Girolamo) 403 d.C. e Girolamo, Lettera LXXV, 7 (a Agostino) , 404 d.C.
    • L'Omelia 69 di Girolamo sembra riprendere in un punto la propozione del Comma ma tale riferimento è molto dubbio lo stesso Joseph Denk non ne sembra convinto(Grantley McDonalds, The Ghost of Arius,2011, pag 55 nota 80)
    • Carlo Magno in una lettera a Leone III cita un Simbolo di Girolamo a noi non pervenuto dove parte del testo citato sembra un credo fatto sulla base del Comma(Carlo Magno, Lettera XIX, a Leone III papa, Migne Padri Latini 98, col 928C vedi anche:Grantley McDonalds,The Ghost of Arius,2011, pag 41 e nota 55)
    • Stranamente sia Girolamo che gli autori della vetus latina, forse per una questione teologica o per altri motivi, preferiscono tradurre la seconda parte della testimonianza o nel caso dei manoscritti con il comma la seconda parte dei testimoni terrestri in modo non letterale senza tradurre di fatto εις: και οι τρεις εις τὸ ἕν εἰσιν infatti viene tradotto: et hi tres unum sunt invece del più corretto, et hi tres in unum sunt e creando una ripetizione identica nel caso di presenza del comma in latino mentre in greco la prima testimonianza celeste non ha questa particella a differenza della testimonianza terrestre
  80. ^ Alcuni dei manoscritti che testimoniano la variante del Comma in Occidente sono:Codex Speculum o Speculum Audi Israhel-CSEL 12,325-326(V secolo, per altri VII-IX secolo)-non viene considerato un manoscritto dal NA ma una sorta di lezionario o raccolta di citazioni-,vetus latina; Codex Frisingensis-1John 4,16- 5,9 rigo 27-30-(VI secolo), vetus latina; Codex Legionensis-León, Archivo Catedralicio Ms. 15-(VI-VII secolo):

    «Quoniam] tres sunt qui t[estimonium dant in terra] spiritus et [aqua et sanguis, et tres sunt] qui tes[timonium dicunt in cælo, pa]ter [et uerbum et spiritus sanctus et hi tres unum] sunt [in Christo Ιesu»

    , vetus latina;Ms 8-folio 131-Verona, Biblioteca Capitolare X(VII-VIII secolo):

    «... in aqua et sanguinem et SPS est qui testifcator qm XPS est veritas ; qm tres sunt qui testimonium dant in caelo Pater, Verbum, et SPS, et tres unum sunt ; Si testimonium hominum accipimus, testimonium DI maius est...»

    ,Vulgata; Codex Wizanburgensis:Comma folio 117v 10-12 rigo(750),Vulgata;Codex Cavensis-276v, 1° colonna, rigo 34-36(IX secolo),vetus latina-vulgata;Codex Ulmensis(IX secolo) e Codex Sangallesis 907(VIII-IX secolo):

    «“Quia tres sunt qui testimonium dant, spiritus et aqua et sanguis, et tres unum sunt; sicut in celo tres sunt, Pater Verbum et Spiritus, et tres unum sunt.»

    vetus latina-Vulgata; Biblioteca Vallicelliana, ms Codex Vallicellanus B vi(801):

    «Quoniam tres sunt qui testimonium dant in terra, spiritus, aqua et sanguis, et tres VNVM SVNT; sicut tres sunt qui testimonium dant in cælo, pater, uerbum, et spiritus sanctus, et tres VNVM SVNT»

    , Vulgata; Codex Sangallesis 63-folio 277 fine 1°colonna-(IX secolo),Vulgata;Biblia de Rosas-folio 149 rigo 3 comma a margine(XI secolo), Vulgata; Codex Perpinianensis-f436 2°colonna rigo 21-24-(XII secolo),vetus latina-vulgata;Bibbia Portafolio 476r, colonna 1, rigo 16-18(fine XIII secolo), vulgata latina secondo la scuola parigina;
  81. ^ Codex Vaticanus(IV secolo) ha un Umlauts al verso 1 Gv 5,7: sono stati fatti anche dei test per vedere se gli Umlauts siano veramente degli indicatori di varianti testuali da parte di Payne(col NA26) e Miller(col NA27) e la corrispondenza varia dal 60% al 80% circa con le varianti testuali presenti nei moderni testi critici: Poi esiste anche il minuscolo 33-94v-95r intorno al rigo 42-(IX secolo), questo è un manoscritto danneggiato dall'acqua, il quale non ha nel testo il Comma ma presenta uno strappo al margine di 1 Gv 5, 7-8; però nella pagina successiva corrispondente al margine tagliato sono presenti segni di scrittura(non corrispondono al testo del margine 93v: 3 righe, ma sono 4-5 o forse sei righe di scrittura), perciò esiste il dubbio se questo manoscritto presentasse il Comma a margine.
  82. ^ Origene (185–254)o Pseudo-Origene(IV secolo) in Scholia Psalmos 123, 2:vari sostenitori del Comma hanno considerato questo un riferimento allusivo al Comma poiché nei testi patristici(PG 12 col 1633D-1634D) l'allegoria alla Trinità termina con:οἱ γὰρ τρεῖς τὸ ἕν εἰσιν(perché questi tre sono Uno);però nell'unico manoscritto (Folio 236v-482 von 567-, rigo 34-35 della scritta a margine) esistente dello scholia termina con:οἱ γὰρ τρεῖς εἰς τὸ ἕν εἰσιν(perché questi tre sono in uno) che fa apparire il pensiero di Origene più come una reinterpretazione letterale del finale del verso considerato canonico per applicarlo alle tre persone Divine, secondo alcuni la differenza è data dal fatto che venne usato un manoscritto differente con la variante dell'unità per il testo di Cordler, sulla base delle lievi differenze che ci sono tra il testo stampato di Cordler e il testo del manoscritto(vedi qui pagg 588-591 di contro in alcuni testi stampati dove vengono elencati i manoscritti usati per la trascrizione del Cordler viene detto: i punti in cui c è differenza coi manoscritti il Cordler ha esercitato il proprio giudizio:introduzione alla catena dei salmi pag 20) infatti al momento una prova decisiva in favore di tale tesi non c'è; Al contrario nel commento al Vangelo di Giovanni di Origene quando fa riferimento all'epistola di Giovanni non ci sono elementi della formulazione del comma ma sembra far riferimento come formulazione ai soli testimoni terrestri e al suo finale:Bayerischen Staatsbibliothek München Cod.graec. 191 [or Codex Monacensis XIII secolo-Folio 169r, rigo 24/25 o vedi PG 14, Col. 275B-276B); un altro caso in cui viene utilizzata la formulazione del finale dei tre testimoni terrestri è il Commento al Vangelo di Matteo di Origene tomo XII, 43-PG 13, col 1083B-1084B o manoscritto folio 37v rigo 22- o traduzione italiana qui pagg 390-392: dove nel commento alla trasfigurazione sul monte applica per spiegarla i versi di 1 Giovanni 5,7-9, e qualcuno ha pensato a un riferimento sia ai testimoni celesti(espressioni del tipo: tre tende, per il Padre, il Figlio, Lo Spirito Santo;oppure: testimonianza di Dio... i raggi del Verbo... potente mano di Dio ) che ai testimoni terrestri(nube=Spirito, Mose=Legge, Elia=Profeti che sono uniti in Gesù come i testimoni terreni in alcune varianti) con una formulazione del finale simile all'accordo ma che usa un verbo per indicare unità. C'è però chi fa notare che in tutti questi casi Origene usa la formulazione οἱ τρεῖς εἰς τὸ ἕν/τὰ τρια εἰς ἕν...(i testimoni sono al genere neutro) per loro chiaro sintomo che il testo di Origene aveva solo i testimoni terreni. Inoltre, Tommaso D'Aquino riferisce una frase in correlazione a Origene: i tre, che danno testimonianza in cielo(Tommaso d'Aquino,The Trinity and The Unicity of The Intellect-Tradotto da Rose Emmanuela Brennan-2009, The Trinity, articolo 4 Domanda 3 pag 93) o opera in latino [84536 Sulla Trinità, parte 2 q. 3a. 4 co. 2]; ma non si comprende se questa sia solo una citazione biblica che mette in correlazione col riutilizzo degli insegnamenti platonici che Origene riteneva di riutilizzare in correlazione alla fede o sia anche una vera e propria citazione di un pensiero di Origene.
  83. ^ Pseudo-Ignazio d'Antiochia(IV-V secolo), versione lunga della Lettera ai Filippesi capitolo 4
  84. ^ Atanasio(296 – 373) o Pseudo-Atanasio(350-VI secolo), Quaestiones Aliae, 117-123; Disputatio Contra Arium 1556-1558(Disputatio Contra Arium cap 44:PG 28 col 499AB- 500AB: manoscritto Burney Ms46/1 folio 73r rigo 1-XI secolo/XII secolo- e elenco altri manoscritti);Synopsis Scripturae Sacrae Liber VI, 55(MPG 28 col 409D-410D):Argomenta di cosa tratta l'Epistole di Giovanni dicendo che Dichiara l'Unità anche del Figlio con il Padre..., solo che l'unico punto in cui viene dichiarato ciò nelle lettere di Giovanni è solo nel Comma. Fonti per Synopsis verifica informazioni Foster Plea of Authenticit Teodor Zahn e anche: https://www.roger-pearse.com/weblog/2018/09/18/what-the-heck-is-the-synopsis-scripturae-sacrae-of-ps-athanasius/ (Autore dell'opera non conosce il pastore di Erma, che Atanasio conosce, e si contraddice in più punti-Apocrifi utili/Apocrifi non si devono leggere e fa errori sugli apocrifi e, unione di varie opere? e altro),http://www.bible-researcher.com/sss.html (Lautore tradizionalmente attribuito al VI secolo, anche se fa degli errori di attribuzione nei libri biblici fa citazioni che sono di onciali alessandrini del IV-V secolo e utilizza molto spesso Logos per riferirsi al Figlio e parla di unità del Padre e del Figlio utilizzando in latino etiam(vedi anche Foster) per le lettere di Giovanni unico punto in cui si afferma ciò:IL COMMA). De Trinitate-in latino-(Comma presente in varie forme: vedi De Trinitate di Pseudo Atanasio(in italiano), Lorenzo Dattrino pag 53-54 nota 41 o vedi Migne PL 62 col 237-354) I, 50; I,55; I, 69; VII, 10; seconda redazione: V,46-47; VII, 19;Vedi anche la citazione di un Atanasio in latino del comma in un documento in BnF:folio 139v, rigo 7-10
  85. ^ Basilio e Pseudo-Basilio(si intende autore-350-IV Secolo-forse Didimo il cieco-Didimo il cieco, dello Spirito, 1998 pag 10- o autore non ancora identificato, che riprende scritti abbozzati di Basilio: vedi Eunomio apologia, Basilio di Cesarea contro Eunomio-2007 Pagg 73-79) , Adversus Eunomium, Libro V, Quod non ab equivocatione identitas sed a natura divina unitas cognoscitur, 2 e 3(Migne Patrologia Greca vol 29,col 745D-748AB, col 753-754B, col 755-756B) vedi:https://archive.org/stream/anewpleaforauth00porsgoog#page/n54/mode/2up
  86. ^ Pseudo Agostino o Anonimo(V secolo), Liber de divinis Scripturis sive Speculum, CSEL 12, 314 vedi:https://archive.org/stream/corpusscriptoru19wissgoog#page/n373/mode/2up
  87. ^ Pseudo-Crisostomo(IV-VI secolo), De Cognitione Dei et in Sancta Theophania, PG 64, 43-46 verso 5 vedi: https://www.academia.edu/9927046/Ps_Chrysostom_De_Cognitione_Dei_PG_64_43_46_CPG_4703_Draft_Translation
  88. ^ Gli autori patristici modificano l'ordine dei testimoni nei manoscritti a seconda di come viene interpretato:
    • Ci sono vari padri latini che interpretano il passo Spirito acqua sangue modificandone l'ordine: Agostino usava l'ordine Spirito=Dio Padre poichè Dio è Spirito, sangue=Gesù per il sacrificio nella croce acqua=Spirito Santo in riferimento al battesimo?; Eucherio e Schotti Anonimi(35r(image 71) rigo 19-35v(image 72) rigo 11) invece parlano dell'ordine acqua= Dio Padre che è sorgente di Vita(Geremia 2, 23) sangue=Gesù in riferimento alla croce e Spirito=Spirito Santo.
    • Per alcuni studiosi viene fatto per rispettare l'ordine di presentazione nel testo biblico dei testimoni e non per una questione teologica; posizione di James Snapp Jr.(Cyprian and the Comma Johanneum) che riprende lo studio del ricercatore Shane Angland (1 John 5:7 and Irish Exegesis), l'ordine dei testimoni -acqua-sangue-spirito è uno dei più antichi rispettando l'ordine di apparizione nel testo biblico e non viene cambiato per esigenze teologico-interpretative portando a sostegno il Codex Fuldensis(VI secolo) dove appare questo ordine, suppone che sia presente in una parte nei manoscritti in questo ordine o almeno in una parte di essi;D'altro canto altri studiosi fanno notare chè in altri Padri antichi appare con l'ordine conosciuto spirito-acqua-sangue (Origene - Commento al Vangelo di Giovanni Libro VI, 26; Clemente Alessandria - Adumbrationes;PseudoCipriano -Trattato sul ribattesimo; Ambrogio - De Spiritu Sancto, in altre opere utilizza però acqua, sangue, Spirito; ecc.)
  89. ^ Il fenomeno inizia per certo dal IV secolo ma per delle considerazioni fatte da alcuni autori gli studiosi pensano che sia iniziato almeno dal III secolo (Eucherio Istitutiones I- CSEL 10, pag 138, rigo 3-8-: accenna a altri padri che interpretano il passo, si pensa anche vissuti prima di lui)
  90. ^ Gli autori patristici latini citano il verso corto o il verso lungo, di cui alcune delle opere sono interpolate però. In questo periodo tra quelli che sembrano conoscere la doppia formulazione del verso anche se in modo celato c è Agostino(IV secolo):fa una allusione al Comma in un opera(Citta di Dio 5, 11) mentre in un altra afferma di un interpretazione trinitaria velata per Giovanni 5, 7-8 per Spirito, acqua e sangue(Contra Maximinum II, 22, 3); ma anche Radfulsus Paschalis (785-860) affermando che alcuni manoscritti sono emendati in quei punti con il Comma(è possibile che qui si stia riferendo del fenomeno di mettere il Comma a margine nei manoscritti greci di cui il minuscolo 33-94v-95r con il suo sospetto margine tagliato isolatamente potrebbe esserne un rappresentante) e parla di eredità greca (Expositio in Psalmum XLIV Liber Secundus, PL 120, 1023C)
  91. ^ Atenagora e la frase teologica che sembra ripresa dal comma. Un gruppo di padri cappadoci e alessandrini che si conoscevano a vicenda:Giovanni Crisostomo, Gregorio Nazianzeno,-Basilio insieme a Didimo il Cieco-, Pseudo Atanasio (IV secolo) fanno strane allusioni alludendo a parti del Comma a cui danno risalto spesso con punteggiatura esclamativa o interrogativa alcune volte messe in relazione al battesimo(Matteo 28:19 con 1 Giovanni 5, 7-8).Un caso a se costituisce il Padre Antiocheno Diodoro di Tarso, istituito presbitero da San Basilio, a cui in alcuni manoscritti l'autore del Suda gli attribuisce un commento sull'Epistola di San Giovanni riguardante il Dio Uno e Trino (a noi non pervenuto), mentre altri manoscritti più antichi fanno intendere invece un commento sull'Epistola di San Giovanni.Sull'unico Dio Uno e Trino , perciò una minoranza di studiosi pensano che anche questo avesse riferimenti al Comma sulla scia dei padri cappadoci, mentre la maggioranza fa notare che è più probabile che siano due opere separate
  92. ^ C'è il caso di Efrem il Siro(IV secolo) che unisce i Tre nomi battesimali con i termini testimoni anche questo autore utilizza punteggiatura interrogativa, come i padri Cappadoci-Alessandrini, in quei punti dell'opera. Jacoq di Edessa(Giacomo di Edessa VII secolo).
  93. ^ Per Tertulliano vengono identificati gli stessi riferimenti degli studiosi dell interpretazione teologica ma come allusioni al Comma se non parziali citazioni: Adversus Praxean. 25, 1 e 31, 1;De Pudicitia 21, 16; De Baptismo cap VI vedi project tertullian. Org;
  94. ^ Cipriano, De catholicae Ecclesiae unitate I, 6;Epistle 72(73) Ad Jubaianum verso 12(Migne Patrologia Latina Vol 3, col 1162-1163); Ps-Cipriano/Erasmo, De duplice Martyrio; Ps-Cipriano, De centesima, sexagesimal tricesima
  95. ^ Gli sfavorevoli all'autenticità del comma ritengono che con e i tre sono uno si stia citando in realtà il verso dei tre testimoni terrestri che finisce anche questo nello stesso modo; da ciò prima Tertulliano poi ripreso da Cipriano abbiano unito i concetti di Gv 5, 8 a Gv 10,30; oppure abbiano fatto un interpretazione teologica trinitaria del verso di 1 Gv 5, 8; poichè ritengono che il comma non si era ancora formato nei manoscritti del tempo; per altri ancora il verso di Cipriano sarebbe un interpolazione. Vedi:
    • A. Souter, Tertulliano: Against Praxeas pag 125
    • MF Sadler, The General Epistles of Ss. James, Peter, John e Jude (1895), p. 252, nota n. 1
    • Peiper, Christian Dogmatics , Trans. T. Engelder, vol. 1, pagg. 340-1
    • R. Brown, The Epistles of John, 1982 pag 784
    • G. Strecker, The Johannine Letters, 1996 pag 190
    • A. Ployd, Tres Unum Sunt: The Johannine Comma in Cyprian
    Mentre quelli favorevoli all'autenticità ritengono che sia una vera è propria citazione del comma solo non una citazione letterale ma ad sensum, come fanno notare, spesso succede nella letteratura patristica e a dimostrazione che c'erano già copie con il Comma; Alcuni detrattori dell'autenticità del Comma ammettono che Cipriano lo citi. Vedi:
    • Leonard Twells, A Critical Examination of the Late NewText and Version of the New Testament , 1731, II, p. 134
    • Scrivener, A Plain Introduction to the Criticism of the New Testament for the Use of Biblical Students(1883)
    • Edward Hills, The King James Version Defended: A Christian View of the New Testament Manuscripts, Christian Research Press, 1956 p. 210
  96. ^ Idacius Clarus, Contra Marivadum Arianum, PL 62, col 0359B
  97. ^ Priscilliano, Liber Apologeticus, I, 4
  98. ^ Agostino(354-430), De civitate Dei contra Paganos V, 11: allusione vs https://www.augustinus.it/latino/contro_massimino/index2.htm Contra Maximinum 2, 22, 3: interpretazione teologica. Agostino secondo il retoricae ha eliminato il Comma dalle copie latine di Girolamo possibile cambio di idea sul Comma dopo aver visto le proprie copie greche del nuovo testamento e non avendolo trovato nel greco
  99. ^ Eucherio di Lione(380-450),CSEL, vol 10, Formulae Spir.Intelligentiae De Numeris, III, pag 59(versione corta:considerata autentica) oppure Formularum Spiritualis Intelligentiae Ad Uranium, XI, III pag 770 (versione lunga:considerata interpolata). Qua c e un problema in quanto abbiamo fonti con la doppia testimonianza e fonti con una sola; le più antiche dal VI secolo(fonte qui, manoscritto di esempio IX-X secolo: Vat lat 552, folio 18r, rigo 4-5) in poi hanno il Caput De Numeris corto:

    «III. ad trinitatem; in Iohannis epistula: tria sunt quae testimonium perhibent: aqua sanguis spiritus»

    e una versione corta del caput De Terrenis dell'opera. La versione lunga, anche conosciuta come seconda redazione(manoscritto esempio del XII secolo:MS-B-49) invece ha il Caput De Terrenis con:

    «ut ait Ioannes Evangelista: Tres sunt, qui testimonium dant in terra, spiritus, aqua, et sanguis»

    e il Caput De Numeris più lungo:

    «III. Ad Trinitatem; in Ioannis Epistola: Tres sunt qui testimonium dant in coelo, Pater, Verbum, et Spiritus sanctus, et tres sunt qui testimonium dant in terra, spiritus, aqua et sanguis (I Ioan. V, 7) . Et in Gen.: Tres propagines (Gen. XL, 10)manoscritto folio 72v, col 1, rigo 34-39»

    Gli studiosi pensano che sia interpolato anche per il testo presente in Instutiones I(CSEL 10, pag 138, rigo 3-8) di Eucherio:

    «ma i più, con un'interpretazione mistica, comprendono la Trinità stessa, che da perfetta testimonianza in Cristo: l'acqua indica il Padre...il sangue mostra Cristo...lo Spirito vero rivela lo Spirito Santo»

  100. ^ Cassiodoro(485-585), Complexiones in Epistolis Apostolorum, Capitolo X, (Patrilogiae Cursus Completus, Serie Latina di Migne, vol. 70, col. 1373)
  101. ^ Ireneo, Contro le Eresie, Libro IV, 6, 7:...Perciò dunque in tutte e per tutte le cose c'è un solo Dio , il Padre, e una Parola, e un Figlio, e uno Spirito, e una salvezza per tutti coloro che credono in lui.
  102. ^ Atenagora di Atene,Legatio pro Christianis X, 5
  103. ^ Clemente Alessandrino/Ps-Clemente Alessandrino(150-215) o Teodoro che ne riprende estratti, Eclogae Propheticae 13,1(PG 9, 703D-704D), sembra fare un allusione al Comma. I sostenitori del Comma spurio rifiutano ciò in forza di una porzione di opera ritrovata di Clemente Alessandrino, Adumbrationes Clementis Alexandrini in epistolas canonicas, frammento I, sezione 3,23-28 dove fa un analisi del testo dell'epistola di Giovanni verso per verso(anche se in certi punti salta il contenuto) e ai versi di riferimento cita solo la versione corta senza menzionare i testimoni celesti.vedi: Per altre teorie sulla questione Adumbrationes vedi:Porson pagg 348-354 e Forster pag 52-55, nota 9 Alcuni studiosi considerano l 'opera Eclogae Propheticae di Pseudo-Clemente Alessandrino:
  104. ^ I pareri contrastanti nascono da un porzione di opera ritrovata di Clemente Alessandrino, Adumbrationes Clementis Alexandrini in epistolas canonicas, frammento I, sezione 3,23-28 dove fa un analisi del testo dell'epistola di Giovanni verso per verso e ai versi di riferimento cita solo dei testimoni terrestri senza menzionare quelli celesti:

    «Iste est, inquit, qui venit per aquam et sanguinem; et it erum , quia tres sunt, qui testificantur, spiritus, quod est vita, et aqua, quod est rigeneratio ac fides, et sanguis, quod est cognitio, et hi tres unum sunt. In salvatore quippe istae sunt virtutes salutiferae, et vita ipsa in ipso Filio eius exsistit»

    «Egli [Giovanni] dice:Questo è Colui che venne con l'acqua e il sangue; e ancora, poiché ce ne sono tre che rendono testimonianza, lo Spirito, che è vita, e l'acqua, che è rigenerazione e fede, e il sangue, che è conoscenza; E questi tre sono uno. Perché nel Salvatore sono quelle virtù salvifiche, e la vita stessa esiste nel Suo stesso Figlio»

    Gli avversori dell'autenticità del Comma affermano che questa analisi dimostra che Clemente non conosceva il Comma perciò non poteva farne un allusione in altre opere. Alcuni però affermano che non è comunque una prova determinante perchè analizza solo alcune parole dei versi. I favorevoli dell'autenticità affermano che analizza solo alcune parole e parla di argomenti che non centrano con la Trinità in questa analisi.Altri affermano anche che Et iterum(scritto nel documento it erum) sarebbe un interpolazione posteriore volta a tagliare parte del testo. Per Approfondire:

  105. ^ Eusebio di Cesarea(265-340), De Ecclesiastica Theologia 3.4; vedi Migne Patrologia Graeca Vol 24: pagg 1003 A-1004 A(Heuriskomena panta:6):

    «τὸ δὲ αὐτὸν εἶναι τοῦ ἐν αὐτῷ λόγου Πατέρα, καὶ Υἱὸν αὐτοῦ τὸν ἐν αὐτῷ λόγον, τῆς Σαβελλίου κακοδοξίας ἦν γνώρισμα.Ὠς αὖ πάλιν καὶ τὸ λέγειν τὰ τρία [nota 36:Nimirum unum atque eumdem Deum...] εἶναι, τὸν Πατέρα καὶ τὸν Υἱὸν καὶ τὸ ἅγιον Πνεῦμα· Σαβελλίου γὰρ καὶ τοῦτο. Ὂ δη καὶ αὐτὸ Μάρκελλος ὧδέ πη ἀπεφαίνετο γράφων· Ἀδύνατον γὰρ τρεῖς ὑποστάσεις οὔσας ἑνοῦσθαι μονάδι. εἰ μὴ πρότερον ἡ τριὰς τὴν ἀρχὴν ἀπὸ μονάδος ἔχοι.»

    sarebbe da tradurre con:

    «Ma [nota 35:il detto] che Egli è [nota 35:sia] il Padre del Verbo in sé, e/[nota 35:che] il Figlio di Lui, il Verbo in sé, è segno della blasfemia di Sabellio. E ancora allo stesso modo, l'affermazione che i tre sono [seguendo la nota 36:lo stesso uno]:il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo è anche di Sabellio: che lo stesso Marcello pensa quando scrive: “È impossibile che tre ipostasi esistenti siano unite in una monade a meno che prima la triade non abbia avuto inizio da una monade»

    Siccome però il testo greco risulta criptico il Migne aggiunge la nota 36 utilizzando la spiegazione del sabellianesimo nella lettera 64 di Basilio. Così il Klostermann sembra congetturare ἓν per ovviareal problema nel testo greco(Klostermann,De ecclesiastica theologia con apparato, 1902;Klostermann,Scaife Viewer, 1906):

    «τὸ δὲ αὐτὸν εἶναι τοῦ ἐν αὐτῷ λόγου Πατέρα, καὶ Υἱὸν αὐτοῦ τὸν ἐν αὐτῷ λόγον, τῆς Σαβελλίου κακοδοξίας ἦν γνώρισμα, ὡς αὖ πάλιν καὶ τὸ λέγειν τὰ τρία <ἓν> εἶναι, τὸν πατέρα καὶ 1906:[ὅπως]/1902:[τὸν] υἱὸν καὶ τὸ ἅγιον πνεῦμα, Σαβελλίου γὰρ καὶ τοῦτο. 1906:[ὃ δὴ καὶ τουτο]. ο δη καὶ συνιεὶς τὰς αὐτὸ Μάρκελλος ὧδέ πη γράφων ἀπεφαίνετο 1906:[γραφάς] ἀδύνατον γὰρ τρεῖς ὑποστάσεις οὔσας ἑνοῦσθαι μονάδι. 1906:[ὡρίζετο μιαν ειναι] 1902/1906:εἰ μὴ πρότερον ἡ τριὰς τὴν ἀρχὴν ἀπὸ μονάδος ἔχοι.»

    traduzione

    «Ma [nota 35:il detto] che Egli è [nota 35:sia] il Padre del Verbo in sé, e/[nota 35:che] il Figlio di Lui, il Verbo in sé, è segno della blasfemia di Sabellio, e così ancora a sua volta l'affermazione che i tre sono <uno>: il Padre,e [come]/il Figlio e lo Spirito Santo, è anche di Sabellio. Marcello espresse questa stessa opinione e da qualche parte scrisse:E' impossibile che tre ipostasi esistenti siano unite in una monade. [Viene stabilita la monade:] se non che prima la triade non abbia avuto inizio da una monade.»

    Altri pensano che ἓν sia semplicemente sottinteso nel contesto poichè pare essere una ricapitazione della teologia sabelliana (una monade-persona Dio in tre manifestazioni/maschere dello stesso) dove questa concezione eretica di trinità/unità viene espressa in vari modi, contrariamente all'ortodossia(tre persone tutte e tre Dio completo ma altresì un solo Dio sostanza divina); in quest'opera Eusebio accusa Marcello di Ancira di eresia sabelliana fallendo visto che verrà riconosciuta la sua ortodossia(Dizionario patristica e Teodoreto di Cirro, Historia Ecclesiastica libro II, 6, 1). Vedi anche traduzione italiana dell'editore Franzo Migliori, Teologia ecclesiastica pag 190, 1998.Questo discorso, secondo alcuni, pone Eusebio(ricordando la sua commissione imperiale di 50 bibbie in greco:Vita di Costantino, libro IV, 36-37) come uno dei possibili responsabili principali dell'eliminazione del Comma, poichè poteva avallare l'eresia sabelliana. Come ulteriore prova argomentano che Eusebio di Cesarea era solito citare Matteo 28,19 in modo diverso: Andate e ammaestrate tutte le genti nel Mio Nome...(Demonstratio Evangelica, Libro III, cap 6, 132, p. 152;Libro III, cap 7, 136, p. 157-in particolare l'analisi fatta in questo punto, della versione breve, porta questi studiosi a ritenere che Eusebio la ritenesse autentica scrittura a discapito della versione battesimale-; Libro III, Cap 7, 138, p. 159 e altre citazioni compresa l'Orazione in lode all'imperatore Costantino, capitolo 16, sezione 8) invece dell'ortodosso: Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo....

    Ci sono invece studiosi che affermano non esserci nessuna fonte che dimostri la manomissione da parte di Eusebio di Cesarea di edizioni delle sacre scritture ma il tutto è una teoria cospirativa che sfrutta le convinzioni eretiche sabelliane come capro espiatorio e delle dubbie interpretazioni di alcune lettere a Costantino, il tutto per spiegare un'ipotetica scomparsa del Comma. Mettono anche in luce che Eusebio di Cesarea non citava un verso diverso di Matteo, ma citava anche il verso Matteo 28, 19 completo(Contra Marcellum I.1.9[PG 24, 715C-716B]; I.1. 36[rif.PG24, 716D-718B]; Theologia III. 5.22[PG 24, 1013A-1014A]; Socrate Scolastico, Storia della Chiesa I, 8-riferisce che Eusebio pronuncia un Credo con la formula battesimale trinitaria-; Teofania 4.8 e altri); il motivo per cui delle volte non lo cita nel modo conosciuto è perché era solito abbreviare le citazioni, armonizzare le citazione con gli altri vangeli o usarle in modo che si adattassero di più all'argomento trattato:

  106. ^ Gregorio Nazianzeno, Oratio 31, 9-20; Oratio 45,30;Oratio 33, 16-17; Oratio 37, 22;Per approfondire vedi nota metti nota riferimento .Per Oratio 31,9-20 Tischendorf (Gk. Test., Ed. Viii., Ad. Loc.) ritiene la citazione: Sono tre quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l’acqua, il sangue, è una apparente citazione volta a nascondere l'allusione alla doppia testimonianza (vedi nota 3723),mentre per il Porson e gli studiosi del Comma Spurio generalmente affermano che non c'è nessuna allusione(Fonti);Oratio 45,30 allusione molto forte sulla testimonianza celeste, altri ritengono un'interpolazione(fonti)
  107. ^ Il Suda testimonia di un opera di commento interamente dedicata alla Trinità nell'Epistola di Giovanni, fatta da Diodoro di Tarso, il cui nome è: Epistola di San Giovanni Evangelista - il fatto che ci sia un Unico Dio in tre. I Traduttori però sono discordanti su come andrebbe realmente tradotto il Suda in quel punto specifico, alcuni parlano di due opere separate altri di un opera unica o un opuscolo
  108. ^ Giovanni Crisostomo, Adversus Judaeos, Omelia 1, 3; Ps-Crisostomo, De cognitione dei et in sancta theophania 43-46, 5(MPG, 64, 43-46, 5); Ps-Crisostomo o Anonimo, Omelia (Edizione benedettina Omelie di Crisostomo, tomo XII, pp. 416-421)riferimento a Disputatio contra Arium Ps-Atanasio: eis kekletai ho Pater kai ho Uios kai to Pneuma to Agion: dei gar te apostolike choreia parachoresai ten Agian Triada, en ho Pater kataggellie. Trias Apostolon, martus tes ouraniou Triados εις κέκληται ο Πατηρ ο Υιος και το Πνευμα το Αγιον: δει γὰρ τη(o τε) Αποστολικε Omelia in illud, In Principio erat Verbm (1) εις κέκληται ο Πατήρ και ο γιος και το Πνεύμα το "Αγιον: (2) δει γαρ τη αποστολική χορεία παραχωρήσαι την Αγίας Τριάδα, ήν ο Πατήρ καταγγέλλει. Τριάς Αποστόλων, μάρτυς της ουρανίου Τριάδος.
  109. ^ Zacaria Scolastico, Disputatio De Mundi Opificio PG LXXXV, 1141
  110. ^ Efrem il Siro, Rhytm of the Twenty-Eighth, 7
  111. ^ Di Melezio viene riferito da Teodoreto di Cirro(393-458), Historia Ecclesiastica II, 27(vedi nota 589) e da Agapio di Gerapoli(...-942 secolo), Historia Universalis(CSCO Vol 65 pag 293 rigo 5-7) in Arabo una sua massima espressa anche con tre dita e poi un dito poichè secondo la versione araba un diacono ariano avrebbe tentato di tappargli la bocca nel pulpito quando lui esprimeva il concetto della Trinità:

    «Τρία τὰ νοουμένα, ὡς ἑνὶ δὲ διαλεγόμεθα»

    «Tria sunt quæ intelliguntur, sed tanquam unum alloquimur»

    «Tre sono nei pensieri, ma altresi a Uno parliamo»

    Alcuni studiosi però hanno ricollegato la massima al finale del Comma ritraducendolo(vedi qui): tre sono uno o tutti e tre sono uno; ma gli studiosi per lo più considerano la massima di Meletius un idea della Trinità che deriva dal concilio di Nicea e non dal Comma, detto ciò l'episodio dimostra che gli ariani mal sopportavano la dottrina della Trinità
  112. ^ Origene (185–254)o Pseudo-Origene(IV secolo) in Scholia Psalmos 123, 2:vari sostenitori del Comma hanno considerato questo un riferimento allusivo al Comma poiché nei testi patristici(PG 12 col 1633D-1634D) l'allegoria alla Trinità termina con:οἱ γὰρ τρεῖς τὸ ἕν εἰσιν(perché questi tre sono Uno);però nell'unico manoscritto (Folio 236v-482 von 567-, rigo 34-35 della scritta a margine) esistente dello scholia termina con:οἱ γὰρ τρεῖς εἰς τὸ ἕν εἰσιν(perché questi tre sono in uno) che fa apparire il pensiero di Origene più come una reinterpretazione letterale del finale del verso considerato canonico per applicarlo alle tre persone Divine, secondo alcuni la differenza è data dal fatto che venne usato un manoscritto differente con la variante dell'unità per il testo di Cordler, sulla base delle lievi differenze che ci sono tra il testo stampato di Cordler e il testo del manoscritto(vedi qui pagg 588-591 di contro in alcuni testi stampati dove vengono elencati i manoscritti usati per la trascrizione del Cordler viene detto: i punti in cui c è differenza coi manoscritti il Cordler ha esercitato il proprio giudizio:introduzione alla catena dei salmi pag 20) infatti al momento una prova decisiva in favore di tale tesi non c'è; Al contrario nel commento al Vangelo di Giovanni di Origene quando fa riferimento all'epistola di Giovanni non ci sono elementi della formulazione del comma ma sembra far riferimento come formulazione ai soli testimoni terrestri e al suo finale:Bayerischen Staatsbibliothek München Cod.graec. 191 [or Codex Monacensis XIII secolo-Folio 169r, rigo 24/25 o vedi PG 14, Col. 275B-276B); un altro caso in cui viene utilizzata la formulazione del finale dei tre testimoni terrestri è il Commento al Vangelo di Matteo di Origene tomo XII, 43-PG 13, col 1083B-1084B o manoscritto folio 37v rigo 22- o traduzione italiana qui pagg 390-392: dove nel commento alla trasfigurazione sul monte applica per spiegarla i versi di 1 Giovanni 5,7-9, e qualcuno ha pensato a un riferimento sia ai testimoni celesti(espressioni del tipo: tre tende, per il Padre, il Figlio, Lo Spirito Santo;oppure: testimonianza di Dio... i raggi del Verbo... potente mano di Dio ) che ai testimoni terrestri(nube=Spirito, Mose=Legge, Elia=Profeti che sono uniti in Gesù come i testimoni terreni in alcune varianti) con una formulazione del finale simile all'accordo ma che usa un verbo per indicare unità. C'è però chi fa notare che in tutti questi casi Origene usa la formulazione οἱ τρεῖς εἰς τὸ ἕν/τὰ τρια εἰς ἕν...(i testimoni sono al genere neutro) per loro chiaro sintomo che il testo di Origene aveva solo i testimoni terreni. Inoltre, Tommaso D'Aquino riferisce una frase in correlazione a Origene: i tre, che danno testimonianza in cielo(Tommaso d'Aquino,The Trinity and The Unicity of The Intellect-Tradotto da Rose Emmanuela Brennan-2009, The Trinity, articolo 4 Domanda 3 pag 93) o opera in latino [84536 Sulla Trinità, parte 2 q. 3a. 4 co. 2]; ma non si comprende se questa sia solo una citazione biblica che mette in correlazione col riutilizzo degli insegnamenti platonici che Origene riteneva di riutilizzare in correlazione alla fede o sia anche una vera e propria citazione di un pensiero di Origene.
  113. ^ Pseudo-Ignazio d'Antiochia(IV-V secolo), versione lunga della Lettera ai Filippesi capitolo 4
  114. ^ Atanasio(296 – 373) o Pseudo-Atanasio(350-VI secolo), Quaestiones Aliae, 117-123; Disputatio Contra Arium 1556-1558(Disputatio Contra Arium cap 44:PG 28 col 499AB- 500AB: manoscritto Burney Ms46/1 folio 73r rigo 1-XI secolo/XII secolo- e elenco altri manoscritti);Synopsis Scripturae Sacrae Liber VI, 55(MPG 28 col 409D-410D):Argomenta di cosa tratta l'Epistole di Giovanni dicendo che Dichiara l'Unità anche del Figlio con il Padre..., solo che l'unico punto in cui viene dichiarato ciò nelle lettere di Giovanni è solo nel Comma. Fonti per Synopsis verifica informazioni Foster Plea of Authenticit Teodor Zahn e anche: https://www.roger-pearse.com/weblog/2018/09/18/what-the-heck-is-the-synopsis-scripturae-sacrae-of-ps-athanasius/ (Autore dell'opera non conosce il pastore di Erma, che Atanasio conosce, e si contraddice in più punti-Apocrifi utili/Apocrifi non si devono leggere e fa errori sugli apocrifi e, unione di varie opere? e altro),http://www.bible-researcher.com/sss.html (Lautore tradizionalmente attribuito al VI secolo, anche se fa degli errori di attribuzione nei libri biblici fa citazioni che sono di onciali alessandrini del IV-V secolo e utilizza molto spesso Logos per riferirsi al Figlio e parla di unità del Padre e del Figlio utilizzando in latino etiam(vedi anche Foster) per le lettere di Giovanni unico punto in cui si afferma ciò:IL COMMA). De Trinitate-in latino-(Comma presente in varie forme: vedi La trinità di Pseudo Atanasio, Lorenzo Dattrino pag 53-54 nota 41 o vedi Migne PL 62 col 237-354) I, 50; I,55; I, 69; VII, 10; seconda redazione: V,46-47; VII, 19;Vedi anche la citazione di un Atanasio in latino del comma in un documento in Gallica:folio 139v, rigo 7-10
  115. ^ Basilio e Pseudo-Basilio(si intende autore-350-IV Secolo-forse Didimo il cieco-Didimo il cieco, dello Spirito, 1998 pag 10- o autore non ancora identificato, che riprende scritti abbozzati di Basilio: vedi Eunomio apologia, Basilio di Cesarea contro Eunomio-2007 Pagg 73-79) , Adversus Eunomium, Libro V, Quod non ab equivocatione identitas sed a natura divina unitas cognoscitur, 2 e 3(Migne Patrologia Greca vol 29, col 753-754B e 755-756B) vedi:https://archive.org/stream/anewpleaforauth00porsgoog#page/n54/mode/2up
  116. ^ Pseudo Agostino o Anonimo(V secolo), Liber de divinis Scripturis sive Speculum, CSEL 12, 314 vedi:https://archive.org/stream/corpusscriptoru19wissgoog#page/n373/mode/2up
  117. ^ Pseudo-Crisostomo(IV-VI secolo), De Cognitione Dei et in Sancta Theophania, PG 64, 43-46 verso 5 vedi: https://www.academia.edu/9927046/Ps_Chrysostom_De_Cognitione_Dei_PG_64_43_46_CPG_4703_Draft_Translation
  118. ^ Sura 4, 171: O Gente del Libro! Non andare agli estremi riguardo alla tua fede; non dire nulla su Allah tranne la verità. 1 Il Messia, Gesù, figlio di Maria, non era altro che un messaggero di Allah e l'adempimento della sua Parola per mezzo di Maria e di uno Spirito «creato per suo comando». 2 Credete dunque in Allah e nei Suoi messaggeri e non dite: "Tre". Fermi! -Per il tuo bene. Allah è un solo Dio. Gloria a Lui! È molto al di sopra di avere un figlio! A Lui appartiene tutto ciò che è nei cieli e tutto ciò che è sulla terra. E Allah è sufficiente come Fiduciario degli Affari. Maometto al momento della scrittura 600AD. 650 d.C. non dovrebbe conoscere la Virgola non esiste infatti documento in Arabo con il Comma quindi potrebbe essere il risultato della sua apologetica anticattolica alla fede e non una conoscenza della Virgola, comunque interessanti ci sono alcuni punti in parallelo tra 1 Giovanni 5, 6-8 e questo verso del corano: -non dire nulla su Allah tranne la verità. (lo Spirito è la Verità) -un messaggero di Allah e l'adempimento della Sua Parola = la / una Parola -uno Spirito creato per suo comando˺= lo Spirito Santo - "Tre." Fermi! = Questi tre sono -Allah è un solo Dio = sono Uno -Gloria a Lui! È molto al di sopra di avere un figlio! A Lui appartiene tutto ciò che è nei cieli e tutto ciò che è sulla terra. = In cielo .... in terra
  119. ^ Tra questi: -Ireneo(130-202)in nessuna delle sue opere cita il comma anche se bisogna dire che non cita molto la prima lettera di Giovanni di cui ci sono rimandi solo per:1 Gv 1, 1-2;1 Gv 1, 6;1 Gv 3,16;1 Gv 5, 6;vedi : Giorgio Maschio, Ireneo di Lione Contro le Eresie e gli altri scritti, 1997; -Metodio di Olimpo(250-311) non fa nessuna menzione di questo passo -Ambrogio(339-397) non c'è la pur minima allusione o citazione nelle sue opere molti altri di questo stesso periodo non menzionano il comma
  120. ^ Novaziano, Ilario di Poitiers e Ambrogio non citano ne alludono al comma
  121. ^ Na28 nota 96
  122. ^ δια/δι’ ὕδατος καὶ αἵματος καὶ πνεύματος-per acqua e sangue e spirito-: Codex Sinaiticus(IV secolo) 1 Gv 5, 6/f324r colonna 1 rigo 4-6;Codex Alexandrinus(V secolo) sezione Nuovo Testamento, 109r, 2° colonna, riga 39-40;ms6(XIII sec) f127v rigo 22-23; ms33(IX sec)-f94v rigo 40/41-;ms93(X-XI sec)-f117r rigo 7/8-; ecc. o anche: δι’ ὕδατος καὶ αἵματος καὶ πνεύματος ἁγίου-per acqua e sangue e Spirito Santo-: ms326(X sec)-f70v rigo 9/10-;viene seguita questa lettura anche in altre lingue(c'è qualche versione in latino, siriaco, etiopico, slavo, copto, cirillico) per esempio in versioni in latino Codex toletanus(X sec.)-356v/709 357r/710 col 3 rigo 63/col 1 rigo 1-:Hic est, qui venit per aquam et sanguinem et spiritum...-Questo è chi è venuto con acqua, sangue e spirito- e in alcune versioni in copto-Borg.cop.109(VIII/IX sec) f14r colonna 1 rigo 26/29- è resa: ⲡⲁⲓ ⲡⲉⲛⲧⲁϥⲉⲓ ϩⲓⲧⲛ̅ⲟⲩⲙⲟⲟⲩ ⲙⲛ̅ⲟⲩⲥⲛⲟϥ ⲙⲛ̅ⲟⲩⲡⲛ̅ⲁ-Questi è venuto con acqua e sangue e spirito-(vedi Bibbia Horner 1 Gv 5, 6). per altre varianti simili vedi Na28 nota 96
  123. ^ Monaco. Bayerische Staatsbibliothek clm 14596, Regensburg Epistolae rhetoricae (XI-XII secolo) in una nota nel manoscritto:

    «Replicationem illam in epistola lohannis: et tres sunt qui testimonium dant, pater et verbum et spiritus beatus Hieronimus ratam esse astruit; beatus vero Augustinus ex apostoli sententia et ex grece linguae auctoritate demendam esse prescribit»

    «San Girolamo deduce che quella ripetizione nella lettera di Giovanni, "e tre sono coloro che danno testimonianza, padre e verbo e spirito", sia valida; invece sant'Agostino, dal significato inteso dall'apostolo e dall'autorità della lingua greca, prescrive che essa sia da espungere»

    Per approfondire:

    • Nobert Fickerman, St. Augustinus gegen das 'Comma Johanneum'?, 1932
    • Georg Strecker,Die Johannesbriefe, 1989 pag 282
  124. ^ Vittore di Vita, Historia persecutionis Africanae Provinciae 2, 82
  125. ^ Nella confutazione al Sabellianismo che fa Eusebio di Cesarea(Contra Marcellum e Ecclesiastica Theologia vedi anche:estratto da Eusebio, "Teologia ecclesiastica" III, 4-6) usa un espressione simil-Comma, per esporre la visione di Dio Sabelliana (Eusebio di Cesarea, De Ecclesiastica Theologia 3.3-3.4; vedi Migne Patrologia Graeca Vol 24: pagg 1001 D-1004 A, vedi anche testo greco:Scaife Viewer;in alcune edizioni però manca ἓν:Heuriskomena panta:6) al punto da far dire a Eusebio che era un espressione tipica sabelliana. Ecclesiastica Theogogia III, cap IV:

    «τὸ δὲ αὐτὸν εἶναι τοῦ ἐν αὐτῷ λόγου Πατέρα, καὶ Υἱὸν αὐτοῦ τὸν ἐν αὐτῷ λόγον, τῆς Σαβελλίου κακοδοξίας ἦν γνώρισμα.Ὠς αὖ πάλιν καὶ τὸ λέγειν τὰ τρία [nota 36:Nimirum unum atque eumdem Deum...] εἶναι, τὸν Πατέρα καὶ τὸν Υἱὸν καὶ τὸ ἅγιον Πνεῦμα· Σαβελλίου γὰρ καὶ τοῦτο. Ὂ δη καὶ αὐτὸ Μάρκελλος ὧδέ πη ἀπεφαίνετο γράφων· Ἀδύνατον γὰρ τρεῖς ὑποστάσεις οὔσας ἑνοῦσθαι μονάδι. εἰ μὴ πρότερον ἡ τριὰς τὴν ἀρχὴν ἀπὸ μονάδος ἔχοι.»

    latino:

    «(nota:35 Sabellius enim Filium et Patrem, diversis ner minibus, eamdem personam delirabat.)Sed dicere ipsum esse Patrem Verbi ejus, quod in ipso erat, et Filium ejus esse, quod in ipso erat Verbum, planissimum est indicium Sabelliana pravitatis.Quemadmodum et dicere tria esse(Nimirum unum atque eumdem Deum), Patrem, et Filium et Spiritum sanctum, Sabellii est : quod Marcellus scriptis suis censuit : Impossibile siquidem tres, quæ sunt hypostases, unitati aduniri, si non in primis a monade Trinitas exordiatur.»

    traduzione:

    «Ma [nota 35:il detto] che Egli è [nota 35:sia] il Padre del Verbo in sé, e/[nota 35:che] il Figlio di Lui, il Verbo in sé, è segno della blasfemia di Sabellio. E ancora allo stesso modo, l'affermazione che i tre sono [seguendo la nota 36:lo stesso uno]:il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo è anche di Sabellio: che lo stesso Marcello pensa quando scrive: “È impossibile che tre ipostasi esistenti siano unite in una monade a meno che prima la triade non abbia avuto inizio da una monade»

  126. ^ Gregorio Nazianzeno(Oratio 31, PG 36 143A 144A) afferma che i sabelliani hanno una concezione errata della Trinità come Unità:

    «· οὐ γὰρ Υἱὸς ὁ Πατήρ. Ἀλλ ̓ οὐκ ἐλλείψεως ταῦτά ποθεν, οὐδὲ τῆς κατὰ τὴν οὐσίαν ὑφέσεως· αὐτὸ δὲ τὸ, Μὴ γεγενῆσθαι, καὶ τὸ γεγενῆσθαι, καὶ τὸ ἐκπορεύεσθαι, τὸν μὲν Πατέρα, τὸν δὲ Υἱὸν, τὸ δε, τοῦθ᾽ ὅπερ λέγεται, Πνεῦμα ἄγιον πρησηγόρευσεν, ἵνα τὸ ἀσύγχυτον σώζηται τῶν τριῶν ὑπου στάσεων ἐν τῇ μιᾷ φύσει τε καὶ ἀξίᾳ τῆς θεότητος..Οὔτε γὰρ ὁ Υἱὸς Πατὴρ (εἷς γὰρ Πατὴρ), ἀλλ ̓ ὅπερ ὁ Πατήρ· οὔτε τὸ Πνεῦμα Υἱὸς, ὅτι ἐκ τοῦ Θεοῦ (εἷς γὰρ ὁ Μονογενής), ἀλλ' ὅπερ ὁ Υἱός· ἓν τὰ τρία τῇ θεότητι, καὶ τὸ ἓν τρία ταῖς ἰδιότησιν· ἵνα μήτε τὸ ἓν Σαβέλλιον ᾖ, μήτε τὰ τρία τῆς πονηρᾶς νῦν διαιρέσεως.»

    latino:

    «Nec enim Pater Filius est. Sed hac defectumn procul dubio undequaque non arguunt, nec essentiæ submissionem : quin potius ex his verbis : Quod genitus non sit, et quod genitus, et quod procedat, hoc effectum est, ut alius Pater, alius Filius, alius Spiritus sanctus appelletur, atque ita inconfusa trium personarum distinctio in una divinitatis natura et dignitate conservetur. Neque enim Filius est Pater (unus enim est Pater), sed est id quod Pater : nec Spiritus est Filius, quia ex Deo est (unus enim Unigenitus), sed est id quod Filius tria hæc unum, si divinitatem spectes, et unum tria, si proprietatum rationem habeas; ut nec unum Sabellio faveat, nec tria pestiferæ divisioni, quæ hac tempestate vigel.»

    italiano:

    «Né infatti il Padre è Figlio. Ma ciò non per mancanza di qualcosa né subordinazione nei riguardi all'Essenza; ma per il fatto stesso di essere Ingenerato o Generato, o Procedente, uno il Padre, altro il Figlio , e altro ancora, quello di cui si argomenta, lo Spirito Santo: affinche l'inconfusa distinzione delle Tre Persone possa essere preservate nell'unica natura e dignità della Divinità. Ma Infatti né il Figlio è Padre (perché il Padre è uno) ma è ciò che è il Padre; né lo Spirito è Figlio perché è da Dio (perché l'Unigenito è Uno) ma Egli è ciò che è il Figlio. I Tre sono Uno, per la Divinità e l'Uno è Tre per le proprietà; sicché né l'uno è sabelliano, né tre dell'empia divisione attuale(riferimento dottrina Marcione o Marco il Mago).»

  127. ^ Quello che viene considerato il più probabile autore di riscrittura della Lettera di Giovanni è Eusebio di Cesarea sià per opporsi ai Sabelliani(Eusebio di Cesarea, De Ecclesiastica Theologia 3.3-3.4; vedi Migne Patrologia Graeca Vol 24: pagg 1001 C-1004 A) e/o per aiutare Ario(A. Clemente, Il libro nero delle eresie, pp. 180 e sgg.) di cui condivideva per un certo periodo la genuinità del credo(Girolamo, lettera 84, 2) forse di fede semi-ariana;fu ingaggiato da Costantino per fare 50 Bibbie in greco (Vita di Costantino, libro IV, 36-37). Inoltre come ulteriore prova Eusebio di Cesarea era solito citare Matteo 28,19 in modo diverso, facendo intendere che fosse il vero finale di Matteo dall'ebraico: Andate e fate discepoli di genti di tutte le nazioni nel mio nome(Demonstratio Evangelica, Libro III, cap 6, 132, p. 152;Libro III, cap 7, 136, p. 157; Libro III, Cap 7, 138, p. 159 e altre citazioni compresa l'Orazione in lode all'imperatore Costantino, capitolo 16, sezione 8) invece dell'ortodosso: Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo....
  128. ^ La distruzione di Diocleziano e la produzione di Costantino
  129. ^ Origene (Girolamo a Agostino, Lettera 75, 19-404 d.C.) e Luciano(Lettera di Girolamo a Papa Damaso: Prefazione di Girolamo ai Quattro Vangeli-Migne PL 29 Col.525-),maestro di Ario, avrebbero fatto delle revisioni con l'eliminazione del Comma:Estratto di Metzger, sulla recensione Luciana; Griesbach Dissertatio Critica de Codicibus Quatuor Evangeliorum Origenianis(1771) i cui parere vedi: qui, Comma Giovanneo Tesi che sarebbe corroborata per quanto riguarda Luciano dal fatto della correlazione tra presunte varianti lucianee riportate da scribi con la sigla και λ(intendendo και Λουκιανος) che si trova anteposto alle letture marginali in diversi manoscritti, così come dalla lettera lomadh ( ל ): e perciò alcune di queste lezioni sarebbero presenti nel testo siriaco il qual testo al verso di riferimento 1 Gv 5, 7(per i siriaci 1 Gv 5, 8) ha una congiunzione invece di una causale indicando un taglio del testo
  130. ^ Forster pag 87,106-110 in particolare 108
  131. ^ Ecco alcuni degli esempi considerati sospetti in Gregorio Nazianzeno, Pseudo-Basilio/Didimo il Cieco, Pseudo-Atanasio, Pseudo-Crisostomo ma ce ne sono molti altri. Ecco alcuni esempi: Gregorio Nazianzeno Oratio 45, 30

    «ΛΟΓΟΣ ΜΕ', Λ'-...Εἰ δὲ καταλύσαιμεν ἀξίως τοῦ πόθου, καὶ δεχθείημεν ταῖς οὐρανίαις σκηναῖς, τάχα σοι καὶ αὐτόθι θύσομεν δεκτὰ ἐπὶ τὸ ἅγιόν σου θυσιαστήριον, ὦ Πάτερ, καὶ Λόγε, καὶ Πνεῦμα τὸ ἅγιον· ὅτι σοὶ πρέπει πᾶσα δόξα, τιμή, καὶ κράτος, εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν αἰώνων. ’Αμήν»

    latino

    «Oratio XLV, XXX-...Quod si, qualem expetimus, vitæ finem nanciscamur, atque in coelestia tabernacula recipiamur, illic quoque tibi fortasse super altari tuo sancto grata sacrificia offeremus, ο Pater, et Verbum, et Spiritus sancte: in saecula saeculorum. Amen.»

    italiano

    «-Orazione 45, cap 30-....Ma se dobbiamo essere liberati, secondo il nostro desiderio, ed essere ricevuti nel Tabernacolo celeste, anche lì può essere che ti offriremo sacrifici graditi sul tuo altare, al Padre, alla Parola e allo Spirito Santo; poiché a te appartiene ogni gloria, onore e potenza, nei secoli dei secoli. Amen.»

    Basilio/Didimo il Cieco, Adversus Eunomium V

    «-Διά τι μή και το Πνεύμα υιός του Υιού-...Εἴρηται ταῦτα, καὶ ἔστι καλῶς, ὥς ἐστι τοῖς ἀπεριέργως πιστεύουσιν εἰς Θεὸν καὶ Λόγον καὶ Πνεῦμα, μίαν οὖσαν θεότητα, τὴν καὶ μόνην προσκυνητήν. Καὶ μηδαμοῦ παρείσδυσις γένηται πλήθους, ἀλλ' ἕκαστον ἐπὶ τῆς Τριάδος ἓν ὂν ἐπιγινώσκηται, εἷς Πατὴρ, εἷς Υἱὸς, ἓν Πνεῦμα ἅγιον»

    latino

    «-Cur et Spiritus filius Filii non dicatur-...Haec dicta sunt, et sunt recte dicta, sicuti sunt, iis qui, sine curiosa investigatione, credunt in Deum et Verbum et Spiritum, unam deitatem, quae et sola adoranda est.Et ut nusquam introducatur multitudo, sed unumquodque in Trinitatem unum esse cognoscatur, unus Pater, unus Filius, unus Spiritus Sanctus»

    italiano

    «-Perché lo Spirito non viene chiamato figlio del Figlio-...Queste cose sono dette, e sono buone[rette], affinché per coloro -semplicemente/senza ricerca- credono in Dio e nella Parola e nello Spirito, una e la stessa Divinità, l'unica adorata. E non ci sono una moltitudine di intrusi[persone], ma ciascuno della Trinità è uno: un [solo] Padre, un [solo] Figlio, un [solo] Spirito Santo»

    Pseudo-Atanasio, Quaestiones Aliae, Quaestio IV

    «Βλέπε συνετῶς· Ὥσπερ ἡ ἀκτὶς τοῦ ἡλίου καταβαίνει ἐξ οὐρανοῦ πρὸς τὴν γῆν, καὶ οὔτε τοῦ ἡλιακοῦ δίσκου χωρίζεται, οὔτε ἐκ τοῦ οὐρανοῦ λείπει, οὔτε ἀπὸ τῆς γῆς, ἀλλ’ ἔστι καὶ ἐν τῷ ἡλιακῷ δίσκῳ, καὶ ἐν τῷ οὐρανῷ, καὶ ἐν τῇ γῇ, καὶ πανταχοῦ, καὶ οὔτε τῶν ἄνω λείπει, οὔτε τῶν κάτω· οὕτω καὶ ὁ Υἱὸς καὶ Λόγος τοῦ Θεοῦ κατῆλθε πρὸς τὴν γῆν, καὶ οὔτε ἐκ τοῦ Πατρὸς ἔλειπε, οὔτε ἐκ τῶν οὐρανῶν, οὔτε ἐκ τῆς γῆς· ἀλλ’ ἦν καὶ ἐν τοῖς κόλποις τοῦ Πατρὸς ἀχώριστος, καὶ ἄνω καὶ κάτω, καὶ πανταχοῦ· καὶ οὐδ’ ἔκ τινος ἔλειπε. Καὶ ὥσπερ τὸ ἡλιακὸν φῶς ἐστι καὶ ἐν τῷ δίσκῳ τῷ ἡλιακῷ καὶ ἐν τῇ ἀκτῖνι, καὶ ἐν τῷ οὐρανῷ, καὶ ἐν τῇ γῇ, καὶ εἰσέρχεται ἐν ταῖς οἰκίαις καὶ πανταχοῦ, καὶ φωτίζει·...Ὥσπερ ἡ ψυχή μου μία ἐστὶν, ἀλλὰ καὶ τρισυπόστατος, ψυχὴ, λόγος, καὶ πνοή·οὕτω καὶ ὁ Θεὸς εἷς ἐστιν, ἀλλ’ ἔστι καὶ τρισυπόστατος, Πατὴρ, Λόγος, καὶ Πνεῦμα ἅγιον....Ως γάρ ψυχή, λόγος, και πνοή τρία πρόσωπα, και μία φύσις ψυχής, και ου τρείς ψυχαί· οὕτω Πατὴρ, Λόγος καὶ Πνεῦμα ἅγιον, τρία πρόσωπα, καὶ εἷς τῇ φύσει Θεὸς, καὶ οὐ τρεῖς θεοί...»

    latino

    «...Perpende diligenter, quemadmodum radius solis descendit ex caelo ad terram, neque ab orbe solari separatur, nec a caelo abest, neque a terra, sed est in orbe solari, et in caelo, et in terra, et ubique; sed neque in superioribus deficit, neque in inferioribus ; sic etiam Filius et Verbum Dei descendit ad terram, et neque Patrem dereliquit, neque caelum, neque terram : sed erat in gremio Patris inseparabilis, et supra, et infra et ubique : neque usquam desideratus est. Et quemadmodum lumen solare est et in orbe solari, et in radio, et in caelo, et in terra, et ingreditur domos, et ubique et illuminat;...Sicut anima mea una est, sed constat tribus hypostasibus, anima, ratione, et spiritu : ita Deus unus est, sed constat tribus hypostasibus, Patre, et Filio[lett:Verbo], et Spiritu sancto...Quemadmodum enim anima, ratio et spiritus tres sunt personæ, et una natura anima, et non tres animae: ita Pater, et Filius[lett:Verbum], et Spiritus Sanctus, tres persone, et unus natura Deus, et non tres Dii....»

    italiano

    «...Considera saggiamente: come il raggio del sole discende dal cielo sulla terra, e non è separato dal disco del sole, né è assente dal cielo, né dalla terra, ma è anche nel disco del sole, e nel cielo, e sulla terra, e dappertutto, e né è assente di sopra, né di sotto; così come il Figlio e la Parola di Dio discese sulla terra, e né fu assente dal Padre, né dai cieli, né dalla terra; ma era anche nello stesso seno del Padre, inseparabile, sia sopra che sotto, e dovunque, e non era assente da nulla. E come la luce solare è sia nel disco del sole che nel raggio, e nel cielo, e sulla terra, ed entra nelle case e ovunque, e illumina...Come comprendi che l'anima mia è una, ma anche tri-ipostatica: anima, ragione e spirito così anche Dio è uno, ma è anche tri-ipostatico: Padre, Parola e Spirito Santo....Come infatti anima, parola e respiro sono tre elementi[distinti della persona] , e una natura dell'anima, e non tre anime quindi Padre, Parola e Spirito Santo, tre persone, e uno per natura, Dio, e non tre dèi...»

    Giovanni Crisostomo, Adversus Judaeos, Omelia 1(Oratio VIII), 3

    «Ἠκούσατε τῶν σεραφεὶμ πάλιν ἐκπληττομένων καὶ μετὰ φρίκης κραζόντων, "Αγιος, ἅγιος, ἅγιος Κύριος σαβαώθ· πλήρης πᾶσα ἡ γῆ τῆς δόξης αὐτοῦ. Προσέθηκα καὶ τὰ χερουβὶμ βοῶντα· Εὐλογημένη ἡ δόξα αὐτοῦ ἐκ τοῦ τόπου αὐτοῦ. Κάτω τρεῖς μάρτυρες, ἄνω τρεῖς μάρτυρες, τὸ ἀπρόσιτον τῆς τοῦ Θεοῦ δόξης δηλοῦντες»

    latino

    «Audiistis Seraphim rursus cum stupore et horrore clamitare, Sanctus, sanctus, sanctus Dominus exercituum: plena est omnis terra gloria ejus. Addidi et Cherubim clamantes, Benedicta gloria Domini de loco ejus. Tres in terris, totidem in cælis testes, ad Dei majestatem perveniri haud posse ostenderant»

    italiano

    «Avete ascoltato ancora i Serafini che con stupore e tremore acclamano: "Santo, Santo, Santo il Signore degli eserciti; tutta la terra è piena della Sua Gloria. Anch'io mi sono unito ai cherubini e gridano: benedetta è la Sua gloria dal luogo della sua dimora!. In terra (lett: in basso) sono tre testimoni, in cielo (lett: in alto) sono tre testimoni, che dichiarano l'inaccessibilità della Gloria di Dio»

  132. ^ ms11892 f202r;
  133. ^ Vat. gr. 1296(1203 d.C.), folio 127 v rigo 42; BnF, grec2624(XV secolo) f113r rigo 27-28]
  134. ^ DA RIVEDERE ricordare : Περι τοῦ εἷς θεὸς...Eἷς è un numerale e non una preposizione qui;τοῦ è genitivo mentre quello a cui si riferisce ovvero il titolo è al nominativo non è corretto è molto raro come formulazione(dovrebbe essere al genitivo) un caso simile potrebbe essere poco prima Εἰς τοὺς προφήτας Χρονικόν (dove Εἰς τοὺς προφήτας è genitivo per poi Χρονικόν che è invece nominativo ma in questo caso viene considerato appunto una spiegazione: sui profeti, cronologia,...):

    «Εἰς τοὺς προφήτας Χρονικόν·διορθούμενον τὸ σφάλμα Εὐσεβίου τοῦ Παμφίλου·Περὶ τῶν χρόνων Εἰς τὰ δ Εὐαγγέλια·Εἰς τὰς πράξεις τῶν Ἀποστόλων·Εἰς τὴν ἐπιστολὴν Ἰωάννου τοῦ Εὐαγγελιστοῦ·Περὶ τοῦ·εἷς θεὸς ἐν τριάδι·Κατὰ Μελχισεδεκιτῶν·Κατὰ Ἰουδαίων·Περὶ νεκρῶν ἀναστάσεως·Περὶ ψυχῆς κατὰ διαφόρων·περὶ αὐτῆς αἱρέσεων»

    Traduzione:

    «sui profeti, cronologia, raddrizzare l'errore di Eusebio [il figlio spirituale] di Panfilo [5] sui tempi, sui quattro vangeli, sugli atti degli apostoli, sull'epistola di Giovanni Evangelista, sull'(riguardo a) unico Dio in tre, contro i Melchisedekiti, [6] Contro gli ebrei, Circa la risurrezione dei morti, Circa l'anima contro le varie eresie che la riguardano»

    Infine Περὶ τοῦ(·)(trad. su questo/sull') pare introdurre l'argomento trattato in Εἰς τὴν ἐπιστολὴν Ἰωάννου τοῦ Εὐαγγελιστοῦ (trad. sull'epistola di Giovanni Evangelista) sembra la traduzione più giusta; anche se non filologicamente la più corretta poichè non ci dovrebbe essere il punto (·) dopo τοῦ (genitivo singolare maschile); oltre tutto la declinazione di θεὸς(nominativo singolare maschile) è molto rara come titolo se introdotto da particelle come Περὶ, Εἰς o Κατὰ. La traduzione più giusta sembra quella presente qui:https://archive.org/stream/suidaelexicongr01suid#page/594/mode/2up altri invece lo interpretano come due titoli separati come nella versione inglese Suda Online:

    «...On the Epistle of John the Evangelist, About The One God in Three...»

  135. ^ Monaco. Bayerische Staatsbibliothek clm 14596, Regensburg Epistolae rhetoricae (XI-XII secolo) in una nota nel manoscritto:

    «Replicationem illam in epistola lohannis: et tres sunt qui testimonium dant, pater et verbum et spiritus beatus Hieronimus ratam esse astruit; beatus vero Augustinus ex apostoli sententia et ex grece linguae auctoritate demendam esse prescribit»

    «San Girolamo deduce che quella ripetizione nella lettera di Giovanni, "e tre sono coloro che danno testimonianza, padre e verbo e spirito", sia valida; invece sant'Agostino, dal significato inteso dall'apostolo e dall'autorità della lingua greca, prescrive che essa sia da espungere»

    Per approfondire:

    • Nobert Fickerman, St. Augustinus gegen das 'Comma Johanneum'?, 1932
    • Georg Strecker,Die Johannesbriefe, 1989 pag 282
  136. ^ Stephanus nel suo apparato (Editio Regia 1550 pagina di riferimento) fa capire che i manoscritti: δ, ε, ζ, θ, ι, ια, ιγ, α hanno il Comma, invece secondo le attuali identificazioni (qui le attuali identificazioni) :
  137. ^ Di contro i rappresentanti del comma spurio aermano che il principio di attrazione anche se esistente non si può applicare a un intero insieme di sostantivi ma solo a nomi di genere vicino che si trovano nelle immediate vicinanze
  138. ^ Avviene alcune volte che gli scribi sia per stanchezza sia per svista saltino parti del testo simili (Homeoteleuton) come in questo caso dove la struttura del testo si ripete: omoteleuto. Thomas Smith (1690) affermava che i copisti avessero saltato parte del testo sui testimoni, e James Snapp (che non ritiene comunque autografo il Comma) spiega nel dettaglio come questo potrebbe essere avvenuto. Vedi: James Snapp Jr, Cyprian and the Comma Johanneum; Joseph M. Levine, The Autonomy of History: Truth and Method from Erasmus to Gibbon p. 188 nota 13; Grantley R. McDonald, Raising of the Ghost of Arius (2011) p. 197
  139. ^ Origene (Girolamo a Agostino, Lettera 75, 19-404 d.C.) e Luciano(Lettera di Girolamo a Papa Damaso: Prefazione di Girolamo ai Quattro Vangeli-Migne PL 29 Col.525-),maestro di Ario, avrebbero fatto delle revisioni con l'eliminazione del Comma. Tesi che sarebbe corroborata per quanto riguarda Luciano dal fatto della correlazione tra presunte varianti lucianee riportate da scribi con la sigla και λ(intendendo και Λουκιανος) che si trova anteposto alle letture marginali in diversi manoscritti, così come dalla lettera lomadh ( ל ): e perciò alcune di queste lezioni sarebbero presenti nel testo siriaco il qual testo al verso di riferimento 1 Gv 5, 7(per i siriaci 1 Gv 5, 8) ha una congiunzione invece di una causale indicando un taglio del testo. Vedi:
  140. ^ in particolare Diocleziano 303-313:La distruzione di Diocleziano e la produzione di Costantino
  141. ^ Alcuni colpevolizzano gli ariani poiché modificavano alcune parti del testo secondo la testimonianza di Socrate Scolastico, (Storia della Chiesa, Libro VII, 32) un passaggio 1 Gv 4, 3 è stato tolto per far apparire Gesù come solo uomo e questo sarebbe successo ad opera di ariani. Per alcuni in particolare il responsabile sarebbe Eusebio di Cesarea. Da notare nella confutazione al Sabellianismo che fa Eusebio di Cesarea(Contra Marcellum e Ecclesiastica Theologia vedi anche:estratto da Eusebio, "Teologia ecclesiastica" III, 4-6) usa un espressione simil-Comma, per esporre la visione di Dio Sabelliana (Eusebio di Cesarea, De Ecclesiastica Theologia 3.3-3.4; vedi Migne Patrologia Graeca Vol 24: pagg 1001 D-1004 A, vedi anche testo greco:Scaife Viewer;in alcune edizioni però manca ἓν:Heuriskomena panta:6) al punto da far dire a Eusebio che era un espressione tipica sabelliana. Ecclesiastica Theogogia III, cap IV:

    «τὸ δὲ αὐτὸν εἶναι τοῦ ἐν αὐτῷ λόγου Πατέρα, καὶ Υἱὸν αὐτοῦ τὸν ἐν αὐτῷ λόγον, τῆς Σαβελλίου κακοδοξίας ἦν γνώρισμα.Ὠς αὖ πάλιν καὶ τὸ λέγειν τὰ τρία [nota 36:Nimirum unum atque eumdem Deum...] εἶναι, τὸν Πατέρα καὶ τὸν Υἱὸν καὶ τὸ ἅγιον Πνεῦμα· Σαβελλίου γὰρ καὶ τοῦτο. Ὂ δη καὶ αὐτὸ Μάρκελλος ὧδέ πη ἀπεφαίνετο γράφων· Ἀδύνατον γὰρ τρεῖς ὑποστάσεις οὔσας ἑνοῦσθαι μονάδι. εἰ μὴ πρότερον ἡ τριὰς τὴν ἀρχὴν ἀπὸ μονάδος ἔχοι.»

    latino:

    «(nota:35 Sabellius enim Filium et Patrem, diversis ner minibus, eamdem personam delirabat.)Sed dicere ipsum esse Patrem Verbi ejus, quod in ipso erat, et Filium ejus esse, quod in ipso erat Verbum, planissimum est indicium Sabelliana pravitatis.Quemadmodum et dicere tria esse(Nimirum unum atque eumdem Deum), Patrem, et Filium et Spiritum sanctum, Sabellii est : quod Marcellus scriptis suis censuit : Impossibile siquidem tres, quæ sunt hypostases, unitati aduniri, si non in primis a monade Trinitas exordiatur.»

    traduzione:

    «Ma [nota 35:il detto] che Egli è [nota 35:sia] il Padre del Verbo in sé, e/[nota 35:che] il Figlio di Lui, il Verbo in sé, è segno della blasfemia di Sabellio. E ancora allo stesso modo, l'affermazione che i tre sono [seguendo la nota 36:lo stesso uno]:il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo è anche di Sabellio: che lo stesso Marcello pensa quando scrive: “È impossibile che tre ipostasi esistenti siano unite in una monade a meno che prima la triade non abbia avuto inizio da una monade»

    Eusebio di Cesarea, (De Ecclesiastica Theologia 3.3-3.4; vedi Migne Patrologia Graeca Vol 24: pagg 1001 C-1004 A) il quale simpatizzò per Ario(A. Clemente, Il libro nero delle eresie, pp. 180 e sgg.) di cui condivideva per un certo periodo la genuinità del credo(Girolamo, lettera 84), la cui posizione teologica della visione di Dio è poco chiara alle volte sembra ortodossa altre tendente all'arianesimo/semiarianesimo (Frederick Nolan, An Inquiry into the integrity of the Greek Vulgate pag 279, 305;The Dublin Review Jan. 1884 pagg 197-200);fu ingaggiato da Costantino per fare 50 Bibbie in greco (Vita di Costantino, libro IV, 36-37) e da questa commissione abbia riscritto nuove copie senza il Comma

  142. ^ Frederick Nolan, An Inquiry into the integrity of the Greek Vulgate,1815, pag 278-279
  143. ^ Costantino che verso la fine della sua vita si era avvicinato all'arianesimo, avvantaggiando vescovi ariani, e infine verrà battezzato in questa fede alla morte. Costanzo II, ariano che cercò di imporre questo credo con dei sinodi e eleggendo in posizioni importanti ecclesiastici ariani.
    • G. Filoramo, D. Menozzi, L'Antichità, in Storia del Cristianesimo, p. 299;
    • Richard Patrick, Crossland Hanson, The Search for the Christian Doctrine of God: The Arian Controversy, 318-381, Continuum International Publishing Group, 2005;
    • Arnold Hugh Martin Jones, The Later Roman Empire, 284-602: A Social Economic and Administrative Survey, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 1986
    • Et in Arcadia Ego:Morte di Costantino I
  144. ^ PG 28 , 440–501
  145. ^ L'opera è di difficile datazione non certo di Atanasio e non un racconto storico, poiché ci sono molte incongruenze storiche infatti il presunto autore è troppo giovane all'epoca in cui è ambientato; caratteristiche che portano gli studiosi moderni a non considerarlo un resoconto realmente accaduto, ma opera di finzione tipico di quel periodo cristiano è non di meno di epoca successiva: Christians in Conversation di Alberto Rigolio pag 25/115;Considerazioni su opere di Atanasio e pseudo-Atanasio
  146. ^ Answers of your Bible, C. W. Daniels, 2011
  147. ^ Questa tesi crea dei Valdesi ante litteram interpretando in modo discutibile delle lettere di Girolamo: Helvidius- e Vigilanzio
  148. ^ Bible Truth, Chick Pubblication, G.A. Riplinger, p. 381, Documenti e riferimenti a manoscritti sui Valdesi e le loro opere
  149. ^ Storia del valdismo dal sito Censur, dalla Treccani e dalla Treccani
  150. ^ manoscritto n° 8 di Carpentras
  151. ^ Papyrus Michigan 3520 folio 24r/57r; e nel Codex Vaticanus p 1441 sinistra colonna centrale rigo 37; entrambi IV secolo e forse entrambi della zona egiziana
  152. ^ Socrate Scolastico, Storia della Chiesa, Libro VII, 32(PG 67 809D-811A):parla di un episodio in cui un passaggio 1 Gv 4, 3 è stato tolto per far apparire Gesù come solo uomo e questo sarebbe successo, secondo loro, anche nei riguardi di 1 Gv 5, 7-8 perché un passaggio che esprime la divinità di Cristo
  153. ^ Pseudo-Girolamo, Prologo alle lettere cattoliche: in un primo momento l'accusa a dei traduttori infedeli che avrebbero tolto il Comma è stato creduto, ma quando gli studi sulla sua spurietà hanno trovato forti appigli ha perso di validità probatoria, da prima considerato falso del IX secolo (The_Dublin_Review Volume 90 pag 428) riacquisto momentaneamente validità con la presenza nel Codex Fuldensis (folio 433v/434r rigo 31/7) 542-546 pubblicato nel 1868. Oggi è considerata una prova valida da pochi sulla base di:
    • l'Omelia 69 di Girolamo potrebbe riferirsi al Comma ma ci sono tantissimi dubbi in proposito, lo stesso Joseph Denk non ne sembra convinto-Grantley McDonalds, The Ghost of Arius,2011, pag 55 nota 80-;
  154. ^ Pascasio Radberto, PL120, 1023BC:parla di alcuni codici emendati col Comma
  155. ^ Clemente Alessandrino/Pseudo Clemente Alessandrino:Eclogae Propheticae 13,1(PG 9, 703D-704D); Origene/Pseudo Origene:Commento al Vangelo di Matteo tomo XII, 43(PG 13, 1083AC-1084AC);
  156. ^ In alcuni padri cappadoci degli studiosi riscontrano allusioni al Comma, esempi: Gregorio Nazianzeno: Orazione 31, 9 e 45, 30; Cesario di Nazianzo/Pseudo-Cesario/Cesario vescovo di Arles:Dialogo I, III(PG 38, 859D-860D); Basilio il Grande/Didimo il Cieco: Adversus Eunomium, Libro V, 2 e 3 (PG 29, 753-754B e 755-756B)
  157. ^ Atanasio/Pseudo-Atanasio:Disputatio Contra Arium cap 44 (PG 28, 499AB-500AB): alcuni hanno considerato come prova di utilizzo del Comma questo unicum Disputatio contra Arium caratterizzato però da molti problemi: L'opera è di difficile datazione non certo di Atanasio e non un racconto storico, poiché ci sono molte incongruenze storiche infatti il presunto autore è troppo giovane all'epoca in cui è ambientato; caratteristiche che portano gli studiosi moderni a non considerarlo un resoconto realmente accaduto, ma opera di finzione tipico di quel periodo cristiano è non di meno di epoca successiva: Christians in Conversation di Alberto Rigolio pag 25/115;Considerazioni su opere di Atanasio e pseudo-Atanasio; Pseudo Atanasio, Quaestiones Aliae 4(PG 28, 775D-778A e 779BC-780BC)
  158. ^ Efrem il Siro, Rhytm of the Twenty-Eighth , 7, pp. 196/197 e note
  159. ^ Forster e altri pensano che da parte di vari autori greci medievali ci sia un fenomeno di allusione riguardi del Comma, più o meno velato a seconda dei casi. In particolare alcuni espongono la tesi secondo cui alcune formule in contesti che trattano la divinità: εν τρια, τρια ἐν, ἐν εκ τριων e altre, di alcuni padri greci sarebbero forme solenni per indicare il Comma, vedi Forster pp. 87,106-110 in particolare 108 e New criticisms on the celebrated text, 1 John V. 7, pp. 74-76 in particolare 76
  160. ^ In particolare sembra secondo studi recenti che i padri cappadoci derivino le considerazioni tre ipostasi(τρεῖς ὑποστάσεις), una essenza(οὐσία)/una stessa sostanza(ὁμοούσιος) divina da Origene vedi Ilaria Ramelli, Origene: una teologia trinitaria anti-subordinazionista. Origene perciò sarebbe il padre della maggior parte della teologia orientale, eresie escluse; dunque i vari autori greci medievali farebbero solo discorsi teologici affini e non è riscontrabile nessuna reale citazione
  161. ^ esempi sono: Fulgenzio, De Trinitate Liber Unus ad Felicem Notarium, IV(PL 65, 500CD)
  162. ^ il Margine nel Codex Cavensis-276v, rigo 35- dove lo scriba a margine del Comma scrive in latino: Lascia che Ario e gli altri ascoltino questo
  163. ^ Tommaso d'Aquino, esposizione del secondo Decretale dove afferma che si dice che gli ariani abbiano modificato in qualche modo il verso utilizzato anche come nota fondo pagina nella Poliglotta Complutense 1514/1520-volume 4, pag 412-)
  164. ^ alcuni hanno teorizzato che il Codex, per cui fu inserito il Comma, conosciuto al tempo come Codex Britannicus non sia l'attuale Codex Mortfortianus-ms61-[senza fonte]
  165. ^ Life of Erasmus Volume 2 pag 105
  166. ^ ricerca sulla questione pp. 1,2
  167. ^ Col Comma la frase risulta essere molto più lunga e avente troppe dipendenti dalla principale, lontano per l'appunto dallo stile semplice e con frasi brevi o comunque poco articolate del greco Koine tipico del nuovo testamento
  168. ^ In alcuni manoscritti sembra infatti che Padre , Parola e Spirito Santo vengano identificati come dei sostantivati da soli in quanto si riferisce a cose già conosciute o nomi propri:L'articolo nel greco biblico pag 168
  169. ^ Il verso infatti nella seconda parte:και οι τρεις εις τὸ ἕν εἰσιν si presta a una doppia traduzione dove οι può essere tradotto come dimostrativo in riferimento al οι μαρτυρουντες(Quelli che rendono testimonianza) della prima parte oppure come articolo per τρεις (tre); εις d'altronde può essere tradotto solo come andare verso in riferimento a un idea comune, ma visto che i primi papiri(III-VIII) e codici(circa IV-IX secolo) nascono senza gli accenti la cui presenza è introdotta nel testo solo a partire dai minuscoli(VI-XVIII) o da codici con gli accenti aggiunti: tramite escamotage interpretativo è stato inteso come εἷς (trad. uno, unito) in senso attributivo per il soggetto da alcuni traduttori (forse un tentativo di mettere in accordo le due differenti versioni in una sola). A questo proposito infatti il Codex Amiatinus(folio 1014r 2° colonna rigo 17/19) che è considerato il manoscritto più rispondente alla Vulgata di san Girolamo e con minor numero di interpolazioni, dalla critica testuale, traduce in latino: et tres unum sunt senza tradurre di fatto ne οι ne εις
  170. ^ Si considera questo periodo e non il XIV-XVI secolo poichè le testimonianze delle prime allusioni più sicure al testo sono del II-IV secolo da padri Africani-Spagnoli , da una parte:Tertulliano, Cipriano, Priscilliano, Idacius Clarus e altri; e Greco-Cappadoci dall'altra:Atenagora di Atene, Gregorio Nazianzeno Didimo il Cieco,Basilio e altri; Il manoscritto greco(IV secolo) ma soprattutto quelli latini(VI-X secolo) indicano una conoscenza anteriore al XIII secolo (concilio lateranense 1215)
  171. ^ Memoir of the Book of Armagh pag 3
  172. ^ Memoir of the Book of Armagh pag 3
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  182. ^ a b Daniel B. Wallace, "The Comma Johanneum and Cyprian Archiviato il 9 April 2007 Data nell'URL non combaciante: 9 aprile 2007 in Internet Archive.".
  183. ^ Theodore H. Mann, "Textual problems in the KJV New Testament", in: Journal of Biblical Studies 1 (January–March 2001).
  184. ^ 'r' in the UBS-4 also 'it-q' and Beuron 64 are apparatus names today. These fragments were formerly known as Fragmenta Monacensia, as in the Handbook to the textual criticism of the New Testament, by Frederic George Kenyon, 1901, p. 178.
  185. ^ B. Aland, The Greek New Testament, United Bible Societies, 1993, p. 819, ISBN 978-3-438-05110-3. [UBS4]
  186. ^ NA26: mss 61, 629, 918, 2318, besides in mss. 88, 221, 429, 636 as later additions.
  187. ^ Catholic Encyclopedia: "in only four rather recent cursives — one of the fifteenth and three of the sixteenth century. No Greek epistolary manuscript contains the passage."
  188. ^ John Painter, Daniel J. Harrington. 1, 2, and 3 John
  189. ^ https://books.google.it/books?id=CXQqCwAAQBAJ&pg=PA39#v=onepage&q&f=false
  190. ^ https://books.google.it/books?id=CXQqCwAAQBAJ&pg=PA39#v=onepage&q&f=false
  191. ^ Johannine Comma (PDF), su foweylodge.com.
  192. ^ Charles Forster in A new plea for the authenticity of the text of the three heavenly witnesses p 54-55 (1867) notes that the quote of verse 6 is partial, bypassing phrases in verse 6 as well as verse 7. And that Clement's "words et iterum clearly mark the interpolation of other topics and intervening text, between the two quotations". Et iterum is "and again" in the English translation.
  193. ^ Eclogae propheticae 13.1Ben David, Monthly Review, 1826 p. 277)
  194. ^ Bengel, John Gill, Ben David and Thomas Burgess
  195. ^ Systematic Theology: Roman Catholic Perspectives,, Francis Schüssler Fiorenza, John P. Galvin, 2011, p. 159, the Latin is "Ita connexus Patris in Filio, et Filii in Paracleto, tres efficit cohaerentes alterum ex altero: qui tres unum sunt, non unus quomodo dictum est, Ego et Pater unum sumus"
  196. ^ John Kaye, The Ecclesiastical History of the Second and Third Centuries, Illustrated from the Writings of Tertullian 1826. p. 550.
  197. ^ a b c Georg Strecker, The Johannine Letters (Hermeneia); Minneapolis: Fortress Press, 1996. ‘Excursus: The Textual Tradition of the "Comma Johanneum"’.
  198. ^ August Neander, The History of the Christian Religion and the Church During the Three First Centuries, Volume 2, 1841, p. 184. Latin, Item de pudic. 21. Et ecclesia proprie et principaliter ipse est spiritus, in quo est trinitas unius divinitatis Pater et Filius et Spiritus Sanctus. Tischendorf apparatus
  199. ^ Documents in Early Christian Thought, editors Maurice Wiles and Mark Santer, 1977, p.178, Latin Bibliotheca Patrum Ecclesiasticorum Latinorum Selecta 1839.
  200. ^ Burgess, Tracts on the Divinity of Christ, 1820, pp.333–334. Irish Ecclesiastical Review, Traces of the Text of the Three Heavenly Witnesses, 1869 p. 274
  201. ^ Westcott and Hort, The New Testament in the Original Greek Note on Selected Readings, 1 John v 7,8, 1882, p104.
  202. ^ Charles Forster, A New Plea for the Authenticity of the Text of the Three Heavenly Witness; Or, Porson's Letters to Travis Eclectically Examined and the External and Internal Evidences for 1 John V, 7 Eclectically Re-surveyed, Deighton, Bell, 1867, 111-112.. Quote: "…the witness of Tertullian and Cyprian is followed and sustained in the Latin Church by that of St. Jerome; whose adoption of the text of the three Heavenly Witnesses in the Vulgate carries in it more weight than the most formal quotation. This point has been unaccountably overlooked in the controversy; insomuch that one of the latest writers on it, Dr. Adam Clarke, sets down Jerome among those to whom the text was unknown! On the contrary, by his silent publication of it in the Vulgate, this most learned of the Fathers not only puts his sign-manual to its authenticity, but gives the clearest proof that down to his time the genuineness of this text had never been disputed or questioned."
  203. ^ Horne, critical study 1933, p. 451
  204. ^ Travis references Jerome as writing approvingly of the confession. George Travis, Letters to Edward Gibbon, 1785 p. 108. The Latin is "Nobis unus Pater, et unus Filius ejus, verus Deus, et unus Spiritus Sanctus, verus Deus; et hi tres unum sunt; una divimtas, et potentia, et regnum. Sunt autem tres Personae, non-duae, non-una" Marc Celed. Exposit. Fid. ad Cyril apud Hieronymi Opera, tom. ix. p. 73g. Frederick Nolan, An inquiry into the integrity of the Greek Vulgate, 1815, p. 291.
  205. ^ Jerome, Lives of Illustrious Men, translated by Ernest Cushing Richardson, footnote: "Bishop 353, died about 392".
  206. ^ William Hales, Inspector, Antijacobin Review, Sabellian Controversy, Letter XII 1816, p. 590. "Denique Dominus: Petam, inquit, a Patre meo et alium advocatum dabit vobis … Sic alius a Filio Spiritus, sicut a Patre Filius. Sic tertia in Spiritu, ut in Filio secunda persona: unus tamen Deus omnia, tres unum sunt. Phoebadius, Liber Contra Arianos
  207. ^ Griesbach, Diatribe, p. 700
  208. ^ Introduction historique et critique aux libres de Nouveau Testament 1861, p.564.
  209. ^ In dismissing Phoebadius in this fashion, Griesbach was following Porson, whose explanation began, "Phoebadius plainly imitates Tertullian…and therefore, is not a distinct evidence", Letters to Archdeacon Travis, 1790, p. 247.
  210. ^ Catholic Encyclopedia: "The silence of the great and voluminous Augustine and the variation in form of the text in the African Church are admitted facts that militate against the canonicity of the three witnesses."
  211. ^ "The silence of Augustine, contrary to prevailing opinion, cannot be cited as evidence against the genuineness of the Comma. He may indeed have known it" Annotated bibliography of the textual criticism of the New Testament p. 113 Bruce Manning Metzger, 1955. Metzger was citing S. Augustinus gegen das Comma Johanneum? by Norbert Fickermann, 1934, who considers evidence from a 12th-century Regensburg manuscript that Augustine specifically avoided referencing the verse directly. The manuscript note contrasts the inclusion position of Jerome in the Vulgate Prologue with the preference for removal by Augustine. This confirms that there was awareness of the Greek and Latin ms. distinction and that some scribes preferred omission. Raymond Brown writes: "Fickermann points to a hitherto unpublished eleventh-century text which says that Jerome considered the Comma to be a genuine part of 1 John—clearly a memory of the Pseudo-Jerome Prologue mentioned above. But the text goes on to make this claim: 'St. Augustine, on the basis of apostolic thought and on the authority of the Greek text, ordered it to be left out.'" Epistles of John, 1982, p. 785.
  212. ^ Augustine scholar Edmund Hill says about a reference in The Trinity – Book IX that "this allusion of Augustine's suggests that it had already found its way into his text".
  213. ^ The City of God, Volume 1, trans. by Marcus Dods 1888 p. 197, Latin: Deus itaque summus et verum cum Verbo suo et Spiritu sancto, quae tria unum sunt, Deus unus omnipotens
  214. ^ e.g. Franz Anton Knittel, Thomas Burgess, Arthur-Marie Le Hir, Francis Patrick Kenrick, Charles Forster and Pierre Rambouillet
  215. ^ Homilies, 1849, p. 1224. Latin: et quid est: finis christus? quia christus deus, et finis praecepti caritas, et deus caritas quia et pater et filius et spiritus sanctus unum sunt.
  216. ^ George Travis summarized of Augustinian passages: The striking reiteration, in these passages, of the same expressions, Unum sunt—Hi tres unum sunt—Unum sunt, and Hi tres qui unum sunt seems to bespeak their derivation from the verse…Letters to Edward Gibbon, 1794, p. 46
  217. ^ Principles of Textual Criticism, p. 506, 1820.
  218. ^ Thomas Joseph Lamy The Decision of the Holy Office on the "Comma Joanneum" pp.449–483 American ecclesiastical review, 1897.
  219. ^ Thomas Burgess, A vindication of I John, V. 7, p.46, 1821.
  220. ^ The Acts of the Council of Chalcedon, Vol 3, The Second Session, pp. 22–23, 2005, Richard Price, editor
  221. ^ Edward Rochie Hardy Christology of the Later Fathers 1954, p. 368
  222. ^ Richard Porson, Letters to Archdeacon Travis 1790 p.378
  223. ^ Letters to Archdeacon Travis 1790 p. 401
  224. ^ Thomas Burgess, An introduction to the controversy on the disputed verse of st. John, 1835, p. xxvi
  225. ^ Thomas Burgess, An introduction to the controversy on the disputed verse of st. John, 1835, p. xxxi
  226. ^ While mentioning the usage of Son instead of Word as a possible argument against Cyprian awareness of the Comma, Raymond Brown points out that Son "is an occasional variant in the text of the Comma" and gives the example of Fulgentius referencing "Son" in Contra Fabrianum and "Word" in Reponsio Contra Arianos, Epistles of John p. 784, 1982.
  227. ^ This can be seen in The Greek New Testament (1966) UBS p. 824 by Kurt Aland. In 1983 the UBS Preface p.x announced plans for a "thorough revision of the textual apparatus, with special emphasis upon evidence from the ancient versions, the Diatessaron, and the Church Fathers". The latest edition of UBS4 updated many early church writer references and now has Cyprian for Comma inclusion. This citation is in parenthesis, which is given the meaning that while a citation of a Father supports a reading, still it "deviates from it in minor details" UBS4, p. 36.
  228. ^ Scrivener, while opposing verse authenticity, wrote in Plain Introduction in 1861 "it is surely safer and more candid to admit that Cyprian read v. 7 in his copies, than to resort to the explanation of Facundus, that the holy Bishop was merely putting on v. 8 a spiritual meaning". And then Scrivener placed mystical interpretation as the root of comma formation "although we must acknowledge that it was in this way v. 7 obtained a place, first in the margin, then in the text of the Latin copies … mystical interpretation". In the 1883 edition Scrivener wrote "It is hard to believe that 1 John v. 7, 8 was not cited by Cyprian". Thus, Scrivener would be taking the position of a mystical interpretation by scribes unknown, working through the margin and later adding to the text, all before Cyprian. "they were originally brought into Latin copies in Africa from the margin, where they had been placed as a pious and orthodox gloss on ver. 8" p.654. Under this possible scenario the comma "was known and received in some places, as early as the second or third century" (p. 652 1883-ed) which, in the Scrivener textual economy, would be analogous to Acts 8:37. Acts 8:37 has undisputed early citations by Irenaeus and Cyprian and yet is considered by Scrivener and most modern theorists as inauthentic. Despite allowing an early textual formation for the Unity of the Church citation, Scrivener quoted approvingly negative views of the Tertullian and Cyprian Jubaianum references. Scrivener also quoted Tischendorf about the weightiness of the Cyprian referencing gravissimus est Cyprianus de eccles. unitate 5.
  229. ^ Westcott and Hort The New Testament in the Original Greek, p. 104, 1881.
  230. ^ Bruce Metzger, who is used as the main source by many writers in recent decades, ignores the references entirely: "the passage … is not found (a) in the Old Latin in its early form (Tertullian Cyprian Augustine)", A textual commentary on the Greek New Testament, p. 717, 1971, and later editions. James White references Metzger and writes about the possibility that "Cyprian .. could just as well be interpreting the three witnesses of 1 John 5:6 as a Trinitarian reference" A Bit More on the Comma 3/16/2006(White means 5:8). White is conceptually similar to the earlier Raymond Brown section: "There is a good chance that Cyprian's second citation, like the first (Ad Jubianum), is Johannine and comes from the OL text of I John 5:8, which says, "And these three are one," in reference to the Spirit, the water, and the blood. His application of it to the divine trinitarian figures need not represent a knowledge of the comma, but rather a continuance of the reflections of Tertullian combined with a general patristic tendency to invoke any scriptural group of three as symbolic of or applicable to the Trinity. In other words, Cyprian may exemplify the thought process that gave rise to the Comma." In a footnote Brown acknowledges "It has been argued seriously by Thiele and others that Cyprian knew the Comma". Epistles of John p. 784, 1982.
  231. ^ Two Francis Pieper extracts: "In our opinion the decision as to the authenticity or the spuriousness of these words depends on the understanding of certain words of Cyprian (p. 340)… Cyprian is quoting John 10:30. And he immediately adds: ‘Et iterum de Patre et Filio et Spiritu Sancto scriptum est: "Et tres unum sunt"’ ("and again it is written of the Father and the Son and the Holy Ghost: 'And the Three are One’") Now, those who assert that Cyprian is here not quoting the words 1 John 5:7, are obliged to show that the words of Cyprian: ‘Et tres unum sunt’ applied to the three Persons of the Trinity, are found elsewhere in the Scriptures than 1 John 5. Griesbach counters that Cyprian is here not quoting from Scripture, but giving his own allegorical interpretation of the three witnesses on earth. "The Spirit, the water, and the blood; and these three agree in one." That will hardly do. Cyprian states distinctly that he is quoting Bible passages, not only in the words: ‘I and the Father are one,’ but also in the words: ‘And again it is written of the Father and the Son and the Holy Ghost.’ These are, in our opinion, the objective facts." p.341 (1950 English edition). Similarly, Elie Philippe wrote "Le témoignage de saint Cyprien est précieux, peut-être même péremptoire dans la question." (The testimony of St. Cyprian is precious, perhaps even peremptory to the question.) La Science Catholique, 1889, p. 238.
  232. ^ .Henry Donald Maurice Spence, in Plumptre's Bible Educator wrote ".. there is little doubt that Cyprian, before the middle of the third century, knew of the passage and quoted it as the genuine words of St. John." James Bennett, in The Theology of the Early Christian Church: Exhibited in Quotations from the Writers of the First Three Centuries, with Reflections 41, p.136, 1841, wrote "the disputed text in John's First Epistle, v. 7, is quoted … Jerome seems to have been falsely charged with introducing the disputed words, without authority, into the Vulgate; for Cyprian had read them in a Latin version, long before." Bennett also sees the "probability is strengthened" that the Tertullian reference is from his Bible. And Bennett rejects the Griesbach "allegorised the eighth verse" attempt "for they (Tertullian and Cyprian) here argue, as from express testimonies of Scripture, without any hint of that allegorical interpretation which, it must be confessed, the later writers abundantly employ". And the most emphatic position is taken by the modern Cyprian scholar, Ezio Gallicet of the University of Turin, in this book on Cyprian's Unity of the Church, La Chiesa: Sui cristiani caduti nella persecuzione ; L'unità della Chiesa cattolica p. 206, 1997. Gallicet, after referencing the usual claims of an interpolation from Caspar René Gregory and Rudolf Bultmann, wrote: "Dal modo in cui Cipriano cita, non sembra che si possano avanzare dubbi: egli conosceva il « comma giovanneo ». (Colloquially .. "there is no doubt about it, the Comma Johanneum was in Cyprian's Bible".)
  233. ^ Arthur Cleveland Coxe, annotating Cyprian in the early church writings edition, wrote of the positions denying Cyprian referring the Bible verse in Unity of the Church, as the "usual explainings away" Ante-Nicene Fathers p.418, 1886. And Nathaniel Ellis Cornwall referred to the logic behind attempts to deny Cyprian's usage of the verse (Cornwall looks closely at Porson, Lange and Tischendorf) as "astonishing feats of sophistical fencing". The Genuineness of I John v. 7 p. 638, 1874.
  234. ^ Stanley Lawrence Greenslade, Early Latin Theology: Selections from Tertullian, Cyprian, Ambrose, and Jerome 1956, p. 164. The Latin is "si peccatorum remissam consecutus est, et sanctificatus est, et templum Dei factus est: quaero, cujus Dei? Si creatoris, non potuit, qui in eum non credidit: si Christi, non hujus potest sieri templum, qui negat Deum Christum : si Spiritus Sancti, cum tres unum sunt, quomodo Spiritus Sanctus placatus esse ei potest, qui aut Patris aut Filii inimicus est?"
  235. ^ Franz Anton Knittel New Criticisms on the Celebrated Text 1785 p. 34
  236. ^ Philip Sellew, Critica Et Philologica, 2001, p. 94
  237. ^ The use of parentheses is described as "these witnesses attest the readings in question, but that they also exhibit certain negligible variations which do not need to be described in detail". Kurt Aland, The Text of the New Testament, 1995, p. 243.
  238. ^ Origen, discussing water baptism in his commentary on the Gospel of John, references only verse 8 the earthly witnesses: "And it agrees with this that the disciple John speaks in his epistle of the spirit, and the water, and the blood, as being one."
  239. ^ The Church Review p. 625-641, 1874., The Genuineness of I John v. 7, Scholium on pp.634–635
  240. ^ Richard Porson, Letters to Mr. Archdeacon Travis, p.234, 1790.
  241. ^ Codex Apocryphus Novi Testamenti, p.544 first published in 1703.
  242. ^ English translation by Richard Porson, also given in Charles Forster's New Plea. Greek text, Disputation Contra Arium
  243. ^ In modern times, scholars on early church writings outside the textual battles are more likely to see the work as from Athanasius, or an actual account of an Athanasius-Arius debate. Examples are John Williams Proudfit Remarks on the history, structure, and theories of the Apostles' Creed 1852, p.58 and George Smeaton, The Doctrine of the Holy Spirit, 1882, p. 272
  244. ^ Kaiserl.[lichen] Akademie der Wissenschaften in Wien; Corpus scriptorum ecclesiasticorum Latinorum (1866) Vol XVIII, p. 6. https://archive.org/stream/corpusscriptoru01wissgoog#page/n55/mode/1up
  245. ^ Liber Apologetics given in Maynard p. 39 "The quote as given by A. E. (Alan England) Brooke from (Georg) Schepps, Vienna Corpus, xviii. The Latin is 'Sicut Ioannes ait: Tria sunt quae testimonium dicunt in terra: aqua caro et sanguis; et haec tria in unum sunt et tria sunt quae testimonium dicunt in caelo: pater, verbum et spiritus; et haec tria unum sunt in Christo Iesu.
  246. ^ Introduction to the New Testament, Vol. 3, 1909.
  247. ^ Westcott comments "The gloss which had thus become an established interpretation of St John's words is first quoted as part of the Epistle in a tract of Priscillian (c 385)" The Epistles of St. John p. 203, 1892. Alan England Brooke "The earliest certain instance of the gloss being quoted as part of the actual text of the Epistle is in the Liber Apologeticus (? a.d. 380) of Priscillian" The Epistles of St. John, p.158, 1912. And Bruce Metzger "The earliest instance of the passage being quoted as a part of the actual text of the Epistle is in a fourth century Latin treatise entitled Liber Apologeticus". Textual Commentary on the Greek New Testament, p.717, 1971. Similar to these are William Sullivan, John Pohle, John Seldon Whale, F. F. Bruce, Ian Howard Marshall and others.
  248. ^ Preserved Smith Erasmus, A Study Of His Life, Ideals And Place In History, p.165, 1st ed. 1923. However, Priscillian is generally considered as non-Trinitarian. The Künstle idea was more nuanced. William Edie summarizes "To Priscillian, therefore, in all probability, must be attributed the origin of the gloss in this its original and heretical form. Afterwards it was brought into harmony with the orthodox doctrine of the Trinity by the omission of the words in Christo Jesu and the Substitution of tres for tria." The Review of Theology and Philosophy The Comma Joanneum p.169, 1906. The accusation of a Trinitarian heresy by Priscillian was not in the charges that led to the execution of Priscillian and six followers; we see this in the later 5th-century writings.
  249. ^ The Codex Muratorianus, Journal of Theological Studies, 1907 pp.537–545
  250. ^ Alan England Brooke, A critical and exegetical commentary on the Johannine epistles, 1912, pp.158–159
  251. ^ Theodor Zahn, Introduction to the New Testament, Vol 3, 1909, p. 372
  252. ^ "It seems plain that the passage of St, Cyprian was lying open before the Priscillianist author of the Creed (Priscillian himself?) because he was accustomed to appeal to it in the same way. In Priscillian's day St. Cyprian had a unique position as the one great Western Doctor." John Chapman, Notes on the Early History of the Vulgate Gospels, 1908, p.264
  253. ^ Raymond Brown, The Epistles of John, the Anchor Yale Bible Commentary, 1982 p. 782.
  254. ^ about four hundred bishops of Africa and Mauritania, together with others from Corsica and Sardinia, met in Carthage" Thomas Joseph Lamy, American Ecclesiastical Review, 1 John v 7, 1897 p.464
  255. ^ John Moorhead, Victor of Vita: history of the Vandal persecution 1992, p. 56, Latin at Histoire de la Persécution des Vandales par Victor, évêque de Vita, dans la Byzacène
  256. ^ Frederick Nolan summarizes the history and gives his view of the significance: "Between three and four hundred prelates attended the Council, which met at Carthage; and Eugenius, as bishop of that see, drew up the Confession of the orthodox, in which the contested verse is expressly quoted. That a whole church should thus concur in quoting a verse which was not contained in the received text, is wholly inconceivable: and admitting that 1 Joh v. 7 was then generally received, its universal prevalence in that text is only to be accounted for by supposing it to have existed in it from the beginning." Inquiry, 1815, p. 296. Bruce Metzger, in the commentary that accompanies the UBS GNT, bypassed the context of the Council and the Confession of Faith, "In the fifth century the gloss was quoted by Latin Fathers in North Africa and Italy as part of the text of the Epistle" A Textual Commentary on the Greek New Testament, 1971, p.717 and 2nd ed. 1993, and 2002 p.648.
  257. ^ Raymond Brown, Anchor Bible, Epistles of John pp. 782–783.
  258. ^ Travis, Letters to Edward Gibbon, 1794, pp. 41–42. Latin at De Trinitate Book V, p. 274 In total, Travis notes five times in the books that John is referenced in the context of the wording of 1 John 5:7, twice in Book One, and once each in Books 5, 7, and 10.
  259. ^ John Scott Porter, Principles of Textual Criticism, 1848, p.509 Latin: Et Joannes evangelista ait; In principio erat verbum, et verbum erat apud Deurn et Deus erat verbum. Item ad Parthos ; Tres sunt, inquit, qui testimonium perhibent in terra, aqua sanguis el caro, et tres in nobis sunt. Et tres sunt qui testimonium perhibent in caelo. Pater, Verbum, et spiritus, et hi tres unum sunt. McCarthy, Daniel The Epistles and Gospels of the Sundays, 1866, p. 518. The full book is at Patrologiae cursus completus: Series latina Vol 62:359, 1800. Nathaniel Ellis Cornwall explains how Idacius Clarus, of the 4th century and an opponent of Priscillian, is internally accredited as the original author Genuineness Proved by Neglected Witnesses 1877, p. 515. The work was originally published in 1528 by Sichard as Idacius Clarus Hispanus, Otto Bardenhewer, Patrology, the Lives and Works of the Fathers, p. 429, 1908.
  260. ^ Biblical commentary on the Epistles of St John, 1850, p.326, "In Continuation of the Work of Olshausen … translated (from the German) by W. B. Pope".
  261. ^ "William Hales, Antijacobin Review, Sabellian Controversy, Letter XII, 1816 p. 595
  262. ^ Thomas Burgess, Letter to the Reverend Thomas Beynon 1829, p.649. The Latin is "Beatus vero Joannes Apostolus evidenter ait, Et tres unum sunt, quod de Patre, et Filio et Spiritu Sancto, dictum, sicut superius, cum rationem flagitares, ostendimus."
  263. ^ Fulgentius continues "Let Sabellius hear we are, let him hear three, and let him believe that there are three Persons. Let him not blaspheme in his sacrilegious heart by saying that the Father is the same in Himself as the Son is the same in Himself and as the Holy Spirit is the same in Himself, as if in some way He could beget Himself, or in some way proceed from Himself. Even in created natures it is never able to be found that something is able to beget itself. Let also Arius hear one; and let him not say that the Son is of a different nature, if one cannot be said of that, the nature of which is different." William A. Jurgens, The Faith of the Early Fathers, 1970 Volume 3. pp. 291–292.
  264. ^ In the historic debate, Thomas Emlyn, George Benson, Richard Porson, Samuel Lee and John Oxlee denied these references as demonstrating the verse as in the Bible of Fulgentius, by a set of differing rationales. Henry Thomas Armfield reviews debate theories and history and offered his conclusion "Surely it is quite clear from the writings of Fulgentius, both that he had himself seen the verse in the copies of the New Testament; and that those with whom he argues had not the objection to offer that the verse was not then extant in St. John's Epistle." Armfield, The Three Witnesses, the Disputed Text, 1883, p.171. Armfield also reviews the Facundus and Fulgentius comparison in depth. Facundus and Fulgentius were often compared in their Cyprian references, with Facundus quoted in support of Cyprian being involved in a mystical interpretation.
  265. ^ Template:Cite thesis
  266. ^ Joseph Pohle in The Divine Trinity: A Dogmatic Treatise accuses Cassiodorus of inserting the Comma into the Vulgate from early manuscripts. "The defence can also claim the authority of Cassiodorus, who, about the middle of the sixth century, with many ancient manuscripts at his elbow, revised the entire Vulgate of St. Jerome, especially the Apostolic Epistles, and deliberately inserted I John V, 7, which St. Jerome had left out." Divine Trinity, 1911 p. 38-39
  267. ^ Lamy says that in going through 1 John 5 Cassiodorus "mystically interprets water, blood and spirit as three symbols concerning the Passion of Christ. To those three earthly symbols in terra, he opposes the three heavenly witnesses in coelo the Father, the Son and the Holy Ghost, and these three are one God. Evidently we have here verse 7. Cassiodorus does not cite it textually, but he gives the sense of it. He puts it in opposition to verse 8, for he contrasts in coelo with in terra. The last words: Et hi tres unus est Deus can be referred only to verse 7, since Cassiodorus refers tria unum sunt of verse 8, to the Passion of Our Saviour… Maffei's conclusion is therefore justified when he says : Verse 7 was read not only in Africa, but in the most ancient and the most accurate Codices of the Roman Church, since Cassiodorus recommended to the monks to seek, above all else, the correct copies and to compare them with the Greek."
  268. ^ William Wright, Biblical hermeneutics, 1835, p.640.
  269. ^ Daniel M'Carthy The Epistles and Gospels of the Sundays 1866, p. 521. (Patrolog. Lat. ed. Migne), Tom. lxxxiii. p. 1203).
  270. ^ Arthur-Marie Le Hir, Les Trois Témoins Célestes Études bibliques, 1869 pp.1–72
  271. ^ Some see Testimonia Divinae Scripturae as earlier than Isidore. "Most learned critics believe to be more ancient than St. Isidore". John MacEvilly An Exposition of the Epistles of St. Paul, 1875, p.424, M'Carthy: "The question of authorship is not, however, important in our controversy, provided the antiquity of the document be admitted"
  272. ^ Robert Jack, "Remarks on the Authenticity of 1 John v. 7" c. 1834. "… sicut scriptum est: Tres sunt qui testimonium dicunt de caelo, Pater et Verbum, et Spiritus sanctus, et hi tres unum sunt, in primo huius opens libro aperte docuimus." Ambrose Ansbert, Ambrosij Ansberti … Apocalypsim libri decem
  273. ^ David Harrower, A Defence of the Trinitarian System, 1822 pp.43–44
  274. ^ Fourth Lateran Council – 1215 A.D.
  275. ^ As explained by Thomas Joseph Lamy, American Ecclesiastical Review, The Decision of the Holy Office, 1897, pp. 478–479.
  276. ^ The orthodox confession of the catholic and apostolic Eastern-Church, p.16, 1762. Greek and Latin in Schaff The Creeds of Christendom p. 275, 1877
  277. ^ Samuel Berger, Histoire de la Vulgate pendant les premiers siècles du moyen âge, 1893 pp. 103–105
  278. ^ Johann Leonhard Hug Introduction to the New Testament, p. 475, 1827.
  279. ^ Template:Cite thesis Erasmus and the Johannine Comma (1 John 5.7-8), in The Bible Translator, vol. 67, n. 1, 31 March 2016, pp. 42–55, DOI:10.1177/2051677016628244.
  280. ^ "For the Spirit too is truth just as the Father and the Son are. The truth of all three is one, just as the nature of all three is one, just as the nature of all three is one. For there are three in heaven who furnish testimony to Christ: the Father, the Word, and the Spirit. The Father, who not once but twice sent forth his voice from the sky and publicly testified that this was his uniquely beloved Son in whom he found no offence; the Word, who, by performing so many miracles and by dying and rising again, showed that he was the true Christ, both God and human alike, the reconciler of God and humankind; the holy Spirit, who descended on his head at baptism and after the resurrection glided down upon the disciples. The agreement of these three is absolute. The Father is the author, the Son the messenger, the Spirit the inspirer. There are likewise three things on earth which attest Christ: the human spirit which he laid down on the cross, the water, and the blood which flowed from his side in death. And these three witnesses are in agreement. They testify that he was a man. The first three declare him to be God." (p. 174) Collected Works of Erasmus – Paraphrase on the First Epistle of John Translator John J Bateman
  281. ^ John Jack Bateman (1931–2011), editor. Opera omnia : recognita ed adnotatione critica instructa notisque illustrata, 1997, p. 252.
  282. ^ Stunica, one of the Complutensian editors, published in 1520 Annotationes Iacobi Lopidis Stunicae contra Erasmum Roterodamum in defensionem tralationis Noui Testamenti, which included half of a page on the heavenly witnesses. Later Erasmus correspondence on the verse included a letter to William Farel in 1524 in which Erasmus noted the lack of Greek manuscript support and the verse not being used in the Arian controversies. In 1531 Erasmus corresponded with Alberto Pio, a critic of Erasmus.
  283. ^ The text of the New Testament: its transmission, corruption, and restoration, 4ª ed., New York, Oxford University Press, 2005, 146–147, ISBN 978-0-19-516667-5.
  284. ^ Henk Jan de Jonge, Erasmus and the Comma Johanneum, in Ephemerides Theologicae Lovanienses, vol. 56, 1980, pp. 381–389.
  285. ^ Johannine Comma (PDF), su foweylodge.com.
  286. ^ Charles Butler Horae Biblicae, 1807 p. 257
  287. ^ Thomas Burgess A Letter to Mr. Thomas Beynon 1829, p. xii.
  288. ^ Thomas Smith, Integritas loci 1 Jo. V, 7, 1690.
  289. ^ Kettner referred to the heavenly witnesses as "the most precious of Biblical pearls, the fairest flower of the New Testament, the compendium by way of analogy of faith in the Trinity." Conybeare, History of New Testament Criticism, 1910, p. 71. In 1697 Kettner wrote Insignis ac celeberrimi de SS. trinitate loci, qui I. Joh. V, 7. extat, divina autoritas sensus et usus dissertatione theol. demonstratus and in 1713 Vindiciae novae dicti vexatissimi de tribus in coelo testibus, 1 Joh. V, 7 and Historia dicti Johannei de Sanctissima Trinitate, I Joh. cap. V vers. 7
  290. ^ Bossuet, Instructions sur la version du N. T. [de R. Simon] impr. à Trevoux, 1703, pp. 185–90. Bossuet also wrote in favor of the verse in correspondence with Newton's mathematical rival Gottfried Wilhelm Leibniz. Butler and Orme include Bossuet material.
  291. ^ Abraham Taylor, The True Scripture doctrine of the holy and ever-blessed Trinity, stated and defended, in opposition to the Arian scheme, pp. 31–58, 1727. On p. 32 Taylor lists 17 recent writings on the verse, against authenticity were by Simon, Jean le Clerc, Samuel Clarke and Emlyn.
  292. ^

    And, indeed, what the sun is in the world,
    what the heart is in a man,
    what the needle is in the mariner's compass,
    this verse is in the epistle.".

    (John Wesley, with appreciation to Bengelius, Explanatory Notes, 1754)

  293. ^ The footnotes included "In 1689, the papist Simon strove to be free; in 1707, the protestant Mill wished to be a slave; in 1751, the Arminian Wetstein used the liberty of his times, and of his sect." The history of the decline and fall of the Roman empire
  294. ^ John William Burgon, Lives of Twelve Good Men, Volume 1 Martin Joseph Routh, the Learned Divine, p. 37, 1788.
  295. ^ Arthur-Marie Le Hir. Les Trois Témoins Célestes Études bibliques, 1869, pp. 1–89.
  296. ^ Denounced by evangelist Thomas DeWitt Talmage in a speech covered in the New York Times "Taking up the Bible he turned to the fifth chapter of John, but passed it with the remark, 'I will not read that, for it has been abolished or made doubtful by the new revision.'The Revision Denounced; Strong Language from the Rev. Mr. Talmage, New York Times, June 6, 1881]. See also Peter Johannes Thuesen, In Discordance with the Scriptures: American Protestant Battles Over Translating the Bible 2002, p. 54.
  297. ^ Daniel McCarthy: … the first to expunge v. 7. altogether (J. D. Michaelis gives that honor to an 'Anonymous Englishman' who published the N. T, Greek and English, London, 1729, with a text revised on the principles of 'common sense'), but his rash example was followed unhappily by the three ablest critics of our own day, Scholz, a Catholic Prof, in Bonn, Lachmann, and Tischendorf; and approved by Wegscheid, Michaelis, Davidson, Horne, Alford, Tregelles, &c; so that it may be truly said the current of Protestant opinion in England and Germany is now as strong against, as it was for the genuineness of the controverted words even within this century. The change is unaccountable when we bear in mind that the evidence for the verse, both negative and positive, has been increasing every day, whilst the arguments against its authenticity were brought out as fully by Erasmus as by any modern critic. The Epistles and Gospels of the Sundays, 1866, p. 512. The Anonymous Englishman is Daniel Mace.
  298. ^ Adam Hamilton, Dublin Review, 1890, The Abbé Martin and 1 John v. 7, 1890 (pp. 182–91), puts the debate into English, Hamilton supporting authenticity, Martin the principal opponent.
  299. ^ The Revision of the New Testament Dublin Review, 1981, pp. 140–43.
  300. ^ Oft-repeated is "that these words are spurious and have no right to stand in the New Testament is certain …" from Metzger's Textual Commentary on the Greek New Testament, 1971, p. 716.
  301. ^ Summarized with pictures on the web site KJV Today Umlaut in Codex Vaticanus, although the conclusion "an early scribe of Vaticanus at least knew of a significant textual variant here" is only one theory. Discussions have continued on the Evangelical Textual Criticism web site, the Yahoogroups textualcriticism forum and helpful is the web page of Wieland Willker, Codex Vaticanus Graece 1209, B/03 The Umlauts Archiviato il 26 August 2009 Data nell'URL non combaciante: 26 agosto 2009 in Internet Archive..
  302. ^ David Charles Parker, while lauding the 1881 Westcott and Hort "purified text", writes of "the ridiculous business of the Johannine Comma" Textual Criticism and Theology, 2009, p. 324. Parker writes of "the presence in a few manuscripts, most of them Latin". The actual number is many thousands of manuscripts. Daniel Wallace comments that the verse "infected the history of the English Bible in a huge way", referring to a "rabid path". The Comma Johanneum in an Overlooked Manuscript, July 2, 2010 James White, even while engaging in discussions on the Puritanboard forums, wrote "I draw the line with the Comma. Anyone who defends the insertion of the Comma is, to me, outside the realm of meaningful scholarship, unless, I guess, they likewise support the radical reworking of the entire text of the New Testament along consistent lines … plainly uninspired insertion." The Comma Johanneum Again 4 March 2006, also 16 March 2006. In an earlier day, Eberhard Nestle wrote that "The fact that it is still defended even from the Protestant side is interesting only from a pathological point of view." Introduction to the Textual Criticism of the Greek New Testament, 1901, p. 327, translation by William Edie 1899 German of the German pathologisches.
  303. ^ Raymond Brown, Anchor Bible, Epistle of John Appendix IV: The Johannine Comma pp. 776–87 (1982)
  304. ^ "The declaration adds that there was no intention of stopping investigation of the passage by Catholic scholars who act in a moderate and temperate way and tend to think the verse not genuine; provided, however, that such scholars promise to accept the judgment of the Church which is by Christ's appointment the sole guardian and custodian of Holy Scripture (Enchiridion Bibttcum. Documenta Ecdesiastica Sacrum Scripturam Spectantia, Romae, apud Librarian! Vaticanam 1927, pp. 46–47)". Explanation given in Under Orders The Autobiography of William Laurence Sullivan, p. 186, 1945. Sullivan had written an article in 1906 opposing authenticity in the New York Review.
  305. ^ EWTN.com - 1 John 5: 7; the status of the Johannine Comma, su ewtn.com.
  306. ^ James H. Sightler The King James Bible is Inspired (2011) "The modern versions… omit or cast doubt on I John 5:7. the most important Trinitarian verse in the Bible and the one verse most often attacked in history"
  307. ^ Johann Bengel (1687–1752), Page 145 in volume 5 of the 1873 English translation of the 1759 second edition of his 1742 book, The Gnomon of the New Testament.
  308. ^ Eugenius Bulgaris (1716–1806), a letter that Eugenius wrote in 1780
  309. ^ John Oxlee (1779–1854), pages 136, 138, 260 in the 1822 (volume 4) edition of the Christian Remembrancer journal
  310. ^ Daniel Wallace (1952–), footnote 44 (you may have to reload page 332 in order to view it) on page 332 in his 1996 book, Greek Grammar Beyond the Basics.
  311. ^ Frederick Nolan (1784–1864), pages 257, 260 565 in his 1815 book, An Inquiry into the Integrity of the Greek Vulgate
  312. ^ Robert Dabney (1820–98), page 221 in his 1871 article, The Doctrinal Various Readings of the New Testament Greek, which originally appears on pages 191–234 in the 1871 (volume 22) edition of the Southern Presbyterian Review journal, and which also appears on pages 350–390 of Dabney's 1890 book, Discussions Theological and Evangelical (pages 377–378 in the 1890 book corresponding to page 221 in the 1871 article)
  313. ^ Edward Hills (1912–81), page 169 in his 1956 book, The King James Version Defended

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Further reading

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--Puxanto (msg) 11:50, 29 dic 2022 (CET)[rispondi]

In Italiano

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Il Comma Johanneum (cioè "Comma giovanneo") è una frase contenuta nella Prima lettera di Giovanni 5,7-8[1], ma tramandata solo in una minoranza di manoscritti.

Il comma è ritenuto dalla maggior parte degli studiosi di critica testuale un'aggiunta posteriore al testo, anche se una minoranza la ritiene originale e sottratta al testo per l'influenza di correnti anti-trinitarie.

Il testo greco è qui presentato con la parte contestata in parentesi quadre.

«ὅτι τρεῖς εἰσιν οἱ μαρτυροῦντες [ἐν τῷ οὐρανῷ, ὁ Πατήρ, ὁ Λόγος, καὶ τὸ Ἅγιον Πνεῦμα· καὶ οὗτοι οἱ τρεῖς ἔν εἰσι. καὶ τρεῖς εἰσιν οἱ μαρτυροῦντες ἐν τῇ γῇ] τὸ πνεῦμα καὶ τὸ ὕδωρ καὶ τὸ αἷμα, καὶ οἱ τρεῖς εἰς τὸ ἕν εἰσιν.»

La versione italiana Nuova Diodati (che riprende la tradizione dell'originale versione di Diodati), lo riproduce nella sua interezza in questo modo:

«Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno. Tre ancora sono quelli che rendono testimonianza sulla terra: lo Spirito, l'acqua e il sangue; e questi tre sono d'accordo come uno.»

La versione CEI e altre lo riproducono in questo modo:

«Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.»

Le parole contestate sono generalmente assenti dai manoscritti greci. Di fatto esse appaiono nel testo di quattro manoscritti medioevali tardivi. Sembrano avere avuto origine come note marginali aggiunte a certi manoscritti latini durante il Medioevo e poi furono incorporate nel testo nella maggior parte dei manoscritti tardivi della Vulgata. Nell'edizione clementina della Vulgata, il versetto appare in questo modo:

«Quoniam tres sunt, qui testimonium dant [in caelo: Pater, Verbum, et Spiritus Sanctus: et hi tres unum sunt. Et tres sunt, qui testimonium dant in terra:] spiritus, et aqua, et sanguis: et hi tres unum sunt.»

Dalla Vulgata, quindi, sembra che poi il Comma sia stato tradotto in greco e reinserito in alcune edizioni a stampa del testo greco e in pochi manoscritti greci tardivi. La maggior parte degli studiosi lo considera spurio. Questo passo, infatti, non compare nei manoscritti della Vulgata latina prima del IX secolo ed è presente solo in alcuni dei manoscritti greci del Nuovo Testamento successivi al XV secolo, mentre nella prima edizione in stampa del Nuovo Testamento greco, curata da Erasmo da Rotterdam nel 1516, questi versetti non vennero inclusi. Attualmente, anche gli studiosi cattolici romani riconoscono che tali versetti non erano contenuti nel Nuovo Testamento greco; il "Comma Johanneum" fu usato dai teologi per sostenere la dottrina della Trinità di Dio.[2][3]

Critica biblica

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Comma in Codex Ottobonianus (629 Gregory-Aland)

Bruce Metzger[4] commenta la Prima lettera di Giovanni 5:7,8 in questo modo:

«Dopo μαρτυροῦντες il Textus Receptus aggiunge quanto segue: ἐν τῷ οὐρανῷ, ὁ Πατήρ, ὁ Λόγος, καὶ τὸ Ἅγιον Πνεῦμα· καὶ οὗτοι οἱ τρεῖς ἔν εἰσι. καὶ τρεῖς εἰσιν οἱ μαρτυροῦντες ἐν τῇ γῇ. Che queste parole siano spurie e non abbiano diritto di stare nel Nuovo Testamento, è certo alla luce delle seguenti considerazioni:

(A) Evidenze esterne
(1) Questo brano è assente da ogni manoscritto greco conosciuto eccetto otto, e questi contengono il brano in quella che appare una traduzione da una recensione posteriore della Vulgata latina: quattro degli otto manoscritti contengono il brano come una lezione variante scritta in margine come aggiunta posteriore al manoscritto. Gli otto manoscritti sono i seguenti:
  • 61: codex Montfortianus, che risale alla prima parte del XVI secolo.
  • 88: una lezione variante da una mano del XVI secolo aggiunta al codice del XIV secolo Regius di Napoli.
  • 221: una lezione variante aggiunta ad un manoscritto del X secolo nella Biblioteca Bodleiana di Oxford.
  • 429: una lezione variante aggiunta ad un manoscritto del XVI secolo nella Herzog August Bibliothek di Wolfenbüttel.
  • 629: (Codex Ottobonianus), un manoscritto del XIV o XV secolo nella Biblioteca Vaticana.
  • 636: una lezione variante aggiunta ad un manoscritto del XVI secolo a Napoli.
  • 918: un manoscritto del XVI secolo all'Escorial, vicino Madrid, Spagna.
  • 2318: un manoscritto del XVIII secolo influenzato dalla Vulgata clementina a Bucarest, Romania.
(2) Il brano non è assolutamente mai citato dalla patristica greca che, se l'avesse conosciuto, lo avrebbe certamente utilizzato nelle controversie in favore della Trinità (contro i Sabelliani e gli Ariani). La sua prima apparizione in greco è una versione greca degli Atti (latini) del Concilio lateranense del 1215.
(3) Il brano è assente dai manoscritti di tutte le versioni antiche (siriaca, copta, armena, etiope, araba e paleoslava), eccetto che quella latina, e non si trova (a) in quella latina antica nella sua prima forma (Tertulliano, Cipriano, Agostino, né (b) nella Vulgata com'è stata pubblicata da San Girolamo (codex Fuldensis - copiato nel 541-46 e nel codice Amiatinus (copiato prima del 716) o (c) com'è stato riveduto da Alcuino (prima versione del codice Vallicelliano del IX secolo).

La ricorrenza più antica di una citazione di questo brano come parte del testo attuale dell'Epistola è in un trattato latino del IV secolo intitolato Liber Apologeticus (Cap. 4), attribuito o all'eretico spagnolo Priscilliano (morto nel 385) o al suo seguace il vescovo Instantius. Probabilmente la glossa sorse quando il brano originale era inteso rappresentare la Trinità (quando menziona i tre testimoni: lo Spirito, l'acqua e il sangue), interpretazione questa che può essere stata scritta dapprima come nota marginale che poi è stata inserita nel testo. Nel V secolo la glossa è citata dai Padri latini del Nord Africa e dell'Italia come parte del testo dell'Epistola, e dal VI secolo in poi si trova sempre più frequentemente nei manoscritti della Vetus Latina e della Vulgata. In queste vi sono persino alcune differenze (per esempio altre intrusioni nel testo latino di 1 Giovanni, come in 2:17; 4:3; 5:6,20).

(B) Probabilità interne
(1) Al riguardo della probabilità di trascrizione, se questo testo fosse originale, non vi sarebbe ragione che fosse poi omesso, o accidentalmente o intenzionalmente, dai copisti di centinaia di manoscritti e dai traduttori di versioni antiche.
(2) Al riguardo della probabilità intrinseca, il brano si presenta pure come una goffa interruzione del senso.»
TRADUZIONI CHE AGGIUNGONO IL COMMA GIOVANNEO

TI – ND – CA – MA – DI – MAR – RI – SA – KJ – NKJV – New Life Study Testament (1978) G. H. Ledyard – Norlie's N. T. – DY – CW – YG – AB – KX – Green – SE'78 – Le Nouveau Testament (1937) P. Buzy – DM – AC – OST – BASJ – MS – VA – RV – BA – PTA – RV'95 – VM – AL'94 – SOA – AL – Vulgata

TRADUZIONI CHE OMETTONO IL COMMA GIOVANNEO

CON – PIB – TILC – EP'66 – EP'70 – NA – LU – CEI – NVB – GA – CO – BO – UTET – NR – MOR – THE MESSAGE – God's New Covenant (1989) Heinz W. Cassirer – CB – The New Testament in Plain English (1952) C. K. Williams – HCSB – GNT – The New Testament – An Expanded Translation (1994) K. S. Wuest – AT – DAR – BECK – LB – ASV – ED – RSV – NAB – BY – JB – NIV – TEV – NEB – PH – MO – RO – REB – NASB – LAM – NCV – The Authentic New Testament (1958) Hugh J. Schonfield – New Testament in Modern Speech by R. F. Weymouth (1909) – NAB'86 – NJB – NRSV – GOD'S WORD – The Translator's New Testament (1973) – The New Testament (1988) W. Barclay – CJB – CEV – MLB – NLT – SCR – The New Testament in Everyday English (1979) Jay E. Adams – The New Testament (1995) The African Bible – The Twentieth Century New Testament (1904) – BFC – SE – TOB – DA – OS – Nouveau Testament et Psaumes. Traduction Liturgique de la Bible (1993) – BS – CH – LI – MD – SY – CT – KU – BJ – SO – VB – PB – LT – SCH – MC – VP – NBL – FS – NBE – NC – TPC – EMN – BP – CI – Nuevo Testamento (1994) P. Felipe de Fuenterrabía – ABV – BD – BLH.

  1. ^ 1Gv 5,7-8, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Bruce Metzger e Bart Ehrman, Il testo del Nuovo Testamento, Paideia Editrice, 2013, pp. 132-134, ISBN 978-88-394-0853-2.
  3. ^ Bart Ehrman, Il Nuovo Testamento, Carocci Editore, 2015, pp. 25-28, ISBN 978-88-430-7821-9.
  4. ^ A Textual Commentary on the Greek New Testament, 2nd ed., Stuttgart, 1993.

Bibliografia

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  • (DE) Greeven, Heinrich, Art. „Comma Johanneum“, in: Religion in Geschichte und Gegenwart, 3. edizione., vol. 1, pag. 1854.
  • Bruce Metzger, Bart Ehrman, 'Il testo del Nuovo Testamento. Trasmissione, corruzione e restituzione", Brescia, Paideia, 2013.
  • (DE) Metzger, Bruce M., Der Text des Neuen Testaments. Einführung in die neutestamentliche Textkritik, Stuttgart/Berlin/Köln/Mainz 1966, pp. 100-102 [1]
  • (DE) Kovar, Johannes, Textus Receptus und moderne Übersetzungen (Word-Dokument, 22. Mai 2005) [2]
  • (DE) Klauck, H.-J., Der erste Johannesbrief, Evangelisch-Katholischer Kommentar zum Neuen Testament XXIII, 1, Neukirchen-Vluyn: Neukirchener Verlag 1991, pp 303-311
  • (EN) Edward F. Hills, The King James Version Defended, CRP, DEs Moines, Iowa, 1956/1984, p. 209 ss.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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In Spagnolo

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La coma joánica (en latín, comma johanneum), también conocida como coma juanina, paréntesis joánico, cláusula joánica o apócrifo joánico, es la identificación dada a la cláusula añadida en algunas versiones bíblicas en los versículos de la Primera epístola de Juan 5:7-8, que podrían haberla incorporado como una glosa desde el siglo IV, para luego ser agregada al texto de la epístola en la Vulgata latina cerca del año 800.

El texto original, según la Biblia de Jerusalén, dice:[1]

Pues tres son los que dan testimonio: el Espíritu, el agua y la sangre; y los tres convienen en lo mismo., 1 Juan 5:7-8

Los mismos versículos, con el texto conocido como la coma joánica, son citados así en la Biblia Reina Valera:

[[#CITEREFPorque tres son los que dan testimonio en el cielo: el Padre, el Verbo y el Espíritu Santo; y estos tres son uno.

Y tres son los que dan testimonio en la tierra: el Espíritu, el agua y la sangre; y estos tres concuerdan.|Porque tres son los que dan testimonio en el cielo: el Padre, el Verbo y el Espíritu Santo; y estos tres son uno.
Y tres son los que dan testimonio en la tierra: el Espíritu, el agua y la sangre; y estos tres concuerdan.]]

El consenso general es que la coma joánica es una añadidura apócrifa introducida tardíamente en el texto de 1 Juan 5:7-8, por lo cual no puede ser atribuida al escritor de esa epístola, y por tanto no pertenece a la Biblia. Sin embargo, un pequeño sector defiende su uso tradicional, porque desde su punto de vista, la coma joánica sirve como apoyo para el dogma de la Santísima Trinidad.

La cláusula joánica figura en la mayoría de las traducciones bíblicas publicadas desde 1522 hasta la última parte del siglo XIX, debido al uso generalizado de la tercera edición del Textus Receptus (TR) que fue elaborado por Erasmo de Róterdam, y fue utilizado como la única fuente para la traducción en ese periodo (La coma joánica no apareció en las dos primeras versiones del Textus Receptus de 1516 y 1519).

Origen de la coma joánica

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Este texto podría haberse añadido como una glosa ya en el siglo IV y fue agregada al texto de la epístola en la Vulgata latina cerca del año 800.[2]

La coma joánica no era conocida durante las primeras controversias sobre el dogma de la Trinidad que se dieron en los siglos III y IV. De haber conocido la frase, aquellos tempranos defensores del dogma de la Trinidad, tales como Tertuliano, Orígenes y Atanasio, ciertamente la habrían empleado. No obstante, la cita está ausente de todas sus argumentaciones.

Asimismo, esta frase está ausente en los manuscritos de todas las versiones bíblicas antiguas (siria, copta, armenia, etíope, árabe y eslavónica). La coma joánica tampoco se encuentra en los escritos de uno de los más notables y prolíficos escritores trinitarios, san Agustín.

El Codex Fuldensis, una copia de la Vulgata aproximadamente del año 546, contiene un prólogo a los evangelios canónicos que parece hacer referencia a la coma joánica, pero en la versión de 1 Juan omite la cláusula joánica, lo que ha llevado a muchos a creer que dicho prólogo es falso.

En el siglo VIII, la añadidura aparece en latín en las copias de la Vulgata. La primera mención de la coma joánica en griego se encuentra en la versión (latina) de las actas del IV Concilio de Letrán, en 1215. Solo a partir del siglo XVI, la coma joánica aparece en manuscritos bíblicos en griego.

[[#CITEREFLos versículos 7 y 8 [...] constituyen, sin duda alguna, una glosa marginal, que algún escriba poco escrupuloso intercaló en el texto, al pensar que era buena oportunidad para fundamentar el dogma trinitario. Dichas frases faltan en todos los manuscritos griegos de la antigüedad y aún en las primeras versiones latinas, pero fue introducido en la Vulgata y pasó al Textus Receptus o Texto Recibido. La interpolación rompe totalmente el hilo de la argumentación de Juan|Los versículos 7 y 8 [...] constituyen, sin duda alguna, una glosa marginal, que algún escriba poco escrupuloso intercaló en el texto, al pensar que era buena oportunidad para fundamentar el dogma trinitario. Dichas frases faltan en todos los manuscritos griegos de la antigüedad y aún en las primeras versiones latinas, pero fue introducido en la Vulgata y pasó al Textus Receptus o Texto Recibido. La interpolación rompe totalmente el hilo de la argumentación de Juan]], Comentario Bíblico de Matthew Henry, Traducido y Adaptado al Castellano por Francisco Lacueva. Editorial Clie. pág. 1897

Evidencia manuscrita

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La posición sobre 1 Juan 5:7-8 del Nuevo Testamento Griego de Nestle-Aland (NA27), y de las Sociedades Bíblicas Unidas (UBS4) se basa en tres variantes. Las Sociedades Bíblicas Unidas reflejan su preferencia por la primera variante {A}, significando que es "casi cierto" que refleje el texto original. La segunda variante es una versión griega más larga, encontrada en solo cuatro manuscritos, pero también en los márgenes de otros tres y en algunas lecturas minoritarias de leccionarios.

Todos los demás centenares de manuscritos griegos que contienen a 1 Juan, apoyan a la primera variante. La tercera variante solo se encuentra en latín, en una clase de manuscritos de La Vulgata y en tres trabajos patrísticos. Las otras dos vertientes de la Vulgata omiten la coma, así como también más de una docena de los llamados Padres de la Iglesia que citan aquellos versos. La variante latina es considerada una glosa trinitaria explicativa, proveniente de la segunda variante griega.

Sin la coma joánica
«μαρτυροῦντες τὸ πνεῦμα καὶ τὸ ὕδωρ καὶ τὸ αἷμα» [«Testigos, el Espíritu, y el agua, y la sangre»].
Evidenciada en: Códice Sinaítico, Códice Alejandrino, Códice Vaticano; en otros códices unciales 048, 049, 056, 0142; en los textos con minúsculas 33, 81, 88, 104, y otros minúsculos como el Texto mayoritario bizantino; la mayoría de Leccionarios, en particular el Menologion, o Leccionario 598; en latín antiguo (Códice vercellensis IV, y Códice schlettstadtensis VII/VIII), Vulgata (John Wordsworth and Henry Julian White edition and the Stuttgart), siríaca, cóptica (sahídica y bohaírica), y otras traducciones; Ireneo (fallecido en 202), Clemente de Alejandría (fallecido en 215), Tertuliano (fallecido en 220), Hipólito de Roma (fallecido en 235), Orígenes (fallecido en 254), Cipriano (fallecido en 258), y otras citas de los llamados Padres de la Iglesia.

La coma en griego
No se encuentra en ningún leccionario. Se evidencia en el Minúsculo 61 (Códice montfortiano, c. 1520), 629 (Códice ottoboniano, siglo XIV o XV), 918 (siglo XVI), 2318 (siglo XVIII).

La coma a los márgenes de manuscritos en griego
Se evidencia al margen del Minúsculo 88 (Códice regis, del siglo XI con la escritura marginal del siglo XVI), 221 (del siglo X con la nota al margen de los siglos XV o XVI), 429 (del siglo XIV, con la nota al margen del siglo XVI), 636 (siglo XVI); algunas variantes minoritarias escritas en leccionarios.

La coma en latín
7Testimonium dicunt [o dant] in terra, spiritus [o: spiritus et] aqua et sanguis, et hi tres unum sunt in Christo Iesu
8et tres sunt, qui testimonium dicunt in caelo, pater verbum et spiritus».

7‘dan testimonio en la tierra, espíritu, agua y sangre, y estos tres son uno en Cristo Jesús 8y tres que dan testimonio en el cielo, son el padre, la palabra y el espíritu’]

Toda la evidencia de las citas de los siguientes Padres: Clemente en la edición traducida de la Vulgata; cita seudo augustina en Speculum peccatoris (V), también (con alguna variación) Prisciliano (fallecido en 385), Líber apologéticus y Fulgentius de Ruspe (fallecido en 527) respondiendo contra los arrianos.

thumb|Erasmo de Róterdam en 1523.

En el siglo XVI, la figura central en la historia de la coma joánica fue el humanista Erasmo de Róterdam (1466-1536), aunque este texto ya había sido cuestionado anteriormente por el humanista italiano Lorenzo Valla. Erasmo estuvo trabajando durante años en el proyecto de compilar los textos griegos y latinos del Nuevo Testamento. En 1512, comenzó su trabajo para la compilación del Nuevo Testamento en latín. Recogió todos los manuscritos de la Vulgata que pudo encontrar para crear una edición crítica.[3]

En 1516, fue publicada una segunda edición que contenía la compilación del Nuevo Testamento en latín y en griego. Esta segunda edición, terminó por convertirse en una importante fuente para la traducción de la Biblia al alemán, efectuada por Martín Lutero.

López de Zúñiga reprochó a Erasmo que en su texto faltaba una parte de 1 Juan 5 7-8, ahora conocida como Coma Juanina, y Erasmo respondió que no la había encontrado en ningún manuscrito griego. Erasmus prometió insertarla en ediciones posteriores con la condición de que se encontrase un solo manuscrito griego con esa frase. La tercera edición, de 1522 incluyó la Coma Juanina, ya que fue encontrada en un manuscrito elaborado tardíamente, de comienzos del siglo XVI o finales del XV, la Minúscula Gregory 61 (Codex Britannicus o Codex Montfortianus), aunque Erasmo expresó sus dudas sobre su autenticidad en sus «Anotaciones».[4][5][6]

Esta tercera edición se convirtió en la principal fuente de traducción de la versión de Casiodoro de Reina y Cipriano de Valera, con lo que la coma joánica fue fijada en aquella célebre versión bíblica en idioma español. De igual forma, esa tercera edición, sirvió de base para la traducción a los más importantes idiomas de Europa, y por eso las versiones bíblicas elaboradas durante los siglos XVI al XIX llegaron a incluir la coma joánica.

Crítica moderna

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Las versiones modernas de la Biblia han tomado diferentes posiciones acerca de la coma joánica. Algunas la han dejado en letra cursiva para reflejar su controvertida autenticidad. Otras la han omitido por completo por considerarla una añadidura apócrifa, o la han relegado a una nota a pie de página, explicando las dudas sobre su veracidad.

Se presentan ejemplos de versiones modernas en idioma español, que omiten la coma joánica.

[[#CITEREF7 Porque tres son los que dan testimonio: 8el Espíritu, el agua y la sangre; y estos tres concuerdan.|7 Porque tres son los que dan testimonio: 8el Espíritu, el agua y la sangre; y estos tres concuerdan.]], La Biblia Textual, Sociedad Bíblica Iberoamericana

[[#CITEREF7 Tres son los que dan testimonio, 8y los tres están de acuerdo: el Espíritu, el agua y la sangre.|7 Tres son los que dan testimonio, 8y los tres están de acuerdo: el Espíritu, el agua y la sangre.]], Nueva versión internacional

[[#CITEREF7 Tres son, pues, los que dan testimonio: 8el Espíritu, el agua y la sangre, y los tres coinciden en lo mismo.|7 Tres son, pues, los que dan testimonio: 8el Espíritu, el agua y la sangre, y los tres coinciden en lo mismo.]], Biblia latinoamericana

[[#CITEREF7 Pues tres son los que dan testimonio: 8el Espíritu, el agua y la sangre, y los tres convienen en lo mismo.|7 Pues tres son los que dan testimonio: 8el Espíritu, el agua y la sangre, y los tres convienen en lo mismo.]], Biblia de Jerusalén

[[#CITEREF7 Porque tres son los que testifican, 8el Espíritu, el agua y la sangre, y los tres se reducen a uno solo.|7 Porque tres son los que testifican, 8el Espíritu, el agua y la sangre, y los tres se reducen a uno solo.]], Nácar-Colunga

[[#CITEREF7 Tres son los testigos: 8el Espíritu, el agua y la sangre|7 Tres son los testigos: 8el Espíritu, el agua y la sangre]], Dios habla hoy

[[#CITEREF7 Hay tres testigos: 8el Espíritu, el agua y la sangre, y los tres están de acuerdo en su testimonio.|7 Hay tres testigos: 8el Espíritu, el agua y la sangre, y los tres están de acuerdo en su testimonio.]], Palabra de Dios para todos

[[#CITEREF7 Y el espíritu da testimonio, porque el espíritu es la verdad. 8Y tres son los testigos: el espíritu, el agua y la sangre, y los tres concuerdan.|7 Y el espíritu da testimonio, porque el espíritu es la verdad. 8Y tres son los testigos: el espíritu, el agua y la sangre, y los tres concuerdan.]], Peshita en español

[[#CITEREF7 Son tres los que nos enseñan que esto es verdad: 8el Espíritu de Dios, el agua del bautismo, y la sangre que derramó Jesús al morir en la cruz. Y las tres dicen lo mismo.|7 Son tres los que nos enseñan que esto es verdad: 8el Espíritu de Dios, el agua del bautismo, y la sangre que derramó Jesús al morir en la cruz. Y las tres dicen lo mismo.]], Biblia en lenguaje sencillo

[[#CITEREF7 Sabemos que Jesucristo vino al mundo por medio de agua y de sangre: no solo por medio del agua, sino por el agua y por la sangre vertida en la cruz. De esto da testimonio el Espíritu Santo, que es la verdad misma, y de ese modo los testigos son tres. 8que concuerdan entre sí: el Espíritu Santo, el agua y la sangre.|7 Sabemos que Jesucristo vino al mundo por medio de agua y de sangre: no solo por medio del agua, sino por el agua y por la sangre vertida en la cruz. De esto da testimonio el Espíritu Santo, que es la verdad misma, y de ese modo los testigos son tres. 8que concuerdan entre sí: el Espíritu Santo, el agua y la sangre.]], Castillian

[[#CITEREF7 οτι (porque) τρεις (tres) εισιν (son) οι (los) μαρτυρουντες (dando testimonio). 8 το (el) πνευμα (espíritu) και (y) το (el) υδωρ (agua) και (y) το (la) αιμα (sangre) και (y) οι (los) τρεις (tres) εις (hacia dentro) το (el) εν (uno) εισιν (son).|7 οτι (porque) τρεις (tres) εισιν (son) οι (los) μαρτυρουντες (dando testimonio). 8 το (el) πνευμα (espíritu) και (y) το (el) υδωρ (agua) και (y) το (la) αιμα (sangre) και (y) οι (los) τρεις (tres) εις (hacia dentro) το (el) εν (uno) εισιν (son).]], Interlineal griego-español (programa E-Sword)

[[#CITEREF7 Porque hay tres que dan testimonio: 8el espíritu y el agua y la sangre, y los tres están de acuerdo.|7 Porque hay tres que dan testimonio: 8el espíritu y el agua y la sangre, y los tres están de acuerdo.]], Traducción del Nuevo Mundo de las Santas Escrituras (de los testigos de Jehová)

Evidencia interna

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Las diferentes corrientes teológicas cristianas están de acuerdo en que uno de los mensajes principales del capítulo 5 de la Primera Epístola de Juan, es que Jesús es el Cristo, el Hijo de Dios.

Así, inmerso dentro de ese contexto, lo que transmite 1 Juan 5:7-8, es que los creyentes tienen un testimonio triple de que Jesús es el Hijo de Dios, y ese testimonio ha sido dado (1) por el Espíritu Santo (2) por el testimonio que fue dado en el bautismo de Cristo (o testimonio del agua) y (3) por el testimonio que fue dado cuando Jesús derramó su sangre en la cruz (o testimonio de la sangre).

De la victoria por la fe en el Hijo de Dios, pasa Juan ahora a describir las credenciales que nos atestiguan la verdad sobre la persona y la obra de Jesucristo. Tenemos en los versículos: 1) Lo testificado (v. 6a); 2) Los testificantes (vv. 6b-8); 3) La garantía del testimonio (vv. 9, 10); y 4) La consecuencia de la aceptación del testimonio (vv. 11, 12). La primera parte del versículo 6, donde se halla el contenido de lo que Juan testifica, no se puede entender si no se recuerda la enseñanza de los gnósticos sobre la persona y la obra de Cristo. Según ellos, el Cristo celestial vino sobre el Hombre-Jesús después de ser este bautizado en el Jordán, y le abandonó antes de que padeciera la muerte en la Cruz. A esto resonde Juan: (A) "Este es el que vino a través de agua y sangre, Jesucristo" (lit.) Es decir, Jesús era ya el Cristo antes de ser bautizado, pues el Cristo vino a través de agua, siguió siendo el Cristo cuando murió en la Cruz, pues pasó a través de sangre. (B) Insiste en la segunda frase del mismo versículo 6, en que no solo (vino) en el agua (del bautismo), sino en el agua (del bautismo) y en la sangre (de la Cruz). Viene a decir en estas frases que el Cristo (¡El Mesías!) se hallaba ya en el agua del Jordán, cuando Jesús estaba siendo bautizado, y en la sangre de su sacrificio, cuando fue crucificado.Comentario bíblico de Matthew Henry, traducido y adaptado al castellano por Francisco Lacueva. Editorial Clie. pág. 1897

En definitiva, de forma ya comúnmente aceptada entre la mayoría de estudiosos de múltiples corrientes y tendencias, se considera que la inserción de la coma joánica en el texto de 1 Juan 5:7-8 es un texto añadido posteriormente a la redacción original de la epístola de Juan.

Véase también

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Referencias

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Enlaces externos

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Altre fonti

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manoscritto wizanburgensis latino e non greco? Probabilmente Dabne si è confuso o si riferiva a altro manoscritto non conosciuto il wizanburgensis è solo latino manoscriito 429: Codex Guelferbytanus e Codex Wolfenbutten? stesso codice? verificare

Elenco manoscritti che contengono e non

leggi paragrafo sulla grammatica e rimando sito francese


Discussione e testo tradotto inglese prologo San Girolamo o pseudo Girolamo??:

 Stai attento opere Atanasio anche Sinopsi o dialogo tra atanasio e un ariano forse Synopsis -2464 2465-

Si presuppone per Nicea documento contra arium per Efeso documento Expositio Fidei del codice muratorio? da verificare

Wikipedia italiana comma giovanneo Wikipedia inglese comma giovanneo

Girolamo pensa che qualche copiatore infedele(Ariani? Altri non lo dice o forse dimenticanza copistica poichè una parola identica si ripete due volte in poche righe ....forse entrambe le cose!!!!) abbia omesso il comma giovanneo ? Solo undici(altri dicono 9? 8?) testi greci antichi contengono la lettera di Giovanni all altezza del comma e sono stati scritti durante e dopo gli ariani avevano il potere cosa simile è affermata da Socrate scolastico sempre sulla lettra di 1 giovanni attacco alla doppia natura di Gesù riferimento diretto a 1 giovanni 4 ma è probabile anche a 5,7-8

Nel codice Vaticano uno dei primi manoscritti greci c'è dei puntini unlaut da verificare libro https://digi.vatlib.it/view/MSS_Vat.gr.1209 TROVATO A PAGINA 1441 AFFIANCO ALLA PAROLA CHE SIGNIFICA 3 che indicano che la traduzione e dubbia o manca qualcosa o ci sono altre lezioni testuali e è presente in Giovanni 5,7 questo indica che il primo manoscritto greco era a conoscenza della variante testo su Umlauts in generale: https://www.dropbox.com/s/g6uecl0zs4qzjjj/Payne2000NovT-Vaticanus_umlauts_1Cor14_34-35.pdf oppure (Studio di Payne sul umlauts codice Vaticano: https://www.linguistsoftware.com/Payne2000NovT-Vaticanus_umlauts_1Cor14_34-35.pdf)

Testimonia Historia ecclesiastica, VII: 32 che c'era stata una corruzione dell epistola di Giovanni

Clemete Alessandrino Ut iterim tipica interpolazione per il Forster


Elementi essenziali critica testuale:https://www.uv.es/~fores/programa/introtextualcritici.html Elenco studiosi tedeschi comma: https://purebibleforum.com/index.php?threads/german-scholar-list.1354/ Elenco studiosi comma 1700 1800: https://purebibleforum.com/index.php?threads/english-scholar-list-1700s-and-1800s.1356/ Controversia sul comma in generale:William Orme, Memoir of the controversy respecting the three heavenly witnesses, I John v. 7. Including critical notices of the principal writers on both sides of the discussion 1787-1830: https://quod.lib.umich.edu/m/moa/AJF5099.0001.001?rgn=main;view=fulltext Libri

Manoscritti in greco contengono nel testo

  • 61 - XVI Secolo - Dublino, Trinity College, Ms. 30 (vedi 34 sopra)
  • 629 - XIV Secolo - Biblioteca Vaticana, Ottob. Gr. 298 (vedi sopra 162)*
  • 918 - XVI Secolo - Escorial, Σ. I. 5
  • 2318 - XVIII Secolo - Bucarest, Romania. Akad., 318 (234)
  • 2473 - XVII secolo - Atene, Biblioteca Nazionale, Taphu 545

contengono a margine

  • 88 - XII secolo, ma scritto a margine da una mano moderna; Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. II. A. 7
  • 177 - XVII - XVIII mano; Bayerische Staatsbibliothek (Biblioteca di stato bavarese); Merluzzo. Graec. 211
  • 221 - X Secolo; Oxford, Bodleian Library, Canon. Gr. 110. Sospetto che la scrittura del margine sia una mano moderna
  • 429 - XIV Secolo; Wolfenbüttel, Herzog August Bibliothek 16.7 A
  • 636 - XV Secolo; Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. II. A. 9

gli altri da verificare

  • 429:Codex Guelferbytanus codex wulfenbuttel sono lo stesso codice
  • manoscritto wizanburgensis è in latino non in greco 750 metà VIII secolo. errore di Dabne.
  • 635: secondo alcune fonti contiene il Comma a margine ma Elijah Hixson ha ribadito che non è cosi. impossibile verificare
  • Omega 110; 634 confermato da D A Waite; altri 10 manoscritti greci da verificare: Dr D A Waite da verificare?

altro elenco preciso di chi contiene il comma: -61(circa 1520); 88m(circa 1000, margine circa 1500),177m(circa 1000, margine circa 1500),221m(circa 900, margine circa 14-1500),429m(circa 1300, margine circa 1500),629(circa 13-1400),636 m(circa 1500, margine circa 1500),918(circa 1500),2318 (circa 1700),2473(circa 1700); Lezionari -60(1021),173 (circa 900)

Elenco testi latini col comma

  • 6th century Codex Fuldensis Hessian State Library Is in the Prologue
  • 6th-7th century Frisingensia Fragmenta Codex frisingensis Spanish testo intero comma
  • 7th century León palimpsest Codex Legionensis Leon Cathedral Spanish testo intero con qualche cambiamento nelle parole
  • 8th century(750)Codex wizanburgensis? c'e scritto: quia tres sunt qui testimonium dant

spiritus et aqua et sanguis. et tres unum sunt. Sicut etiam in caelum tres sunt pater. verbum. et spiritus. et tres unum sunt

  • 9th century Codex Cavensis Spanish
  • 9th century Codex Ulmensis Spanish
  • 927 AD Codex Complutensis I Spanish
  • 10th century Codex Toletanus Spanish
  • 8th–9th century Codex Theodulphianus Paris (BnF) Franco-Spanish
  • 8th–9th century Codex Sangallensis 907 St. Gallen Franco-Spanish
  • 9th–10th century Codex Sangallensis 63 St. Gallen marginal gloss


[[Categoria:Critica biblica]] [[Categoria:Prima lettera di Giovanni]]

  1. ^ Biblia de Jerusalén. Bilbao: Club Internacional del Libro, 1988. Tomo III, pág. 1756.
  2. ^ Según el profesor Daniel B. Wallace, del Seminario de Teología de Dallas:
    Aparentemente la glosa surgió cuando se entendió que el pasaje original se refería simbólicamente a la Trinidad (por la mención de los tres que dan testimonio: el Espíritu, el agua y la sangre), una interpretación que al principio podría haber sido escrita como una nota marginal, pero que más tarde fue incorporada al texto., Wallace, bible.org «The comma johanneum and Cyprian»)
  3. ^ Jaroslav Pelikan: Historia de la Biblia. Barcelona: Kairós, 2008, págs. 194-98.
  4. ^ Tregelles Samuel P. (1854) An Account of the Printed Text of the Greek New Testament: 22,27. London.
  5. ^ Scrivener, Frederick Henry Ambrose (1883) A Plain Introduction to the Criticism of the New Testament: 187. Cambridge.
  6. ^ Finegan, Jack (1974) Encountering New Testament Manuscripts: A Working Introduction to Textual Criticism: 57. Grand Rapids.