Barbaridactylus
Barbaridactylus | |
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Olotipo di B. grandis | |
Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Ordine | †Pterosauria |
Sottordine | †Pterodactyloidea |
Clade | †Aponyctosauria |
Famiglia | †Nyctosauridae |
Genere | †Barbaridactylus Longrich, Martill, & Andres, 2018 |
Nomenclatura binomiale | |
†Barbaridactylus grandis Longrich, Martill, & Andres, 2018 | |
Sinonimi | |
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Barbaridactylus (il cui nome significa "dito berbero") è un genere estinto di pterosauro pterodactyloide nyctosauride vissuto nel Cretaceo superiore, circa 66 milioni di anni fa (Maastrichtiano), in quello che oggi è il bacino di Ouled Abdoun, in Marocco. Il genere contiene una singola specie, la specie tipo B. grandis, descritta e pubblicata nel 2018 dai paleontologi Nicholas R. Longrich, David M. Martill e Brian Andres, nella stessa pubblicazione in cui vennero descritti anche i nyctosauridi Alcione e Simurghia.[2]
Scoperta e denominazione
[modifica | modifica wikitesto]Tutti gli esemplari conosciuti di Barbaridactylus sono stati scoperti in uno scavo durato 3 anni che ha portato alla luce circa 200 esemplari di pterosauri. Il suo esemplare tipo è catalogato come FSAC-OB 232, che consiste nel femore destro, il radio sinistro, l'ulna, l'omero, lo scapolocoracoide e una mandibola parziale. Altri quattro esemplari sono stati riferiti a Barbaridactylus, catalogati come FSAC-OB 8, 9, 10 e 11, tutti e quattro composti da omeri.[2]
Barbaridactylus prende il nome dalla costa barbaresca del Nord Africa e dalla parola greca δάκτυλος/dactylus[3] che significa "dito".[2] Il suo nome specifico, grandis, significa "grande" in latino.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Barbaridactylus è un grande nyctosauride, con una lunghezza dell'omero di 22,5 centimetri, che suggerisce un'apertura alare di circa 4 metri per una massa corporea di 4 kg, che lo rendono uno dei nyctosauridi più grandi conosciuti.[2][4]
Come altri nyctosauridi, Barbaridactylus aveva mascelle sdentate ricurve verso l'alto. Anche l'unica vertebra cervicale conosciuta è piuttosto tipica dei nyctosauridi, poiché proporzionalmente corta e larga, una morfologia presente anche nei relativi pteranodontidi. Lo scapolocoracoide è fuso, il che significa che probabilmente l'animale a cui appartiene l'olotipo era adulto al momento della morte. Lo scapolocoracoide ha la forma di un boomerang e le due ossa (scapola e coracoide) formano un angolo di 60 gradi. L'asta omerale è lunga e sottile. La cresta deltopettorale a forma di accetta (una caratteristica distintiva dei nyctosauridi) si trova in una posizione notevolmente distale rispetto alla testa omerale, più simile a quella di Nyctosaurus che di Alcione. Questa cresta è corta e larga e la punta espansa è debolmente sviluppata, caratteristiche basali. La cresta deltopettorale appare deformata in vista anteriore, più che in altri nyctosauridi, ma molto meno che negli pteranodontidi. Sulla superficie ventrale di ciascuna testa omerale è presente una fossa pneumatica che è unica per questa specie. L'ulna è relativamente gracile, a differenza dell'ulna robusta di Alcione, e le sue estremità sono debolmente espanse. Il diametro del radio è circa due terzi di quello dell'ulna. Il femore di Barbaridactylus è relativamente tipico per un nyctosauride, sebbene non presenti la forte espansione distale presente in altri nyctosauridi. Si espande invece più dolcemente, in modo simile a quello di Pteranodon.[2]
Classificazione
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito è riportato un cladogramma che mostra i risultati di un'analisi filogenetica presentata per la prima volta da Andres e colleghi, nel 2014, e aggiornata con dati aggiuntivi da Longrich e colleghi, nel 2018. In questa analisi, hanno scoperto che Barbaridactylus è il taxon gemello della specie N. lamegoi del genere Nyctosaurus, entrambi collocati nella famiglia Nyctosauridae.[2][5]
Ornithocheiroidea |
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Come parte di una monografia del 2022 su Quetzalcoatlus, Brian Andres suggerirono che Barbaridactylus potrebbe rappresentare un'ulteriore specie del genere Nyctosaurus.[1]
Pteranodontia |
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Nyctosauromorpha |
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Paleoecologia
[modifica | modifica wikitesto]Barbaridactylus venne scoperto nei fosfati del Maastrichtiano superiore situati nel bacino di Ouled Abdoun nel Marocco settentrionale. Questa formazione geologica non appartiene ad una formazione, ma è divisa in divari, con Barbaridactylus scoperto in Couche III. Questo strato risale alla fine del Maastrichtiano, circa 1 milione di anni prima dell'evento di estinzione di massa del Cretaceo-Paleogene. Couche III rappresenta l'ecosistema marino più diversificato conosciuto dall'epoca.[2]
Nella regione è conosciuta una grande varietà di vita marina, inclusi squali e pesci ossei, oltre a tartarughe, plesiosauri e una gran varietà di mosasauri. I dinosauri sono una presenza relativamente rara, i cui fossili sono eccezionalmente rari e frammentari, tra cui quelli di abelisauri, lambeosaurini e un sauropode. Gli altri pterosauri della formazione erano originariamente rappresentati solo dall'azhdarchide Phosphatodraco. Tuttavia, oltre a Barbaridactylus, scoperte più recenti hanno rivelato almeno altre cinque specie di pterosauri provenienti da questa località, tra cui i nyctosauridi Alcione e Simurghia, e lo pteranodontide Tethydraco.[2] Nel suo The Princeton Field Guide to Pterosaurs, Gregory S. Paul affermò che Barbaridactylus rappresenta lo stadio adulto di Alcione.[4] Tuttavia, lo studio del 2018 confuta direttamente questa affermazione basandosi sulla cresta deltopettorale a forma di ascia diversa da Alcione.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Brian Andres, Phylogenetic systematics of Quetzalcoatlus Lawson 1975 (Pterodactyloidea: Azhdarchoidea), in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 41, sup2, 14 dicembre 2021, pp. 203–217.
- ^ a b c d e f g h i j Nicholas R. Longrich, David M. Martill, Brian Andres e David Penny, Late Maastrichtian pterosaurs from North Africa and mass extinction of Pterosauria at the Cretaceous-Paleogene boundary, in PLOS Biology, vol. 16, n. 3, 2018, pp. e2001663.
- ^ Liddell, H.G. & Scott, R. (1940). A Greek-English Lexicon. Revised and augmented throughout by Sir Henry Stuart Jones with the assistance of Roderick McKenzie.Oxford: Clarendon Press.
- ^ a b Gregory S. Paul, The Princeton Field Guide to Pterosaurs, Princeton University Press, 2022, pp. 175.
- ^ B. Andres, J. Clark e X. Xu, The Earliest Pterodactyloid and the Origin of the Group, in Current Biology, vol. 24, n. 9, 2014, pp. 1011–6.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Barbaridactylus
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Barbaridactylus, su Fossilworks.org.