Autolico
Autolico | |
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Nome orig. | Aὐτόλυκος |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | Maschio |
Autolico (in greco antico: Aὐτόλυκος?, Autólykos) è un personaggio della mitologia greca, sposo di Anfitea.
Mitologia
[modifica | modifica wikitesto]Autolico, fratello gemello di Filammone, è figlio del dio Ermes (o di Bedalione)[1] e di Chione figlia di Dedalione[2].
Fu il re di Acarnania.
È il padre di Anticlea, che sposando Laerte partorì Ulisse, il quale erediterà la sua proverbiale astuzia proprio da questi antenati.
Autolico invece, ereditò dal padre Ermes, il dio dei ladri, il dono di riuscire a rubare a chiunque senza mai venire scoperto e soltanto Sisifo, figlio di Eolo (non il dio dei venti, ma il nonno di quest'ultimo), era considerato superiore a lui nell'arte dell'inganno, tanto da irritare lo stesso Zeus, che lo condannò a una dura fatica.
Autolico è citato anche nell'Iliade (libro X) per aver rubato l'elmo di cuoio di Amintore, che fu poi dato al nipote Ulisse.
Nell'Odissea (libro XIX) cura Ulisse ferito alla coscia durante la caccia al cinghiale.
Viene annoverato anche fra i partecipanti della spedizione intrapresa dagli Argonauti.
Pareri secondari
[modifica | modifica wikitesto]Tradizioni più tarde affermano che sua moglie fu Mestra figlia di Erisittone.
Il personaggio nella cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]Nel cinema e in televisione
[modifica | modifica wikitesto]- Bruce Campbell ha interpretato Autolico in 10 episodi di Hercules e in 8 di Xena - Principessa guerriera.
- Rufus Sewell impersona il personaggio mitologico nel film Hercules - Il guerriero.
Nella letteratura moderna
[modifica | modifica wikitesto]- Autolico è il protagonista della serie di librogame Hellas Heroes (Francesco di Lazzaro & Mauro Longo, Edizioni Librarsi), dove viene ritenuto figlio di Ermes e Chione.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia, VIII, 4.6, su theoi.com. URL consultato il 28 giugno 2019.
- ^ F. S. Villarosa, Dizionario mitologico-storico-poetico, vol. I, Napoli, Tipografia Nicola Vanspandoch e C., 1841, p. 53.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti
- Licofrone, Alessandra 344
- Igino, Fabulae 200,201,243
- Omero, Odissea XIX, 395-398, 416
- Omero, Iliade X, 265-271
- Ovidio, Metamorfosi VII, 738-739
- Pseudo-Apollodoro, Libro I - 9, 16
- Sofocle, Aiace 189
- Moderna
- Anna Ferrari, Dizionario di mitologia greca e latina. Torino, UTET, 1999. ISBN 88-7750-754-3.
- Luisa Biondetti, Dizionario di mitologia classica, Milano, Baldini&Castoldi, 1997, ISBN 978-88-8089-300-4.
- Robert Graves, I miti greci, Milano, Longanesi, ISBN 88-304-0923-5.
- Angela Cerinotti, Miti greci e di roma antica, Prato, Giunti, 2005, ISBN 88-09-04194-1.
- Anna Ferrari, Dizionario di mitologia, Litopres, UTET, 2006, ISBN 88-02-07481-X.
- Anna Maria Carassiti, Dizionario di mitologia classica, Roma, Newton, 2005, ISBN 88-8289-539-4.
- Pierre Grimal, Enciclopedia della mitologia 2ª edizione, Brescia, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50482-1. Traduzione di Pier Antonio Borgheggiani
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