Proteo
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
XIX
PROTEO
Questo dio. che si cangia in mille forme,
che allegra l’onda di perpetui balli,
che infiora il crin delle nereidi e dorme
sovra letto di perle e di coralli;
e clic, quando nel mar con le sue torme,
del gran padre annitrir sente i cavalli,
tutte misura con piú rapid’orme
ch’ala di falco le nettunie valli :
questo mirabil dio s’è fatto anch’egli
vecchio e solingo pcscator, che fruga
livide gore e putridi fossati :
e n’ha sozze le man, sozzi i capcgli,
e gli solca la fronte, a mo’ di ruga,
la memoria de’ regni invendicati.