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Enrico Reggiani (Milano, 1909Quota 163,1 di Tscheboratewskj, 21 agosto 1942) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Enrico Reggiani
NascitaMilano, 1909
MorteQuota 163,1 di Tscheboratewskj, 21 agosto 1942
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
Reparto2º Reggimento artiglieria celere
Anni di servizio1931-1942
GradoTenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneInvasione della Jugoslavia
Campagna italiana di Russia
BattagliePrima battaglia difensiva del Don
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959) [1]
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Biografia

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Nacque a Milano nel 1909.[2] Studente nel Politecnico di Milano, nel luglio 1931 venne arruolato nel Regio Esercito ed ammesso a frequentare la Scuola allievi ufficiali di complemento di Lucca e nel dicembre dell'anno successivo fu promosso sottotenente dell'arma di artiglieria assegnato al Reggimento artiglieria a cavallo.[2] Posto in congedo nel 1933 conseguì la laurea in ingegneria, ed iniziò a lavorare presso la Società Italiana Spiriti di Roma dove rimase sino al 20 dicembre 1940 quando fu richiamato in servizio attivo.[2] Rientrato al suo reggimento ed assegnato al III Gruppo di batterie a cavallo del 2º Reggimento artiglieria celere, partecipò, dall'11 aprile 1941, alle operazioni contro i guerriglieri nel territorio jugoslavo occupato, da Susak alla Bosnia.[2] Rientrato in Italia con il suo reparto il 15 luglio 1941 e ricostituito il reggimento artiglieria a cavallo partì subito dopo per l'Unione Sovietica al seguito della 3ª Divisione celere "Principe Amedeo Duca d'Aosta" inquadrata nel CSIR, partecipando da subito alle operazioni belliche sul fronte orientale.[2] Cadde in combattimento a Tscheboratewskj il 21 agosto 1942, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Pochi giorni prima della sua morte era stato promosso tenente con anzianità 21 giugno 1941.[2]

Onorificenze

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«Comandante di una pattuglia di osservazione e collegamenti, in due giornate di aspri combattimenti, nei posti più avanzati, svolgeva impavido la sua missione. Nella fase più critica dell’azione, con fiere parole di entusiasmo e di fede, confermava al proprio superiore la volontà decisa di compiere qualche cosa di eroico, a costo di qualunque sacrificio. Nelle alterne vicende della battaglia ritornava sulle posizioni abbandonate e già occupate dal nemico, trasportando da solo nelle nostre linee un fante gravemente ferito. Il giorno seguente, nei reiterati attacchi di forze soverchianti avversarie, gareggiava nella resistenza coi fanti, riuscendo nell’infuriare della battaglia, a mantenere efficienti i collegamenti ed a catturare alcuni prigionieri ed un lanciabombe. A sera, mentre il nemico irrompeva nella posizione tanto tenacemente contesa, si lanciava avanti contro alcuni nuclei più minacciosi e tentava, in piedi e da solo, con un moschetto mitragliatore, di arrestarne l’impeto. Cadeva colpito a morte. Fulgido esempio di leggendario eroismo e di valore guerresco. Quota 163,1 di Tscheboratewskj (Fronte russo), 20-21 agosto 1942.[3]»

Bibliografia

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  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 136.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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