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Utente:Caterinaparo/Sandbox

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VERSIONE DAL TEDESCO

Anna Therese Johanne Höch[1][2], nota come Hannah Höch, nasce il 1° novembre 1889 a Gotha, in Germania, da una famiglia della media borghesia. Il padre Friedrich Höch lavora in una compagnia di assicurazioni. La madre Rosa Sachs, prima del suo matrimonio, ha svolto l'attività di governante presso famiglie nobili; pittrice per diletto, incoraggerà Hannah ad intraprendere quest'arte.[3] Dal 1896 al 1904 Hannah, la maggiore di cinque fratelli, frequenta la Höhere Töchterschule a Gotha, ma all'età di 15 anni per volere dei genitori lascia la scuola secondaria per accudire la sorella più giovane.[4]

Nel 1912 si trasferisce a Berlino ed inizia la sua formazione presso la scuola privata di arti applicate a Charlottenburg, dove frequenta il corso di design di Harold Bengen, applicandosi nella pittura su vetro e nella decorazione su carta da parati, oltre che nella saldatura e nel ricamo.[5][1] Quando nel 1914 scoppia la Prima guerra mondiale, lascia la scuola e fa ritorno a Gotha, e per breve tempo lavora alla Croce Rossa.[6]

L'anno successivo riprende gli studi e frequenta la classe di grafica di Emil Orlik, approfondendo l'impiego di xilografia e incisione su linoleum.[7] In quello stesso anno conosce il pittore, scultore e fotografo autriaco Raoul Hausmann, una delle figure di spicco del Dada berlinese, con il quale intesserà una relazione che durerà sette anni, durante i quali egli non lascerà mai la propria moglie.[6] Hausmann la introduce nel circolo dadaista della capitale tedesca, ed è con lui che sviluppa lo stile del fotomontaggio. La loro relazione sarà piuttosto turbolenta e conflittuale, specie per il desiderio espresso da Hannah di sposarsi e avere un figlio, atteggiamento definito da Hausmann una tendenza “borghese”, e per le diverse opinioni sull'arte. Nel 1920 Hannah scriverà “una breve storia caustica” intitolata Il pittore, in cui, prendendo di mira l'atteggiamento ipocrita di Hausmann nei confronti dell'emancipazione femminile, parlerà di “un'artista che sprofonda in un'intensa crisi spirituale quando sua moglie gli chiede di lavare i piatti”.[8]

Dal 1916 al 1926 Hannah lavora per l'editore Ullstein come illustratrice, disegnando strutture ornamentali di tessuti e ricami per riviste femminili di moda, come Die Dame e Die Praktische Berlinerin, utilizzando spesso come base ritagli di giornali.[3] L'esperienza maturata in quest'ambito sarà visibile nelle sue successive opere che includono riferimenti ai motivi e ai tessuti di vestiti.

Il suo primo successo artistico si realizza nel 1917 quando la sua incisione su legno Prophet Matthäus viene pubblicata nella rivista d'arte Das Kunstblatt. Dal 1918 cominciano a circolare i suoi primi fotomontaggi, per i quali divenne in seguito famosa, e che costituirono la forma di espressione più importante della sua carriera artistica. Con questi lavori Hannah prende di mira i cliché del tempo legati alla rappresentazione del genere femminile, in particolare della "Donna nuova". I suoi fotomontaggi rappresentano una sorta di controparte femminile di Dada.[3]

Hannah partecipa alla prima mostra internazionale Dada nel 1920, dove espone la sua opera più famosa, il collage Taglio con coltello da cucina attraverso il ventre gonfio di birra della Repubblica di Weimar (Schnitt mit dem Küchenmesser Dada durch die letzte weimarer Bierbauchkulturepoche Deutschlands), oggi conservato nella Galleria Nazionale di Berlino. Nello stesso anno con Hausmann si reca a fare visita ai dadaisti di Praga. Nel 1922 i due si separano e Hannah non viene più considerata "Membro del Club". Affermerà più tardi, con tono autocritico: “Se non avessi speso così tanto del mio tempo a prendermi cura di lui e ad incoraggiarlo sarei arrivata molto più lontano.” (MANCA FONTE)

Tra il 1919 e il 1922 realizza alcuni collage su frammenti di stoffa come Forma bianca, Il fiore del sarto, Disegno per il monumento a un’importante camicia di pizzo e Su un fondo rete di tulle, che sottolineano e valorizzano le antiche abilità femminili nei lavori di tessitura e cucito.[1]

Nel 1924 si reca a Parigi per la prima volta, e visita la famosa Esposizione Internazionale delle Arti decorative e industriali moderne. Grazie alla sua amicizia con Kurt Schwitters entra in contatto con il movimento d'avanguardia olandese "De Stijl", il cui principale rappresentante era Theo van Doesburg. Nel 1924 l'Unione Sovietica le consente di partecipare ad una mostra, e l'anno seguente la Comunità di Arte Tedesca di Berlino la invita ad esibire le sue opere.

Nel 1926 incontra la scrittrice olandese Til Brugman, della quale si innamora e con cui vivrà fino al 1929 a L'Aia e, successivamente, fino al 1936, a Berlino. Nel 1935 Höch e Brugman pubblicheranno insieme il libro Scheingehacktes per i tipi di Rabenpresse. Hannah non definirà mai questa una relazione lesbica, scegliendo invece di riferirsi ad essa come una relazione d'amore privata; questa unione sarà oggetto di riprovazione da parte di alcuni suoi amici artisti, come Theo van Doesburg e Kurt Schwitters.[9]

Nel 1932 Hannah espone le sue opere negli Stati Uniti, mentre nella Germania Nazista il suo lavoro viene bollato come "arte degenerata” e bandito da ogni mostra.[10]. Fino al 1938 si guadagna da vivere illustrando copertine di libri pubblicati dall'editore olandese Anthon Bakels, suo caro amico, che le paga anche un impegnativo intervento chirurgico alla tiroide nel 1934.

Tra il 1933 e il 1944 nelle sue opere prevalgono nature morte di fiori e piante, probabilmente per la necessità di evitare censure politiche. L'ultima mostra collettiva a cui partecipa è "L'arte femminile tedesca del presente" svoltasi nel 1936 a Mannheim.[3]

Nel 1937 Höch si separa da Til Brugman e l’anno seguente sposa l'imprenditore e pianista ventunenne Kurt Heinz Matthies, con lui il quale viaggia per mesi in diverse località della Germania nazista, e nei vicini paesi occupati, come i Paesi Bassi. Durante questi viaggi, in parte realizzati in una roulotte, annota in modo essenziale le tappe e le vicende vissute in un diario, fra cui la sua esperienza della Notte dei cristalli e della Campagna di Polonia.[9] Nel 1944 i due si separano.

Dopo la seconda guerra mondiale, Hannah Höch riprende con vigore la sua attività pubblica partecipando a conferenze, a mostre collettive, e producendo nuove opere, specie acquerelli. Nel 1948 viene organizzata negli Stati Uniti una sua mostra al Museum of Modern Art (MoMA), seguite da altre a Parigi e Berlino negli anni Settanta. Nel 1976 il Senato di Berlino le conferisce il titolo di professore onorario.[3]

Hannah Höch muore il 31 maggio 1978 a Berlino all’età di 88 anni.

L'anniversario del suo 128esimo compleanno è stato commemorato il 1° Novembre 2017 da un Google Doodle.[11]

Anna Therese Johanne Höch detta Hannah Höch (Gotha, 1º novembre 1889Berlino Ovest, 31 maggio 1978) è stata un'artista tedesca del movimento Dada berlinese.

Hannah Höch (a destra) insieme a Theo van Doesburg e a sua moglie, 1924

Pittrice, realizzatrice di collage e di grafica Dada, fu una degli ideatori del fotomontaggio, un tipo di collage nel quale gli elementi incollati sono vere e proprie fotografie o immagini prese dalla stampa e altri media cartacei largamente riprodotti.[12]

Il lavoro di Hannah Höch era destinato a demolire l’utopia e la dicotomia che esistevano nel concetto di “Nuova Donna”: una donna energetica, professionale e androgina, pronta a prendere il suo posto alla pari dell'uomo. Il suo interesse nell'argomento era in come la dicotomia fosse strutturata, così come in chi definiva i ruoli sociali.

Altri argomenti chiave trattati nelle opere di Hannah Höch erano l'androginia, discorsi politici e il cambiamento dei ruoli per l’uomo e la donna. Questi temi interagivano tutti per creare un discorso femminista che circondava le opere di Hannah Höch, le quali incoraggiavano la liberazione e l'operato delle donna nella Germania di Weimar e ancora oggi.

Movimento Dada

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Dada era un movimento artistico formato nel 1919 a Zurigo, in Svizzera. Il movimento rifiutava la monarchia, il militarismo, il tradizionalismo ed era invischiato in un sentimento “anti-arte”. I Dadaisti sentivano che l'arte non dovesse avere limiti o restrizioni e che potesse essere bizzarra e spensierata. Questi sentimenti emersero dopo la grande guerra, che fece interrogare la società sul ruolo del governo, e rifiutare il militarismo dopo aver visto le atrocità della guerra. Molte opere Dada furono critiche verso la Repubblica di Weimar e il suo fallito tentativo di creare una democrazia nella Germania del dopoguerra.

Il movimento Dada aveva un tono di negatività di fondo nei riguardi della società borghese. Il termine “dada” non ha reale significato – è una semplice parola per descrivere l'assenza di ragione o logica in gran parte dell'opera. I principali artisti coinvolti nel movimento includono George Grosz, John Heartfield e Raoul Hausmann. Alcuni affermano che fu la relazione di Höch e Hausmann a permetterle di entrare nella sfera degli artisti Dada. Nonostante le sfide contro il sessismo Höch fu capace di crearsi un nome nel mondo dell'arte Dada e il suo lavoro fu presentato alla prima fiera internazionale Dada nel 1920. Höch è conosciuta maggiormente per i suoi fotomontaggi. Questi collages, i quali prendevano le immagini dalla cultura popolare e utilizzavano la scomposizione e il riassemblaggio di immagini, stavano bene con l'estetica Dada, sebbene altri Dadaisti erano titubanti nell'accettare il suo lavoro a causa dell'inerente sessismo nel movimento. Come altri artisti Dada il lavoro di Höch passò sotto il vicino scrutinio dei Nazisti dato che era considerato degenerato. I nazisti fermarono la sua mostra del 1932 alla Bauhaus (una scuola d'arte tedesca) dato che non solo erano offesi dalla sua estetica, ma anche dai suoi messaggi politici e dal mero fatto che fosse una donna.

Le sue immagini raffiguravano individui androgini che i Nazisti detestavano. L'ideologia nazista apprezzava l'opera d'arte che rappresentava la donna e l'uomo tedesco ideale di razza ariana. Le immagini che Höch utilizzava contrastavano spesso questo aspetto e se ne serviva per esprimere la propria opinione sulla società (come nell'opera “La bella ragazza”). I Nazisti preferivano uno stile tradizionale, pulito e razionale dell'opera d'arte che non richiedesse pensieri o analisi profonde. Sentivano invece che il caos dello stile Dada confinava con il patologico. Höch andò in isolamento durante questo buio periodo della storia dell'umanità e fu capace, più tardi, di tornare nel mondo dell'arte dopo la caduta del Terzo Reich.[12]

Fotomontaggio

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“I fotomontaggi di Höch raffigurano il caos e la combustione della cultura visiva di Berlino da una prospettiva particolarmente femminile” (Malkhom).[13] “Höch non era soltanto una donna rara in quanto praticava le arti nella prima parte del ventesimo secolo, ma quasi unica come donna attiva nel movimento Dada. Ella infatti promuoveva in modo creativo l'idea della donna lavoratrice nella società. Nella sua opera pionieristica puntava a rappresentare, attraverso il fotomontaggio, la questione del sessismo e della figura della donna nella società moderna”. (La Storia dell'Arte)[14]

In questi montaggi Höch raccoglieva immagini e testo dalle forme popolari dei media, come giornali e riviste e li combinava in modi spesso misteriosi, che erano capaci di esprimere la sua posizione riguardo gli importanti temi sociali del suo tempo. Il fatto che le immagini che includeva nelle sue opere erano prese dai giornali e riviste correnti dava ai suoi messaggi validità.

Il potere delle opere veniva dallo smembramento e dalla ricostruzione intenzionale delle immagini. Questo allude all'idea che i temi correnti possono essere visti attraverso diverse prospettive. Questa tecnica era originariamente pensata come estremamente di sinistra e rivoluzionaria, ma nel 1930 era diventata un tipo diffuso di design collegato con la modernità e il consumismo. Quindi cominciò l'idea che la cultura di massa e le belle arti potessero essere combinate in modo significativo. L'ambiguità nel suo lavoro era parte integrante del modo in cui trattava questioni di sessualità e genere. Questi complessi collages di genere permettono alle donne di abbracciare sia i loro attributi maschili che quelli femminili. Questo conduce a un forte senso di individualismo. Il fotomontaggio è una larga parte dell'eredità di Höch come artista.

Le donne nel movimento Dada

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Mentre i Dadaisti, incluso Georg Schrimpf, Franz Jung e Johannes Baader, aderivano a parole all'emancipazione delle donne, erano chiaramente riluttanti a includere una donna tra i loro ranghi.[15] Hans Richter descrisse il contributo di Höch al movimento Dada come il “panino, birra e caffè che riusciva a procurarsi in qualche modo per farsi apparire nonostante la mancanza di soldi”.[8] Raoul Hausmann suggerì perfino che Höch trovasse un lavoro per supportarlo finanziariamente.

Höch non era l'unica donna nel gruppo Dada di Berlino; anche Sophie Taeuber, Beatrice Wood e Baroness else da Freytag-Loringhoven erano importanti figure Dada , anche se non realmente considerate. Höch si riferisce all'ipocrisia del gruppo Dada berlinese e alla società tedesca come a un intero nel suo fotomontaggio Da-Dandy. Höch scrisse anche riguardo l'ipocrisia degli uomini nel movimento Dada nel suo saggio breve “Il Pittore”, pubblicato nel 1920,[16] nel quale ritrae una coppia moderna che abbraccia l'eguaglianza tra uomo e donna nella loro relazione, una novità e concetto scioccante per quel tempo. Questo è un esempio di come Höch fosse abile a trasmettere i suoi ideali sociali in molte forme trascendendo un particolare mezzo.

Il periodo di Höch alla Ullstein Verlag lavorando con riviste mirate alle donne la rese acutamente consapevole della differenza tra le donne ritratte dai media e la realtà e il suo posto di lavoro le forniva molte delle immagini che servivano da materiale grezzo. Era anche critica verso l'istituzione del matrimonio, spesso descrivendo le spose come manichini e bambini, riflettendo sull'idea socialmente pervasiva delle donne come persone incomplete con poco controllo sulle loro vite.

Höch lavorò per la rivista Ullstein Verlag tra il 1916 e il 1926 nel dipartimento che si occupava di motivi di design, artigianato, lavoro a maglia e ricamo, forme artistiche dentro la sfera domestica che erano considerate appropriate per le donne. “I modelli di design che Höch creava per la rivista femminile Ullstein e i suoi primi esperimenti con l'astrazione modernista erano integralmente collegati, offuscando i confini tra i tradizionali modi mascolini e femminili per forma ed espressione” (Makholm).[13] Scrisse un Manifesto di Ricamo Moderno nel 1918, dove parlò della donna moderna dandole la possibilità di essere orgogliosa del suo lavoro. “Fece ricorso a questa esperienza e a una grande quantità di materiali pubblicitari che aveva accumulato per realizzare immagini che rappresentassero il modo in cui la società “costruisce le donne" e che non avevano precedentemente quel significato" (Hudson).[17]

Höch si considerava parte del movimento femminista nel 1920, come mostrò nel ritratto di sè stessa in Schnitt mit dem Küchenmesser DADA durch die letzte weimarer Bierbauchkulturepoche Deutschlands (1919-20). Le sue opere combinavano comunemente sia tratti maschili che femminili in un unico essere unificato.[18] Durante l'era della Repubblica di Weimar “le donne mascoline erano sia celebrate che castigate per rompere i tradizionali ruoli di genere. Nella sua opera Höch mette metaforicamente allo stesso livello le sue forbici, usate per tagliare immagini o collages, e il coltello da cucina. Quest'ultimo è utilizzato per simboleggiare il taglio attraverso i poteri dominanti della politica e della vita pubblica nella cultura di Weimar.[19] I suoi caratteri androgeni possono anche essere stati legati alla sua bisessualità e attrazione verso la mascolinità nelle donne (che è attrazione alla forma femminile pareggiata con le caratteristiche maschili stereotipate).

Höch era una pioniera della forma d'arte che diventò famosa come fotomontaggio e del movimento Dada. Molte delle sue opere criticavano sardonicamente l'industria della bellezza della cultura di massa del tempo, ottenendo così uno slancio significativo nei mass media attraverso l'ascesa della moda e della fotografia a scopo pubblicitario. Molte delle sue opere politiche del periodo Dada mettevano alla pari la liberazione delle donne e la rivoluzione sociale e politica.[20]

Il suo lavoro ritrae il caos e la combustione della cultura visiva di Berlino dalla prospettiva femminile.[19] In particolare, i suoi fotomontaggi spesso si indirizzavano criticamente alla Nuova Donna Weimariana, confrontando immagini dalle riviste contemporanee.[21] Le sue opere dal 1926 al 1935 raffiguravano spesso coppie dello stesso sesso e le donne furono ancora una volta un tema centrale nel suo lavoro dal 1963 al 1973. La tecnica che usava più spesso era fondere assieme corpi maschili e femminili. Questa fusione esisteva per dare il potere dell'uomo alla donna, offuscando le linee che contraddistinguevano i due generi.[22]

Höch rafforzò anche le affermazioni contro la discriminazione razziale. La sua opera più famosa è Schnitt mit dem Küchenmesser DADA durch die letzte weimarer Bierbauchkulturepoche Deutschlands, una critica a Weimar del 1919. Quest'opera combina immagini di giornali del tempo mescolate e ricreate per fare una nuova dichiarazione sulla vita e l'arte nel movimento Dada.

Da un Museo Etnografico (1929), uno dei progetti più ambiziosi e altamente politici di Höch, è composto da venti fotomontaggi che fondono immagini di corpi femminili europei, corpi maschili africani e maschere prese dai cataloghi del museo. In questo modo creava collages che offrono “la cultura visiva di due grandi e lontane civilizzazioni come intercambiabili – la ragazza emancipata europea alla moda non perde in alcun modo il suo stile in prossimità di oggetti tribali africani; allo stesso modo, il manufatto non occidentale in alcuni sensi fondamentali è in grado di assumere il significato di oggetto rituale nonostante la sua fusione con gli evidenti aspetti europei.”[23] Höch creò le Dada Puppens (Bambole Dada) nel 1916. Queste bambole erano influenzate da Hugo Ball, il fondatore Dada con sede a Zurigo. I costumi della bambola somigliavano alle forme geometriche dei costumi di Ball indossati nelle influenti performances Dada.[14]

Opere importanti

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Schnitt mit dem Kuechenmesser DADA durch die letzte weimarer Bierbauchkulturepoche Deutschlands (1919)

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Il movimento Dada era inerentemente politico per natura. Gli artisti Dada utilizzavano spesso satire politiche per affrontare le questioni del tempo. Tentavano di spingere l'arte ai limiti dell'umanità e trasmettere il caos del post-guerra (Prima Guerra Mondiale, che non aveva ancora questo titolo) in Germania. “Molti dei fotomontaggi apertamente politici di Höch caricavano il presunto socialismo della nuova repubblica e associavano la liberazione femminile alla rivoluzione politica di sinistra” (Lavin).[20][17] L'opera forse più famosa di Höch, Schnitt mit dem Küchenmesser DADA durch die letzte weimarer Bierbauchkulturepoche Deutschlands, simboleggia la sua apertura verso la società patriarcale. L'opera è una critica diretta al tentativo fallito di una democrazia imposta dalla Repubblica di Weimar. L'opera è “un agglomerato esplosivo di immagini tagliate a pezzi proprio nel mezzo della fotografia più famosa dell'influente Prima Fiera Internazionale Dada del 1920” (Hudson). Questo fotomontaggio è un esempio eccellente di un'opera che combina questi tre temi centrali nelle opere di Höch: androginia, la “Nuova Donna” e il discorso politico. Combina immagini di leaders politici con stelle dello sport, immagini meccanizzate della città e artisti Dada.

La Bella Ragazza (1920)

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“La Nuova Donna della Germania di Weimar era un segno di modernità e liberazione” (Lavin).[20][20][20][24] Le donne nella Germania di Weimar avevano teoricamente una nuova libertà di scoprire definizioni di sé, sociali e politiche, tutte aree fortemente affrontate da Höch. Nonostante ciò, c'erano ancora molte questioni sullo stato socioeconomico delle donne. Ad esse veniva data più libertà ma in un modo che sembrava essere predeterminato per loro. Infatti erano ancora limitate per certi lavori e avevano meno vantaggi occupazionali rispetto alle controparti maschili. L'analisi dell'opera di Höch “Bellissima Donna” mostra la costruzione dell'esempio perfetto di “Nuova Donna”. L'opera combina motivi della donna femminile ideale con parti d'auto. Nell'angolo superiore destro c'è il viso di una donna con gli occhi di un gatto. A passo con l'industrializzazione arriva l'opportunità per le donne di essere più coinvolte nella forza lavoro. Questa opportunità era tanto emozionante quanto spaventosa, simboleggiata dagli occhi del gatto che fissavano in basso verso l'immagine. Quest’ultima mostra che sebbene le donne fossero emozionate all'idea della “Nuova Donna” e della libertà che questo stile di vita avrebbe portato, era una libertà ancora costruita dagli uomini, che avevano la maggior parte del potere nella società.

Marlene (1920)

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Quest’opera allude a un’ambigua identità sessuale del soggetto. L'immagine raffigura due uomini che guardano in alto verso due gambe che indossano calze e tacchi alti sopra un piedistallo. Questo piedistallo simboleggia il tradizionalismo mentre le gambe mostrano sessualità trionfante sull'architettura classica (che sarebbe stata lodata dai Nazisti). Le labbra nell'angolo destro superiore mostrano una sessualità femminile che è nascosta allo sguardo maschile (Lavin).[20] PPer l'osservatore l'opera può fornire il concetto di un momento utopistico che oppone le gerarchie di genere. “Le sue immagini ermafroditi raffigurano il piacere nel passaggio tra posizioni di genere maschile e femminile e un intenzionale smantellamento delle rigide identità dell'uomo e della donna.” (Lavin).[20] Dovrebbe essere noto che queste idee erano radicali nell'epoca in cui Höch le coltivò ma devono ancora essere totalmente affrontate oggi. L'androginia può essere vista come un ideale utopico nelle opere di Höch. Inoltre ella si collega ad alcune delle idee radicali di sinistra e al discorso politico che le circonda.

Le Opere di Höch sono state esibite internazionalmente in mostre solitarie e di gruppo.

La Whitechapel Gallery di Londra presentò una grande mostra del lavoro di Höch dal 15 gennaio al 23 marzo 2014. Questa mostra era composta da più di cento opere che Höch creò dal 1910 al 1970, provenienti da collezioni internazionali. I momenti culmine inclusero Staatshäupter (Teste di Stato) (1918-20), Hochfinanz (Alta Finanza) (1923), Flucht (Volo) (1931), e molte opere dalla serie Da un Museo Etnografico.[25]

Mostre in solitaria

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  • 2017: Hannah Höch – Auf der Suche nach der versteckten Schönheit, (Alla ricerca della bellezza nascosta), Galerie und Verlag St. Gertrude, Hamburg, 20 April – 16 Juni 2017.
  • 2016: Hannah Höch – Revolutionärin der Kunst, Kunsthalle Mannheim[26] und Template:Ill.[27]
  • 2015: Vorhang auf für Hannah Höch (Su il sipario per Hannah Höch), Kunsthaus Stade, Stade, Germania, 07 Novembre 2015 – 21 Febbraio 2016.[28]
  • 2014: Hannah Höch, Whitechapel Gallery, London.[29]
  • 2008: Hannah Höch – Aller Anfang ist DADA (Ogni inizio è DADA), Museum Tinguely, Basel.
  • 2007: Hannah Höch – Aller Anfang ist DADA, (Ogni inizio è DADA), Berlinische Galerie, Berlino.
  • 1997: I fotomontaggi di Hannah Höch, The Walker Art Center, The Museum of Modern Art, and the Los Angeles County Museum of Art, Minneapolis, New York City, Los Angeles.
  • 1993: Hannah Höch, Museo della città di Gotha, Germania.[30]
  • 1974: Hannah Höch, National Museum of Modern Art, Kyoto.
  • 1961: Hannah Höch: Bilder, Collagen, Aquarelle 1918–1961, Galerie Nierendorf, Berlino.
  • 1929: Hannah Höch, Kunstzaal De Bron, L’Aia.
  • Biro, M. The Dada Cyborg: Visions of the New Human in Weimar Berlin. Minneapolis: University of Minnesota Press, 2009. ISBN 0-8166-3620-6
  • Chametzky, Peter. Objects as History in Twentieth-Century German Art: Beckmann to Beuys. Berkeley: University of California Press, 2010.
  • Gaze, Delia. Dictionary of Women Artists, Volume One. London: Taylor & Francis, 1997.
  • Lavin, Maud. Cut With the Kitchen Knife: The Weimar Photomontages of Hannah Hoch. New Haven, Connecticut: Yale University Press, 1993.
  • Lavin, Maud. "The Mess of History or the Unclean Hannah Höch". In: Catherine de Zegher (ed.), Inside the Visible. The Institute of Contemporary Art, Boston & MIT Press, 1996.
  • Makela, Maria. "Hannah Höch". In: Louise R. Noun (ed.), Three Berlin Artists of the Weimar Era: Hannah Höch, Käthe Kollwitz, Jeanne Mammen. Des Moines, Iowa: Des Moines Art Center, 1994.
  • Makela, Maria, and Peter Boswell, eds. The Photomontages of Hannah Hoch. Minneapolis: Walker Art Center, 1996.
  • McBride, Patrizia. "Narrative Resemblance: The Production Of Truth In The Modernist Photobook Of Weimar Germany." New German Critique: An Interdisciplinary Journal of German Studies 115.(2012): 169–197.
  • Meskimmon, Marsha. We Weren't Modern Enough: Women Artists and the Limits of German Modernism. Berkeley, California: University of California Press, 1999.
  • Meskimmon, Marsha & Shearer West, ed. Visions of the 'Neue Frau': Women and the Visual Arts in Weimar Germany. Hants, England: Scolar Press, 1995.
  • Ohff, Heinz. Hannah Höch. Berlin: Deutsche Gesellschaft für Bildende Kunst, 1968.
  • [Luc Sante|Sante, Luc]. "Dada's Girl: Hannah Höch Thumbs Her Nose at Art." Slate. 10 April 1997.
  1. ^ a b c Anna avrebbe modificato in seguito il proprio nome su suggerimento dell’amico-collega Kurt Schwitters. Cfr.: Paolo Mastroianni, Significazioni trasversali nell'estetica di Hannah Höch, DWPress, settembre-novembre 1998.
  2. ^ Biro 2009, p. 199.
  3. ^ a b c d e (DE) Doris Hermanns, Biographien. Hannah Höch, su Fembio. URL consultato il 17 febbraio 2018.
  4. ^ Kathryn Elizabeth McEwen, Hannah Höch embroiders on Dada, in Hand/Arbeit/Buch/SchrifT: approaching the female hand, Nashville, Tennessee, USA, Faculty of the Graduate School of Vanderbilt University, May 2013, p. 48. URL consultato il 23 gennaio 2016.
  5. ^ Makela 1994, p. 13
  6. ^ a b Makela 1994, p. 49
  7. ^ Gaze 1997, p. 699
  8. ^ a b Women in the Metropolis: Gender and Modernity in Weimar Culture, Berkeley, University of California Press, 1997, pp. 119–121.
  9. ^ a b Lavin, Maud. "The New Woman in Hannah Höch's Photomontages: Issues of Androgyny, Bisexuality, and Oscillation." in Reclaiming Female Agency: Feminist Art History After Postmodernism, edited by Norma Broude and Mary D. Garrard (Berkeley, CA: University of California Press, 2005), 324–41.
  10. ^ (EN) Brian Dillon, Hannah Höch: art's original punk, 9 gennaio 2014.
  11. ^ "Hannah Höch's 128th Birthday", Google Doodles Archive
  12. ^ a b NGA-DADA – Artists-Hoch, su nga.gov, National Gallery of Art, Washington, D.C. (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2016).
  13. ^ a b (EN) Kristin Makholm, Strange beauty: Hannah Höch and the photomontage, n. 24, 1º gennaio 1997.
  14. ^ a b (EN) Hannah Höch Biography, Art, and Analysis of Works, in The Art Story.
  15. ^ By Design: The Early Work of Hannah Höch in Context, in The photomontages of Hannah Höch, 1.ª ed., Minneapolis, Walker Art Center, 1996, p. 64, ISBN 9780935640526.
  16. ^ Charles Harrison, Art In Theory, United Kingdom, Blackwell Publishing, 2003, ISBN 0-631-22708-3.
  17. ^ a b (EN) Hannah Hoch: The woman that art history forgot, in Telegraph.co.uk.
  18. ^ Makela 1994, p. 20.
  19. ^ a b Kristin Makholm, Strange Beauty: Hannah Höch and the Photomontage, in MoMA, n. 24, 1º gennaio 1997, pp. 19–23.
  20. ^ a b c d e f g Maud Lavin, "Androgyny, Spectatorship, and the Weimar Photomontages of Hannah Höch," Maud Lavin, New German Critique, No. 51, Special Issue on Weimar Mass Culture (Autumn, 1990), pp. 62–86: Duke University Press: https://www.jstor.org/stable/488172
  21. ^ Juliet Koss,"Bauhaus Theater of Human Dolls", The Art Bulletin, December 2003; 85, 4
  22. ^ Before Digital: Hannah Hoch and the Dada Montage – In the In-Between, su inthein-between.com.
  23. ^ The Tactile Turn: Envisioning a Postcolonial Aesthetic in France, in Yale French Studies, n. 109, 2006, pp. 21–22.
  24. ^ Hannah Höch - Whitechapel Gallery, su whitechapelgallery.org. URL consultato il 26 January 2018.
  25. ^ Hannah Höch. Indian Dancer: From an Ethnographic Museum. 1930 - MoMA, su moma.org. URL consultato il 26 January 2018.
  26. ^ Mitteilung zur Ausstellung, Kunsthalle-Mannheim online, retrieved 29 June 2016.
  27. ^ Exhibition September 2016 to January 2017 Archiviato il 22-10-2016 Data nell'URL non combaciante: 22 ottobre 2016 in Internet Archive.
  28. ^ Museen Stadte[collegamento interrotto]
  29. ^ Hannah Höch, Whitechapel Gallery
  30. ^ Hannah Höch, Museo della città di Gotha
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Categoria:Persone legate al femminismo