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Tito Erminio Aquilino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Tito Erminio Aquilino
Console della Repubblica romana
Nome originaleTitus Herminius Aquilinus
Morte496 a.C.
Lago Regillo
GensHerminii
Consolato506 a.C.

Tito Erminio Aquilino (in latino Titus Herminius Aquilinus; ... – Lago Regillo, 496 a.C.) è stato un politico e militare romano del VI secolo a.C. Era uno dei generali che comandavano le truppe di Tarquinio il Superbo quando questi fu cacciato.

Ricostruzione del Pons Sublicius secondo Luigi Canina.

Insieme al collega console Spurio Larcio, aiutò Orazio Coclite a difendere il pons Sublicius e ad arrestare l'avanzata degli Etruschi guidati da Porsenna, mentre i compagni lo demolivano per impedire che i nemici passassero il Tevere.[1]

Si coprì di gloria anche nel proseguimento della guerra contro il re di Chiusi, guidando contingenti di soldati romani contro gli etruschi assedianti.

«...Publio Valerio ordina allora a Tito Erminio di appostarsi con un modesto contingente sulla via Gabinia a due miglia da Roma; a Spurio Larcio, invece, di andare alla porta Collina con un corpo di giovani fanti armati alla leggera e di attendere il passaggio dei nemici per poi tagliare loro la via della ritirata facendo da diaframma tra essi e il fiume. Dei due consoli, Tito Lucrezio uscì dalla porta Nevia con alcuni manipoli, mentre Valerio guidò personalmente sul monte Celio delle truppe scelte che per prime sarebbero state viste dal nemico. Appena Erminio capì che lo scontro era iniziato, uscì dal suo nascondiglio e piombò sulle retrovie degli Etruschi che invece erano rivolti nella direzione di Lucrezio. A sinistra, dalla porta Collina, e a destra, da quella Nevia, gli rispose un coro di voci: i predatori furono circondati e fatti a pezzi, inferiori com'erano di numero ai Romani e oltretutto tagliati fuori da ogni possibile ritirata. Questo episodio segnò la fine delle scorribande etrusche.»

Nel 506 a.C. fu eletto console,[2] collega dello stesso Spurio Larcio con cui aveva difeso il ponte Sublicio, e 10 anni dopo partecipò come legato alla battaglia del Lago Regillo (496 a.C.), che per alcuni decenni segnò la supremazia dei romani sui Latini. Durante la battaglia riuscì ad uccidere Ottavio Mamilio, uno dei due comandanti dello schieramento nemico, rimanendo lui stesso ucciso, per le ferite riportate nello scontro.

Critica storica

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Lo storico tedesco Barthold Georg Niebuhr suggerì che il consolato di Tito Erminio Aquilino e Spurio Larcio del 506 a.C., per il quale gli annali non registrano alcun avvenimento significativo, fosse stato inserito a posteriori, per coprire il periodo di dominazione degli etruschi di Porsenna su Roma[3].

  1. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, II. 10.
  2. ^ Dionigi, Antichità romane, Libro V, 36.
  3. ^ Barthold Georg Niebuhr, Storia di Roma, vol. i, p. 536.
Fonti primarie
Fonti secondarie

Voci correlate

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Altri progetti

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Predecessore Fasti consulares Successore
Publio Valerio Publicola III
e
Marco Orazio Pulvillo II
(506 a.C.)
con Spurio Larcio I
Marco Valerio Voluso Massimo
e
Publio Postumio Tuberto I