[go: up one dir, main page]

Vai al contenuto

Winnie the Pooh

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Winnie the Pooh (disambigua).
Winnie the Pooh
Pooh in un'illustrazione di E. H. Shepard
Autori
1ª app.1924
1ª app. in
Voci orig.
Voci italiane
Caratteristiche immaginarie
SpecieOrsacchiotto
SessoMaschio
Luogo di nascitaBosco dei Cento Acri

Winnie the Pooh è un personaggio protagonista dell'omonima serie di romanzi per ragazzi ideata da Alan Alexander Milne. Inizialmente tradotto con il nome italianizzato Ninni Puf, è anche noto come Winnie Puh, Winny-Puh, Winny Puh, Winnie Pooh e Winnie-the-Pooh (con trattini).[1][2][3] Dalla serie di romanzi vennero tratte trasposizioni cinematografiche e televisive grazie alle quali il personaggio, insieme ai vari comprimari della serie, divenne protagonista di un vasto merchandising.[4]

Il personaggio, un orsacchiotto antropomorfo,[5] esordì in un racconto pubblicato da Milne nell'edizione natalizia del London Evening News; in seguito divenne l'episodio iniziale del romanzo omonimo del 1926; altri episodi furono raccontati via radio. Il successo dell'iniziativa fu tale che Milne fu spinto a raccogliere i racconti migliori per realizzarne un romanzo per bambini, Winnie Puh, che venne pubblicato nel 1926 riscuotendo molto successo di pubblico e di critica. Seguirono poi nel 1927 la raccolta di poesie Winnie the Pooh. Ora abbiamo sei anni (Now We Are Six) e poi, nel 1928, il secondo romanzo della serie, La strada di Puh (The House at Pooh Corner). Tutte le storie di Winnie scritte da Milne furono illustrate da Ernest H. Shepard, che per ispirarsi frequentò per qualche tempo la casa di Milne, avendo modo di osservare i pupazzi di Christopher Robin e il boschetto vicino alla casa (divenuto, nel romanzo, il Bosco dei Cento Acri).

Nel 1929 Milne vendette i diritti sui personaggi ideati a Stephen Slesinger e, nel 1961, alla Walt Disney Company, che fece del personaggio il protagonista di una serie di cartoni animati, inizialmente adattando le storie originali di Milne e in seguito creandone di nuove. La caratterizzazione del personaggio della Disney deriva da quello delle illustrazioni di Shepard, ma i tratti sono semplificati. La Disney produsse anche merchandising sia nello stile dei cartoni animati che in quello di Shepard (etichettato come "classic Pooh"). Divenne così una delle principali icone dell'universo Disney e uno dei suoi personaggi più redditizi.

Le storie del personaggio sono state tradotte in numerose lingue, tra cui il latino, ad opera di Alexander Lenard: Winnie ille Pu (1958), che divenne nel 1960 il primo best seller fra i libri in lingua straniera nella classifica del New York Times.

I pupazzi originali di Christopher (Winnie the Pooh, Tigro, Ih-Oh, Cangu e Pimpi), a cui Milne si ispirò per creare i suoi racconti, sono esposti nella biblioteca pubblica di New York. Fino al 2008 sono rimasti negli edifici del Donnell Library Center,[6] dopodiché (a causa della chiusura di questa struttura) sono stati spostati presso il complesso centrale (Stephen A. Schwarzman Building).[7]

Genesi e caratterizzazione del personaggio

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Personaggi di Winnie the Pooh.
I giocattoli originali di Christopher a cui si ispirano i personaggi di Winnie-the-Pooh, esposti al Donnell Library Center di New York

Winnie the Pooh è un orsacchiotto di pezza che trascorre le sue giornate principalmente mangiando miele e componendo poesie; vive in una vecchia quercia e sulla sua porta è affisso un cartello con scritto "Mr. Sanders" (o meglio la più comune versione storpiata "Mr. Sanderz"); viene fatto notare che Pooh abita "sotto il nome di Sanders" anche se non risulta affatto chiamarsi "Sanders".

Il nome del personaggio deriva da quello di un orsacchiotto di pezza di proprietà di Christopher Robin Milne, figlio dell'autore. Inizialmente l'orsacchiotto di Christopher era chiamato "Edward" (nome a cui fa riferimento anche l'incipit del libro). In seguito Christopher fu portato dal padre a visitare lo zoo di Londra, dove si trovava in quel periodo "Winnipeg", una cucciola d'orso che un ufficiale veterinario canadese di nome Colebourn aveva acquistato durante la prima guerra mondiale e poi donato allo zoo.[8] L'orsetta era diventata rapidamente la beniamina dei bambini londinesi, che l'avevano ribattezzata "Winnie"; Christopher Robin si entusiasmò a tal punto che volle tornare numerose volte allo zoo per vederla e alla fine ribattezzò Winnie il proprio orsacchiotto. Milne iniziò allora a raccontare al figlio fiabe della buonanotte che vedevano Winnie protagonista. Da queste fiabe ebbe origine il nucleo di narrazioni su cui poi Milne basò la propria fortunata opera.

Il nome Pooh, invece, sarebbe il nome di un cigno incontrato da Christopher in un'altra occasione. Nel primo capitolo di "Winnie-the-Pooh" Milne spiega perché Winnie the Pooh è spesso chiamato semplicemente "Pooh":

«Ma le sue braccia erano così rigide... stavano dritte per aria per più di una settimana, e ogni volta che una mosca arrivava e si metteva sul suo naso doveva soffiarla via. E penso – ma non sono sicuro – che è per quello che è chiamato Pooh»

Il significato dell'articolo determinativo "the" fra i due nomi (per cui il nome completo, in italiano, sarebbe "Winnie il Pooh") è una curiosità linguistica su cui Milne scherza, senza dare reali spiegazioni, nel primo libro di Pooh.

Gli altri pupazzi di Christopher stimolarono la fantasia di Milne e ben presto il mondo di Winnie si popolò di nuovi amici: Ih-Oh l'asino, Pimpi il maialino, Tigro la tigre, mamma-canguro Kanga ed il suo piccolo Ro. Il coniglio Tappo ed il gufo Uffa sono invece prodotti della fantasia di Christopher e del padre, mentre il geomide De Castor è un personaggio completamente inventato da Walt Disney. Il fatto che Winnie the Pooh sia un giocattolo animato non viene mai menzionato esplicitamente nei lavori di Milne, ma risulta evidente dalle illustrazioni originali di Ernest Howard Shepard (che lo ritraggono come un orsacchiotto di pezza, con tanto di cuciture) e dal rapporto particolare che lega Pooh e Christopher.

Ambientazione

[modifica | modifica wikitesto]
La mappa del Bosco dei Cento Acri disegnata da Shephard
  • Il Bosco dei Cento Acri compare nel quarto capitolo del libro di Milne Winnie Puh ove lo scrittore racconta del bosco di circa 40 ettari, che si trova al centro della foresta in cui abita il saggio Gufo (per la Disney "Uffa"). Nell'universo Disney, il Bosco dei Cento Acri diventa il luogo ove si svolgono tutte le avventure di Winnie the Pooh e dei suoi amici, di cui si ha una mappa disegnata dal disegnatore E. H. Shepard per il libro di Milne, che compare in versione bambinesca in alcuni film della Disney su Winnie Pooh.
  • Foresta di Ashdown

Trasposizioni in altri media

[modifica | modifica wikitesto]
Winnie the Pooh insieme a Christopher Robin da adulto (Ewan McGregor) in Ritorno al Bosco dei 100 Acri.
Film d'animazione
Film live action
Cortometraggi
Serie animate
Serie live action

Edizione italiana

[modifica | modifica wikitesto]

Adattamenti

Versione della Disney

[modifica | modifica wikitesto]
  • Le storie golose di Winnie the Pooh, Disney Libri 2002.

Altri libri con Pooh

[modifica | modifica wikitesto]

Merchandising

[modifica | modifica wikitesto]
  • Le Pregiate Edizioni Cicogna, produttrici di giochi per bambini dal 1925 ormai cessate, produssero negli anni '50 un gioco da tavolo denominato: "Winny Puh l'Orsetto Ghiottone" basato su segnalini che scorrono l'avventura di Winnie e i suoi allegri compagni ritratti a colori sul coperchio attraverso il lancio dei dadi. Il gioco divenuto assai raro è oggetto di collezionismo. Ad esso molti altri se ne sono naturalmente aggiunti.

Influenza culturale

[modifica | modifica wikitesto]
Un tram dedicato a Vinni-Puch presso il Parco Sokol'niki di Mosca.
  • Winnie Pooh e gli altri personaggi di Milne sono utilizzati da Benjamin Hoff per spiegare la filosofia taoista in due sue opere, Il Tao di Winnie Puh (The Tao of Pooh) e Il Tè di Porcelletto (The Te of Piglet).
  • Il personaggio, con il nome di Vinni-Puch (in russo Винни-Пух?), fu popolare in Unione Sovietica a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, grazie alla traduzione di Boris Zachoder Vinni-Puch i vse vse vse (1960) e alla serie di cartoni animati diretti da Fëdor Chitruk per la Sojuzmul'tfil'm (1969-1972), nei quali l'orsacchiotto è doppiato dall'attore Evgenij Leonov[9][10].
  • A Winnie è ispirato il nome del complesso musicale italiano dei Pooh: nel 1965, infatti, Aliki Andris Michalaros, segretaria del produttore discografico Armando Sciascia, notando che il quintetto che era stato appena messo sotto contratto, The Jaguars, aveva un nome già utilizzato da un'altra band, suggerì per loro il nome di Pooh, essendo lei fan del personaggio di Winnie[11].
  • Nonostante alcune campagne di propaganda affermino che Winnie the Pooh sarebbe bandito in Cina a causa di una presunta somiglianza con il presidente Xi Jinping,[12] il personaggio è tuttora presente e assai diffuso nei mezzi di comunicazione e sul mercato cinese, dove è conosciuto con il nome di 小熊维尼S, Xiǎoxióng wéiníP. In Cina è un reato il vilipendio nei confronti del presidente della Repubblica, e ad essere censurati sono stati alcuni meme diffusi intorno al 2013-2014, che affiancavano Winnie the Pooh proprio a Xi Jinping. La vicenda sarebbe iniziata nel 2013, quando una fotografia di Xi e Barack Obama era stata affiancata e paragonata a una di Winnie the Pooh con il suo compagno Tigro; da allora l'immagine di Winnie è stata usata da critici del governo:[13] una fotografia ritrae il dissidente Liu Xiaobo e la moglie mentre brindano con tazze con l'immagine dell'orsetto. Nel 2019 venne distribuito sulla piattaforma Steam il videogame horror taiwanese Devotion, che conteneva un riferimento nascosto a questo meme; i videogiocatori cinesi se ne accorsero e inondarono di recensioni negative questo gioco, il governo cinese chiese la rimozione di questo gioco da Steam sotto minaccia di bloccare la piattaforma in Cina, e perciò il gioco venne rimosso con molte scuse del produttore taiwanese. Al di là dei meme satirici considerati offensivi dall'apparato statale, le uniche altre restrizioni da parte delle autorità cinesi circa la fruizione di film e altri prodotti con l'immagine di Winnie riguardano il film horror Winnie-the-Pooh - Sangue e miele, che peraltro non è stato diffuso neanche nei cinema italiani.[14]
  • Per anni i fan del due volte campione olimpico Yuzuru Hanyu hanno espresso la loro ammirazione per il pattinatore lanciando sulla pista pupazzi di Winnie the Pooh, la sua mascotte, al termine delle sue prestazioni.[15]
  • Il personaggio di Winnie the Pooh ha ispirato anche due film horror di Rhys Frake-Waterfield, ovvero Winnie the Pooh-Sangue e Miele e Winnie the Pooh-Tutto sangue e niente miele. In queste due pellicole Pooh è rappresentato dapprincipio come un cucciolo di orso dalle fattezze umane come nel libro, sebbene in spoglie decisamente meno rassicuranti, poi, dopo l'abbandono di Christopher Robin ed essere stato costretto a uccidere Ih-Oh per nutrirsi, Pooh diventa uno spietato assassino in cerca di vendetta. In questa trasposizione, Pooh è un essere umanoide molto inquietante, con un volto, nel primo film, inespressivo e bloccato in un perenne sorriso, mentre nel secondo presenta fattezze molto più animalesche, con più pelo e un ringhio furioso. Pooh qui è dotato di grande forza fisica, in grado di sollevare un intero camper e staccare arti con un solo pugno, oltre a essere molto veloce essendo un orso, ma mantiene una certa goffaggine nei movimenti che lo rendono meno efficace nei combattimenti seri. Inoltre ha una resistenza fisica sovrumana, essendo stato investito da un auto ed essere stato colpito da vari piedi di porco senza dar segni di aver subìto il colpo.
  1. ^ Quest'ultima è la prima forma adottata dalla Disney, mentre la seconda era la prima traduzione italiana della Disney
  2. ^  Winny Puh orsetto ghiottone. URL consultato il 25 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2015). L'immagine è stata tratta da: disneyshorts.org
  3. ^  Troppo vento per Winny Puh. URL consultato il 25 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2015). L'immagine è stata tratta da: disneyshorts.org
  4. ^ 10 curiosità per il Winnie the Pooh Day, su MondoFox, 18 gennaio 2018. URL consultato il 2 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2019).
  5. ^ Winnie-the-Pooh il lato oscuro dell’orsacchiotto, su LaStampa.it. URL consultato il 1º febbraio 2019.
  6. ^ (EN) NYPL Locations, su New York Public Library. URL consultato il 26 aprile 2018.
  7. ^ (EN) Children's Center at 42nd Street, su New York Public Library. URL consultato il 26 aprile 2018.
  8. ^ (EN) Amelia Butterly, The bear which inspired Winnie the Pooh is actually a girl, su BBC Newsbeat, 11 luglio 2015. URL consultato il 15 aprile 2019.
  9. ^ (RU) Наталия Смолярова, Детский «недетский» Винни-Пух, in Веселые человечки: культурные герои советского детства, Москва, Новое литературное обозрение, 2008, pp. 287-314, ISBN 978-5-86793-649-5.
  10. ^ (RU) Юрий Левинг, «Кто-то там все-таки есть...» Винни-Пух и новая анимационная эстетика, in Веселые человечки: культурные герои советского детства, Москва, Новое литературное обозрение, 2008, pp. 315-353, ISBN 978-5-86793-649-5.
  11. ^ L’origine del nome dei Pooh è…, in Rock Online Italia, 16 aprile 2000. URL consultato il 25 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2019).
  12. ^ (EN) Stephen McDonell, Why China censors banned Winnie the Pooh, su BBC, 17 luglio 2017. URL consultato il 18 luglio 2024.
  13. ^ Massimo Introvigne, "Giro di vite del PCC contro un altro xie jiao: Winnie-the-Pooh e i suoi amici", Bitter Winter, 6 dicembre 2018.
  14. ^ Dazibao (Davide Martinotti), Perché Winnie the Pooh NON è censurato in Cina?, su Youtube, 5 ottobre 2023. URL consultato il 19 luglio 2024.
  15. ^ (EN) Des Bieler, So what’s the deal with Japan’s Yuzuru Hanyu and all those Winnie-the-Pooh dolls?, su washingtonpost.com. URL consultato il 22 luglio 2023.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN313295694 · LCCN (ENno2014169001 · GND (DE133372065 · J9U (ENHE987007548963405171