Ramzi Yusuf
Ramzī Aḥmad Yūsuf (in arabo رمزي يوسف?; Kuwait City, 20 maggio 1967) è un terrorista pakistano.
«Se essere terrorista significa riscattare la mia terra e combattere contro chi ha attaccato me e i miei cari, non ho niente in contrario a essere chiamato terrorista.»
Conosciuto anche con una quarantina di pseudonimi il più diffuso dei quali è Ramzi Yousef fornito al suo ingresso negli USA, considerato dalla CIA uno dei massimi esperti nella costruzione di ordigni esplosivi, ha al suo attivo numerosi attentati.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Muhammad Abdul Karim, un uomo originario del Belucistan e emigrato per lavoro nel Kuwait, dove sposò la madre di Yusuf, originaria della Palestina. Vivono in un ambiente di lavoratori immigrati musulmani; il padre è un convinto nazionalista beluchi che abbraccia la fede Salafita. I lavoratori salariati hanno diverse restrizioni in Kuwait e la famiglia riceve il passaporto solo quando Yusuf ha 16 anni. Dopo qualche anno tutta la famiglia torna in Belucistan a Turbat. Nel 1986 va a studiare ad Oxford ingegneria elettrotecnica. Nel 1988 si reca per le vacanze estive in Afghanistan, nel periodo dell'invasione sovietica, dove viene iniziato nella sua carriera di bombarolo in campi di addestramento mujaheddin.
Attività terroristica
[modifica | modifica wikitesto]È stato uno dei pianificatori dell'attentato al World Trade Center del 1993, del Progetto Bojinka (precursore degli attentati dell'11 settembre), di una cospirazione contro il Primo ministro pakistano Benazir Bhutto e del mancato attentato sul Volo Philippine Airlines 434. Da notare che lo zio di Ramzī Yūsuf è Khalid Shaykh Muhammad, progettista degli attacchi del 2001, ad oggi detenuto nel campo di prigionia di Guantánamo, a Cuba.
Arresto e condanna
[modifica | modifica wikitesto]Il 6 febbraio 1995 è stato arrestato a Islamabad dal Diplomatic Security Service e trasferito negli Stati Uniti d'America, dove sconta una pena detentiva all'ergastolo di 240 anni nel carcere di estrema sicurezza ADX Florence. Le restrizioni di estremo isolamento a cui venne sottoposto nei primi anni di prigionia furono considerate come pena insolita e crudele dagli psichiatri e da Amnesty International.
Dopo il suo arresto in un'intervista del quotidiano londinese Al-Hayat nel 1995 la giornalista gli chiese se si ritenesse un fondamentalista islamico come era stato etichettato da molti, rispose con una domanda: Israele stessa è stata fondata in base ad un fondamentalismo estremista; perché non se ne parla a proposito di Israele, mentre lo si dice dei musulmani in ogni circostanza in cui ne sono accusati?[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Intervista di Raghida Dergham per Al-Hayat, avvenuta nell'aprile 1995.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Simon Reeve, The New Jackals: Ramzi Yousef, Osama bin Laden and the Future of Terrorism, Northeastern, 1999, ISBN 978-1-55553-407-3.
- Simon Reeve, I nuovi sciacalli. Osama Bin Laden e le strategie del terrorismo, Bompiani, 2001. ISBN 9788845251016
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ramzi Yusuf
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Laura Lambert, Ramzi Ahmed Yousef, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 25149294278780521374 · ISNI (EN) 0000 0003 8535 2584 · LCCN (EN) n99048173 · GND (DE) 12365808X · J9U (EN, HE) 987007270149705171 |
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