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Rosa Calzecchi Onesti

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«Solo chi ha un animo grande come quello di Omero poteva tradurre così bene i suoi poemi in italiano»

Rosa Calzecchi Onesti (Milano, 17 maggio 1916Milano, 7 agosto 2011) è stata una latinista, grecista e traduttrice italiana.

Nota per le traduzioni, in prosa ritmica, dell'Iliade (1950) e dell'Odissea (1963), pubblicate dalla casa editrice Einaudi, tradusse anche l'Eneide (apparsa inizialmente a Milano presso l'Istituto Editoriale Italiano, poi ripresa da Einaudi), e numerosi altri testi dal greco antico e dal latino.

Di famiglia, per parte paterna, marchigiana (Monterubbiano), nacque a Milano da Maddalena de Filippi e Carlo Calzecchi Onesti, figlio a sua volta di Temistocle Calzecchi Onesti, professore di fisica, un cui ritrovato, il coesore (o coherer), fu utilizzato da Guglielmo Marconi per la sua radio.

A Milano visse fino all'adolescenza e qui frequentò il liceo classico "Giovanni Berchet", dove fu allieva del grecista Mario Untersteiner. Finì le scuole superiori al liceo classico "Luigi Galvani" di Bologna, dove la famiglia aveva seguito il padre sovrintendente di Belle Arti. A Bologna frequentò l'università, laureandosi in lettere con Gino Funaioli nel giugno 1940 con la tesi Sulle varianti della tradizione manoscritta dell'Eneide. Dopo aver iniziato ad insegnare come supplente a Firenze, dove nel frattempo si era trasferita la famiglia, divenne docente di ruolo nel 1943 nel liceo classico "Vincenzo Monti" a Cesena, rimanendovi per dieci anni. Si trasferì poi al liceo classico "Gian Domenico Romagnosi" di Parma e, in seguito, allo stesso "Berchet" di Milano in cui era stata studentessa.[2]

Impegnata nell'ambito dell'associazionismo cattolico, fu a lungo dirigente dell'UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi) e membro del Consiglio Pastorale della Diocesi di Milano. Come rappresentante dell'UCIIM, partecipò a progetti di riforma e sperimentazione scolastica, arrivando ad essere eletta, nel 1977, nel Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e collaborando, in particolare, alla realizzazione di un biennio sperimentale della provincia di Milano, in cui lei stessa insegnò negli ultimi anni del suo lavoro nella scuola superiore. Dopo il 1982 fu docente di latino e greco biblico presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale.

Morì nell'estate del 2011, novantacinquenne. È sepolta a Monterubbiano.

Opere principali

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Le molte pubblicazioni di Rosa Calzecchi Onesti riguardano sia la sua attività di traduttrice che il suo impegno didattico e la sua militanza cattolica, ma il lavoro che le ha dato maggior fama è la traduzione dell'Iliade, realizzata tra il 1948 e il 1950, in collaborazione con Cesare Pavese.

Pavese, nel suo interesse per antropologia e miti, voleva far pubblicare dall'editore Einaudi, di cui era collaboratore, una traduzione del poema omerico che rendesse il più possibile il sapore del testo originale. Si era dapprima rivolto a Mario Untersteiner, di cui aveva letto e con cui aveva discusso la Fisiologia del mito, e Untersteiner gli aveva proposto la sua ex studentessa, allora insegnante a Cesena. Le prove di traduzione della Calzecchi piacquero a Pavese e iniziò così un lavoro che si protrasse per due anni, attraverso una fitta corrispondenza (i due non si incontrarono mai di persona), in cui ogni particolare della traduzione, dal ritmo del verso alla scelta di come tradurre gli epiteti, dalle strutture sintattiche alla disposizione delle parole, viene accuratamente discusso, attraverso una revisione di Pavese sul lavoro della traduttrice e le controproposte della Calzecchi, a cui lo scrittore lasciò sempre la decisione ultima.

Quando Pavese si suicidò il lavoro era terminato ed era già iniziata, con lo stesso metodo, la traduzione dell'Odissea. Nella fase finale del carteggio in alcune lettere il discorso da entrambe le parti andò al di là della traduzione, entrando in commenti sull'opera dello scrittore, in particolare il racconto La casa in collina, in un punto della quale alla Calzecchi era parso di cogliere un rovello religioso dello scrittore. La risposta di Pavese, scritta poco prima del suo suicidio, venne resa pubblica dalla Calzecchi solo nel 1964, quando ne inviò una fotocopia a Calvino, che stava curando la pubblicazione dell'epistolario di Pavese e di cui la Calzecchi aveva apprezzato e stimato La giornata d'uno scrutatore.[3]

Fra le altre pubblicazioni della Calzecchi, ci fu la traduzione dell'Eneide, di parecchi anni posteriore a quelle omeriche, per via di una elaborazione piuttosto travagliata, ma che approdò infine anch'essa alle edizioni Einaudi.

Alla collaborazione con la Facoltà teologica risalgono due manuali per iniziare un adulto alle lingue classiche: Leggo Marco e imparo il greco e Leggo Agostino e imparo il latino.

Merita ricordare anche il suo impegno in alcune traduzioni di sant'Agostino: per le edizioni Corsia dei Servi, L'impegno del credere, via per comprendere (Milano 1963) e Regola per i servi di Dio, maschile e femminile (1965 e 1966), per le Edizioni Patristiche, due opere minori: Matrimonio e verginità e Fede operante (Vicenza, 1966 e 1968). Negli anni settanta Rosa Calzecchi Onesti diede alle stampe antologie di passi dei poemi omerici con Mursia nel 1970 (L'ira di Achille) e con Marietti nel 1974 (L'uomo nel mondo omerico).

La sua ultima traduzione fu quella del bizantino Inno akathistos alla Madre di Dio (Guaraldi, Rimini, 1995). In vecchiaia curò, fra l'altro, la pubblicazione, con note e commenti, della dichiarazione conciliare sull'educazione cristiana: Gravissimum Educationis (Piemme, Casale Monferrato, 1989)[4].

Fortuna critica

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In sede critica è stato proposto un accostamento fra le versioni dei classici greci e latini curate da Rosa Calzecchi Onesti, da una parte, e la traduzione dell'Antologia di Spoon River curata da Fernanda Pivano, dall'altra. Secondo questa lettura, la Pivano e la Calzecchi Onesti, entrambe collaboratrici, e la Pivano anche allieva, di Cesare Pavese, avrebbero (per influenza di quest'ultimo) coniato con le loro versioni un linguaggio poetico «deliberatamente modernista», basato su versi lunghi che, nell'accentazione, ricordano, talora, l'endecasillabo sciolto[5].

  1. ^ Silvia Guidi, La donna che prese il posto di Monti e Pindemonte, in L'Osservatore Romano, 11 agosto 2011, p. 5.
  2. ^ La notizia talvolta ripetuta di una sua partecipazione alle agitazioni studentesche al liceo "Parini" nasce da una confusione con la professoressa Torre Rossi, coetanea della Calzecchi, ma di assai diversa impostazione politica e ideologica.
  3. ^ Fonte di queste notizie sulla collaborazione fra la Calzecchi e Pavese è la tesi presentata all'Università di Bologna, in grammatica greca, nel 2005-06 da Annalisa Neri: L'incruento duello. Rosa Calzecchi Onesti, Cesare Pavese e l'Iliade einaudiana. Alla stessa autrice si deve l'unica pubblicazione delle lettere della Calzecchi a Pavese: Annalisa Neri, Tra Omero e Pavese: lettere inedite di Rosa Calzecchi Onesti (PDF), in Eikasmos, XVIII, 2007, pp. 429-447. URL consultato il 16 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2014).
  4. ^ Emilio Butturini, Rosa Calzecchi Onesti voce di Omero a scuola, in Il Giornale di Vicenza, 7 settembre 2011. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2012).
  5. ^ Massimo Raffaeli, Corpo a corpo con la ricchezza imprendibile dell'Eneide: una versione generazionale, in Alias Domenica. Supplemento settimanale de "il manifesto", II, n. 45, 11 novembre 2012, pp. 1 e 6.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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