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Roscoe Pondexter

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Roscoe Pondexter
Pondexter in azione con la maglia della Cover Jeans Roseto
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Altezza200 cm
Pallacanestro
RuoloAla
Termine carriera1987
Carriera
Giovanili
1970-1972Fresno City Community College
1972-1974Long Beach 49ers
Squadre di club
1978-1981UG Goriziana88
1982-1983Roseto Basket31
1983-1984Reyer Venezia30
1987S.C. Cañadense1
Palmarès
Trofeo Vittorie
Serie A2 maschile 1 promozione

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Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Roscoe Pondexter (Fresno, 17 ottobre 1952) è un ex cestista statunitense, professionista in Italia e in Argentina.

Dopo l'università viene scelto dai Boston Celtics nel draft NBA 1974, chiamato al terzo giro con la 53ª scelta, senza però mai scendere in campo con la franchigia biancoverde.

Nel campionato italiano ha vestito le maglie di Gorizia (dove nel 1979-80 conquista la promozione in A1 e il titolo di capocannoniere di A2), Roseto e Venezia[1], segnando un totale di 4068 punti[2].

La sua carriera poi prosegue, mentre nel 1987 disputa una partita con gli argentini dello Sport Club Cañadense.

Dopo il ritiro dall'attività agonistica Pondexter trovò lavoro come guardia carceraria presso la Corcoran State Prison, ma ebbe guai giudiziari per i duri trattamenti riservati ai detenuti: in cambio dell'immunità collaborò ad un'inchiesta che vedeva coinvolti otto suoi ex colleghi, i quali furono accusati da un tribunale federale di complicità in violenza carnale, ripetute violazioni dei diritti civili ed omicidio.[3]

È fratello di Cliff, anch'egli cestista professionista visto in Italia, e padre di Quincy Pondexter, cestista NBA.[4]

  1. ^ Scheda su Roscoe Pondexter della Lega Basket Serie A.
  2. ^ Almanacco illustrato del basket 1990. Panini, Modena, 1989, p. 26.
  3. ^ Ex campione di basket torturatore di detenuti in un carcere americano, su archiviostorico.corriere.it, corriere.it, 30 agosto 1999 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  4. ^ (EN) Leung: Pondexter learns from his father's mistakes, su ESPN.com, 4 febbraio 2010. URL consultato il 22 ottobre 2018.

Collegamenti esterni

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