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Profilassi

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

La profilassi (greco προφυλάσσω, "prophylasso", difendere o prevenire) è una qualsiasi procedura medica o di sanità pubblica a scopo di prevenzione di una malattia.

In prima analisi, le misure di profilassi sono divise in profilassi primaria (per prevenire l'insorgere di una malattia cronica, o l'acquisizione di un'infezione nel caso delle malattie infettive), profilassi secondaria (laddove l'infezione è già stata acquisita e si vuole evitare che essa sfoci nella malattia conclamata; oppure nel caso delle malattie cronico-degenerative quando la malattia è già insorta e il paziente viene difeso dal peggiorare del processo patologico).

Il termine profilassi è utilizzato soprattutto nel caso di malattie infettive, mentre nelle malattie cronico-degenerative rimane in uso il termine prevenzione (primaria, secondaria, terziaria).

La profilassi si può dividere in "diretta" e "indiretta".

Profilassi indiretta

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La profilassi indiretta non si rivolge a un determinato agente eziologico, ma piuttosto ricopre la sfera ambientale e quella rivolta alla persona, attuando interventi generici e non specifici.

Nell'ambito ambientale ci sono interventi rivolti all'ambiente fisico (depurazione dell'acqua, bonifica dei terreni, ecc.) e all'ambiente sociale (miglioramento dei livelli socio-assistenziali, ecc.).

Per quanto riguarda la persona, rientrano nella profilassi indiretta tutte quelle pratiche di educazione, formazione e informazione sanitaria. Il lavarsi le mani potrebbe essere una di queste, in particolare l'informare che "lavarsi le mani è bene", spiegare le motivazioni di tale comportamento, mostrare il corretto procedimento per il loro lavaggio.

Profilassi diretta

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La profilassi diretta può inizialmente essere divisa in generica e specifica.

Profilassi generica

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Nella profilassi generica troviamo misure volte all'ambiente e alla fonte.

Profilassi generica ambientale
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Lo stesso argomento in dettaglio: Disinfezione e Sterilizzazione (igiene).

Per quanto riguarda l'ambiente, le procedure adottate sono di disinfestazione (eliminazione dei vettori animali), disinfezione (eliminazione dei microorganismi patogeni in un determinato ambiente o substrato) e sterilizzazione (eliminazione tutti microorganismi, comprese le spore di resistenza). Queste ultime due procedure servono, in ambito ospedaliero, per evitare il passaggio dell'agente eziologico da paziente a paziente, da paziente a personale sanitario e da personale sanitario a paziente.

La disinfezione può essere attuata in momenti distinti:

  • disinfezione terminale o finale: per eliminare i microorganismi patogeni dall'ambiente nel quale ha soggiornato un malato
  • disinfezione estemporanea: si attua ogni volta si sia verificato un caso di malattia infettiva in un ambiente aperto al pubblico
  • disinfezione periodica: viene eseguita con regolari scadenze in locali nei quali è presumibile la circolazione di microrganismi patogeni (es. caserme, palestre, piscine, ecc.).

La disinfezione può essere attuata con mezzi naturali e artificiali. Numerosi fattori svolgono un ruolo di "disinfettanti naturali", tra questi i più importanti sono: la luce solare, l'essiccamento, le variazioni brusche di temperatura, la concorrenza vitale con altri microrganismi e la diluizione.

I mezzi artificiali sono suddivisi tra mezzi fisici e mezzi chimici. I mezzi fisici sono quelli più frequentemente usati per la sterilizzazione e sono il calore, i raggi ultravioletti e le radiazioni ionizzanti. Il calore può essere utilizzato a "secco", come nel caso di esposizione alla fiamma o con le stufe a secco, che sono il modo più adatto per la sterilizzazione di materiali in vetro o metallo; può essere utilizzato anche in forma "umida" come con l'acqua bollente o con l'autoclave. I mezzi chimici sono: gli alcoli, tra cui l'alcool etilico; le aldeidi, in particolare l'aldeide formica o l'aldeide glutarica; gli alogeni, comprendono elementi come il cloro e lo iodio; i sali quaternari d'ammonio, appartenenti alla categoria dei detergenti sintetici; metalli, tra cui il mercurio e l'argento; i fenoli.

Profilassi generica diretta alla fonte
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Per quanto riguarda la profilassi diretta generica rivolta alla fonte, esistono differenti procedure.

La notifica, fondamentale per avviare le procedure di profilassi, viene avviata dal medico; ha anche funzioni di indagine statistica ed è utile nelle inchieste epidemiologiche.

La contumacia ha il compito principale di evitare il passaggio del microorganismo dal malato agli individui sani. Si attua con l'isolamento domiciliare o ospedaliero, con l'obbligo di permanenza del soggetto in un luogo prestabilito.

La sorveglianza sanitaria consiste nell'obbligo di controlli a intervalli prestabiliti, senza limitazione alla libertà individuale.

L'inchiesta epidemiologica si attua con una serie di studi che permettono di capire e individuare la sorgente dell'infezione, i vettori, l'area geografica, studiare il fenomeno nel tempo, la curva epidemiologica e il pool di soggetti recettivi.

Profilassi specifica

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La profilassi diretta di tipo specifico attua procedure che si basano sul tipo di microrganismo coinvolto. Ne fanno parte le procedure di immunoprofilassi e di chemioprofilassi.

Lo scopo dell'immunoprofilassi è di agire sull'immunizzazione del soggetto, mediante la vaccinoprofilassi (somministrazione di antigeni) e sieroprofilassi (inoculazione anticorpi di origine animale o umana). La prima stimola una risposta immunitaria da parte del soggetto, è quindi un'immunizzazione attiva, e benché abbia tempi di risposta lunghi la sua efficacia dura nel tempo (permanente o rinnovabile) e origina la memoria immunitaria. La seconda invece ha un effetto immediato in quanto si inoculano anticorpi già formati (immunoprofilassi passiva) però la sua efficacia è temporanea.

La chemioprofilassi riguarda invece l'azione diretta da parte di farmaci su un determinato microorganismo per prevenirne una possibile infezione. È primaria quando si somministrano farmaci (di solito in bassa dose e per brevi periodi) a soggetti sani o probabilmente infetti, mentre è secondaria (con dosaggi a volte massicci e duraturi nel tempo) quando il soggetto è stato sicuramente infettato, ma è ancora clinicamente sano (periodo di incubazione).

Misure di prevenzione

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Le vaccinazioni sono misure di profilassi, cioè prevenzione primaria: esse sono utilizzate per potenziare le difese immunitarie (produzione di anticorpi) contro il patogeno che causa una determinata malattia, prima che il soggetto venga a contatto con il microrganismo. Per definizione la profilassi vaccinale previene solo l'insorgere di malattie. Gli antibiotici sono a volte usati in funzione profilattica (profilassi antibiotica): ad esempio, nel periodo della paura per gli attacchi all'antrace nel 2001 negli Stati Uniti, ai pazienti per i quali si temeva l'esposizione veniva data la ciprofloxacina. Allo stesso modo, l'uso di unguenti antibiotici su bruciature e altre ferite è una misura profilattica.

Gli antimalarici come la clorochina sono utilizzati sia come trattamento sia come chemioprofilassi sui visitatori che si recano in quei paesi laddove la malaria è endemica per evitare lo sviluppo del parassita plasmodium, che causa la malattia.

I profilattici (o preservativi) sono così chiamati perché utilizzati per prevenire la diffusione della sifilide e delle altre malattie sessualmente trasmissibili.

L'eparina a basso peso molecolare è utilizzata come profilassi in pazienti ricoverati in ospedale, per evitare varie forme di trombosi dovute alla loro immobilità.

La stessa pulizia professionale dei denti è una forma di profilassi dentale.

La profilassi post-esposizione

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Quando una profilassi viene applicata in seguito a una possibile esposizione a un agente infettante, si parla di profilassi post-esposizione, o post-exposure prophylaxis o PEP.

La profilassi post-esposizione può essere occupazionale quando viene applicata in caso di infortunio di operatori sanitari con oggetti contaminati come aghi o altro, oppure non occupazionale se viene applicata in una qualunque altra situazione a rischio. La profilassi post-esposizione non occupazionale è anche indicata con la sigla nPEP. In ogni caso, lo scopo della profilassi post-esposizione è quello di ridurre la probabilità di contagio dopo la situazione a rischio.

Di particolare importanza si rivela la profilassi post-esposizione a HIV, occupazionale per operatori sanitari o non occupazionale per esempio in caso di rottura del preservativo durante un rapporto sessuale con una persona HIV-sieropositiva. In caso di puntura con aghi contaminati, molto importante è anche la profilassi post-esposizione a HBV, il virus responsabile dell'epatite virale B, per via della notevole resistenza di questo virus all'ambiente.

La profilassi pre-esposizione

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Lo stesso argomento in dettaglio: Profilassi pre-esposizione.

Si può attuare una procedura preventiva di profilassi in ambienti o situazioni in cui è possibile essere esposti a un agente infettante; in tal caso si parla di profilassi pre-esposizione o pre-exposure prophylaxis o PrEP.

Può essere occupazionale se applicata a operatori sanitari, oppure non occupazionale se viene applicata in una qualunque altra situazione a rischio (anche indicata con la sigla nPREP).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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