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Paolo Venini

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Paolo Venini

Paolo Venini (Cusano Milanino, 12 gennaio 1895[1]Venezia, 22 luglio 1959[1]) è stato un vetraio, designer e imprenditore italiano.

Nato in una famiglia benestante, si laureò in legge a Pavia[1]. Durante la prima guerra mondiale venne nominato ufficiale di compagnia nella Laguna di Venezia. Al ritorno dalla guerra, nel 1921 conobbe l'antiquario Giacomo Cappellin col quale fondò a Murano la Cappellin Venini, la cui direzione artistica venne affidata al pittore Vittorio Zecchin, che creò opere ispirate allo stile pittorico veneto del XVI secolo. Queste opere rappresentarono i primi lavori moderni realizzati in vetro di Murano[2].

Tra il 1922 e il 1925 si dedicò principalmente alla promozione dell'azienda e alla gestione della rete commerciale, aprendo diversi negozi a Roma, Milano, Venezia e Parigi e partecipando a prestigiose rassegne quali la XIII Biennale di Venezia e l'exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes di Parigi[3]. Nella primavera del 1925 Venini e Cappellin decisero di chiudere l'azienda.

Il 1º giugno 1925 Venini fondò la nuova "Vetri Soffiati Muranesi Venini &C.", affidando la direzione artistica a Napoleone Martinuzzi, all'epoca direttore del Museo del vetro di Murano[4].

Gli anni successivi furono molto importanti per la carriera artistica e imprenditoriale di Venini, che si legò all'ambiente degli architetti milanesi, avviando collaborazioni con Michele Marelli, Emilio Lancia, Tomaso Buzzi e altri. Fondamentale fu l'amicizia con Gio Ponti, fondatore della rivista Domus, che appoggiò costantemente il suo lavoro e quello della sua azienda[1]. Anche a seguito di importanti esposizioni, tra cui quelle al Metropolitan Museum of Art di New York (1929) e all'Amsterdam Italian Glass and Ceramic (1931), le realizzazioni divennero le più note tra tutti i marchi e le aziende di Murano[4][5].

Nel gennaio 1932 l'azienda venne chiusa, a seguito della crisi economica causata dal crollo della borsa di New York del 1929. Dopo alcuni mesi Venini fondò la "Venini s.a.". Con la collaborazione di Tomaso Buzzi e di Carlo Scarpa elaborò nuovi prodotti, tra cui vetri artistici e sistemi di illuminazione[6] commissionati anche da Poste italiane e da Ferrovie dello Stato.

Nel 1935 conobbe la designer e ceramista svedese Tyra Lundgren, che realizzò diverse opere presentate alla Biennale di Venezia del 1938[7]. La collaborazione con Lundgren si interruppe a causa della seconda guerra mondiale, e riprese nel 1948. In questi anni Venini venne considerato come una figura fondamentale nell'arte vetraria mondiale[1]. La nona edizione della triennale di Milano dedicò numerosi spazi al vetro di Murano, a cui Venini presenziò con diverse opere.

  1. ^ a b c d e VENINI, Paolo, su treccani.it. URL consultato il 24 agosto 2022.
  2. ^ Vittorio Zecchin, su arteliberty.it. URL consultato il 24 agosto 2022.
  3. ^ Vetrerie Venini spa, Venezia, su archivi.unifi.it. URL consultato il 24 agosto 2022.
  4. ^ a b Paolo Venini, su fondazionecfc.org. URL consultato il 24 agosto 2022.
  5. ^ The Paths of Paolo Venini and Tyra Lundgren, su italian-glass.net. URL consultato il 24 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2008).
  6. ^ Marino Barovier e Carla Sonego, Tomaso Buzzi alla Venini, Skira, 2015, ISBN 978-8857224183.
  7. ^ Lundgren Tyra, su collections.vam.ac.uk. URL consultato il 24 agosto 2022.

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Controllo di autoritàVIAF (EN1783147425851245040005 · ISNI (EN0000 0000 6688 1059 · SBN CFIV336236 · ULAN (EN500093458 · LCCN (ENn00009870 · GND (DE132103117 · BNF (FRcb171339364 (data)