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Stemma di Catanzaro

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Voce principale: Catanzaro.
Stemma di Catanzaro
Blasonatura
Aquila imperiale al volo abbassato coronata d'oro, recante nel rostro un cartiglio svolazzante in fascia col motto "SANGUINIS EFFUSIONE" ed accollata dallo scudetto a pera di rosso al monte di tre cime moventi dalla campagna e nel capo la corona d'oro all'antica di sette punte.

Lo stemma della città di Catanzaro fu donato alla città da Carlo V, al quale si deve l'aquila imperiale rappresentata nel blasone.

Quando l'imperatore Carlo V divenne re di Napoli, la città dimostrò la propria fedeltà alla Corona. Nel 1528 il francese Odet de Foix de Lautrec fu incaricato dal re Francesco I di annetterla al Regno di Francia. Perciò inviò in Calabria due contingenti, al comando rispettivamente di Simone Tebaldi, conte di Capaccio, e di Francesco di Loria da Tortorella. Ad essi si associarono diversi nobili calabresi, come il Marchese di Crotone, e pugliesi, come il Marchese di Taranto, parteggianti per la Francia, i quali formarono un esercito di circa 35.000 uomini. Il Viceré della Provincia di Calabria Ulteriore, Don Pedro de Alarcón y Mendoza, con 11 000 uomini forniti dai nobili rimasti fedeli alla Corona, organizzò la difesa della Calabria Ulteriore eleggendo la città di Catanzaro, considerata inespugnabile, Piazza d'Armi e comando generale delle operazioni.

Moneta di Catanzaro del XVI secolo. Si nota raffigurata l'aquila imperiale di Carlo V

La città venne invano assediata per settimane e, nonostante la netta inferiorità numerica, i catanzaresi resistettero eroicamente fino al 28 agosto 1528. Dopo la vittoria, l'Imperatore le concesse il diritto di utilizzare come suo simbolo l'Aquila imperiale, recante sul petto uno scudo rappresentante i tre colli della città sormontati da una corona, e reggente col becco un nastro azzurro col motto Sanguinis Effusione. Nello stesso periodo a Catanzaro fu concessa l'esenzione dai tributi regi e la facoltà di battere moneta, del valore di un carlino. Le monete provenienti da Catanzaro recavano su una faccia la scritta Obsisso Cathanzario e sull'altra Carol. V S Imp.

La descrizione più antica dello stemma si trova nel libro Memorie historiche dell'illustrissima, famosissima, fedelissima città di Catanzaro di Vincenzo D'Amato (1670):

«Fa la città per la sua impresa un'aquila imperiale con la testa rivolta a destra, armata di corona, con le ali e coda sparse, in atto di sollevarsi a volo, nel di cui seno, che forma uno scudo, vi sono tre monti in campo vermiglio, sopra dei quali vi è una corona; tiene l'aquila col becco una fascia, nella quale sta questo motto delineato: "Sanguinis effusione" per dimostrare che col sangue dei suoi cittadini, mai sempre sparso, in servigio della Cattolica Corona, ha quell'aquila meritato, che le concesse la sempre gloriosa memoria dell'imperatore Carlo V per aggiungerla alla sua antica insegna»

L'elemento centrale dello stemma della città è l'aquila imperiale accordata da Carlo V; lo stemma è completato da uno scudo che riproduce i tre colli su cui si erge la città e da un nastro azzurro, stretto dal becco dell'aquila, su cui è riportato il motto Sanguinis effusione ("con spargimento di sangue", ottenuta è sottinteso), motivato dalle perdite riportate in varie battaglie dai combattenti catanzaresi.

Gonfalone comunale

Decreto di riconoscimento

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Stemma secondo il decreto di riconoscimento senza capo del Littorio[1]

Il decreto del Capo del Governo che riconosceva lo stemma del Comune di Catanzaro è del 30 maggio 1940:[1][2]

«d'argento, all'aquila dal volo abbassato al naturale, rostrata, membrata e coronata all'antica d'oro, tenente sul becco una lista svolazzante d'azzurro col motto: Sanguinis effusione in oro. L'aquila caricata in petto da uno scudetto ovato di rosso al monte di tre cime di verde movente dalla punta e sormontato da una corona antica di oro. Ornamenti esteriori da Città. Capo del Littorio.[3]»

Sul gonfalone è rappresentata l'aquila imperiale su uno sfondo giallo e rosso a strisce verticali al di sotto della quale vi è la scritta dorata Città di Catanzaro, il gonfalone è decorato da nastri dorati come le parti di metallo e porta come fregio un nastro a cravatta tricolore con frangiature dorate; in termini araldici può essere descritto come un:

«drappo palato di otto, di giallo e di rosso…»

Bandiera della città

La bandiera è partita gialla e rossa, al centro vi è l'aquila imperiale; la parte gialla è quella più vicina all'asta.

Monumenti di interesse

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In occasione della festività di San Vitaliano, nel luglio del 2024 il Comune di Catanzaro ha inaugurato l'installazione rappresentante l'Aquila Imperiale, posta all'ingresso della città. L'opera è stata realizzata dall'artista Francesco Caroleo.[4][5]

  1. ^ a b Catanzaro, su ACS – Ufficio araldico - Fascicoli comunali. URL consultato il 27 marzo 2013.
  2. ^ Bozzetto dello stemma del Comune di Catanzaro, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 12 ottobre 2024.
  3. ^ Il Capo del Littorio fu soppresso con Decreto Legislativo Luogotenenziale del 26 ottobre 1944 n. 313.
  4. ^ La redazione, Catanzaro, Artista Francesco Caroleo, su ilReventino.it, 8 ottobre 2024. URL consultato il 1º novembre 2024.
  5. ^ Catanzaro, inaugurata l’aiuola con stemma identitario situata in ingresso città, su giornaledicalabria.it, 15 luglio 2024. URL consultato il 1º novembre 2024.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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