Nave ospedale
Una nave ospedale è una nave realizzata, o adattata, per operare come ospedale galleggiante; molte sono utilizzate da marine militari di tutto il mondo, specialmente in prossimità di zone di guerra[1]. L'attacco verso navi ospedale è considerato crimine di guerra.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le prime navi ospedale, dette "pulmonare", vennero approntate nel XVII secolo, utilizzando vecchie galee in disarmo, non più in grado di navigare. La pulmonara restava fissamente attraccata nel porti, funzionando come infermeria per i marinai in attesa della pratica, ai quali era vietato lo sbarco sulla terraferma.
L'8 dicembre 1798, non ritenuta più idonea al servizio come nave da guerra, la britannica HMS Victory fu convertita in nave ospedale per curare prigionieri francesi e spagnoli feriti di guerra.
Fu il primo capo del Corpo sanitario della Regia Marina, l'ispettore Luigi Verde, a dare vita nel 1866 alla prima nave ospedale italiana: la Washington. Verde morì poco dopo nell'affondamento del Re d'Italia durante la battaglia di Lissa.[2]
Il concetto moderno di nave ospedale protetta e denunciata presso apposite istituzioni internazionali doveva sorgere solo con la Convenzione dell’Aja del 1907.
Seconda guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Nel corso della seconda guerra mondiale la Regia Marina armò decine di navi ospedale, spesso mercantili o piroscafi trasformati, ma anche navi soccorso e navi ambulanza, che facevano in maggioranza la spola tra l'Italia e il Nord Africa.
Molte furono affondate dagli alleati: Giuseppe Orlando, San Giusto, Città di Trapani, Arno, Po e Virgilio; complessivamente delle 18 unità ne furono affondate 12. L'Italia denunciò inutilmente gli affondamenti alle autorità di Ginevra.
Oggi
[modifica | modifica wikitesto]Negli ultimi anni il loro uso si è andato applicando anche per operazioni di supporto in zone disastrate, ad esempio le unità classe Mercy statunitense, impiegate durante le operazioni di soccorso dell'uragano Katrina, 2005, e del terremoto di Haiti, 2010. Un ultimo caso è quello delle navi ospedale, impiegate per il supporto nelle zone di pesca d'altura, come la spagnola Esperanza Del Mar (già posamine costiero USS Monadnock).
La Marina militare italiana non ha nella flotta navi ospedale, ma la ammiraglia Cavour ha al suo interno sale operatorie con squadre di soccorso e ufficiali medici e sottufficiali infermieri[3].
Convenzione dell'Aia
[modifica | modifica wikitesto]Le navi ospedale vennero definite nel 1907 dalla Convenzione dell'Aia[4]. In particolare l'articolo 4 definiva le limitazioni affinché una nave potesse essere considerata "nave ospedale".
- La nave deve avere segni di riconoscimento e illuminazione che la classifichino come tale.
- La nave dovrà fornire assistenza medica a feriti di tutte le nazionalità.
- La nave non dovrà essere impiegata per alcun scopo militare.
- La nave non dovrà interferire né ostacolare le navi militari.
- Le forze belligeranti, come designate dalla convenzione dell'Aia, potranno ispezionare le navi ospedale per verificare eventuale violazioni dei punti precedenti.
In caso di violazione di una delle precedenti limitazioni la nave dovrà essere considerata come unità combattente e potrà essere legittimamente colpita e affondata. Comunque, l'aprire deliberatamente il fuoco o affondare una nave ospedale in rispetto alla convenzione dell'Aia, è da considerarsi crimine di guerra.
Navi bianche
[modifica | modifica wikitesto]Le navi ospedale, dal colore con cui vengono tinteggiate, prendono il nome di navi bianche. Per antonomasia vennero chiamate navi bianche quelle impiegate nel 1942 (sotto l'egida della Croce rossa) per rimpatriare 50.000 civili italiani, rimasti in Etiopia dopo la conquista inglese.[5]
Navi Ospedale attuali
[modifica | modifica wikitesto]Nazione | Navi Ospedale |
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Brasile |
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Cina |
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India |
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Indonesia |
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Peru' |
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Russia |
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Stati Uniti |
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Vietnam |
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Indipendente o subnazionale | Navi Ospedale non militari |
Mercy Ships |
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Spagna Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale |
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Navi ospedale italiane
[modifica | modifica wikitesto]Navi ospedale:
- Washington (1854 – 1904)
- Albaro (1890)
- Brasile (1905)
- Clodia (1905)
- Menfi (1911)
- Cordova (1906 – 1918)
- Ferdinando Palasciano (1899 – 1923)
- Italia (1905 – 1943)
- Marechiaro (1911 – 1916)
- Re d'Italia (1907 – 1929)
- Regina d'Italia (1907 – 1928)
- R 1 (1911)
- Santa Lucia (1912)
- Gargano
- Aquileia (1914 – 1943)
- Arno (1912 – 1942)
- California (1920 – 1941)
- Città di Trapani (1929 – 1942)
- Gradisca (1913 – 1950)
- Po (1911 – 1941)
- Template:Principessa Giovanna (1923 – 1953)
- Ramb IV (1937 – 1941)
- Sicilia (1924 – 1943)
- Tevere (1912 – 1941)
- Toscana (1923 – 1961)
- Virgilio (1928 – 1944)
Navi soccorso
[modifica | modifica wikitesto]Navi soccorso:
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Hospital Ship Archiviato il 12 maggio 2020 in Internet Archive. WordNet, Princeton University
- ^ La Washington: prima nave ospedale italiana - Marina Militare
- ^ http://www.interris.it/2014/12/23/30055/posizione-in-primo-piano/schiaffog/laltro-volto-della-marina-militare-la-nave-diventa-ospedale-per-i-piu-deboli.html
- ^ Convention for the adaptation to maritime war of the principles of the Geneva Convention, su avalon.law.yale.edu, Yale University, 18 ottobre 1907. URL consultato il 2 agosto 2009.
- ^ Album fotografico della Croce rossa Croce rossa Pavia Archiviato il 17 agosto 2011 in Internet Archive.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Enrico Cernuschi, Maurizio Brescia, Erminio Bagnasco, Le navi ospedale italiane 1935-1945, Albertelli Edizioni, Parma, 2010
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su nave ospedale
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 49436 · LCCN (EN) sh85062263 · BNF (FR) cb12213003r (data) · J9U (EN, HE) 987007529262605171 · NDL (EN, JA) 00577213 |
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