Musica del Marocco
La musica del Marocco è profondamente variegata e riflette l'eterogeneità culturale del paese. I numerosi stili musicali sono profondamente legati a quelli diffusi nel resto del Maghreb. La principale distinzione sussiste tra i generi delle antiche città imperiali, come Fès, Rabat, Salé, Meknès, Tétouan, Tangeri e Chefchaouen e quelli delle zone rurali. Le antiche città infatti accolsero in massa i rifugiati musulmani andalusi giunti in massa in seguito alla Reconquista, che portarono la loro tradizione musicale arabo-andalusa.
Generi
[modifica | modifica wikitesto]Musica arabo-andalusa
[modifica | modifica wikitesto]Alle città del Marocco è associata la musica arabo-andalusa, diffusa in gran parte delle città del resto del Maghreb, che trae origine dalla tradizione di al-Andalus. Tra l principali forme di musica arabo-andalusa diffuse in Marocco si citano l'al-Âla e il gharnati. Altra forma di musica classica è il malhun.
Le scuole di musica arabo-andalusa si sono sviluppate in tutto il Marocco, in seguito al loro trasferimento dalla penisola iberica dovuta all'espulsione dei musulmani andalusi e degli ebrei sefarditi dalla regione in seguito alla Reconquista. La scuola di Valencia è oggi situata a Fès, mentre quella di Granada ha sede Tétouan e a Chefchaouen. Anche le città di Tangeri e Meknès hanno delle proprie orchestre. Gli ebrei sefarditi, che rappresentavano la maggioranza degli ebrei marocchini in molte città, svolsero un ruolo importante nel tramandare questa tradizione orale.
La musica arabo-andalusa utilizza strumenti quali, l'oud, il rebab, la darbouka, la taarija, il qanun e la kamenjah. Altri strumenti sono stati poi introdotti come il pianoforte, il banjo e il clarinetto anche se nessuno di questi con continuità.
In origine, esistevano ventiquattro nuba, una per ogni ora del giorno, ma solamente quattro nuba sono arrivate a noi interamente, più altre sette solo in forma parziale. Una nuba completa può durare dalle sei alle sette ore e può essere divisa in cinque parti chiamate "mizan", ognuna con una propria corrispondenza ritmica. Le forme ritmiche che compongono una nuba sono, nell'ordine, le seguenti:
- basît (6/4)
- qaum wa nusf (8/4)
- darj (4/4)
- btâyhi (8/4)
- quddâm (3/4 or 6/8)
Ogni mizan inizia con un preludio strumentale chiamato "tuashia", "m'shaliya" o "bughya", seguito da una ventina di canzoni ("sana'a") che compongono ogni mizan.
Reggada
[modifica | modifica wikitesto]La Reggada è un genere musicale marocchino originario del Rif, più precisamente della città di casablanca. Gli strumenti utilizzati sono: Adjoun, Tamja, Galal, Ghaita e Zamar.
Dakka Marrakchia
[modifica | modifica wikitesto]La Dakka Marrakchia (o più semplicemente dakka, anche detta dekka, daqqa o deqqa) è una forma musicale rituale e folcloristica, tipica della città di Marrakech.
Ahidous
[modifica | modifica wikitesto]L’ahidous è una danza tradizionale praticata dalle tribù berbere del Medio e Alto Atlante, in cui uomini e donne, affiancati gomito a gomito, formano linee morbide e ondeggianti, accompagnandosi con canti (in berbero izli, plurale izlan) al ritmo del bendir.
Gnawa
[modifica | modifica wikitesto]Con musica gnawa ci si riferisce in genere ad una peculiare sonorità tradizionale praticata dai gnawa, un gruppo etnico discendente dagli schiavi neri subsahariani.
Hait
[modifica | modifica wikitesto]Il Hait (o Hayt) è una musica tradizionale di gran espressione corporale ed un marcato ritmo creati principalmente con flauti e tamburi come il darbuka.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Muddyman, Dave. "A Basic Expression of Life". 2000. In Broughton, Simon and Ellingham, Mark with McConnachie, James and Duane, Orla (Ed.), World Music, Vol. 1: Africa, Europe and the Middle East, pp 567–578. Rough Guides Ltd, Penguin Books. ISBN 1-85828-636-0
- Chants et Danses Berbères (Moyen Atlas - Foire au Mouton de Timhadit) par Alexis Chottin 16 juin 1935 in Revue de musicologie, T. 17e, No. 58e (1936), pp. 65–69
- Olsen, Myriam; Lortat-Jacob, Bernard, pref. Musiques de l'Atlas, Arles: Actes Sud: Cité de la musique, 1997.
- Guettat, Mahmoud, La musique classique du Maghreb, Paris: Sindbad, 1980. (La bibliothèque arabe).
- Aydoun, Ahmed, Musiques du Maroc, Casablanca: Editions EDDIF, 1994.
- Mohamed Belghazi (dir.), Instruments des musiques populaires et de confréries du Maroc. Fragments de musées, Aix-en-Provence: Edisud, La croisée des chemins, 1998.
- Catherine Homo-Lechner et Christian Rault, Instruments de musique du Maroc et d'al-Andalus, Fondation Royaumont / CERIMM, 1999.
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