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Ludus Matutinus

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Plastico di Roma in età costantiniana di Italo Gismondi. Il Ludus Matutinus è collocato tra il Celio e il Ludus Magnus, davanti al Colosseo

Il Ludus Matutinus era l'edificio dell'antica Roma, collocato in prossimità del Colosseo, nella valle tra l'Esquilino e il Celio, dove i bestiarii si esercitavano nei combattimenti con gli animali selvatici, le venationes. Nei Cataloghi regionari è indicato fra gli edifici della II regione augustea[1].

Fu una delle quattro caserme (ludi) costruite da Domiziano (comprendenti anche il Magnus, il Gallicus e il Dacicus)[2].

Non vi sono resti visibili delle strutture di questo ludus.

Il Ludus Matutinus fu istituito da Domiziano come palestra per l'addestramento dei combattenti (bestiarii) e degli animali selvatici impegnati nei giochi noti con il nome di venationes. La scuola era diretta da un procuratore di rango equestre nominato dall'imperatore.

Origine del nome

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Il Ludus Matutinus è così chiamato perché le venationes (combattimenti con animali), che vi si svolgevano, avevano luogo all'alba (i combattimenti fra gladiatori avvenivano invece al pomeriggio).

La struttura del Ludus Matutinus doveva essere analoga a quella del Ludus Magnus, vale a dire con un'arena circondata da una cavea, il tutto inserito in un ambiente rettangolare porticato[3].

Il Ludus Matutinus era ubicato a sudest del Colosseo e a sud del Ludus Magnus, tra il tempio del Divo Claudio sul Celio e l'antica via del vicus Capitis Africae, dove furono viste le fondazioni ellittiche della cavea in scavi effettuati nel 1938. Sembra essere stato realizzato sopra un edificio più antico, forse il ludus bestiarius citato da Seneca[4].

Gli altri ludi

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Gli altri ludi costruiti da Domiziano furono:

  • il Ludus Magnus, la principale sede e palestra dei gladiatori, parzialmente scavato e visibile tra Piazza del Colosseo e via Labicana;
  • il Ludus Dacicus, forse inizialmente destinato ai prigionieri delle spedizioni condotte in Dacia da Domiziano. In base ad un frammento della Forma Urbis Severiana che lo raffigura, sembra essere stato collocato tra le terme di Traiano e il Ludus Magnus, a nord di esso, oltre la via Labicana;
  • il Ludus Gallicus, forse destinato ai gladiatori di origine gallica e di incerta collocazione;

Orazio cita[5], intorno al 10 a.C., un ludus Aemilius, una caserma di gladiatori appartenuta ad un membro della gens Aemilia e di incerta collocazione, più tardi trasformata in uno stabilimento termale (balneus Polycleti).

  1. ^ Cataloghi regionari Archiviato l'8 giugno 2019 in Archive.is. su Lacus Curtius.
  2. ^ Chronographus anni 354, 274 VZ I.
  3. ^ Scheda Archeoroma sul Ludus Magnus con riferimenti al Ludus Matutinus, su archeoroma.com.
  4. ^ Seneca, Epistulae morales ad Licinium, 8.70.20.
  5. ^ Orazio, Ars poetica, 32.
  • Ludi, in: Samuel Ball Platner (completato e rivisto da Thomas Ashby), A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford University Press, Londra, 1929, p. 320 (disponibile online su Lacus Curtius).

Collegamenti esterni

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