[go: up one dir, main page]

Vai al contenuto

Lucio Cornelio Scipione (console 259 a.C.)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Lucio Cornelio Scipione
Console della Repubblica romana
L'elogium di Lucio Cornelio Scipione, dal sepolcro degli Scipioni sulla via Appia
Nome originaleLucius Cornelius Scipio
Nascita?
Morte?
GensCornelia
PadreLucio Cornelio Scipione Barbato
Consolato259 a.C.
Censura258 a.C.

Lucio Cornelio Scipione[1] (fl. III secolo a.C.) è stato un politico romano che fu console e censore.

Era il figlio di Lucio Cornelio Scipione Barbato, console nel 298 a.C. e censore nel 280 a.C., e fratello di Gneo Cornelio Scipione Asina, console nel 260 a.C. e nel 254 a.C.

Come console nel 259 a.C., egli guidò la flotta romana nella conquista della città di Aleria e quindi della Corsica durante la prima guerra punica, ma fallì nel tentativo di occupare successivamente Olbia in Sardegna. I Fasti Triumphales registrano che gli fu tributato un trionfo, ma altre due iscrizioni relative alla sua carriera, tra cui il suo elogio funebre, non ne fanno menzione. L'anno seguente fu eletto censore con Gaio Duilio.

Successivamente dedicò un tempio alle Tempestates, presso Porta Capena.

Fonte principale sulla sua opera è l'elogium riportato sulla sua lapide tombale:[2]

(LA)

«HONC·OINO·PLURIME CONSENTIONT·R[OMANE]
DUONORO·OPTUMO FUISE·VIRO
LUCIOM·SCIPIONE. FILIOS·BARBATI
CONSOL·CENSOR·AIDILIS HIC·FUET·A[PUD VOS]
HEC·CEPIT·CORSICA ALERIAQUE·URBE
DEDET·TEMPESTATEBUS AIDE·MERETO [D.]
»

(IT)

«A Roma moltissimi riconoscono che lui solo è stato tra i buoni cittadini il migliore, Lucio Scipione. Figlio di Barbato, fu console, censore ed edile presso di voi. Prese la Corsica e la città di Aleria, consacrò alle Tempeste un tempio, a buon diritto.»

  1. ^ William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1, Boston: Little, Brown and Company, Vol.3 p. 740 n.7[collegamento interrotto]
  2. ^ CIL VI, 01287
  • G. Pontiggia, M.C. Grandi, Letteratura latina. Storia e testi, Milano, Principato, 1996.

Predecessore Fasti consulares Successore
Gneo Cornelio Scipione Asina
e
Gaio Duilio
(259 a.C.)
con Gaio Aquilio Floro
Aulo Atilio Calatino
e
Gaio Sulpicio Patercolo