Le dee dell'amore

Le dee dell'amore
Titolo originale	The Love Goddesses
Lingua originale	inglese
Paese di produzione	Stati Uniti d'America
Anno	1965
Durata	87 min
Dati tecnici	B/N e a colori;
Genere	documentario
Regia	Saul J. Turell
Sceneggiatura	Graeme Ferguson e Saul J. Turell
Produttore	Graeme Ferguson e Saul J. Turell
Casa di produzione	Paramount Pictures, Walter Reade
Montaggio	Nat Greene e Howard Kuperman
Interpreti e personaggi
	Carl King: voce narrante; resto del cast in ordine alfabetico: Agnes Ayres: se stessa (filmati di repertorio); Theda Bara: se stessa (filmati di repertorio); Brigitte Bardot: se stessa (filmati di repertorio); Richard Barthelmess: se stesso (filmati di repertorio); Ingrid Bergman: se stessa (filmati di repertorio); Clara Bow: se stessa (filmati di repertorio); Clive Brook: se stesso (filmati di repertorio); Louise Brooks: se stessa (filmati di repertorio); Horst Buchholz: se stesso (filmati di repertorio); Maurice Chevalier: se stesso (filmati di repertorio); Montgomery Clift: se stesso (filmati di repertorio); Claudette Colbert: se stessa (filmati di repertorio); Gary Cooper: se stesso (filmati di repertorio); Joan Crawford: se stessa (filmati di repertorio); Bette Davis: se stessa (filmati di repertorio); Lya De Putti: se stessa (filmati di repertorio); Marlene Dietrich: se stessa (filmati di repertorio); Anita Ekberg: se stessa (filmati di repertorio); Norman Foster: se stesso (filmati di repertorio); Clark Gable: se stesso (filmati di repertorio); Greta Garbo: se stessa (filmati di repertorio); Ava Gardner: se stessa (filmati di repertorio); John Gilbert: se stesso (filmati di repertorio); Lillian Gish: se stessa (filmati di repertorio); Louise Glaum: se stessa (filmati di repertorio); Betty Grable: se stessa (filmati di repertorio); Cary Grant: se stesso (filmati di repertorio); Jean Harlow: se stessa (filmati di repertorio); Laurence Harvey: se stessa (filmati di repertorio); Sessue Hayakawa: se stesso (filmati di repertorio); Rita Hayworth: se stessa (filmati di repertorio); Brigitte Helm: se stessa (filmati di repertorio); Audrey Hepburn: se stessa (filmati di repertorio); Emil Jannings: se stesso (filmati di repertorio); Ruby Keeler: se stessa (filmati di repertorio); Annette Kellerman: se stessa (filmati di repertorio); Deborah Kerr: se stessa (filmati di repertorio); Hedy Lamarr: se stessa (filmati di repertorio); Dorothy Lamour: se stessa (filmati di repertorio); Gina Lollobrigida: se stessa (filmati di repertorio); Carole Lombard: se stessa (filmati di repertorio); Sophia Loren: se stessa (filmati di repertorio); Myrna Loy: se stessa (filmati di repertorio); Jeanette MacDonald: se stessa (filmati di repertorio); Jayne Mansfield: se stessa (filmati di repertorio); Mae Marsh: se stessa (filmati di repertorio); Herbert Marshall: se stesso (filmati di repertorio); Adolphe Menjou: se stesso (filmati di repertorio); Ray Milland: se stessa (filmati di repertorio); Hayley Mills: se stessa (filmati di repertorio); Marilyn Monroe: se stessa (filmati di repertorio); Mae Murray: se stessa (filmati di repertorio); Nita Naldi: se stessa (filmati di repertorio); Pola Negri: se stessa (filmati di repertorio); Gregory Peck: se stesso (filmati di repertorio); Dick Powell: se stesso (filmati di repertorio); Esther Ralston: se stessa (filmati di repertorio); Ginger Rogers: se stessa (filmati di repertorio); Heather Sears: se stessa (filmati di repertorio); Simone Signoret: se stessa (filmati di repertorio); Barbara Stanwyck: se stessa (filmati di repertorio); Gloria Swanson: se stessa (filmati di repertorio); Sylvia Syms: se stessa (filmati di repertorio); Elizabeth Taylor: se stessa (filmati di repertorio); Shirley Temple: se stessa (filmati di repertorio); Gene Tierney: se stessa (filmati di repertorio); Lana Turner: se stessa (filmati di repertorio); Rodolfo Valentino: se stesso (filmati di repertorio); Fannie Ward: se stessa (filmati di repertorio); Mae West: se stessa (filmati di repertorio); Henry Wilcoxon: se stesso (filmati di repertorio);

Le dee dell'amore (The Love Goddesses) è un film del 1965 diretto da Saul J. Turell.

Trama

Il documentario usa filmati di repertorio di film famosi per ricostruire la storia dell'erotismo e dei sex-symbols che hanno contribuito a creare l'immaginario del cinema come un Olimpo dei nostri giorni.

Annette Kellerman in La figlia degli Dei (1916)
Theda Bara in Cleopatra (1916)
Clara Bow in Hula (1927)

I primi film, girati all'epoca del cinema muto, mostrano le nuove dive che crearono il mito della "vamp": prima tra tutte la tenebrosa Theda Bara (il cui nome, completamente inventato, era l'anagramma di Arab Death, ovvero morte araba), o l'australiana Annette Kellerman, una nuotatrice cui si deve l'invenzione del nuoto sincronizzato, che fu una delle prime a esibirsi sullo schermo completamente nuda e che scandalizzò la società dell'epoca presentandosi, al momento delle sue sfide sportive, con un costume da bagno che lasciava nude braccia e gambe. Un'altra che non aveva problemi nell'esibire la sua femminilità, era Clara Bow, vero prototipo della "maschietta" o "flapper", apparsa pure lei sullo schermo senza vestiti, immersa in una vasca ripiena d'acqua.

Tra i primi che crearono il divismo, David Wark Griffith, che immortalò le bellezze di Lillian Gish e Mae Marsh esaltandone il fascino. Cecil B. DeMille era un maestro nello spandere erotismo a piene mani: il suo Sessue Hayakawa, torbido e affascinante, che ne I prevaricatori marchiava a fuoco la donna dei suoi desideri per segnarne il possesso, aggirava il tabù interrazziale proponendo in maniera negativa l'amante nipponico, ma altresì, lo rendeva molto più intrigante di qualsiasi marito bianco, sportivo e americano.

Gli anni venti furono segnati dall'erotismo di Rodolfo Valentino, meteora dello schermo, ma che ancora al giorno d'oggi, scatena le fantasie o, perlomeno, la curiosità di ammiratori e ammiratrici. Negli anni trenta, uno dei nudi più famosi fu quello di Hedy Lamarr, con una fuga senza vestiti in mezzo alla natura. Mae West, da parte sua, con un'ironia piena di doppi sensi, salvò la Paramount dal chiudere i battenti, facendo incassare alla compagnia, con i suoi film, qualche milione che permise alla casa di produzione di tirare avanti evitando il fallimento.

Alcune dee - come la tedesca Marlene Dietrich, la polacca Pola Negri, la francese Claudette Colbert - giunsero alla conquista di Hollywood dall'Europa. Da bambine, come Claudette; da stelle emergenti, come Marlene; da dive, come Pola. Pola Negri, ninfa egeria nei suoi anni tedeschi di Ernst Lubitsch, in Donna di mondo impersonava una contessa europea che, fumando in pubblico e truccata vistosamente, si scontrava (siamo nel 1925) con la piccola morale di una città della provincia americana. Graziosa e maliziosa, Claudette Colbert si atteggiava a femme fatale facendo il bagno nel latte d'asina come la leggenda vuole facesse Cleopatra. Il viennese Josef von Sternberg, pigmalione riconosciuto di Marlene Dietrich, metteva in scena in Venere bionda la sua personale Galatea prussiana in una danza pseudo africana scandita dai tamburi, facendola emergere, bionda e bellissima, da uno scimmione la cui pellicciona, fino a quel momento, ne aveva ricoperto le grazie.