[go: up one dir, main page]

Vai al contenuto

JetBlue Airways

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da JetBlue)
JetBlue Airways
Logo
Logo
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Forma societariaSocietà per azioni
Borse valoriNASDAQ: JBLU
Fondazioneagosto 1998 a Dover
Fondata daDavid G. Neeleman
Sede principaleNew York
Persone chiaveRobin Hayes (CEO)
SettoreTrasporto
Prodotticompagnia aerea
FatturatoUS$ 6,04 miliardi (2021)
Utile nettoUS$ -182 milioni (2021)
Dipendenti22.000 (2021)
Slogan«You Above All»
Sito webwww.jetblue.com/
Compagnia aerea a basso costo
Codice IATAB6
Codice ICAOJBU
Indicativo di chiamataJETBLUE
COAYENA176J
Primo volo11 febbraio 2000
Hub
Frequent flyerTrueBlue
Flotta287 (nel 2024)
Destinazioni107 (nel 2024)
Voci di compagnie aeree presenti su Wikipedia

JetBlue Airways è una compagnia aerea low-cost statunitense che ha la sede a New York (quartiere di Long Island City, distretto di Queens) e opera con voli nazionali e internazionali negli Stati Uniti, Messico, Caraibi, America centrale e Sud America utilizzando aerei della famiglia Airbus A220 ed A320, ed Embraer E-190.

David Neeleman nel 2006.

Fondata nel febbraio 1999 da David Neeleman, JetBlue Airways iniziò le operazioni l'11 febbraio 2000 con due voli da New York (JFK) a Buffalo e Fort Lauderdale.[1]

La compagnia nacque come low cost, per fare concorrenza a Southwest Airlines che fino a quel momento dominava il settore, offrendo però degli elementi innovativi: intrattenimento di bordo con schermo individuale per ciascun sedile, con 24 canali televisivi arricchiti nel tempo e radio satellitare. Si distinse anche per la capacità di ottenere 75 slot di atterraggio e decollo dal principale aeroporto di New York, nonché per la rapidità di sviluppo, che la portò ad inaugurare una media di tre nuove tratte al mese.[2]

La crescita è stata ulteriormente aiutata dal fatto di essere stata una delle compagnie che ha reagito meglio alla crisi dell'11 settembre 2001, guadagnando così quote di mercato. Tuttavia, negli anni successivi lo sviluppo ha subito forti rallentamenti, che hanno addirittura lasciato presagire un rischio di fallimento. Ciò dapprima a causa dell'aumento del costo del carburante nel 2005, il primo anno concluso dalla compagnia in perdita, e poi per la crisi del 2008.[3] A causa di questo periodo difficile, Neeleman lasciò la società nel 2007 per aprire una nuova compagnia aerea in Brasile, la Azul.[1]

Il 22 ottobre 2008, JetBlue ha inaugurato comunque il suo nuovo hub a New York JFK, inglobando ed ampliando il Terminal 5 (T5, lo storico terminal della TWA)[4] che adesso conta 26 gate, incrementando così fortemente i suoi collegamenti presso i principali aeroporti statunitensi.[5] Nello stesso anno, la compagnia ha stabilito i suoi primi accordi di code share con Lufthansa, che ne ha acquisito il 19% delle azioni,[6] e Aer Lingus.[7]

Sviluppi recenti

[modifica | modifica wikitesto]
Un Airbus A320-200.

Nel 2013, JetBlue ha introdotto, su alcune rotte selezionate, una nuova cabina business, chiamata Mint, installata sugli Airbus A321 ricevuti a partire dal 2014, e in seguito sui più nuovi A321neo. Sugli A321LR è configurata in una versione per il lungo raggio, con sedili isolati e reclinabili, chiamata Mint Suite.[8]

Il 31 agosto 2016, JetBlue ha inaugurato il primo collegamento di linea in 55 anni tra gli Stati Uniti e Cuba. Il volo JetBlue 387 è decollato dall'aeroporto di Fort Lauderdale ed è atterrato a Santa Clara, raggiungendo lo storico traguardo.[9]

Nel 2019 la compagnia ha ordinato 13 A321LR, con l'intenzione di aprire le sue prime rotte intercontinentali verso l'Europa. Nell'agosto 2021 JetBlue ha avviato i collegamenti verso Londra-Heathrow e Londra-Gatwick da New York, implementandoli anche da Boston l'anno successivo.[10] Dall'estate del 2023 la rete dei collegamenti con l'Europa è stata ulteriormente espansa, con l'aggiunta di Parigi-Charles de Gaulle[11] e Amsterdam.[12]

Nel maggio del 2022, in risposta all'analoga offerta di Frontier Airlines, JetBlue ha annunciato di voler acquistare la rivale Spirit Airlines. Il 28 luglio la compagnia ha annunciato che la sua offerta è stata accettata, concludendo un accordo per l'acquisto a 3,8 miliardi di dollari.[13] Il Dipartimento di Giustizia americano si è però attivato, riuscendo ad interrompere la fusione nel gennaio 2024, a causa del rischio che da essa potesse derivare un aumento eccessivo dei prezzi.[14]

Identità aziendale

[modifica | modifica wikitesto]
La sede attuale.

Attualmente, gli uffici di JetBlue sono situati nel Brewster Building a Long Island, New York. Altri uffici si trovano a Salt Lake City e ad Orlando, dove è situato anche un centro di addestramento piloti.

Un Airbus A321 nella livrea del 2023.

La livrea di JetBlue ha subito pochissimi cambiamenti nei suoi primi vent'anni di storia. Gli aerei presentavano il nome della compagnia e la parte bassa della fusoliera di colore blu; il timone di coda variava da un aereo all'altro, ma sempre con disegni ottenuti mescolando varie sfumature di blu.

Nel giugno del 2023 la compagnia ha lanciato una nuova livrea, andando per la prima volta a modificare radicalmente l'estetica dei suoi aerei. Il nuovo design prevede la fusoliera degli aerei interamente colorata di blu, con il nome dell'aerolinea in bianco. La coda e il timone sono rivestiti da motivi geometrici molto più grandi, che variano in ciascun aereo ma presentano sempre l'unione di bianco e varie sfumature di blu; queste ultime sono riprese sulle estremità alari.[15]

A gennaio 2024 JetBlue Airways vola verso 107 destinazioni nel Nord, Centro e Sud America oltre che in Europa; comprese le destinazioni in Aruba, Bahamas, Barbados, Bermuda, Colombia, Costa Rica, Cuba, Repubblica Dominicana, Ecuador, Grenada, Giamaica, Messico, Perù, Porto Rico, Regno Unito, Saint Maarten, Santa Lucia, Trinidad e Tobago, Isole Turks e Caicos e gli Stati Uniti.

Il 6 maggio 2015 JetBlue è stata una delle prime compagnie aeree a ricevere una licenza per l'inizio di voli charter per Cuba, con voli in partenza da New York City. Il servizio settimanale è iniziato il 3 luglio 2015, con Airbus A320 da 150 posti.

Accordi commerciali

[modifica | modifica wikitesto]

A gennaio 2024, JetBlue ha accordi di code sharing con le seguenti compagnie:

Un Embraer E-190.
Un Airbus A220-300.
Un Airbus A321 nella livrea attuale.
Un Airbus A321neo.

Ad ottobre 2024, la flotta di JetBlue Airways è composta dai seguenti aeromobili:[16]

Aereo In flotta Ordini Passeggeri Note
J Y+ Y Totale
Embraer E-190 20 16 84 100 Cliente di lancio.[17]
In dismissione, verranno sostituiti dagli A220-300 entro il 2025.
Airbus A220-300 38 62 25 115 140 [18]
Airbus A320-200 130 42 108 150 In fase di dismissione, verranno sostituiti dagli A220-300.
42 120 162
Airbus A321-200 63 16 40 102 158
42 158 200
Airbus A321neo 25 34[19] 16 42 102 160
42 158 200
Airbus A321neo LR 11 2 24 24 90 138
Airbus A321XLR 13 TBA Consegne dal 2030.[20]
Totale 287 111
L'atterraggio d'emergenza del volo 292
  • Il 21 settembre 2005, il volo JetBlue Airways 292 eseguì un atterraggio di emergenza all'aeroporto Internazionale di Los Angeles dopo che il carrello d'atterraggio aveva subito un guasto
  • Il 28 marzo 2012, il volo JetBlue Airways 191 da New York a Las Vegas eseguì un atterraggio di emergenza a causa del crollo psicologico del comandante. L'equipaggio è riuscito con l'inganno a farlo uscire dalla cabina di pilotaggio e, chiudendosi dentro, a portare in salvo il resto dell'equipaggio e i passeggeri. Questi ultimi, sollecitati da una hostess, hanno bloccato il capitano fino ad atterraggio avvenuto.[21]
  1. ^ a b JetBlue, il "taxi" dei cieli targato New Tork, su repubblica.it. URL consultato il 29 novembre 2017.
  2. ^ (EN) 23 Years Of Growth: The JetBlue Story, su simpleflying.com. URL consultato il 3 maggio 2023.
  3. ^ (EN) The Steady, Strategic Ascent of JetBlue Airways, su knowledge.wharton.upenn.edu. URL consultato il 3 maggio 2023.
  4. ^ JetBlue Archiviato il 2 novembre 2009 in Internet Archive..
  5. ^ Quell’esercito di passeggeri che vola sempre gratis, su Corriere della Sera. URL consultato il 4 novembre 2015.
  6. ^ (EN) Lufthansa Takes JetBlue Under Its Wings, su crankyflier.com. URL consultato il 3 maggio 2023.
  7. ^ (EN) Celebrating our JetBlue partnership, su aerlingus.com. URL consultato il 3 maggio 2023.
  8. ^ (EN) Mint, su jetblue.com. URL consultato il 3 maggio 2023.
  9. ^ (EN) First U.S. commercial flight in 5 decades lands in Cuba, su eu.usatoday.com. URL consultato il 3 maggio 2023.
  10. ^ (EN) The Disruption Begins: JetBlue Reveals London Flight Schedules, su simpleflying.com. URL consultato il 3 maggio 2023.
  11. ^ (EN) JetBlue Launches Ticket Sales For Transatlantic Paris Flights, su simpleflying.com. URL consultato il 3 maggio 2023.
  12. ^ (EN) Hallo Amsterdam! JetBlue Flights from New York and Boston to Amsterdam on Sale Today, su news.jetblue.com. URL consultato il 3 maggio 2023.
  13. ^ (EN) JetBlue + Spirit: The National Low-Fare Challenger to the ‘Big Four’ Airlines, su lowfaresgreatservice.com. URL consultato il 3 maggio 2023.
  14. ^ Salta il merger tra JetBlue Airways e Spirit Airlines, su ilsole24ore.com. URL consultato il 22 gennaio 2024.
  15. ^ (EN) A Defining MoMint, su jetblue.com. URL consultato il 20 novembre 2023.
  16. ^ JetBlue Airways Fleet Details and History, su planespotters.net. URL consultato il 1º novembre 2024.
  17. ^ Mary Schlangenstein, JetBlue Defers Embraer Jets as Airbus Order Has Priority, bloomberg.com, 29 ottobre 2013. URL consultato il 3 gennaio 2014.
  18. ^ (EN) JetBlue Selects Airbus A220-300 as Key Component of Its Next Generation Fleet, su blueir.investproductions.com. URL consultato il 14 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2021).
  19. ^ (EN) JetBlue orders 30 additional A321 aircraft, su Airbus. URL consultato il 14 agosto 2019.
  20. ^ (EN) jetBlue orders A321neo(XLR)s, bumps A220 order book, su ch-aviation. URL consultato il 14 agosto 2019.
  21. ^ Articolo de La Stampa Archiviato il 31 marzo 2012 in Internet Archive..

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN142236865 · LCCN (ENno2003061196 · GND (DE7533545-1