Jan Lechoń
Jan Lechoń, nato Leszek Józef Serafinowicz (Varsavia, 13 marzo 1899 – New York, 8 giugno 1956), è stato un poeta, critico letterario e diplomatico polacco.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]La sua carriera di studi culminò con la laurea in letteratura polacca ottenuta all'Università di Varsavia, nel 1918.[1]
Già durante gli studi Lechoń divenne noto con la pubblicazione delle opere poetiche intitolate Sul campo dorato (1913) e Per sentieri diversi (1914).
Nel 1916 esordì nel teatro con la commedia Al palazzo reale e l'anno successivo pubblicò il poemetto Mochnacki, ottenendo un buon successo di critica.[1]
In seguito si dedicò alla satira politica, che raccoglierà nel libro La repubblica di Babin del 1920.
Fu tra i fondatori, assieme a M. Grodzewski, del movimento e del settimanale letterario Skamander, che ospitò i migliori poeti contemporanei e del Polish Institute of Arts and Sciences of America.
Successivamente si distinse per i libri Poema cremisi (1920) e Argenteo e nero (1924), con i quali vinse il premio dell'Associazione polacca degli Editori.[1]
Negli anni della seconda guerra mondiale soggiornò a Parigi dove effettuò lezioni sulla letteratura polacca, inserite nel libro Sulla letteratura polacca (1946).
Opere principali
[modifica | modifica wikitesto]Poesia
[modifica | modifica wikitesto]- Argenteo e nero, Varsavia, 1924;
- Poesie, Varsavia, 1995;
Prose
[modifica | modifica wikitesto]- Dziennik, Varsavia, 1967-1973;
- Sulla letteratura polacca, Varsavia, 1946;
- Il meraviglioso mondo del teatro. Articoli e recensioni 1916-1962, Varsavia, 1981;
- Lettere 1923-1956, 2006;
- Aut Caesar aut nihil, Varsavia, 2007;
- Sta diventando sempre più difficile e muore per morire. Lettere 1952-1955, Varsavia, 2008.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (PL) Artur Hutnikiewicz, Portrety i szkice literackie, Varsavia, PWN, 1976.
- (PL) Joanna Kisielowa, Retoryka i melancholia. O poezji Jana Lechonia, Katowice, 2001.
- (PL) Ireneusz Opacki, Lechoń i polskie mity, Varsavia, Szumacher, 1993.
- (PL) Janusz Stradecki, W kręgu Skamandra, Varsavia, PIW, 1977.
- (PL) Krzysztof Tomasik, Prototyp homoseksualnego konserwatysty. O Janie Lechoniu, Varsavia, Krytyki Politycznej, 2008.
- (PL) Wojciech Wyskiel, Kręgi wygnania. Jan Lechoń na obczyźnie, Cracovia, UJ, 1988.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina in lingua polacca dedicata a Jan Lechoń
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Jan Lechoń
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Lechoń, Jan, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Jerzy R. Krzyzanowski, Jan Lechoń, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Jan Lechoń, su Open Library, Internet Archive.
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