Keshav Baliram Hedgewar
Keshav Baliram Hedgewar (Nagpur, 1º aprile 1889 – Nagpur, 21 giugno 1940) è stato un medico e attivista indiano.
Noto anche col soprannome di "Doctorji"[1], è stato il fondatore e il primo leader (Sarsanghachalak[2]) del Rashtriya Swayamsevak Sangh (abbreviato come RSS), organizzazione paramilitare di volontari armati appartenente alla destra nazionalista indù, che era largamente considerata la madre del partito Bharatiya Janata e del corpo di entità chiamato Sangh Parivar, che informava tutti i settori della società civile indiana.
Hedgewar fondò l'RSS a Nagpur nel 1925, con l'intenzione di promuovere un'India unita radicata nell'ideologia hindutva[3][4], la forma di nazionalismo predominante nel Paese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Primi anni
[modifica | modifica wikitesto]Nacque da Baliram Pant Hedgewar e Revati, in una modesta famiglia di braminica Marathi[5][6] originaria di Kangurti, un villaggio del Telangana e stabilitasi a Nagpur da alcune generazioni. La famiglia ebbe sei figli, tre maschi e tre femmine.[7] Quando Keshav era ancora tredicenne, i genitori morirono di peste e i due fratelli maggiori, di nome Mahadev e Sitaram, si presero cura della sua istruzione.[senza fonte]
Fu espulso dalla Neel City High School di Nagpur, per aver cantato Vande Mataram, inno alla Madre Terra in uso fra gli indipendentisti indù, e severamente proibito dal governo coloniale britannico dell'epoca.[8] Dovette quindi completare gli studi superiori al Rashtriya Vidyalaya di Yavatmal e successivamente a Pune. Nel 1910, poté immatricolarsi alla Facoltà di Medicina e trasferirsi a Calcutta, grazie all'interessamento di Balakrishna Shivram Moonje (1872-1948), studioso della lingua sanscrita, membro del Congresso e futuro presidente del partito nazionalista Hindu Mahasabha.[9] A giugno del 1914 conseguì l'abilitazione per l'esercizio della professione medica, superando il Licentiate in Medicine and Surgery presso il National Medical College, dopo un percorso di studi quinquennale. Finito l'anno di apprendistato, nel 1915 fece ritorno a Nagpur nella nuova veste di medico.[10]
Attività politica
[modifica | modifica wikitesto]Terminati gli studi, aderì all'Anushilan Samiti nel Bengala, movimento indipendentista violento ispirato agli scritti del poeta e giornalista indiano Bankim Chandra Chatterjee (1838-1894), dai quali fu derivato il nome stesso Anushilan[11], per indicare un modello di vita spartano e incentrato sul duro lavoro, e una reinterpretazione originale dei sacri testi Bhagavadgītā, ricca di sfumature anti-islamiche. Un'impressione particolare fu esercitata su di lui dal raccontoAnandamath, tappa storica della letteratura bengalese e indù, che contiene l'inno Vande Mataram, nel contesto della rivolta Sannyasi dell'ultimo quarto del XVIII secolo.
Deluso dalla partecipazione all'Indian National Congress negli anni '20, fu indotto a riflettere su un nuovo modello di nazione indiana, dopo la rivolta indù-musulmana del 1923, che si verificò nonostante le autonomie concesse agli indù dalla riforma costituzionale approvata due anni prima. Profondamente influenzato dagli scritti di Lokmanya Bal Gangadhar Tilak, Veer Savarkar (il cui trattato Hindutva conteneva numerose espressioni antislamiche[12]) e BS Munge, si persuase che l'eredità culturale e religiosa degli indù dovesse essere la base dell'identità nazionale indiana.[13]
Il Rashtriya Swayamsevak Sangh
[modifica | modifica wikitesto]- Contesto
Il Trattato di Sèvres del 1920 aveva imposto pesanti condizioni di pace al califfo e all'impero ottomano, scatenando la reazione del Movimento Khilafat in India.[14][15] Il movimento era guidato da Mohammad Ali Jauhar[16], un giurista laureato ad Oxford, che si proponeva di restaurare l'autorità del Califfato Ottomano in India e si era alleato con l'Indian National Congress di Gandhi per formare la componente pan-islamica del Movimento di Non-Cooperazione, una forma pacifica di disobbedienza civile di massa diffusasi in tutto il Paese.
Mentre gli islamici indiani erano divisi fra collaborazionisti del Congresso, Movimento Khilafat e Lega Musulmana Panindiana, le forze di Mustafa Atatürk diedero avvio alla nuova repubblica turca, che nel 1920 abolì ufficialmente la carica di sultano e, due anni dopo, anche del califfo[17], concorrendo alla fine del Movimento Khilafat.
- Fondazione
Keshav rimase distante sia dagli islamici che dal movimento indipendentista non-violento di Gandhi. Riguardo ai primi, affermò che potevano definirsi "musulmani prima e indiani solo in secondo luogo", e soprannominandoli "serpenti Yavana".[18]
Riguardo ai secondi, evitò accuratamente qualsiasi attività politica che potesse essere interpretata come antibritannica. Il biografo P. Bhishikar scrisse che "dopo aver fondato Sangh, il dottor Saheb nei suoi discorsi parlava solo dell'organizzazione indù. I commenti diretti riguardo al governo erano quasi inesistenti".[19][20]
Il giorno di Vijayadashami del 1925, Hedgewar fondò l'RSS, movimento che aveva l'obiettivo di organizzare la comunità indù per la sua rigenerazione culturale e spirituale, munita di uno strumento per liberare il Paese dalla dominazione straniera.[3][21] Fu Hedgewar ad insistere per l'adozione del termine "rashtriya" (nazionale) nel nome dell'RSS, che era un partito esclusivamente "indù".[22]
- Diffusione
Anche quando il Congresso approvò la risoluzione di Purna Swaraj durante la sessione di Lahore del dicembre 1929, con la quale si raccomandava a tutti gli indiani di celebrare il 26 gennaio 1930 come Giorno dell'Indipendenza, Hedgewar fece diramare un comunicato a tutti gli shakha del partito, nel quale chiedeva loro di osservare la nuova ricorrenza nazionale, ma innalzando la bandiera Bhagwa Dhwaj (lett. "bandiera dello zafferano"), simbolo dell'Impero Maratha, al posto del tricolore che era universalmente accettato come la bandiera del movimento nazionalista indù dell'epoca.[23][24][25][non chiaro]
Dopo aver creato un'ala femminile del partito nel 1936[26][27], coi suoi seguaci viaggiò nei distretti e nelle province circostanti a Nagpur, ispirando i giovani ad aderire al lavoro Sangh e diffondendo rapidamente la nuova organizzazione.
Mentre la festa del 26 gennaio divenne una data del movimento di liberazione che fu spesso teatro di scontri violenti con le forze di polizia britanniche, l'RSS celebrò la festa dell'indipendenza soltanto nel 1930, per interrompere del tutto tale pratica a partire dall'anno successivo.[23]
Ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]Quando le sue condizioni di salute iniziarono ad aggravarsi a causa di una serie di dolori cronici, Hedgewar delegò un grado via via crescente di responsabilità a Madhav Sadashiv Golwalkar (1906-1973), che infine lo sostituì alla guida del partito.[8][28]
A gennaio del 1940, fu portato a Rajgir nel Bihar per le cure termali.[20] In occasione del Sangh Shiksha Varg annuale, lasciò il suo ultimo messaggio a Swayamsevaks, dicendo: "Oggi vedo davanti a me un Rashtra indù in miniatura".
Si spense nella mattina del 21 giugno 1940, a Naghur. I riti funebri furono celebrati a Resham Bagh, dove nel 1962 M. S. Golwalkar inaugurò in suo onore il memoriale Hedgewar Smruti Mandir[8][29][30], che dopo la sua morte divenne il complesso monumentale dei primi due leader del movimento RSS.
Eredità
[modifica | modifica wikitesto]Secondo gli oppositori politici, l'RSS aderì in modo troppo debole alla causa indipendentista dell'India, servendo silenziosamente gli interessi britannici, soprattutto nell'opera di persuasione della classe dirigente del Sangh Parivar a non unirsi al movimento di Gandhi.[31]
Hedgewar dal canto suo replicò già all'epoca di aver partecipato al movimento di Disobbedienza Civile del 1930 a mero titolo personale, e non quale membro dell'RSS, allo scopo di tenere la propria creatura al di fuori dell'arena politica nazionale. Nella sua autobiografia, dichiarò di non aver mai boicottato l'azione politica di Gandhi, comunicando ai quadri del partito che veniva lasciato loro libertà di coscienza per aderire eventualmente alla Marcia del sale.[32]
Nel corso della visita alla città natale di Hedgeware a Nagpur, il presidente dell'India Pranab Mukherjee lo definì con parole inglesi "un figlio di Madre India", corrispondente di Bharat Mata, divinità femminile del pantheon induista, che è raffigurata col leone e la bandiera indiana, divenuta nel dopoguerra la personificazione dell'unità nazionale.[33]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Partha Banerjee, In the Belly of the Beast: The Hindu Supremacist RSS and BJP of India: an Insider's Story, Ajanta Books International, 1998, p. 42.
- ^ Jaffrelot, Hindu Nationalist Movement,1996,p. 39
- ^ a b S. P. Taneja, Society and politics in India, Delhi, India, Swastik Publishers & Distributors, 2009, p. 332, ISBN 978-81-89981-29-7.
- ^ Subramanian, N.V., All in the Family, in News Insight, 29 agosto 2012. URL consultato il 2 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
- ^ To read the mind of behemoth RSS, su Telegraph India, 16 novembre 2018.
- ^ How coastal Karnataka was saffronised; part 1: Hedgewar sends emissary to Mangalore, an RSS shakha is born, su Firstpost, 7 aprile 2019.
- ^ Zavos, John, The Emergence of Hindu Nationalism in India, Oxford University Press, 2000, p. 184, ISBN 978-0-19-565140-9.
- ^ a b c Pralay Kanungo, RSS's tryst with politics: from Hedgewar to Sudarshan, Manohar, 2002, ISBN 978-81-7304-398-7.
- ^ Christophe Jaffrelot, The Hindu Nationalist Movement and Indian Politics: 1925 to the 1990s: Strategies of Identity-building, Implantation and Mobilisation (with Special Reference to Central India), Penguin Books India, 1999, p. 33, ISBN 978-0-14-024602-5.
- ^ D. V. Kelkar, The R.S.S., in Economic Weekly, 4 febbraio 1950.
- ^ Rajat Kanta Ray, Moderates, Extremists, and Revolutionaries: Bengal, 1900-1908, in Richard Sisson e Stanley Wolpert (a cura di), Congress and Indian Nationalism, University of California Press, 1988, pp. 83-844, ISBN 978-0-520-06041-8.
- ^ (EN) Hartosh Singh Bal, How MS Golwalkar’s virulent ideology underpins Modi’s India, su The Caravan.
- ^ Yogendra Malik, Hindu nationalists in India : the rise of the Bharatiya Janata Party, Boulder, Westview Press, 1994, p. 158, ISBN 978-0-8133-8810-6.
- ^ http://www.goyalbrothers.com
- ^ http://www.nationalgeographic.com
- ^ Khilafat movement | Indian Muslim movement | Britannica.com
- ^ Gail Minault, The Khilafat Movement: Religious Symbolism and Political Mobilization in India (1982).
- ^ Yavana è una parola sanscrita utilizzata insieme a Yona per designare le persone di lingua greca dell'Antica India, che condivide la stessa etimologia di Ioni (Ἴωνες < Ἰάoνες < *Ἰάϝoνες).
- ^ C. P. Bhishikar, Sangh Vriksh ke Beej: Dr. Keshav Rao Hedgewar, New Delhi, Suruchi Prakashan, 1994.
- ^ a b Islam, Shamsul, Religious Dimensions of Indian Nationalism: A Study of RSS, Media House, 2006, p. 188, ISBN 978-81-7495-236-3.
- ^ George Moyser, Politics and religion in the modern world, London New York, Routledge, 1991, p. 158, ISBN 978-0-415-02328-3.
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- ^ a b Tapan Basu, Khaki Shorts and Saffron Flags: A Critique of the Hindu Right, Orient Blackswan, 1993, pp. 21–, ISBN 978-0-86311-383-3.
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- ^ Hindutva's Other Half, Hindustan Times, 27 aprile 2014.
- ^ M. S. Golwalkar, A bunch of thoughts.
- ^ Nagpur: RSS founder’s memorial Smruti Mandir gets tourism status, in www.timesnownews.com, 8 maggio 2018.
- ^ C. P. Bhishikara, Shri Guruji: Pioneer of a New Era, Sahitya Sindhu Prakashana, 1999, p. 165, ISBN 978-81-86595-16-9.
- ^ Shamsul Islam, Undoing India the RSS Way, Media House, 2002, ISBN 978-81-7495-142-7.
- ^ Shamsul Islam, Religious Dimensions of Indian Nationalism: A Study of RSS, Media House, 2006, ISBN 978-81-7495-236-3.
- ^ Pranab hails Hedgewar as 'great son of India', in Business Standard, 7 giugno 2018.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (HI) Rakesh Sinha, Dr. Keshav Baliram Hedgewar, New Delhi, Publication Division, Ministry of Information & Broadcasting, Government of India, 2003.
- Rakesh Sinha's Dr. Keshav Baliram Hedgewar (in Telugu) by Vaddi Vijayasaradhi. ISBN 8123011865.
- Prabhu Bapu, Hindu Mahasabha in Colonial North India, 1915–1930: Construction Nation and History, Routledge, 2013, ISBN 978-0-415-67165-1.
- Tapan Basu e Sarkar, Tanika, Khaki Shorts and Saffron Flags: A Critique of the Hindu Right, Orient Longman, 1993, ISBN 978-0-86311-383-3.
- (HI) C. P. Bhishikar, Keshav: Sangh Nirmata, New Delhi, Suruchi Sahitya Prakashan, 2014 [First published in 1979], ISBN 978-93-81500-18-7.
- M. G. Chitkara, Rashtriya Swayamsevak Sangh: National Upsurge, APH Publishing, 2004, ISBN 978-81-7648-465-7.
- Jean Alonzo Curran, Militant Hinduism in Indian Politics: A Study of the R.S.S., International Secretariat, Institute of Pacific Relations, 1951.
- Robert Eric Frykenberg, Hindu fundamentalism and the structural stability of India, in Martin E. Marty e R. Scott Appleby (a cura di), Fundamentalisms and the State: Remaking Polities, Economies and Militance, University of Chicago Press, 1996, pp. 233–235, ISBN 978-0-226-50884-9.
- Christophe Jaffrelot, The Hindu Nationalist Movement and Indian Politics, C. Hurst & Co. Publishers, 1996, ISBN 978-1-85065-301-1.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Keshav Baliram Hedgewar
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Hedgewar, Keshav Baliram, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Keshav Baliram Hedgewar, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Keshav Baliram Hedgewar, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) In memoria di Doctorji, su samvada.org. URL consultato il 2 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2018).
- (EN) Scheda biografica di K. B. Hedgewar, su Hindu Janajagruti.
- (EN) Sito web dell'RSS, su rss.org.
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