Kew Palace
Palazzo Kew | |
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Palazzo Kew dopo il completamento dei lavori di restauro nel 2006; dove Guglielmo V soggiornò quando scrisse le lettere da Kew. L'edificio è stato anche chiamato Casa Olanda perché ha la facciata in stile olandese. | |
Localizzazione | |
Stato | Regno Unito |
Località | Londra |
Indirizzo | Royal Botanic Gardens Kew, Richmond, TW9 3AE |
Coordinate | 51°29′01.68″N 0°17′42.2″W |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | verso il 1570 - 2006 |
Ricostruzione | 1802 |
Stile | Manierismo |
Uso | Residenza reale britannica |
Realizzazione | |
Architetto | Samuel Fortrey e poi James Wyatt |
Costruttore | Elisabetta I d'Inghilterra |
Proprietario | Corona britannica |
Committente | Casa reale di Windsor |
Palazzo di Kew o Kew Palace, a Londra, è una residenza reale britannica. È un palazzo reale nei giardini botanici reali di Kew Kew Gardens sulle rive del Tamigi, il fiume di Londra. Ci sono stati almeno tre palazzi a Kew, e due sono stati conosciuti come Kew Palace, il primo edificio non è certo stato conosciuto come Kew visto che nessun documento è giunto a noi oltre alle affermazioni di un cortigiano. Il palazzo è usato ed è aperto ai visitatori. È curato da un ente di beneficenza indipendente, Historic Royal Palaces, che non riceve finanziamenti da parte del Governo o della Corona.[1]
Il primo Kew Palace
[modifica | modifica wikitesto]Non si sa molto di questo edificio, tranne che la regina Elisabetta I lo concesse a Robert Dudley, conte di Leicester, suo amico d'infanzia e cortigiano favorito. Una lettera da un altro dei cortigiani di Elisabetta suggerisce questo perché il palazzo è stato la sede principale di Dudley, vicino a Londra; è possibile che possa essere stato anche chiamato Leicester House.
Il secondo Kew Palace
[modifica | modifica wikitesto]Il cosiddetto 'Palazzo Vecchio', a volte indicato come la Dutch House (Casa d'Olanda), venne costruito nel 1631 da Samuel Fortrey o Forterie, il padre dello scrittore Samuel Fortrey, figlio di Giovanni de la Forterye, un rifugiato di Lilla, che possedeva una casa a Kew, alla fine acquistata dalla Regina Carlotta nel 1781.
L'edificio apparteneva alla famiglia Smith e per matrimonio divenne proprietà di Samuel Molyneux, Esq., Segretario di Re Giorgio II.
Federico, principe di Galles, sottoscrisse un lungo contratto di affitto della casa, facendone la sua residenza e dove, di tanto in tanto risiedeva il suo poeta preferito, James Thomson, autore di The Seasons. Nel 1738 un altro poeta, Alexander Pope, donò al principe Federico un cane, con il seguente versetto inciso sul suo collare:
«Io sono il cane di Sua Altezza a Kew.
Vi prego signore, ditemi, di chi siete il cane voi?»
La casa contiene alcune preziose pitture, tra le quali una serie di opere del Canaletto, il celebre quadro della galleria di Firenze di Johann Zoffany (che risiedeva nel quartiere). I giardini del piacere, della superficie di 120 acri (0,49 km²) vennero sistemati da sir William Chambers, uno dei più grandi maestri del giardino ornamentale inglese.
L'edificio venne acquisito con un lungo contratto di locazione da Giorgio III dai discendenti di sir Richard Levett, un potente mercante e già Lord Sindaco della Città di Londra, che lo aveva acquistato dal nipote di Samuel Fortrey.[2][3]
Originaria del Sussex, la famiglia Levett (il cui nome deriva dal villaggio di Livet in Normandia) mantenne la Dutch House e la proprietà della casa, così come altre terre nel complesso di Kew, fino al 13 ottobre 1781, quando vendette la "Casa olandese" a Re Giorgio III per 20.000 sterline.[4][5] I membri della famiglia reale tuttavia avevano occupato la casa già nel 1734, quando affittarono la casa dagli eredi Levett.[6] (Una mappa del 1771 delinea le terre tra la Dutch House e il fiume come appartenenti a Levett Blackborne, avvocato di Lincoln's Inn e nipote di sir Richard Levett).[7] In effetti un ritratto musicale di Federico, principe di Galles (figlio di Giorgio II) con le sue sorelle, mentre suona il violoncello, parte della collezione della National Portrait Gallery a Londra, dipinto olio su tela di Philip Mercier e datato 1733, utilizza la casa come sfondo all'aperto.[8] Nel 1735 l'architetto William Kent presentò un progetto per un grandioso palazzo palladiano a Kew, molto nello stile di Stowe, che però non fu mai realizzato.
La residenza di Giorgio III nella "casa olandese" era originariamente destinata ad essere breve, una residenza temporanea durante la costruzione del suo nuovo palazzo merlato in stile gotico (descritto di seguito) - in un primo momento la famiglia reale risiedeva a Richmond Lodge ma come la famiglia è diventata più grande è diventato necessario acquisire altre proprietà su Kew Green, che comprendeva la Dutch House.
La moglie di Giorgio III, la Regina Carlotta, morì alla "casa olandese" il 17 novembre 1818. Con la sua ascesa al trono nel 1837 la Regina Vittoria donò la maggior parte dei Kew Gardens alla nazione, mantenendo solo una piccola casa estiva, una volta appartenuta alla Regina Carlotta, per suo proprio uso. Conosciuta come "Queen's Cottage" ("Casa della regina") la regina Vittoria la visitò raramente e per celebrare il suo giubileo d'oro nel 1887 ha donato anche questo allo stato.
Guglielmo V, principe d'Orange
[modifica | modifica wikitesto]Guglielmo V, principe d'Orange, vi soggiornò dal 30 gennaio all'8 febbraio 1795 nella "Casa olandese" (Palazzo di Kew), dove rimase temporaneamente dopo il suo arrivo in Inghilterra il 18 gennaio 1795.
Le forze armate rivoluzionarie della Repubblica francese avevano invaso la Repubblica Olandese e lo costrinsero a fuggire in Inghilterra.
Vi scrisse le Lettere da Kew, destinate alle autorità civili e militari nella provincia di Zelanda e Frisia (che non avevano ancora capitolato all'invasione delle truppe della Francia rivoluzionaria), rivolte anche agli ufficiali al comando di navi da guerra olandesi nei porti britannici e ai governatori coloniali olandesi. Li esortava a continuare la resistenza in collaborazione con il Regno Unito contro le forze armate della Prima Repubblica francese.
Il terzo Kew Palace
[modifica | modifica wikitesto]Questa terza struttura è stata progettata in parte dal re Giorgio III, e diversamente da James Wyatt. Il nuovo palazzo fu destinato ad essere "un tardo georgiano Nonsuch".[2] Avviato nel 1802, si trattava di un "palazzo a corona" gotico poco apprezzato, essendo considerato troppo pacchiano per un mecenate della sua posizione. Lo stile del nuovo palazzo non corrispondeva al gusto del suo successore, il dissoluto Giorgio IV, il Principe Reggente. Nel 1828 il parlamento dopo aver valutato i conti ha ordinato la demolizione della struttura esterna, con le attrezzature e il montaggio come erano stati installati da utilizzare altrove in altre residenze reali.[2] La scala fu infatti in seguito utilizzata a Buckingham Palace.[2] Dopo il trasloco del Re a Windsor, la Regina Carlotta ha rifiutato di occupare il nuovo edificio. È stato demolito durante il regno di suo figlio Giorgio IV nel 1828.
Vicino all'angolo occidentale di Kew Green sorge il palazzo, iniziato per Re Giorgio III, sotto la direzione di James Wyatt, Esq. Il fronte nord possiede un'aria di solenne cupa grandiosità, ma che si accorda molto male con il gusto e la scienza in generale mostrati dal suo architetto ufficiale[senza fonte].
Per citare le parole di un contemporaneo, «questa struttura anglo-teutonica, a corona, gotica deve essere considerata come una produzione abortiva, al contempo illustrativa di cattivo gusto e giudizio imperfetto. Dalla piccola dimensione delle finestre e la proporzione diminuita delle sue torrette, sembrerebbe possedere "finestre che escludono la luce, e passaggi che conducono da nessuna parte".[senza fonte]
Dopo l'infelice solitudine dell'architetto regio, i lavori sono stati sospesi, e rimase incompiuto.
Sir Richard Phillips (1767-1840), in "Una Passeggiata di mattina da Londra a Kew," (1817) caratterizza il nuovo palazzo come "il palazzo della Bastiglia, dalla sua somiglianza con quella costruzione, così odiosa per la libertà e uomini liberi. In una precedente occasione ", egli dice," ho visto il suo interno, e sono incapace di concepire il motivo per preferire una forma esterna, che ha reso impraticabile la costruzione al suo interno di più di una serie di grandi armadi, boudoir e sale come oratori."
Restauro di Kew Palace
[modifica | modifica wikitesto]Questo secondo edificio sopravvive ancora oggi ed è un esempio di fama del cosiddetto stile del manierismo artigianale della costruzione in mattoni: riflettendo l'incorporazione in un modo 'libero' di caratteristiche dell'architettura classica, adattato alla qualità e vincoli del mattone come materiale. Si trova nei giardini di Kew e nonostante il suo nome ha la dimensione di una casa padronale di campagna. Kew Palace è stato utilizzato per ospitare una cena organizzata da Carlo, principe di Galles per festeggiare l'ottantesimo compleanno della regina Elisabetta II il 21 aprile 2006. Pochi giorni dopo ha riaperto come attrazione per i visitatori, dopo una chiusura di dieci anni per il restauro.
Il restauro comprendente non solo il restauro strutturale dell'edificio, ma anche la tessitura dei tendaggi del periodo ed altri arredi in tessuto effettuata dal maestro tessitore Ian Dale della Scozia. Un ascensore esterno verticale è stato aggiunto all'ala ovest per l'accesso ai disabili, al posto di una torre che ospitava tre piani di latrine.
Il Palazzo è stato descritto nel documentario della BBC della serie Tales from the Palaces.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Who We Are, su hrp.org.uk, Historic Royal Palaces. URL consultato il 20 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2011).
- ^ a b c d e Neville Williams, Royal Homes, London, Lutterworth Press, 2006, p. 107, ISBN 0-7188-0803-7.
- ^ Mark Noble, James Granger, Sir Richard Levett, in A Biographical History of England, 1806
- ^ The Royal Botanic Gardens, Kew: Historical and Descriptive, William Jackson Bean, 1908
- ^ The Home Counties Magazine: Devoted to the Topography of London, Middlesex, Essex, Herts, Bucks, Berks, Surrey and Kent, W. Paley Baildon (ed.), Vol. X, Reynell & Son, London, 1908
- ^ History of Kew Palace, Antiques, The New York Times, 2 July 2004
- ^ Levett Blackborne, Kew, British History Online
- ^ Philip Mercier (1691-1760), Portrait painter, su npg.org.uk, National Portrait Gallery. URL consultato il 21 aprile 2007.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto](EN)
- Susanne Groom and Lee Prosser, Kew Palace: The Official Illustrated History, Merrell, 2006, ISBN 1-85894-323-X
- Thomas Blankie, You look awfully like the Queen: Wit and Wisdom from the House of Windsor. Harper Collins, Londra, 2002. ISBN 0007148747
- John Harris, Geoffrey de Bellaigue, Oliver Miller, Buckingham Palace. Nelson, Londra, 1968. ISBN 0-17-141011-4
- Olwen Hedley, The Pictorial History of Buckingham Palace. Pitkin, 1971. ISBN 0-85372-086-X
- Roy Nash, Buckingham Palace: The Place and the People. McDonald Futura, Londra, 1980. ISBN 0-354-04529-6
- John Martin Robinson, Buckingham Palace. St. James' Palace, Londra, 1999. ISBN 1-902163-36-2
- Neville Williams, Royal Homes. Lutterworth Press, 1971. ISBN 0-7188-0803-7
- Patricia Wright, The Strange History of Buckingham Palace. Gloucs Stroud – Sutton Publishing, 1996 (seconda pubblicazione nel 1999). ISBN 0-7509-1283-9
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Richmond upon Thames
- Lettere da Kew
- Guglielmo V di Orange-Nassau
- Storia del Regno Unito
- Storia dei Paesi Bassi
- Repubblica delle Sette Province Unite
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Kew Palace
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Official site, su hrp.org.uk. URL consultato il 20 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
- The Project Gutenberg eBook, The Mirror of Literature, Amusement, and Instruction, Vol. 10, Issue 275, September 29, 1827, by Various, su gutenberg.org.
- Flickr images tagged Kew Palace, su flickr.com.
- Sir Richard Levett, su books.google.com.
- Kew Palace, British History Online, su british-history.ac.uk.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 172535507 · ISNI (EN) 0000 0004 0492 3515 · GND (DE) 7543219-5 |
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