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Erich Fuchs

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Erich Fuchs
NascitaBerlino, 9 aprile 1902
MorteCoblenza, 25 luglio 1980
Cause della mortenaturale
Dati militari
Paese servitoGermania (bandiera) Germania
Forza armataWaffen-SS
GradoScharführer
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Erich Fuchs (Berlino, 9 aprile 1902Coblenza, 25 luglio 1980) è stato un funzionario tedesco delle SS che lavorò per il programma di eutanasia Action T4 e quindi per la fase dell'Olocausto dell'Operazione Reinhard.[1]

Fuchs fu accusato di crimini di guerra al processo di Bełżec nel 1963-1964, per i quali fu assolto. Man mano che ulteriori prove vennero alla luce, Fuchs fu nuovamente arrestato e processato al processo Sobibor ad Hagen. Egli fu accusato di aver partecipato attivamente all'Olocausto e il 20 dicembre 1966, fu riconosciuto colpevole di essere complice per l'omicidio di massa di almeno 79.000 ebrei e venne condannato a quattro anni di reclusione.

Le sue dichiarazioni durante le fasi processuali forniscono testimonianze dirette di quanto veniva messo in atto dai nazisti nell'Olocausto.

Erich Fritz Erhard Fuchs nacque a Berlino. Iniziò la sua carriera come meccanico di motori, si unì al partito nazista e alle SA nel maggio 1933.

Partecipazione al programma Action T4

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Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1940 Fuchs fu assegnato al programma di eutanasia Action T4. Inizialmente prese servizio come autista del Dr. Irmfried Eberl quando Eberl era direttore medico dei centri di sterminio T-4 a Brandeburgo e Bernburg.[2] Fuchs presenziò a molte gassazioni di disabili.[1]

Campo di sterminio di Bełżec

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Quando la Soluzione Finale fu decisa a Wannsee, Fuchs fu trasferito nel campo di sterminio di Bełżec di recente costruzione nella Polonia occupata dai tedeschi, per sei settimane per installarvi l'apparecchiatura che sarà utilizzata per le uccisioni.[3] In seguito testimoniò:

(EN)

«Upon our arrival in Belzec, we met Friedel Schwarz and the other SS men, whose names I cannot remember. They supervised the construction of barracks that would serve as a gas chamber. Wirth told us that in Belzec "all the Jews will be struck down." For this purpose barracks were built as gas chambers. I installed shower heads in the gas chambers. The nozzles were not connected to any water pipes; they would serve as camouflage for the gas chamber. For the Jews who were gassed, it would seem as if they were being taken to baths and for disinfection.»

(IT)

«Al nostro arrivo a Belzec, abbiamo incontrato Friedel Schwarz e gli altri uomini delle SS, di cui non ricordo i nomi. Hanno supervisionato la costruzione di baracche che sarebbero servite da camera a gas. Wirth ci disse che a Belzec "tutti gli ebrei saranno abbattuti". A questo scopo furono costruite delle baracche come camere a gas. Io ho installato i getti della doccia nelle camere a gas. Gli ugelli non erano collegati ad alcun tubo per l'acqua; questi sarebbero serviti da camuffamento per la camera a gas. Agli ebrei che sarebbero stati gassati, sarebbe sembrato che fossero portati ai bagni per la disinfezione.»

Campo di sterminio di Sobibór

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Dopo l'avvenuta installazione dell'apparecchiatura per il gas a Belzec, nell'aprile 1942 Fuchs fu trasferito nel successivo cantiere segreto del campo di sterminio di Sobibor. Gli uomini delle SS dell'operazione Reinhard avevano individuato nella vicina Lvov un motore da duecento cavalli da utilizzare nell'apparecchiatura per la produzione di gas.[4] Fuchs rimase a Sobibór per almeno quattro settimane.[3]

Nelle stesse parole di Fuchs:

(EN)

«Sometime in the spring of 1942 I received instructions from Wirth to fetch new camp staff from Lublin by lorry. One of these was Erich Bauer (also Stangl and one or two other people) ... On Wirth's instructions I left by lorry for Lemberg and collected a gassing engine there which I then took to Sobibor. Upon arriving in Sobibor I discovered a piece of open ground close to the station on which there was a concrete building and several other permanent buildings. The SS-Sonderkommando at Sobibor was led by Thomalla. Amongst the SS personnel there were Floss, Bauer, Stangl, Schwarz, Barbl and others. We unloaded the motor. It was a heavy, Russian petrol engine (presumably a tank or tractor engine) of at least 200 HP (carburettor engine, eight-cylinder, water-cooled). We put the engine on a concrete plinth and attached a pipe to the exhaust outlet. Then we tried out the engine. At first it did not work. I repaired the ignition and the valve and suddenly the engine started. The chemist whom I already knew from Belzec went into the gas chamber with a measuring device in order to measure the gas concentration. After this a test gassing was carried out. I seem to remember that thirty to forty women were gassed in a gas chamber. The Jewesses had to undress in a clearing in the wood which had been roofed over, near the gas chamber. They were herded into the gas chamber by the above-mentioned SS members and Ukrainian volunteers. When the women had been shut up in the gas chamber I attended to the engine together with Bauer. The engine immediately started ticking over. We both stood next to the engine and switched it up to "release exhaust to chamber" so that the gases were channelled into the chamber. On the instigation of the chemist I revved up the engine, which meant that no extra gas had to be added later. After about ten minutes the thirty to forty women were dead. The chemist and the SS gave the signal to turn off the engine»

(IT)

«A un certo punto, nella primavera del 1942, ricevetti istruzioni da Wirth di andare a prendere il nuovo personale del campo da Lublino con un camion. Uno di questi era Erich Bauer (anche Stangl e una o due altre persone) ... Su istruzioni di Wirth sono partito in camion per Lemberg e lì ho raccolto un apparecchio per gassazione che poi ho portato a Sobibor. Arrivato a Sobibor ho trovato un'area aperta vicino alla stazione su cui c'erano un edificio di cemento e diversi altri edifici permanenti. L'SS-Sonderkommando a Sobibor era guidato da Thomalla. Tra il personale delle SS c'erano Floss, Bauer, Stangl, Schwarz, Barbl e altri. Abbiamo scaricato il motore. Era un pesante motore a benzina russo (presumibilmente di un carro armato o un trattore) di almeno 200 CV (motore a carburatore, otto cilindri, raffreddato ad acqua). Abbiamo posizionato il motore su un basamento di cemento e collegato un tubo all'uscita di scarico. Poi abbiamo provato il motore. All'inizio non ha funzionato. Ho riparato l'accensione e la valvola e improvvisamente il motore si avviò. Il chimico che già conoscevo da Belzec entrò nella camera a gas con un misuratore per misurare la concentrazione di gas. Successivamente fu eseguito un collaudo della gassificazione. Mi sembra di ricordare che da trenta a quaranta donne furono gassate in una camera a gas. Le ebree dovettero spogliarsi sotto una tettoia in una radura nel bosco, vicino alla camera a gas. Furono ammassate nella camera a gas dai suddetti membri delle SS e da volontari ucraini. Quando le donne furono chiuse nella camera a gas, mi occupai del motore insieme a Bauer. Il motore iniziò immediatamente a rombare. Restammo entrambi accanto al motore e lo attivammo per rilasciare il "gas di scarico nella camera" in modo che i gas fossero incanalati nella camera. Dietro richiesta del chimico ho sistemato il motore, in modo in seguito non si sarebbe dovuto aggiungere benzina extra. Dopo circa una decina di minuti le trenta o quaranta donne erano morte. Il chimico e le SS diedero il segnale di spegnere il motore»

Mentre era a Sobibor, Fuchs si occupò di gestire questo motore quando alimentava le camere a gas.

Campo di sterminio di Treblinka

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Quindi come SS - Scharführer (sergente), Fuchs andò al campo di sterminio di Treblinka, sotto il comando del suo vecchio capo Eberl. In seguito testimoniò:

(EN)

«Subsequently I went to Treblinka. In this extermination camp I installed a generator which supplied electric light for the barracks. The work in Treblinka took me about three to four busy months. During my stay there transports of Jews who were gassed were coming in daily.»

(IT)

«Successivamente sono andato a Treblinka. In questo campo di sterminio ho installato un generatore che forniva luce elettrica alle baracche. Il lavoro a Treblinka mi ha richiesto dai tre ai quattro mesi intensi. Durante la mia permanenza arrivavano quotidianamente trasporti di ebrei che venivano gassati.»

Verso la fine del 1942, Fuchs tornò brevemente al Bernburg Euthanasia Center. Poi, da dicembre a febbraio 1943, fu di stanza presso l'istituto psichiatrico di Wiesloch, dove fu coinvolto nella "ricerca sull'eutanasia" e nuovamente presenziò alle operazioni di gassificazione.[1]

Nel marzo 1943 Fuchs fu rimosso dal servizio presso T4 terminando la sua partecipazione alle attività di omicidio di massa e genocidio.

Dopo la fine della guerra, fu dapprima prigioniero di guerra russo per quattro settimane e quindi prigioniero americano nella Germania occidentale. Liberato fu impiegato dall'esercito britannico come autista e meccanico a Bergen-Belsen fino al 1946. Nel dopoguerra lavorò come camionista, meccanico di motori e venditore di automobili. Fuchs fu prima processato al Processo di Bełżec a Monaco 1963-1964, in cui fu assolto.

Fuchs fu nuovamente arrestato e processato al processo Sobibor ad Hagen. È stato accusato di partecipazione all'omicidio di massa di circa 3.600 ebrei. Il 20 dicembre 1966, Fuchs fu riconosciuto colpevole di essere complice dell'omicidio di massa di almeno 79.000 ebrei e condannato a quattro anni di reclusione.

Fuchs si sposò, per la sesta volta durante il processo e morì il 25 luglio 1980 all'età di 78 anni.

  1. ^ a b c (EN) Biographies of SS-men, su sobiborinterviews.nl. URL consultato il 28 gennaio 2021.
  2. ^ Ernst Klee, Willi Dressen, Volker Riess (a cura di), The Good Old Days: The Holocaust as Seen by Its Perpetrators and Bystanders, p. 292, ISBN 1-56852-133-2.
  3. ^ a b (EN) Michael Bryant, Eyewitness to Genocide: The Operation Reinhard Death Camp Trials, 1955-1966., Univ. of Tennessee Press, 2014, p. 152, ISBN 1621900495.
  4. ^ “Operation Reinhard”: Extermintation Camps of Belzec, Sobibor and Treblinka (PDF), su yadvashem.org.

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