Edvige di Svevia
Edvige, chiamata in tedesco Hadwig o Hedwig, (938-945 – Fortezza di Hohentwiel, 28 agosto 994) fu la moglie del duca Burcardo III, duca di Svevia. Alla morte del marito, ella riuscì a mantenere il titolo ducale, ma dovette spartire il potere in Svevia con i successivi duchi di Svevia, Ottone I e Corrado I[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Edvige era una figlia del duca di Baviera Enrico I e sua moglie Giuditta e una nipote dell'imperatore Ottone I. Apparteneva dunque alla dinastia ottoniana. Fu educata presso l'abbazia di Sant'Emmerano di Ratisbona, così come la sorella Gerberga (II)[2].
Inizialmente era stato pianificato un matrimonio con il figlio dell'imperatore bizantino Costantino VII, Romano II, ma questa possibile unione fallì a causa del fermo rifiuto di Edvige, la quale, davanti al pittore eunuco inviato da Costantinopoli per ritrarla per il possibile sposo, passò il tempo a far smorfie e strabuzzare gli occhi; il matrimonio quindi sfumò, ma imparò comunque il greco degli eunuchi inviati da Costantinopoli[3][4][5]. Edvige, dopo essersi cimentata nello studio delle opere latine, sposò quindi l'anziano duca di Svevia Burcardo III, della stirpe degli Hunfridingi: secondo le Cronache di San Gallo, ella venne deflorata ma rimase comunque senza progenie; il matrimonio, sempre secondo le Cronache, durò pochissimo tempo, anche se invero durò ben diciotto anni[4][6].
Edvige e suo marito Burcardo III sono indissolubilmente legati alla storia di Hohentwiel vicino a Singen, in quanto fecero fiorire il “Twiel”, espandendolo ed elevandolo a residenza ducale. Dopo la morte di Burcardo, il Twiel divenne la residenza della vedova della duchessa. Il luogo esatto in cui si dice che si trovava la residenza rimane oggetto di discussione tra gli studiosi.
Intorno al 970, fu fondato l'abbazia di San Giorgio nella residenza ducale. Nel monastero di Reichenau è stata conservata una lista dei frati del convento sul Twiel, che si conserva ancora oggi.
Dopo la morte del duca (973)
[modifica | modifica wikitesto]Il matrimonio era rimasto senza figli e l'imperatore Ottone II approfittò della situazione per nominare un nuovo duca secondo il suo volere. Secondo l'antica tradizione sarebbe stata usanza che la vedova del precedente duca sposasse un nuovo duca svevo della nobiltà locale. Edvige aveva 34 anni alla morte di Bucardo nel 973. Tuttavia, l'imperatore assegnò il ducato al figlio del fratellastro e duca di Svevia Liudolfo, Ottone I, che proveniva dalla stirpe degli Ottoni.
Edvige, tuttavia, venne ancora indicata nei documenti imperiali come dux (duca), sebbene la Svevia abbia ancora avuto successivamente due legittimi duchi. Fu attivamente coinvolta negli eventi politici e cercò anche di raccomandare il suo maestro e confidente, il monaco Eccardo di San Gallo, come educatore per il futuro re Ottone III.
Edvige aveva proprietà e territori ufficiali dalla sua eredità grazie al testamento di Burcardo e dotò i monasteri della zona di proprietà che erano state contestate dai tempi dell'imperatore Ottone I.
Secondo un'antica tradizione della Svevia, “oltre a varie donazioni minori [...] solo i beni ereditari del marito furono lasciati all'amministrazione della duchessa. Il monastero di Reichenau possedeva i villaggi e le valli di Schleitheim, Beggingen, Brunthofen, Thalen, Schlatt e Grimmelshofen, un tempo proprietà della corona franca, ma a condizione che la duchessa Edvige avesse il diritto di usarli per il resto della sua vita".
Secondo la tradizione, che inizia con una visita di Ottone I nell'agosto del 972 dall'Italia, e descrive la situazione dopo la morte di Burcardo III nel 973, luoghi e valli erano in uno stato desolato - «durante la migrazione degli Unni e il successivo momento del bisogno tutto fu lasciato indietro». Con «migrazione degli Unni» ci si riferisce con l'invasione ungherese del 954. L'abate di Reichenau Witigowo (985-996) convinse Edvige che Reichenau era in grado di gestire meglio la ricostruzione della valle e cedette quindi «le sue pretese al monastero».
Rispetto per la vecchia duchessa
[modifica | modifica wikitesto]Il tutto riflette anche l'incipiente sconvolgimento tra gli ottoniani nel principio dell'assegnazione della proprietà territoriale e degli uffici - usando l'esempio della resistenza di Edvige, che ancora tradizionalmente si considerava l'erede dell'Alamannia: dalla «antica libertà delle tribù» alla «onnipotenza, con cui avanzano le idee del feudo»[7]. Poiché questo sviluppo era ancora agli inizi alla fine del X secolo, la considerazione dei governanti per la rispettabile duchessa è comprensibile.
Sia l'imperatore Ottone II che il neo-duca di Svevia Ottone I accettarono questa situazione.
Nel periodo successivo, si alleò, assieme alla sorella Gerberga II, badessa dell'abbazia di Gandersheim, con il fratello minore, il duca Enrico II di Baviera, che, a causa di Edvige, rivendicò ripetutamente il titolo di duca svevo. È dunque visibile un solidarietà tra i membri del ramo bavarese della dinastia, la quale si dimostrò in molte occasioni in contrasto con il ramo imperiale degli ottoniani.
Il duca Enrico II, noto anche come il Litigioso, fu sconfitto per la seconda volta nel 984 quando il nuovo duca svevo Corrado I riuscì a contrastare in tempo un'alleanza con il re di Francia. Con la sconfitta finale di suo fratello, Edvige perse anche la sua influenza politica.
Quando Edvige morì nel 994, Ottone III si occupò personalmente del patrimonio della vedova del potente duca e si recò al Twiel, che fece con ogni probabilità una proprietà imperiale, poiché vi si era già recato di nuovo nell'anno 1000 per sottolineare la sua pretesa.
Ricezione
[modifica | modifica wikitesto]Fu soprattutto il rapporto tra la duchessa Hadwig e il monaco Eccardo, che ella portò alla sua residenza sul Twiel, che trovò la sua espressione nella letteratura del periodo romantico. Con il romanzo Ekkehard, Joseph Victor von Scheffel creò uno dei libri più letti del XIX secolo.
Johann Joseph Abert ha compose sulla vicenda un'opera in 5 atti, Ekkehard (11 ottobre 1878, Berlino, Opera di Corte).
Nel 1999 il dramma di Gerhard Zahner Hadwig, Herzog von Schwaben (regia di Peter Simon) è stato presentato in anteprima a Singen.
Negli anni 1989-1990, la storia dei due personaggi storici è stata trasmessa in una serie televisiva in sei puntate Ekkehard e trasmessa su ARD (originale di Joseph Victor von Scheffel; coautore: Diethard Klante; regista: Diethard Klante; produzione: 1989 André Libik, RB)[8].
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Ottone I di Sassonia | Liudolfo di Sassonia | ||||||||||||
Oda di Billung | |||||||||||||
Enrico I di Sassonia | |||||||||||||
Edvige di Babenberg | Enrico di Franconia | ||||||||||||
Ingeltrude | |||||||||||||
Enrico I di Baviera | |||||||||||||
Teodorico di Ringelheim | Reginaldo di Ringelheim | ||||||||||||
Matilde | |||||||||||||
Matilde di Ringelheim | |||||||||||||
Rinilde di Frisia | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Edvige di Baviera | |||||||||||||
Liutpoldo di Baviera | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Edoardo il Vecchio | |||||||||||||
Cunegonda di Svevia | Bertoldo I di Svevia | ||||||||||||
Gisela dei Franchi | |||||||||||||
Giuditta di Baviera | |||||||||||||
Eberardo di Sülichgau | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Elfleda | |||||||||||||
Gisela di Verona | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gian Carlo Alessio (a cura di), Cronache di San Gallo, traduzione di Gian Carlo Alessio, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2004, p. 474, nota 359, ISBN 88-06-17085-6.
- ^ Carla del Zotto, Rosvita. La poetessa degli imperatori sassoni, Milano, Jaca Book, p. 33, ISBN 978-88-16-43522-3.
- ^ Carla del Zotto, Rosvita. La poetessa degli imperatori sassoni, Milano, Jaca Book, pp. 36-37, ISBN 978-88-16-43522-3.
- ^ a b Gian Carlo Alessio (a cura di), Eccardo IV di San Gallo, 90, in Cronache di San Gallo, traduzione di Gian Carlo Alessio, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2004, p. 215-217, ISBN 88-06-17085-6.
- ^ Nella nota 361 (p. 474), Gian Carlo Alessio riferisce però che forse l'episodio si riferisce al matrimonio di Ottone II e Teofano.
- ^ Gian Carlo Alessio (a cura di), Cronache di San Gallo, traduzione di Gian Carlo Alessio, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2004, p. 474, nota 362, ISBN 88-06-17085-6.
- ^ Dr. Wanner (Schleitheim): Die Abtretung des Randentales an das Kloster Reichenau, in: Hrsg.: Anton Pletscher (Freunde der Heimatkunde): Altes und Neues vom Randen, Zweite Auflage, Buchdruckerei J. G. Stamm, Schleitheim 1911, S. 30 bis 54. In der „Vorbemerkung“ wird darauf hingewiesen, dass diese Ausgabe eine Neuauflage des im Jahr 1880 erschienenen „Büchlein ‚Altes und Neues vom Randen von Freunden der Heimatkunde‘ [ist, das] nun, von Illustrationen aus Künstlerhand begleitet, in neuer Auflage (erscheint).“
- ^ Der TV-Sechsteiler "Ekkehard" im IMDB
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Otto Feger (Hrsg.): Die Chronik des Klosters Petershausen, Schwäbische Chroniken der Stauferzeit (= Schwäbische Chroniken der Stauferzeit. Bd. 3). Thorbecke, Sigmaringen 1978, ISBN 3-7995-6040-8.
- (DE) Eccardo IV, Hist. Verein St. Gallen (Hrsg.), Casus Sancti Galli, Bd. XV – XVII.
- Gian Carlo Alessio (a cura di), Cronache di San Gallo, traduzione di Gian Carlo Alessio, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2004, ISBN 88-06-17085-6.
- (DE) Theodor von Sickel (Hrsg.): Diplomata 13: Die Urkunden Otto des II. und Otto des III. (Ottonis II. et Ottonis III. Diplomata). Hannover 1893 (Monumenta Germaniae Historica, versione digitale)
- (DE) Jürgen Dendorfer: Herzogin Hadwig auf dem Hohentwiel – Landesgeschichtliche Perspektiven für das Früh- und Hochmittelalter. In: Zeitschrift für die Geschichte des Oberrheins 161 (2013), S. 11–42 (online)
- (DE) Karl Schmid, Hadwig, in Neue Deutsche Biographie, vol. 7, Berlin, Duncker & Humblot, 1966, ISBN 3-428-00188-5, p. 419 (online).
- (DE) Hansmartin Schwarzmaier: Hadwig und Ernst II. Schwäbische Herzogsbilder zwischen Geschichtsforschung, Legende und Dichtung. In: Frühmittelalterliche Studien, Bd. 36 (2002), S. 285–315.
- (DE) Patricia Tesch-Mertens: Hadwig von Schwaben – War die Herzogin eine Frau? In: Susanne Blumesberger, Ilse Korotin (Hrsg.): Frauenbiografieforschung. Theoretische Diskurse und methodische Konzepte. (= BiografiA. Neue Ergebnisse der Frauenbiografieforschung. Bd. 9). Praesens-Verlag, Wien 2012, ISBN 978-3-7069-0676-0, S. 601–628.
- (DE) Alfons Zettler: Geschichte des Herzogtums Schwaben. Kohlhammer, Stuttgart, 2003, ISBN 3-17-015945-3, S. 150ff.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Edvige di Svevia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, DE, FR) Edvige di Svevia, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
- Hadwig von Schwaben Archiviato il 12 novembre 2017 in Internet Archive. in Lexikon der Geschichte Baden-Württemberg
- Hadwig von Schwaben nel sito web della fortezza di Hohentwiel
Controllo di autorità | VIAF (EN) 299045414 · ISNI (EN) 0000 0004 0311 0993 · CERL cnp00566234 · LCCN (EN) no2002097229 · GND (DE) 121730921 · J9U (EN, HE) 987007262551005171 |
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