Emanuele Luserna di Rorà
«Signori, […] non abuserò del vostro tempo ad annoverare i danni che tutte le classi dei cittadini avranno a soffrire per l’allontanamento della sede del Governo da Torino [...] Ma piacemi constatare che in presenza d’un fatto simile la popolazione [...] non si sta inoperosa a piangere sui danni sofferti o temibili, locché sarebbe la morte della nostra città, ma si agita animosa e tende a sviluppare vieppiù la sua vitalità con estendere la sfera dell’attività sua»
Emanuele Luserna di Rorà | |
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Sindaco di Torino | |
Durata mandato | 1º febbraio 1862 – 31 dicembre 1865 |
Predecessore | Augusto Nomis di Cossilla |
Successore | Giovanni Filippo Galvagno |
Deputato del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 18 febbraio 1861 – 20 settembre 1874 |
Legislatura | VIII, IX, X, XI |
Deputato del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | 14 dicembre 1857 – 17 dicembre 1860 |
Legislatura | VI, VII |
Emanuele Luserna di Rorà (Torino, 21 agosto 1815 – Torino, 15 maggio 1873) è stato un politico italiano, sindaco di Torino dal 1862 al 1865.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Sposò nel 1841 Giulia Visconti d'Aragona[1].
Diventò sindaco di Torino all'inizio del 1862, all'indomani dell'unificazione italiana. Durante il suo mandato Torino perse il ruolo di capitale d'Italia, che fu assegnato a Firenze nel 1864. La notizia provocò accese proteste in piazza San Carlo, davanti alla sede della prefettura, che furono represse nel sangue, con ben 52 morti. Per la città iniziò un periodo difficile, con la perdita non solo di prestigio ma anche di posti di lavoro: solo nel primo anno Torino perse 32.000 dei suoi 224.000 abitanti[2].
Lusernà di Rorà rifiutò l'indennizzo offerto dal governo italiano, dichiarando «Torino non è in vendita»[3] e individuò chiaramente la necessità di trovare alla città una nuova vocazione, fissando le priorità nel miglioramento dei trasporti e delle fonti di energia e nello sviluppo dell'educazione e del turismo[2]. Avviò così un intenso programma di industrializzazione che fu seguito anche dai suoi successori e contribuì a portare Torino all'avanguardia dell'industria italiana.
La sua città gli ha intitolato una via nel quartiere Cenisia.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La famiglia Trivulzio di Belgioioso, su cristinabelgiojoso.it. URL consultato il 15 aprile 2012.
- ^ a b "Verso la capitale dell'industria", in Rivista Museo Torino, giugno 2011, pp. 65-67, http://www.museotorino.it/resources/pdf/magazine/rivista_mt_03.pdf
- ^ Alberto Papuzzi, Torino tra crisi e rilancio la storia si ripete, su La Stampa.it, 23 gennaio 2006. URL consultato il 29 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2012).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Albina Malerba, Gustavo Mola di Nomaglio, Roberto Sandri-Giachino (a cura di), Prove di Risorgimento su uno scenario europeo. Emanuele Luserna di Rorà. La famiglia e il suo tempo da Bene Vagienna a Torino all'Italia, Centro Studi Piemontesi, Torino 2008, ISBN 978-88-8262-148-3
- Giuseppe Bracco, 1864-1870. Una trasformazione faticosa e sofferta, Comune di Torino, Atti consiliari, Serie storica, 2002
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Emanuele Rorà (Lucerna Di), su storia.camera.it, Camera dei deputati.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 102737610 · ISNI (EN) 0000 0000 7782 6338 · CERL cnp01203762 · LCCN (EN) n2010023394 · GND (DE) 139904573 · BNF (FR) cb165966077 (data) |
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