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Depersonalizzazione

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

La depersonalizzazione è una forma di disturbo dissociativo, come viene considerata nel DSM-IV.[1]

Ricorrente è la correlazione di tale disturbo con la derealizzazione, nella quale il soggetto manifesta tuttavia un'esperienza di distacco dalla realtà più che dalla propria persona.

Tra le cause principali all'origine del disturbo sono comunemente indicate l'ansia e lo stress che, se presenti in quantità eccessiva, porterebbero la coscienza del soggetto a distaccarsi da in un meccanismo difensivo.[2] La problematica è tuttavia riconducibile anche all'utilizzo di droghe ed altre sostanze.[2]

Oltre ad avvertire un marcato e persistente distacco dall'Io[2], i soggetti affetti manifestano alcuni segni specifici[3][4][5]:

  • sensazione di essere un'entità estranea rispetto al proprio corpo;
  • difficoltà nel riconoscere la propria immagine;
  • avvertimento di un soffuso senso di distacco, che talvolta si riscontra nell'ambiente esterno;
  • impressione di essere un automa, o spettatore della propria vita;
  • difficoltà a livello di memoria e nel richiamare i propri ricordi, che talvolta non vengono riconosciuti dal soggetto.

Secondo l'associazione statunitense NAMI (National Alliance on Mental Illness) circa la metà della popolazione adulta americana ha avuto esperienze di depersonalizzazione, sia come episodi isolati che come disturbo a sé stante.[5] Oltre agli aspetti elencati, la persona può provare una minor sensibilità sensoriale.[5]

Il trattamento di cura è direttamente ascrivibile alla causa scatenante dell'evento, che può, talvolta, essere spia di possibili malattie neurologiche (tra cui la sclerosi multipla e l'Alzheimer).[6] È infatti comune la prescrizione di antidepressivi e del naloxone, farmaco noto per gli effetti anti-oppiacei.[6] Non è comunque da escludere l'ipotesi che possa dipendere anche dal disturbo borderline.[6]

Qualora i fattori alla base della patologia siano invece di natura psicologica, si ricorre solitamente all'intervento psicoterapeutico.

  1. ^ Bruno Callieri, Depersonalizzazione in "Universo del corpo", su treccani.it, 1999.
  2. ^ a b c David Vagni, Depersonalizzazione e disturbo, su spazioasperger.it. URL consultato il 18 ottobre 2018.
  3. ^ (EN) Elena Bezzubova, Depersonalization as Philosophical Awareness, su psychologytoday.com, 31 ottobre 2016.
  4. ^ (EN) Mental health and depersonalization disorder, su webmd.com. URL consultato il 18 luglio 2018.
  5. ^ a b c (EN) Christine Schoenwald, 6 warning signs you suffer from depersonalization disorder, su psychcentral.com. URL consultato il 15 luglio 2018.
  6. ^ a b c A.Piccinni e A.Veltri, Sentirsi irreali. La depersonalizzazione, su pisamedica.it, 17 novembre 2010. URL consultato l'11 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2019).
  • Fugen Neziroglu e Katharine Donnelly, Fuori da me: superare il disturbo di depersonalizzazione, a cura di Ezio Sanavio, Trento, Erickson, 2016, ISBN 9788859009931.
  • Nicola Ghezzani, La vita è un sogno: derealizzazione, depersonalizzazione e attacchi di panico, collana Psicoterapie, Milano, Angeli, 2018, ISBN 9788891762368.
  • Mauricio Sierra, La depersonalizzazione: una nuova prospettiva, collana Psiche e coscienza, prefazione di Vincenzo Caretti, Adriano Schimmenti, Roma, Astrolabio, 2011, ISBN 9788834016107.

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