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Domenico Balestrieri

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Domenico Balestrieri

Domenico Balestrieri (Milano, 16 aprile 1714Milano, 11 maggio 1780) è stato un poeta italiano, autore di versi sia in dialetto milanese che in lingua italiana.

Nato a Milano da Giuseppe Balestrieri e Isabella Maganza. Compì il corso di filosofia alle scuole di Brera[1]; poi, per secondare i desideri paterni, studiò legge presso il Collegio Calchi e da adulto svolse la professione del cancelliere all'annona presso il magistrato straordinario del Ducato di Milano.

Balestrieri fu tra i restauratori dell'Accademia dei Trasformati (1743-1768) col conte Imbonati e il poeta Carl'Antonio Tanzi[2]. Nel 1747 sposò Rosaria Casati dalla quale ebbe una figlia, Giuseppa, che nel 1795 curerà un'edizione postuma delle poesie paterne[3]. Per un triennio risiedette a Varese, e compose varie poesie a tema varesino[4].

Balestrieri ebbe rapporti amichevoli con le più importanti personalità milanesi. Grande amico del Parini e del cardinal Angelo Maria Durini, fu spesso ospite del canonico Giuseppe Candido Agudio, nel suo palazzo di Malgrate sul lungolago di Lecco. Morì l'11 giugno del 1780.

Anche un suo fratello, Carlo Giuseppe Balestrieri, prete secolare, fu "buon poeta Volgare" secondo il Mazzuchelli[5]. Tre sue poesie in italiano sono pubblicate nelle Lagrime in morte di un gatto alle pp. 125–128.

A un'ampia scelta delle sue poesie dedicò il Cherubini i .

Giuseppe Parini gli dedicò il sonetto in dialetto milanese In morte di Domenico Balestrieri, pubblicato nei Versi in morte del celebre poeta Domenico Balestrieri insieme a un epigramma in lingua italiana.

Costituì un modello importantissimo per Carlo Porta, che studiò a lungo i versi di Balestrieri, come testimoniano i suoi spogli lessicali delle opere del Balestrieri (una pagina manoscritta di spogli è stata pubblicata da Dante Isella nel Ritratto dal vero di Carlo Porta[6]). Inoltre l'almanacco El lava piatt del meneghin ch'è mort[7], la cui paternità portiana è stata dimostrata da Isella, si riferisce proprio al Balestrieri, che si faceva chiamare Meneghin Balestreri, con riferimento a Meneghino, la celebre maschera creata da Carlo Maria Maggi. Altri punti di contatto tra i due poeti si possono trovare nella traduzione compiuta da Porta di alcuni canti dell'Inferno dantesco.

La produzione poetica del Balestrieri, in massima parte scritta in dialetto milanese, ebbe molto successo. Le sue opere principali sono: Il figliuol prodigo (in sestine), Milano 1748; Rimm milanes de Meneghin Balestren Accademegh Trasformaa, con ritratti dell'Imbonati e del poeta, Milano 1774; Rime toscane e milanesi, in 6 volumi, Milano 1774-1779; La Gerusalemme liberata travestita in lingua milanese, in 4 voll., Milano 1772, e in un volume, Milano 1773; Rime milanesi, raccolta di novelle pubblicata dopo la sua morte nel 1795. L'opera di Giuseppe Balestrieri è stata pubblicata quasi integralmente a cura di Francesco Cherubini nei volumi V-VIII della sua Collezione delle migliori opere scritte in dialetto milanese (Milano, 1816).[8] Una selezione delle sue poesia fu stampata a cura di Ferdinando Fontana agli inizi del XX secolo[9].

Edizioni originali

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  • Rime milanesi di Domenico Balestrieri a Sua Eminenza il Signor Cardinale Angiolo Maria Durini Arcivescovo d'Ancira e Conte Confeudatario di Monza. In Milano, 1795, Nell'Imp. Monistero di S. Ambrogio Maggiore.

Edizioni moderne

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  1. ^ Fino al 1772 nel palazzo dove è attualmente accolta l'Accademia di Belle Arti esisteva un collegio dei Gesuiti.
  2. ^ Pietro Verri. Storia di Milano / di Pietro Verri, dai suoi più remoti principii fino al 1525 e, continuata fino alla presente eta da Stefano Ticozzi. Milano: Vittoria Gatti-Cairo, 1836, vol. V p. 159-160 Storia di Milano - Pietro Verri - Google Libri
  3. ^ Rime milanesi di Domenico Balestrieri a sua eminenza il signor cardinale Angiolo Maria Durini arcivescovo d'Ancira e conte confeudatario di Monza. Ed. postuma per cura della figlia Giuseppa Parea. Milano: nell'Imperial monistero di S. Ambrogio Maggiore, 1795
  4. ^ E no diroo nagotta de Masnagh: dodici poesie varesine;. Prefazione di Dante Isella, a cura di Felice Milani. Varese: Libreria Pontiggia, 1993.
  5. ^ Giammaria Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, cioè notizie storiche e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani: B, Bossini, 1758, p. 166-167. URL consultato il 14 gennaio 2021.
  6. ^ Dante Isella, Ritratto dal vero di Carlo Porta, A. Pizzi, 1973. URL consultato il 16 novembre 2020.
  7. ^ Carlo Antonio Melchiore Filippo Porta, El lava piatt del Meneghin ch' è mort, a cura di Dante Isella, R. Ricciardi, 1960. URL consultato il 16 novembre 2020.
  8. ^ Opere di Domenico Balestrieri. Vol. 1-4. Milano: presso Giovanni Pirotta, 1816:
  9. ^ Bambann vecc e noeuv. Milano: Libreria editrice nazionale, 1903
  • "Notizie sulla vita e sugli scritti di Domenico Balestrieri" in Francesco Cherubini, Collezione delle migliori opere scritte in dialetto milanese. Milano: presso Giovanni Pirotta, 1816, Vol. V, pp. 5–12 Opere - Carlo Maria Maggi - Google Libri
  • Pietro Gibellini, "Balestrieri, Domenico" in Vittore Branca, Dizionario critico della letteratura italiana, Torino: UTET, 1973, vol. 1, p. 175-177
  • Dante Isella, "Balestrieri, Domenico", in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 5, 1963
  • Michele Mari, Momenti della traduzione fra Settecento e Ottocento, Istituto propaganda libraria, 1994
  • Giammaria Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, cioè, Notizie storiche e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani. Brescia: Bossini, 1758, Vol. II p. 166-167.
  • Felice Milani, Balestrieri e Porta traduttori, in La poesia di Carlo Porta e la tradizione milanese. Atti del convegno di studi organizzato dalla Regione Lombardia, Feltrinelli, 1976, pp. 119–127.
  • Felice Milani, Anacreonte in Lombardia, in "Studi sul Settecento e l'Ottocento", VI (2011), pp. 65–83
  • Felice Milani, Il Figliuol Prodigo di Domenico Balestrieri, in Studi sul Settecento e l'Ottocento, IX (2014), pp. 16–33 [ma l'intero volume è dedicato al terzo centenario della nascita del poeta].

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