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Giovanni d'Azzo degli Ubaldini

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Giovanni d’Azzo degli Ubaldini
MorteSiena, giugno 1390
Cause della morteforse per avvelenamento
Luogo di sepolturaDuomo di Siena
Etniaitaliana
Dati militari
Paese servito
UnitàCavalleria
Anni di servizio1365-1390
GradoCondottiero di compagnia di ventura
ComandantiCapitano generale delle truppe viscontee
BattaglieBattaglia delle Brentelle
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Giovanni d’Azzo degli Ubaldini (... – Siena, giugno 1390) è stato un condottiero italiano.

Stemma Ubaldini

Iniziò la sua attività di uomo d'armi nel 1365 militando contro Firenze nella Compagnia di San Giorgio, condotta da Ambrogio Visconti.

Operò con alterne fortune nelle Marche, Umbria e in Toscana. Dopo lo scioglimento della compagnia, combatté contro la Repubblica di Siena. Nel 1384 si alleò con il capitano di ventura Giovanni Acuto, combattendo nel senese e nell'ascolano. Nel 1385 spostò la sua attività nel nord della penisola, associandosi a Giovanni da Barbiano contro gli Estensi di Ferrara. Nel settembre dello stesso anno fu in Friuli a combattere gli Scaligeri e i veneziani, conquistando Portogruaro. Al soldo dei Carraresi, nel febbraio 1386 a Ponte di Barbarano (Vi) sconfisse le milizie condotte da Cortesia Serego e quindi a Montagnana. Nel giugno ingaggiò una furiosa lotta nella battaglia delle Brentelle, dalla quale uscirono sconfitte le truppe scaligere ancora una volta comandate da Sarego e catturati e condotti a Padova i principali avversari: Facino Cane, Giovanni Ordelaffi, Ostasio II da Polenta e lo stesso Sarego. Nel novembre 1386 si alleò con il nuovo signore di Milano, Gian Galeazzo Visconti, combattendo gli Scaligeri sino alle porte di Verona e assediando i loro numerosi castelli sul lago di Garda, tra cui Peschiera, Lazise, Bardolino, Torri e Malcesine. Nel 1387 a Milano venne nominato capitano generale delle truppe viscontee. Le ultime imprese furono al soldo della Repubblica di Siena contro i fiorentini, coadiuvato da diversi condottieri, tra cui Ceccolo Broglia e Brandolino Brandolini.

Morì a Siena nel giugno 1390 forse per avvelenamento[1] da parte dei Fiorentini e fu sepolto solennemente nel duomo.[2]

Collegamenti esterni

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