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Giorgio Marconi

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Giorgio Marconi (Milano, 18 luglio 1930Milano, 20 maggio 2024) è stato un gallerista italiano.

Abbandona gli studi di medicina all'Università di Parma, per riaprire il laboratorio di cornici del padre Egisto,[1] corniciaio dei maggiori artisti italiani degli anni '30[2]. Fu proprio il padre a presentare al figlio Giorgio gli artisti Enrico Baj, Valerio Adami, Arnaldo e Giò Pomodoro.[3]

Tra le prime opere della sua collezione si trovano delle gouache di Mario Sironi, la cui vendita avvenuta a prezzo di mercato è servita, col benestare di Sironi, a finanziare la trasformazione della corniceria in Studio e ad avviarne l'attività.[4] Successivamente conosce Lucio Del Pezzo, Hsiao Chin, Bepi Romagnoni e Mario Schifano.

Nel 1963 Werner Haftmann, all'epoca direttore di Documenta 3, va a trovare Marconi nell'atelier di cornici e sceglie le opere di Romagnoni e Adami da esporre alla manifestazione in una sala dedicata ai due artisti e a Joseph Beuys.[5] Nel 1965 Marconi decide di aprire lo Studio Marconi, in un locale nel piano superiore all'atelier delle cornici in Via Tadino 15.[6] Il nome lo suggerisce Emilio Tadini, per sottolineare l'aspetto di ricerca e sperimentazione.[7] Lo spazio espositivo viene inaugurato con una mostra di quattro artisti italiani: Lucio Del Pezzo, Mario Schifano, Emilio Tadini e Valerio Adami. L'invito di quella mostra consisteva in una scatola contenente i quadri esposti, riprodotti su un cartoncino tagliato a puzzle, idea provocatoria contro l'establishment artistico.[8]

Lo Studio Marconi è stato uno dei poli della Pop Art italiana, la quale si incentra sulla "cultura alta", sulla storia dell'arte, portando avanti un discorso artistico.[9][10][11]

Nel frattempo continuano i viaggi, soprattutto a Londra: qui nasce un sodalizio con Robert Fraser e con gli artisti della Pop Art inglese, tra cui Hamilton, Paolozzi, Caufield, Hockney, Blake e Tilson. Nel marzo del 1966 si tiene una delle prime mostre in Italia di David Hockney, organizzata presso Studio Marconi e Galleria dell'Ariete di Beatrice Monti.[12][13][14] Nella mostra vengono esposti lavori di Hockney che manifestano il suo interesse per i materiali trasparenti, e una ricerca pittorica sull'acqua in movimento.[15]

Nel 1968 durante un viaggio a Parigi, grazie a Enrico Baj, conosce Man Ray, con il quale stringe un forte rapporto di amicizia[16].

Oltre all'attività espositiva, lo Studio ha sviluppato in parallelo attività editoriale, nata grazie al clima culturale che si era creato. Tra gli autori: Giulio Carlo Argan, Natalia Aspesi, Giorgio Bocca, Gillo Dorfles, Umberto Eco.[17]

Lo Studio Marconi è stato punto d'incontro per molte personalità di spicco dell'epoca, considerato centro di innovazione nell'ambito artistico e culturale[18][19][20][21]

Nel corso degli anni allo Studio Marconi sono state allestite mostre di artisti come Mario Schifano, Arnaldo Pomodoro, Enrico Baj, Lucio Del Pezzo, Gianfranco Pardi, Piero Dorazio, Sonia Delaunay, Gianni Colombo, Alexander Calder, Louise Nevelson, Giuseppe Uncini, Giulio Paolini, Lucio Fontana, Mimmo Rotella, Valerio Adami, Bruno Di Bello, Hervé Télémaque, Joseph Beuys, Christo, Aldo Spoldi

Nel dicembre del 1992 lo Studio Marconi tenne la sua ultima mostra presentando l'artista cinese Hsiao Chin, che era stato uno tra i primi ad avere una personale nei locali di Via Tadino nel 1967. Giorgio Marconi costituisce una nuova società con il figlio Gió, che si interessava al lavoro degli artisti più giovani. Nasce così la Galleria Gió Marconi[22].

Nel 2004 Giorgio Marconi lascia la galleria al figlio e crea la Fondazione Marconi[23] per continuare a lavorare con i suoi artisti, per gestire le loro opere, per collaborare con le istituzioni e promuovere mostre importanti.

Il 20 maggio 2024, a 93 anni, si spegne a Milano.

Premi e riconoscimenti

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  • Giorgio Marconi, Erettore Ascensionale di Arti ed Artifici, il 26 maggio 1983 a Milano, viene proclamato Cavaliere Ufficiale O.G.G. (Ordine Grande Giduglia) onorificenza consegnata dal Collegio di Patafisica e Ordine della Grande Giduglia, per mano del Presidente del consiglio superiore dei Gran Maestri dell'Ordine Enrico Baj.
  • Montblanc de La Culture Arts Patronage Award, 2016, Peggy Guggenheim Venezia[24]
  • Premio ANGAMC alla carriera, 3 febbraio 2018, Bologna [25]
  1. ^ Egisto Marconi, su storiaememoriadibologna.it. URL consultato il 21 maggio 2024.
  2. ^ In Domus ottobre 1944, riproduzione della pagina riportata a p. VIII di Autobiografia di una galleria.
  3. ^ Scomparso Giorgio Marconi, su ansa.it. URL consultato il 21 maggio 2024.
  4. ^ C'era una volta un corniciaio, su artribune.com. URL consultato il 21 maggio 30/2024.
  5. ^ p.XII, "Che il tempo sia passato non me ne sono neppure accorto, di sicuro mi sono divertito molto", intervista in Autobiografia di una galleria. Lo studio Marconi 1965/1992
  6. ^ È morto il gallerista Giorgio Marconi, grande promotore dell'arte contemporanea in Italia, su artribune.com. URL consultato il 21 maggio 2024.
  7. ^ p.185,in dottorato di ricerca culture umanistiche e visive, Università degli studi di Bergamo e Universite Paris Ouest Nanterre, L’opera letteraria di Emilio Tadini L’œuvre littéraire d’Emilio Tadini Dottorando: Giacomo Raccis, 2014/2015
  8. ^ p. XI, "Che il tempo sia passato non me ne sono neppure accorto, di sicuro mi sono divertito molto", intervista in Autobiografia di una galleria. Lo studio Marconi 1965/1992.
  9. ^ Pop Art Italiana, su arte.it. URL consultato il 25 maggio 2024.
  10. ^ Pop Art Italiana, su ninconanco.it. URL consultato il 25 maggio 2024 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2020).
  11. ^ Pop art in Italia, su collezionedatiffany.com. URL consultato il 25 maggio 2024.
  12. ^ p. XVIII, "Che il tempo sia passato non me ne sono neppure accorto, di sicuro mi sono divertito molto", intervista in Autobiografia di una galleria. Lo studio Marconi 1965/1992
  13. ^ Hockney alla galleria Ariete, su primo.getty.edu. URL consultato il 21 maggio 2024.
  14. ^ Hockney 2011, su 1995-2015.undo.net. URL consultato il 21 maggio 2024.
  15. ^ p.8, "Autobiografia di una galleria"
  16. ^ Man Ray e Marconi, su messaggeroveneto.gelocal.it. URL consultato il 21 maggio 2024.
  17. ^ Una vita nell arte contemporanea, su exibart.com. URL consultato il 21 maggio 2024.
  18. ^ ?, su archeologia.it. URL consultato il 21 maggio 2024 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2021).
  19. ^ p. VII in Expanded cultures. Storie, critiche e pratiche del cinema espanso in Italia 1967-1981, dottorato di ricerca in scienze filologico letterarie, storico filosofiche ed artistiche, Università degli studi di Parma, Jennifer Malvezzi
  20. ^ p.26, Trevisan, M. (2017). Bibliofilia che passione. Viaggio curioso tra rarità di Céline o Bukowski, esordi italiani, anni Sessanta e quotazioni bibliografiche
  21. ^ p.209, Melotti, M. (2017). Vicende dell'arte in Italia dal dopoguerra agli anni Duemila: Artisti, Gallerie, Mercato, Collezionisti, Musei. Franco Angeli Edizioni.
  22. ^ GióMARCONI, su giomarconi.com. URL consultato il 24 maggio 2024.
  23. ^ FONDAZIONE, su fondazionemarconi.org. URL consultato il 24 maggio 2024.
  24. ^ Montblanc de La Culture Arts Patronage Award, 2016, Peggy Guggenheim Venezia, su forbes.com. URL consultato il 22 maggio 2024.
  25. ^ Premio ANGAMC 2018, su artefiera.it. URL consultato il 22 maggio 2024.
  • Radice B., Sono un mercante, sarò un agente, l'europeo, Roma 1980.
  • Levi P., Manager in prima linea, Arte, 1984.
  • Fumagalli L., Quando le mode drogano l'arte, Capital,1984.
  • Giorgio Marconi, Gallerista, Abitare A, 1992.
  • Giorgio Marconi, L'uomo Vogue, 2000.
  • Autobiografia di una galleria. lo Studio marconi 1965/1992, Skira, Ginevra-Milano, 2004.
  • D'Orrico A., Vissi d'arte e di stretching, Sette, 2004.
  • Diez R., Dodici uomini d'oro, Arte, 2005.
  • Quintavalle A. C., L'Ispirazione? Sconfitta dal mercato, Corriere della sera, 2011.

Collegamenti esterni

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