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Aliquote di primo intervento

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Voce principale: Arma dei Carabinieri.
Aliquote di Primo Intervento - A.P.I.
Descrizione generale
Attiva2016 - oggi
NazioneItalia (bandiera) Italia
ServizioArma dei Carabinieri
TipoForze Armate Italiane
Ruolo
  • Antiterrorismo nazionale
  • Operazioni speciali di polizia [1]
SoprannomeA.P.I.
Parte di
Nuclei Radiomobile delle grandi città
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Le aliquote di primo intervento (in acronimo Le A.P.I.) sono reparti dell’Arma dei Carabinieri che hanno il compito di intervenire all'interno di situazioni ad alto rischio[2], prevenire o contenere atti di terrorismo.

Sono stati creati nel 2016 a seguito degli Attentati di Parigi del 13 novembre 2015, con l'obiettivo di costituire una risposta rapida agli attacchi terroristici sempre di più perpetrati attraverso l'utilizzo di armi automatiche a cui la dotazione standard delle forze di polizia normalmente in servizio non riesce a rispondere in maniera adeguata.

A essi è devoluto il compito di intervenire quanto più tempestivamente possibile per fronteggiare situazioni di crisi ad alto rischio, nonché prevenire, contrastare e contenere atti di terrorismo, qualora l'intervento del GIS non fosse possibile nell'immediato, e comunque in sua attesa.

Le API sono presenti in 18 capoluoghi di provincia, costantemente dispiegate ed in movimento sul territorio: sono formate da gruppi di 9/14 persone, suddivise in equipaggi di 3/5 unità. Sono formalmente inquadrate alle dipendenze del locale Comandante Provinciale dell'Arma dei Carabinieri e rafforzano la capacità antiterrorismo dei reparti territoriali.

Selezione e formazione

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Dette unità, dopo aver aderito a specifica interpellanza, sostengono numerose e approfondite verifiche di tipo medico, psichico, psicologico, attitudinale e cognitivo, al fine di assicurarsi che ognuna di esse sia dotata delle particolari qualità necessarie allo svolgimento dei delicati compiti devoluti alle squadre. Qualora risultati idonei, gli operatori vengono inviati a Pisa, presso lo specifico centro di formazione, al fine di sostenere un apposito corso di addestramento e ulteriore selezione. Qui vengono sostenute prove fisiche ed affinate ulteriormente tecniche di combattimento a mani nude e di difesa personale, di tiro con armi da fuoco lunghe e corte, tecniche di irruzione in edifici, tattiche di movimento e guerriglia urbana, primo soccorso di eventuali feriti gravi, oltre al potenziamento delle qualità fisiche generali. Il corso di qualificazione è a cura del Centro Addestramento della 2ª Brigata mobile dei Carabinieri, ove operano militari addestratori che hanno prestato precedente servizio presso vari reparti d'élite della forza armata. I militari giudicati idonei alla fine dell'iter addestrativo divengono effettivi al Reparto e sosterranno periodici aggiornamenti formativi in aggiunta al costante addestramento per il mantenimento delle capacità operative[3].

Si distinguono dalle Squadre operative di supporto, in quanto queste ultime dipendono direttamente dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri.

  1. ^ Giuseppe Crimaldi, Tecnologia e armi speciali, i «supercarabinieri» come Swat a Napoli, in Il Mattino, 14 aprile 2016. URL consultato il 22 maggio 2018.
  2. ^ Antonio Pannullo, Api e Sos: ecco i supercarabinieri che ci difenderanno dai terroristi islamici, in Secolo d'Italia, 24 marzo 2017. URL consultato il 22 maggio 2018.
  3. ^ difesaonline.it
  • Armamento: ARX-160 PM-12 Beretta 92FS

Collegamenti esterni

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