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Antonio Gaspari

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Antonio Domenico Gaspari (Venezia, 10 aprile 1656Venezia, 29 aprile 1723) è stato un architetto italiano.

Di lui si hanno scarsissime notizie biografiche: figlio di un Giovanni, nacque in Veneto, ma forse non a Venezia. Fu probabilmente allievo di Longhena e ne concluse alcuni lavori dopo la sua morte, avvenuta nel 1682, in particolare il palazzo dei Pesaro sul Canal Grande. Tuttavia, è ipotizzato un legame con l'Accademia di San Luca a Roma, attorno alla cerchia di Fontana.

Realizzò e restaurò molte architetture di rilievo a Venezia e in Terraferma, importando in Veneto un gusto pienamente barocco di stampo berniniano e borrominiano, attento inoltre ai ragionamenti sull'architettura obliqua di Caramuel.

Anche la data di morte non è nota. Si ipotizza che, attorno al 1725, si sia ritirato a Castelguglielmo, in Polesine, dove aveva alcuni possedimenti, e lì potrebbe essere spirato tra il 1738 e il 1749. Lasciò due figli: Gian Giacomo, residente a Venezia, e Giovanni Paolo, pittore e scenografo attivo principalmente in Germania.

Venezia, Palazzo Barbaro a San Vidal
  • Elena Bassi, Episodi dell'architettura veneta nell'opera di Antonio Gaspari, «Saggi e Memorie di Storia dell'Arte», 3 (1963), pp. 55-108.
  • Lorenzo Finocchi Ghersi, Antonio Gaspari, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 52, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1999, ad vocem [1] (consultato Giugno 2014).
  • Bruno Cogo, Antonio Gaspari architetto veneziano: dati biografici (1656-1723), il suo capolavoro, Este, Grafica Atestina, 2003.
  • Massimo Favilla, Ruggero Rugolo, La verità sul caso Gaspari, «Studi veneziani», vol. 45 (2003), pp. 243-262.
  • Massimo Favilla, Ruggero Rugolo, Progetti di Antonio Gaspari architetto della Venezia Barocca, «Atti dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti», vol. 165, Classe di scienze morali, lettere ed arti (2006-2007), pp. 139-191.
  • Augusto Roca De Amicis, Antonio Gaspari e un dialogo con il barocco romano, in Storia dell'architettura nel Veneto. Il Seicento, a cura di Augusto Roca De Amicis, Venezia 2008, pp. 206-221.

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