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Clement Attlee

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Clement Attlee

Primo ministro del Regno Unito
Durata mandato26 luglio 1945 –
26 ottobre 1951
MonarcaGiorgio VI
PredecessoreWinston Churchill
SuccessoreWinston Churchill

Vice primo ministro del Regno Unito
Durata mandato19 febbraio 1942 –
23 maggio 1945
Vice diWinston Churchill
MonarcaGiorgio VI
Predecessorecarica istituita
SuccessoreHerbert Morrison

Lord presidente del Consiglio
Durata mandato24 settembre 1943 –
23 maggio 1945
Capo del governoWinston Churchill
PredecessoreJohn Anderson
SuccessoreFrederick Marquis

Leader del Partito Laburista
Durata mandato25 ottobre 1935 –
25 novembre 1955
PredecessoreGeorge Lansbury
SuccessoreHugh Gaitskell

Membro del Parlamento per Walthamstow Ovest
Durata mandato23 febbraio 1950 –
26 dicembre 1955
PredecessoreValentine McEntee
SuccessoreEdward Redhead
Gruppo
parlamentare
Laburista
CollegioWalthamstow Ovest

Membro del Parlamento per Limehouse
Durata mandato15 novembre 1922 –
23 febbraio 1950
PredecessoreWilliam Pierce
Successorecollegio abolito
Gruppo
parlamentare
Laburista
CollegioLimehouse

Dati generali
Prefisso onorificoThe Right Honourable
Partito politicoPartito Laburista
ProfessioneAvvocato
Clement Attlee
Ufficiali britannici nell'aprile del 1916. Attlee è quello al centro.
NascitaLondra, 3 gennaio 1883
MorteWestminster, 8 ottobre 1967
Dati militari
Paese servitoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Forza armata British Army
Anni di servizio19141919
GradoMaggiore
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneTeatro mediorientale della prima guerra mondiale
Fronte occidentale
BattaglieCampagna di Gallipoli
Campagna della Mesopotamia
Decorazioni1914-15 Star
British War Medal
Medaglia interalleata della vittoria (Regno Unito)
Altre carichePrimo ministro del Regno Unito
Vice primo ministro del Regno Unito
Lord presidente del Consiglio
Presidente del Partito Laburista
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Clement Richard Attlee, I conte Attlee (Londra, 3 gennaio 1883Westminster, 8 ottobre 1967), è stato un politico e militare britannico, primo ministro del Regno Unito dal 1945 al 1951.

Presidente del Partito Laburista dal 1935 al 1955, fu un sostenitore dello stato sociale e del consenso postbellico. Come primo ministro supportò la nazionalizzazione di diverse industrie e la fondazione del National Health Service, il servizio sanitario gratuito del Regno Unito.[1][2]

A livello internazionale fu il principale interprete della transizione del Regno Unito da potenza globale a potenza europea. Supportò il piano Marshall e la decolonizzazione in Asia.[1]

Studi e inizi in politica

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Docente di scienze economiche, al termine del primo conflitto mondiale aderì al Partito Laburista.

Nel 1919 divenne sindaco di Stepney; nel 1922 iniziò la sua carriera parlamentare.[3]

La sua politica si rifaceva al new liberalism ed era un riformista moderato; l'abolizione del sistema capitalistico non era un suo obiettivo.

Incarichi nel primo dopoguerra

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Ricoprì vari incarichi nei governi presieduti da Ramsay MacDonald, tra le quali le cariche di sottosegretario alla guerra (1924); di Cancelliere del Ducato di Lancaster e di ministro delle poste (tra il 1929 e il 1931).

Capo dell'opposizione ai governi conservatori, dal 1935; si batté contro la loro politica di appeasement nei confronti della Germania nazista; nel 1940 entrò nel governo di unità nazionale di Winston Churchill, anch'egli da sempre contrario all'appeasement di Chamberlain.

Primo Ministro

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Dopo la fine della guerra in Europa chiese e ottenne la convocazione di elezioni, da lui vinte, a sorpresa, con la maggioranza assoluta.

Il suo primo impegno come premier fu la partecipazione alla conferenza di Potsdam.

Politica interna

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In politica interna si mosse in tre direzioni: introduzione di un sistema assicurativo e previdenziale fondato sul principio di universalità, secondo i piani di William Beveridge; realizzazione d'un vasto piano di nazionalizzazioni; elaborazione di una pianificazione economica volta a diminuire la disoccupazione.[4]

Nazionalizzò la Banca d'Inghilterra, le miniere e le ferrovie. Tramite il consenso postbellico stabilì un equilibrio tra le forze politiche e le forze sindacaliste e diede vita a un forte stato sociale, mantenuto dai successivi governi conservatori fino a Margaret Thatcher.[1][5] Supportò Aneurin Bevan come ministro della sanità per la fondazione del National Health Service, il servizio sanitario nazionale del Regno Unito.[2]

Politica estera

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In politica estera il suo governo mantenne il forte legame con gli Stati Uniti, ma nel 1946 Attlee stipulò un accordo commerciale con l'Unione Sovietica, fornendo alcuni esemplari (e concedendone la produzione, su licenza) del più avanzato turboreattore britannico, il Rolls-Royce Nene; ciò permise all'URSS di realizzare il MiG-15 e sviluppare la propria aviazione militare[6].

Diede avvio alla politica di decolonizzazione e concesse l'indipendenza al subcontinente indiano.[7]

Dopo il governo

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Nel 1951 fu sconfitto da Winston Churchill; assunse la carica di capo dell'opposizione laburista e la mantenne sino al 1955, anno in cui si ritirò dal partito dopo 20 anni di leadership. Per aver ricoperto il ruolo di primo ministro gli fu concesso un seggio nella camera dei Lord, dove fu attivo fino alla morte nel 1967.[3]

Attlee disse di non seguire alcun culto in particolare e di non aver alcun rapporto con la fede: quando gli chiesero se fosse agnostico, rispose 'Non lo so'[8].

  1. ^ a b c (EN) Derek Brown, 1945-51: Labour and the creation of the welfare state, su The Guardian, 14 marzo 2001. URL consultato il 2 marzo 2024.
  2. ^ a b (EN) NHS at 72: How was the health service created and what were its guiding principles?, su The Independent, 3 luglio 2020. URL consultato il 2 marzo 2024.
  3. ^ a b (EN) Clement Attlee | Biography, Accomplishments, & Welfare State | Britannica, su Britannica. URL consultato il 13 marzo 2024.
  4. ^ Morgan 1985, pp. 142-187.
  5. ^ Giulia Guazzaloca, Storia della Gran Bretagna (1832-2014).
  6. ^ Enzo Angelucci e Paolo Matricardi, Guida agli aeroplani di tutto il mondo, vol. 6, Milano, Oscar Illustrati Mondadori, Arnoldo Mondadori Editore, 1978, p. 196.
  7. ^ Morgan 1985, pp. 188-231.
  8. ^ Jerry Hardman Brookshire, Clement Attlee, New York, Manchester University Press, 1995, p. 15, ISBN 0-7190-3244-X. URL consultato il 20 gennaio 2015.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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