Cichorium endivia
L'indivia (Cichorium endivia L.), regionalmente anche scarola, è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae (o Composite).[1]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]La parola indivia deriva dal greco antico ἔντυβον, éntybon, con lo stesso singnificato.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Spesso confusa con la "cugina" cicoria (entrambe appartengono allo stesso genere Cichorium), l'indivia sviluppa una rosetta di foglie assai increspate le quali formano un cespo piuttosto lasso.
L'imbianchimento delle foglie si esegue raccogliendole e legandole con un filo di rafia. La varietà belga, indivia belga, si presenta a forma di grosso sigaro color crema perché viene fatta crescere al buio; questa tecnica consente alle foglie di rimanere bianche e più tenere.
Varietà
[modifica | modifica wikitesto]Si presenta fondamentalmente in due varietà: quella classica, detta crispum (particolare in foto) e la varietà latifolium. Quest'ultima è comunemente chiamata indivia in Italia settentrionale, scarola liscia o semplicemente scarola in Italia centro-meridionale, mentre la prima è nota come indivia scarola, indivia riccia o (soprattutto in Campania) scarola riccia.
Le cultivar di indivia sono numerose: il catalogo comune dell'Unione Europea riconosce oltre 200 varietà registrate di Cichorium endivia, di cui oltre 30 italiane.[3]
Coltivazione e raccolta
[modifica | modifica wikitesto]La pianta predilige terreni molto fertili, sciolti e ricchi di sostanza organica. Si semina in semenzaio e si mette a dimora quando le piantine hanno quattro o cinque foglie, rispettando la distanza di 25–30 cm sulla fila e 30–40 cm tra le file.
Le irrigazioni devono essere frequenti finché le piante non formano il cespo, poi vanno a diradare onde evitare il marciume delle foglie e del colletto.
La raccolta si esegue in autunno, inverno e all'inizio primavera.
Avversità
[modifica | modifica wikitesto]L'indivia può essere attaccata dalla peronospora e dalla ruggine, nonché da parassiti animali come gli afidi e la chiocciola.
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Indivia cruda | |
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Valori nutrizionali per 100 g | |
Energia | 17 kcal (70 kJ) |
Proteine | 1,25 g |
Carboidrati | |
Totali | 3,35 g |
Fibre | 3,1 g |
Grassi | |
Totali | 0,2 g |
Saturi | 48 mg |
Monoinsaturi | 4 µg |
Polinsaturi | 87 µg |
Colesterolo | 0 mg |
Acqua | 93,79 g |
Vitamine | |
Vitamina A | 2050 µg |
Tiamina (Vit. B1) | 80 µg |
Riboflavina (Vit. B2) | 75 µg |
Niacina (Vit. B3) | 400 µg |
Acido pantotenico (Vit. B5) | 900 µg |
Vitamina B6 | 20 µg |
Acido folico (Vit. B9) | 142 µg |
Vitamina C | 6,5 mg |
Vitamina E | 0,44 mg |
Minerali | |
Calcio | 52 mg |
Ferro | 830 µg |
Fosforo | 28 mg |
Magnesio | 15 mg |
Manganese | 420 µg |
Potassio | 314 mg |
Rame | 99 µg |
Selenio | 0,2 µg |
Sodio | 22 mg |
Zinco | 790 µg |
Dal punto di vista nutrizionale va evidenziato il buon contenuto di vitamina A.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Cichorium endivia L. | Plants of the World Online | Kew Science, su Plants of the World Online. URL consultato il 2 dicembre 2024.
- ^ (EN) Henry Liddell e Robert Scott, ἔντυβον, in A Greek-English Lexicon, 1940.
- ^ EUPVP - COMMON CATALOGUE - Varieties of agricultural plant and vegetable species, su ec.europa.eu. URL consultato il 2 dicembre 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009. URL consultato il 5 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cichorium endivia
- Wikispecies contiene informazioni su Cichorium endivia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Augusto Béguinot, INDIVIA, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933.
- Augusto Béguinot, INDIVIA, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933.
- (EN) endive, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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