Chiesa di Sant'Oliva (Alcamo)
Chiesa di Sant'Oliva | |
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Facciata della chiesa di Sant'Oliva | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Alcamo |
Coordinate | 37°58′50.08″N 12°57′52.07″E |
Religione | cattolica |
Titolare | sant'Oliva di Palermo |
Diocesi | Trapani |
Architetto | Giovan Biagio Amico |
La chiesa di Sant'Oliva è una chiesa cattolica che si trova ad Alcamo, in provincia di Trapani.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La fondazione della chiesa di Sant'Oliva risale al 1533.[1][2] Inizialmente la chiesa era divisa in tre navate, in stile gotico-catalano.
Nel 1687 venne fondata nella chiesa la congregazione notturna dei Sette Dolori, costituita da artisti.[3]
Nel 1724 la chiesa venne ricostruita nelle forme attuali, a pianta longitudinale con un'unica navata, su disegno dell'architetto trapanese Giovanni Biagio Amico.[4][1]
Dopo la sua edificazione, tale chiesa diede il nome alla piazza in cui si affaccia (dal lato dell'ingresso principale), che venne chiamata piano Sant'Oliva.[2] Nel XVII secolo la piazza venne allargata con la costruzione della ex chiesa di Santa Maria dello Stellario (ultimata nel 1625) e successivamente della chiesa del collegio dei gesuiti (1684). Probabilmente durante questo periodo la piazza viene ridenominata in "piazza Maggiore": tale nome rimase fino al 1875, quando venne cambiato nell'odierna denominazione piazza Ciullo.[2]
Nel 1927 venne fondata nella chiesa la congregazione di Santa Rita,[5] a cui seguì nel 1933 la congregazione di Maria Santissima Addolorata.[5] Nel 1949 inoltre l'Azione Cattolica ha iniziato la sua attività all'interno della chiesa.[6]
Nella notte fra il 7 e 8 agosto del 1987, un incendio divampò nella chiesa distruggendo il soffitto, che venne ricostruito dopo alcuni anni grazie all'attività della Sovrintendenza ai Beni culturali per la Sicilia.[1][7]
Nel 1990 sono stati svolti diversi restauri delle opere all'interno della chiesa, tra cui sculture, dipinti, i due organi lignei, cornici in stucco dorate e alcuni arredi in legno.[8]
Descrizione e opere
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa è provvista di due portali: quello principale si affaccia sulla piazza Ciullo, mentre il portale laterale, al di sopra del quale è posizionata una statua di sant'Oliva, si affaccia su corso VI Aprile. Inizialmente era presente un portale principale risalente al 1572.[1] Dopo l'acquisizione di alcuni fondi in concomitanza con il Giubileo del 2000, entrambi i portoni della chiesa vennero sostituiti con altri due in bronzo dorato realizzati dall'architetto Vincenzo Settipani, che rappresentano Gesù che entra nel Cenacolo a porte chiuse (sull'ingresso principale) e L'ingresso di Gesù a Gerusalemme (sull'ingresso laterale).
Su un angolo della chiesa attiguo al corso VI Aprile si innalza la torre campanaria, sprovvista di cuspide.[1]
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Portale principale
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Portale laterale
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Statua di Sant'Oliva (nicchia sul portale laterale)
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Torre campanaria
La chiesa contiene al suo interno altari di marmi policromi opera di Mariano e Simone Pennino.[1] Le pareti sono ornate da stucchi creati da Gabriele Messina nel 1756 e da Francesco e Giuseppe Russo nel 1771.[1]
Sull'altare maggiore è collocata una tela intitolata Le anime del Purgatorio liberate per il sacrificio della messa, dipinta nel 1639 da Pietro Novelli[1] su commissione dei congregati del Purgatorio.[9]
All'interno della chiesa sono inoltre collocate le seguenti sculture:
- L'Annunciazione, gruppo marmoreo scolpito nel 1545 da Antonino e Giacomo Gagini,[1] proveniente dalla chiesa dell'Annunziata;[10] Fonte battesimale di Salvatore Occhipinti del 1947
- la statua di sant'Eligio in marmo bianco di Carrara, scolpita da Filippo Pennino nel 1776 su commissione dei confrati di Sant'Eligio;[9] prima del 1577 l'altare di Sant'Eligio apparteneva alla Maestranza dei fabbri ferrai;[3]
- Crocifisso in legno, realizzato da Giovan Pietro D'Angelo di Erice: dal 1954 vi si trova anche la statua lignea dell'Addolorata di Lorenzo Curti;
- Madonna del Rifugio, statua in marmo probabile opera di Filippo Pennino;
- la statua in marmo dedicata a sant'Oliva, opera di Antonello Gagini del 1511,[1][11] commissionata dai confrati di Sant'Oliva;[9][12]
- la statua di san Giuseppe con il Bambino Gesù, collocata nell'altare appartenente alla Maestranza dei falegnami (o "fabri lignarii") e alla Maestranza dei bottai;[3] la creazione di tale statua è attribuita a Girolamo Bagnasco a metà dell'Ottocento;[13]
- la statua lignea di Maria Santissima dei Miracoli, opera di Luigi Santifaller (1949).[14]
- la statua lignea raffigurante santa Rita, opera di Luigi Santifaller (1962);[15]
- la statua in marmo di san Luca, opera dei Gagini;[1]
- la statua in marmo di sant'Angelo, anch'essa opera dei Gagini;[1]
- Due acquasantiere, ai lati dell'entrata, opere di Mariano Pennino (1774)
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Interno della chiesa
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Altare maggiore
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Statua di sant'Oliva
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L'Annunciazione
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Sant'Eligio
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Cappella del Crocifisso e dell'Addolorata
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San Giuseppe e il Bambino
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Maria Santissima dei Miracoli
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l Sicilie.it - Chiesa di Santa Oliva
- ^ a b c AlquamaH - "Historia Alcami: Piazza Ciullo"
- ^ a b c Cataldo, p. 44.
- ^ Pagina 151, Giovanni Biagio Amico, "L'Architetto Pratico" [1], II° volume, Palermo, Stamperia Angelo Felicella, 1750.
- ^ a b Cataldo, p. 46.
- ^ AlpaUno - "Alcamo: L'AC nella parrocchia "S. Oliva", una storia lunga 66 anni"
- ^ Il fuoco ha distrutto interamente la volta e il tetto di Sant'Oliva - Il messaggio ai parrocchiani e alla città, di padre Saverio Renda
- ^ Servizio per i beni storici, artistici e etno-antropologici - Chiesa di S. Oliva
- ^ a b c Cataldo, p. 36.
- ^ Carlo Cataldo, "La conchiglia di San Giacomo"
- ^ Atlante dell'arte italiana - "Gagini Antonello - Sant'Oliva, 1511" Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
- ^ Pagine 257 e 258, Gioacchino di Marzo (Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo), "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI; memorie storiche e documenti." [2], Volumi I e II, Stamperia del Giornale di Sicilia, Palermo.
- ^ Cataldo, p. 84.
- ^ Cataldo, p. 130.
- ^ Cataldo, p. 182.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Carlo Cataldo, La conchiglia di S. Giacomo, Alcamo, Edizioni Campo, 2001.
- Saverio Renda, Universa nostra caritas De gloria Olivae (La gloria di Gerusalemme), Litotipografia Abate (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
- Vincenzo Regina, Alcamo: la chiesa di S. Oliva nella storia e nell'arte dei Gagini, di Pietro Novelli e di Giovan Biagio Amico, Alcamo, Cartogram, 1997 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
- Carlo Cataldo, Guida storico-artistica dei beni culturali di Alcamo-Calatafimi-castellammare Golfo p. 76-78-79, Alcamo, Sarograf, 1982.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant'Oliva
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Orari di apertura al pubblico per le Sante Messe, su diocesi.trapani.it.
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