Vincitori e vinti
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Vincitori e vinti
L'avvocato Hanhs Rolfe, interpretato da Maximilian Schell
Titolo originale |
Judgment at Nuremberg |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 1961 |
Genere | drammatico, storico |
Regia | Stanley Kramer |
Soggetto | Abby Mann |
Sceneggiatura | Abby Mann |
Produttore | Stanley Kramer |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
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Vincitori e vinti, film statunitense del 1961 con Burt Lancaster, Spencer Tracy, Marlene Dietrich, Montgomery Clift e Judy Garland, per la regia di Stanley Kramer.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Un giudice non fa mai le leggi. Egli applica soltanto le leggi del suo paese. (Hanhs Rolfe)
- Io ho seguito il concetto che ritenevo più elevato nella mia professione, il concetto che dice: «Sacrificare il proprio senso di giustizia all'ordine legale costituito. Chiedere solo qual è la legge e non chiedere se sia o meno secondo giustizia». Come giudice, non potevo fare altrimenti. (Friedrich Hofstätter)
- Se tutti i capi del Terzo Reich fossero stati dei sadici, dei maniaci, allora i loro misfatti non avrebbero più significato morale di un terremoto o di qualsiasi catastrofe naturale, ma questo processo ha dimostrato che in tempi di crisi nazionale le persone normali, e perfino quelle capaci ed eccezionali, possono indurre se stessi a condurre dei crimini così grandi e odiosi da sfidare qualsiasi immaginazione. (Dan Haywood)
- Una nazione non è un territorio, né solamente un agglomerato di persone. È nei principi che sostiene, quando sostenere un principio è la cosa più difficile. (Dan Haywood)
- Che differenza fa se qualche oppositore politico perde i diritti civili? Che differenza fa se qualche minoranza razziale perde i diritti civili? È solo una fase passeggera, una tendenza momentanea che verrà messa da parte... prima o poi. Hitler sarà messo da parte... prima o poi... (Ernst Janning)
Dialoghi
[modifica]- Hanhs Rolfe: Lei ha detto che i suoi genitori sono morti di morte naturale.
Rudolph Petersen: Sì.
Hanhs Rolfe: Vuol descriverci dettagliatamente la malattia di cui morì sua madre?
Rudolph Petersen: Morì di mal di cuore.
Hanhs Rolfe: Nelle ultime fasi della sua malattia, sua madre non dimostrò qualche anomalia mentale?
Rudolph Petersen: Mentale? No, no!
Hanhs Rolfe: Nella sentenza della Corte di Stoccarda è detto che sua madre soffriva di deficienza mentale ereditaria.
Rudolph Petersen: Questo non è... non è vero! Non è vero! Non è vero!
Hanhs Rolfe: Allora vuole chiarirci come mai la Corte di Stoccarda per la difesa della razza giunse a quella sentenza?
Rudolph Petersen: Ma sono cose che dicevano loro per mettermi sul tavolo operatorio.
Hanhs Rolfe: Sono cose che dicevano loro?
Rudolph Petersen: Sì!
Hanhs Rolfe: Signor Petersen, c'era un semplice test a cui la Corte Sanitaria sottoponeva i casi di incapacità mentale. Visto che lei dice che non glielo fecero allora, forse risponderà adesso a noi. Formi una frase con le parole: campo, cacciatore, lepre.
Tad Lawson: Signor giudice, mi oppongo.
Dan Haywood: Signor Petersen, era costituita come questa la Corte di Stoccarda?
Rudolph Petersen: Io non capisco cosa...?
Dan Haywood: C'era il pubblico?
Rudolph Petersen: Il pubblico? Sì, sì.
Dan Haywood: Grazie. Obiezione respinta.
Hanhs Rolfe: Lepre, cacciatore, campo. Signor Petersen, risponda con comodo.
Rudolph Petersen: Lepre, cacciatore... lepre, cacciatore... ma se avevano già deciso. Quando sono entrato in tribunale loro avevano già deciso. Avevano già deciso! Mi mandarono all'ospedale come un criminale, non ho potuto dire niente, non ho potuto far niente. Ho dovuto restare là. Mia... mia madre, quel che ha detto sul suo conto, era una donna... una donna di servizio che lavorava sodo, una donna che lavorava e non è giusto! Non è giusto che lei dica...! Ce l'ho qui, voglio mostrarle, ho qui la sua... la sua fotografia. Vorrei farvela vedere. Vorrei che giudicaste. Voglio che voi mi diciate se questa donna era deficiente. Mia madre! Era... deficiente? È così?
Ernst Janning: Tutta quella gente, quei milioni di persone... io non pensavo che si giungesse a tanto. Lei deve credermi, lei deve credermi!
Dan Haywood: Herr Janning, doveva capirlo la prima volta in cui condannò a morte un uomo sapendolo innocente.
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